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Chiarimenti sulla fatturazione elettronica. Sufficienti scontrino o ricevuta nell'attesa della fattura elettronica. L'Agenzia delle Entrate fornisce una serie di chiarimenti riguardo l'imminente entrata in vigore della disposizione.

di Mario Vacca Parma 23 dicembre 2018 - La trasmissione della fattura elettronica potrà essere effettuata entro i 10 giorni successivi dal momento della prestazione , ciò è previsto dal DL 119/2018 da poco convertito.

Qualche problema potrebbe porsi nell'ambito del commercio al dettaglio, ivi comprensi dei servizi di ristorazione, ove il cliente dovesse richiedere all'esercente l'emissione della fattura.
L'art. 22 del DPR 633/72 dispone infatti che detta emissione non sia obbligatoria, se non richiesta dal cliente "non oltre il momento di effettuazione dell'operazione".

Al riguardo, nel tentativo di risolvere il problema, l'Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito - nella pagina delle FAQ - una duplice soluzione:

- nell'eventualità si scegliesse per l'emissione della fattura differita, il cedente potrà emettere una ricevuta o uno scontrino fiscale, che costituiranno documenti equivalenti al DDT; i corrispettivi certificati da ricevuta o scontrino, che siano stati successivamente fatturati, dovranno essere "scorporati" dal totale giornaliero;


- se invece si preferisse emettere la fattura immediata, trasmettendo il documento al SdI entro il termine per la liquidazione periodica, potrà essere rilasciata un'apposita quietanza (ai sensi dell'art. 1199 c.c. ), che non assume rilevanza fiscale o, in alternativa, una stampa cartacea della fattura o della ricevuta del POS. Anche in questa circostanza, però, si potrebbe optare per il rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale, che dovrebbero poi essere scorporati dall'ammontare giornaliero dei corrispettivi.

L'Amministrazione finanziaria fornisce anche ulteriori chiarimenti. In primis, atteso che, qualora il cliente sia un consumatore finale, l'esercente sarà comunque tenuto a consegnare una copia "analogica o elettronica" della fattura (salvo rinuncia dello stesso cliente), nel caso di "discordanza dei contenuti" fra fattura elettronica e copia cartacea della stessa sono considerati validi i dati riportati nel documento digitale, salvo prova contraria.
Viene, infine, sottolineato che laddove la e-fattura sia preceduta dal rilascio dello scontrino o della ricevuta, i relativi estremi identificativi dovranno essere riportati nel documento, all'interno del blocco informativo "AltriDatiGestionali".

Con riferimento alle fatture differite, nelle "nuove" FAQ pubblicate, l'Amministrazione finanziaria ha precisato che i DDT possono essere conservati in maniera cartacea. Il soggetto passivo che decidesse di allegare i documenti di trasporto alla fattura potrebbe, da un lato, beneficiare della possibilità di usufruire del servizio gratuito di conservazione elettronica dell'Agenzia, ma dovrebbe porre particolare attenzione, dall'altro, a non superare i limiti dimensionali del singolo file fattura, pari a 5 MB, oltrepassati i quali il documento verrebbe scartato.

Anche per l'indicazione dei rimborsi richiesti dai professionisti per spese anticipate in nome e per contro della controparte, in luogo dell'utilizzo della sezione relativa ai beni e servizi ceduti o prestati con il dettaglio dell'importo e della natura dell'operazione ("N1"), è possibile compilare il blocco "AltriDatiGestionali", precisando la tipologia della spesa e l'ammontare della stessa nei campi previsti.

 

 

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Come Cambia lo scenario del recupero crediti e dei prestiti bancari il giorno dopo l'introduzione di regole più stringenti per la copertura delle sofferenze bancarie.

di Mario Vacca Parma 9 dicembre 2018 - Lo scorso mese di Marzo sono stati pubblicati gli aggiornamenti alle linee guida della Vigilanza BCE con le quali sono state introdotte nuove disposizioni per la copertura dei crediti deteriorati in pancia alle banche. Tra le altre disposizioni, si prevede che la copertura dei crediti deteriorati non garantiti sia compiuta entro due anni e quelli garantiti entro massimo 7 anni.

I crediti deteriorati vengono classificati in tre categorie:
 posizioni scadute da almeno 90 giorni di importo rilevante, pari ad almeno il 5% dell'esposizione da misurare sulla singola linea di credito e sull'importo ancora dovuto;
 inadempienze probabili, generalmente detti Unlikely to pay (UTP), per le quali le banche rilevano un rischio in capo al debitore indipendentemente dallo scaduto; si tratta di segnali di allarme ma non di obblighi ed il tutto è condizionato dalla decisione dei singoli istituti;
 le sofferenze vere e proprie, dette Non performing loans (NPL), che riguardano la cessazione del rapporto a seguito dell'insolvenza del debitore.

La questione dei debiti bancari cammina di pari passo con il concetto di crisi d'impresa e le nuovi disposizioni hanno genesi in un momento in cui anche la riforma fallimentare introduce molte novità. La problematica fondamentale riguarda le procedure di recupero che sono caratterizzate da una cronica lentezza delle procedure giudiziali.

Con le nuove linee guida viene modificato essenzialmente il modo in cui le banche procederanno alla gestione del credito, con ovvi appesantimenti dei loro bilanci a fronte di procedure di recupero che molto probabilmente avranno tempistiche superiori ai due anni entro i quali si prevede la svalutazione del 100% del credito.

Naturalmente sarebbe opportuno che le due situazioni tendessero a coincidere e questo traguardo potrebbe imprimere un'accelerazione verso il ritorno degli istituti ad erogare nuovamente credito ad imprese e famiglie oggi ai minimi storici.

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Domenica, 02 Dicembre 2018 08:12

Semplificazioni fiscali

Il Disegno di Legge "Semplificazioni" proposto in Commissione Finanze prevede alcuni emendamenti che vanno dalla revisione delle società di comodo all'addio agli Isa, passando per l'accorpamento di Imu e Tasi ed il condono sulle irregolarità formali.

Per la revisione delle società di comodo è prevista l'esclusione dall'applicazione dei meccanismi per le piccole società e la soppressione dello spesometro transfrontaliero che avrà cadenza annuale.

L' emendamento voluto da Massimo Bitonci, Massimo Garavaglia e Alberto Gusmeroli prevede una sanatoria delle irregolarità formali per gli anni 2013-2017, che non siano frutto d'evasione ma errori formali e contabili: con un piccolo versamento non superiore ai mille euro per ciascun anno si consente la sanatoria di errori materiali e contabili contenuti nelle dichiarazioni.

Tra gli emendamenti c'è anche quello che cancella l'obbligo per la Guardia di Finanza di controllare ogni cinque anni le imprese di medio-grandi dimensioni mentre si lavora anche ad una proposta volta ad accorpare IMU e TASI, trattandosi di una duplicazione d'imposta, anche se non ci sia alcuna certezza dal momento che potrebbe essere inserita in un emendamento alla legge di bilancio o come proposta di legge.

L'emendamento Ruocco-Gusmeroli presenta l'addio definitivo agli ISA, gli Indicatori di affidabilità fiscale previsti per il 2019, al fine di evitare complicazioni alla vita delle imprese. La proposta nasce dalla considerazione che, per quanto gli ISA rappresentino uno strumento di compliance, mantengono in tutto l'impianto di richiesta dati previsto per i tradizionali Studi.

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Domenica, 25 Novembre 2018 08:05

La rottamazione delle cartelle esattoriali

L'articolo 6 D.L. 193/2016 ha introdotto la definizione agevolata dei carichi pendenti (c.d. rottamazione) rinnovata dal D.L. 119/2018 pubblicato lo scorso 23 ottobre in Gazzetta Ufficiale; l'articolo 3 del decreto stabilisce che i contribuenti hanno la possibilità di estinguere i debiti relativi ai ruoli affidati all'Agente della riscossione tra il 2000 e il 2017 senza corrispondere le sanzioni e gli interessi di mora, nonché le sanzioni e le somme aggiuntive di cui all'articolo 27 D.Lgs. 46/1999.

di Mario Vacca Parma 25 novembre 2018 - Il termine entro il quale il contribuente deve presentare apposita istanza formalizzata su apposita modulistica messa a disposizione dall'Agenzia delle Entrate è il 30/04/2019.

Due le opzioni di pagamento:
1. una unica soluzione da liquidarsi entro il 31 luglio 2019;
2. rateizzazione in massimo dieci rate consecutive semestrali di pari importo e quindi per un massimo di 5 anni (rate a scadere il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno);

I pagamenti possono essere disposti mediante domiciliazione sul conto corrente indicato nella dichiarazione di adesione, tramite bollettini precompilati o presso gli sportelli dell'Agente della riscossione ove è possibile usufruire della compensazione con crediti certi, liquidi ed esigibili e non prescritti vantati verso la Pubblica Amministrazione.
Al pagamento rateale verrà applicato un tasso di interesse annuo del 2%, che risulta più vantaggioso rispetto al 4,5% della precedente rottamazione. Si rende noto che non trova applicazione l'articolo 19, comma 3, D.P.R. 602/1973 e, in caso di omesso, tardivo o insufficiente versamento, il soggetto decade dalla rottamazione, i versamenti a titolo di acconto restano acquisiti e la riscossione coattiva dei carichi riprende il suo corso.

Per favorire l'accesso all'istituto, potranno aderire anche i contribuenti che non hanno provveduto al pagamento integrale e tempestivo delle rate originate dalle precedenti rottamazioni e nello specifico per coloro che sono in mora con le rate di luglio, agosto e settembre 2018 previste della rottamazione bis, l'adesione è subordinata alla regolarizzazione del pagamento entro il 07 dicembre 2018. Possono essere ammessi alla definizione agevolata, anche i debiti che sono stati oggetto di piani del consumatore o di piani di composizione della crisi da sovraindebitamento.
Entro il 30 giugno 2019 l'agente della riscossione comunicherà l'ammissione evidenziando l'eventuale accoglimento delle rate proposte, delle somme ammesse e delle scadenze.

Le somme relative a debiti definibili versate anteriormente all'adesione alla rottamazione rimangono acquisite e non sono rimborsabili mentre ai fini del calcolo delle somme definibili, si tiene conto solo degli importi già versati e, se il debitore ha già pagato interamente quanto dovuto con precedenti pagamenti parziali, dovrà comunque aderire alla definizione agevolata per beneficiare dei suoi effetti.

Relativamente agli effetti prodotti dall'adesione, si prevede intanto la sospensione dei giudizi pendenti durante il pagamento di quanto dovuto e l'estinzione degli stessi soltanto al completamento del pagamento atteso. Il decreto prevede anche:
 sospensione dei termini di prescrizione e decadenza;
 sospensione, fino alla scadenza della prima rata, gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti dilazioni;
 impossibilità di iscrizione di nuovi fermi amministrativi e di ipoteche;
 impossibilità di avviare nuove procedure esecutive e improcedibilità di quelle già in essere;
 condizione di regolarità del contribuente ai fini di cui agli articoli 28-ter e 48-bis P.R. 602/1973.

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Domenica, 18 Novembre 2018 11:36

Strumenti di allerta della crisi

Su invito della commissione europea ma anche dei tanti professionisti che operano nel bel Paese il legislatore italiano nel rivedere gli articoli della legge fallimentare ha dato compiuta formulazione alle procedure di allerta affinché ci sia previsione ed anticipazione delle crisi d'impresa.

di Mario Vacca Parma 18 novembre 2018 - In un precedente articolo ho già avuto modo di scrivere che l'attuale impalcatura della legge fallimentare mette le mani nel codice civile ovvero a quelli articoli che governano la gestione d'impresa.

Oggi si evince che la nuova norma - il DLgs. recante il Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza in attuazione della L. 155/2017, approvato dal Consiglio dei Ministri e sottoposto al parere delle Commissioni parlamentari - costituisce lo strumento per attivare l'auspicato cambio culturale nell'intercettare la crisi e anche nel fare impresa. A una guida basata per lo più sulla navigazione a vista e sull'analisi del tragitto già fatto, si affianca un "navigatore" per comprendere quale sia la strada da percorrere e quindi la direzione dell'impresa.
In base all'art. 12 si individuano segnalazioni interne, attraverso gli indicatori da adottare e segnalazioni esterne da parte di fornitori qualificati, o dei presidi da costituire per la provvidenziale rilevazione della crisi ( art. 3 del Codice che modifica l'art. 2086 c.c.)

L'articolo 14 definisce la crisi in termini di inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate (art. 2 del Codice) e quindi si richiede la valutazione in continuo dell'equilibrio finanziario.

Oltre ai presidi organizzativi si pongono gli obblighi di segnalazione interna di cui all'art. 13 ed esterna di cui all'art. 15. I primi, sono stati rivisti nella loro struttura per evitare il rischio di segnalazioni automatiche, pur in assenza di una concreta situazione di crisi, che comporterebbero di fatto l'insorgenza in soggetti che esenti dalla stessa

Naturalmente ci sono alcune osservazioni giacché la norma individua gli indicatori interni di crisi negli squilibri economici, finanziari e patrimoniali, con il rischio che si pervenga a una pletora di indici, ma il testo del Codice si preoccupa subito di precisare che devono intendersi per tali quelli atti che diano evidenza del rischio di sostenibilità dei debiti scadenti nei mesi successivi o di quelle situazioni che pregiudichino la continuità aziendale nell'esercizio in corso. Il CNDCEC è chiamato ad elaborare gli indici con specifica indicazione di differenziarli per settori di appartenenza e prevedendo indicatori specifici per le società neocostituite e le PMI innovative.

Fortunatamente la norma ha un carattere elastico ove consente all'imprenditore di sostituire gli indici che non ritiene applicabili alla propria realtà proponendone ex ante altri a lui più adeguati a condizione che ciò venga attestato da un professionista indipendente e ne venga data notizia nella Nota integrativa.
Come evidenziato poc'anzi tra le osservazioni da evidenziare, ci sarebbe a rivisitazione del punto di tutti gli indicatori individuati come "significativi" al primo comma dell'art. 13, nello specifico il rapporto tra flusso di cassa e attivo necessiterebbe di essere rivisto in quanto non immediatamente comprensibile: basti infatti osservare che all'attivo concorrono le disponibilità liquide e l'indicatore peggiorerebbe al crescere di esse.

Gli indici devono essere immediatamente comprensibili nelle cause e razionali nella loro capacità di predire la situazione aziendale agevolando l'organo amministrativo e l'attestatore nel proporre sostituzioni e illustrandone le "ragioni" nella Nota integrativa. Anche il secondo indicatore costituito dal rapporto tra patrimonio netto e passivo, il cui denominatore dovrebbe essere sostituito dall'indebitamento finanziario netto. Con il terzo indicatore il legislatore intenderebbe intercettare una situazione di insostenibilità del debito indagando il rapporto tra oneri finanziari e ricavi ma, sarebbe più utile sostituire il denominatore con la grandezza della marginalità operativa, infatti il volume dei ricavi non è indicativo del livello della sostenibilità del debito.

Oggi solo una parte delle imprese sarebbe attrezzata per rispettare pienamente il principio, redigendo il piano d'impresa, che ne è il necessario presupposto informativo ed infatti le disposizioni del Codice entreranno in vigore soltanto tra 18 mesi con il duplice risultato che ci sia il tempo per rimuovere imprecisione della norma e, soprattutto, per consentire alle imprese di attrezzarsi internamente con organi di controllo.

La nuova norma è una grande opportunità per l'imprenditore e l'impresa e l'auspicio è che ci sia un cambio di mentalità imprenditoriale sin'ora improntato sulla navigazione a vista e sul "ho sempre fatto cosi"; in ciò potrà essere fondamentale il ruolo di professionisti interni che assistano l'impresa e per le PMI sarà sempre più opportuno ricorrere alla figura del Temporary Manager.

 

 

 

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Domenica, 14 Ottobre 2018 08:29

Come un comandante al timone dell'impresa

Dall'esperienza come relatore alla premiazione dello Spinup Award tenuto a Scilla e dopo il giro in barca con tutti gli imprenditori partecipanti ascoltando la guida turistica che ci ha accompagnato durante l'escursione ho pensato che ogni lavoro può essere paragonato per analogia a qualcos'altro e cosi ho voluto dedicare qualche minuto a creare l'analogia della mia professione.

Le acque del mar Tirreno incontrano le acque del mar Ionio nei pressi dello stretto di Messina, dove, per cause del tutto naturali, si crea un vero e proprio scalino d'acqua, dovuto all'incontro tra le due forti maree, con conseguente formazione di molti mulinelli d'acqua, la cui potenza può addirittura far cambiare direzione a una nave che transita nello stretto.

Per ovviare a questo pericolo è stato imposto alle navi l'affiancamento di un comandante italiano con consolidate esperienze maturate sul posto. Il comandante è accompagnato a bordo da una pilotina o da un piccolo rimorchiatore, e al termine del servizio viene ripreso dallo stesso mezzo.

Amo riprendere questo esempio per definire il nostro ruolo nella gestione della crisi d'impresa. La nave in difficoltà in balia delle maree simboleggia l'impresa in crisi, il rimorchiatore che tira la nave fuori dal guado rappresenta il nostro studio con "a bordo" professionisti pronti a lavorare insieme per la buona riuscita della navigazione, e il comandante – esperto di mare in generale e del posto in particolare - che sale a bordo per affiancare il capitano è il Temporary Manager che affianca l'imprenditore.

Così, come il comandante esperto conduce la nave in mare aperto per poi, una volta passato il pericolo, ridare il comando al legittimo capitano, allo stesso modo il Temporary Manager, passata la crisi e riportata l'azienda in bonus, restituisce il "timone" all'imprenditore.

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Domenica, 07 Ottobre 2018 08:53

il SE' = ∑ dinamica di IO e ME

il SE' = ∑ dinamica di IO e ME. Le persone dovrebbero possedere una maggiore consapevolezza di Sé.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 7 ottobre 2018 - Quante volte questa frase ricorre nei dialoghi quotidiani quando l'attenzione è rivolta, in senso stretto, ad una persona o, aprendosi ad orizzonti più ampi, alla collettività. Per comprendere il significato del Sé occorre riferirsi in prima istanza alla psicologia sociale che studia i processi cognitivi con i quali l'uomo comprende l'ambiente di riferimento e orienta il comportamento in relazione alle regole socialmente condivise. La sociologia studia i fatti sociali così come li vede da osservatore esterno.

La psicologia sociale studia i meccanismi che concorrono a produrre i legami sociali, a creare i fatti sociali, con i quali le persone costruiscono la realtà sociale. La psicologia si preoccupa di studiare l'individuo nella sua totalità. Illustre riferimento della psicologia sociale è il francese, sociologo e antropologo, Émile Durkheim che alla fine del '800 ha posto come base di studio e di riflessione l'impatto che i fatti sociali, i modi di dire, di fare e di pensare di una società hanno sull'uomo, fino ad imporre, e a condizionarne, il pensiero e il comportamento. Importanza rilevante hanno per Durkheim i valori e i costumi, intesi come un tessuto in grado di tessere le fila della società.

A Émile Durkheim succede nello studio della psicologia sociale il rumeno, psicologo e sociologo, Serge Moscovici capace di dare ulteriore vigore alla disciplina per la specificità attribuita alle rappresentazioni sociali di esprimere la conoscenza in una società e nei gruppi che la compongono. Le persone si relazionano in base al contesto nel quale si trovano, e da esse dipendono, fino ad agire in sintonia.

L'informazione messa in circolo deve agire sulla pertinenza, che dipende dalla presenza di più elementi contestuali generati dall'informazione stessa, dalla moltiplicazione delle informazioni e dal minor sforzo cognitivo prodotto dall'individuo per elaborarla. La pertinenza è sempre legata al contesto, inteso come l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli, spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali presenti in un qualsiasi scambio comunicativo. Il contesto si può ampliare o restringere secondo le esigenze presenti nell'interazione comunicativa. La società dovrebbe sempre puntare alla pertinenza ottimale per favorire la capacità delle persone di seguire un'ipotesi comunicativa che massimizzi gli effetti contestuali e che minimizzi l'impegno cognitivo.
Le persone si relazionano e creano una rappresentazione sociale del contesto che non riguarda le opinioni o gli atteggiamenti ma si concentra sulle teorie, o ambiti di conoscenza, necessari per costruire la realtà sociale partendo da fatti e circostanze note e ritenute rilevanti per creare una nuova catena di significati che unisca l'oggetto osservato con il soggetto che lo ha reso condiviso. Le persone ancorano le informazioni sconosciute all'interno di categorie soggettive a loro note avente lo scopo di ridurre la paura verso qualcosa di sconosciuto per renderlo prossimo e familiare. L'oggettivazione consiste invece nel dare forma – corpo – sostanza al concetto e inserirlo in una categoria nota, mischiare il concetto con l'immagine per dargli un senso figurato e poterlo riprodurre successivamente in modo visivo.

La psicologa Claudia Muccinelli: «la rappresentazione sociale serve a rendere familiare qualcosa che ci appare come estraneo, eliminando la parte più inquietante e più pericolosa dell'entità estranea, questa può venire accettata come qualcosa di nuovo ma non di potenzialmente nocivo e, in questo modo, può venire integrata nel modo di pensare comune, andando a sua volta a modificare la rappresentazione sociale stessa». L'attore sociale è una persona che entra in un contesto e cerca di conoscerlo avviando azioni e perlustrando ambiti di conoscenza sui quali riflettere e portare se stesso alla riflessione introducendo nuove rappresentazioni frutto dei cambiamenti della realtà.
Il Sé si forma dalla continua interazione sociale che le persone hanno nel porsi in relazione con l'altro. Nasce da come le persone si percepiscono e dall'opinione che si formano corrispondete a quanto vedono se stesse riflesse nell'altro. Lo psicologo e filosofo statunitense di origine irlandese William James, ha introdotto per primo il concetto di Sé affermando che il pensiero è continuamente mobile e messo in relazione con il mondo esterno ma possiede anche una natura interna che appartiene alla coscienza individuale della persona. Intorno al concetto di Sé la bibliografia è molto ricca di punti di vista, osservazione e definizioni che hanno contribuito a rendere denso il patrimonio della conoscenza.

Qui si vuole solo portare il contributo fornito da William James dove il Sé è formato dall'IO e dal ME: l'IO coincide con il soggetto consapevole che è intraprendente e pieno di iniziative nei confronti della realtà esterna e in grado di riflettere su se stesso; Il Me è la parte più prossima del Sé e di quanto conosciuto dall'IO che corrisponde a quello che la persona vede di se stessa con gli occhi degli altri e di come si percepisce in relazione alle caratteristiche materiali, sociali e spirituali. Il Sé non potrebbe esistere senza un dialogo tra l'IO e il Me, che corrisponde al riflesso della società, che comunicano per dare origine al Sé: il Sé esiste per la presenza dell'altrui persona.

Il Sé formato dalla presenza dell'IO e del Me ha da sempre rappresentato un ambito di riflessione importante per la continua presenza dell'una e dell'atra componente che in modo dinamico agiscono e si muovono in base al contesto, alle relazioni sociali e ambientali che si creano.

In ambito aziendale il Sé rappresenta un importante aspetto in base al contesto individualista o di condivisione, dove nel primo caso è forte la realizzazione personale, e la spinta alla unicità, e nel secondo caso lo scopo è l'armonia e la creazione di luoghi di lavoro dove le persone si trovano bene con Sé stesse e in relazione alle altre, perché fondati su un sistema di regole condiviso e proiettato verso un disegno comune, la condizione naturale per realizzare una realtà sociale e aziendale dove ognuno ha preso piena coscienza e consapevolezza del Sé.

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli
Nicoletta Cavazza, titolare del corso, materiale didattico a corredo del corso di Psicologia Sociale (modulo 1 - 2)

Riferimenti sitografici
https://sociologicamente.it/le-rappresentazioni-sociali-tra-sociologia-e-psicologia/
http://www.sburover.it/psice/psicologia/sociale/4_Se_e_identita_Relazioni_Sociali_Altruismo_e_aggressivita.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale

  

GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Domenica, 30 Settembre 2018 06:31

La metafora del sasso nello stagno

La motivazione porta all'azione, spinge al fare: se non si getta un sasso nello stagno, l'acqua non fa i cerchi. Stare fermi ed attendere il movimento dell'acqua, significa perdere le opportunità che la vita ogni giorno ci prospetta. Meglio andare, fino a quando non raggiungiamo la riva del fiume e innanzi ad uno specchio di acqua immobile, lanciamo un sasso, anche più di uno, fino a quando il moto dell'acqua non riflette la sagoma dei nostri sogni. Occorre lanciare il sasso perché le cose accadano.

di Guido Zaccarelli Mirandola 29 settembre 2018 - Da bambini si è soliti affacciarsi sulla riva del fiume per lanciare i sassi e osservare da lontano il comportamento dell'acqua. Così pure da un ponte che sovrasta la discesa di un ruscello di montagna o al mare quando si tenta di gettare un sasso sempre più lontano facendolo saltellare sulle superficie, una o più volte, fino a perdere con lo sguardo il punto in cui si inabissa. Un gioco che non ha età, per la gioia che riesce ad esprimere, il pensiero e le riflessioni che porta con sé in ogni circostanza dell'esistenza dell'uomo. Il gesto di per sé è pacifico, e non pericoloso, se considerato nella dimensione ludica. Si eleva d'importanza quando viene associato alla metafora del sasso nello stagno, corrispondete all'azione intrapresa dall'uomo quando si prefigge di raggiungere l'obiettivo: «lanciare il sasso perché le cose accadano».

Maggiore è il desiderio di raggiungere lo scopo più forte sarà l'energia impressa nel gesto e il numero di cerchi che si verranno a formare fino a quando non toccheranno la riva più lontana. Ai giovani, come alle persone, va detto, e spiegato, che per raggiungere gli scopi occorre mettersi in cammino, al pari di quando si vuole raggiungere la punta più estrema di una vetta: passo dopo passo si riduce la distanza con la cima della montagna.

Non importa quanti passi, il tipo di falcata e i metri percorsi. Rimanere fermi, e inerti, significa osservare da lontano ciò che vorremo essere, avere o possedere, senza avere la possibilità di sperimentare, anche incontrando tutte le insidie del mondo, come scalare la montagna. Ogni persona, dal suo osservatorio privilegiato, lancerà il sasso in ragione del peso che è in grado di sopportare e della forza che è in grado di imprimere nel lancio in quel preciso istante del tempo. L'allenamento e l'esperienza sono fattori di crescita cruciali che posti sotto i riflettori della luce dello Spirito e della razionalità, sono capaci di rinforzare e completare gli sforzi destinati allo scopo, di anticiparne il raggiungimento o anche di ritardarne la conquista per fattori indipendenti dalla stessa volontà dell'uomo.

Non sempre lanciando lo stesso sasso si riesce ad ottenere un numero identico di cerchi, aventi le stesse dimensioni e che si propagano tutti alla stessa velocità. Tempi differenti danno origine a risultati diversi vincolati dai contesti ambientali (vento, pioggia, sole, umidità dell'aria) che di norma le persone incontrano quando decidono di lanciare un sasso consapevoli delle favorevoli o avverse condizioni meteorologiche, che potrebbe insidiare la traiettoria prima di entrare a contatto con l'acqua. Per lanciare un sasso serve la motivazione, avere analizzato il contesto e avere chiaro l'obiettivo. Il successo transita da lì. La motivazione deriva dal latino movere, che significa spinta all'azione. Se le persone rimangono sedute e non decidono di alzarsi dopo aver terminato il pranzo, non spingono se stesse verso il cambiamento, togliendo l'opportunità al cameriere di bandire la tavola per il convivio successivo.

L'analisi del contesto è fondamentale per osservare le dinamiche con le quali si muovono le situazioni in ragione dei traguardi da raggiungere e dei fattori spaziali e temporali che influenzano lo scopo, suggerendo di modificare la traiettoria, il contenuto e la ragione stessa del lancio. Fissare l'obiettivo è vincente, fissarsi sull'obiettivo, sapendo che è irraggiungibile, è perdente. L'obiettivo non sempre si raggiunge immediatamente. Servono momenti di studio e aggiustamenti iniziali per impostare in modo corretto la traiettoria perché il sasso raggiunga l'acqua del fiume, al pari del giocatore da golf quando deve valutare in modo rapido una elevata quantità di informazioni e decidere l'azione in modo che la pallina si posizioni il più vicino possibile alla buca, se non addirittura fare centro al primo tiro.

«Occorre lanciare il sasso perché le cose accadano, do something, fai qualcosa».

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli
Foto sotto: Paolo Rebecchi, tratta dal libro Finestre di casa nostra. Immagini e racconti di un anno diverso. Uno sguardo oltre le cose. Edizione illustrata a cura di Paolo Rebecchi e Guido Zaccarelli. Editore: Itaca (Castel Bolognese)

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GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Domenica, 23 Settembre 2018 07:13

La fine di un'era: dall'outsourcing al backsourcing

Gli anni 2000 hanno segnato un confine importante nella diversificazione delle strategie aziendali, pronunciate nel focalizzarsi sul core business a vantaggio dei settori ritenuti marginali e non restituenti risorse finanziarie fondamentali, da impiegare al presente e da ascrivere a bilancio per futuri investimenti.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 22 settembre 2018 - Le aziende iniziano il proprio percorso imprenditoriale spinte dal desiderio di promuovere ogni tipo di azione, orientata a sviluppare progetti e attività d'interesse crescente, destinate a generare fattori ad elevata redditività nei mercati locali e globali.

Per anni le imprese hanno costruito le loro identità imprenditoriale aggregando al loro interno tutte le fasi lavorative, commerciali e finanziarie necessarie allo sviluppo del proprio business. Dagli anni 2000 in poi qualcosa è successo, complice la presenza inaspettata di una crisi economica senza precedenti, che ha interrotto la capacità per le imprese di generare profitti a doppia cifra, e l'insediamento di una nuova classe dirigenziale (new management) che ha iniziato a infrangere i modelli organizzativi con i quali le aziende sono cresciute dal '900 in avanti. Da quel periodo è iniziata una lenta, ma inesorabile, fase di decomposizione delle imprese che hanno iniziato ad essere "spezzettate" in più parti, riservando la parte nobile alle attività ritenute strategiche e lasciando per strada quelle ritenute a bassa marginalità, che avrebbero pesato nella definizione degli obiettivi e inciso sulla curva di redditività. In questo modo sono nate aziende satelliti, di differente estrazione giuridica, esercitanti attività esterne confluenti successivamente nell'azienda madre, in base al tipo di collaborazione richiesto.

Le aziende satelliti hanno iniziato a sviluppare singoli core business fino a diventare, e assumere nel tempo, ruoli d'importanza strategica assoluta nel panorama geoeconomico mondiale, dimostrando la presenza di elevati livelli di specializzazione in svariati settori imprenditoriali, di supporto logistico e di mano d'opera al bisogno. Questo ha inciso in modo favorevole sui bilanci, sull'analisi preventiva dei costi definiti nella programma investimenti, sulla responsabilità e de-responsabilità del management e dell'azienda stessa, spingendo l'azione di governo verso le attività rese dall'esterno verso l'interno, contribuendo a indebolire l'identità e la struttura dell'impresa.

Un aspetto da non trascurare è ancorata alla forte contrazione del capitale umano impiegata come fonte di risparmio per fare brillare i bilanci. Il management nobilita la sua presenza dimostrando con i numeri le sue capacità imprenditoriali a vantaggio di tagli, che se non attuati nel lungo periodo, avrebbero introdotto distorsioni nel sistema delle relazioni sociali e produttive in seno all'impresa. La posta elettronica ha iniziato ad assumere un ruolo chiave nella corrispondenza digitale soprattutto nell'uso del tasto "inoltra" per trasferire a valle il livello della responsabilità.

«L'acqua scende sempre a valle e non risale mail la corrente del fiume, ma la segue».

La strategia sempre più consolidata di ridurre i costi aziendali a sfavore dei lavoratori e di incrementare la tecnologia per produrre volumi di produzione, ha reso ancora più evidente la necessità di ripristinare tutte le funzioni aziendali e rivedere imprese che hanno ricomposto al proprio interno tutte le funzioni aziendali, (chi conduce le caldaie per il riscaldamento, chi interviene sull'impiantistica elettrica – meccanica e idraulica, chi produce i pasti e tanti altri settori) per costruire una nuova identità aziendale che incontri ancora il favore delle persone nel renderle partecipi di un nuovo disegno comunitario, dove emerge ed è forte il senso di appartenenza.

L'outsourcing (portare tutto o in gran parte all'esterno) ha dimostrato di possedere elevati elementi di debolezza, (fallimento?) che dovrebbero fare riflettere per riportare le imprese a riviere l'era di un nuovo backsourcing, (portare tutto o in gran parte all'interno). Un new deal – nuovo corso – che agendo sul piano di una attenta riflessione e di intervento sulle strutture organizzative esistenti, sia in grado di dare impulso ad una nuova era per risollevare la cultura del benessere e dell'appartenenza sociale e il presupposto essenziale per entrare di diritto nell'Economia 5.0, l'era della Conoscenza Condivisa, dove la persona è al centro dell'ecosistema organizzativo.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli
Foto: Paolo Rebecchi, tratta dal libro Finestre di casa nostra. Immagini e racconti di un anno diverso. Uno sguardo oltre le cose. Edizione illustrata a cura di Paolo Rebecchi e Guido Zaccarelli. Editore: Itaca (Castel Bolognese)

 

GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 16 Settembre 2018 06:32

Dal bisogno al desiderio di essere

Bisogno e desiderio accompagnano l'uomo sin dalle sue origini: la fame sosteneva il bisogno di procacciare il cibo per vivere e il desiderio era orientato a scoprire il mistero dell'Essere.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 15 settembre 2018 - Il bisogno è una mancanza, il desiderio è di condurre la propria anima a vedere oltre le stelle. 

In tanti hanno cercato di dare una definizione al bisogno la cui origine latina bisonium indica la presenza nell'uomo di una mancanza, una carenza, che deve essere soddisfatta per ripristinare l'equilibrio. Vivere in necessità, significa avere bisogno di qualcuno o di qualcosa, per dare sollievo al corpo e allo spirito: il bisogno di produrre, il bisogno di svolgere una attività, il bisogno di affetto, il bisogno sociale, il bisogno dell'etica e della morale, il bisogno naturale di curare l'anima e renderla felice.

Per dirla come Platone: «l'idea del bene sopra ogni altra cosa». Lo psicologo americano Abraham Maslow ha scelto la figura geometrica della piramide (molto rigida) per tracciare la strada gerarchica della motivazione, che procede dal basso verso l'alto, per ambire a descrivere i bisogni dell'uomo partendo dai livelli inferiori fino a raggiungere i livelli più alti, quelli superiori, identificati nell'ultimo con la trascendenza. Per Maslow «le persone sono uniche e i bisogni sono comuni». Lo psicologo americano Clayton Paul Alderfer propone invece una soluzione meno rigida rispetto a quella di Maslow e più disposta a vedere soluzioni dinamiche all'interno della gerarchia dei bisogni. Il suo modello riunisce i tre livelli centrali del modello di Maslow (sicurezza, appartenenza e stima) fornendo alla persona, in caso di bene-essere o male-essere, una via d'uscita. La filosofa ungherese Agnes Heller esprime una opinione innovativa, dove i bisogni sono il passaggio primo delle trasformazioni sociali. Essi non sono riconducibili alle stratificazioni sociali, ma piuttosto sono divisibili in due categorie: quelli alienanti e quelli radicali. I primi riguardano l'accumulo quantitativo di soldi e potere e non portano mai a una reale soddisfazione dell'uomo; i secondi invece sono di tipo qualitativo e riguardano l'amicizia, l'amore e l'introspezione.

È difficile ritrovare nel corpus di conoscenze e studi scientifici una definizione che trovi unanimi consensi proprio per la natura stessa del bisogno che lo riconduce a qualcosa di indefinibile.

Qualsiasi sia la natura del bisogno, l'uomo deve assolutamente cercare in se stesso, o nell'ambiente di riferimento, la soluzione che consenta di raggiungere l'equilibrio, pena la presenza di un disagio le cui manifestazioni possono modificare lo stile di vita e il sistema delle relazioni familiari, sociali e professionali nel quale si trova.

Il desiderio deriva dal latino de-sidus, letteralmente in mancanza di stelle. Anche in questo caso, come nel bisogno, le interpretazioni sono differenti e propriamente consolidano l'idea di significati differenti che convergono, o divergono, in base alle motivazioni e ai sentimenti propri dell'uomo, in quanto essere e frutto di una esistenza superiore che proviene da oltre le stelle.

Il prefisso de-sidus viene sempre osservato in chiave negativa. Rare sono le prospettive che prendono in considerazione il prefisso de-(sidus) in termini positivi e renderlo partecipe di qualcosa che proviene da, dalle stelle.

Tipica è la situazione nel quale l'uomo viene invitato ad osservare le stelle, nella notte di San Lorenzo, ad esprimere un desiderio che trovi riscontro nella speranza che si possa realizzare. L'uomo osserva le stelle e in quel momento viene attratto dalla luce che lo porta a rimanere in sospensione tra l'esistere, (essere – uomo – terra) e la propria esistenza, (che trova origine oltre la volta celeste), liberando la mente dalla forma materiale della razionalità per farsi accompagnare dal desiderio di raggiungere gli strati superiori della trascendenza. Il desiderio confina con la ricerca appassionata dell'oltre perché tutto ciò che desideriamo si possa realizzare, affidandoci alle stelle.

Il desiderio è un moto dell'anima che cerca di ridurre la distanza tra il desiderio dell'uomo e l'oggetto del desiderio.

Toccare le stelle con un dito, significa portare a sé qualcosa di inavvicinabile. L'auspicio è che tutto ciò che desideriamo un giorno si possa avverare, perché il desiderio diventa la strada maestra per raggiungere ciò che in quel momento è più caro all'uomo. Last but no least (l'ultimo ma non meno importante) è l'insieme dei bisogni e dei desideri che caratterizza la vita dell'uomo nelle sue manifestazioni quotidiane: la dimensione affettiva dei bisogni e dei desideri indispensabili per raggiungere insieme il benessere personale e offrire all'uomo l'opportunità di crearsi un mondo di stati situazionali denso di significati soggettivi, ma utili, per dare senso al suo bisogno di essere uomo e al desiderio di vivere la sua esistenza alla continua ricerca di una propria identità, che lo conduca a toccare ogni giorno le stelle con un dito.

Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli
Foto: Paolo Rebecchi, tratta dal libro Finestre di casa nostra. Immagini e racconti di un anno diverso. Uno sguardo oltre le cose. Edizione illustrata a cura di Paolo Rebecchi e Guido Zaccarelli. Editore: Itaca (Castel Bolognese)

 

 

GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
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Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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