Coldiretti: le organizzazioni di prodotto rispettino gli impegni presi
Produttori e industria ancora lontani dall'accordo sul prezzo del pomodoro per il 2019 mentre il tempo per la semina è ormai agli sgoccioli e la campagna rischia di non partire. L'allarme arriva da Coldiretti Emilia Romagna, costretta a constatare come i tempi per la formulazione del prezzo quadro siano stati disattesi.
È necessario – afferma Coldiretti regionale – che le OP diano seguito all'accordo tra loro sottoscritto e rivolto all'industria per arrivare a un prezzo finalmente remunerativo per le imprese, anche attraverso tabelle qualitative che valorizzino il prodotto. A rischio è un settore che in Emilia Romagna produce 2 milioni di tonnellate di prodotto su 4,6 milioni di tonnellate a livello nazionale.
Un esempio di soluzione virtuosa è l'accordo di filiera siglato pochi giorni fa in Coldiretti fra i produttori di pomodoro del Mezzogiorno e la Princes Industrie Alimentari, società britannica che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro. Princes e Coldiretti svilupperanno congiuntamente un'innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che per la prima volta in Italia verrà applicata a un prodotto trasformato industrialmente. La piattaforma garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera e il rispetto di tutti i requisiti previsti con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali. I coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto equo, basato sugli effettivi costi sostenuti per rispettare il disciplinare di produzione previsto.
"Da anni chiediamo la creazione di un distretto del pomodoro – afferma Coldiretti Emilia Romagna – ma nessuno ha mai voluto fare niente perché è più comodo lasciare l'attuale far west, dove ognuno cerca di strappare un vantaggio in più. Con il distretto invece tutti soggetti della filiera sarebbero impegnati a rispettare le regole, con l'ente pubblico nel ruolo di certificatore del rispetto delle norme nei vari passaggi lungo tutta la filiera, dalla produzione ai trasporti, dalla trasformazione alla grande distribuzione".
Editoriale: -Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. -Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Cereali e dintorni. Mercati in stallo. - Un Reggiano al vertice CGIL - Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima -
SOMMARIO Anno 18 - n° 04 27 gennaio 2019
1.1 editoriale
Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. Splendidi alleati (6)
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Grafici di Tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati protetti e in rialzo.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. GRAFICI di TENDENZA
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in stallo.
7.1 sindacato lavoratori Un Reggiano al vertice CGIL
7.2 bonifica Amministrazioni e Consorzio insieme per la lotta al dissesto idrogeologico
8.1 Vino e estro GIANLUCA – il vino, il suo estro, la sua anima clandestina
9.1 pomodoro Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima
9.2 destinazione turistica Emilia l'Emilia in un Touch Wall
10.1 bacini idrici - Enza Fabbisogni idrici nell'area dell'Enza.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Rancan e Rainieri (lega): "pomodoro da industria, aumentare il prezzo da riconoscere ai produttori o sara' crisi della filiera"
Interrogazione alla Giunta regionale dei consigliere Matteo Rancan e Fabio Rainieri: "Il governo Bonaccini cosa intende fare per il rilancio di questa importante filiera?"
"Si rischia una profonda crisi del settore del pomodoro da industria di cui l'Emilia-Romagna è la prima regione produttrice: è necessario prevedere un aumento significativo del prezzo da riconoscere ai produttori e che la trattativa in corso si concluda in tempi brevi per permettere una programmazione adeguata".
È questa l'opinione che hanno espresso i consiglieri regionali della Lega, Fabio Rainieri, vice presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, e Matteo Rancan in una interrogazione presentata alla Giunta regionale sui problemi connessi alla trattativa per il prezzo del pomodoro con riferimento alla campagna 2019
"Si parte da un'ultima stagione decisamente negativa che ha visto la riduzione sia delle aree coltivate, sia dei conferimenti alle industrie di trasformazione, addirittura inferiori alla domanda. Di questo passo si arriverà ad importare dall'estero ingenti quantità di materia prima qualitativamente molto inferiore e con danno per le stesse industrie di trasformazione, visto l'obbligo di indicazione di origine appena introdotto – hanno quindi proseguito i consiglieri regionali leghisti – Alcune associazioni di agricoltori lamentano come la determinazione dei prezzi sia troppo suscettibile di forti e autonomi deprezzamenti a seconda dell'andamento stagionale con la conseguenza che i produttori lavorano quasi sempre in perdita. Per questo bisognerebbe agire sui meccanismi di valutazione della qualità determinandoli in modo più semplice ed oggettivo e prevedendone la validazione e la garanzia di corretta applicazione da parte di un ente terzo. Ma creano anche problemi alcuni preaccordi locali che aprono a possibili forti ribassi. La Regione Emilia-Romagna, con il presidente Stefano Bonaccini e l'assessore all'agricoltura Simona Caselli, non può rimanere indifferente a questa situazione difficile e delicata. Gli abbiamo pertanto chiesto se e quali iniziative intende avviare per far raggiungere un riposizionamento significativo del prezzo alla produzione. Inoltre vorremmo sapere se nel riequilibrio e rilancio di questa filiera potrà avere un ruolo determinante l'Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria Nord Italia, ente riconosciuto sia dalla stessa Regione che dal Mipaaf".
Lavorate 2,4 milioni di tonnellate di materia prima, calo del 13% rispetto al contrattato.
Parma 8 ottobre 2018 - È alle battute finali la campagna del pomodoro da industria nel bacino del Nord Italia. Quasi tutti gli stabilimenti hanno ormai chiuso i battenti e solo in pochi casi sono in corso gli ultimi conferimenti di materia prima.
Il quadro generale che traccia l'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, organizzazione interprofessionale che raccoglie ed elabora i dati della filiera, è quello di una campagna contraddistinta dalla lavorazione di 2.444.775 tonnellate nell'area del Nord Italia, dove si produce circa la metà del pomodoro da industria nazionale, con un grado brix, la componente zuccherina del pomodoro, che si attesta a4,78.
I dati, aggiornati all'ultima rilevazione OI della fine della settimana scorsa, sono quasi definitivi e l'ufficio tecnico dell'OI Pomodoro da industria elaborerà il report finale nei prossimi giorni quando tutte le imprese avranno concluso la lavorazione e, quindi, la stagione 2018 si potrà ritenere del tutto terminata.
"La campagna – commenta il presidente dell'OI Tiberio Rabboni - si è conclusa con un calo della produzione in campo e del pomodoro consegnato alle imprese di trasformazione di circa il 13% rispetto a quando stabilito nel Contratto d'area sottoscritto da Op (Organizzazioni di produttori) e trasformatori, e poi nei singoli contratti aziendali, dove si proponeva una riduzione della produzione rispetto al 2017 per fluidificare il mercato e smaltire, dove necessario, le scorte di magazzino. Il calo rispetto al contrattato 2018 è stato determinato principalmente dai rovesci stagionali (grandinate), da maturazioni precoci provocate da andamenti climatici particolari e dai danni indotti dalla proliferazione in provincia di Piacenza del ragnetto rosso.
L'OI, per quanto di sua competenza, ha effettuato i controlli previsti dalle regole condivise tra i soci e, nei pochi casi di presunte irregolarità che finora sono stati segnalati, è prontamente intervenuta con le procedure di contestazione previste dal proprio regolamento e, in un caso, anche erogando una sanzione economica al firmatario di un contratto irregolare".
La ripartizione territoriale delle superfici nel Nord Italia
L'Emilia-Romagna si è confermata, anche nel 2018, la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.140 ettari, seguita da Lombardia (7.307), Piemonte (2.049) e Veneto (1.406). Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 9.962 ettari; Ferrara: 5.703; Parma: 4.293; Mantova: 3.775; Cremona: 2.073; Ravenna 2.019; Alessandria: 1.856; Reggio Emilia: 1004; Modena: 763, Verona 727 e Rovigo 564. Seguono altre province con valori più contenuti.
Pomì, il noto brand del Consorzio Casalasco del Pomodoro, torna in tv con la nuova campagna “…il lato Pomì della vita”, che reinterpreta lo storico pay off donandogli un nuovo significato adattato ai bisogni contemporanei. La pianificazione, è partita domenica 30 settembre e continuerà fino al 2 dicembre per 9 settimane consecutive, è un’esclusiva Rai (1, 2 e 3) e Rai Cinema.
Centinaia di spot, messi in onda con una durata di 30 e 15 secondi, copriranno per oltre il 50% la fascia del Prime Time raggiungendo oltre 400 milioni di contatti e avranno come protagonisti tre soggetti differenti: un gruppo di amici, una coppia e un papà con un bambino.
Scegliere il lato Pomì della vita significa volere per se stessi e per i propri cari il meglio, l’essenza della vita come l’affetto, l’amicizia ed il saper vivere bene. Oggi tutto questo incontra il desiderio di avere certezze, senza imprevisti, soprattutto a tavola.
Quando si tratta di scegliere una Polpa o una Passata di pomodoro, quindi, cerchi la garanzia di avere un prodotto di filiera, italiano al 100% controllato e certificato, a basso impatto ambientale senza accontentarti: o scegli Pomì…o scegli Pomì. Questo il concept, ideato dall’agenzia creativa Bam di Bassanetti, Alesani e Mauri (Milano e Parma) e prodotto dalla casa di produzione Withstand film di Milano, per raccontare in modo fresco, dinamico e simpatico l’iconico marchio di pomodoro. Advisoring e pianificazione media a cura di Personalmedia (Torino).
Pomì è un marchio del Consorzio Casalasco del Pomodoro, filiera italiana nella coltivazione e trasformazione di derivati del pomodoro che oggi conta 370 aziende agricole associate che coltivano 7.000 ettari di terreno dislocati nella pianura Padana tra le province di Cremona, Parma, Piacenza e Mantova. Casalasco con i suoi tre stabilimenti distribuisce i suoi prodotti in oltre 60 Paesi al mondo.
Lavorate 1,4 milioni di tonnellate di pomodoro. Visita alle imprese associate con l'assessore regionale dell'Emilia-Romagna Simona Caselli: tappe alla Menù di Medolla (Modena), rinata dopo il terremoto e all'Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli (Ferrara), dotata di nuovo impianto
È di 1,4 milioni di tonnellate il quantitativo di pomodoro da industria lavorato sino ad oggi nella filiera del Nord Italia. Il dato di metà campagna è stato reso noto dall'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia in occasione dell'annuale visita alla filiera da parte dell'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna Simona Caselli che quest'anno ha riguardato le realtà produttive di Menù di Medolla (Modena), azienda completamente ricostruita dopo i terremoti del 2012 grazie alla esemplare determinazione della famiglia di Rodolfo Barbieri, e di Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli di Cento (Ferrara), guidata dal presidente Cristiano Cavicchi, che ha inaugurato un innovativo impianto evaporatore, in grado di contenere i consumi energetici ed il cui costo è stato finanziato, insieme ad altri interventi, al 40% con quasi 2 milioni di euro derivanti dal Psr dell'Emilia-Romagna. Gli incontri hanno coinvolto esponenti e tecnici della Regione, dell'associazione di imprese di trasformazione Anicav e delle Op Asipo, Apo Conerpo ed Apol.
Il commento del presidente Rabboni
"Ad oggi – spiega il presidente dell'Oi Tiberio Rabboni - è stato trasformato quasi il 50% dei quantitativi di pomodoro contrattati con picchi maggiori di raccolta nel Ferrarese, dove in alcune zone siamo già al 60%, e valori più contenuti nell'area tra Parma e Piacenza dove ci attestiamo al 45%. In generale, allo stato attuale, gli operatori della filiera stimano un possibile calo della produzione totale nell'ordine del 10% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. Buono il dato del brix, ossia il grado zuccherino del pomodoro, che si attesta attorno ad un valore di 4.9. La compagna di quest'anno, che ha avuto inizio intorno alle metà di luglio e proseguirà indicativamente sino a fine settembre, è stata sin qui caratterizzata da un andamento molto sostenuto delle consegne di materia prima in stabilimento tanto che, facendo un raffronto con le annate passate, siamo più avanti di una settimana nell'andamento dei conferimenti. Non sono mancate alcune difficoltà legate al maltempo (in primis grandinate) che ha colpito soprattutto la zona della Lombardia, del Veneto ed il Ferrarese. Dal punto di vista agronomico abbiamo dovuto affrontare alcune problematiche per la presenza del ragnetto rosso nel Piacentino, avversità che si sta manifestando in modo sempre più severo e preoccupante tanto che come Oi abbiamo proposto alla Regione Emilia Romagna di studiare insieme un approccio condiviso che coinvolga tutti gli attori del territorio: istituzioni, università, consorzi fitosanitari, consorzi agrari, rivenditori di agrofarmaci ed associazioni ed operatori agricoli anche di altri settori per mettere a punto una strategia innovativa di carattere intercolturale che consenta una difesa efficace. Per il futuro vorremmo giungere ad un marchio che certifichi la qualità, l'eticità e la sostenibilità ambientale della produzione di pomodoro italiano su scala europea".
Il commento dell'assessore Caselli
"L'interprofessione è uno strumento fondamentale – ha dichiarato l'assessore Caselli -. Il tema principale della filiera del pomodoro è la programmazione che non viene fatta dall'Oi, ma per la quale l'Oi può fornire un importante supporto visto che al suo interno dialogano tutti i soggetti della filiera. Tra il 2017 ed il 2018 si è lavorato molto bene per contrastare il rischio di diffusione della batteriosi Ralstonia Solanacearum dopo i casi emersi lo scorso anno: l'Oi fu essenziale, in attesa delle variazioni di bilancio, nell'anticipare i fondi che giungeranno dalla Regione. Attualmente – ha aggiunto l'assessore - stiamo investendo per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico ed elaborare nuovi strumenti di gestione dei rischi a cominciare da quelli legati proprio alle avversità climatiche, ma anche alle oscillazioni di prezzo. Il quadro internazionale ci presenta un calo generale delle produzioni di pomodoro da industria nel mondo che porterà ad una riduzione delle scorte di magazzino e, di conseguenza, a condizioni che potrebbero essere più favorevoli in termini di prezzo per gli agricoltori in vista della campagna 2019". Infine sul ruolo dell'OI Pomodoro l'assessore ha aggiunto: "Avrà una funzione importante nell'ambito del bando sull'innovazione delle filiere e sulla tematica dell'acqua per individuare le opere prioritarie per il settore".
FOTO:
001 Visita allo stabilimento Menù di Medolla (Modena).
002 Visita allo stabilimento Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli di Cento (Ferrara).
003 Lavorazione pomodoro.
004 Analisi.
(Parma 26 agosto 2018)
Lavorate 1,4 milioni di tonnellate di pomodoro. Visita alle imprese associate con l'assessore regionale dell'Emilia-Romagna Simona Caselli: tappe alla Menù di Medolla (Modena), rinata dopo il terremoto e all'Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli (Ferrara), dotata di nuovo impianto
È di 1,4 milioni di tonnellate il quantitativo di pomodoro da industria lavorato sino ad oggi nella filiera del Nord Italia. Il dato di metà campagna è stato reso noto dall'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia in occasione dell'annuale visita alla filiera da parte dell'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia-Romagna Simona Caselli che quest'anno ha riguardato le realtà produttive di Menù di Medolla (Modena), azienda completamente ricostruita dopo i terremoti del 2012 grazie alla esemplare determinazione della famiglia di Rodolfo Barbieri, e di Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli di Cento (Ferrara), guidata dal presidente Cristiano Cavicchi, che ha inaugurato un innovativo impianto evaporatore, in grado di contenere i consumi energetici ed il cui costo è stato finanziato, insieme ad altri interventi, al 40% con quasi 2 milioni di euro derivanti dal Psr dell'Emilia-Romagna. Gli incontri hanno coinvolto esponenti e tecnici della Regione, dell'associazione di imprese di trasformazione Anicav e delle Op Asipo, Apo Conerpo ed Apol.
Il commento del presidente Rabboni
"Ad oggi – spiega il presidente dell'Oi Tiberio Rabboni - è stato trasformato quasi il 50% dei quantitativi di pomodoro contrattati con picchi maggiori di raccolta nel Ferrarese, dove in alcune zone siamo già al 60%, e valori più contenuti nell'area tra Parma e Piacenza dove ci attestiamo al 45%. In generale, allo stato attuale, gli operatori della filiera stimano un possibile calo della produzione totale nell'ordine del 10% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna. Buono il dato del brix, ossia il grado zuccherino del pomodoro, che si attesta attorno ad un valore di 4.9. La compagna di quest'anno, che ha avuto inizio intorno alle metà di luglio e proseguirà indicativamente sino a fine settembre, è stata sin qui caratterizzata da un andamento molto sostenuto delle consegne di materia prima in stabilimento tanto che, facendo un raffronto con le annate passate, siamo più avanti di una settimana nell'andamento dei conferimenti. Non sono mancate alcune difficoltà legate al maltempo (in primis grandinate) che ha colpito soprattutto la zona della Lombardia, del Veneto ed il Ferrarese. Dal punto di vista agronomico abbiamo dovuto affrontare alcune problematiche per la presenza del ragnetto rosso nel Piacentino, avversità che si sta manifestando in modo sempre più severo e preoccupante tanto che come Oi abbiamo proposto alla Regione Emilia Romagna di studiare insieme un approccio condiviso che coinvolga tutti gli attori del territorio: istituzioni, università, consorzi fitosanitari, consorzi agrari, rivenditori di agrofarmaci ed associazioni ed operatori agricoli anche di altri settori per mettere a punto una strategia innovativa di carattere intercolturale che consenta una difesa efficace. Per il futuro vorremmo giungere ad un marchio che certifichi la qualità, l'eticità e la sostenibilità ambientale della produzione di pomodoro italiano su scala europea".
Il commento dell'assessore Caselli
"L'interprofessione è uno strumento fondamentale – ha dichiarato l'assessore Caselli -. Il tema principale della filiera del pomodoro è la programmazione che non viene fatta dall'Oi, ma per la quale l'Oi può fornire un importante supporto visto che al suo interno dialogano tutti i soggetti della filiera. Tra il 2017 ed il 2018 si è lavorato molto bene per contrastare il rischio di diffusione della batteriosi Ralstonia Solanacearum dopo i casi emersi lo scorso anno: l'Oi fu essenziale, in attesa delle variazioni di bilancio, nell'anticipare i fondi che giungeranno dalla Regione. Attualmente – ha aggiunto l'assessore - stiamo investendo per affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico ed elaborare nuovi strumenti di gestione dei rischi a cominciare da quelli legati proprio alle avversità climatiche, ma anche alle oscillazioni di prezzo. Il quadro internazionale ci presenta un calo generale delle produzioni di pomodoro da industria nel mondo che porterà ad una riduzione delle scorte di magazzino e, di conseguenza, a condizioni che potrebbero essere più favorevoli in termini di prezzo per gli agricoltori in vista della campagna 2019". Infine sul ruolo dell'OI Pomodoro l'assessore ha aggiunto: "Avrà una funzione importante nell'ambito del bando sull'innovazione delle filiere e sulla tematica dell'acqua per individuare le opere prioritarie per il settore".
FOTO:
001 Visita allo stabilimento Menù di Medolla (Modena).
002 Visita allo stabilimento Opoe-Gruppo Cavicchi di XII Morelli di Cento (Ferrara).
003 Lavorazione pomodoro.
004 Analisi.
(Parma 26 agosto 2018)
Editoriale: - Morire per l'oro rosso... e non solo - Torna a crescere il latte spot. - Emilia-Romagna - 6,5 milioni a disposizione dei produttori di vino. - Uova fresche, allerta del ministero della salute -Mutti: position paper - Sostenere condizioni di lavoro eque - In forte crescita il mercato dl turismo digitale - Cereali e dintorni. Le previsioni in attesa dei dati USDA -
SOMMARIO Anno 17 - n° 32 12 agosto 2018
1.1 editoriale
Morire per l'oro rosso... e non solo
2.1 lattiero caseario Torna a crescere il latte spot.
3.1 vino emilia romagna Emilia-Romagna - 6,5 milioni a disposizione dei produttori di vino.
4.1 bacino del po Bacino del Po: monitoraggio idrico generale del territorio
4.2 turismo In forte crescita il mercato dl turismo digitale
5.1 ambiente Sversamento di liquidi nel Milanino a Coltaro. La condanna del consorzio di bonifica
5.2 allerta alimentare Uova fresche, allerta del ministero della salute
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. E' il momento del grano.
7.1 pomodoro e raccolta Mutti: position paper - Sostenere condizioni di lavoro eque
7.2 economia reggiana PLV agricola: +13,9%. A Reggio Emilia il primato regionale.
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Le previsioni in attesa dei dati USDA
9.1 eventi piacenza Carabinieri Forestali: sequestri, perquisizioni e denunce per maltrattamento animali.
10.1promozioni "vino" e partners
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Tutti sanno, vedono e nessuno interviene. La piaga del caporalato è sotto la luce del sole al sud e mimetizzata dai “colletti bianchi” al nord.
di Lamberto Colla Parma 12 agosto 2018 -
Chiunque abbia avuto occasione di percorrere nei mesi estivi la litoranea pugliese non può non aver intercettato i raccoglitori di pomodoro che, chinati a terra, sradicano e gettano nei cassoni il pregiato prodotto estivo. Percorrendo le strade più interne invece capita di intravedere le baraccopoli, anch’esse alla luce del sole.
Quello che sorprende, scusate il gioco di parole, è la sorpresa delle istituzioni e dei politici ogni qualvolta che, a seguito di un incidente sul lavoro o nel percorso per andare o tornare dai punti di raccolta, ci scappa il morto.
Sorpresa da un lato e pronta soluzione, peraltro mai messa in atto, dall’altra. L’ex Ministro dell’agricoltura Martina fa la voce grossa oggi come la fece da capo del dicastero quando nella torrida estate del 2015 le morti sul lavoro furono quasi venti e non tutti di coloro. C’era anche “una 39enne, deceduta il 21 agosto con disturbi cardiaci e con estrema necessità di lavorare”. Tanto estrema che le facevano comodo i 27 euro al giorno che si portava a casa e con i quali sosteneva la famiglia.
Una “bianca” che, come quelli di “colore”, invece di rubare mette in gioco la propria salute e accettano qualsiasi condizione lavorativa.
Sorprende la sorpresa posto che, solo un anno fa, fece scalpore l’inchiesta giornalistica di The Guardian, che partendo dalle indagini della Procura pugliese, aveva puntato il dito contro le industrie di trasformazione del nord e messo in cattiva luce i loro prestigiosi marchi.
Ma se è facile osservare la tratta dei lavoratori i “nero” al sud, meno semplice è intercettare la sua evoluzione moderna; il “caporalato 2.0” così ben diffuso al nord e applicato in diverse varianti.
Prendiamo ad esempio Ferrara, la provincia italiana più agricola. Solo dalla morte di un tassista, che trasportava altri 12 ragazzi di colore, anch’essi morti nel tamponamento, si è giunti a intercettare una organizzazione dedita al caporalato, come riportato dalla Nuova Ferrara lo scorso mese di aprile.
Poi ci sarebbe da aprire il capitolo sulle cooperative di lavoro che operano presso i grandi centri commerciali e della distribuzione organizzata o nei salumifici dove, ogni anno, vengono rifatti i contratti di appalto e le carriere lavorative riprendono da zero, nonostante i medesimi operai siano in forza in quella impresa da decenni (Castelfrigo, Cantiere Sassi ecc...).
E che dire della polemica tra CGIL, quella che ha portato i lavoratori in nero foggiani a fare sciopero e protestare in piazza, e i Consulenti del Lavoro accusati di gestire nuovo caporalato, «una filiera di consulenti del lavoro in giacca e cravatta che gestisce ingegneristicamente le responsabilità delle imprese che si affidano ad una catena di appalti e subappalti apparentemente regolare». Così infatti si esprimeva il segretario generale della Flai-Cgil, Umberto Franciosi, in occasione della marcia della solidarietà indetta per i 16 braccianti deceduti nei due scontri stradali avvenuti nella provincia di Foggia
Non è quindi la Raccolta Meccanica a risolvere il problema del caporalato, perché non è esclusiva del settore del pomodoro e tantomeno del Sud, come alcuni tenterebbero, di fare credere.
Invece tutto viene strumentalizzato. Un gran polverone per lasciare tutto come prima e scaricare le responsabilità. Promettere l’assunzione inutile di nuovi ispettori, che alla fine, per paura, non andranno a ispezionare le imprese del sud o saranno così sfortunati da non incappare quasi mai in momenti di piena attività illegale. Non nascondiamoci dietro un filo d’erba, i meticolosi e giusti, controlli che vengono operati nelle campagne del nord sono impensabili a quelle latitudini.
All fine, quindi, è un problema di lavoro, che non c’è, e quando c’è è sottopagato. Ma non si pensi che il problema sia limitato agli imprenditori, alcuni sicuramente sfrutteranno l’occasione, ma moltissimi altri tentano di far sopravvivere le aziende in attesa del ritorno al futuro, e il loro stesso lavoro è spesso remunerato meno dei loro operai sottopagati.
Per risolvere il problema del caporalato, in tutte le sue declinazioni, occorre risolvere il problema dell’economia ridando energia alle MPMI e agli artigiani che sono sempre stati e dovranno tornare ad esserlo, la spina dorsale dell’economia nazionale.
(per restare sempre informati sugli editoriali)
http://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/10820-morire-di-fatica-per-27-euro-al-giorno.html
Mutti: position paper - Sostenere condizioni di lavoro eque nell'industria italiana del pomodoro.
È iniziata da qualche giorno la campagna di trasformazione del pomodoro 2018, un momento decisivo per Mutti, che da oltre cent'anni produce pomodoro di qualità.
Vogliamo cogliere quindi questa occasione per inviarle in allegato il position paper Mutti "Sostenere condizioni di lavoro eque nell'industria italiana del pomodoro - Il nostro impegno e un invito all'azione.", realizzato dall'Azienda con l'obiettivo di condividere l'approccio e le iniziative intraprese, per garantire che le sue attività siano condotte con la massima responsabilità e nel pieno rispetto dei diritti umani e dei lavoratori.
Con questo documento Mutti lancia anche un invito all'azione rivolto a tutti gli attori della filiera, per aprire un dialogo progettuale, consapevole che nelle sfide complesse la collaborazione è cruciale.
(allegato il documento: Mutti )