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Documento congiunto segreterie regionali 12/20 SR del 12.06.2020. Estensione stato di agitazione e astensione dalla Mensa Ordinaria di Servizio.

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di Matteo Impagnatiello Parma 11 giugno 2020 - Se il mondo della Giustizia è destabilizzato al suo interno dallo scandalo delle toghe, presentando al Paese un quadro sconcertante che ha minato l’autorevolezza della magistratura, continuano a giungerci cattive notizie anche dalle nostre patrie galere.

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Martedì, 10 Marzo 2020 10:46

9 Marzo 2020, una data nefasta da ricordare.

Dopo le Torri Gemelle, dopo la crisi Lehman Brothers e dopo il referendum Brexit ecco la nuova nefasta data da ricordare: 9 marzo 2020 ovvero crisi da Coronavirus.

Di LGC Parma 10 marzo 2020 - La Borsa ormai funge da termometro della situazione socio economica di un Paese e con il 12% di crollo registrato ieri, il 9 marzo 2020 entra di diritto nel novero delle date nefaste di questo millennio. L'11 settembre 2001 la borsa crollò del 7,47% mentre il 6 ottobre 2008, all'indomani del crack della Lehman Brothers, l'indice statunitense scese del 8,24% , Il 24 giugno 2016 a seguito del referendum a favore della Brexit, la borsa invece crollò del 12,46%.

E' invece storia di ieri il crollo del 12% della borsa milanese a seguito del "Coronavirus". Dall'Australia all'Europa il domino delle borse renderà indelebile la data del 9 marzo 2020.

In Italia al crollo della borsa del 9 marzo 2020 vanno anche attribuiti altri episodi nefasti; dai 7 morti registrati al carcere di Modena, risultato delle 27 insurrezioni in altrettanti carceri del Paese, alla diffusione della notizia ben poco rassicurante dei 20.000 marines americani sbarcati in Europa, tra Olanda, Belgio, Lettonia e Estonia per l'Operazione (esercitazione?) "Defender Europe 20" e infine a sera tarda, il premier Giuseppe Conte che, a reti unificate, annuncia l'allargamento della zona arancione (ex rossa) a tutta la penisola, a seguito di una escalation rapidissima del contagio che ha visto oltre 1.000 nuovi infettato e circa un centinaio di nuovi decessi nelle 24 ore precedenti, portando l'Italia a secondo posto della speciale classifica da Coronavirus, preceduta dalla sola Cina.

Alle 18,00 del 9 marzo la situazione nazionale registrava 9172 i casi totali, delle quali positive sono 7985, 463 deceduti e 724 guariti.

Non c'è che dire, il 2020 è iniziato rimarcando la leggenda che vorrebbe gli anni bisesti funesti. Avanti a noi ci sarebbero ancora 9 mesi per smentire le tradizioni.

(PH. Francesca Bocchia)

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Coronavirus, rivolta nei carceri: Bertoglio (AVRI) serve un intervento immediato e non indulti e amnistie come chiesto dai Radicali

L’intervento di Angelo Bertoglio, Presidente dell’Associazione Vittime Riunite d’Italia: “Mi auguro che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, possa intervenire velocemente in questa ennesima assurda vicenda, che si sta creando nelle carceri Italiane con atti di violenza e ribellione al sistema carcerario. Va immediatamente data una tutela per l’incolumità degli agenti di Polizia Penitenziaria che già normalmente lavorano in situazione di grande disagio a causa di un sistema carcerario vecchio e ormai al collasso.

La rivolta nelle carceri, nasce da una protesta dei detenuti che rivendicano garanzie sanitarie per la paura dei contagi del Coronavirus.
I Ministeri della Giustizia e della Salute, spero che possano predisporre una serie di immediate misure specifiche di prevenzione del rischio di diffusione del coronavirus e che possa garantire la salute degli operatori carcerari e degli stessi detenuti.

La sospensione dei colloqui tra i detenuti e i parenti è una restrizione per i contagi e non provvedimento disciplinare.
Proprio nei giorni scorsi, il Partito radicale per voce di Rita Bernardini, chiedeva al governo, per paura dei contagi nelle carceri e con il numero di sovraffollamento carcerario, chiedeva un indulto/amnistia oppure con pene alternative e domiciliari per circa 8mila detenuti che devono scontare meno di 12 mesi di pena e per altri 8mila circa che devono scontare pene tra i 12 e i 24 per un totale di circa 16mila detenuti.

Le rivolte che stanno accadendo nelle carceri con il comportamento violento dei carcerati, sono la chiara ed evidente dimostrazione che le pene vanno scontare dietro le sbarre, senza dare ulteriori aiuti può o meno nascosti”.

 

 

Tutto questo era ampiamente prevedibile. Le carceri sono in fermento da mesi e nessuno ha fatto nulla per affrontare una situazione che era palesemente incandescente e pronta ad esplodere al minimo pretesto.

Bologna 9 marzo 2020 - La vigilanza dinamica, così come attuata in Italia, si è rivelata un fallimento senza precedenti, avendo comportato unicamente un drastico abbattimento dei livelli di sicurezza e non avendo neppure favorito l'incentivazione di adeguati percorsi rieducativi.

Il SiNAPPe chiede, da mesi, una netta inversione di rotta, consistente nell'adeguamento dell'organico di Polizia Penitenziaria che consenta di ripristinare tutti i posti di servizio accorpati per la grave carenza di uomini patita da tutti gli Istituti di Pena del Distretto Emiliano Romagnolo, nella necessità di fornire il personale di adeguati strumenti per contenere le crescenti intemperanze dei detenuti (ad esempio il taser), di ripristinare un circuito alternativo per la detenzione di detenuti psichiatrici che sostituisca i vecchi OPG, chiusi in maniera frettolosa e inopportuna, di investire sulla formazione del personale, ecc..
Il Governo deve prendere coscienza che le pur apprezzabili riforme della prescrizione, del processo civile e presto, si spera, anche di quello penale, lo "spazzacorrotti", la legge sul whistleblowing, ecc., rischiano di essere vanificate se non si mette mano al problema dell'ingestibilità delle carceri, esploso in maniera fragorosa in questo fine settimana, come ampiamente previsto e denunciato, più e più volte, da questa Segreteria Regionale.

Il Carcere non può restare il tappeto sotto al quale la politica nasconde i propri fallimenti essendo, viceversa e da sempre, la cartina di tornasole dell'efficienza dell'azione governativa. Ed il personale che vi opera, a cui va il nostro plauso e la nostra vicinanza in un momento di tale e tanta difficolta, non può continuare ad essere la vittima sacrificale della disastrosa politica carceraria messa in atto da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi anni.

Il SiNAPPe continuerà a denunciare l’inefficienza del Governo e dell’Amministrazione, in maniera sempre più forte, affinché le ataviche problematiche sofferte dal sistema penitenziario siano, senza più alcun indugio, affrontate e avviate a soluzione.

F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti

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Roma, 20 FEB. – “Il Governo ha completamento abbandonato il personale della polizia penitenziaria che oggi giustamente ha proclamato, tramite la propria rappresentanza sindacale, lo stato di agitazione. Agli agenti di polizia penitenziaria esprimiamo il nostro convinto sostegno”.

Lo afferma Benedetta Fiorini, deputata emiliana di Forza Italia.

“Ci sono carceri italiane, come ad esempio gli Istituti penali di Reggio Emilia, - aggiunge Fiorini - dove il sovraffollamento dei detenuti è arrivato al 144%. Se a questo dato di fatto se ne aggiunge un altro, ovvero la carenza di organico, risulta evidente che la polizia penitenziaria è costretta ad operare in condizioni particolarmente difficili ed anche di grave pericolo per la propria incolumità. Bisogna dotare questi agenti di un equipaggiamento più adeguato e di strumenti di difesa più efficaci come ad esempio il taser ma evidentemente – conclude Fiorini – il Governo non è interessato a tutelare questi lavoratori che operano nell’interesse della collettività”.

 

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Le cronache stanno registrando una sensazione di difficoltà, per non dire di reale emergenza, all'interno delle carceri emiliano romagnole, a partire da quello di Parma, dove, nella giornata del 14 febbraio le tre organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento per portare a evidenza il disagio della Polizia penitenziaria. Le richieste in sintesi: Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici, adozione dei Taser, addestramento specifico per la gestione di casi critici, implementazione di personale e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto.

Di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2020 - Era stato annunciato già da qualche giorno il sit-in delle 3 organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, davanti ai cancelli del Carcere di Parma dove molti e gravi episodi di aggressione si sono verificati ai danni dei poliziotti che hanno dovuto persino ricorrere alle cure mediche e al ricovero in pronto soccorso.

"Stiamo chiedendo, interviene Gianluca Giliberti segretario del sindacato Sinappe, soluzioni soprattutto al problema dei problemi, ovvero le aggressioni agli operatori di polizia penitenziaria. Queste aggressioni nell'ultimo periodo sono aumentate in modo esponenziale anche a causa della chiusura, a nostro avviso frettolosa, degli OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario - ndr) dove i detenuti psichiatrici venivano gestiti e curati in maniera professionale e in modo da non offendere il personale carcerario e anche sanitario. Tra le varie soluzioni avanziamo l'ipotesi del TASER (chiamata anche "pistola elettrica" - ndr) per rendere inoffensivi i detenuti nel loro momento di maggiore aggressività, ma siamo comunque aperti a valutare anche altre soluzioni. In più chiediamo una formazione da offrire al personale, alla stregua di quello che avviene alle altre forze di polizia, in grado di gestire eventuali eventi critici. Rispetto poi alla gestione di questi detenuti facinorosi stiamo chiedendo anche che vengano create delle strutture sull'esempio degli OPG , visto il fallimento delle REMS, che a nostro avviso non sono la soluzione del problema, anche perché i detenuti che restano nelle carceri, spesso vengono classificati come soggetti con "problemi comportamentali" e non sempre come detenuti che abbiano bisogno di cure psichiatriche particolari. Sarebbe quindi necessario creare un percorso detentivo dedicato a questa tipologia di detenuti. Altro grosso problema riguarda l'apertura del nuovo padiglione. Serve certamente una implementazione di personale, considerato che già oggi si fanno già diversi turni da otto ore e non riusciamo perciò a garantire il rispetto delle ore settimanali, i riposi, i congedi e quant'altro. Il nostro grido d'allarme è rivolto all'amministrazione centrale e regionale affinché dia una risposta ai problemi del carcere di Parma. Dimenticavo una cosa molto importante e riguarda il servizio delle traduzioni e dei piantonamenti. Abbiamo personale dimezzato rispetto a quello che sarebbe la pianta organica ottimale, con dei mezzi che superano i 300.000 km di percorrenza e che spesso si fermano per strada, generando gravi problemi di sicurezza per il personale."

Le richieste in sintesi:
- Ripristino degli OPG, ovviamente migliorati con adozione di uno specifico percorso detentivo per i detenuti psichiatrici;
- adozione dei Taser;
- addestramento specifico per la gestione di casi critici;
- implementazione di personale;
- e infine aggiornamento dei mezzi di trasporto, traduzione.

 

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Carcere di Parma, altri tre agenti ricoverati. Salvini: “è ancora colpa dello stesso detenuto, incredibile l’immobilismo di Bonafede”

“Aveva mandato otto agenti in ospedale due giorni fa, e oggi ne ha fatti ricoverare altri tre (poi aumentati a 4 nel pomeriggio - ndr). Succede nel carcere di Parma per colpa di un detenuto marocchino che per due volte ha cercato di incendiare la propria cella. Solidarietà a donne e uomini della Polizia Penitenziaria: è incredibile il silenzio e l’immobilismo del Guardasigilli Alfonso Bonafede”.

Lo dice Matteo Salvini, commentando la denuncia del Sinappe.

 

 

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Giovedì, 24 Ottobre 2019 11:28

Continui eventi critici al carcere di Reggio Emilia

Nel pomeriggio del 22/10/2019, presso gli II.PP. di Reggio Emilia, si sarebbe verificata una rissa tra più detenuti, uno dei quali risulterebbe essere il solito recluso con problemi psichiatrici che ha aggredito una serie impressionante di Poliziotti Penitenziari, anche di recente, che fortunatamente, dopo le nostre svariate segnalazioni e richieste, è stato, in data odierna (23/10/2019), trasferito ad altro carcere. 

Tornando alla rissa, ci è stato riferito che l’agente di sezione, una volta accortosi di quanto stava accadendo, avrebbe immediatamente azionato l'allarme, anche in considerazione del fatto che la rissa sarebbe continuata all’interno dell’infermeria di sezione ed avrebbe coinvolto anche il medico di reparto e la terapista della riabilitazione psichiatrica, aggrediti dai detenuti, nonché alla devastazione del locale infermeria, degli arredi, dei farmaci, degli estintori e di quant’altro ivi presente.
L’intervento di ulteriore personale di Polizia Penitenziaria avrebbe, quindi, evitato che l’episodio potesse avere conseguenze ancora più gravi per l’ordine e la sicurezza dell’Istituto, oltre che per l’incolumità dei detenuti coinvolti e degli operatori del comparto sanitario.


L’agente di reparto (10 giorni di prognosi per contusioni multiple) e la suddetta terapista sarebbero stati quindi costretti a recarsi al Pronto Soccorso del nosocomio cittadino, per le cure del caso.
La Dirigenza dell’Istituto ed il Provveditorato Regionale devono farsi carico delle problematiche sottese all’esponenziale aumento di tali eventi critici ed apportare, con urgenza, i dovuti correttivi al fine di ripristinare la serenità lavorativa, soprattutto all’interno delle sezioni detentive, affinché il personale in divisa sia messo in condizione di adempiere i propri compiti istituzionali in maniera sicura ed ineccepibile.


Sarebbe, inoltre, necessario fissare un incontro con i rappresentanti dei lavoratori al fine di riferire quali modifiche sarebbe utile apportare all’organizzazione del lavoro per evitare il ripetersi di tali episodi.
Riteniamo, infine, sia urgente disporre il trasferimento di tutti i detenuti responsabili dei fatti descritti, ai sensi della circolare GDAP 10/10/2018.0316870.U del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

F.to Il Segretario Regionale
Gianluca Giliberti

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Mercoledì, 11 Settembre 2019 07:50

Pomeriggio di fuoco agli Istituti Penali di Reggio Emilia

Continua l’escalation di violenza agli istituti penali di Reggio Emilia, ai danni degli operatori di Polizia Penitenziaria. Difatti, nel tardo pomeriggio di ieri, presso il reparto di articolazione mentale, uno dei ristretti dall’indole maggiormente aggressiva, già protagonista di ulteriori comportamenti che hanno messo e continuano a mettere a repentaglio la sicurezza e l’ordine dell’istituto reggiano come negli altri istituti della penisola ove è stato ristretto in passato, ha aggredito, per futili motivi ed in modo furibondo, tre agenti di Polizia Penitenziaria che sono successivamente dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio cittadino, vedendosi riconosciuta una prognosi di 7 gg ciascuno s.c.

Questa organizzazione sindacale chiede all’amministrazione di prendere dei “seri” provvedimenti che mettano in condizione il personale in divisa di contenere il comportamento aggressivo del ristretto, chiedendone l’immediato e non più rinviabile allontanamento. Chiediamo inoltre e soprattutto che vengano prese misure a tutela degli operatori che ogni giorno operano a stretto contatto con detenuti psichiatrici dall’indole aggressiva, affinchè episodi simili non abbiano più a verificarsi.
Contestualmente la scrivente O.S. esprime solidarietà nei confronti degli agenti coinvolti nell’aggressione augurando loro una pronta guarigione.

IL SEGRETARIO PROVINCIALE SiNAPPe

Giovanni MORANA

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