Dopo la prima pole position di Magnussen e della Haas, arriva il primo successo in carriera per Russell, e stagionale per Mercedes, che segna una doppietta. Terzo Sainz, davanti a Leclerc.
Si è spento ad 87 anni Mauro Forghieri, leggendario progettista di automobili da corsa, e non solo.
di Matteo Landi
Solo pochi giorni fa la Ferrari ha presentato il prototipo con cui tornerà, nel 2023, a competere nella top class dell'endurance, e quindi a Le Mans. Una creatura stupenda, disegnata dal vento, che tornando in pista riprenderà quella storia nella massima categoria per vetture a ruote coperte interrotta con l'ultima apparizione ufficiale della 312 PB datata 1973. Anno in cui il gioiello progettato da Mauro Forghieri vinse le 1000 km di Monza e del Nurburgring. Dopo il titolo mondiale conquistato dalla stessa vettura nella stagione precedente. Enzo Ferrari decise poi di concentrare le maggiori risorse sul campionato del mondo di F1, ed arrivarono nel 1975 e nel 1977 i titoli iridati cinti da Lauda, e poco dopo, nel 1979 quello di Scheckter, sempre con vetture progettate dall'ingegner Forghieri. Ha fatto in tempo a passare il testimone, a vedere la Rossa pronta alla nuova avventura nelle gare di durata. All'età di 87 anni oggi Mauro Forghieri se n'è andato.
Sul dizionario alla parola "Genio" dovrebbero corrispondere un nome ed un cognome, quelli del progettista classe 1935 che ha fatto grande la Ferrari, e con la quale è a sua volta entrato nella leggenda. Potremmo elencare i tanti successi conquistati dalle sue creature, ma non sarebbe abbastanza. Forghieri non era solo un grandissimo ingegnere, la mente a cui il Drake affidò la parte tecnico-sportiva della sua azienda, ma molto di più.
Nel 2017 è uscito il docu-film diretto da Andrea Marini chiamato "Ferrari 312B". Paolo Barilla, noto imprenditore italiano ed ex pilota di F1, categoria in cui ha corso con Minardi fra il 1989 ed il 1990, aveva un sogno, quello di gareggiare al Gran Premio Storico di Monaco guidando la vettura con cui Jacky Ickx, Clay Regazzoni e Mario Andretti conquistarono 5 gran premi fra il 1970 ed il 1971. La stupenda monoposto andava riportata al suo antico splendore, a rombare così come Forghieri l'aveva disegnata. Chi meglio dello stesso progettista per questo difficile ma commovente compito? Lo chiamavano Furia, per il suo temperamento, che traspare nell'arco degli 85 minuti di girato, unitamente alla sua grande umanità. Il più grande ingegnere meccanico della storia della F1, pronto a sporcarsi le mani ed a mettere anima e corpo in un'avventura struggente. Possiamo ricordarlo così Forghieri. Un Uomo trasportato da una passione in lui mai sopita, con la quale ha raggiunto risultati leggendari entrando nel cuore degli appassionati e di diritto nella Storia delle corse. Chino a parlare con un Niki Lauda pronto ad accendere il motore della sua Ferrari, o sorridente, in anziana età, a dialogare dei tempi che furono e di quelli che saranno. Sempre con quella passione che mai l'ha abbandonato. Addio Furia, e grazie di tutto.
Verstappen doma Hamilton e vince. Terzo è l'idolo di casa, Perez. Ferrari arranca ed è solamente quinta e sesta.
Una gara ricca di colpi di scena incorona Verstappen e Red Bull, nel weekend dell'addio del suo co-fondatore. Hamilton sfiora il successo. Leclerc è terzo, Sainz si ritira dopo una grande pole position
Verstappen vince il titolo, dominando su pista bagnata. Leclerc, penalizzato, è terzo. Ed adesso palla alla Federazione!
Perez vince la gara, nonostante una doppia infrazione non sanzionata adeguatamente. Ferrari seconda e terza dopo l'ennesima pole position. Leclerc si nega la vittoria con una partenza infelice.
Una gestione approssimativa della safety car priva Monza di un finale incandescente. Vince Verstappen, Leclerc è secondo dopo una fantastica pole position. Sainz è quarto grazie ad una rimonta strepitosa.
GP d'Olanda: Verstappen vince e si avvicina al secondo titolo. Ferrari spera, poi si arrende. Leclerc è terzo, Sainz sprofonda dopo un pit stop disastroso che imbarazza la Rossa
Verstappen rimonta e se ne va. Gara impressionante dell'Olandese, che si aggiudica un altro GP, mentre la Ferrari compie un terribile passo indietro. Sainz terzo ma staccato. Leclerc solo sesto.
Verstappen trionfa ed allunga nel mondiale. La Ferrari fa scelte insensate e distrugge la gara di Leclerc, solo sesto al traguardo. Sainz è quarto. Sorridono i piloti Mercedes, con Hamilton secondo davanti a Russell.
di Matteo Landi
Scuse. Alle fine di una gara disastrosa, a causa principalmente di terribili errori strategici che hanno spento le ambizioni di Leclerc e reso difficile la vita di Sainz, sono mancate ancora una volta loro, le scuse. Moderato, equilibrato, il team principal Binotto, nelle dichiarazioni. Nonostante una batosta non da poco, subìta proprio nella gara che avrebbe potuto, nelle previsioni dell'ingegnere di Losanna, segnare una sonante doppietta Rossa. Mattia non si tira mai indietro, ed è sempre pronto a metterci la faccia. Però mancano sempre loro, quelle scuse che dovrebbe rivolgere ai tifosi e soprattutto ai suoi piloti. La Ferrari ha affrontato oggi le condizioni peggiori per le caratteristiche della sua vettura. Venerdì la F1-75 volava, mentre con temperature più basse è assai vulnerabile. Nonostante questo Leclerc è riuscito, al 31esimo giro, ad infilare Russell, e portarsi in testa alla gara. Ma al secondo pit stop del monegasco il box Rosso ha deciso di montare sulla n°16 le gomme più dure. Gli pneumatici che persino Pirelli non credeva che le squadre avrebbero usato, tanto più in condizioni di asfalto freddo, e con una leggera pioggia che andava ad intensificarsi. La gara di Charles è naufragata in quel momento. Costretto pure ad un'ulteriore sosta, per montare le gomme più morbide, preso dalla disperazione. La Ferrari aveva l'opportunità di colpire, nel giorno in cui Verstappen scattava solamente decimo, a causa di problemi tecnici patiti dalla sua Red Bull in qualifica. Ma neache Sainz è riuscito a contenere la rimonta di Mad Max. Lo spagnolo, partito come Leclerc con pneumatici a mescola media, al contrario dei principali rivali, non ha dovuto compiere alcun giro con gomme dure, ma non è riuscito comunque a brillare. Nel complesso è parso comunque distante dalle prestazioni di Leclerc (nonostante la grande prima fila in griglia conquistata), fino a quando il monegasco ha potuto rendere al meglio. Quarto Sainz, sesto Leclerc, sul podio hanno festeggiato Verstappen, Hamilton e Russell. E mentre in Red Bull festeggiano la grande rimonta del campione del mondo in carica, ed in Mercedes gioiscono per una ritrovata competitività, in Ferrari si leccano le ferite. Ed adesso in classifica costruttori la squadra della Stella a Tre Punte soffia sul collo del Cavallino Rampante. Nonostante il team di Maranello abbia potuto disporre per la maggior parte del campionato della migliore vettura. Ed illuso che questo potesse bastare per sognare il titolo.
Verstappen: un uomo solo al comando
Ancora vincente. Sempre più al comando. Verstappen ha trionfato anche oggi. Il Max sconsolato di Melbourne, abbattuto dal secondo arresto a vuoto subìto nelle prime tre gare, è un lontano ricordo. Ottanta punti adesso lo separano dal secondo in classifica. I tifosi orange sono pronti a godersi una lunga cavalcata finale, all'interno di un campionato dominato nonostante non abbia spesso disposto della migliore monoposto. Ed oggi Max ha pure sbagliato, quando è malamente finito in testacoda subito dopo aver superato Leclerc. L'olandese ha però mantenuto il sangue freddo ed ha immediatamente infilato nuovamente il pilota Ferrari, in crisi con la mancanza di aderenza generata dagli pneumatici duri. A Verstappen tutto gira bene, anche quando sembra nella giornata più difficile. E questo grazie alle capacità sue, ed agli errori compiuti dal box Ferrari.
Mercedes seconda e terza
Rinata. Non sanno esattamente perché, ma in alcune circostanze la Mercedes si trasforma da ranocchio a principe. Sabato Russell ha segnato un'incredibile pole position, la prima della sua carriera, asfaltando il compagno Hamilton. Il sette volte iridato si è rifatto oggi, nel giorno in cui si assegnano i punti, superando nel finale il team mate. Seconda e terza, Toto Wolff, considerando le difficoltà fin qui incontrate quest'anno, ha festeggiato il doppio podio con la stessa enfasi con cui negli scorsi anni salutava una vittoria. La "lunga" pausa estiva, il mondiale tornerà l'ultimo weekend di agosto in Belgio sulla stupenda pista di Spa, arriva nel momento più sereno per Red Bull e Mercedes, ed in quello più tormentato per la Ferrari, messa di fronte all'impossibilità di chiarirsi i tanti dubbi, a causa dello stop obbligatorio delle attività aziendali.
Grazie di tutto Seb
La stupenda vittoria di Mansell ottenuta nel 1989 dopo una rimonta da antologia, il trionfo di Schumacher del 1998, arrivato con una strategia applicabile solo dal Campione tedesco, sono solo due delle tante soddisfazioni che sull'Hungaroring la Ferrari si è tolta. L'ultimo successo del Cavallino avvenne nel 2017, grazie a Vettel. Un pilota che tanto ha dato alla Scuderia italiana, seppur non riuscendo a cogliere con essa quel titolo iridato che ha artigliato ben 4 volte con Red Bull. Oggi il campione tedesco ha corso per l'ultima volta con una F1 sul tracciato ungherese, terminando decimo ed a punti nonostante un'Aston Martin recalcitrante. Pochi giorni fa ha infatti annunciato il ritiro dal Circus, che avverrà al termine di questa stagione. La gioia sua e del box Toro Rosso dopo la prima vittoria a Monza 2008, i trionfi in serie ottenuti su Red Bull, il suo salto sul podio, a replicare quanto faceva il suo idolo Michael Schumacher, vestito di Rosso. Ci mancherai. Così come sentiremo le mancanze di quell'Uomo capace di alzare la voce contro le ingiustizie, pronto a prendere una chiara posizione, a differenza di tanti più timidi colleghi. Ti attendono le ultime nove gare della tua gloriosa carriera, e noi sogniamo un tuo ultimo lampo. Intanto, grazie di tutto Seb!