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Ultimo, importante appuntamento dell'anno per "Noicontrolemafie", il Festival della legalità promosso per l'ottavo anno dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con i Comuni.

Giovedì 29 novembre all'hotel Mercure-Astoria (dalle 11 alle 13) lo stesso direttore scientifico del Festival, il saggista e storico dei fenomeni criminali Antonio Nicaso, e il procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, incontreranno infatti gli studenti sul tema "Bambini, donne & falsi miti della mafia".

Con loro anche Alessandra Clemente, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Napoli (e presidente della Fondazione Silvia Ruotolo, sua madre, vittima innocente della camorra) ed il giornalista Bruno Palermo.

Ad aprire la giornata - che sarà caratterizzata anche dalle domande che gli studenti di quattro scuole (Canossa, Chierici, Galvani e Zanelli) rivolgeranno in particolare a Gratteri - sarà il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni: "Come lo svolgimento e la sentenza del processo Aemilia, e la successiva vicenda di Pieve, hanno dimostrato, è necessario tenere ben nutriti quegli anticorpi che stiamo ogni giorno cercando di far maturare sempre più per contrastare ogni tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata – dichiara – Per mantenere ben saldi i principi di onesto lavoro, legalità e civile convivenza su cui si fondano le nostre comunità, servono impegno e scelte quotidiane consapevoli da parte di tutti, istituzioni e cittadini insieme, ed è fondamentale coinvolgere i giovani, come Provincia e Comuni stanno facendo dal 2011 attraverso il Festival della legalità che ha interessato circa 40.000 studenti".

Antonio Nicaso, che è docente della Queen's University e della St. Jerome's University in Canada, è in questi giorni in Italia anche per presentare l'ultimo libro scritto insieme a Nicola Gratteri, "Storia segreta della 'ndrangheta – Una lunga e oscura vicenda di sangue e potere (1860-2018)".

Giovedì sera i due autori saranno al centro Kaleidos di Poviglio (ore 21) insieme al sindaco Giammaria Manghi proprio per presentare quello che "è insieme un grido d'allarme e una dichiarazione di guerra che intende farci capire quanto sia necessario combattere con ogni mezzo questo mostruoso animale giurassico - che non si estingue, perché sono ancora in tanti a proteggerlo, a tutelarlo e a legittimarlo» - nonché spezzare quell'oscuro grumo di potere che continua ad alimentarlo".

Giovedì, 01 Novembre 2018 07:11

Le Città Slow, una comunità che unisce l'Italia

L'Italia del fare che non ha perso la capacità di sognare si inventa nuove soluzioni e costruisce reti sinergiche laddove altri sistemi più complessi e storici vacillano, è la nuova Italia che riparte a discapito della crisi e contro la convenzionalità dei grandi sistemi tradizionali per far crescere i suoi territori.

da L'Equilibrista Novellara, 28 Ottobre 2018

Torino e Novellara, recenti teatri dell'evento Citta Slow 2018, non sono poi così lontane ma assolutamente ambedue così vicino all'esempio di Italia che vede nei giovani agricoltori la speranza di una rinascita per un rinnovato sistema agricolo. Si è lavorato a simposi dedicati, relazioni ed interviste sul futuro che ci aspetta per ripensare nuove logiche di sistema che vogliono emergere ed aggredire fette di mercato estere in cerca di eccellenza.

Unicità e distinzione si stanno diffondendo da ormai alcuni anni in Italia grazie anche alle città slow, il cui progetto, ormai noto al grande pubblico dell'Italia del gusto, porta alla ribalta 252 città in totale, per 30 Paesi coinvolti i quali conservano l'animo lento e scandito dalla natura di sempre, per forgiare le loro produzioni e svettando per merito delle loro nicchie di riferimento.

A Novellara, la tradizione targata Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia (ABTRE), sposa in modo eccellente l'artigianalità campana portata dall'Azienda Il Casolare di Caiazzo ad esempio.
Una solida realtà famigliare dell'Alto Casertano che grazie agli sforzi del fondatore Benito La Vecchia, partito da semplice ragazzo di bottega è riuscito a custodire i segreti della manifattura della mozzarella DOP e passarla ai figli, che oggi alla terza generazione, in un emozionante e disegno di amore in linea con la sua filosofia, lo vede protagonista. La sua impostazione è stata innovativa se la si colloca in relazione alla temporalità ed al mercato di riferimento, perché la famiglia nel tempo ha tessuto una rete stretta con tutti i Conferitori di latte tanto da sceglierli con cura ed averli al massimo a 15 km da casa, a riprova di presenza ed attenzione maniacale e che li colloca ad oggi in una posizione di assoluto vantaggio.

A Torino invece, fra i tanti assaggi e le grandi narrazioni di gusto, mi concentro sulla produzione di una Azienda storica in particolare, quella gestita da Loris Ferrari perché si respira qualità, ricerca e storia, La Macelleria Magnani dei fratelli Ferrari.

E' da Natale Magnani infatti, che Loris ed Andrea Ferrari comprendono ed approfondiscono la passione per l'arte norcina e la fanno loro, dopo il passaggio di consegna proprio dal loro predecessore, andando avanti e sperimentando solo grazie all'uso di aromi naturali e trovando differenti ricette pur mantenendo inalterata la voglia di imparare e la granitica scuola che Natale gli aveva trasmesso. Si comprende parlando con Loris, qui a Torino, come la sua voglia di fare sia contagiosa tanto che a breve sarà aperto un nuovo spaccio proprio nel centro di Salorno dedicato alla vendita ma soprattutto vocato alla creazione di un punto di riferimento per la cura dei prodotti della zona, andando a valorizzare il prodotto principe quale lo Speck.

Le cosce sono prodotte solo da coscia intera italiane, disossata e refilata a mano, salata ed affumicato a freddo con legno di faggio e stagionato per nove mesi.

Le storie di queste Famiglie e di queste persone che iniziano a fare della loro passione il loro lavoro è proprio quello che deve incarnare le città slow, che per crescere ancora, hanno bisogno di gente preparata, appassionata e soprattutto attenta alla qualità e che sposi in toto l'ideologia delle produzioni lente e nel rispetto delle regole che il territorio impone per riequilibrarsi e rigenerarsi.

 

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Sabato, 29 Settembre 2018 15:12

Novellara, Una Vera Citta' Slow

La Rocca, la piazza, la gente del posto, le fragranze dei ribollire dei tini, che avvolgono un assolata giornata di Ottobre, faranno da cornice al movimento che ormai pare inarrestabile, una scia di innovazione che riprende le radici dal passato e che vuole conquistare il Mondo. Sono le città slow.

da L'Equilibrista Novellara 28-09-2018

Alla mente torna l'entusiasmo della storica "Novellara balsamica", perché ha il profumo del mattino, i raggi di sole umido che fanno capolino su piazza Unità d'Italia, senza mai opprimere la gente che con occhiata fugace ha la mente occupata all'allestimento della fiera, concedendosi la sola distrazione del rumore smodato delle ruote del cariolo che spinge con incosciente sorriso.

Il mosto cotto, le assi alla base del palco in mezzo la piazza che risuonano al primo calpestio degli operai, l'aroma del pubblico che sorseggia il caffè e che si gode lo spettacolo dai portici ai lati, sembra sempre lo stesso ogni anno e costruisce una tela di colori che rimane intatta. Perché quello che cambia è solo l'approccio, tanto che da "Balsamica" si evolve in Gusterò, aumentando la presenza ed il numero dei partecipanti al banchetto offerto dalla città di Novellara. Omaggio alle parole gusto in Rocca, innovativa mostra mercato proprio delle città slow che si avvale dei suoi contadini e della forza lavoro delle Aziende locali per ravvivarsi e fare modernità basando la sua immagine sulla tradizione.

Novellara come centro direttivo e laboratorio di idee visto che sarà la sede dell'Assemblea italiana di tutti gli amministratori di Città Slow, ovvero i Sindaci e gli Assessori che già hanno tracciato il progetto innovativo di essere garanti del rinascimento rurale italiano. Sono continue e proficue infatti le richieste che vogliono allargare le città slow che ricevono interesse perfino dalla lontana Cina, in cerca di ammodernamento e bisognosa di apprendere come questo sistema riesca dalla tradizione ad auto prodursi segnando la differenza.

Il programma della manifestazione prevede Sabato 6 e Domenica 7 Ottobre il mercato in Piazzale Marconi con accesso aperto a tutti anche all'interno della Rocca, dove per tutta la giornata di sabato, il circuito Cittaslow sarà attivo regalando esposizione delle eccellenze enogastronomiche ed artigianali delle Cittaslow italiane.

All'offerta già ricchissima, si aggiunge, per il secondo anno consecutivo, quella delle aziende della rete Agrobiodiverso, produttori di nicchia del territorio locale e dell'Appennino Reggiano che portano in campo il concetto portante dell'agro biodiversità. La giornata conclusiva sarà domenica, dove si potranno trovare anche i produttori locali del tradizionale mercatino del venerdì novellarese.

Ormai collaudato è la rete di iniziative a corollario della manifestazione che prevede una serie di iniziative che prende parte dai laboratori per i bambini, letture per bambini, mostre e collaborazioni con il CAI, conferenze, tavole rotonde e musica.
I locali del circondario, vere e propri musei della cultura cittadina saranno aperti a serate e degustazioni a tema. Si parte dall'Antico Bar Roma, L'Enoteca Il Vecchio Borgo, il Ristorante Macondo e l'Osteria Bar La Rocca che hanno già pianificato menù ed incontri con le tipicità locali.

Domenica 7 ottobre saranno ospitate anche l'inaugurazione della stagione teatrale 2018-19 dal titolo: "Differenze" al Teatro Franco Tagliavini, alle ore 16.00 (ingresso gratuito) ed il compleanno dell' Acetaia comunale, con le premiazioni del Palio dell'aceto Balsamico Città di Novellara.

Per ulteriori informazioni sarà attiva la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Che dire, non si tratta di un evento qualunque perché l'essenza della riscoperta delle emozioni che riportano all'infanzia in chiave moderna , non lo sono mai.

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Reggio Emilia celebra il Lambrusco: al teatro Valli sono di scena gli awards che hanno premiato le migliori otto etichette dell'oro rosso.

Chef Borghese mattatore della nona edizione del celebre concorso enologico. Duecento ospiti e giornalisti internazionali stregati dal made in Italy. Bonaccini: "E' l'enogastronomia il primo motivo di viaggio nel Belpaese". Una nuova guida raccoglie tutti i finalisti e da fine ottobre Food network dedicherà al nostro nettare un format Tv

Reggio Emilia, 28 Settembre 2018_ I colori di una sera ancora estiva, le note di Giuseppe Verdi e tutto il gusto dell'oro rosso dell'Emilia Romagna. Ecco gli ingredienti della soirée di gala che ha assegnato ieri 27 settembre al teatro Valli di Reggio Emilia, i primi Lambrusco awards, in occasione della nona edizione del Concorso enologico Matilde di Canossa – terre di Lambrusco. A vincere le ambite medaglie d'oro:

Per i Colli di Scandiano e di Canossa Doc ecco il Lambrusco Grasparossa Secco 2017, prodotto da Cantine Due Torri nella Val d'Enza.
Per la Doc di Modena ecco il Lambrusco Spumante Dry "Sassomoro" 2017, prodotto da Cleto Chiarli Tenute Agricole.
Per il Sorbara Doc il premio va alla "Linea 1907 Riò" 2017, prodotto dalla Cantina Sociale di San Martino in Rio.
Per il Grasparossa di Castelvetro Doc the winner is "Nivola" 2017, abboccato prodotto da Chiarli 1860.
Per il Mantovano Doc ecco il semisecco "Rays - Capsula Nera" 2017 dell'Azienda Agricola Montaldo di Gian Paolo Virgili.
Per il Reggiano Doc vince "I Quercioli" 2017 secco di Medici Ermete & Figli.
Per l'Emilia Igt medaglia allo spumante Dry "Marcello - Millesimato" 2017 di Ariola Vigne e Vini.
Per l'Igp Provincia di Mantova primo posto per il semimsecco "Al Scagarün" 2017 delle Cantine Lebovitz.
Tutti i premiati hanno sottolineato un sentire comune: "Il Lambrusco è, innanzitutto, frutto della fatica e poi della passione e dell'amore per il nostro territorio".

Premio speciale all'etichetta più glam, assegnato dalla stampa presente al vino delle Cantine Ceci Emilia Igt Lambrusco Spumante Brut 2017 "Bruno".

TUTTI A TAVOLA
Indossato l'abito da sera, il Lambrusco ha messo tutti d'accordo. Venti tavoli sistemati sul palco del teatro, duecento ospiti, fra produttori, amministratori pubblici, rappresentanti dei Consorzi di Tutela e giornalisti – con una nutrita delegazione da dieci Paesi, dalla Corea del Sud al Canada, dal Giappone all'Australia – si sono accomodati per gustare la Bomba di riso firmata da Andrea Incerti Vezzani di Cà Matilde ed una Guancia alla maniera di Gianni D'Amato del Caffè Arti e Mestieri, fra gli affreschi e gli stucchi del teatro Valli, mentre in scena andava una grande opera corale, dedicata ad un prodotto dal fascino semplice e brioso. Lo ha ribadito Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, intervenendo ai lavori: "Il Lambrusco è un prodotto che dalla campagna e dalla città dove è nata la nostra bandiera si è fatto nostro ambasciatore nel mondo".

"Questi awards – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - sono una buona notizia per i nostri territori, perché quando si è in presenza di un così alto numero di nomination, e si può procedere ad un'ulteriore selezione di vincitori assoluti, significa non solo che il Concorso enologico funziona ed è attrattivo per le imprese, ma soprattutto che c'è una qualità e ci sono investimenti che aumentano e creano lavoro, ricchezza, valorizzazione di tutte le risorse, le storie, le tradizioni e le passioni di cui i nostri territori sono espressione".

Rivolgendosi ai rappresentanti delle aziende vinicole presenti, Landi ha aggiunto: "voi ci offrite quotidianamente l'esempio di cosa significhi dare un profondo gusto al lavoro, di cosa significhi relazionarsi con i consumatori di tutto il mondo e del come un mestiere diventi passione e attaccamento ad un territorio. Mi auguro davvero che il vostro lavoro sia premiato sempre di più da chi sa cogliere anche questi aspetti nei sapori esclusivi che avete proposto in concorso".

La serata è stata presentata da chef Alessandro Borghese, che ha ricordato come, nei suoi tour in motocicletta, le terre del Lambrusco non manchino mai, e dalla giornalista Martina Liverani, una delle più acute penne del giornalismo gastronomico italiano, grazie al suo foodmagazine Dispensa.

GLI OSCAR DEL VINO
A partecipare al concorso - che, per la prima volta quest'anno, ha assegnato delle medaglie d'oro alle migliori etichette - sono stati 248 vini di 59 aziende. Una commissione di sei enologi ed un sommelier ha scremato, secondo il metodo dell'Union Internationale des Oenologues, progressivamente, i 103 finalisti, in rappresentanza delle diverse denominazioni. Ed è su questo punto e sul ruolo che il Lambrusco può avere come ambasciatore del made in Italy che ha investito la Regione Emilia Romagna: lo hanno ribadito nei loro interventi l'assessore a Turismo e Commercio, Andrea Corsini, e Simona Caselli, collega con deleghe ad Agricoltura, Caccia e Pesca: "Il Lambrusco ha ancora ampi margini di crescita sul mercato e l'obiettivo è di far conoscere la sempre maggiore qualità delle produzioni presso nuovi e vecchi mercati puntando sui nuovi trend di consumo e sulle certificazioni di sostenibilità".

UNITI SI VINCE
Che fare squadra sia la migliore strategia lo dimostrano anche i numeri orgogliosamente raccontati da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna: "Per molti Paesi esteri l'Italia è già fra le prime destinazioni turistiche e fra chi arriva nel Belpaese, il primo interesse è quello per l'enogastronomia. Dopo Expo 2015 in Emilia Romagna abbiamo registrato un incremento di turisti da 45 a 57 milioni e fra le ragioni del viaggio, l'Emilia Romagna ha differenziato e valorizzato i suoi brand, dalla motor valley, alla food and wine valley".

LAMBRUSCO EXPERIENCE DALLA GUIDA ALLA TV
La missione però non è ancora compiuta: gli awards sono parte di un progetto più ampio, una Lambrusco Experience a 360 gradi che punta a dare nuovo respiro e visibilità al nettare rosso dell'Emilia Romagna. I vincitori degli awards, insieme agli altri finalisti, sono infatti inclusi nella nuova guida "Terre di Lambrusco 2018" scaricabile dal sito web della manifestazione www.concorsolambrusco.it  al https://bit.ly/2DAAbnl  e per chi ne desiderasse copia cartacea sarà possibile richiederla alla Camera di commercio di Reggio Emilia che la spedirà gratuitamente a casa.

Dal 30 ottobre, poi, su Food network (canale 33 del digitale terrestre), il Lambrusco sarà anche in onda con un programma realizzato nelle sue terre di produzione. A condurre "Unforget table" il duo Chiara Cecilia Santamaria e Martina Liverani che hanno illustrato il programma durante la serata. Sei episodi girati fra Reggio Emilia, Parma e Modena con la partecipazione di sommelier di fama internazionale.

Per chi fosse interessato ad approfondire la propria conoscenza sul territorio di provenienza del Lambrusco, a partire da Giovedi 27 Settembre sarà possibile scaricare online dal sito di Apt Servizi ( www.aptservizi.com ) e su Wine Food Emilia Romagna  ( http://www.winefoodemiliaromagna.com/wines ) una piccola brochure digitale in italiano ed inglese dedicata al vino più "rock" d'Italia. La brochure contiene spunti interessanti per turisti che vogliano andare alla ricerca non solo delle Cantine, ma anche degli highlights dei territori di produzione (Province di Modena, Reggio Emilia e Parma) in termini di arte, cibo e cultura.

CABINA DI REGIA
L'assegnazione dei Lambrusco awards è promossa dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia, da Regione Emilia Romagna e Apt Servizi Emilia Romagna, in collaborazione con i Consorzi di Tutela del Lambrusco di Modena e di Reggio Emilia. Il Concorso, poi, è autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che ha anche conferito il suo prestigioso patrocinio.

 

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Calerno, I Lavori in Piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa Termineranno Per Lo Svolgimento Della "Nuova" Festa Della Castagna

Dallo scorso 12 settembre sono iniziati i lavori di riqualificazione di Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa e di parte del pedonale su via Grandi a Calerno, rimuovendo il parziale cedimento del sottofondo di posa degli autobloccanti e dei cubetti di porfido che si riscontrava in alcune aree.
Le operazioni hanno avuto inizio come concordato tra l'amministrazione e le attività commerciali insediate, non appena si è chiusa l'attività all'aperto che durante l'estate ha animato l'area fino a tardi costituendo uno dei principali ritrovi della frazione.

L'intervento dal costo di circa 25.000 euro comprende:
- La rimozione di pavimentazioni e cordolature esistenti;
- La sistemazione del letto di posa;
- Il ricollocamento del materiale precedentemente rimosso e pulito con eventuale integrazione di cordoli;
- La sigillatura dei giunti di posa;
- La realizzazione di rampa di accesso alla piazza dalla strada pubblica;
- si concluderà la prima settimana di ottobre e sarà inaugurata in occasione della tradizionale festa della castagna che quest'anno ritorna ad animare Calerno grazie al contributo dei volontari storici e della parrocchia.

Grazie al consolidamento della superficie della piazza sarà possibile allestire in quell'area il mercato del giovedì consentendo quindi l'utilizzo delle aree antistanti come parcheggio e quindi con l'obiettivo di renderlo più fruibile dalla clientela in modo da valorizzarlo adeguatamente.

Domenica, 01 Luglio 2018 07:01

C'è fermento in città!

Se il fenomeno Spumante in Italia è riuscito a svincolarsi dall'idea di bollicine unicamente legato alle ricorrenze, è merito sicuramente alle Regioni Italiane nelle quali la tradizione della spumantizzazione cresce diventando motore principale dell'economia enologica. Franciacorta su tutte per capacità imprenditoriale, Trento per la sua grande tradizione, Alta Langa e Oltrepòpavese per vocazione.

da L'Equilibrista - Reggio Emilia 30 giugno 2018 -
Quattro aree produttive del nord dell'Appennino, che piano piano, hanno saputo
farsi conoscere ed imporsi come validissime alternative alla bollicina per antonomasia francese e che sempre più, sono divenute sinonimo di Aperitivo o di Bolla a Tutto Pasto, in ogni ordine e grado di rivendita del vino, sia a mescita che asporto.

Una rivoluzione che ha visto regioni, da sempre caratterizzati da grandi rossi o profumati bianchi, abbracciare a tutto tondo la tradizione del metodo classico e vedere una nuova vita, approntare nuovi mercati e magari clienti mai conquistati prima.

Il fenomeno ha preso forma, proiettando l'Italia nel Mondo delle bollicine, proprio dall'ingresso sul mercato della bolla Metodo Martinotti per la verità, a rifermentazione in autoclave quindi, a base principalmente di uve Glera, denominata Prosecco. I comuni Trevigiani di Valdobbiadene e Conegliano forgiano bollicine che hanno permesso ad ogni angolo del nostro Paese di apprezzare un vino da aperitivo più facile e conviviale, alla portata di tutte le tasche e adatto a tutte le occasioni ed ecco il decollo.
Il fermento è stato travolgente ed immediato, tanto che la parola "Prosecco" ha soppiantato il termine stesso di vino Spumante, creando notevole confusione nel consumatore, generando difficoltà di comprensione riguardo gli stili produttivi e le aree di derivazione.

La bellezza dello spumante italiano metodo classico invece è la sua duttilità e la multiforme fragranza che ogni calice sprigiona caratterizzando zone per zona il nostro Paese, culla indiscussa della biodiversità. Pensiamo infatti alla Sicilia che nelle terre dell'Etna sta forgiando veri e propri campioni di potenza con personalità olfattiva mai visti prima per quelle zone, oppure la Campania da sempre vocata a magnifici vini bianchi di struttura e grande sensazioni saline e minerali che si è dimostrata all'altezza di una produzione oculata che va ad esaltare l'Avellinese, il Beneventano o le zone dei Campi Flegrei solo per citarne alcuni. Ma possiamo andare in una qualsiasi Regione del Bel Paese e trovare una proposta interessante che possa solleticare anche le papille più esigenti in modo inaspettato.

Non è quindi un caso se tutti i vignaioli italiani a poco a poco abbiano deciso di sposare l'orientamento alla rifermentazione in bottiglia, dedicandosi ad una evoluzione radicale sia nel pensiero che nella tecnica. Una delle attività più complesse e altamente rischiose che ci siano è proprio quella del produttore di vino, che viene esaltata e portata ai massimi quando si decide di dedicarsi alla spumantizzazione di qualità che solitamente prevede un prodotto mai pronto prima dei canonici 24 mesi almeno, aumentando la soglia di criticità.

Da questa necessità di approfondimento, basata sulla cernita di prodotti qualitativamente ineccepibili, sul soddisfacimento della curiosità del pubblico, la voglia di fare divulgazione di cultura della rifermentazione in bottiglia e della qualità che ne deriva, è nato un locale a Reggio Emilia che prende il nome di Spumanteria Classica Italiana, che già dal nome evoca il fulcro centrale dell'impegno e del lavoro, incentrato su prodotti nazionali, da tutte le regioni d'Italia, principalmente a Metodo di elaborazione Classico, con rifermentazione in bottiglia, stile Champagne, ma rigorosamente italiani.

Anche la location, curata nel dettaglio, enfatizza lo stile classico del vino, con richiami al Liberty, quale forma d'arte pittorica espressiva, che nella sua leggerezza meglio descrive il carattere del Vino Spumante, creando quella stessa atmosfera di inizio millenovecento, quando soprattutto le Bollicine Francesi cominciavano a farsi conoscere in Europa.
La forza di questo tipo di locale è far accrescere la curiosità nel cliente che soprattutto grazie al confronto con professionisti e vignaioli, ben coadiuvati dai gestori, tutti per altro sommelier professionisti, possono trasferire conoscenza nel consumatore che cresce di livello e diventa interlocutore esperto.

La Spumanteria classica italiana permette una vera e propria esperienza sensoriale a tutto tondo, con proposte di abbinamento perfetto, così come si è assistito durante la serata appena trascorsa in compagnia di Lia e Remo Falconieri che hanno presentato la loro Cantina e descritto il vitigno Erbaluce, unico vitigno italiano per il quale il disciplinare prevede la vinificazione nelle versioni spumante, fermo e passito, eccellendo a livello nazionale in tutte e tre le tipologie
. "Gli acini assumono in autunno riflessi caldi e rosati che si fanno man mano più intensi e quasi color ambra nella parte superiore esposta al sole, in particolare nel momento in cui inizia a sorgere il sole che li colpisce obliquamente con i suoi raggi. Questa, molto probabilmente, è la ragione del suo nome che in origine era Alba Lux, ossia Luce dell'Aurora, poi trasformatosi in Erbaluce".
 La serata ha visto la degustazione di sei vini fra cui il primo MISOBOLO Erbaluce di Caluso Docg 2017, vino ricco di sensazioni floreali dal gusto deciso.

A seguire "T" 2015, da vendemmia tardiva (Novembre), certamente intenso e persistente, che precede SAN GIORGIO Erbaluce di Caluso Spumante millesimato 2015, forse il più storico della cantina perché prodotto dal 1951. Di gran nerbo e fine perlage poi CALLIOPE, da Erbaluce di Caluso Spumante millesimato 2013. Dal gusto secco ed asciutto è invece CIECK NATURE, Erbaluce di Caluso Spumante millesimato 2013.

A chiudere la serata è stato ALLADIUM Erbaluce di Caluso Doc Passito 2009 con un invecchiamento di 3 anni, vellutato e fresco. In abbinamento sono stati proposti 3 piatti tradizionali del Canavese, quali: trittico di frittate - asparagi, uova&cipolla, "Nodi"(uova&salame),battuta di Fassona all'Albesa e i formaggi erborinati - Blu di Morozzo, Blu del Monviso e Gorgonzola.

Esempi come questi, portano L'Italia ad esprimere metodi classici di grande valore e struttura mantenendo personalità e distinzione, soprattutto nei confronti di mostri sacri della produzione francese che non vuole aggredire ma solo proposi come raffinata alternativa perché figlia del territorio locale, espressione massima della biodiversità italiana, qualcosa che la Francia e tutto il Mondo ci invidia davvero.

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Lunedì, 30 Aprile 2018 08:22

Che "forme d'arte"!

"Forme d'arte. Capriccio reggiano" è il titolo della prima edizione del concorso, promosso dal consorzio del Parmigiano Reggiano, Provincia, Liceo artistico statale Gaetano Chierici, con La collaborazione del consorzio di Bibbiano La Culla e l'associazione Linea Comunicazione. Il concorso è sfociato in una mostra e nel relativo catalogo, prodotto con i lavori di 32 studenti di della classe VD e VF del liceo Gaetano Chierici, indirizzo figurativo.

L'evento si è collocato all'interno della manifestazione Caseifici aperti e si è tenuto nella sede del consorzio del Parmigiano Reggiano da sabato 28 a ieri, domenica 29 aprile, e alle 11 c'è stata la premiazione dei migliori lavori prodotti dagli studenti.

I ragazzi del Chierici, coordinati dai docenti Savina Lombardo e Sergio Zancoghi hanno trasformato simil forme di Parmigiano Reggiano in prodotti che, pur ricordando la forma classica del re dei formaggi, rievocano la storia, le tradizioni, l'ambiente di questo prodotto, che è l'oro della nostra terra, con tecniche miste: collage polimaterico, acrilico, olio, pastello, acquerello, carboncino, matite colorate.

Lorenzo Pinetti (presidente della sezione reggiana del consorzio del Parmigiano Reggiano) afferma: "L'arte è bellezza e tecnica che parte dalle mani, come per la preparazione del re dei formaggi poi c'è il gusto, che lega la forma e l'arte: vogliamo creare una sinergia sempre più profonda e proficua tra le eccellenze del nostro territorio. Ogni forma di forma di Parmigiano Reggiano è una forma d'arte, l'una diversa dall'altra proprio come quelle artistiche realizzate dagli studenti di VD e VF, indirizzo Figurativo, del liceo artistico Chierici, per questa I edizione del concorso: Forme d'arte. Capriccio reggiano'Sono tutte belle, ognuna meritevole di essere premiata. Si sono unite 2 forme d'arte, che creano un felice connubio che dovrà durare a lungo".

Michele Medici, curatore della mostra e del relativo catalogo, aggiunge: "Forme d'arte è frutto di un sogno realizzato con Linea di Comunicazione, il consorzio del Parmigiano Reggiano e, soprattutto, gli studenti che hanno sviluppato la loro creatività sul tema del capriccio, che nella storia dell'arte mostra i capolavori più intesi di diversi autori, da Tiepolo a Goya. Lo stesso hanno fatto i ragazzi del Chierici e le loro opere si innestano nella realtà unica dell'Italia per cultura e arte, che questo progetto promuove".

Negli interventi del catalogo anche quelli della dirigente Maria Grazia Diana, che scrive: "Gli studenti dell'indirizzo figurativo del Chierici hanno operato sul fronte della fascia circolare e sulla parte rotonda, e le forme colorate e rese con tecniche varie sono diventate un mezzo nuovo di comunicazione per evidenziare la reggianità e l'eccellenza di un prodotto grazie all'immaginazione ed allo sguardo nuovo degli studenti del liceo artistico".

E, sullo stesso tenore l'intervento scritto di Ilenia Malavsi (vicepresidente Provincia), che chiosa: "Gli studenti del Chierici si sono già cimentati nella promozione del Parmigiano Reggiano, il prodotto reggiano più conosciuto al mondo nel quale emergono le abilità del fare, ciò che ha consentito di produrre delle splendide forme, che è la stessa abilità che ritroviamo nei ragazzi del Chierici ai quali abbiamo chiesto di reinterpretare quelle stesse forme e loro, con i docenti, hanno fatto dei capolavori unici al mondo, che raccontano la tradizione e la cultura reggiana".

Ed ecco sfilare, fra le opere degli studenti del Chierici, una forma che rispecchia di sottinsù il Valli e la cattedrale, un antico casello di mattoni a gelosie e il ponte di Calatrava, il Tricolore con i cappelletti, il rito delle mungitura, forme a spirale con paesaggi abbozzati a matita, un diario di viaggio, Astolfo sulla luna, Orlando furioso, l'esagono della città di Reggio, una famiglia, un girasole, la pietra di Bismantova.

Presenti alla premiazione: tre giocatori della squadra di Rugby reggiana: Davide Farolini, Armand Du Preez, Enrico Manghi.
Ha premiato il presidente Pinetti che ha donato, a nome del consorzio, una forma interna di Parmigiano Reggiano come primo premio, una mezza al secondo classificato, un quarto al terzo e, rispettivamente, un ottavo l'uno alle due menzioni speciali.

Gli studenti che hanno vinto, I° premio Noemi Ferri con Scaglia reggiana (VF); II° Leonardo Crotti (il paesaggio del re dei formaggi, V D); III° Viola Tasselli ( Principio di realtà, VF); menzioni speciali: Angelo Cagnazzo, Alberto Gibertoni.

Gli studenti che hanno partecipato. VD: Chiara Bertelli, Giorgia Conte, Leonardo Crotti, Valeria Davoli, Stefano Gibertoni. Carmela Irrissito, Lisa Leoncini, Davide Pelullo, Francesca Saccardi, Alice Tosi, Fabio Sandrin.
VF: Arianna Aldrigo, Michele Armani, Nicole Bonori, Angelo Cagnazzo, Sara Caruso Sara, Alessia Clemente, Safia El Abdaoui, Elisa Fantesini, Noemi Ferri, Maicol Fontana, Maicol Franceschi, Laura Guzzi, Sara Lusetti, Antonio Marchese, Federica Minutoli, Sofia Parrinelli, Alessandro Pelullo, Francesco Rustichelli, Matteo Sandrin, Eleonora Saverino, Davide Storchi, Viola Tasselli.

 

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Gli scavi della scorsa estate verranno presentati mercoledi prossimo. L'intervento proseguirà quest'anno, dopo il successo della prima campagna archeologica, che ha svelato preziose informazioni sulla storia del fortilizio scomparso e della chiesa romanica

La_locandina_dellincontro_di_presentazione_di_mercoledi_prossimo_1.jpgToano, 28 aprile 2018. "Castellum de Toano cum plebe" è il titolo della serata in programma per mercoledì prossimo (2 maggio), nella corte del Castello, in cui saranno presentati i risultati degli scavi archeologici eseguiti nella scorsa estate.

"L'intervento ha confermato l'importanza di questo luogo - spiega il sindaco Vincenzo Volpi - che ha conservato nei secoli, seppur tra tante vicissitudini, la pieve di Santa Maria Assunta, attorno alla quale sorgeva però il fortilizio, ora scomparso, ma di cui l'indagine condotta dal Dipartimento di storia, culture e civiltà dell'Alma mater studiorum di Bologna ha rinvenuto significative testimonianze".

All'incontro, che avrà inizio alle 20.30, interverranno l'archeologo ed esperto medievalista Nicola Mancassola, docente dell'ateneo felsineo, che ha coordinato le ricerche, gli archeologi Iames Tirabassi, Mattia Cantatore e Federico Zoni, monsignor Tiziano Ghirelli, direttore dell'Ufficio diocesano per i beni culturali e l'assessore alla cultura, Vittorina Canovi, che sottolinea: "La campagna di agosto 2017 ha costituito un punto di svolta nella ricostruzione della storia del castello toanese, che risale al decimo secolo e di cui la chiesa faceva parte. Siamo molto soddisfatti dei risultati sin qui ottenuti, perché quanto è emerso è di notevole interesse storico".

Prosegue l'assessore Canovi: "Del castello è oggi visibile solo la base di una torre adattata a campanile, ma in quei giorni l'indagine archeologica ha invece portato alla luce un complesso murario ben conservato, oltre a precedenti strutture della pieve, come l'antica apside e diverse sepolture, e interessanti reperti che vanno dal dodicesimo al sedicesimo secolo, appartenenti a entrambe le aree esaminate. L'iniziativa diretta dall'Università bolognese è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione, oltre che della nostra Amministrazione, della Diocesi, della Parrocchia, della Pro loco del capoluogo, della cooperativa Tecton di Reggio e di altre realtà del tessuto economico e del volontariato locale".

Nell'occasione "sarà anche ufficialmente annunciata - concludono il primo cittadino e l'assessore alla cultura - la ripresa degli scavi nella prossima stagione estiva, con l'obiettivo di completare le ricerche e magari rendere visibili e fruibili a tutti, in modo permanente, alcuni dei ruderi scoperti. Ci sono poi molti altri aspetti da chiarire per fare ulteriore luce sul passato della pieve, una delle più suggestive chiese romaniche presenti in Appennino, cui siamo profondamente legati e che è parte costituente della nostra identità territoriale, e soprattutto sulle vicende del castello che un tempo la custodiva e proteggeva".

 

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"Rivoluzioni - Ribellioni, cambiamenti, utopie": torna il festival Fotografia Europea a Reggio Emilia, dal 20 aprile al 17 giugno
L'assessore Mezzetti: "Iniziativa centrale in ambito culturale, che mette in campo sinergie a livello regionale e nazionale e indaga tematiche di attualità". In cartellone 22 mostre, 70 eventi in programma tra spettacoli, incontri, workshop, conferenze e visite guidate, più di 300 progetti espositivi del circuito off.

Bologna 7 marzo 2018 - Ventidue mostre, più di 300 progetti espositivi del circuito off, 70 eventi in 9 weekend tra spettacoli, incontri, workshop, conferenze e visite guidate.

foto_di_Elio_Ciol_1.jpgTorna dal 20 aprile al 17 giugno 2018, a Reggio Emilia, Fotografia Europea, festival giunto alla XIII edizione, promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e alla Regione Emilia-Romagna, interamente dedicato alla forma d'arte che più di altre comunica e interpreta la complessità della società contemporanea.Curato da Walter Guadagnini, il festival indaga il tema "Rivoluzioni – Ribellioni, cambiamenti, utopie", con un programmamai così ricco ed esteso, e con allestimenti ed eventi anche in luoghi difficilmente aperti al pubblico, coinvolgendo quasi 100 artisti nelle mostre del circuito ufficiale, tra personali e collettive.

L'iniziativa è stata presentata questa mattina nella sede della Regione.
"Fotografia Europea- ha detto l'assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti, presentando l'iniziativa-, è un appuntamento centrale nel panorama culturale della regione: una vetrina delle ultime tendenze con tematiche di attualità, in questo caso dei grandi momenti di ribellione che dal '68 in poi hanno contraddistinto il nostro tempo. Il festival ha dimostrato, in particolare, una grande capacità di sviluppare sinergie, sia in ambito regionale che nazionale, muovendosi sul solco della campagna di comunicazione EnERgie Diffuse, lanciata dal nostro Assessorato nell'Anno europeo del patrimonio culturale. Una campagna di promozione che accompagnerà nel corso dell'anno tutte le iniziative tese a consolidare un sistema diffuso e articolato, segno della ricchezza e della produzione culturale dell'Emilia-Romagna. Il festival di Savignano sul Rubicone, piccola cittadina con una proposta culturale di qualità, è un esempio di questo. E va in questa direzione la proposta regionale che verrà presentata al paese dal 7 al 14 ottobre, in occasione della settimana della Cultura, sotto l'egida EnERgie Diffuse".

Fotografia Europea ha messo in campo una rete di sinergie che hanno portato Reggio Emilia a dialogare con le più importanti istituzioni culturali della regione, come la Fondazione Mast di Bologna, il Csac dell'Università di Parma, la Collezione Maramotti, la Fondazione Modena Arti Visive, cui si unisce l'Osservatorio Fotografico di Ravenna e Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea di Rubiera.

Si inoltre costruita una rete denominata Sistema Festival Fotografia, che vede uniti insieme Fotografia Europea di Reggio Emilia, FotoLux di Lucca, Cortona On the Move-Festival internazionale di fotografia, Festival della fotografia etica di Lodi e Sifest-Savignano Immagini Festival nello sviluppo di iniziative comuni, committenze fotografiche e molto altro, da realizzare in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo. In questa edizione saranno tra l'altro ospitati, per il secondo anno consecutivo, gli Stati generali della Fotografia promossi insieme al Mibact.

L' iniziativa dialoga sempre più anche a livello internazionale: a Monaco di Baviera si terrà una mostra del fotografo Tommaso Bonaventura dedicata al tema Behind Excellence, curata da Walter Guadagnini, direttore artistico di Fotografia Europea, e prodotta da Fondazione Palazzo Magnani insieme a Cortona On the Move e Air Dolomiti.

"Come rappresentare fotograficamente la rivoluzione oggi- si domanda Walter Guadagnini, direttore artistico del Festival- insieme e al di là del tradizionale reportage? E soprattutto, che significato può avere oggi il termine rivoluzione, in un mondo complesso, segnato da squilibri sociali sempre più marcati e dalle grandi migrazioni, fattori che minano la stabilità di intere aree geografiche e culturali? Chi è il rivoluzionario, oggi? A tutte queste possibili interpretazioni e suggestioni è dedicata la nuova edizione di "Fotografia Europea", un'edizione che può dunque porsi sotto l'egida della "rivoluzione dello sguardo e della visione" conseguente proprio alla nascita della fotografia, e che anche oggi segna le pratiche della fotografia all'epoca della rivoluzione digitale. Ma la rivoluzione digitale è una vera rivoluzione, o si tratta solo di un'evoluzione?"

"Fotografia Europea 2018- ha affermato Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia- cresce ancora, riconfermando Reggio Emilia capitale italiana con gli Stati Generali della fotografia che, per il secondo anno consecutivo, si celebreranno nella città del Tricolore. Lo fa nel segno della collaborazione con altri capoluoghi emiliano-romagnoli, con l'inaugurazione di nuovi spazi e nuove prestigiose collaborazioni, istituzionali e non, in città, con un programma di eventi che collegano Reggio ad altre città d'Europa e del mondo".

Davide Zanichelli, presidente della Fondazione Palazzo Magnani, ha evidenziato come "quest'anno sia stata particolarmente perseguita la coerenza al tema, in modo da offrire al visitatore spunti, suggestioni e riflessioni sull'idea di Rivoluzione, declinandola necessariamente al plurale".

Lo scorso anno il festival aveva venduto 11mila biglietti, raccolto 40mila presenze in mostre ed eventi e 140mila presenze nel circuito Off.
In allegato: le schede sulle mostre e immagini che saranno in esposizione
/CL

 

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Allegato 1: foto di Elio Ciol.jpg -interno al testo
Allegato 2: foto di Umberto Coa.jpg- Copertina
Allegato 3: Fotografia Europea 2018_le mostre.pdf - in allegato
Allegato 4: Mstra sex & revolution.jpg - fondo articolo

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

da L'Equilibrista Ciano d'Enza - 22 novembre 2017 - I recenti movimenti a tutela del turismo sostenibile, soprattutto della salvaguardia del territorio che rappresenta la vera risorsa tangibile ed intangibile nel panorama italiano, appartiene al patrimonio locale e storico di ognuno di Noi. In quest' ottica si colloca la lodevole iniziativa promossa per la Fiera di San Martino che ho trovato davvero divertente.

La giornata è stata promossa dal COM.RE, Consorzio operatori mercato di Reggio Emilia che grazie al contributo di Amministrazione comunale di Ciano d'Enza, ha visto negli ultimi due anni il crescente interesse verso un evento che ormai è vissuta come parte integrante della fiera di San Martino e che a Ciano d'Enza viene citata comunemente come il Palio dei Lambruschi.

Un esempio di cosa si può fare concretamente ed in modo del tutto agile per promuovere un territorio così ricco come la collina baciata dal fiume Enza e quindi tutte la provincie Reggiana e quella Parmense in primis.

Prendiamo quindi un bel pomeriggio assolato di Novembre, tanta gente che vuole stare insieme per conoscere qualcosa in più del nostro territorio restando in Famiglia e abbiamo la ricetta di un evento ben riuscito e coinvolgente.

L'evento del Palio si articola ormai da due anni con una degustazione rigorosamente alla cieca dei Lambruschi proposti dalla Cantine locali e che vengono fatti assaggiare ad una Commissione preposta che ne decreta un voto attraverso una scala di punteggio.

La commissione quest'anno era nutrita e fra loro spiccavano il Sindaco Luca Bolondi, Gianni Pera per Confesercenti e Cristian Bezzi in qualità di Assessore al Commercio e politiche sociali che ben coadiuvati dalla Associazione Italiana Sommelier nella persona dal responsabile Romeo Catellani, ha decretato i vincitori ed il podio.

Le degustazioni hanno sancito la vittoria del Senza tempo di Cantine Riunite dal metodo ancestrale, secondo a poche lunghezze la cantina Rinaldini con il Vecchio Moro mentre al terzo posto si guadagna la piazza d'onore la Cantina di Canali con l'Ottocentonero.

Quarta piazza per il Concerto di Cantina Medici, a seguire Vigna di Tedola della Azienda agricola Reggiana e Cantina di Puianello con il suo Borgoleto. A seguire la Cantina Bertolani con il loro Lambrusco Oro, che anticipa di una posizione il 1077 tallonato subito dal Miglio Lungo sempre di Emilia Wine e dal Pra di Bosso di Casali. Ancora Bertolani con il rosso all'antica che scalza di alcuni decimi la cantina di Alyano con il suo Sette Filari. L'incontro di cantina Puianello, il Rosè di Cantina Rinaldini, il Vecchio Filare di Azienda Agricola Reggiana, insieme al Prato Solis di cantina Casali, chiudono il cerchio dei protagonisti della giornata.

Sicuramente l'appuntamento continua a destare interesse anche perché le impressioni alla cieca sono sempre molto personali e riservano risultati a volte inaspettati soprattutto laddove, al di la dei tecnici ed esperti del settore vitivinicolo, confermano il giudizio sovrano di un pubblico che si orienta periodicamente nella vasta offerta che il mercato propone. Iniziative ed eventi a carattere vitivinicolo che come questo, saranno sempre più utili a sostenere un turismo consapevole per uno sviluppo economico che, anche a livello internazionale, può fare da volano per chi dall'estero non aspetta altro che fare un tuffo nella genuinità e nella sorprendente ospitalità che questi luoghi hanno da offrire da sempre.

Collaborazioni che le Cantine stanno cogliendo e che le vedono protagoniste grazie ad eventi che in un' ottica di collaborazione e lavoro di equipe, mai come oggi rappresenta una leva fondamentale.

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