Lunedì, 01 Dicembre 2014 09:12

Reggio Emilia, Alcolisti Anonimi festeggia 30 anni di attività In evidenza

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Tappi in stato di ebrezza Tappi in stato di ebrezza

 

Un giorno speciale per l'associazione, che festeggia un traguardo importantissimo. Trent'anni spesi nell'aiuto e nel sostegno delle persone con problemi di alcolismo. Trent'anni fatti di nomi e storie, tutti accomunati da quei dodici passi che sono un autentico ritorno alla vita dopo la più fragorosa delle cadute.

di Federico Bonati - Reggio Emilia 30 novembre 2014 -

"Dalla sconfitta alla forza" è lo slogan del trentesimo compleanno di Alcolisti Anonimi Reggio Emilia. Un momento importante, una vera giornata di festa, ma allo stesso tempo un nuovo punto di partenza nella comune esperienza del recupero, fisico e morale, dalla dipendenza dall'alcol.
Sempre vicina all'associazione è stata l'istituzione ecclesiastica, rappresentata per l'occasione da don Romano Zanni della Curia di Reggio Emilia, che afferma: "In questo giorno di festa, bisogna ricordare che è ancora forte e persistente il problema dell'alcol, soprattutto tra i giovani. Non c'è la cultura della sobrietà, bensì la cultura del bere, e questo è un problema che rischia di rovinare un'intera generazione. Bisogna intervenire". Un invito, questo fatto da don Zanni, che vedrà sicuramente il mettersi in moto di AA. Ma qual è l'obiettivo di questa associazione?

Logo AA Alcolisti anonimi
Attraverso il percorso dei dodici passi, si aiutano le persone non solo a smettere di bere, che è la conditio sine qua non di partenza, bensì a recuperare lo stile di vita perso a causa dell'alcolismo. Si arriva quindi al recupero completo di una persona, il tutto nella garanzia del completo anonimato.
È basilare, per quest'associazione, l'appoggio delle istituzioni, presenti quest'oggi nella figura di Matteo Sassi, vicesindaco di Reggio Emilia. "Trent'anni sono un traguardo importante- dice Sassi – e bisogna continuare su questo percorso, lavorando sulla consapevolezza e sulla prevenzione". Il tema dei giovani e dell'alcol è un tema sul quale si sofferma particolarmente il vicesindaco: "Dobbiamo parlare con i giovani. Non ci deve essere solo cura, ma anche tanta prevenzione e tanta informazione. Chi crede di avere un problema e ne vuole uscire ha tutto il diritto di essere informato in merito. Informato del fatto che ci siano associazioni come AA che possono aiutare in questa direzione. Oggi infatti festeggiamo il compleanno di un'associazione come la vostra che è una vera risorsa della comunità".
Tra i presenti anche i primi partecipanti alle riunioni di AA a Reggio Emilia nel 1984, che nacque dopo la scioccante notizia di una persona che si suicidò a causa dei problemi legati all'alcol nella zona del Campovolo. Nei loro volti è impressa l'immagine di chi ce l'ha fatta a sconfiggere la piaga più grande tra le dipendenza a livello mondiale.

Interessanti anche le testimonianze di donne che hanno vissuto sulla loro pelle la vergogna dell'alcolismo, sentendo il disgusto delle persone intorno, e che hanno trovato il coraggio di aiutarsi e di farsi aiutare, riscoprendosi come persone ed imparando, nuovamente, ad amare e a farsi amare.
Ma a fianco di AA ci sono altre associazioni. Ci sono Al-Anon e Alateen, che raggruppano famiglie e figli di alcolisti, e ci sono strutture mediche con professionisti specializzati, basilari per il supporto al recupero completo della persona dalla dipendenza.

In provincia di Reggio Emilia sono ben sette le strutture presenti di AA: Reggio1, gruppo Avventura sempre a Reggio Emilia, Castelnuovo Monti, Guastalla, Montecchio, Rubiera e S. Pellegrino. Tanti centri ma un solo modo di aiutare. Il tema della sconfitta personale è solamento il punto di partenza, poiché si fanno largo immediatamente dopo l'onestà individuale e la tranquillità, senza contare l'immensa empatia che trasmette il gruppo, forse la vera forza per uscire dal tunnel dell'alcol. Poiché la condivisione dell'esperienza è una vera e propria iniezione di speranza. Bisogna sempre ricordarsi da dove si viene, ripetono gli AA, ma allo stesso modo è importante guardare avanti con fiducia e speranza. È lì che si ritrova completamente una persona.

Da quel 3 dicembre del 1984 sono passati tantissimi giorni, giorni di sobrietà e di rinascita per gli AA.
E mentre si guardano tra di loro con gli occhi pieni di gioia e speranza, ognuna di queste persone sa che il cammino personale e dell'associazione è in continuo divenire. Ecco quindi che ricorre, ancora una volta, l'augurio "Buone 24 ore".