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I dati sulla violenza in Emilia-Romagna e le attività dei centri antiviolenza presentati in Regione dall’assessore Emma Petitti e dal presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle PersoneRoberta Mori

Bologna – 25 Novembre 2015 -

Il 25 novembre, ovvero la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sarà un appuntamento all’insegna dell’informazione, dell’educazione e dell’attenzione verso le giovani generazioni, per insegnare loro il rispetto fin dai banchi di scuola, per trasmettere loro la cultura, elemento imprescindibile per contrastare gli atti di violenza e discriminazione.

Sarà questo il tema al centro del convegno “Primo passo: educare”, promosso dall'assessorato regionale alle Pari opportunità della Regione e dall'Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, affiancato dalla campagna “Ma l’amore non c’entra”, raccontata via web e comunicata anche tramite uni striscione esposto per alcuni giorni all’ingresso della sede della Regione.

E’ stata l’Assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti, durante una conferenza stampa in Regione, ha presentare gli incontri della giornata e gli ultimi dati aggiornati. Con le il Presidente della Commissione regionale per la parità e per i diritti delle Persone Roberta Mori, Presidente del Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Samuela Frigeri, la consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di Pari opportunità Giovanna Martelli e la Presidente della Commissione Anci nazionale Pari opportunità Simona Lembi.

In occasione della giornata presentiamo i dati sulla violenza - ha spiegato Emma Petitti - che raccontano di 3301 donne seguita dai centri dell’Emilia-Romagna. Tra queste, 2978 hanno subito una violenza, nell’80% dei casi si tratta di donne con figli che hanno subito violenze in contesti familiari, intimi, e quasi nel 36% di donne straniere. Per combattere questo fenomeno abbiamo messo in campo una rete che riunisce le istituzioni, i servizi socio-sanitari dei Comuni, le associazioni, le forze dell’ordine e stiamo lavorando anche sull’aspetto fondamentale dell’educazione e dell’informazione –  e continua -  così come va avanti il lavoro per il piano regionale contro la violenza alle donne, che a breve presenteremo, e che servirà a consolidare il sistema dei centri antiviolenza territoriali, a sostenere la prevenzione e a istituire un monitoraggio costante attraverso il nuovo osservatorio regionale”.

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Prevenzione, cultura, alleanze forti e solide sono la base per la costruzione di politiche di contrasto alla violenza - ha sottolineato Roberta Mori - e per creare un fronte compatto, tale da sradicare questo fenomeno odioso. In qualità di coordinatrice degli organismi di parità delle Regioni, sto lavorando ad un Accordo con il Dipartimento pari opportunità del Governo, che potenzi l’intervento in materia di lavoro, contrasto alla violenza e piena attuazione della Convenzione di Istanbul mediante una legge quadro nazionale. In occasione del prossimo 25 novembre faremo insieme un altro passo confrontandoci e discutendo in particolare del ruolo e dell’importanza dell’educazione alla parità, partendo dai giovanissimi e dagli adolescenti”.

La Regione sostiene il lavoro e monitora l’attività dei centri antiviolenza e la realtà delle donne accolte e assistite. In collaborazione con il Coordinamento dei centri dell'Emilia Romagna, ed in occasione della giornata del 25 novembre, pubblica ogni anno l’aggiornamento di due Quaderni che fotografano l’attività dei centri ed i dati sul femicidio, raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, sulle vittime di questa forma estrema di violenza.

Le pubblicazioni sono consultabili e scaricabili nel sito http://parita.regione.emilia-romagna.it/violenza.

Nel 2015, a seguito dei finanziamenti nazionali del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, la Regione ha ripartito 1,2 milioni di euro tra i Comuni sedi di case e centri antiviolenza: sia per finanziare o ampliare servizi già operativi (854 mila euro) sia per sostenere l’apertura di nuovi centri o case rifugio (346 mila euro).

Nel 2014, dopo l'approvazione delle linee di indirizzo per l'accoglienza di donne vittime di violenza, è stato stanziato dalla Regione un fondo di 500 mila euro per la diffusione delle medesime e per la formazione degli operatori.

Tra gli obiettivi prioritari dell’azione della Regione contro la violenza, vi è l’attenzione alla formazione, informazione e sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni.

Pubblicato in Cronaca Emilia

A Bobbio (Pc) un vernissage per 899 opere d'arte. Una straordinaria collezione inaugurata alla presenza del presidente della Regione Stefano Bonaccini. Quadri e sculture donati da Rosa Mazzolini e sistemati per la fruizione grazie a un contributo della Regione Emilia-Romagna. -

Piacenza, 24 novembre 2015 -

Una straordinaria collezione d'arte che grazie al contributo della Regione ora è disponibile per la libera fruizione. Si tratta della collezione Mazzolini, che comprende 899 opere, fra cui 872 quadri e 27 sculture, firmate da nomi di rilievo dell'arte del '900. Pezzi unici di grande rilevanza che vanno da Giorgio De Chirico a Massimo Campigli, da Mario Sironi, a Lucio Fontana. Il nuovo spazio espositivo nel museo di San Colombano ospiterà stabilmente le opere "I gladiatori" di De Chirico, "Concetto spaziale" i Lucio Fontana, "L'Opera Astratta" di Piero Manzoni, "I bersaglieri" di Mario Sironi, "I Fiori" di Filippo De Pisis e le sculture in terracotta di Luigi Scanavino e "Il Cristo sulla Croce" di Lucio Fontana; le altre ruoteranno ogni 4 mesi.

All'inaugurazione di ieri mattina a Bobbio, in provincia di Piacenza, il presidente della Regione Stefano Bonaccini. La collezione è' stata donata da Rosa Mazzolini alla Diocesi di Piacenza dieci anni fa, ma solo negli ultimi mesi si è reso possibile collocare in ambienti adeguati anche grazie alla Regione Emilia-Romagna, che ha contribuito con 47.000 euro.

 

Pubblicato in Cultura Piacenza

Nella Giornata contro la violenza sulle donne, un dibattito e una pièce teatrale a tema al Teatro del Cerchio di Parma: il "Barbablù" dei Fratelli Grimm è attuale più che mai. La partecipazione, all'incontro e allo spettacolo, è libera e gratuita. -

Parma, 24 novembre 2015 - di Cristina Pedretti -

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre, il Teatro del Cerchio di via Pini proporrà due importanti momenti di riflessione: alle ore 20.30 l'incontro "Relazioni pericolose: quando l'amore diventa criminale", alla presenza delle autorità cittadine e di esperti che tratteranno di questo drammatico quanto attuale tema, e a seguire la rappresentazione di "Barbablù – storia di quotidiana violenza", spettacolo con Gabriella Carrozza, Mario Aroldi e Paola Ferrari, per la regia di Mario Mascitelli. Il terrificante Barbablù inventato dai Fratelli Grimm, uxoricida seriale, diventa l'emblema della violenza, sia fisica che psicologica, perpetrata sulle donne: sono dei Barbablù quei mariti, fidanzati, amanti, presunte figure amorose, che svelano invece una natura crudele e implacabile e, infliggendo abusi continui, arrivano a distruggere la dignità e l'identità stessa delle loro compagne. Uno spettacolo teatrale di forte denuncia e di grande impatto emotivo, che racconta di una vicenda, come espresso nel titolo, tragicamente quotidiana. La partecipazione, all'incontro e allo spettacolo, è libera e gratuita.

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Questa settimana è andato in onda l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, il programma che lo ha consacrato. Ma Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, non è un prodotto televisivo, è un professionista che da sempre lavora con passione, dedizione  e serietà. Ecco cosa ha raccontato...

- Di Chiara Marando – 

Sabato 21 Novembre 2015 -

E’ uno dei volti televisivi del momento, apprezzato, criticato, ma mai comunque ignorato. Lui è Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, un professionista fuori dal comune, fonte di interesse e curiosità per quel suo essere schietto, a volte irriverente, per il suo modo di esprimersi genuino che si distacca dal classico linguaggio ed atteggiamento tipici del piccolo schermo. Gabriele è uno chef non convenzionale, un esperto di cucina che ama interfacciarsi con la gente piuttosto che chiudersi dietro i fornelli, un uomo che ha scelto la sua strada vivendo di continue scoperte.

Oggi ha raggiunto il successo, proprio questa settimana è andato in onda su DMAX l’ultimo Best Of di “Unti e Bisunti 3”, la trasmissione che lo ha consacrato e che rappresenta buona parte del suo essere e della sua ironia.

Ma Chef Rubio com’è nato? E’ lui stesso a raccontarci i suoi primi anni di pratica ed il percorso che ha intrapreso.

Gabriele proviamo a partire dall’inizio. Quando hai cominciato a renderti conto che la cucina ti attirava, che rappresentava per te una vera passione da seguire? Qualcuno o qualcosa ti ha ispirato?

Penso si possa definire quasi genetica. Non credo che il fattore sociale o le influenze esterne abbiano avuto particolare valore, ma penso piuttosto che sia il mio modo di dare, di esprimermi e donarmi agli altri con quello che più mi rappresenta. Ognuno trova spontaneamente il proprio mezzo, il mio è stato la cucina.

Tu hai studiato ad ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina, un vero e proprio punto di riferimento per lo studio della cultura gastronomica. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Devo dire che l’aver studiato ad ALMA, anche grazie ad insegnanti molto preparati, mi ha permesso di capire chi ero, cosa volessi veramente e quale strada dovevo prendere, di delineare il tipo di cucina e comunicazione che più era nelle mie corde, ovvero un percorso in solitaria ma sempre affiancandomi a professionisti con i quali confrontarmi e da cui poter apprendere nuove conoscenze.

E come potresti definire la tua “comunicazione” in cucina?

Direi a 360 gradi. Non c’è una vera e propria definizione, non mi piace l’idea di chiudere in una scatola quello che faccio. Il mio modo di comunicare riflette il mio modo di lavorare, un continuo scambio di opinioni, la ricerca, lo studio e la scoperta per riuscire a diversificare senza mai fermarsi.

CHILI

Cos’è cambiato in te da quando sei diventato un personaggio noto?

In realtà non è cambiato molto, io sono esattamente lo stesso anche se, inutile negarlo, i media hanno accresciuto la mia popolarità. Ma ciò che ero prima è esattamente quello che sono adesso. Il fatto che non debba dare retta ad autori  o fare scelte strategiche fa di me una persona più libera, insieme alla consapevolezza che non sono io ad aver cercato tutto questo, ma il contrario. Questo elemento fa la differenza.

Come vivi il tuo lavoro e quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il tuo essere professionista?

Con la massima serietà, impegno e dedizione a scapito della mia vita personale. Io ho avuto la fortuna di rendere quella che era la mia passione un lavoro. Per questo sono estremamente preciso e meticoloso in quello che faccio. Ad esempio, se una sera sono fuori a cena per un evento e potrei festeggiare fino a tarda notte, ma il giorno dopo devo lavorare o registrare, io vado a casa. Quando sono sul lavoro devo dare il massimo, per me ed anche per tutte le persone  che mi aiutano nella buona riuscita di un prodotto. Spesso il pubblico non  si rende conto di quanto sia numeroso il team che opera dietro le telecamere per fare in modo che tutto risulti al meglio, un team che merita il mio totale impegno.

Gli chef stanno acquistano sempre più popolarità, sono diventati i nuovi vip che tutti cercano e che spesso rappresentano dei veri personaggi. La tua figura però è diversa e forse è proprio per questo che risulta estremamente apprezzata dal pubblico. Riesci a creare una sorta di contatto con loro. Che ne pensi?

Non amo mettermi a confronto con i miei colleghi, ognuno ha scelto il proprio modo di essere. Non mi definisco uno chef, io preferisco definirmi una persona e devo dire che non mi piace sentirmi etichettato. Le etichette limitano le possibilità, relegano una persona imbrigliandola in un personaggio da cui non riusciranno a distaccarsi, ed è proprio il modo di comunicare la cucina e gli chef stessi che andrebbe cambiato, sarebbe importante una maggiore umanizzazione. Le persone valgono molto di più del lavoro che fanno.

DMAX CHEF RUBIO CAVA

Il tuo lavoro è un mix tra sperimentazione, curiosità, voglia di scoprire e tanto altro. Ma quanto studio c’è dietro a tutto questo?

E’ uno studio quotidiano. A volte si studia come raccontare un piatto, altre volte come prepararlo e presentarlo oppure come raccontare una storia, anche in situazioni di estrema difficoltà. La cucina è un modo per comunicare e dialogare.

Viaggiare quanto è importante?

E’ assolutamente la prima cosa che si deve fare.

Nel tuo viaggiare, c’è una cultura che ti ha più colpito dal punto di vista gastronomico?

In realtà no, tutte hanno delle caratteristiche uniche che colpiscono, non mi sembra giusto menzionarne solo una e tralasciare le altre. Ed è importante viaggiare proprio perché è l’unico modo per scoprirle ed assorbirle fino in fondo.

In quest’ultimo periodo, complice il SI del Parlamento Europeo, si parla tanto di insetti a tavola, il trend del momento che alcuni tuoi colleghi stanno cavalcando per proporre novità ed incuriosire. Tu come la vedi?

Guarda, dei SI e dei NO a me non è mai importato molto. Quando, a suo tempo, dicevano di non mangiare la “Pajata” io la mangiavo ugualmente perché purtroppo capita spesso che anche in cucina ci siano interessi che vanno oltre la gastronomia. Sicuramente hanno capito che allevare cavallette costa poco e può dare tanto profitto e quindi hanno deciso di muoversi in tal senso, non credo che nasca dall’amore per il gusto o per l’ecosostenibilità. L’insetto va mangiato quando c’è un motivo per farlo, quando è nella propria cultura. Ripeto, la curiosità è importante ma non bisogna cercare delle forzature, preferisco prendere un volo ed andare a mangiare queste cose dove veramente sono parte integrante della tradizione popolare.

Pubblicato in Cultura Emilia

Si inaugura a Parma la mostra della scrittrice-pittrice bolognese Eloisa Guidarelli, da sempre sensibile ai temi delle migrazioni e delle dittature. Ad aprire l'evento una lettura di poesie. La personale sarà esposta nella libreria 'Diari di bordo' per un mese. -

- di Alexa Kuhne -

Parma, 21 novembre 2015 –

In un'epoca di confusione e di informazione disinformata sarebbe corretto cercare occasioni per far chiarezza. La non conoscenza o la conoscenza distorta del problema migrazione è un esempio attualissimo di quanto ci sia ancora da capire su un fenomeno che sta interessando il mondo intero.
Ed è per questo che ci sono artisti e scrittori che si rivolgono a una platea sempre più attenta a temi importanti, che riguardano, oggi più che mai, tutte le comunità, grandi e piccole.
Così, oggi, dalle 18, in una accogliente libreria di Borgo Santa Brigida che si chiama "Diari di bordo", verrà inaugurata la mostra 'Que es la vida?', una personale di tele, acrilici su faesite, dell'artista bolognese Eloisa Guidarelli.
Alla serata d'apertura il progetto visivo sarà accompagnato dalle letture delle due antologie: "Sotto il cielo di Lampedusa - Annegati da respingimento" (Rayuela 2014) e "Sotto il cielo di Lampedusa II - Nessun uomo è un'isola" (Rayuela 2015), a cura del gruppo culturale multiVersi.

"Credo che per una città come Parma sarà un intervento importante – spiega Eloisa Guidarelli -. Sarà un contributo rilevante la testimonianza di un ragazzo del movimento Eritrea Democratica. Sono alla ricerca di qualcuno che possa aiutarci o consigliarci eventuali modi perché queste testimonianze importanti e dal vivo non cadano nel nulla durante una presentazione. C'è molta disinformazione sui migranti, sulle dittature dalle quali fuggono".
Ad Abhram Tesfay del Movimento Eritrea Democratica il compito di portare la sua testimonianza, accanto ai poeti che leggeranno brani dai due lavori che raccolgono testi provenienti da tutto il Paese. Con lui ci saranno Bartolomeo Bellanova, Benedetta Davalli, Okwuchi Uzosike, Pina Piccolo, Met Sembiase, Gaius Tsamo...
" Io sono una pittrice – dice Eloisa -; espongo opere a tema, ma questi sono i miei ideali, e mi interessa che arrivino soprattutto le voci di chi, in prima persona, vive le sofferenze. In fondo, la mia pittura esiste perché è spinta da quella mancanza di diritti umani che colpisce loro e me personalmente".

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Questa sera alle 21 al Teatro Storchi, serata di musica tra big ed emergenti per la finale del Premio Pierangelo Bertoli. Premiati anche Fabi, Bubola e Levante. Dieci cantautori in gara. I quattro finalisti si sfideranno interpreteranno ognuno un brano del repertorio di Pierangelo Bertoli. -

Modena, 21 novembre 2015 -

Sul palco i big premiati: gli Stadio, a cui va il riconoscimento intitolato a Pierangelo Bertoli, Niccolò Fabi, Levante e Massimo Bubbola. Con loro dieci interpreti emergenti del genere cantautoriale selezionati in tutta Italia che canteranno brani loro e di Bertoli davanti a una giuria di qualità.
Questa sera, alle 21, con ingresso libero per tutti dalle 20 fino a esaurimento posti, il Teatro Storchi di Modena ospita la serata finale del Premio Pierangelo Bertoli, dedicato al cantautore con l'appoggio pieno della famiglia e la direzione artistica di Riccardo Benini e del figlio Alberto Bertoli. Presenta Andrea Barbi. Nel segno dell'indiscusso valore artistico di Bertoli, il concorso premia i cantautori che, come è stato per Pierangelo, sono capaci di arrivare al cuore della gente attraverso la musica e i contenuti dei loro testi, l'impegno sociale e la libertà di non uniformarsi alle tendenze di moda e al pensiero dominante.

Va agli Stadio il premio Bertoli 2015, consistente in un'opera creata dallo scultore Dario Brugioni, autore sulla casa natale di Pierangelo Bertoli di un bassorilievo che raffigura il cantautore. L'amatissima band vanta una carriera quasi quarantennale, ricca di successi con 25 Album pubblicati. Il leader Gaetano Curreri, che allo Storchi canterà in duetto con Alberto Bertoli, è autore di hit per i più grandi artisti della musica italiana, come "Un senso" (Vasco Rossi), "E dimmi che non vuoi morire" (Patty Pravo), "Vuoto a perdere" (Noemi).

Altri tre sono i premi, ciascuno identificato con il titolo di una canzone di Pierangelo Bertoli, che saranno consegnati ai big nel corso della serata allo Storchi. Per la sezione "A Muso Duro" sarà premiato Niccolò Fabi, uno dei più raffinati cantautori italiani che vanta successi quali "Costruire", "È non è", "Il Negozio di Antiquariato", ed è reduce dal tour con Daniele Silvestri e Max Gazzè. Il riconoscimento per la categoria "Per dirti t'amo" andrà a Levante cantautrice già tra i finalisti della targa Tenco che vanta più di due milioni di visualizzazioni sul web.
Infine, la targa "Italia d'Oro" andrà a Massimo Bubola, cantautore che ha tra l'altro all'attivo una lunga collaborazione con Fabrizio De Andrè per il quale ha firmato brani come "Don Raffae'" e "Fiume Sand Creek". Per Fiorella Mannoia ha scritto "Il Cielo d'Irlanda".
Per la categoria "Nuovi cantautori", invece saranno in gara dieci artisti, selezionati dal vivo in Circoli e Teatri Arci in tutta Italia: Blindur da Napoli; Icio Caravita da Ferrara; Dante Francani da Teramo; Igi da Vicenza; Salvatore Mazzei da Crotone; Sara Piolanti da Milano; Davide Solfrini da Pesaro; Stefano Testasecca da Teramo; Carlo Valente da Rieti; Fabrizio Zanotti da Torino. Tra i dieci, la giuria composta da professionisti del settore e del mondo della cultura e dei media ne sceglierà quattro che accederanno alla fase finale sempre nella stessa serata, e interpreteranno ognuno un brano del repertorio di Pierangelo Bertoli. Accompagna i finalisti una band composta da musicisti storici di Pierangelo Bertoli, diretta da Marco Dieci. Sarà l'occasione per ascoltare tutti i più grandi successi del cantautore sassolese. Ospite il cantautore Mappo, vincitore Nuove proposte al Premio Lunezia 2015.

Il Premio per il vincitore dei Nuovi cantautori, consiste in un riconoscimento in denaro di 1.500 euro, oltre alla partecipazione in qualità di ospite a programmi televisivi e a manifestazioni di prestigio che si svolgeranno in Italia nel 2016.
Il Premio Bertoli è organizzato dalla associazione culturale Montecristo, con il patrocinio dei Comuni di Modena e di Sassuolo, la collaborazione di Arci nazionale circuito musicale, Arci real, Arci Modena, con sostegno di Bper banca.
Gli organizzatori ringraziano anche R&S&C Comunicazione e Marketing, Cantine Riunite & CIV Pignoletto Righi - REC Taglio e rettifica piastrelle.

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Un giallo che comincia sotto al torrione occidentale del Palazzo Ducale: siamo nella Modena del 1860, tra dubbi, incertezze, interessi, odio, paura per il futuro e nostalgia per l'ancien régime. Domani pomeriggio alla libreria Emily Bookshop di Via Fonte d'Abisso, 11, a Modena, la presentazione del romanzo. -

Modena, 21 novembre 2015 -

Domani, domenica 22, alle ore 16,30, la libreria Emily Bookshop di Via Fonte d'Abisso, 11, a Modena, ospita la presentazione del romanzo Il Grido della verità, ultima fatica letteraria di Gabriele Sorrentino. Nel suo romanzo, Sorrentino ci accompagna nella Modena del 1860 che da pochi mesi ha smesso di essere capitale, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano con quelle di personaggi reali del Risorgimento modenese. Un giallo che comincia sotto al torrione occidentale del Palazzo Ducale, dove un tempo si trovava la Fonte d'Abisso e che svelerà una città sotterranea, celata dietro le eleganti facciate dei palazzi dell'antica capitale Estense.

Interesse, Odio, Ansia. Sono questi i sentimenti che albergano a Modena nel 1860, dopo che i plebisciti hanno consegnato la città al nuovo Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia e il governo provvisorio di Luigi Carlo Farini ha emarginato gli intellettuali fedeli al Duca Francesco V d'Austria Este in esilio dal giugno 1859. In questo clima i modenesi attendono il 4 maggio, data fatidica quando Vittorio Emanuele II giungerà in città, in treno, per visitare i suoi nuovi sudditi. Mentre fervono i preparativi per la visita del Re nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 aprile la Guardia Nazionale rinviene un cadavere nella piazza antistante il Palazzo Ducale. La vittima, un patriota, è adagiato come in croce con cucito in bocca un ritaglio di giornale. Un rituale inquietante che spinge le autorità modenesi a chiedere aiuto a Torino: il Re sta arrivando, la città è in subbuglio e si teme per la sicurezza del sovrano. Il Governo manda in città Urbano Platini che fingendosi un giornalista dovrà indagare sull'omicidio e sulla fedeltà della città alla Causa. Comincia così una frenetica caccia all'uomo dove personaggi di fantasia interagiscono con altri realmente esistiti per offrire uno spaccato realistico della città in un periodo cruciale della sua storia.

Emily Bookshop – Via Fonte d'Abisso, 9/11 – 41121 Modena - www.emilybookshop.it 

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Sei appuntamenti da novembre ad aprile per bambini e ragazzi. Inaugura la Stagione di Teatro Ragazzi al Teatro Europa promossa da Comune di Parma, Provincia di Parma, Regione Emilia-Romagna che si svolgerà da novembre ad aprile nello spazio di Via Oradour. -

Parma, 21 novembre 2015 -

Primo appuntamento è con i jazzisti di ParmaJazz Frontiere 2015 e le musiche più belle dei Cartoons, domani, domenica 22 novembre (ore 16.30) con "do-re-mi-fa di-se-gna-re", secondo appuntamento del progetto musicale che il Festival ParmaJazz Frontiere dedica ai più piccoli nel proprio ventennale (consigliato ai bambini dai 6 anni in su), eseguito da Giulia Crespi (voce), Gabriele Fava (sassofoni), Roberta Baldizzone (pianoforte), Giacomo Marzi (contrabbasso), Oscar Abelli (batteria e percussioni), e con la partecipazione speciale di Gianluca Foglia "Fogliazza" (matite).
Dalle matite di Walt Disney a quelle di Fogliazza, le colonne sonore dei più bei film d'animazione sono proposte ai bambini riarrangiate in chiave jazz, accompagnate dal tratto di un disegnatore che si diverte a ritrarre in forma antropomorfa gli strumenti che vivono sul palco. Ai piccoli si propone un'esperienza ludico-formativa che non si esaurisce alla fine dello spettacolo: si parte da un'esecuzione dal vivo di melodie note che aprono progressivamente a una trasformazione, per finire con la presentazione degli strumenti musicali e delle loro funzioni orchestrali in un incontro aperto con i bambini, che possono osservare gli strumenti da vicino, toccarli, soddisfare ogni curiosità.

L'anno nuovo si apre domenica 17 gennaio (ore 16.30) con Teatroperdavvero che presenta "Re tutto cancella. Ovvero come nacquero le parole" di e con Marco Cantori, video e suoni Diego Gavioli, musiche Marco Cantori e Diego Gavioli (per bambini dai 4 anni).
La storia è quella di un principe bambino che non aveva voglia di andare a scuola: numeri, note, lettere e figure per lui erano solo seccature, troppo difficili e complicate. Le odiava proprio con rancore e promise vendetta dal profondo del suo cuore, promise che se fosse diventato grande, avrebbe mangiato tutte le scritte. "Re tutto cancella" è uno spettacolo dedicato ai bambini che stanno per scoprire o hanno appena scoperto l'universo delle lettere, dei numeri, delle figure geometriche e delle note.

Venerdì 19 febbraio (ore 21.15) la Ditta Alesse Argira presenta "Kitchen Stories #1: Tutto l'amore è clandestino" (per bambini dai 10 anni di età), finalista al premio Scenario 2015, di Barbara Alesse e Ernesta Argira, con Ernesta Argira, regia Barbara Alesse.
Lo spettacolo parla di una ricetta di cucina, perché ai suoi protagonisti piace mangiare. E il cibo, si sa, si lega bene all'amore. L'amore nasce in silenzio, al buio, non lo si vuole riconoscere, non lo si vuol fare entrare perché ci fa paura. Tutto l'amore è clandestino, e poi piano piano prende residenza dentro di noi, ottiene la cittadinanza nelle nostre vite. L'amore è ancora più clandestino quando a provarlo è un clandestino. E. e M. si sono innamorati ma la Bossi-Fini toglie qualsiasi semplicità e così due persone "normali" iniziano a frequentare questure, prigioni, avvocati. Fanno quello che hanno visto solo nei film: fughe dalla polizia, travestimenti, latitanze. Subiscono perquisizioni, notti in cella, le manette. Eppure M. è un tornitore e E. è un'attrice. Il problema è che alla loro ricetta d'amore manca un ingrediente, rinchiuso in un barattolo: è trasparente, è insapore. Ma in quel barattolo c'è tutto: la possibilità di litigare e di lasciarsi, la possibilità di andare a cena fuori, di lavorare, di fare un viaggio dove ci piace.

E' liberamente ispirato alla celebre favola di Andersen, domenica 13 marzo (ore 16.30) lo spettacolo di Europa Teatri, per bambini dai 3 anni di età, "L'Acciarino magico", con Bernardino Bonzani, testo Ilaria Gerbella e Bernardino Bonzani, regia Ilaria Gerbella.
Tutto ha inizio quando un giovane soldato, di ritorno dalla guerra, incontra una vecchia strega seduta sotto un albero. La donna gli chiede di entrare nella cavità dell'albero per recuperare un vecchio acciarino a lei appartenuto un tempo, il giovane accetta. È da questo incontro che il giovane si troverà coinvolto in una serie di avventure che lo trasporteranno in un mondo fantastico.

Sempre Europa Teatri presenta sabato 9 aprile (ore 21.15) e domenica 10 aprile (ore 16.30) "I viaggi delle bambine" di e con Chiara Rubes e Franca Tragni, consigliato ai bambini dai 6 anni. Uno spettacolo itinerante in cui si celebra la libertà e il coraggio femminile attraverso i racconti dei viaggi di alcune eroine bambine presenti nella letteratura per ragazzi e frutto della fantasia delle autrici: in scena gli spettatori ritroveranno gli amati personaggi di Elisabeth Ulla ed Elvira Parolona che prenderanno per mano le bambine e i bambini e faranno loro rivivere le avventure di queste straordinarie figure di giovani durante il loro cammino di crescita, fra cui Alice alle prese con il Cappellaio matto o la saggia Vassilissa alla ricerca del fuoco, fino a portare a loro volta ai più piccoli i doni di intelligenza e tenacia, coraggio e allegria che possano aiutarli a maturare, sottolineando come la differenza e le diversità possono essere la chiave per la realizzazione di sé e del proprio posto nel mondo.

E' ispirata alla vita del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992 nell'attentato di Capaci, lo spettacolo del Teatro dell'Orsa "Giovanni Falcone: un uomo", scritto, diretto ed interpretato da Bernardino Bonzani e Monica Morini, accompagnati al pianoforte da Claudia Cattellani, in scena sabato 30 aprile (ore 21.15), per bambini dai 10 anni in su.
Sostenuta dalla musica al pianoforte di 'Cavalleria Rusticana' di Pietro Mascagni e dai brani di Astor Piazzolla, la narrazione si muove vibrante sulle parole pronunciate da Falcone e dai testimoni che lo hanno conosciuto: il suo impegno, le vittorie e le sconfitte. Le mosse della "battaglia" dal palazzo di giustizia, u palazzu, contro il mostro, il carciofo, Cosa Nostra. La macchina del fango: le difficoltà, il sospetto che lo circonda e crea discredito intorno alla sua azione indomita, coraggiosa, costante. La strage di Capaci ferma lui e la sua scorta, ma non le sue idee. Falcone non è soltanto un magistrato che lotta contro la mafia, ma un uomo delle istituzioni che crede fermamente nei valori della democrazia e della legalità.

Al termine di alcuni spettacoli, si svolgeranno gli incontri sulla fiaba "Ti racconto la vita", a cura dall'antropologa Antonella Azzali: 'L'arte di crescere' (domenica 13 marzo ore 17.45) e 'Femminile in viaggio' (domenica 10 aprile ore 17.45).

Prezzo biglietti: 8,00 Euro adulti - 6,00 Euro ridotto bambini
Kitchen Stories | Giovanni Falcone
intero 10 Euro – ridotto 8 Euro (under 18-over 65)

Info e prenotazioni
Europa Teatri, Via Oradour 14 – Parma, Tel. 0521-243377
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 
www.europateatri.it 

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Un classico del teatro musicale, che per la terza volta arriva in Italia, con una veste totalmente rinnovata e un impatto sull'audience che lascia il segno. La Compagnia della Rancia è in scena sino al 22 novembre, al Teatro della Luna di Milano, con il celebre musical Cabaret. -

Parma, 17 novembre 2015 - di Pietro Razzini -

La Compagnia della Rancia torna a calcare le scene di Milano su uno dei palchi a loro più cari. Siamo al grande Teatro della Luna dove, dal 12 al 22 novembre, il celebre musical Cabaret è in scena. In sala, forse, non si è totalmente consci dello spettacolo all'interno del quale il pubblico sarà catapultato. L'atmosfera che, col passare dei minuti viene a crearsi, è sempre più coinvolgente, spesso cupa, pregna di simbolismi e significati. È un nuovo Cabaret, con un cast di altissimo livello e una regia che fa scelte coraggiose, andando ad esplorare la profondità dei personaggi.

LO SPETTACOLO - Basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, insieme alle musiche di John Kander, Cabaret è un classico del teatro musicale. Arriva al grande pubblico grazie al noto film del 1972 con Liza Minelli e da quel momento fa il giro del mondo. Il regista Saverio Marconi lo porta in tour in Italia per la terza volta, con una veste totalmente rinnovata e un impatto sull'audience che lascia il segno. Complice anche un cast dalla eccezionale intensità interpretativa e doti vocali che fanno la differenza. Un mix di elementi ben studiato fino al finale...che anche nella finzione si desidererebbe cambiare.

LA TRAMA - Berlino, primi anni '30, poco prima dell'ascesa del III Reich. Cliff (Mauro Simone) è un giovane romanziere americano in cerca di ispirazione in Europa. In un luogo singolare e piuttosto trasgressivo, il Kit Kat Klub, incontra Sally Bowles (Giulia Ottonello) con la quale inizierà una relazione appassionata e tempestosa. Piano piano l'ombra del nazzismo diventa una realtà sempre più invadente che cerca di essere dimenticata all'interno del Kit Kat Klub, animato dal Maestro di Cerimone (Giampriero Ingrassia), ma invano. Si intrecciano, nel contempo, le storie di diversi personaggi sullo sfondo di una Germania sempre più hitleriana.

IL CAST - Giampiero Ingrassia, Giulia Ottonello, Mauro Simone, bastano questi tre nomi a destare l'attenzione; ma l'intera Compagnia della Rancia lascia pienamente soddisfatti i partecipanti durante le oltre due ore di show, alcuni dei quali definiscono questo nuovo Cabaret, uno dei loro musical più riusciti. Cinque i ballerini in scena con le seduttive coreografie di Gillian Bruce e le scenografie, essenziali ma ben studiate, sono di Gabriele Moreschi e Saverio Marconi. Musiche rigorosamente dal vivo.

Uno show forse meno pop, ma di certo da 10 e lode per l'esplorazione registica e la riuscita in scena. Tutto questo è Cabaret.

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Martedì, 17 Novembre 2015 11:31

Premio Mercanteinfiera 2015 a 10 Corso Como

Premio Mercanteinfiera 2015 assegnato dalle Fiere di Parma a 10 Corso Como, il primo concept che ha instaurato un dialogo tra cultura e socialità, sinonimo di stile in tutto il mondo e luogo irrinunciabile per Milano. Uno spazio multifunzionale in cui perdersi tra la galleria, lo store, il bookshop, il caffè, e il 3 Rooms Hotel, vero e proprio microcosmo dove arte, moda, fotografia e design si incontrano e si influenzano. -

Parma, 17 novembre 2015 -

10 Corso Como crocevia di moda, design, fotografia e arte. Luogo nevralgico di contaminazione culturale ed estetica con la libreria, la galleria di fotografia, la moda e il design. Carla Sozzani ispiratrice e anticipatrice di gusti che ha firmato un cambiamento epocale nella storia del nostro costume.

Sono queste le premesse che hanno portato la giuria del Premio Mercanteinfiera assegnato ogni anno dalle Fiere di Parma a scegliere 10 Corso Como, fondato a Milano, nel 1990 da Carla Sozzani, come vincitore del premio 2015.

Il riconoscimento, giunto quest'anno alla sua terza edizione, è stato assegnato il 10 novembre presso l'Assessorato alla Cultura del Comune di Parma. Presenti in sala: Antonio Cellie Amministratore Delegato di Fiere di Parma, Ilaria Dazzi, Brand Manager di Mercanteinfiera, Pierluigi Spagoni Responsabile Marketing di Fiere di Parma, questi ultimi membri della Commissione giudicante - insieme a Fabio Castelli Direttore di Mia Fair, Simona Riva de Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell'Università di Parma, Silvia Evangelisti dell'Università di Bologna e Laura Ferraris, Assessore alla Cultura del Comune di Parma.

Una scelta, quella di premiare 10 Corso Como e la Galleria Carla Sozzani legata alla declinazione che questa "icona del fashion world italiano" ha saputo dare della concezione stessa di arte: non solo business ma anche vera e propria filosofia di vita, best practice del panorama internazionale.

10 Corso Como è il primo concept che ha instaurato un dialogo tra cultura e socialità, sinonimo di stile in tutto il mondo e luogo irrinunciabile per Milano. La «rivista vivente» di Sozzani in cui si può trascorrere un'intera giornata: non solo spazio multifunzionale in cui perdersi tra la galleria, lo store, il bookshop, il caffè, e il 3 Rooms Hotel ma un vero e proprio microcosmo dove arte, moda, fotografia e design si incontrano e si influenzano.

E se ai nostri giorni questa contaminazione è la norma, questo lo si deve anche al coraggio e alla capacità visionaria di Carla Sozzani la cui Galleria, con oltre duecento mostre dedicate ai maestri storici della fotografia in venticinque anni, ne è la narrazione più autentica. Situata al primo piano all'interno di un cortile di un ex edificio industriale tipico dell'architettura milanese è dedicata alla fotografia, all'arte, al design e all'architettura. Dal 1990 la Galleria ha presentato oltre 200 mostre di fotografi di fama internazionale tra i quali: Helmut Newton, Annie Leibovitz, Bruce Weber, Bert Stern, Sarah Moon, Paolo Roversi, David Bailey, Hiro, David LaChapelle, Erwin Blumenfeld, Jacques Henri Lartigue, Francesca Woodman.

«Abbiamo voluto premiare - afferma Ilaria Dazzi Brand Manager di Mercanteinfiera - 10 Corso Como. Più che uno spazio un "magazine virtuale" che incarna perfettamente la capacità visionaria di Carla Sozzani. Un modello di retail ed estetica che mixando creatività e sperimentazione ha saputo unire linguaggi lontani, arti differenti in un messaggio unico. Una contaminazione tra i generi che vuole essere sempre di più, nel futuro, la cifra distintiva della nostra kermesse. Mercanteinfiera».

Pubblicato in Cultura Emilia
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