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BOLOGNA, 4 gennaio 2020 - "Ancora una volta il Pd utilizza le istituzioni come cosa propria. E il comizio del mio avversario Pd, oggi a Medesano, è finito addirittura in diretta sulla pagina Facebook del Comune, in barba alla par condicio e alle indicazione del Corecom dell'Emilia-Romagna, del 3 dicembre scorso. Le istituzioni sono di tutti, liberiamole dall'arroganza di questa sinistra che usa la Regione e i Comuni come fossero la segreteria di partito. Ci vuole rispetto per la legge, per i cittadini, per la democrazia".

Così Lucia Borgonzoni, candidata alla presidenza della Regione, annunciando un'interrogazione al governo sul caso della diretta Facebook sulla pagina social istituzionale del Comune di Medesano, nel corso dell'incontro elettorale del Pd di oggi

(Foto Francesca Bocchia - Novembre 2019)

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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 06 Ottobre 2019 09:10

Cornuti e mazziati!

L’embargo russo, voluto dagli USA, è ora premiato con 7,5 miliardi di dollari di dazi statunitensi. Ma a quanto are c’è da essere soddisfatti. È talmente poca la preoccupazione nella maggioranza che i loro leader pensano alle elezioni, allo Jus Culturae e a far votare i sedicenni.
  
di Lamberto Colla Parma  6 ottobre 2019 -

Ma quale segno di stima! Alla vigilia di della visita del Segretario di stato Mike Pompeo, la diplomazia statunitense aveva dichiarato di non veder l’ora di lavorare con il Governo Conte Bis.

Ed ecco che, le coincidenze casuali sono beffarde, appena l’omone di origine abruzzese mette piede il Italia, il WTO annuncia di dare applicazione ai dazi statunitensi richiesti da Donald Trump a fronte degli aiuti illegali concessi a AIRBUS da parte della UE ben 15 anni fa, utili a favorire lo sviluppo e lancio di alcuni suoi modelli (A380 e A350).

Benissimo, soprattutto a fronte della reale motivazione della visita nel Bel Paese, orientata più a ricevere confidenziali informazioni dai nostri 007 circa l’Ucraina Gate che sta opprimendo Trump, che a cominciare un proficuo lavoro con i giallo rossi.cornuto-e-mazziato.jpg

Quindi, non paghi di averci obbligati all’embargo russo in seguito a una crisi generata dalla NATO, gli USA colpiscono pure l’Italia per il solo torto di appartenere a questa UE che non è più parente con quella degli albori, nonostante non si faccia parte del consorzio franco-tedesco-britannico dell’AIRBUS.

Ma, come la maggior parte degli intervenuti al dibattito hanno sostenuto, “siamo tra quelli che sono stati meno colpiti dai dazi”.

Chi si accontenta gode, recita un saggio detto popolare.

Il costo non sarà tanto salato, chi dice che sarà mezzo miliardo e chi un miliardo o forse un po’ di più ma tanto, visto che siamo nelle spese e con la lista delle coperture da completare per la finanziaria, oggi chiamata DEF (documento di Economia e Finanza), aggiungere un miliardino ai 29 previsti è roba di poco conto.

L’importante è invece pensare bene a come si andrà a votare e soprattutto chi avrà quel privilegio.

E qui si capisce come il PD, ex Ulivo, ex DS, ex PDS, ex PCI, sia veramente ossessionato dalle elezioni.
In questi frangenti drammatici per i nostri prodotti ambasciatori del made in Italy agroalimentare ecco che i vertici della sinistra tradizionale (posto che il M5S sembra ormai anch’esso tutto schierato a sinistra) tamburellano su due questioni assolutamente prioritarie per il Paese:


- l’apertura delle urne ai sedicenni;

- lo Jus Culturae (una variante giovanile e dotta dello Jus Soli che passa attraverso l’istruzione scolastica). Secondo gli ultimi dati della Fondazione Leone Moressa, sono circa 166 mila i ragazzi stranieri che hanno completato almeno cinque anni di scuola in Italia e che sarebbero dunque interessati dallo “ius culturae”.

166.000 voti da giovani stranieri che si andrebbero ad aggiungere a circa 1,5 milioni di 16 e 17enni la maggior parte dei quali voterebbero per la sinistra, almeno stando all’antico detto popolare che si “nasce comunisti e si muore fascisti” e le elezioni son belle che vinte!

“Annamo bene”, direbbe la Sora Lella.

 

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Editoriale: - PD in estasi! Adesso al lavoro, c'è un partito da ricostruire. - Lattiero caseari. Grana e Parmigiano stabili - Cereali e dintorni. Mercati stanchi condizionati quasi esclusivamente dal cambio - Parmigiano Reggiano: il "prodotto di montagna" protagonista a Pitti Taste (Firenze 9-11 marzo) - SIMA vari - Meccanizzazione: le sfide a tutto tondo per accaparrarsi il futuro -

SOMMARIO Anno 18 - n° 10 10 marzo 2019
1.1 editoriale
PD in estasi! Adesso al lavoro, c'è un partito da ricostruire.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Grana e Parmigiano stabili
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Grana e Parmigiano stabili. GRAFICI TENDENZA.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stanchi condizionati quasi esclusivamente dal cambio
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tendenze
5.1 concimazioni mais Mais: concimare bene per raccogliere meglio
5.2 parmigiano reggiano eventi Parmigiano Reggiano: il "prodotto di montagna" protagonista a Pitti Taste (Firenze 9-11 marzo)
6.1 fiume po Destinazione Po: a Parma giovedi' 7 marzo l'autorità presenterà il piano strategico.
7.1 viabilità Emilia - Lombardia Ponte Verdi in peggioramento
8.1 SIMA Paris Machine de l'Année 2019: tutti i vincitori
9.1 Meccanizzazione e eventi Nuovo calendario fieristico della meccanizzazione agricola? L'asse franco-tedesco non la spunta
9.2 Meccanizzazione e eventi Meccanizzazione: le sfide a tutto tondo per accaparrarsi il futuro.
10.1 nomine Parmigiano Reggiano: Carlo Mangini nuovo direttore marketing
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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Forza al lavoro. Una opposizione intelligente e collaborativa sarebbe indispensabile a quest'Italia senza idee. Speriamo che "voltiamo pagina" non resti solo uno slogan.

di Lamberto Colla Parma 08 marzo 2019 -

Finalmente è stato eletto il nuovo portabandiera del PD. Un evento, quello delle primarie, che altro non è che un modo per attrarre l'attenzione mediatica su di un partito che, se non avesse una pseudo dialettica interna, almeno nelle occasioni delle primarie, desterebbe interesse pubblico prossimo allo zero.

Meglio di Sanremo. Se per l'evento canoro sono state soprattutto i canali RAI a occuparsene, per le primarie del PD tutti i canali se ne sono interessati come se fosse una gara elettorale al punto che, forse per un certo momento, lo stesso Zingaretti ha creduto di essere diventato premier.

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"...sono numeri che Matteo Salvini si sogna..." è stato il commento entusiasta del presidente del PIDDI Matteo Orfini, all'indomani del risultato "pseudo elettorale" che ha visto alternarsi 1,5 milioni di sostenitori ai gazebo sparsi in tutta Italia.

La cosa buffa è che mentre i tre candidati si alternavano su tutti palcoscenici dei talk show contribuendo a dare visibilità a un partito quasi devastato, Matteo Salvini cresceva nei sondaggi e con il Centro destra andava alla conquista delle prime regioni.
Mentre Salvini guadagna consenso, nonostante sia al Governo e venga insultato quotidianamente, piuttosto che inquisito o insignito delle più grandi malefatte, il PD si esalta della partecipazione, meno nutrita della storia delle primarie.

Furbescamente, alla vigilia dell'evento, i candidati si erano preoccupati di dichiarare che sarebbe stato un successo se si fossero presentati ai "pseudo-seggi" un milione edi persone, praticamente meno di 1/3 di quelli che andarono alla prima edizione.
Infatti, nel 2007, quando nacque il partito e fu eletto segretario Walter Veltroni, votarono 3,5 milioni di persone; nel 2009, quando vinse Pier Luigi Bersani, i votanti furono 3,1 milioni (stesso numero per le primarie di coalizione che si tennero nel 2012); furono 2,8 milioni nel 2013, e 1,8 milioni di voti nel 2017, quando Renzi vinse di nuovo.

Insomma, alla fine è stato un ottimo evento mediatico, ma che non venga promosso come un esercizio di democrazia da imitare, come vorrebbero far credere.

Innanzitutto i controlli ai pseudo seggi non sono né codificati e nemmeno certificati e i "due euro" necessari per partecipare alle spese sono senz'altro utili alla causa ma di cattivo gusto e per certi versi discriminanti.

"Oggi è avvenuto, - è il commento del neo segretario Zingaretti - come noi avevamo auspicato, un grande fatto politico: non sono state solo le primarie del Partito Democratico, sono state le primarie per l'Italia. E questo è un fatto molto importante che riaccende una grande speranza per il futuro. Una marea di persone, centinaia di migliaia di persone, anche fuori di noi, si sono fidate di noi. E noi saremo degni di questa fiducia, faremo di tutto per esserne degni, perché quanto è avvenuto conferma che noi queste primarie, questa scelta di democrazia è diventata per tante e per tanti la scelta più generale di difesa di un futuro migliore possibile. Io penso ai delusi, a coloro che non sono andati a votare un anno fa e che oggi erano in fila ai gazebo, a quelli che si sono allontanati.".

Comprensibili gli entusiasmi ma dichiarare che quelli che nel 2017 non si erano presentati perché delusi e domenica scorsa invece erano in fila è una affermazione un po' esagerato considerando che il flusso era inferiore o tutt'al più uguale alle ultime elezioni renziane.

La propaganda è finita! E' ora di lavorare e fare sul serio.

Quindi, passi il titolo di studio di Zingaretti che dovrebbe essere del medesimo livello della Ministra Fedeli, è venuto il tempo di scalare gli elettori, quelli veri che il PD per ora ha perduto ma che molti nostalgici che vorrebbero rientrare in un partito carico d'orgoglio e dignità.

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Alla festa del Partito Democratico ci saranno tanti grandi nomi della musica italiana e della scena indipendente. Spazio anche alla comicità di Giuseppe Giacobazzi e Max Giusti. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito, a eccezione del concerto di Alex Britti (ingresso 15 euro + prevendita).

Reggio Emilia, 18 luglio 2014 – di Ivan Rocchi

Bluvertigo, Arisa e Alex Britti, ma anche Max Giusti e Giuseppe Giacobazzi. I nomi dei big che animeranno l'edizione 2014 di FestaReggio-Festa provinciale dell'Unità, in programma al Campovolo di Reggio Emilia dal 21 agosto al 14 settembre, sono stati svelati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa organizzata dal Pd locale.

Musica e spettacolo insomma, come da tradizione, per un programma realizzato in collaborazione con Arci Reggio Emilia. E sarà la giovane Arisa a scendere per prima nell'Arena (concerti, s'intende) il 27 agosto, quando presenterà in concerto gratuito l'ultimo album "Se vedo te", contenente l'omonimo singolo di successo e l'ultima vittoria sanremese "Controvento". Ovviamente ci saranno anche i brani più famosi, come "Sincerità" e "Malamorenò", riarrangiati per l'occasione.

Il 6 settembre a Festareggio sarà invece il turno di un cantautore romano, che però è anche uno dei più bravi chitarristi italiani in circolazione. Stiamo parlando, ovviamente, di Alex Britti. Mentre il 10 settembre sarà momento revival: grande ritorno per i Bluvertigo, che torneranno a suonare insieme a 15 anni dallo scioglimento della band. Si tratta di una delle poche occasioni per ascoltare dal vivo il loro pop/rock a cavallo tra Depeche Mode, Duran Duran e David Bowie.

Musica, ma anche spettacolo e tanta comicità caratterizzeranno quest'edizione di FestaReggio con una serie di serate che avranno come protagonisti, tra gli altri, Giuseppe Giacobazzi (2 settembre), che a Reggio presenterà lo spettacolo "Del mio meglio", vent'anni di monologhi in puro stile romagnolo, e Max Giusti (26 agosto), con la sua celebre galleria di personaggi e imitazioni e la supermaxband. Il programma del buon umore sarà completato da altri artisti che presto saranno resi noti.
Un evento tutto particolare, invece, sarà dedicato a Roberto Freak Antoni, il cantante del gruppo rock demenziale Skiantos, scomparso nel febbraio scorso. Una due giorni che il 13 settembre vedrà protagonista proprio la sua storica formazione, e una seconda serata di musica, parole e immagini, ancora da definire in calendario, dove la compagna di Freak, la pianista Alessandra Mostacci, si esibirà in duo con Sofia Buconi.

E non mancherà l'attenzione ai gruppi reggiani, dai Rio (12 settembre) alla presentazione in esclusiva di "Emilia Parabolica" (11 settembre). Il progetto di Massimo Zamboni includerà Angela Baraldi, l'ex CCCP Fatur, la partecipazione straordinaria di Modena City Ramblers, Mara Redeghieri degli Ustmamò, Daniele Carretti e Max Collini degli Offlaga Disco Pax. Tanti anche i gruppi indipendenti in programma, come i Quintorigo con "Quintorigo Experience", tributo a Jimi Hendrix (4 settembre). A chiudere il programma, infine, i tributi a Bruce Springsteen con la T-Street Band e a Lady Gaga.

Giovedì 10 luglio, alle 18.30, presso il circolo Giovane Italia (via Kennedy), l'Unione Comunale del PD di Parma promuove la presentazione di "Alfabeto Grillo" (edito da Mimesis), insieme ai curatori Marco Laudonio e Massimiliano Panarari.

Parma, 9 luglio 2014 -

Il linguaggio del grillismo che ha travolto e stravolto il dibattito pubblico è qui analizzato attraverso le riflessioni di studiosi e giornalisti che si occupano delle evoluzioni della politica italiana.
L'incontro sarà introdotto dal segretario Lorenzo Lavagetto e moderato da Elena Antonetti.

MARCO LAUDONIO
Giornalista pubblicista, si specializza con un Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media presso l'università di Roma Tor Vergata. Nell'ambito del marketing ha collaborato con l'Ufficio Studi Rai, curando studi e saggi per la collana VQPT, la Comunità RadioTelevisiva Italofona, agenzie di comunicazione istituzionale e d'impresa.
Ha scritto per La Stampa, la Repubblica, Il Salvagente, Il Sole 24 Ore, Nòva. E' stato autore e coconduttore della seconda edizione di E-cubo andato in onda su RAI Educational e Rai Tre, di diverse produzioni di Democratica TV. Dal febbraio 2008 al marzo 2011 è coordinatore editoriale di partitodemocratico.it, partecipa e segue l'ideazione e la gestione online delle principali iniziative web del PD. Dall'ottobre 2011 è responsabile new media e community dell'Associazione TrecentoSessanta.Dal febbraio 2013 all'aprile 2014 è stato responsabile dei rapporti con i circoli e le realtà associative universitarie e del mondo dell'innovazione

MASSIMILIANO PANARI
Emiliano, classe 1971. È un lavoratore atipico: gli piace la flessibilità del fare cose differenti, un po' meno la precarietà che contraddistingue la sua generazione. Fa il docente universitario, il consulente di comunicazione pubblica e politica, il saggista e il consulente editoriale. E gli piace fottutamente scrivere. Collabora, oltre che con Europa, con La Stampa, il Mulino e Reset. Si occupa di massmediologia e cultura di massa, su cui ha scritto L'egemonia sottoculturale (Einaudi), che ha fatto inferocire un bel po' di gente. Ha curato alcuni libri di Will Hutton e Bob B. Reich e un volume di filosofia del diritto insieme ad Augusto Barbera.

(Fonte: ufficio stampa Pd Parma)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Grande attesa per l'arrivo a Parma al Cinema Astra (P. le Volta 2) martedì 20 maggio alle ore 20.30 di Walter Veltroni in veste di regista del film documentario, da lui scritto e diretto, "Quando c'era Berlinguer", appuntamento offerto alla Città dall'Unione Comunale del PD di Parma. A presentare il film Walter Veltroni stesso, introdotto da Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino del Partito Democratico.

Parma, 17 maggio 2014 -

Uscito nelle sale il 27 marzo scorso (a giugno si vedrà in esclusiva su Sky Cinema Uno HD), il documentario, che si è rivelato una sorpresa incassando in poco tempo cifre record, racconta l'uomo e il leader politico, la memoria di una parte della storia italiana con testimonianze e immagini d'epoca sulla vita dello storico segretario del Pci, una delle figure politiche italiane più amate, l'unico leader comunista dell'Occidente che riuscì a far votare il suo partito da un cittadino su tre.
"Questo film – afferma il regista Veltroni - è un atto di risarcimento, la scelta politica fondamentale della mia vita l'ho fatta grazie a lui". Le testimonianze nel film vanno dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Pietro Ingrao, da Eugenio Scalfari a Miahail Gorbaciov fino a Lorenzo Jovanotti Cherubini. Le voci sono di Toni Servillo (Enrico Berlinguer) e Sergio Rubini (Pierpaolo Pasolini).

Il film parte dalla vittoria al referendum sul divorzio del 1974 e si chiude con i funerali di Berlinguer in piazza San Giovanni a Roma.
Walter Veltroni ha ritrovato i luoghi della formazione di Berlinguer, le sue letture giovanili e le sue passioni, attingendo alle immagini meno consuete del repertorio per raccontare non solo il suo lavoro ma anche i passaggi storici che hanno accompagnato la sua politica fatta di passione sincera e di partecipazione popolare, occasione per riflettere sull'eredità dell'esperienza di Berlinguer e su quegli anni cruciali.
Il film mostra come il rapimento di Aldo Moro spezzò le speranze di Berlinguer e di milioni di italiani, riporta alla luce le critiche, anche interne al suo partito, nei primi anni ottanta, e la distanza con Bettino Craxi, fino al tragico comizio di Padova del 7 giugno 1984 in cui il leader del Pci fu colpito da un ictus. Le immagini dei funerali in piazza San Giovanni a Roma, a cui partecipò più di un milione di persone, chiudono la pellicola. Quel giorno, secondo Veltroni, morì il Partito Comunista Italiano e terminò una fase di speranza della politica italiana.

Ingresso libero sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Inizio proiezione ore 21.

Quando c'era Berlinguer
Regia: Walter Veltroni
Voci: Toni Servillo (Enrico Berlinguer), Sergio Rubini (Pierpaolo Pasolini).
Genere: Documentario
Soggetto: Walter Veltroni
Sceneggiatura: Walter Veltroni
Fotografia: Davide Manca
Montaggio: Gabriele Gallo
Musiche: Danilo Rea, il brano "Un addio" è di Gino paoli
Produzione: Palomar, Sky cinema
Distribuzione: Bim
Nazione: Italia
Anno: 2013
Durata: 90 minuti
Data uscita: 27-03-2014

(Fonte: ufficio stampa PD Parma)

 

L'incontro "Work in progress. Economia e lavoro tra Italia ed Europa" si è svolto al TPalazzo e che ha ospitato Filippo Taddei, responsabile economico della Segreteria Nazionale del Partito Democratico -

 

Parma, 2 maggio 2014 -

Coraggio ed equità: questi i tratti distintivi dell’azione del governo Renzi per Filippo Taddei, responsabile economico della Segreteria Nazionale del Partito Democratico, ospite martedì al TPalazzo, in una sala gremita di pubblico, dell’incontro “Work in progress. Economia e lavoro tra Italia ed Europa” moderato da Elena Antonetti e promosso dall’Unione Comunale del Pd di Parma. 

Dopo l’introduzione del segretario del PD di Parma Lorenzo Lavagetto, Taddei, docente di economia alla Johns Hopkins University SAIS e ricercatore del Collegio Carlo Alberto, si è confrontato con Francesco Daveri, professore ordinario di Politica Economica presso l'Università di Parma, sulla situazione attuale di crisi e le misure messe in campo dal Governo per la crescita dal taglio dell’IRPEF - i famosi 80 Euro in busta paga - fino a quello dell’IRAP, passando per il pagamento dei debiti da parte della Pubblica Amministrazione. Taddei ha sottolineato come il governo sia impegnato in una grande operazione di redistribuzione della ricchezza che coinvolgerà circa dieci milioni di persone con redditi fino a 26.000€ e, quando andrà a regime nel 2015, sarà totalmente finanziata da risparmi sulla spesa pubblica senza toccare la pressione fiscale. Una scelta politica, quella di premiare il lavoro che fa il paio con il taglio dell’IRAP, finanziato dall’adeguamento della tassazione sulle rendite a livelli europei. 

Daveri nel suo intervento ha dimostrato, dati alla mano, come l’emergenza disoccupazione non riguardi soltanto i giovani ma soprattutto gli over 30 che hanno sempre più difficoltà a stabilizzarsi e trovare nuove opportunità di lavoro, insieme alla difficoltà ed il costo dell’accesso al credito da parte delle imprese italiane, temi che per Taddei rappresentano la vera sfida del governo Renzi e che verranno affrontati con coraggio a partire dalla legge delega sul lavoro. 

L’obiettivo, ha concluso il responsabile economico del Partito Democratico, è quello di combattere la precarietà premiando la stabilità del lavoro e di non arrendersi al declino ma avere il coraggio di essere esigenti con il nostro futuro.

 

(Fonte: ufficio stampa PD Parma)

 

Giovedì, 01 Maggio 2014 14:30

Delrio passa il testimone a Vecchi

 

Il Pd reggiano fa il tutto esaurito al Centro Malaguzzi: ieri sera il passaggio di testimone tra l'ex sindaco Delrio e il nuovo candidato Luca Vecchi

Reggio Emilia 1 Maggio 2014 -- --

La campagna elettorale per le amministrative del 25 maggio è entrata nel vivo anche a Reggio Emilia. Dopo mesi di giochi di alleanze, tira e molla, rese dei conti e avance, finalmente le squadre sono fatte. E il fischio d’inizio della partita l’hanno dato i due maggiori competitor, ovvero il Movimento Cinque Stelle e il Partito Democratico, che hanno annunciato l’arrivo a Reggio dei rispettivi leader: venerdì 9 maggio Beppe Grillo terrà un comizio in piazza Prampolini insieme al candidato sindaco del M5S, l’architetto Norberto Vaccari, mentre sabato 17 il premier Matteo Renzi arriverà da Roma.

E un pezzo importante del Governo – il principale dopo lo stesso Renzi, qualcuno mormora - è stato già messo in campo ieri sera, quando il sottosegretario ed ex sindaco Graziano Delrio è salito a Reggio per ritrovare i suoi vecchi compagni di lotta del Pd reggiano e sostenere la candidatura del suo delfino Luca Vecchi. E all’incontro elettorale “La nostra città, visioni di futuro”, che si è tenuto all’Auditorium del Centro Malaguzzi, c’erano davvero tutti: il segretario provinciale del partito Andrea Costa, il sindaco vicario Ugo Ferrari, l’onorevole Maino Marchi e l’ex deputato Pierluigi Castagnetti. 

In effetti, nonostante negli ultimi anni abbia ricoperto la carica di capogruppo del Pd in Comune e sia ben conosciuto negli ambienti più in vista del partito, Vecchi non gode ancora di una grande popolarità. E anche se alle primarie del centrosinistra ha stracciato i suoi avversari, la partecipazione popolare non è stata elevata. Segno che anche il partito e la stessa alleanza di centrosinistra non navigano in buone acque. E allora il bagno di folla di ieri sera, probabile preludio a quello del 17 maggio quando in città arriverà il Presidente del Consiglio, è servito al Pd prima di tutto per iniziare a serrare i ranghi in vista dello scontro finale, preparandosi anche al peggio, a ciò che fino a poco tempo fa sembrava impensabile, ovvero il ballottaggio. 

Ad aprire la serata è stato il segretario provinciale Costa, che ricordando l’appuntamento del 17 maggio ha sottolineato che “il Partito Democratico non ha più paura delle piazze”. Poi è stata la volta del sindaco vicario Ferrari, al quale è stato affidato l’ingrato compito di enumerare le cifre della crisi economica e di sistema che ha investito Reggio negli ultimi anni. “Dal 2004 al 2013 – ha detto Ferrari - la popolazione è aumentata di 17.000 unità, più del 10%. E dopo questa crescita abbiamo dovuto fare i conti con una crisi mai vista prima. La disoccupazione è aumentata enormemente e tra il 2011 e il 2013 il Comune ha ricevuto 21 milioni di euro in meno in trasferimenti statali”.

Nel suo intervento Luca Vecchi ha invece voluto puntare sulla speranza. “Dire che tutto va male non serve a niente. Dobbiamo tenere insieme memoria e futuro, realtà locale e visione internazionale. La nostra capacità è quella di unire la città, di eliminare divisioni storiche. Non siamo in un momento di ordinaria amministrazione, ma se ci proviamo insieme potremo farcela ancora”. Il sottosegretario Delrio si è detto emozionato di essere tornato a Reggio. “Ieri ho festeggiato il mio primo anno a Roma – ha esordito - ma la città è la città. Per dirvela tutta, per venire qui sono anche scappato da una conferenza stampa. Ma questa è la serata di Luca, che si sta impegnando perché l’affermazione del Pd sia netta e chiara. Però l’esito della guerra non dipende mai da un solo condottiero, per quanto valoroso. E questo vale a Reggio quanto a Roma”.

L’ex sindaco Delrio ha poi ricordato la formazione della sua prima Giunta. “Io fui eletto in seguito all’alleanza tra i due partiti che poi hanno dato vita al Pd. In quel momento Reggio divenne un laboratorio politico che precorreva ciò che sarebbe avvenuto a livello nazionale. Spero che Reggio possa essere ancora un laboratorio innovativo”. E non è mancata la stoccata a Grillo, che a differenza del Pd e di Renzi “non vuole che si esca tutti insieme dai problemi dell’occupazione e dello sfaldamento sociale”. Ma anche la minoranza del Pd ha avuto la sua razione. “Il partito è diventata una cosa nuova – ha detto Delrio – e non possiamo più guardare indietro”.

E alla fine, ci è scappato anche un consiglio per il giovane Luca. “Solo una parola – ha concluso Delrio tra il serio e il faceto -, ed è cortesia. Renzi e gli altri del Governo dicono che sono troppo comunista. Ma, come sapete, sono credente. Io ho sempre cercato uno stile che spegnesse le divisioni. Perché la cortesia è sorella di carità e di amore, e la nostra città ne ha bisogno, per tutti”. 

Ivan Rocchi

Pubblicato in Cronaca Emilia
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