Mercoledì, 02 Luglio 2025 08:30

Ursula von der Leyen sotto accusa: la Commissione UE ignora una sentenza esecutiva. Scatta la mozione di sfiducia In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari, 1 luglio 2025 - “Quando vedo illegalità, quando vedo fatti che vanno contro la democrazia, contro l’etica, contro gli interessi della gente comune. Non mi piace, e devo lottare per questo.”

Con queste parole accese, l’eurodeputato Gheorghe Piperea ha motivato la decisione, sostenuta da 74 firmatari, di presentare una mozione di sfiducia contro Ursula von der Leyen e l’intera Commissione europea.

Un gesto politico forte, che punta i riflettori su un tema che da mesi scuote le istituzioni europee: l’opacità della Commissione nell’attuazione della sentenza del Tribunale dell’Unione Europea del 17 luglio 2024, relativa alla trasparenza sui contratti d’acquisto dei vaccini anti-Covid.

La vicenda nasce da un ricorso presentato dall’avvocato Arnaud Durand, in un caso parallelo a quello degli sms tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla, CEO di Pfizer, riguardo alle controverse clausole di indennizzo contenute nei contratti UE per l’acquisto dei vaccini.

Il 17 luglio 2024, la Corte di Giustizia dell’UE ha emesso una sentenza chiara e definitiva: la Commissione europea è obbligata a divulgare le clausole di indennizzo inserite nei contratti. Una decisione che avrebbe dovuto rappresentare un passo importante verso la trasparenza e il rispetto dei diritti dei cittadini europei.

Ma da allora, nessun passo concreto è stato fatto dalla Commissione per adempiere alla sentenza. Non solo Bruxelles non ha presentato ricorso né richiesto alcuna sospensiva provvisoria, il che rende la sentenza esecutiva a tutti gli effetti, ma ha ignorato anche la formale messa in mora notificata oltre sei mesi fa.

Secondo Durand, “il termine ragionevole per l’esecuzione di una sentenza del tribunale, stimato in due o tre mesi, è stato ampiamente superato”. E questo porta a una constatazione gravissima: la Commissione sta scegliendo deliberatamente di non applicare una sentenza definitiva di un tribunale europeo.

Per Piperea e gli altri firmatari della mozione, la questione va oltre la mancata pubblicazione di documenti. “Non è perché vogliamo mandare a casa tutta la Commissione – ha spiegato – è perché abbiamo bisogno di una tribuna per discutere su ciò che è accaduto nel recente passato: con i nostri soldi, con i nostri ideali, con le nostre aspettative.”

Il dibattito in plenaria si terrà a luglio a Strasburgo, in una sessione che si preannuncia infuocata. La mozione rappresenta non solo un atto di sfiducia formale, ma una denuncia contro un metodo di governo opaco, che – secondo i promotori – tradisce lo spirito dei Trattati europei.

In gioco c’è molto più della sola credibilità della Commissione: c’è l’ipocrisia istituzionale di Ursula von der Leyen, che pretende obbedienza alle norme europee da parte dei cittadini e degli Stati membri, mentre è lei – la massima rappresentante dell’Unione – a violarle per prima.

La sentenza del 17 luglio 2024 è definitiva, esecutiva e inequivocabile. Eppure, la presidente della Commissione continua a ignorarla con piena cognizione di causa. Questa non è negligenza burocratica: è una trasgressione deliberata dell’ordine giuridico europeo, che mina alla base il principio di legalità su cui si fonda l’UE.

Von der Leyen si presenta come paladina dello Stato di diritto nei confronti dei governi “disobbedienti”, ma quando il diritto tocca i suoi interessi e quelli dei grandi gruppi farmaceutici, si permette di calpestarlo apertamente. È un doppio standard intollerabile, che riduce le istituzioni europee a strumenti arbitrari di potere, privi di legittimità agli occhi dei cittadini.

Se nemmeno la Commissione rispetta le sentenze della Corte di Giustizia, allora quale valore resta alle leggi europee? Chi dovrebbe rispondere della loro violazione, se non chi le dovrebbe garantire?

La mozione di sfiducia non è solo un atto politico: è un grido d’allarme democratico contro una gestione opaca, arrogante e sempre più lontana dai principi fondativi dell’Unione. Il Parlamento europeo dovrà scegliere se continuare a coprire queste violazioni o se finalmente pretendere trasparenza e responsabilità da chi comanda.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"