Di Daniele Trabucco Belluno, 6 maggio 2025 - Con l’inizio del suo secondo mandato presidenziale, il 20 gennaio 2025, Donald Trump ha inaugurato una stagione di profonde trasformazioni nell’ordinamento interno degli Stati Uniti d’America, ispirate a un disegno politico di ampio respiro volto a riaffermare i principi fondativi della democrazia costituzionale, a razionalizzare l’assetto amministrativo federale e a rinsaldare il tessuto culturale e valoriale della nazione.
Tali riforme, ben lungi dal rappresentare un mero susseguirsi di interventi contingenti, si configurano come l’attuazione coerente di un programma organico, il «Project 2025», promosso da autorevoli «think tank» conservatori, tra cui la «Heritage Foundation», il cui fine ultimo è il ripristino della sovranità popolare effettiva e la restaurazione di un ordinamento rispettoso dei principi di responsabilità politica, efficienza amministrativa e identità culturale.
Il primo grande ambito di intervento è costituito dalla profonda revisione dell’apparato amministrativo federale. Attraverso la reintroduzione e l’ampliamento dell’Executive Order 13957, rubricato come «Schedule Policy/Career», l’amministrazione ha proceduto alla riclassificazione di circa 50.000 funzionari pubblici, sottraendoli alle rigide garanzie di inamovibilità proprie del «civil service» tradizionale e rendendoli responsabili dinanzi all’autorità politica. Questa misura, lungi dal compromettere il buon andamento dell’amministrazione, si configura come un necessario riequilibrio volto a restaurare il principio di sovranità democratica, in forza del quale ogni settore dell’esecutivo deve rimanere strumentale alla realizzazione del programma politico liberamente scelto dal popolo sovrano. La creazione del Department of Government Efficiency (DOGE), affidata alla guida innovativa di Elon Musk, costituisce il corollario tecnico di tale riforma, introducendo un ente dotato del compito di razionalizzare l’azione pubblica attraverso la soppressione di programmi superflui, l’efficientamento della gestione dei dati federali e la valorizzazione delle risorse secondo criteri di economicità, efficacia e trasparenza. A completamento di tale razionalizzazione, l’emanazione dell’Executive Order 14215 ha disposto che tutte le agenzie federali – incluse quelle tradizionalmente considerate «independent agencies», sottopongano i loro regolamenti di maggiore impatto a una preventiva revisione politica presso la Casa Bianca. Con ciò si è inteso ripristinare una coerenza sistematica tra l’attività regolatoria e gli indirizzi politici legittimati dall’investitura elettorale, ponendo fine a una patologica deriva tecnocratica che, sotto il pretesto dell’autonomia tecnica, aveva progressivamente sottratto interi settori dell’azione normativa al controllo democratico.
In materia di immigrazione, l’amministrazione Trump ha adottato un impianto normativo fortemente orientato alla salvaguardia dell’identità nazionale e alla tutela della sicurezza interna. Le principali misure – tra cui la procedura di espulsione accelerata senza revisione giudiziaria, la proposta di riforma del principio di *birthright citizenship* e la profonda revisione del sistema di asilo politico – si iscrivono in una visione della cittadinanza non come mera condizione formale, ma come appartenenza sostanziale a una comunità politica determinata da elementi condivisi di cultura, lingua e valori. Ne emerge un concetto di cittadinanza intrinsecamente legato alla responsabilità individuale e alla partecipazione consapevole all’ordine costituzionale.
Il settore dell’istruzione ha rappresentato un ulteriore ambito di riforma strategica. Con l’Executive Order 14190, il Presidente ha vietato l’insegnamento nelle scuole primarie e secondarie di contenuti giudicati ideologicamente distorsivi in tema di razza e genere, stabilendo altresì severe sanzioni per gli educatori che promuovano percorsi di transizione di genere tra i minori senza l’autorizzazione genitoriale. Contestualmente, è stato avviato un processo di progressivo smantellamento del Dipartimento dell’Istruzione federale, finalizzato a restituire la competenza in materia educativa ai singoli Stati e alle comunità locali, in aderenza al principio di sussidiarietà e in rispetto dell’autonomia delle realtà sociali intermedie. Questa riforma si propone di ristabilire una narrativa educativa fondata sull’identità nazionale americana, sulla valorizzazione della tradizione storica e sul rifiuto di approcci ideologici relativistici.
Sul piano delle politiche energetiche, l’amministrazione Trump ha posto in essere una decisa inversione di rotta rispetto agli orientamenti prevalenti degli anni precedenti, rimuovendo vincoli ambientali ritenuti eccessivamente restrittivi e favorendo lo sviluppo dell’industria dei combustibili fossili. Tale scelta, tutt’altro che imprudente, si fonda su una concezione realistica della sostenibilità, nella quale l’autosufficienza energetica e la tutela degli interessi strategici nazionali costituiscono condizioni imprescindibili per garantire la libertà politica e la prosperità economica della nazione, senza tuttavia trascurare un approccio responsabile alla tutela ambientale.
Queste diverse riforme, lungi dal presentarsi come iniziative isolate, si integrano in un progetto politico coerente, volto a edificare un «nuovo ordine americano» fondato su una più piena realizzazione della sovranità popolare, sulla razionalizzazione del potere amministrativo, sulla riaffermazione dei valori culturali tradizionali e sulla difesa dell’autonomia energetica. Esse rappresentano, nel loro insieme, una risposta critica e sistematica alla crisi dell’ordine liberal-progressista, mirando a restituire vitalità e autenticità alla democrazia americana nella sua dimensione sostanziale.
Le implicazioni di questa trasformazione, sebbene oggetto di legittimo dibattito, appaiono orientate a rafforzare i fondamenti della convivenza civile: il primato della responsabilità politica, la distinzione tra rappresentanza democratica e burocrazia, la tutela dell’identità culturale e la difesa dell’interesse nazionale come valori imprescindibili per la sopravvivenza e il rinnovamento del progetto costituzionale americano nel XXI secolo.
(*) Autore
Daniele Trabucco
Professore strutturato in Diritto Costituzionale e Diritto Pubblico Comparato presso la SSML/Istituto di grado universitario "san Domenico" di Roma. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico.
Sito web personale www.danieletrabucco.it