Di redazione Madrid, 25 aprile 2025. Nella suggestiva cornice della Reale Accademia di giurisprudenza e legislazione del Regno di Spagna si è tenuta, dalle ore 10:00 alle 13:30, la presentazione del volume di studi in onore del professor Danilo Castellano, uno dei più rilevanti pensatori della filosofia giuridica e politica contemporanea. L’incontro, presieduto dal professor Miguel Ayuso, docente presso l’Università Pontificia Comillas e curatore del volume, ha riunito studiosi e personalità del mondo accademico e forense, tra cui il presidente dell’Unione Internazionale dei Giuristi Cattolici, Ricardo Marques Dip, autore di uno dei saggi contenuti nell’opera collettanea. Ad aprire i lavori è stata la relazione introduttiva dello stesso professor Ayuso, che ha illustrato il senso e la struttura del volume, evidenziando la continuità e la coerenza dell’itinerario speculativo di Castellano nel contesto delle sfide attuali poste al diritto e alla politica.
Subito dopo ha preso la parola il professor Rudi Di Marco, professore di Diritto Commerciale presso la SSML/Istituto di grado universitario "san Domenico" di Roma, dottore di ricerca in Filosofia del Diritto nell'Università degli Studi di Padova, direttore del Dipartimento di Diritto Privato del Polo territoriale e di orientamento "Unidolomiti" di Belluno della SSML/Istituto di grado universitario "san Domenico" di Roma, nonché unico allievo diretto del maestro onorato.
Di Marco ha offerto una densa e vibrante analisi del pensiero di Castellano, soffermandosi in particolare sulla dimensione metafisica del suo metodo filosofico, tratto distintivo e originale del suo insegnamento. Secondo Di Marco, il realismo metafisico di Castellano non è un semplice orientamento teoretico, ma una vera e propria chiave ermeneutica capace di cogliere la realtà profonda dei problemi giuridici e politici, andando oltre le soluzioni tecniche o di mera gestione delle crisi. In tale prospettiva, il pensiero di Castellano si configura come un ritorno alla classicità, intesa non come mera nostalgia del passato, ma come riscoperta della verità perenne dell’essere, fondamento ontologico e normativo della vita giuridica e politica.
La sua è una filosofia dell’ordine, che rigetta il relativismo e il nichilismo contemporanei, smascherandone la riduzione della filosofia a ideologia e riafferma con forza il primato della verità e della razionalità oggettiva.
Di Marco ha poi richiamato la critica di Castellano alla cosiddetta “filosofia poetica”, cifra della modernità e della postmodernità, accusata di dissolvere i contenuti ontologici e normativi della filosofia in pure costruzioni soggettive. Contro questa deriva, il maestro insegna che il compito del giurista e del politico è duplice: da un lato, la scoperta dell’essere del diritto e della politica, intesi come realtà con uno statuto ontologico proprio; dall’altro, il riconoscimento del dover essere che scaturisce intrinsecamente da tale essere, secondo la logica della partecipazione e della finalità propria della metafisica classica. Il filosofo del diritto, così come il politico, deve dunque partire dalla realtà, comprenderla nella sua essenza e tradurla in azione ordinatrice: nell’ambito giuridico secondo i precetti classici dell’"honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere" di Ulpiano, e in ambito politico come esercizio giusto e prudente dell’autorità per il bene comune, inteso in senso oggettivo. Di Marco ha infine sottolineato come l’insegnamento più profondo di Castellano non consista in una fuga dalla realtà storica, ma al contrario in un esame critico e penetrante dell’effettività, per dischiuderne, alla luce dei principi perenni, un ordine più giusto, razionale e vero. Concludendo il suo intervento con commossa gratitudine, il professor Di Marco ha pronunciato, a nome di tanti studiosi che si riconoscono nell’eredità del maestro, un affettuoso e solenne augurio: ad multos annos, professor Castellano!