Trabucco ha cercato di mettere in evidenza come l’articolo 11, spesso citato ma raramente compreso nella sua profondità, rappresenti non un semplice vincolo formale, quanto una precisa opzione di civiltà: il ripudio della guerra non come mezzo inefficace, bensì come scelta etica e giuridica fondata su un’idea alta dell’ordine internazionale.
Da qui la necessità di contrastare l’odierna deriva bellicista dell’Unione Europea, che dietro la maschera della difesa comune promuove, di fatto, un riarmo generalizzato, in aperta contraddizione con lo spirito costituzionale.
In questo contesto, Trabucco ha proposto una riflessione alternativa sulla pace: non quella definita nei termini astratti e procedurali della ragione kantiana, ma quella intesa in senso pieno e realistico, come la definiva Tommaso d’Aquino nel De Regno: "tranquillitas ordinis", la tranquillità dell’ordine. La pace, cioè, non è assenza di conflitto: essa é presenza di giustizia; non è neutralità passiva, ma armonia ordinata, fondata sul diritto naturale e su un ordine politico orientato al bene comune.
A dialogare con Trabucco, in un confronto ricco e stimolante, il giornalista dott. Giuseppe Masala de L’Antidiplomatico, esperto di scenari internazionali e dinamiche geopolitiche.
Numerosa la partecipazione, segno di un interesse crescente verso temi che toccano non solo il futuro delle nostre istituzioni, ma il senso stesso della nostra convivenza civile.