Domenica, 03 Luglio 2022 05:52

“Dentro la Costituzione” Che cos'è il bene comune? In evidenza

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Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 3 luglio 2022 - Nel dibattito politico si sente spesso ripetere, tanto dalle forze di maggioranza, quanto da quelle di minoranza, che la loro azione tende a realizzare il bene comune.

Che cosa si intende, però, con questa espressione?

Come è stato osservato autorevolmente da un Maestro di filosofia politica e di filosofia del diritto, il prof. Danilo Castellano, è doveroso chiarire che il bene comune non coincide con il bene pubblico. Se così fosse, esso sarebbe esclusivo dello Stato o dell'ente territoriale a seconda del contesto di riferimento e questi potrebbero disporne ad nutum, ossia con assoluta libertà.

In altri termini, il bene comune viene a coincidere, scriveva Rousseau (1712-1778), con l'esistenza medesima dello Stato. In questo modo si giustificano la "Ragion di Stato" ed i suoi metodi, ponendo le basi per una svolta potenzialmente autoritaria. Le Costituzioni del secondo dopoguerra, influenzate dal liberalismo e dal personalismo di Jacques Maritain (1882-1973) cui si ispirarono don Luigi Sturzo (1871-1959), Romolo Murri (1870-1944) ed altri, hanno accolto, invece, la concezione di bene comune quale garanzia dei diritti della persona umana.

Tuttavia, è evidente, in questa prospettiva, l'identificazione del bene comune quale bene privato con la conseguenza che il bene diventa la libertà soggettiva dell'individuo e l'apparato statale servente nei confronti di qualsiasi volontà del soggetto sia pure nell'ambito delle combinazioni "modulari" offerte dal sistema di geometria legale.

Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.), nel libro I dell'Etica Nicomachea, precisa, invece, che il bene dell'uomo e della città coincidono, sebbene il perseguimento del secondo "è  più bello e più divino" del primo.

Il bene comune, allora, è il bene dell'uomo in quanto uomo, connaturato alla sua natura ed ai suoi fini i quali non dipendono né dalla sua volontà, né dalle sue opzioni.

Si potrebbe dire, allora, che è la comunità politica a partecipare del bene proprio dell’uomo, perché è questo bene che la comunità politica deve tutelare, proporre e, nei limiti del possibile, garantire.

 

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(*) Professore Daniele Trabucco – Costituzionalista

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona/UNIB (Svizzera)-Centro Studi Superiori INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto di Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisé Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione del Centro Consorzi di Belluno)

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