Domenica, 04 Agosto 2019 07:46

Tra diritto alla privacy e buongusto. Quando sbattere il mostro in “prima pagina”? In evidenza

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La “gogna” non è mai stata abolita e quella mediatica è abusata e per di più senza regole nonostante le briglie della privacy.
  
di Lamberto Colla Parma  4 agosto 2019 - L’ispirazione mi è arrivata con l’ennesima notizia di presunti abusi sessuali di cui sarebbe accusato un prete di Piacenza.

Abituato a selezionare i comunicati stampa e le informative che giungono dalle diverse fonti, anche istituzionali e quindi dagli organi di sicurezza dello Stato, dove alla narrazione delle varie operazioni di polizia l’arrestato in flagranza di reato è identificato con l’etnia di appartenenza e le sole iniziali del nome e cognome, rimango sempre attonito quando, come nel caso piacentino, l’uomo è perfettamente pubblicizzato con nome e cognome, parrocchia di appartenenza e via di seguito con i dettagli che man mano emergono dalla strada e dalle “talpe”.

“Fino a maggio don Nome Cognome era il parroco di “parrocchia”, una delle chiese più frequentate della città.

Un sacerdote di Piacenza, don Nome Cognome, è stato arrestato con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali ai danni di ragazzi maggiorenni. Fino a maggio era responsabile della parrocchia di San “parrocchia” una tra le più frequentate della città. Il vescovo Gianni Ambrosio lo aveva destituito in via cautelare dall’incarico dopo alcuni esposti giunti in diocesi. Da qui è poi scattata l’indagine della squadra mobile di Piacenza.
Oltre che per abusi sessuali, il prete è indagato anche per procurato stato di incapacità. Si sospetta che il sacerdote possa aver somministrato droghe o sostanze chimiche alle sue vittime per poi commettere le violenze.
Don “Nome” si trova agli arresti domiciliari su ordinanza di custodia cautelare e nei prossimi giorni verrà ascoltato dal giudice nell’interrogatorio di garanzia”.

Questo il testo riportato da molti siti web e TV sul quale vorrei concentrare alcune considerazioni.

La presunzione di innocenza e il diritto alla privacy dove sono finite nel pruriginoso caso del prete piacentino ma stessa cosa vale anche per il Sindaco di Bibbiano (ancora agli arresti domiciliari mentre è libero il capo della associazione piemontese) e via va per i tanti politici, lavoratori e dirigenti che si siano trovati immischiati in faccende giudiziarie e opportunamente poste sotto indagine ma poi prosciolti o assolti dalle accuse, spesso pesantissime?

Inquietanti sono le ultime parole del testo sopra riportato “nei prossimi giorni verrà ascoltato dal giudice nell’interrogatorio di garanzia”.

Ma come, i delinquenti seriali, arrestati in flagranza di reato, vengono protetti nell’identità mentre un soggetto libero, sottoposto a indagine e non ancora nemmeno ascoltato dal giudice, viene sbattuto sulle prime pagine di tutti i giornali? Poi, magari, in caso di assoluzione (come spesso accade a lustri di distanza) un solo e misero trafiletto sarà dedicato a questo “mostro” che nel frattempo avrà perduto il lavoro, la famiglia, la dignità, avrà speso migliaia di euro per difendersi e per curarsi.

Ma quando questi, anche a distanza di anni, cercherà il proprio nome sul motore di ricerca tornerà alla mente la vicenda giudiziaria e le accuse ma non certamente l’assoluzione e la riabilitazione, men che meno quella sociale. Già perché quella ricerca rapida la farà certamente chi dovrebbe assegnare un lavoro al malcapitato “delinquente temporaneo” e emarginato permanente.

Domanda: per qualche spettatore o “like” in più, è etico mettere alla “gogna” un uomo o una donna libero e sottoposto solo a indagine?

Ebbene, se così fosse, ovvero che tutti accettassimo questo principio illegale, allora vorrei che venisse applicato a tutti, che siano le “fasce protette” come spesso sono i vari mascalzoni di strada o gli appartenenti alle famiglie “bene” di questa o quell’altra località.

Dalla presunzione di innocenza alla presunzione di mostruosità, un buon modo per vendere di più.

(https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/emilia-romagna/abusi-sessuali-arrestato-un-sacerdote-a-piacenza_3223642-201902a.shtml?fbclid=IwAR0PVuJoCbO82qTUcjUMZ4Kw6pBhrte0C9vx4Yq9MiG401cQ04z4OEWuNSQ )
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