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Venerdì, 30 Luglio 2021 06:37

Opportuno il concerto al REMS di Mezzani?

Un concerto per l'assassino di Filomena Cataldi?
Pubblicato in Cronaca Parma

Sabato 17 luglio alle 10.30, a Parma, presso il teatro della Parrocchia di Santa Maria del Rosario sita in via Isola 18, si terrà la conferenza-dibattito “E dopo la legge Basaglia?”.

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Medicina estetica: messo a punto un macchinario con la testina con aghi che stimola il collagene grazie all'azione di micropunture spariscono cicatrici, rughe e smagliature.

di Alexa Kuhne

Milano, 3 dicembre 2016 

11 è il numero che dei microaghi che fanno miracoli sulla pelle.
La nuova frontiera della medicina estetica si chiama microneedling, cioè microcucitura, ad indicare una tecnica di dermatologia estetica che ha la funzione di rigenerare e rivitalizzare in profondità la pelle del viso e del corpo attraverso l'uso di una particolare penna elettrica che penetra nella cute, in modo controllato, a una velocità fino a 25 volte/secondo.
I minuscoli aghi di cui è dotato questo portentoso macchinario sono stati progettati appositamente per riuscire a stimolare la proliferazione di nuovo collagene endogeno.
Uno dei pionieri di questa tecnica innovativa è il dott. Mario Mariotti, vice presidente della scuola di specializzazione di Medicina Estetica Agorà di Milano e fondatore del centro Unika medical Spa, che illustra le caratteristiche di questo macchinario.

Mario Mariotti Vice presidente Agora

"La tecnica del microneedling ha molteplici indicazioni: si spazia infatti da trattamenti destinati a ridar turgore e luminosità alla pelle fino ad arrivare a trattare e migliorare anche del 70-80% cicatrici post acneiche, rughe profonde, cicatrici in genere e smagliature".
Grazie a micro aghi, questo trattamento è indolore e non lascia segni ed è utile a favorire l'assorbimento dei prodotti quali acido ialuronico e vitamine eventualmente associati.

"I microfori cutanei indotti dal needling - chiarisce Mariotti - incoraggiano e rinforzano i meccanismi fisiologici di produzione del collagene, dell'elastina e di altre sostanze naturali. La prima fase inizia con il rilascio dei fattori di crescita per poi lasciare che , in una seconda fase, si formino nuovi vasi sanguigni, a cui si accompagna la produzione di collagene, di elastina e di altre sostanze endogene. L'ultima fase del ciclo coincide con il rimodellamento e rassodamento della pelle".

La formazione di nuovi capillari (neoangiogenesi) è fondamentale perché aumenta la vascolarizzazione della zona trattata, che sia viso o corpo, contribuendo a migliorare la salute della pelle esistente, fornendo una base migliore e più integra alla formazione del nuovo tessuto. Il microneedling "rompe" il tessuto fibroso e cicatriziale, e ciò lo rende adatto anche, a differenza di altri trattamenti, a curare con grande efficacia anche le cicatrici dell'acne e le smagliature. Dopo il trattamento, la pelle diventa più tonica e levigata, e i difetti cutanei risultano progressivamente attenuati.
"L'azione del microneedling - dice il dott. Mariotti - determina dunque una stimolazione di produzione di collagene di tipo III con conseguente organizzazione fibrotica. Questa azione è causa dell'incremento del tono dei tessuti trattati, e della rigenerazione delle cicatrici e del miglioramento di smagliature".

Quali siano gli effetti reali è presto detto: stimolazione del tessuto cutaneo a produrre nuovo collagene, aumentare la microcircolazione, richiamare fibroblasti; favorire la penetrazione per via topica di prodotti cosmeceutici negli strati superficiali, medi e profondi della pelle.
"Il trattamento con micro-needling si svolge in tre fasi - spiega il Medico estetico - : nella prima fase, sono deposti sulla parte da trattare acido ialuronico, vitamine, oligoelementi coniugati insieme, secondo la tipologia del caso; nella seconda fase, si provocano micro canali prodotti dagli aghi sottilissimi che penetrando permettono l'immediato assorbimento dei prodotti; nella terza fase i prodotti sono nuovamente deposti sulla pelle per amplificare l'effetto del trattamento".

Niente paura per gli aghi: il trattamento è in genere indolore e gli aghi sono minuscoli. Alla fine del trattamento si può in genere ritornare alle proprie attività quotidiane senza mostrare alcun segno visibile o arrossamento locale, perché le micro ferite prodotte dagli aghi si richiudono nel giro di pochi minuti e non sono visibili. La zona trattata rimane arrossata per poco tempo permettendo di riprendere subito la vita sociale.
E' una cura di bellezza che si può fare in pausa pranzo perché la seduta dura circa quindici minuti.
Il numero di trattamenti e i prodotti utilizzati variano da paziente a paziente e secondo la sua condizione di base.
In genere bastano tre sedute per raggiungere un miglioramento di circa il 70% dalle condizioni iniziali, gli intervalli tra le sedute sarà di 3/6 settimane. I risultati ottenuti si manterranno per circa 2 o 3 mesi, quindi si assisterà ad una riduzione annuale di circa il 20%.

A Habitat Pubblico 2015 il frutto performativo della pluriennale collaborazione di Lenz Fondazione con il Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale dell' Ausl di Parma. Adelchi vede in scena persone "affette da disturbi dello spettro autistico", che Lenz preferisce chiamare "attori sensibili". Da martedì 12 a sabato 16 maggio alle ore 21. -

Parma, 12 maggio 2015 - foto nella galleria immagini -

«Adelchi è il secondo esito del progetto biennale che abbiamo dedicato a Manzoni. È il lato oscuro de I Promessi Sposi: una tragedia-blind spot, un'area cieca, una zona di non visione a luminosità intermittente. In questa macchia scura, a tratti illuminata dalla presenza di Dio, si compie il comune destino luttuoso dei due fratelli - Ermengarda e Adelchi. Questi due piani si rispecchiano nel buio/luce interiore dell'interprete Carlotta Spaggiari (Ermengarda), attrice con sindrome dello spettro autistico, e coincidono con la sua più intima natura: duplice nel suo assoluto desiderio di presenza e bisogno di ritiro, nella ipersensibilità emotiva dispiegata in silenzio espressivo, nella straordinaria densità artistica silenziata dalla fobia comunicativa. La sua duplicità assume nella creazione scenica forme misteriose; scardinando i processi logici e analogici, le prevedibilità comportamentali, ci avvicina al sublime: forza distruttrice e rigeneratrice dell'atto performativo» - Maria Federica Maestri introduce Adelchi, il denso progetto performativo di Lenz Fondazione di cui ha curato regia, installazione ed elementi plastici.

In Adelchi si sostanzia la ricerca pluriennale di un "verbo" pedagogico che renda le persone affette da disturbi dello spettro autistico in grado di esprimere le emozioni silenziate attraverso le stimolazioni drammaturgico-sensoriali dell'esperienza teatrale. «Attraverso questo processo si ribalta la prospettiva dalla quale guardare alla sensibilità» - aggiunge Francesco Pititto - «gli apparenti limiti cognitivi e comportamentali delle persone sensibili non sono più considerati unicamente sintomi di un deficit patologico, ma divengono elementi da elaborare e tradurre in linguaggio estetico contemporaneo. Attraverso il confronto e l'agone -anche fisico e vocale- con i classici».

In scena attori con sensibilità psichica formati nel corso degli anni all'interno del laboratorio permanente realizzato da Lenz in collaborazione con Ausl di Parma – Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale. Tutti gli interpreti di Adelchi collaborano da lungo tempo con l'ensemble guidato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto: Ermengarda è la giovane attrice sensibile Carlotta Spaggiari, già Monaca di Monza bambina ne I Promessi Sposi, Carlo Destro, già Fra' Cristoforo ne I Promessi Sposi, affronta il difficile ruolo del giovane Adelchi, eroe "morale", figura fondamentale nella poetica manzoniana; insieme a lui, Franck Berzieri, interprete di numerose creazioni di Lenz, impegnato nel duplice ruolo del padre Desiderio e di Carlo Magno.

Dopo il debutto, avvenuto al Festival Natura Dèi Teatri nel dicembre scorso, che ha riscosso un profondo interesse da parte della critica nazionale, Adelchi torna ad abitare gli spazi di Lenz Teatro nell'ambito del progetto annuale Habitat Pubblico 2015. Lo spettacolo va in scena da martedì 12 a sabato 16 maggio alle ore 21.00. Nel mese di giugno, Habitat Pubblico prosegue con il colossale progetto di Lenz Fondazione dedicato all'Orlando Furioso. Stay tuned.

Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.lenzfondazione.it

(Fonte: Ufficio stampa Lenz Fondazione)

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Un programma ricchissimo, con oltre 80 appuntamenti. Ospiti internazionali Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionale per il miglioramento dei programmi di salute mentale, Lily Peppou, ricercatrice dell'Istituto di Salute Mentale dell'Università di Atene. E tra gli altri Eugenio Borgna, psichiatra e saggista.

Modena, 11 ottobre 2014 -

"Le parole della Crisi", sarà questo il filo conduttore che animerà Màt, la Settimana della Salute Mentale, in programma dal 18 al 24 ottobre, a Modena. Giunta alla IV edizione, la manifestazione - promossa dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl e sostenuta da Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena e degli altri Comuni della provincia, ed il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Utenti e Familiari - si conferma, per quantità e qualità delle proposte, esser punto di riferimento nazionale nell'ambito della riflessione sul tema della salute mentale. Màt propone convegni, dibattiti politico-sociali, momenti di studio e confronto, con l'obiettivo di rafforzare l'idea di Salute Mentale come patrimonio collettivo. "Le parole della Crisi", non bisogna mai dimenticarlo, sono quelle che designano le difficoltà di questi anni, ma anche quelle che descrivono le risorse attive alle quali possiamo attingere per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile.

"Anche quest'anno, grazie a Màt, abbiamo l'opportunità di sviluppare un confronto, davvero ampio, sul tema della salute mentale. Come Azienda Usl, in questo ambito, consapevoli che le difficoltà determinate dalla prolungata crisi economica, alle quali peraltro, nell'area nord si sono aggiunte le ripercussioni derivanti dal terremoto, abbiamo effettuato ulteriori investimenti. In particolare sono state messe in atto politiche per rafforzare la capacità di risposta dei centri di salute mentale. È una scelta che connota la nostra provincia e più in generale l'intera Regione Emilia-Romagna. Attraverso azioni mirate intendiamo quindi offrire un ulteriore sostegno alle persone che vivono una fase di disagio legato alla salute mentale" ha sottolineato il direttore generale dell'Azienda Usl di Modena, Mariella Martini.

"Con questa nuova edizione della Settimana della Salute Mentale si vuole rafforzare in tutti noi la convinzione che l'attraversamento della crisi, il cercare di trovare una via d'uscita che "non lasci indietro nessuno", rappresentano un impegno etico e di cittadinanza, oltre che professionale. Un impegno che va affrontato con il coinvolgimento di tutti, valorizzando le buone pratiche ma non sottraendosi al messaggio positivo che ogni crisi porta, vale a dire, come ricorda anche l'etimologia stessa della parola, l'opportunità di effettuare una scelta. Una scelta tra un prima e un dopo, tra un passato che ha prodotto quello che siamo e un futuro al quale apprestarsi per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile" ha evidenziato Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi giovedì 9 ottobre, alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute Mentale.

"Fra le centinaia di persone con disagio seguite dai Servizi sociali tante sono quelle con patologia psichiatrica prese in carico in modo integrato con il Dipartimento di salute mentale – sottolinea l'assessore comunale al Welfare e alla Coesione sociale del Comune di Modena Giuliana Urbelli – Sempre più spesso notiamo infatti come il disagio sociale e l'aumento della povertà incidano negativamente sui disturbi psichici. Da qui l'importanza di puntare, come servizi sull'inserimento lavorativo e sul cohausing per dare una risposta complessiva a un disagio che nasce come sociale e diventa psicologico."

Ancora una volta Màt miscela, in modo assolutamente originale, tanti ingredienti con lo scopo di creare momenti di contaminazione tra soggetti e mondi diversi per ridurre le distanze e combattere i pregiudizi e la diffidenza. Accanto a conferenze e convegni di altissimo profilo scientifico, numerose sono infatti le iniziative messe in campo per coinvolgere l'intera comunità, per sensibilizzarla e rafforzare l'idea e la consapevolezza che il tema della salute davvero interessa tutti ed è indissolubilmente legato alla qualità della vita dell'intera società in cui viviamo.

Nei sette giorni della manifestazione saranno più di 80 gli appuntamenti in programma in tutta la provincia di Modena. La creazione del ricco programma si caratterizza per il coinvolgimento attivo di tantissimi soggetti a partire dagli stessi pazienti e dalle associazioni, tra le quali anche quelle dei loro familiari, di cui fanno parte. Ancora una volta tra gli attori principali ci saranno quindi i pazienti e coloro che si adoperano per la cura e l'assistenza, sia sotto il profilo sanitario che sociale.

All'incontro con i giornalisti hanno partecipato oltre a Mariella Martini, Direttore Generale dell'Azienda Usl di Modena e Fabrizio Starace, Tilde Arcaleni, Presidente del Comitato Utenti Familiari Operatori, Paola Relandini, Presidente Associazione Idee in Circolo.

Màt partirà sabato 18 ottobre con una giornata che si svolgerà presso l'Auditorium della Fondazione Marco Biagi, dedicata alla crisi, letta come emergenza, ma anche come passaggio obbligato e opportunità. Protagonisti della mattina saranno due eminenti rappresentanti della psichiatria internazionale: Norman Sartorius, con un intervento sulla "rivoluzione dei pazienti" come antidoto allo stigma, ed Eugenio Borgna che discuterà degli interrogativi cui è chiamata a rispondere la psichiatria del terzo millennio. Ricco anche il programma del pomeriggio. Nella prima parte si approfondiranno i vari scenari della crisi, da quello locale, tracciato dalla ricerca condotta da Fondazione Marco Biagi e Dipartimento di Salute Mentale, a quello internazionale, con il caso della Grecia presentato da Lily Peppou dell'Istituto di Psichiatria di Atene. Seguiranno quindi una serie di interventi su connessione tra crisi e servizi di salute mentale, a cura del prof. Francesco Amaddeo, e su politiche attive del lavoro, trattate dal dott. Franco Deriu dell'Isfol, Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori. La giornata si concluderà con una Tavola Rotonda, moderata dal direttore de L'Espresso Bruno Manfellotto, che offrirà l'opportunità di far dialogare tra loro istituzioni locali e regionali con i responsabili nazionali per le politiche della salute di CGIL, CISL e UIL.

Il programma completo può essere consultato sul sito dedicato www.matmodena.it

Per chi poi vuole vivere in diretta l'evento è possibile leggere aggiornamenti e commenti in tempo reale su facebook.com/matmodena.it e twitter@matmodena hashtag #mat2014

(Fonte: Ufficio Stampa Azienda USL di Modena)

Una trasmissione radiofonica realizzata in collaborazione con il Dipartimento 
di salute mentale dell'Ausl, la cooperativa Sirio e il sostegno di Fondazione Cariparma -

Parma, 7 ottobre 2014 -

"Non ci sto più dentro": sarà questo il titolo di una nuova trasmissione radiofonica realizzata da chi ha il coraggio di confessare che qualche volta "non c'è stato più dentro" ma ha saputo guardare negli occhi i propri fantasmi, per andare avanti.
E' la nuova sfida culturale lanciata dalla Fondazione Mario Tommasini che, con la cooperativa sociale Sirio e il sostegno del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda Usl, vuole combattere il pregiudizio, ancora troppo diffuso, che aleggia intorno alla salute mentale così come fece colui che aprì i manicomi, occupò gli ospizi, spalancò gli orfanotrofi: l'uomo che il Corriere della Sera definì "il più buono d'Italia", Mario Tommasini. Fuori dalle gabbie, lontano dalle etichette.

Un talk radiofonico dove i protagonisti saranno persone che si sono trovate in difficoltà ma che ora vogliono mettersi alla prova, parlare e intervistare, proporre musica e discutere. Come farebbe un qualsiasi conduttore radiofonico seppur alle prime armi.
Al loro fianco educatori della cooperativa Sirio, volontari della Fondazione Tommasini, operatori e dirigenti del DSM dell'Azienda Ausl ed esperti della comunicazione.

Il progetto

"Non ci sto più dentro" ha già mosso i primi passi. I redattori hanno ideato il logo del progetto, definito la linea del programma, realizzato la sigla di apertura delle puntate scrivendo musica e parole fino alla laboriosa esecuzione realizzata nella sede di via Po 72, allestita di tutto punto per le registrazioni.
Ai microfoni e al mixer si alterneranno Adriana e Luciano, Juan Carlos e Maddalena, Pierre Fabrice e Maristella, Giuseppe Y. e Cristina, Giuseppe T. e Nelly, Sebastiano e Stefania, Stefano, Davide e Valentina. E i tanti che si aggiungeranno. Saranno le loro voci ad accompagnare gli ascoltatori durante le trasmissioni che affronteranno argomenti legati alle ansie quotidiane e alle paure più diffuse, ai sogni e alle aspettative con un pizzico di ironia e leggerezza. E ovviamente con tanto spazio alla musica.
Il programma, della durata di 40 minuti, avrà cadenza quindicinale con una programmazione compresa tra ottobre e giugno e sarà diffuso dalle frequenze di Radio Parma che ha sposato la valenza sociale del progetto.

Gli obiettivi

Depressione, disturbi d'ansia e dell'alimentazione, dipendenze: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel 2015 le malattie psichiche potranno colpire una persona su quattro. Sono realtà con le quali occorre misurarsi anche nella nostra dimensione locale. E la Parma che fu laboratorio della Legge Basaglia continua ad essere luogo di sperimentazione per rispondere con modalità aperte, libere, anche gioiose, a un bisogno sociale che non può essere soddisfatto se tenuto nascosto o addirittura rimosso dalla coscienza collettiva.
Il progetto vuol fornire il proprio contributo per contrastare forme di sofferenza legate all'esclusione sociale, all'isolamento e alla depressione. Dietro al microfono solo dei redattori che produrranno contenuti per il pubblico in ascolto in un percorso che, negli intenti dei promotori, consentirà loro di acquisire nuove competenze tecniche e professionali, ma soprattutto una miglior consapevolezza di sè in un recupero della propria autostima.

I sostenitori

L'idea, lanciata dalla Fondazione Tommasini e dalla cooperativa sociale Sirio, ha incontrato subito l'adesione del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ausl di Parma che ha messo a disposizione la sede di via Po 72 nonché la strumentazione necessaria per allestire una sala di registrazione. Fondazione Cariparma ha garantito un sostegno economico all'iniziativa.
Tanti coloro che stanno lavorando per accendere la radio e le menti a cominciare da Maristella Galli della Fondazione Tommasini che ha lanciato l'idea supportata dal prezioso contributo di Cristina Brighenti e Nelly Campari, a Giuseppe La Pietra e Maddalena Magnanini della coop Sirio che l'hanno raccolta, da Raffaella Dall'Aglio e Diego Gibertini dell'Ausl che stanno seguendo la partecipazione dei redattori, alla giornalista Valentina Zinelli che ne sta coordinando l'attività. Insieme per fare centro, come recita la sigla della trasmissione.

Inoltre...

La trasmissione "Non ci sto più dentro", viene presentata all'interno della rassegna "La salute della Salute mentale. Accogliere le sfide, costruire le soluzioni" che l'Azienda Usl dedica alla psichiatria con iniziative che si svilupperanno tra settembre e dicembre 2014.

La Fondazione Mario Tommasini viene costituita il 14 dicembre 2007. I principali scopi della Fondazione sono la raccolta, documentazione e archiviazione del vastissimo materiale riguardante l'attività ed il pensiero di Tommasini. Hanno aderito alla Fondazione le principali istituzioni di Parma e provincia, oltre a diversi comuni del territorio parmense.

(Fonte: ufficio stampa Azienda Usl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

L'indagine, che incrocia dati economici e sanitari, evidenzia un peggioramento significativo del benessere psicologico e un aumento del ricorso agli antidepressivi. Più accentuati questi effetti nella zone interessate dal terremoto. Dimostrata invece l'efficacia delle politiche attive per il lavoro per ridurre i rischi per la salute mentale.

Modena, 6 ottobre 2014 -

Crisi economica e salute mentale: arriva da Modena la conferma che esiste un legame forte tra le difficoltà economiche e il benessere psicologico. Ad evidenziarlo in modo inequivocabile l'indagine "Il costo della crisi in termini di salute mentale" realizzata congiuntamente dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena e dalla Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Il dato più significativo emerge dalla comparazione dei numeri relativi ai primi accessi ai Centri di Salute Mentale dell'Ausl di Modena nel periodo compreso tra il 2006 al 2012. Nel caso degli uomini sono aumentati del 25% mentre per le donne l'incremento è 13%.

A ciò si aggiunge un aumento dell'uso di farmaci antidepressivi che nel quadriennio 2010 - 2014 ha registrato un incremento sensibilmente superiore rispetto a quanto avvenuto nelle altre province della Regione Emilia-Romagna.

"L'approfondita ricerca resa possibile grazie alla condivisione e comparazione dei numerosi dati – economici e sanitari – conferma che l'effetto negativo sulla salute mentale è diretto: difficoltà finanziarie, disoccupazione e indebitamento producono ansia e depressione, quella che noi addetti ai lavori definiamo "depressione motivata". I modenesi, in particolare, abituati a vivere in un contesto con un elevato standard sociale ed economico, risultano in qualche modo più sensibili rispetto ad una prolungata crisi economica. Un fenomeno che risulta accentuato nelle zone che hanno anche dovuto affrontare l'evento traumatico del terremoto" spiega Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda USL di Modena.

A livello nazionale, i dati dell'indagine ISTAT 2013 sulle Condizioni di Salute e Accesso ai Servizi Sanitari evidenziano come per gli individui di età superiore ai 14 anni l'indice di salute fisica è aumentato dal 49,9 del 2005 al 50,7 del 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito passando dal 49,6 al 48,8 (-0,8). Utilizzando le indagini elaborate a livello locale si nota come l'indice di salute fisica nella provincia di Modena sia rimasto stabile, passando dal 48,8 nel 2006 al 48,7 nel 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito più della media italiana (-2,6), passando dal 48,6 nel 2006 al 45,97 nel 2012.

Restringendo il campione alle persone di età tra i 25 ai 64 anni a Modena e disaggregando per genere, si rileva un peggioramento nella salute mentale in entrambi i sessi: -3,2 per gli uomini e - 2,7 per le donne.
Dalla ricerca però non emergono solo dati negativi. Lo studio evidenzia infatti in modo altrettanto chiaro l'efficacia dei programmi di inclusione e coinvolgimento in politiche attive del lavoro anche in chi soffre di disturbi psichiatrici gravi, persone che altrimenti graverebbero esclusivamente sul sistema assistenziale. Il lavoro svolto dall'Azienda Usl e dalla Fondazione Biagi evidenzia che una politica attiva indirizzata a migliorare l'inclusione lavorativa delle persone in trattamento presso i Centri di Salute Mentale ha un effetto positivo sul benessere individuale e riduce il ricorso all'assistenza psichiatrica ospedaliera.

Nella provincia di Modena circa 600 persone con problemi di salute mentale sono stati inseriti in politiche attive del lavoro (orientamento, formazione ed inserimento in contesti di lavoro) nell'anno 2012. Queste persone hanno mostrato una diminuzione dei ricoveri (0,15 nell'anno considerato contro 0,17 di coloro che – pur avendo analoghe caratteristiche cliniche – non hanno avviato percorsi di inserimento lavorativo) e della durata media di degenza (11,9 giorni contro 13,7). Se l'analisi viene ristretta alle persone con diagnosi di psicosi, i risultati sono molto più marcati: la diminuzione dei ricoveri è del 50% (0,11 contro 0,22) e la riduzione della degenza media è del 35% (9,5 giorni contro 15,3).

Questi risultati segnalano ai policy makers, vale a dire chi dispone del potere di elaborare e determinare orientamenti e strategie riguardanti le questioni più rilevanti per la società, la necessità di maggiore attenzione verso la manutenzione e l'incremento delle reti di sostegno per la salute mentale delle persone nei periodi di crisi e confermano l'utilità di ampliare l'accesso ai programmi di inserimento lavorativo per le persone con disagio psichico.

"La salute è una dimensione cruciale del benessere e dello sviluppo umano, l'indagine svolta a livello locale consente di verificare in che misura la crisi economica e il terremoto abbiano colpito in particolare la salute mentale. Tuttavia il nostro territorio è anche sede di innovative sperimentazioni che ci hanno consentito di evidenziare come le politiche attive possano, attraverso l'inserimento lavorativo, contribuire a migliorare la salute mentale con un effetto positivo anche sulla spesa sociosanitaria considerando gli effetti evidenti dalle stime microeconometriche effettuate." asserisce Tindara Addabbo economista del lavoro presso la Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

La presentazione in anteprima dei risultati l'indagine "Il costo della crisi in termini di salute mentale" – all'argomento saranno dedicate diverse iniziative nell'ambito di Màt la settimana della salute mentale in programma dal 18 al 24 ottobre – è avvenuta il 3 ottobre, presso la sede della Direzione Generale dell'Azienda Usl di Modena, alla presenza dei due responsabili dello studio Fabrizio Starace, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Ausl di Modena e Tindara Addabbo, economista del lavoro presso la Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

Il costo della crisi in termini di salute mentale: Il caso di Modena

LA SINTESI DELL'INDAGINE

Chi ha realizzato l'indagine
La ricerca "Il legame tra crisi economica e salute mentale: il caso Modena" è il frutto del lavoro congiunto del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl di Modena e della Fondazione Marco Biagi dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

La strategia utilizzata nel condurre l'indagine
Questo lavoro usa una strategia multilivello per misurare l'impatto della crisi economica sulla salute mentale: i risultati preliminari mostrano una riduzione dell'indice di salute mentale più accentuata per le donne e suggeriscono un impatto positivo delle politiche attive del mercato del lavoro.

I dati analizzati
Sono quelli relativi a due indagini sulle condizioni socio-economiche delle famiglie di Modena (ICESmo) condotte dal Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche del Dipartimento di Economia Marco Biagi (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia). Una delle due indagini è stata realizzata nel 2006 (ICESmo 2) mentre l'altra nel 2012 (ICESmo 3).

Inoltre, sono stati usati una serie di dati sugli accessi ai Centri di Salute Mentale del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche e sul consumo di farmaci antidepressivi; infine è stato calcolato il rilievo del ricorso alle strutture ospedaliere delle persone seguite per motivi di salute mentale presso il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche, confrontando quelle per le quali sono stati attivati percorsi di formazione/inserimento lavorativo con un gruppo appaiato per diagnosi che non aveva intrapreso tali percorsi.

PREMESSA
La grande recessione ha causato costi tangibili in termini di tagli nell'occupazione e nella riduzione del reddito nei Paesi Europei. L'incertezza derivante dalla perdita del lavoro e l'espandersi di condizioni lavorative precarie sono state già da tempo individuate come determinanti di una precaria salute mentale.

A livello nazionale, i dati dell'indagine ISTAT 2013 sulle Condizioni di Salute e Accesso ai Servizi Sanitari evidenziano come per gli individui di età superiore ai 14 anni l'indice di salute fisica sia aumentato dal 49,9 del 2005 al 50,7 del 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito passando dal 49,6 al 48,8 (-0,8). Utilizzando le indagini ICESmo 2 e ICESmo 3 si nota come l'indice di salute fisica nella provincia di Modena sia rimasto stabile, passando dal 48,8 nel 2006 al 48,7 nel 2012; l'indice di salute mentale è invece diminuito più della media italiana (-2,6), passando dal 48,6 nel 2006 al 45,97 nel 2012.
Restringendo il campione alle persone di età tra i 25 ai 64 anni a Modena e disaggregando per genere, si rileva un peggioramento nella salute mentale in entrambi i sessi: -3,2 per gli uomini e - 2,7 per le donne. L'analisi multivariata mostra che le donne hanno uno svantaggio in termini di salute mentale rispetto alla salute fisica e che il livello di istruzione gioca un ruolo decisivo per la salute fisica femminile, mentre non ha effetti su quella maschile.
Inoltre, essere disoccupato da meno di un anno ha un effetto statisticamente significativo e negativo per gli uomini, riducendo la loro salute mentale del 19%, mentre la disoccupazione di lungo periodo ha un effetto negativo dell'11%, soprattutto sulle donne. Infine, il risiedere in un'area della provincia di Modena che è stata colpita dal terremoto diminuisce del 5% la salute mentale sia nelle donne che negli uomini, mentre la salute fisica solo nelle donne è nella misura del 4%.
La diminuzione dello stato di salute mentale rilevato con le indagini ICESmo 2 e ICESmo 3 trova conferma dall'analisi dei dati amministrativi sull'incidenza delle persone in contatto presso i Centri di Salute Mentale dell'AUSL di Modena. Dal 2006 al 2012, sebbene le donne risultino essere in entrambi gli anni più frequenti (includendo sia i primi contatti che quelle in trattamento), la variazione è stata più alta per gli uomini, soprattutto considerando i primi contatti. Infatti, i primi contatti per gli uomini sono aumentati del 25% mentre quelli delle donne del 13%. Se si considerano le persone in trattamento continuativo presso i Centri di Salute Mentale, la percentuale è aumentata del 28% per gli uomini e del 22% per le donne.
I dati sul consumo di farmaci mostrano anche che l'uso di antidepressivi dal 2010 al 2013 è aumentato nella Provincia di Modena più che nelle altre province della regione.

GLI EFFETTI DELLE POLITICHE DEL LAVORO

E' stata infine condotta un'analisi sugli effetti che politiche attive del lavoro possono avere su persone che hanno presentato disturbi psichiatrici e non dispongano di una collocazione lavorativa. Lo studio ha evidenziato che una politica attiva indirizzata a migliorare l'inclusione lavorativa delle persone in trattamento presso i CSM ha un effetto positivo sul benessere individuale e riduce il ricorso all'assistenza psichiatrica ospedaliera.

Nella provincia di Modena circa 600 persone con problemi di salute mentale sono stati inclusi in politiche attive del lavoro (orientamento, formazione ed inserimento in contesti di lavoro) nell'anno 2012. Queste persone hanno mostrato una diminuzione dei ricoveri (0,15 nell'anno considerato contro 0,17 di coloro che – pur avendo analoghe caratteristiche cliniche – non hanno avviato percorsi di inserimento lavorativo) e della durata media di degenza (11,9 giorni contro 13,7).

MODENA, 18-24 OTTOBRE 2014 MÀT, SETTIMANA DELLA SALUTE MENTALE

Focus su crisi, lavoro, migrazione, carcere

Ospiti internazionali Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionale per il miglioramento dei programmi di salute mentale, Lily Peppou, ricercatrice dell'Istituto di Salute Mentale dell'Università di Atene. E tra gli altri Eugenio Borgna, psichiatra e saggista, Luciano Carrino, psichiatra, Presidente della Scuola Internazionale "Knowledge, Innovations, Policies and Territorial Practices" delle Nazioni Unite.

"Le parole della Crisi", sarà questo il filo conduttore che animerà Màt, la Settimana della Salute Mentale, in programma dal 18 al 24 ottobre, a Modena. Giunta alla IV edizione, la manifestazione - promossa dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell'Azienda Usl e sostenuta da Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con il patrocinio del Comune di Modena e degli altri Comuni della provincia, ed il coinvolgimento attivo delle Associazioni di Utenti e Familiari - si conferma, per quantità e qualità delle proposte, esser punto di riferimento nazionale nell'ambito della riflessione sul tema della salute mentale. Màt propone convegni, dibattiti politico-sociali, momenti di studio e confronto, con l'obiettivo di rafforzare l'idea di Salute Mentale come patrimonio collettivo. "Le parole della Crisi" sono quelle che designano le difficoltà di questi anni, ma anche quelle che descrivono le risorse attive alle quali possiamo attingere per costruire un nuovo modello di welfare, equo e sostenibile.
L'inaugurazione sarà affidata a due eminenti esponenti della psichiatria mondiale, Norman Sartorius, presidente dell'associazione internazionaleper il miglioramento dei programmi di salute mentale, ed Eugenio Borgna, psichiatra, primario emerito, docente,saggista e divulgatore. Da segnalare la presentazione della ricerca che il Dipartimento di Salute Mentale e la Fondazione Marco Biagi hanno condotto sulle connessioni tra crisi, lavoro e salute mentale a Modena. Per informazioni: www.ausl.mo.it

(Fonte: ufficio stampa Ausl Modena)

"Accogliere le sfide, costruire le soluzioni", un ricco calendario di eventi fino a dicembre. Il primo appuntamento sabato 6 settembre.
E' una iniziativa del Dipartimento Assistenziale Integrato-Salute Mentale Dipendenze Patologiche dell'AUSL di Parma  -

Parma, 5 settembre 2014 -

Per il quarto anno consecutivo, nel periodo settembre-dicembre, il Dipartimento Assistenziale Integrato - Salute Mentale Dipendenze Patologiche dell'Ausl di Parma promuove la rassegna "La Salute della Salute Mentale": una serie di eventi, convegni, conferenze e incontri culturali aperti a tutta la cittadinanza, che si terranno a Parma, Fidenza, Langhirano, Borgotaro.

"Accogliere le sfide, costruire le soluzioni" è il tema, ampio e impegnativo, dell'edizione di quest'anno, a illustrarlo è Pietro Pellegrini, Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale Dipendenze Patologiche (DAI-SM DP). "Sfide importanti vengono dal mutare rapido e a volte impercettibile della comunità e delle persone. Così raccoglieremo la sfida del corpo, nel suo essere sede ed espressione di identità, conflitti, comunicazioni, disagi. Tanti temi sono attuali: l'immagine di sé, l'alimentazione, i tatuaggi, i corpi resi diversi dalla chirurgia o dalle sostanze, fino ai corpi virtuali della rete. Parleremo di adolescenze, migrazioni, strutturazione dell'identità e della personalità, dei disturbi del comportamento alimentare. E ancora. La sfida del gioco si sta proponendo come una problematica altamente complessa e sempre più diffusa. Permane, poi, il tema della crisi e della sua evoluzione con le inevitabili ricadute. Non da ultimo – conclude Pellegrini – la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (prevista per il prossimo marzo), che richiede coraggiose soluzioni, nuovi approcci nel delicato rapporto fra psichiatria e giustizia, ma anche tra devianza e sicurezza senza che si ripropongano stigma e pregiudizi verso la diversità, il malato mentale e la sua pericolosità".

Con la rassegna "La Salute della Salute Mentale" si apre il confronto utile a contribuire al miglioramento e all'innovazione dell'intero sistema di welfare, per costruire insieme la salute, favorendo il passaggio dall'ottica riparativa a quella preventiva, con uno spirito aperto al miglioramento della qualità delle cure, alla ricerca, alla formazione e all'approfondimento scientifico.
Un ringraziamento va agli operatori del DAI-SMDP, all'Università di Parma e all'Ospedale "Maria Luigia", per il contributo alla realizzazione della rassegna, oltre che alle Associazioni di volontariato, al Comitato Utenti e Familiari, alle cooperative. Il programma con tutte le iniziative è disponibile sul sito www.ausl.pr.it.

 

Apre l'edizione 2014 della rassegna la mostra degli artisti dell'Atelier Asfodelo, il laboratorio espressivo organizzato e curato dal Centro di Salute Mentale del Distretto Valli Taro e Ceno.
Queste le gallerie d'arte che ospiteranno le esposizioni. La galleria Un-Type, in Strada San Nicolò 7, accoglie "Annunciazione", una mostra per presentare il lavoro svolto in sei anni d'attività e per portare un messaggio al "mondo di quelli che stanno fuori", per parlare della vita e dell'amore, per curare l'inospitalità del mondo e, grazie all'arte, risvegliarlo dall'indifferenza. La mostra si inaugura il 6 settembre alle 18 ed è aperta fino al 26 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, dalle 15 alle 19. Dal 13 settembre, con inaugurazione alle 18, fino al 26 la galleria Loppis, in via La Spezia 90, ospita "Rivelazioni", una scossa di energia e di colore, un'occasione per comunicare la grande vitalità dei ragazzi che fanno parte dell'Atelier. L'ingresso è gratuito.

(Fonte: Ufficio stampa Ausl Parma)

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma
Venerdì, 09 Maggio 2014 10:07

Piacenza - Un goal per l'integrazione

"Giochiamo a calcetto: palla... al Centro", sabato torneo di calcio con la squadra dei Centri diurni della Salute mentale -

 

Piacenza, 9 maggio 2014

Giocare a calcio insieme per … segnare un goal per l’integrazione. Prosegue il progetto “Giochiamo a calcetto: palla… al Centro”, che vede allenarsi settimanalmente gli studenti del liceo Gioia di Piacenza e gli utenti e operatori dei Centri diurni del dipartimento di Salute mentale dell’Ausl di Piacenza.
Sabato 10 maggio, alle ore 15 al Campo sportivo Farnesiana Activa di Piacenza, le due squadre si sfideranno nell’ambito di un torneo cui partecipa anche una rappresentativa dell’assessorato allo Sport del Comune di Piacenza.
Per l’occasione saranno presenti Gabriele Zanelli, presidente del Rotary Piacenza e Paolo Toscani, presidente del Rotary delle Valli del Nure e della Trebbia: i due Club stanno sostenendo il progetto con l’apporto di preziosi fondi. 
L’obiettivo del progetto – sottolinea l’equipe di lavoro Ausl, formata dalla responsabile Annamaria Guacci, la coordinatrice Laura Massini, l’educatore Claudio Palmieri e lo psicologo tirocinante Christian Pasini – è quello di promuovere la salute mentale e l’eliminazione dei pregiudizi creando spazi di condivisione e di sostegno reciproco. In questo modo si facilita l’aggregazione, la socialità e la partecipazione.
Il calcetto permette anche “la costruzione di gruppi reali, ampi e diversificati, di soggetti al di fuori dei contesti istituzionali di cura, con una valenza educativa, riabilitativa e terapeutica”. Naturalmente, non meno importante, è anche la ricaduta positiva in termini di promozione dell’attività sportiva: “Educare il corpo e la mente attraverso il gioco. Lo sport è educare all’incontro con l’altro, alla cooperazione, all’appartenenza e al riconoscimento reciproco”. Muoversi fa bene all’individuo e alla collettività e favorisce il contatto tra corpo e mente grazie alle qualità terapeutiche ed educative del gioco. 
I risultati, in effetti, si vedono anche sul campo. La squadra Cosmos (nella quale militano appunto utenti e operatori dei Centri diurni del dipartimento di Salute mentale) è salita sul podio dei vincitori, conquistando il terzo posto al torneo Perfettamente.. fuori forma, andato in scena nelle scorse settimane a Chianciano (Siena).
Dopo l’appuntamento di sabato alla Farnesiana, la formazione è già pronta per una nuova sfida. Dal 26 maggio, infatti, sarà a Lecce per disputare il torneo La testa nel pallone, promosso dal dipartimento di Salute mentale della città pugliese.
Tutte le attività di allenamento e la partecipazione a queste manifestazioni sportive nazionali sono rese possibili dal prezioso sostegno economico dei Club Rotary Piacenza e delle Valli del Nure e della Trebbia.

 

(Fonte: ufficio stampa Ausl Piacenza)

 

 

È un inno alla cultura quello in scena a Modena il 4 maggio alle 18 al Teatro dei Segni: musica, teatro ed arte per «Nelle cose di tutti i giorni».

 

Modena, 1 maggio 2014 -

Un progetto che rientra nel piano regionale «Teatro e salute mentale», che vede in prima linea il Gruppo “L’Albatro”, laboratorio permanente coordinato dalla Compagnia Teatro dei Venti che lavora sullo stigma legato alla salute mentale e ai suoi pregiudizi collaborare con il Dipartimento di salute Mentale di Modena. 

Ingresso gratuito, lo spettacolo mette in scena l’ambiguità tra il sogno e la realtà, il contrasto tra il vero e il falso, tra il silenzio e il rumore.
E nel foyer del teatro verranno esposti 8 quadri di Giuliano Cuoghi, attore nello spettacolo. Si tratta di opere realizzate con colori ad olio e acrilico con uso di spatola. Tra le più rappresentative della sua poetica: “Bambino sul banco di scuola”, “Palloncini”, “Pagliaccio”.

Liberamente ispirato ai temi dell’opera di Eduardo de Filippo “Le voci di dentro”, questo progetto unisce utenti dei centri di salute mentale e persone che negli anni si sono avvicinate a questo gruppo che dalla sua origine mette in relazione “normale” e “diverso”. In scena Giulio Ferrari, Maria Chiara Papazzoni, Sara Camellini, Gioconda Pieracci, Silvano Battistoni, Anna Spinelli, Sabino Genovese, Gilberto Gibellini, Francesca Tè, Francesca Nardulli, Giuliano Cuoghi, Lidia Facchini, Cristina Marsanich; Musiche dal vivo di Pietro Orlandi; cura del progetto e Regia di Francesca Figini e Beatrice Pizzardo; consulenza alla regia Stefano Tè.

“Nelle cose di tutti i giorni” prende spunto dall’opera di Eduardo nella quale il  protagonista fa un sogno che sarà l’evento scatenante della vicenda e farà emergere la meschinità e l’ipocrisia dei personaggi coinvolti. Il filo conduttore della storia è l’incomunicabilità tra i vari personaggi ed è simboleggiata dal silenzio di Zi’ Nicola che ha smesso di parlare perché il mondo non lo ascolta più. A partire da questo spunto e da questi temi, il gruppo di lavoro “L’ albatro” ha creato uno spettacolo che pone all’attore la sfida dell’essere assolutamente nudo di fronte al testo ed allo spettatore. Gli eventi si susseguono in un clima che oscilla tra l’onirico e il terreno e tra il reale e l’irreale. Ad impreziosire il lavoro la musica dal vivo eseguita da Pietro Orlandi che accompagna le azioni e le parole degli attori.

«Il lavoro su questo spettacolo ha inizialmente destabilizzato e spaventato parecchio il gruppo – dicono Francesca Figini e Beatrice Pizzardo, attrici del Teatro dei Venti e responsabili del gruppo de L’Albatro - la sfida posta dai temi di questo testo teatrale  sembrava insormontabile. Era come se non ci si sentisse all’altezza. Con tenacia e passione però, siamo riusciti a vincere timori e resistenze e abbiamo dato vita ad una nostra interpretazione dei temi della commedia di De Filippo che mette in risalto la nudità e la sincerità dell’attore di fronte al testo che sta interpretando».

 

LE ORIGINI - Il Laboratorio Teatrale IL VOLO DELL'ALBATRO, nato dalla collaborazione tra sportello Social Point e Teatro dei Venti dal 2009 ha creato un’officina creativa in cui la lotta allo stigma è percorsa attraverso la relazione nell’ambito teatrale con un laboratorio che sperimenta una relazione possibile tra normale e diverso. Definire attraverso l'arte nuovi modi di comunicazione tra chi è considerato normale e chi è affetto da problemi di salute mentale. Dal 2010 il laboratorio si è consolidato in un gruppo stabile di persone (L’Albatro) e il lavoro è proseguito con la messa in scena dello spettacolo “Fuori Pista”. Dal 2013 il gruppo lavora sullo spettacolo in programma per la serata del 4 maggio che fa parte del progetto regionale “Teatro e Salute Mentale”.

 

 

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