È una delle più importanti cooperative ortofrutticole non solo a livello modenese. Cinquant'anni fa - il 6 febbraio 1967 – nasceva a S. Felice sul Panaro la cooperativa Ital-frutta, oggi una delle più importanti realtà del settore ortofrutticolo non solo modenese.
Specializzata nella raccolta e commercializzazione di pomodoro, pere, cocomeri e meloni, Ital-frutta aderisce a Confcooperative Modena.
Furono 37 imprenditori agricoli di S. Felice, Medolla e Mirandola a costituire la cooperativa, che a inizio anni Settanta acquistò i terreni sui quali sorgono ancora oggi i capannoni per il ritiro e lo stoccaggio, via via ampliati. Negli anni Ital-frutta si è ingrandita anche attraverso l'incorporazione di altre cooperative, come la Finalfrigo di Finale Emilia (pere) e la Valle di Gavello (meloni e cocomeri).
Pesantemente colpita dal terremoto del 2012, la cooperativa ha speso complessivamente 12,3 milioni di euro per la ricostruzione degli immobili e l'acquisto di nuove attrezzature, impianti e macchinari. Oggi la cooperativa sanfeliciana ha 250 soci, un centinaio di addetti (stagionali compresi) e ritira 120 mila quintali di pere, 80 mila di cocomeri e meloni, 400 mila quintali di pomodoro; dallo scorso anno si è lanciata anche nella raccolta di ceci e fagioli borlotti per il consumo fresco.
Dal 2015 Ital-frutta è guidata da Diana Bortoli, prima donna eletta presidente di una cooperativa ortofrutticola modenese. È il sesto presidente nella storia di Ital-frutta. Il primo fu Attilio Gobbi, seguito da Camillo Bergamini, Ferrante Pezzini, Ermete Modena e Francesco Budri, che ha gestito la delicata fase della ricostruzione post sisma.
Ital-frutta, che fa parte dei consorzi Conserve Italia, Apo Conerpo e Alegra, è socia anche di Opera, la cooperativa nata il 29 maggio 2015 e che rappresenta la più importante realtà italiana specializzata nella pera.
Ital-frutta festeggerà il 50 esimo anniversario di nascita il 6 maggio quando, con la bella stagione, sarà più agevole aprire lo stabilimento ai soci, dipendenti e autorità.
I frutti di calibro inferiore a 60 mm non saranno commercializzati sul mercato fresco. Vernocchi: una decisione che consentirà di qualificare ulteriormente la produzione
Bologna - "Un provvedimento senza dubbio molto importante, che potrà contribuire ad innalzare ulteriormente il livello qualitativo della produzione nella prossima campagna": così Davide Vernocchi, presidente nazionale del Settore Ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative, commenta la decisione dell'Organizzazione Interprofessionale Pera di non commercializzare sul mercato fresco i frutti della varietà Abate Fetel con calibro inferiore ai 60 millimetri, che saranno invece destinati esclusivamente all'industria di trasformazione.
"Si tratta di una novità assoluta – dichiara Adriano Aldrovandi, presidente della cooperativa Fruit Modena Group di Campogalliano (Mo), realtà leader nel settore delle pere con una produzione di oltre 70.000 tonnellate – che favorirà l'andamento commerciale di questo importante frutto che trova nell'Emilia Romagna l'area più vocata in assoluto a livello europeo. L'elevata qualità organolettica del prodotto garantita anche da questa misura adottata dall'OI Pera costituirà infatti un'arma in più per 'conquistare' i consumatori, italiani e stranieri". I mercati principali per la "regina" delle pere sono quelli europei, ma negli ultimi anni è aumentata sensibilmente la domanda anche in altre aree come Russia, paesi Baltici, Stati Uniti, Canada e Nord Africa.
"Anche attraverso questa decisione, che rappresenta una delle prime azioni realizzata dalla sua nascita, avvenuta nel mese di marzo di quest'anno – concludono Vernocchi e Aldrovandi – l'OI Pera si pone come strumento per qualificare e valorizzare l'offerta con regole condivise, aspetto decisamente strategico, in particolare in questo momento di crisi economica e di stagnazione dei consumi".
(Fonte Fedagri - Bologna 8 agosto 2014)