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Gli attori della compagnia di Emilia Romagna Teatro, insieme agli allievi della scuola "Iolanda Gazzerro" e a 150 giovani modenesi ripercorrono quattro decenni di successi. Nel segno di un teatro sempre più di qualità e comunità che guarda al futuro.

Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi

MODENA – Sono passati 40 anni da quando quella che oggi è ERT – Emilia Romagna Teatro, ha mosso i primi passi nella chiesa teatro di San Geminiano, nata come "costola" del Teatro Comunale di Modena. Poi, con sempre maggiore identità e profilo, come ha ricordato Giuliano Barbolini, presidente della Fondazione Emilia Romagna Teatro, è entrata nel circuito ATER fino ad aggregare, nel 2001, anche i teatri dei comuni di Cesena, Vignola e Castelfranco. Il percorso di acquisizione si completa nel 2014 con l'aggiunta dell'Arena del Sole di Bologna. Nel 2015, ERT ha ottenuto il riconoscimento di Teatro Nazionale.

20171029-ERT-DSC00518Per questo importante "compleanno", sabato 28 ottobre, il Teatro Storchi di Modena ha ospitato la "Serata d'onore. 40 anni di spettacoli", in puro stile ERT.

La compagnia di attori Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia e Simone Tangolo, affiancati dagli allievi della Scuola di Teatro "Iolanda Gazzerro" e da 150 atelieristi, giovani modenesi che hanno provato l'emozione di diventare attori per una sera, hanno proposto un racconto che attraversa gli ultimi quattro decenni di storia cittadina e di grandi spettacoli di maestri italiani e stranieri, che proprio a Modena hanno avuto la possibilità di farsi conoscere.

Una formula, quella del teatro partecipato, nato da un'idea di Claudio Longhi, attuale direttore ERT, ormai collaudata, che piace e funziona, come dimostra uno Storchi gremito. La serata è stata idealmente suddivisa in otto parti, ognuna introdotta da una parola: Coppia, Oriente, Mito, Urlo, Narrazione, Illusione, Taboo, Attore, unendo le iniziali della quali si forma la parola "comunità", che è il leit motiv su cui ha insistito anche il presidente della Fondazione ERT Barbolini nella sua introduzione alla serata- "Vorrei sempre il teatro così", ha detto rivolto al numeroso pubblico. "E vorrei il teatro come specchio di una città che si fa comunità e attraverso la riflessione, il confronto culturale, la ricchezza della varietà delle esperienze, produce comunità".

A ogni parola seguiva poi la citazione dei successi e produzioni ERT e una scena tratta da alcune di esse.

Si comincia con il Faust e con Le Serve di Jean Genet con la regia di Massimo Castri, il cui lavoro ha segnato nel profondo la produzione teatrale emiliana. Gli anni Novanta sono ben rappresentati da un brano del Troilo e Cressida nella messinscena di Giancarlo Cobelli e magistralmente interpretato da Simone Francia, Simone Tangolo e Michele Dell'Utri, che strappano al pubblico risate e applausi. Si arriva poi, con la parola "Mito", al nuovo Millennio con Angels in America, produzione ERT del 2007 presentato per la prima volta al Teatro delle Passioni. Si prosegue poi con un omaggio a Pippo Delbono e al suo Urlo, interpretato da Michele Dell'Utri e Simone Tangolo. Introdotti dalla parola chiave "narrazione" tornano in scena i grandi romanzi nella realizzazione scenica di ERT, come I fratelli Karamazov, dove tutta la compagnia dà il meglio di sé. A seguire, il talento di Diana Manea ed Eugenio Papalia interpretano l'illusione, dando voce ai protagonisti di Un tram che si chiama desiderio. Donatella Allegro si confronta con i taboo, interpretando una magistrale Signorina Else. Ci si avvicina ai giorni nostri con La resistibile ascesa di Arturo Ui di Brecht, nella versione di Claudio Longhi, che cura la regia nella produzione ERT del 2011. E, nel segno del futuro, nel finale salgono sul palco gli allievi attori della scuola "Gazzerro" con l'anti epilogo di Futuri terrestri, una chicca che anticipa le prossime narrazioni.

Pubblicato in Cultura Modena
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