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Domenica, 28 Marzo 2021 22:04

F1, Bahrain: la fine di un'Era?

La Red Bull getta al vento una facile vittoria, trionfa Hamilton. Il campionato inizia con la leadership della Mercedes attaccata da un arrembante Verstappen. Finalmente c'è sfida al vertice. McLaren è la terza forza, lotta con la Ferrari che è sesta con Leclerc e ottava con Sainz.

di Matteo Landi

Tornato in pista dopo il suo ultimo pit stop Verstappen ha trovato davanti a sé una montagna da scalare. Quasi nove secondi di distacco dal leader Hamilton, da recuperare in 16 giri. A tre giri dal termine l'olandese ha sferrato l'attacco decisivo, ma è arrivato largo alla curva 4, ed immediatamente ha restituito la posizione ad Hamilton. Gli ultimi km sono stati pura adrenalina. Hamilton ha domato una Mercedes meno prestazionale della rivale Red Bull, con gomme ben più usurate di quelle montate sulla monoposto di Verstappen. Il giovane Max non ha più trovato lo spunto decisivo, concludendo dietro un sette volte campione del mondo che ha saputo difendere la posizione da vero Campione strappando con le unghie una sudata vittoria. I brevissimi test invernali avevano evidenziato una Red Bull in gran forma ed una Mercedes piuttosto sottotono. Al momento di fare sul serio, quando c'è da giocarsi gloria e trofei, gli anglo-teutonici hanno mostrato ancora una volta le loro capacità di recupero artigliando una vittoria davvero sofferta, dato che il team condotto da Christian Horner ha confermato di aver portato in pista una vettura molto prestazionale, la più veloce del Circus. Bentornata F1, con queste premesse ci farai divertire!

Red Bull: adesso è lotta aperta a Mercedes

In Bahrain si è consumata la prima tappa di un mondiale che, per molti versi, altro non è che un proseguimento di quello 2020. Le squadre non hanno potuto progettare vetture ex-novo, e si sono dovute attenere a dei limiti ben precisi, partendo dalla base delle monoposto che hanno disputato la scorsa stagione. Chi si aspettava una Mercedes ancora dominante, in forza di uno status quo difficilmente sovvertibile vista la stabilità regolamentare, sarà rimasto deluso. Ne ha beneficiato la lotta in pista, visto lo step evolutivo compiuto dal team austriaco che adesso dispone, incredibilmente, della vettura migliore. A Milton Keynes hanno ben sfruttato l'unica importante variazione regolamentare, una diminuzione della superficie del fondo, che ha invece messo in difficoltà gli uomini di Toto Wolff. Sono tornati protagonisti i piloti. Hamilton ci ha messo del suo per trionfare, ed in Red Bull dovranno riflettere su una strategia che ha costretto Verstappen ai lavori forzati, quando l'olandese avrebbe potuto agevolmente vincere se avesse copiato le scelte del box Mercedes. La pole position conquistata da Max e la facilità con cui negli ultimi giri ha ricucito il margine dal leader Hamilton lasciano pensare che oggi non ha vinto l'auto migliore. A complicare la vita del giovane orange ci si sono messi anche i track limits: da osservare in qualifica, da non rispettare in gara. Quando Verstappen ha oltrepassato i limiti della pista in curva 4, appena compiuto il sorpasso decisivo su Hamilton, ha ricevuto l'ordine di lasciarsi passare per non incorrere in una penalità. Linee bianche, avvertimenti, sanzioni: rimettete la ghiaia nelle vie di fuga e vedrete che tutto tornerà più semplice, senza timore che le carte bollate rimescolino il verdetto della pista!

Debutto in Red Bull scoppiettante per Perez. McLaren terza forza

Dietro ai duellanti è giunto un Bottas poco incisivo e danneggiato da un pit stop lento. Il terzo gradino del podio lo ha ottenuto senza patemi, visto che l'altro pilota Red Bull, Perez, è stato costretto ad una partenza dalla pit lane, in seguito ad un problema patito dalla sua vettura durante il giro di ricognizione. Il messicano ha festeggiato il suo arrivo in un top team con una rimonta memorabile, artigliando un buon quinto posto, alle spalle di un gran Lando Norris. La McLaren, forte della nuova motorizzazione Mercedes, ha confermato quanto mostrato nei test pre-stagionali, ed oltre al giovane inglese ha ben figurato anche il nuovo arrivato Ricciardo, settimo al traguardo.

Ferrari: un bel passo avanti

Non lontano da Norris e Perez è giunto Leclerc. Quarto in qualifica, dopo uno dei suoi giri monstre, ad un decimo dalla Mercedes di Bottas. Sesto in gara, su una pista teoricamente non favorevole alla Ferrari. A Maranello hanno portato in pista una nuova power unit che, prestazionalmente, non sembra troppo lontana dalla motorizzazione Mercedes. Qualche cavallo in più ed un posteriore più stabile, hanno contribuito al passo in avanti compiuto rispetto al disastroso finale di stagione 2020. Sainz, ottavo, ha accusato solo 8 secondi di distacco dal team mate: una prima gara in Rosso decisamente buona quella dello spagnolo, ancora in fase di adattamento con vettura e squadra. Il doppio sorpasso effettuato su Vettel e Alonso è stato una delizia per gli occhi degli appassionati.

Vettel, debutto in verde da dimenticare. Alonso, buon rientro ma senza gloria

A proposito di Vettel, il suo debutto su Aston Martin è stato un tormento. Diciottesimo in qualifica, bacchettato dai commissari che lo hanno penalizzato e spedito in fondo allo schieramento di partenza, in gara è saputo risalire mostrando la sua proverbiale ottima gestione dell'usura gomme, salvo poi schiantarsi contro il posteriore della bella Alpine di Ocon e transitare solo 15esimo sotto la bandiera a scacchi. Poca gloria anche per il rientrante Alonso, combattivo e lungamente in zona punti ma costretto al ritiro per problemi tecnici alla sua vettura. Zero punti quindi per la squadra condotta da Davide Brivio. In top ten è giunto invece il debuttante giapponese Yuki Tsunoda, nono. Il pilota della faentina AlphaTauri è subito risultato incredibilmente veloce: quanto mostrato in Formula 2 ha trovato conferma anche nel Grande Circus.

Emoziona la presenza in pista di Mick Schumacher, ma la Haas non va. Mazepin, la F1 è troppo per lui

Triste fanalino di coda è risultata la Haas. Il team americano ha portato in pista la peggiore vettura del lotto, non mostrando progressi rispetto alla passata stagione, anzi. Anche se vedere di nuovo su una vettura di F1 la dicitura "M.Schumacher" è stata un'emozione immensa per tutti gli appassionati, purtroppo la scritta "MSC" è stata piuttosto spesso nelle ultime posizioni della lista dei tempi fin dalle prove del venerdì. Mick si è impegnato e, a parte un innocuo testacoda compiuto nelle fasi iniziali di gara, ha portato a compimento il suo lavoro, terminando la corsa sotto i fuochi artificiali esplosi in cielo al momento della bandiera a scacchi, seppur 16esimo. Ben diverso è stato il weekend del compagno Mazepin. Il russo è stato una chicane mobile per tutto il weekend. Sabato ha rovinato le qualifiche dei colleghi girandosi due volte, in gara si è subito schiantato non completando neanche un giro. Con i soldi dei suoi munifici sponsor si è aggiudicato un sedile nella massima Formula, malgrado risultati non eccezionali nelle categorie propedeutiche. Quella che con il denaro non si può acquistare è la classe.

E adesso tocca ad Imola!

Appena tornata la F1 si prende una pausa. Il Circus tornerà nel terzo weekend di aprile, ad Imola, per il secondo anno consecutivo la Romagna si aggiudica una gara iridata. Sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari ci si aspetta che la Scuderia di Maranello possa aspirare a posizioni migliori, considerando le caratteristiche del tracciato che sorge sulle rive del Santerno. Il ritorno di una lotta al vertice, una Ferrari che mostra spunti interessanti ed un'AlphaTauri pronta a concretizzare la velocità mostrata in Bahrain: ci sarà da divertirsi. Considerando il recente asfissiante dominio Mercedes, non era scontato.

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Mercoledì, 10 Marzo 2021 21:01

Rosso Speranza

SF21, la creatura che ha il compito di riaccendere la speranza nel cuore dei tifosi, e affacciarsi di nuovo nelle posizioni che contano. Nonostante le restrizioni regolamentari le novità non mancano. E domani debutterà in pista.

di Matteo Landi

"La stagione 2021 parte dalle lezioni che abbiamo imparato dal 2020, che è stato incredibilmente difficile. L'anno scorso ci ha messo alla prova, sia in fabbrica che in pista. Abbiamo cercato di imparare dai nostri errori". Il Racing Director Laurent Mekies è consapevole di dover spesso sostituire Mattia Binotto in pista durante la stagione che inizierà a fine marzo. Quest'ultimo, specialmente nella seconda parte dell'anno, seguirà da vicino i progressi del rivoluzionario progetto 2022, e spetterà quindi all'ingegnere di Tours il difficile compito di guidare la squadra Ferrari in una stagione di transizione: l'ultima con il regolamento in corso, una sorta di proseguimento della 2020. Il francese ci mette subito la faccia e presenta la monoposto 2021, esponendosi anche più dello stesso Binotto.

Mancava lei a chiudere la serie di presentazioni delle "nuove" nate. Ed il virgolettato è d'obbligo, visto che quest'anno le squadre non hanno avuto la possibilità di creare da un foglio bianco le monoposto, ma si sono dovute attenere ad uno stringente regolamento, nato per contenere i costi viste le difficoltà economico-finanziarie create dalla nota situazione pandemica. Con alcune eccezioni. Su tutte spiccano le concessioni Aston Martin, con la squadra inglese abile a sfruttare le "sinergie" con Mercedes prepariamoci ad altri reclami dopo quelli subiti dalla Racing Point nella scorsa stagione, e quelle McLaren, dato che sulle vetture inglesi sono tornati i motori prodotti dalla Stella a Tre Punte. La Ferrari invece non ha avuto "sconti". E per spazzare via i fantasmi della scorsa disastrosa annata, ha dovuto applicarsi più di altri. L'obiettivo degli uomini di Binotto è quello di risalire la china dal sesto posto occupato nel costruttori al termine della stagione 2020, con la terza piazza nel mirino. In attesa della rivoluzione regolamentare datata 2022, anno in cui a Maranello punteranno al bottino grosso.

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SF21, è il nome della creatura che già domani muoverà a Sakhir i primi passi in pista e che oggi è stata finalmente svelata. La presentazione è avvenuta on-line alle ore 14, ma già in mattinata circolavano immagini e video della vettura. Speriamo si tratti del primo ed unico passo falso compiuto dagli uomini del team di Maranello in questa stagione. La partenza, però, non è delle migliori, considerando anche che uno degli sponsor principali della Rossa si occupa di sicurezza informatica! Piccoli scivoloni a parte è bene sottolineare gli importanti sforzi compiuti dagli ingegneri della Scuderia. I due token di sviluppo concessi dal regolamento sono stati spesi per il posteriore, ed il risultato è ben visibile. Il retro appare più snello e le pance laterali terminano in modo molto spiovente, alla ricerca di un'ottimale gestione dei flussi, incanalati verso il diffusore sfruttando l'Effetto Coanda. Siamo lontani dalle estremizzazioni che hanno reso dominanti, fino al 2013, le Red Bull del vincente binomio Newey-Vettel, ma appare evidente come le squadre, Ferrari compresa, abbiano cercato di recuperare la perdita di carico derivante dalla riduzione del fondo imposta dal regolamento 2021, riprendendo vecchi concetti. Il muso della vettura evoluzione della SF1000 non è piccolo come quello di Mercedes, McLaren o Aston Martin, ma è evidente come la Ferrari abbia concentrato i suoi sforzi, appunto, nella parte posteriore, colorata con la stessa tonalità utilizzata in occasione della millesima gara Ferrari disputata lo scorso anno al Mugello. Uno spicchio più scuro, ospitato su una vettura tinta dal "solito" Rosso.

Ricerca del carico e di una migliore penetrazione aerodinamica sono quindi i principi ispiratori della vettura 2021, che nulla avrebbe potuto senza una nuova power unit. Nella passata stagione molti mali derivavano proprio dalla scarsità di potenza del motore spompato dall'accordo Ferrari-FIA di fine 2019. Quest'anno Vettel e Sainz potranno contare su almeno 30-40 cv in più. Probabilmente la nuova motorizzazione Ferrari non ha ancora colmato il gap con quella Mercedes, ma abbinata alle modifiche viste su corpo vettura ed ali, potrebbe essere alla base dell'attesa rinascita Rossa. Parlare di titoli mondiali sarebbe inopportuno ma rivedere le Ferrari lottare nelle posizione che contano è un sogno che gli appassionati possono e devono cullare. In bocca al lupo Ferrari!

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Lunedì, 22 Febbraio 2021 20:40

Powodzenia, Alfa Romeo!

A Varsavia è stata svelata la vettura che Alfa Romeo Racing schiererà nel campionato al via in Bahrain dal 26 al 28 marzo. Raikkonen, Giovinazzi ed il collaudatore Kubica sono pronti alla nuova sfida.

di Matteo Landi

Il Biscione giganteggia sulla carrozzeria della nuova nata. Basta questo per suscitare mille emozioni. Team svizzero, motorizzazione Ferrari e tanti soldi provenienti dal main sponsor polacco. L'Alfa Romeo di F1 è oggi una "multinazionale" dal cuore italiano, quanto necessario per competere nella massima serie automobilistica senza spendere un'infinità di risorse. Kimi Raikkonen, classe 1979, ultimo campione del mondo Ferrari, correva l'anno 2007, è ancora lì, pronto a gettarsi nella mischia. La sua imperturbabilità è una delle armi del team che lo scorso anno è giunto solamente ottavo nella classifica costruttori, e che quest'anno punta a fare meglio. Giovinazzi sarà ancora alla guida dell'Alfa Romeo: nel disgraziato 2020 ha eguagliato i punti conquistati dal team mate, dovrà darsi da fare se vorrà mantenere il sedile anche nel 2022, l'anno dei grandi cambiamenti regolamentari. Ad appoggiare i due piloti titolari nello sviluppo c'è ancora Robert Kubica. Grazie alla presenza del pilota di Cracovia la squadra del Biscione si garantisce la munifica sponsorizzazione del colosso petrolifero Orlen.

Al Teatro Nazionale di Varsavia, oggi, è stata svelata la nuova C41. Il rosso ed il bianco, seppur disposti diversamente rispetto al recente passato, colorano la monoposto nata a Hinwill che presenta un muso di diversa concezione rispetto alla monoposto 2020: la forma dell'anteriore si avvicina a quanto mostrato nelle ultime stagioni da Mercedes. La nuova Alfa non può che essere uno sviluppo della vettura dello scorso campionato, come regolamento impone. Per contenere i costi, viste le difficoltà economico-finanziarie conseguenti alla nota situazione pandemica, la Federazione in accordo con le squadre, ha posto dei vincoli importanti ai progettisti, che non hanno potuto realizzare vetture completamente nuove, bensì evoluzioni delle monoposto della scorsa stagione, con un margine di due token di sviluppo. Utilizzati da Alfa Romeo, appunto, per modificare la zona anteriore. Nuova l'aerodinamica, non vincolata ai limiti citati, così come nuova è la power unit, che dovrebbe erogare circa 30-40 cv in più rispetto alla 2020. Buon per Ferrari, Haas ed, appunto, Alfa Romeo: vedremo se saranno abbastanza per permettere alle tre squadre di risalire la china. Il pesante deficit di potenza, frutto dell'accordo FIA-Ferrari che a fine 2019 ha tarpato le ali al reparto motori di Maranello, aveva prodotto quel pesante ritardo prestazionale che la scorsa stagione ha costretto Haas e Alfa Romeo a combattere nelle retrovie ed al team del Cavallino di giungere solamente sesto nel costruttori.

Alla squadra italo-elvetica spetta ora un compito difficile, ma non impossibile. Conquistare più degli otto punti ottenuti nel 2020 è un obiettivo decisamente alla portata. Scalzare dalla settima piazza i faentini di AlphaTauri, capaci lo scorso campionato di vincere a Monza con Gasly, sembra più ostico. Molto, come detto, dipenderà da quanto spingerà il Cuore Ferrari. In bocca al lupo a Kimi e Antonio. Comunque vada, l'Italia è con voi!

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Lunedì, 08 Febbraio 2021 20:16

F1, guida al Mondiale 2021

Con la scontata conferma di Hamilton anche l'ultima pedina è andata al suo posto. A fine marzo scatterà il mondiale di F1. Tante novità ed alcune conferme. Guida al campionato 2021.

di Matteo Landi

Mancava solo l'annuncio relativo al futuro del sette volte campione del mondo Hamilton. Dopo le indiscrezioni, e le fake news, che hanno affollato i social sin dalla chiusura del mondiale 2020 è notizia di oggi che Lewis ha confermato la sua presenza nel campionato 2021, sempre al volante della Mercedes. Un solo anno di prolungamento, per adesso. Dopo aver eguagliato il record di Schumacher al pilota inglese l'appetito vien mangiando e, conscio che avrà probabilmente la vettura da battere, sogna l'ottavo titolo. Ancora non è giunto il momento del suo ritiro ma potrebbe arrivare al termine della stagione che si appresta a cominciare a fine marzo in Bahrain. La svolta regolamentare del 2021 è stata rimandata di un anno ed il 2022 potrebbe coincidere con la fine del lungo dominio Mercedes. Il condizionale è d'obbligo, ma lo stesso Lewis al momento non può sapere se avrà ancora le energie necessarie per competere al vertice.

È appena iniziata invece l'Era Domenicali. Team Principal Ferrari prima, Presidente e AD Lamborghini poi, si è calato nelle nuove vesti di Presidente e Amministratore Delegato della Formula 1. Cresciuto in Ferrari, conosce il mondo del Circus come le sue tasche. Succede a Chase Carey, dirigente d'azienda irlandese naturalizzato statunitense, il quale inaugurò il nuovo corso "americano" nel 2017, anno in cui il massimo campionato automobilistico passò dalle mani di Bernie Ecclestone a quelle di Liberty Media. In questi anni gli statunitensi hanno ringiovanito l'immagine della F1, spostando la comunicazione sui social, ambiente ignorato da Bernie, e non solo. Adesso però serviva qualcuno che sapesse sviluppare il prodotto collaborando al meglio con tutti gli stakeholders e Domenicali è sicuramente la persona giusta. Il nuovo Presidente sta rassicurando l'ambiente e gli appassionati: la pandemia non è finita e non sappiamo quando terminerà, ma nel 2021 la F1, comunque, si impegna a disputare 23 gare. È arrivata la conferma di Imola, che sarà il secondo appuntamento stagionale, il Bahrein ospiterà dal 26 al 28 marzo il GP inaugurale, avremo il debutto dell'Arabia Saudita e proveranno in tutti i modi a disputare il Gran Premio di Monaco, evento troppo importante e prestigioso per mancare dal calendario per due anni consecutivi.

Con l'ultima pedina che oggi è andata al suo posto andiamo a vedere quali saranno le formazioni, e quali le loro aspirazioni, del campionato che fra meno di due mesi scatterà in Asia.

Mercedes: Lewis Hamilton #44, Valtteri Bottas #77

Il nuovo regolamento, come detto, entrerà in vigore nel 2022. La Federazione, per contenere i costi delle squadre, dai budget "affaticati" causa pandemia, ha parzialmente bloccato lo sviluppo delle vetture. L'aerodinamica sarà modificabile, le power unit saranno nuove, ma i team non sono potuti intervenire su telaio e molte componenti importanti. Sono stati concessi due token di sviluppo, le monoposto sono state "divise" in 77 sezioni delle quali 40 omologate. Con un regolamento così cervellotico, ma allo stesso tempo semplice, visto che le vetture saranno uno sviluppo delle 2020, non si capisce chi potrà scalfire lo status quo della Mercedes. Bottas riuscirà almeno a lottare con Lewis, così da farci assistere a quella battaglia al vertice che manca dal 2016, anno del trionfo di Rosberg? Questa sarà la quinta stagione in Mercedes per il finlandese. In quattro anni ha mostrato sprazzi di competitività assoluta, specialmente ad inizio stagione, ma mai la costanza di rendimento di Hamilton. Valtteri dovrà sperare in qualche, inatteso, calo di concentrazione del team mate e farsi trovare pronto a sfruttarlo. Come fece il suo predecessore Rosberg. In bocca al lupo!

Red Bull Racing-Honda: Max Verstappen #33, Sergio Perez #11

La squadra austriaca punta ancora su Baby Max, fa strano chiamarlo così dato che è in F1 dal 2015 ma resta pur sempre un classe 1997, e sul nuovo arrivato, Sergio Perez. Il messicano ha vinto la sua prima gara la scorsa stagione a Sakhir sapendo di non avere un sedile per il 2021, visto che Racing Point, da quest'anno rinominata Aston Martin, aveva già ingaggiato Vettel. Per la Red Bull si tratta di una scelta fuori dai suoi standard, normalmente attinge dal suo bacino di giovani piloti. Ma durante lo scorso anno Albon non ha convinto, e Kvyat e Gasly sono già stati bocciati una volta dal team austriaco. Perez senza un contratto costituiva un'occasione troppo ghiotta per non essere colta. Dovrà farsene una ragione Verstappen: quest'anno avrà in squadra un osso duro e guai sottovalutarlo. Red Bull avrà per l'ultima stagione le power unit Honda, il colosso nipponico poi si ritirerà dalla massima Formula. Però, c'è un però. Gli austriaci stanno chiedendo un blocco allo sviluppo dei motori. Dovessero averla vinta potrebbero continuare ad installare sulle loro vetture le power unit giapponesi anche nel 2022, magari rinominandole con qualche sponsor. Vedremo. Intanto c'è una stagione 2021 da disputarsi e Red Bull punta a confermare il ruolo di principale antagonista Mercedes.

McLaren-Mercedes: Daniel Ricciardo #3, Lando Norris #4

Nel 2020 la casa inglese è tornata tra i grandi e si è classificata terza nel costruttori. Quest'anno aspira a confermarsi e magari a qualche prestigioso exploit. Se ne è andato Sainz, adesso in Ferrari, ma è arrivato un pilota del calibro di Daniel Ricciardo. Uno che ha già vinto delle gare, con alle spalle oltre all'esperienza in Renault anche quella nel top team Red Bull, dove ha battuto Vettel. A differenza delle altre squadre la McLaren ha raggiunto un accordo particolare con la FIA e non avrà i token in quanto passerà dai motori Renault a quelli Mercedes, dovendo quindi rivedere per forza di cose il retrotreno e non solo. La potenza delle nuove power unit, e questa escamotage regolamentare, potrebbero regalare soddisfazioni al team di Zak Brown.

Aston Martin-Mercedes: Lance Stroll #18, Sebastian Vettel #5

Cacciato Perez per far spazio all'esperienza di Vettel, visto che il figlio del boss non si tocca, la squadra di Lawrence Stroll cambia nome, abbandonando il marchio Racing Point, e passa al verde Aston Martin. Per il resto la squadra è tendenzialmente la stessa del 2020, continuando sulle basi poste la scorsa stagione. Ed è questo il problema per gli avversari. L'anno passato le vetture rosa erano dei cloni della Mercedes 2019 e da subito si sono dimostrate molto competitive. La Racing Point è stata anche multata per questo ed ha subìto una lieve penalità in punti. La Federazione gli ha concesso di terminare la stagione con la vettura "incriminata", in quanto sarebbe stato troppo complesso e dispendioso per loro modificare così a fondo l'auto. La vicenda ha fatto emergere anche le lacune della Federazione in tema di vigilanza del rispetto delle regole, visto che le ispezioni in fabbrica non sono mancate. Puntando su certe "sfumature" regolamentari l'Aston Martin potrebbe rivelarsi ancora una volta molto simile alla Mercedes. Partono già con un vantaggio: non utilizzeranno alcun gettone per avere una nuova trasmissione, avendo acquistato quella Mercedes 2020, già omologata. Lo scorso anno Racing Point ha vinto una gara, arrivando quarta nel costruttori. La squadra adesso punta a scalzare McLaren dalla terza piazza.

Alpine-Renault: Fernando Alonso #14, Esteban Ocon #31

Luca De Meo, ex pupillo di Marchionne ed ora Presidente e AD designato Renault, ha deciso di rispolverare un marchio blasonato che ha scritto la storia delle competizioni, Alpine. Non solo, ha fatto tornare in F1 Fernando Alonso, vedremo se gallina vecchia farà buon brodo, ed ha portato una ventata di freschezza con l'ingaggio dell'ex MotoGp Davide Brivio, nuovo Direttore Sportivo. La scorsa stagione ha visto finalmente Renault salire sul podio, un obiettivo che le mancava da tempo. Quest'anno, avvalendosi dell'esperienza di Alonso, puntano ad affacciarsi più spesso nelle posizioni che contano e chissà. Lo step importante invece auspicano di farlo nel 2022.

Ferrari: Charles Leclerc #16, Carlos Sainz Jr. #55

Il figlio dell'iridato rally ha acceso gli animi durante un test con la vettura 2018 svolto, pochi giorni fa, a Fiorano. Lo spagnolo ha preso confidenza con la squadra e con le procedure Ferrari. L'avventura Vettel era giunta al capolinea ed a Maranello hanno ingaggiato Sainz addirittura prima dell'inizio del campionato 2020. Con il rischio di assistere ad una stagione fiacca ad opera di Vettel. Il campionato scorso, per la verità, è stato di basso livello per tutta la squadra. La vettura aveva troppo drag in rettilineo, un carico aerodinamico non eccellente ed una power unit spompata, figlia dell'accordo Ferrari-FIA nato dopo le polemiche derivanti dalle prestazioni mostruose del motore 2019. L'irregolarità non fu mai accertata, ma la squadra di Maranello aprì le porte alla Federazione, mostrandole il modo in cui riusciva ad operare fra le pieghe di un regolamento che successivamente è stato modificato, soprattutto "chiarito". Da sempre in F1 chi vince lo fa sfruttando le zone grigie e la Ferrari fu astuta prima di venire bastonata. Quest'anno Binotto e compagni doteranno la vettura di una nuova power unit, più potente, si dice di circa 30-40 cavalli. Se basteranno dipenderà dai progressi delle rivali, in primis Mercedes. Ma la Ferrari deve recuperare anche su avversarie inattese che la scorsa stagione si sono mostrate superiori. Binotto spera di poter risalire la china e passare dalla sesta piazza nel costruttori alla terza. Intanto sappiamo che i token sono stati spesi per rivedere il cambio, dopo i difetti strutturali riscontrati nella versione 2020. Questo consentirà alla Scuderia di migliorare il retrotreno, anche sotto l'aspetto aerodinamico. Leclerc, lo scorso anno, ha fatto i miracoli quando ha potuto, cogliendo due podii. Il Cavallino Rampante però merita di più. I tifosi attendono risposte, e le vogliono in pista.

AlphaTauri-Honda: Yuki Tsunoda #22, Pierre Gasly #10

La squadra faentina, una volta Toro Rosso e prima ancora Minardi, nel 2020 ha ottenuto una superba vittoria a Monza. Una pista che si conferma cara al piccolo team di proprietà Red Bull, teatro anche della vittoria di Vettel nel 2008. La compagine è arrivata settima in classifica e punta a fare meglio quest'anno. Certo, le avversarie davanti sono difficili da superare: portano nomi blasonati come Ferrari, Alpine, Aston Martin e McLaren. Le vetture romagnole monteranno la trasmissione Red Bull, già omologata. Un vantaggio dal punto di vista dello sviluppo. Per quanto riguarda i piloti, confermato Gasly, hanno salutato il buon Kvyat per affidarsi alla velocità del giapponese Tsunoda, terzo lo scorso anno in F2. Sarà interessante vedere come si adatterà ad una monoposto da circa un migliaio di cavalli.

Alfa Romeo Racing-Ferrari: Kimi Raikkonen #7, Antonio Giovinazzi #99

Nel 2020 la scarsa potenza della power unit Ferrari non ha permesso alla squadra elvetico-italiana di cogliere grandi soddisfazioni. L'esperienza dell'ultimo campione del mondo Ferrari e la velocità di Giovinazzi hanno consentito comunque ad Alfa Romeo di issarsi in zona punti in alcune occasioni, con Imola vissuta come picco positivo visto il doppio arrivo in top ten. Un marchio come quello di Arese merita però ben altro. La presenza del Biscione sulle carrozzerie delle vetture prodotte a Hinwil è garantita anche questa stagione. Per il dopo dovremo vedere quali saranno le strategie di Stellantis e quali saranno i risultati del 2021. La Ferrari darà a Kimi e Antonio un nuovo motore, la squadra ha dimostrato di saper sfornare buone vetture alternate a flop clamorosi. Incrociamo le dita. Il 22 febbraio, a Varsavia, saranno tolti i veli alla "nuova" monoposto.

Haas-Ferrari: Nikita Mazepin #9, Mick Schumacher #47

Vedere "M.Schumacher" sulla carrozzeria di una F1, per di più motorizzata Ferrari, sarà un'emozione continua. Il figlio del Kaiser viene dal trionfo in Formula 2, campionato in cui ha vinto a modo suo: una stagione di apprendistato e vittoria nella successiva, sfruttando l'esperienza maturata e mostrando concretezza. A differenza del figlio d'arte, il russo Mazepin è risultato ben più incline all'errore, da avversario di Mick nella formula propedeutica. Veloce ma troppo aggressivo, ha chiuso l'anno in mezzo a tante polemiche, lungi dal placarsi. Prima una condotta antisportiva in pista, poi si è reso protagonista di un video controverso pubblicato sui social. Tutto questo non smentisce la sua fama di bullo, nel 2016 colpì con un pugno Ilott, oggi test driver Ferrari F1, al tempo suo avversario in pista. Insomma il team Haas avrà le sue gatte da pelare ed i riflettori puntati per vari motivi. Anche loro sperano che a Maranello abbiano approntato una power unit più spinta, per dimenticare un 2020 avaro di soddisfazioni.

Williams-Mercedes: George Russell #63, Nicholas Latifi #6

La proprietà è cambiata, la famiglia Williams ha lasciato la squadra. Ora tutto è in mano a Dorilton Capital, ma il nome del team è lo stesso e la sede rimane a Grove. Il miglior colpo della squadra inglese resta la conferma di Russell, pilota che quando gli è stata data la possibilità, a Sakhir la scorsa stagione in sostituzione del malato Hamilton, ha mostrato di essere da vertice, battagliando per la pole position e rischiando di vincere una gara, negata da un maldestro cambio gomme. Latifi non è il campione a cui in Williams una volta erano abituati, ma garantisce la presenza di sponsor che aiutano a chiudere il budget. La power unit Mercedes è una garanzia, vedremo se con più stabilità economica riusciranno a fare meglio, dopo un 2020 da zero punti e ultima piazza.

C'è chi cerca conferme, chi ambisce a nuovi traguardi e chi, come Ferrari, deve risalire il baratro, avendo compentenze e finanze giuste per farlo. Sarà un 2021 "strano" per certi aspetti, soprattutto sul fronte tecnico, in attesa della rivoluzione regolamentare 2022.

Dal 12 al 14 marzo le vetture saranno in pista per gli unici tre giorni di test pre-campionato. Sarà presto per elargire sentenze, ma sarà possibile farci una prima idea di quelli che sono i valori in campo.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 13 Dicembre 2020 19:32

F1, Ultimo Tramonto ad Abu Dhabi

Abu Dhabi, ultima tappa della stagione ed ultima gara in Rosso per Vettel. Trionfa Verstappen, davanti a Bottas ed al rientrante Hamilton. Leclerc è 13esimo, davanti al compagno tedesco, che saluta Maranello fra pianti e canzoni.

di Matteo Landi

"Voi siete la squadra Rossa, appassionati, non vi arrenderete mai. La mia fermata sta arrivando, mi è piaciuto stare con voi. Ho sentito la vostra magia...". Nel giro di rientro Sebastian legge un foglietto, custodito all'interno dell'abitacolo per tutti i giri di gara. Intona l'Azzurro di Pallavicini e Conte, modificato nelle parole. I quattordici successi di tappa, terzo pilota più vincente con la Scuderia di Maranello, ma soprattutto i sei anni insieme, hanno reso il pilota tedesco uno dei più grandi, veri, tifosi Ferrari. Arrivato nel 2015 con il compito di riportare all'iride la squadra italiana, è subito entrato nel cuore dei ferraristi vincendo alla seconda gara. Quel 29 marzo fu una giornata liberatoria per la Scuderia, che usciva da uno dei campionati peggiori della sua storia, quello dell'inizio dell'Era turbo-ibrida e dell'attuale dominio Mercedes. Vettel ha comunque lottato per il titolo nel 2017 e nel 2018, perdendolo fra problemi tecnici e suoi errori evitabili. La storia sportiva del tedesco e della Ferrari si chiude oggi con un misero 14esimo posto, al termine di un campionato che vede la Scuderia solo sesta nei costruttori (peggio fece nel 1980, quando concluse decima). Quella d'amore invece, l'ultimo saluto di Seb lo testimonia, non si spegnerà mai. Il pilota di Heppenheim continuerà la sua avventura nella massima serie al volante della Racing Point, che il prossimo anno verrà rinominata Aston Martin, ed a Maranello arriverà Sainz. La telefonata con cui Binotto annunciava a Sebastian che avrebbero fatto a meno di lui per il 2021 oggi è sembrata un lontano ricordo. Grazie ad un commosso e commovente Vettel, capace di mettere da parte qualsiasi polemica per concentrarsi sull'abbraccio finale.

Verstappen domina. Hamilton, stanco, è terzo

Al termine dell'ultima gara dell'anno ai box Ferrari la nostalgia la fa da padrona, mentre poco più in là, nel garage Red Bull partono i festeggiamenti. A differenza di quanto abbiamo visto per gran parte del 2020, ad Abu Dhabi ha dominato la squadra austriaca, capace di battere sonoramente l'armata Mercedes, parsa oggi quasi sottotono. Bottas sul podio era felice come poche altre volte: secondo ma davanti al sette volte campione del mondo Hamilton, terzo. L'inglese ha fatto i salti mortali per farsi trovare pronto ed in salute per l'ultima tappa di questo campionato. Dopo la debacle di Sakhir, Russell non ha avuto modo di riprendersi quello che il box Mercedes, con un pit-stop horror, gli ha negato una settimana fa. Il giovane inglese è tornato in Williams ed alle zone meno nobili della classifica. A fine gara Hamilton è parso affaticato, dichiarando di non sentirsi al top della forma. Qualche giorno di riposo in più avrebbe giovato alla sua salute, ma evidentemente la pressione degli sponsor ha avuto la meglio.

Albon o Perez: Red Bull sfoglia la margherita

Ai piedi del podio è giunto Albon, passato sotto la bandiera a scacchi molto vicino ad Hamilton. Se avesse corso così per tutta la stagione adesso avrebbe già un contratto per il 2021. In Red Bull, invece, stanno ancora meditando su quale pilota ingaggiare per il futuro. Perez sembrava ormai fuori dalla contesa, ma la vittoria di Sakhir ha alzato notevolmente le sue quotazioni. Il pilota messicano è ormai un top driver: il Sergio veloce ma irruento del 2013, anno in cui non diede alla McLaren motivi per confermarlo, è un lontano ricordo. Quarto nella classifica piloti 2020, dietro solo ai piloti Mercedes ed a Verstappen, Perez si è reso autore di un'annata memorabile. In cui ha persino sconfitto il Covid. Il prossimo anno Helmut Marko e compagni avranno bisogno di un pilota consistente e rapido se vorranno contendere alla Mercedes il primato fra i costruttori: l'ormai ex driver Racing Point è la soluzione.

McLaren terza nel costruttori

Gioia massima in McLaren. Lando Norris ha conquistato uno stupendo quinto posto, subito davanti a Carlos Sainz, futuro pilota Ferrari. Lo spagnolo ha concluso la stagione al sesto posto, l'inglese al nono. La somma dei loro punti ha permesso alla gloriosa squadra d'oltremanica di assicurarsi il terzo posto fra i costruttori, davanti alla Racing Point (penalizzata ad inizio campionato per aver realizzato una monoposto clone della Mercedes 2019). La squadra rivitalizzata da Zak Brown non giungeva così in alto in classifica dal 2012. Considerando però la competitività raggiunta dai motori Honda, croce McLaren durante il loro svezzamento ma adesso performanti e vincenti con Red Bull, avrebbero potuto ambire a ben altri risultati se solo avessero avuto un poco di pazienza in più. Nel 2021, tuttavia, le vetture inglesi avranno le power unit Mercedes: Ricciardo, prossimo a vestire la casacca McLaren, ha da sorridere.

Mick Schumacher debutta nelle prove libere

La felicità albergava nel box Haas due giorni fa. Durante le prove libere la squadra americana ha avuto modo di testare il campione di F2, figlio del grande Michael. Nella fine il principio, verrebbe da dire, visto che si è trattato per Mick di assaggiare quel mondo che il prossimo anno lo vedrà, per la prima volta, fra i protagonisti. Mai delle prove non ufficiali hanno attirato tanta attenzione. Il giovane Mick non ha sbagliato, prendendo rapidamente confidenza con il mezzo. Vedere "M. Schumacher" stampato ai lati dell'abitacolo di una Formula 1 ha scatenato emozioni indimenticate.

Addio 2020

Ultimo tramonto per la stagione 2020. Un campionato iniziato a luglio a causa del Covid, e nonostante tutto articolato su 17 eventi. Sei mesi in cui il Grande Circus è tornato alle origini, con un baricentro europeo e pochissime gare fuori dal vecchio continente. Abbiamo assistito al debutto del Mugello nel mondiale ed al ritorno di Imola, due delle tre gare italiane data la conferma di Monza. La Ferrari non è riuscita ad onorare al meglio le sue mille presenze nella massima formula, vivendo una delle sue annate più terribili. Due lampi di Leclerc ad inizio stagione, uno di Vettel in Turchia, poi il buio. Il monegasco ha provato a tenere in piedi la baracca, rendendosi protagonista di qualifiche da urlo sfociate spesso in gare al passo del gambero, a causa soprattutto della mancanza di potenza della power unit più spompata del 2020. Una stagione nata male, con un accordo Ferrari-Federazione che ha tolto cavalli ai motori costruiti a Maranello, e finita peggio, vedi il doppio piazzamento fuori dai punti ottenuto oggi. Hanno gioito Hamilton, al settimo iride (come Michael Schumacher), e la Mercedes. Tante novità e molte conferme. Ma la cartolina migliore di questa strana stagione rimarrà per sempre il saluto di Seb Vettel al Cavallino Rampante. Riflesso di un amore che resterà per sempre vivo.

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Domenica, 29 Novembre 2020 21:04

F1, Bahrain: la porta dell'inferno

Al primo giro la Haas di Grosjean si schianta, prende fuoco ed in F1 torna la paura. Domina Hamilton, la Ferrari arranca.

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Alfa Romeo Giulia ETCR – Romeo Ferraris è stata presentata ufficialmente lo scorso weekend in Spagna, al MotorLand Aragón, dove è andato in scena il primo evento promozionale in circuito del Pure ETCR. A togliere i veli alla berlina “full electric” sono stati Michela Cerruti (Operations Manager di Romeo Ferraris) e il francese Jean-Karl Vernay, già confermato quale pilota per il debutto dell’Alfa Romeo Giulia ETCR.

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Domenica, 01 Novembre 2020 18:53

F1, Imola: un bel sorso di Romagna!

La faentina AlphaTauri sfiora l'impresa nel giorno del settimo alloro consecutivo Mercedes. Ferrari non male (per essere il 2020) con Leclerc, quinta. E grande Alfa Romeo, nona grazie al veloce e saggio Raikkonen e decima con un ottimo Giovinazzi.

di Matteo Landi

Il primo, e forse ultimo, Gran Premio dell'Emilia Romagna è destinato a rimanere nella storia. Sarà ricordata come la gara che ha consegnato a Mercedes il settimo titolo costruttori consecutivo, record assoluto. Battuto il primato Ferrari, quello dell'Era d'Oro di Schumacher, Todt, Brawn e Byrne, vincenti dal 1999 al 2004 compresi. Nel 2014, anno del debutto della Formula turbo-ibrida, la Mercedes ha instaurato un dominio che solo il prossimo cambio regolamentare del 2022 potrà, forse, interrompere. Intanto gli uomini di Toto Wolff si stanno abbuffando di trofei come nessun'altro in passato ha fatto. Ferrari vs Mercedes, una sfida a distanza vinta, nei numeri, dalla seconda. Facilitata anche dall'assenza di quei cambi regolamentari che cercarono di scalfire la forza della Rossa, riuscendoci nel 2005 fra divieto di cambi gomme e modifiche regolamentari sia sul fronte dell'aerodinamica che su quello motoristico.

Il Gran Premio dell'Emilia Romagna sarà ricordato anche come l'evento che ha riportato nella massima serie automobilistica il circuito di Imola. L'ultima gara fu disputata nel 2006, e terminò con la Rossa di Schumacher in trionfo dopo un acceso duello con la Renault di Alonso. Oggi hanno dominato le Mercedes di Hamilton e Bottas. Sul podio è tornata la Renault, con uno stupendo Ricciardo, anello di congiunzione fra passato e presente. Un presente meraviglioso grazie alla stesso tracciato che sorge sulle rive del Santerno, capace di riportare la F1 ai fasti del passato. Pochi sorpassi ma tutti memorabili. Su una pista dalla carreggiata stretta abbiamo rivisto piloti che non hanno atteso i rettilinei per operare le loro manovre agevolate dall'utilizzo dell'ala mobile. In percorrenza di curva, in accelerazione, all'esterno o all'interno. Così, ben più del trionfo di Hamilton, ricorderemo il bel sorpasso di Leclerc su Magnussen alla Tosa, o la manovra ardita e riuscita di Kvyat sullo stesso Leclerc a fine gara. Azioni rudi, forti, di pregio. Bentornata F1 e grazie Imola. Una pista che non sappiamo quando tornerà nel calendario della Formula 1 ma intanto ci ha riacceso quella passione che le piste disegnate da Hermann Tilke fanno di tutto per spegnere!

AlphaTauri: un quarto posto che poteva essere un podio. E tante emozioni vicino casa

A pochi km dalla pista romagnola sorge lo stabilimente AlphaTauri, un tempo Toro Rosso, e prima ancora Minardi. Sabato Gasly si è presentato in prova con il casco tributo a Senna, con il quale ha disputato la sua miglior qualifica in carriera risultando quarto. Le vetture costruite a Faenza hanno letteralmente impressionato arrivando, con il loro miglior interprete, a disturbare Verstappen e "mamma" Red Bull. Purtroppo in gara un problema tecnico ha tolto il sorriso a Gasly costringendolo al ritiro. Con il francese fuori gara ha sfoderato tutta la sua grinta Kvyat. Negli ultimi giri, dopo un periodo di safety car, con gomme fresche e morbide, ha superato di cattiveria Leclerc ed è andato a caccia del podio. Ricciardo però ha mantenuto il sangue freddo ed ha avuto la meglio portando ancora una volta la Renault sul podio. Ma che grande AlphaTauri! Galassia Red Bull, siete sicuri che il giovane Tsunoda (buono ma non irresistibile pilota di F2) possa far meglio di questo Kvyat?

Hamilton, la fortuna aiuta i fortunati. Ricciardo, un podio che equivale una vittoria

Toccate, incidenti, colpi di scena. Bottas raccoglie un detrito in pista che rallenta il passo della sua Mercedes. Verstappen ne colpisce un altro, fora e si ritira. La Dea Bendata a volte è cieca ma come sappiamo aiuta e bacia i suoi prediletti. Con Hamilton oggi il rapporto è stato quasi...carnale! L'inglese avrebbe probabilmente artigliato la vittoria anche senza il supporto delle disgrazie altrui. La vittoria gli è però definitivamente venuta in contro quando ha avuto la possibilità di cambiare gli pneumatici in regime di Virtual Safety Car, mentre gli altri erano costretti per regolamento ad un'andatura ridotta. E' giusto però che nell'albo d'oro di Imola rimanga inciso anche il nome del Campione dei tempi nostri. Sul podio l'inglese è parso emozionato. Quasi tramortito dalla magia della pista italiana, tanto da bere champagne dalla scarpa di Ricciardo! Già, Ricciardo....nel giorno in cui il suo ex collega Verstappen, colui che lo ha "costretto" a lasciare la Red Bull, accusa una dura battuta d'arresto, lui si illumina, ben supportato da un'ottima Renault. Il nuovo Presidente e CEO Luca De Meo, ex pupillo di Marchionne, è in cattedra solamente dallo scorso luglio ma ha già archiviato due podii. Fa piacere rivedere in alto un marchio storico come quello francese.

Ferrari: un passo avanti e mezzo indietro

Sarebbe bello se tornasse ai vertici anche il nome Ferrari, la Scuderia più vincente, il marchio che da solo garantisce la sopravvivenza all'intero Circus. E lo fa da sempre, dal 1950. Oggi Leclerc ha lottato, esibendosi in un'indimenticabile manovra di sorpasso e tenendo un buon passo per tutta la gara. Con un po' di fortuna avrebbe potuto artigliare un insperato podio ma probabilmente il quinto posto finale raffigura perfettamente lo stato di forma dell'attuale Ferrari. Comunque in progresso rispetto ad una terribile fase centrale di campionato. Peccato per quell'orrendo pit stop che ha negato a Vettel un buon risultato. La strada verso la perfezione è ancora lunga ed in salita. Per il bene della Formula 1, forza Ferrari!

La saggezza di Kimi. Alfa Romeo doppia top ten

Il guerriero saggio sulla riva attende il passaggio del cadavere del nemico. Un detto che oggi calza a pennello a Raikkonen, guerriero per come ha combattuto con gomme usurate (quasi 50 giri percorsi con gli stessi pneumatici), saggio per come ha gestito la fase finale di gara. Unico pilota in attività ad aver corso nella massima Formula ad Imola, Raikkonen ha mostrato al mondo cosa significa avere tanta esperienza a fronte di una velocità ancora intatta. In qualifica ha litigato con i track limits ed i commissari gli hanno tolto il suo miglior tempo. Poco male, Kimi ha incassato il colpo ed in gara ha attinto dal meglio del suo repertorio. Super nella gestione gomme, si è issato fino alla quarta posizione. Dodicesimo dopo il suo pit stop ha poi mantenuto il sangue freddo mentre gli avversari soccombevano. La foratura con ritiro di Verstappen ha provocato una safety car, durante la quale si è schiantato il promettente Russell. A quel punto il pilota Alfa Romeo era già in zona punti ma è salito di un'altra posizione quando, al rientro in pit lane della safety car, Albon si è girato malamente. Aprendo le porte alla zona punti anche a Giovinazzi e permettendo alla Casa del Biscione di centrare un doppio piazzamento in top ten! Prima della gara era arrivata la notizia relativa al proseguimento in F1 del marchio italiano e la conferma dei suoi due piloti anche per la stagione 2021. Miglior modo per festeggiare non potevano trovarlo!

Prossima tappa Istanbul

Dopo la terza gara italiana della stagione il Circus tornerà in Turchia, sulla migliore (forse l'unica buona) pista progettata da Tilke. L'ultima edizione disputata fu quella del 2011 e vide dal gradino più alto del podio festeggiare Vettel, allora in Red Bull. Entrato in calendario nel 2005, ebbe come primo vincitore Raikkonen, divenne il terreno di caccia preferito da Felipe Massa, che detiene il record di vittorie su questo tracciato, ben tre. Hamilton vi ha trionfato una sola volta e probabilmente già pensa ad allungare la sua striscia di successi.

Il 2020 ci insegna però ad andare oltre, a dar valore anche ad altre imprese. La vittoria di Gasly a Monza, i podii di Ricciardo, quelli conseguiti in condizioni di inferiorità tecnica da Leclerc. Chissà che anche in Turchia non potremo emozionarci ancora.

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Domenica, 25 Ottobre 2020 18:21

F1, Portogallo: il vecchio e il mare

Il "vecchio" Raikkonen issa la sua Alfa Romeo fra i primi mentre scende la pioggia. Con l'asciutto si ristabiliscono le gerarchie ed Hamilton vince agevolmente mettendo un mare fra sé ed i suoi avversari, Bottas compreso. Stabilendo un nuovo record. Intanto risorge la Ferrari e con Leclerc è quarta.

di Matteo Landi

Onore e gloria ad Hamilton, autore della 92esima vittoria in carriera. Un record prestigioso, meritato, ma anche il più "telefonato" della storia della massima Formula. Dal suo debutto nel 2007 al 2013 era riuscito ad artigliare un solo mondiale, nel 2008, sottraendolo d'un soffio a Felipe Massa. Dal 2014, anno dell'introduzione delle power unit turbo-ibride, la Mercedes domina la scena in modo indiscusso ed Hamilton si avvicina ormai al settimo alloro. La Ferrari le ha arrecato qualche disturbo nel 2017 e 2018, generando nuovi entusiasmi nei tifosi della squadra di Maranello, ma precocemente spenti in entrambe le stagioni poco oltre metà campionato. Mai la F1 ha assistito ad una supremazia tanto potente ed incessante. L'Epoca d'Oro Ferrari non è durata poco, dal 2000 compreso (senza tralasciare il titolo costruttori vinto nel 1999) al 2004. Non bisogna però dimenticare che a parte il 2002 ed il 2004, anni in cui effettivamente la squadra di Maranello ha dominato in lungo ed in largo soprattutto con Schumacher, gli altri titoli la squadra italiana ha dovuto sudarseli. Impossibile dimenticare le sfide con la McLaren di Hakkinen prima e di Raikkonen poi, o la resistenza arcigna di Montoya con una Williams-BMW che in quanto a vittorie di tappa non andava male affatto, arrivando a contendere il titolo al Kaiser nel 2003. A tratti sembrò un Ferrari sola contro il resto del mondo. Poi arrivò l'ennesimo cambio regolamentare dettato dalla Federazione nel tentativo di rimescolare le carte, quello del 2005, con il divieto dei cambi gomme unito a forti limitazioni aerodinamiche e motoristiche, che colse nel segno. Adesso Mercedes spinge per un congelamento dello sviluppo dei motori, appoggiando una Red Bull che dal 2022 sarà orfana di Honda e che potrebbe continuare comunque con la solita motorizzazione, magari rinominandola. La Formula 1 deve ridimensionare i costi, questo è vero, ed arriverà infatti il budget cap ed un importante contingentamento delle ore di utilizzo della galleria del vento. Sicuramente tale scopo non potrà essere perseguito imponendo una misura che svilirebbe il senso della massima categoria automobilistica. Un "fermo motoristico" è già avvenuto in tempi neanche troppo lontani, dal 2007 al 2013, con correttivi concessi ai costruttori di motori ai fini di garantire a tutti la necessaria affidabilità. Ed all'interno di quell'arco temporale si sviluppò un dominio Red Bull durato quattro stagioni. Senza nulla togliere ad Hamilton, Campione assoluto che merita stima eterna, non possiamo esaltarci troppo per le certe sue vittorie, come l'odierna, arrivate dopo una "lotta", neanche troppo serrata, con il compagno Bottas. Un ottimo pilota di certo, ma fatto di una pasta diversa rispetto a quel Rosberg che riuscì a battere Hamilton nel 2016.

Raikkonen mai domo. Leclerc risolleva la Ferrari

A Portimao hanno esaltato Charles Leclerc e Kimi Raikkonen. Il ferrarista ha avuto un avvio difficile, dopo la quarta posizione conquistata in qualifica, ben davanti a Vettel solo quindicesimo. Subito dopo il via qualche goccia di pioggia ha bagnato l'asfalto. E a sorpresa Sainz si è issato in testa, mentre le due Mercedes e Leclerc arrancavano a causa delle gomme media durezza che non garantivano una buona aderenza su pista fredda. L'Eroe del primo giro è stato Raikkonen, capace di guadagnare in pochi km addirittura dieci posizioni. Iceman si è infilato in ogni pertugio lasciato aperto dagli avversari, ha percorso traiettorie impensabili per gli altri arrivando addirittura a contendere la quinta posizione a Verstappen. La pioggia è velocemente cessata e presto le performance delle monoposto hanno avuto il sopravvento sulle abilità di guida dei piloti (alcuni aiutati al via da gomme più morbide). Hamilton, decisamente più in palla di Bottas, si è portato rapidamente in testa, e Leclerc ha messo in mostra il nuovo passo gara della Ferrari, tornata oggi terza forza del mondiale in quanto a velocità. Con una gara tutta d'attacco il monegasco ha sopperito ai limiti che la Rossa ancora evidenzia in rettilineo, ed appena ha capito come utilizzare al meglio la scia delle monoposto che lo precedevano ha gettato talento e cuore oltre l'ostacolo. La quarta posizione finale rappresenta un'iniezione di fiducia indispensabile per il team del Cavallino Rampante capace di apportare delle modifiche che finalmente migliorano davvero le performance delle Rosse. Peccato che alla buona prestazione del pilota n°16 non si sia affiancata una gara altrettanto buona di Vettel, solo decimo al traguardo davanti a Raikkonen. Il finlandese è finito fuori dai punti ma poco importa: il primo giro e la resistenza mostrata nei confronti degli avversari dotati di vetture più rapide è l'essenza vera della Formula 1.

AlphaTauri senza limiti!

A fine gara in casa Red Bull vi era una discreta soddisfazione per il terzo posto conquistato da Verstappen. Ben più felicità si vedeva però nel box della cugina faentina AlphaTauri, addirittura quinta con Pierre Gasly. E' incredibile quanto stanno ottenendo nella factory italiana, con buone risorse ma non illimitate come quelle a disposizione dei top team. Gasly si sta dimostrando uno dei migliori piloti del Circus e non si capisca per quale motivo non debbano riportarlo nel team principale della galassia Red Bull al fianco di Verstappen. Soprattutto considerate le difficoltà che sta incontrando Albon, oggi dodicesimo. Dovesse rimanere alla corte di Franz Tost si rivelerà la loro arma migliore in ottica 2021.

E ora tocca ad Imola!

Una settimana dopo Portimao sarà il turno di Imola. Un 2020 difficile e triste per molti aspetti si sta rivelando assai interessante per quanto riguarda i circuiti che si affacciano per la prima volta nel Circus o vi fanno finalmente ritorno. Sarebbe bello se la pista dell'Algarve rimanesse in calendario, con i suoi saliscendi ed i suoi curvoni mozzafiato. E sarà bello tornare la prossima settimana sulla pista romagnola dopo un periodo troppo lungo di assenza della massima competizione motoristica. Ci lasciò nell'ormai lontano 2006, dopo la bella vittoria di Schumacher e della Ferrari sulla Renault di Alonso. Le trombette, il fiume di tifosi, la "calda" collina della Tosa. Imola, teatro di brutte tragedie ma anche di momenti festosi e felici. L'addio a Senna e Ratzenberger, il brutto incidente di Barrichello e prima ancora quello di Berger. Ma anche le braccia al cielo di Tambay dopo la sua vittoria su Ferrari nel 1983, la vittoria di Patrese su Williams nel 1990, i duelli dell'era Rossa di Schumacher. Bentornata Imola! Ci sei mancata!

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Domenica, 11 Ottobre 2020 18:03

F1, Eifel: lo Show dei Record

Hamilton vince e così raggiunge il primato di Michael Schumacher. Raikkonen è da oggi il pilota che ha disputato più gare nella storia della massima Formula. Nel frattempo la Ferrari è ancora in affanno, settima con un grande Leclerc e fuori dai punti con Vettel.

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