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Sono state più di trenta le piazze dell'Emilia-Romagna dove questa mattina il MoVimento 5 Stelle ha dato vita ai banchetti per sostenere il Sì al referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari che si svolgerà nelle giornate del 20 e 21 settembre prossimi.

Pubblicato in Politica Emilia

Il sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri plaude alla brillante operazione del Nucleo operativo dei Carabinieri di Fiorenzuola che, a seguito di una lunga e complessa indagine coordinata dal sostituto procuratore Matteo Centini, ha consentito di smantellare l’attività di una vasta organizzazione criminale operante nel comparto logistico. 

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Farmaci direttamente a casa per le persone e le famiglie che sono in quarantena, isolate o impossibilitate, e per i pazienti più fragili, primi tra tutti anziani e malati cronici. Ha avuto grande riscontro il servizio di “consegna a domicilio”, promosso dall’Azienda Usl di Piacenza insieme al Centro di Servizio per il Volontariato (Svep), in collaborazione con Croce Rossa Italiana. Attivo dalla metà di marzo, ha evitato a tanti cittadini di doversi recare in ospedale per il periodico ritiro dei farmaci, minimizzando i rischi di esposizione al contagio per i pazienti.

Il servizio si attiva con una semplice telefonata, chiamando i numeri 0523.302217- 0523.302903. La Farmacia “Distribuzione diretta” svolge consulenza telefonica, garantendo consigli e avvertenze, per mantenere la continuità terapeutica; i professionisti preparano i medicinali che i volontari recapitano nei diversi Comuni del territorio.

Dalla metà di marzo all’inizio di aprile, per esempio, i volontari di Svep (che sono complessivamente una trentina) hanno percorso una media di 1100 chilometri alla settimana. Il servizio è svolto principalmente da Avo e Gaps, affiancati per alcune zone dalla Pubblica assistenza Val Vezzeno, Barbari Odv e le sezioni Avis di Carpaneto, Lugagnano e Podenzano. La Croce Rossa ha contribuito con proprie risorse per raggiungere comuni di alta vallata, coprendo così l’intero territorio provinciale.

Nelle prime due settimane, che sono state quelle in cui abbiamo avuto più richieste – commenta la dottoressa Simonetta Radici, Direttore della Farmacia Territoriale dell’Azienda Usl di Piacenza - sono stati mille i cittadini che hanno potuto usufruire della consegna a domicilio, evitando di doversi spostare per il ritiro dei farmaci”.

Durante il trasporto, sono naturalmente garantite le norme di buona conservazione dei farmaci e la corretta temperatura, individuando opportuni sistemi di consegna.

La modalità di consegna domiciliare, unita alle indicazioni della Regione di erogare tre mesi di terapia, ha fatto registrare una consistente e continua diminuzione di accessi alla Distribuzione diretta, “ma ci sono ancora tante persone che preferiscono venire in uno degli ospedali del territorio per ritirare le proprie forniture”.

A Piacenza il servizio è aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 16: sono state allestite modalità particolari di ritiro, con permanenza delle persone all’aperto, per garantire la sicurezza e il necessario distanziamento dei cittadini”.

A Fiorenzuola la Distribuzione diretta è disponibile da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13.

A Castel San Giovanni, ospedale dedicato ai pazienti Covid19, è stato chiuso il punto storico di Distribuzione diretta a tutela della sicurezza dei pazienti e sostituito da una postazione nell’atrio. Il punto è presidiato da due operatori che, ogni giorno dalle 9 alle 12, raccolgono le richieste di farmaci dei pazienti. I cittadini possono poi tornare direttamente a ritirare la fornitura di medicinali oppure possono chiedere la consegna a domicilio.

Servizio analogo è assicurato nelle Case della Salute di Podenzano e di Monticelli e all’Osco di Bobbio.

Piacenza 5 marzo 2020 - Prosegue di ora in ora la riorganizzazione interna dell’Azienda Usl di Piacenza, per aumentare la ricettività degli ospedali e accogliere il sempre maggior numero di pazienti con importanti sintomi respiratori che si stanno presentando nei presidi.

Per questo, nel pomeriggio si è deciso di chiudere anche il Pronto soccorso di Fiorenzuola a partire dalle ore 20. Le persone che ne avessero necessità sono invitate sin da ora a rivolgersi al Pronto soccorso di Piacenza.

Rimane invece sempre garantita in loco la presenza di mezzi del sistema 118.

Intanto, anche nella Medicina di Fiorenzuola è stata creata un’area “Covid19”, che permette di gestire in sicurezza i casi positivi ricoverati nel presidio della Val d’Arda.

Le misure assunte a Fiorenzuola si aggiungono a queste già decise nei giorni scorsi per incrementare la capacità degli ospedali e poter assistere al meglio e in sicurezza tutti i malati.

A Piacenza, in particolare, i pazienti positivi sono concentrati in alcune aree dedicate, ricavate al secondo piano del polichirurgico. I nuovi reparti “Covid19” si affiancano alle Malattie infettive e alla Terapia intensiva, nonché al Pronto Soccorso, impegnato ad accogliere e a mettere in sicurezza gli eventuali casi sospetti.

La chiusura del Pronto Soccorso di Fiorenzuola permetterà di aumentare ulteriormente la disponibilità di Piacenza.

A Castel San Giovanni, da ieri, è iniziata una riorganizzazione dei reparti, per far convergere su questo presidio i casi positivi ricoverati. I trasporti delle persone avvengono in totale sicurezza, seguendo i massimi criteri di precauzione per gli operatori coinvolti.

di Paolo Mario Buttiglieri, sociologo - Fiorenzuola (PC) 13 settembre 2019 - “In amore sono un fallito, voglio suicidarmi”. Capire cosa vuol dire questa frase ci può aiutare a individuare le cause di questo delitto.
Quando un uomo o una donna non si sentono amati cercano questo amore che gli manca negli altri. E visto che tra maschi e femmine esiste una attrazione sessuale è facile che l'amore venga ricercato nell'altro sesso.
Molti cercano l'amore in cani e gatti, altri in pellegrinaggi, altri ancora nel cibo, nel cellulare. Ognuno lo cerca da qualche parte.


Si è come un bambino che ha bisogno di essere amato, cioè coccolato, abbracciato, nutrito e accudito in tutti i suoi bisogni. Ma crescendo il bambino diventa autonomo, impara a prendersi cura di se e dei propri bisogni. Impara ad amarsi. Punto di partenza di questo processo di crescita e maturazione è la madre. E con lei tutte le persone che avranno a che fare con lui nei primi anni di vita.
Se si sentirà amato imparerà ad amarsi e ad amare. Questo è quello che non avviene quasi mai.


Fare un figlio è semplice. Per amarlo invece è indispensabile amare se stessi. E per amare se stessi l'unico requisito è NON REPRIMERSI, ovvero ESPRIMERSI.


Cosa vuol dire non reprimersi?
Ascoltare il nostro corpo, i suoi bisogni e soddisfarli. Ho parlato del corpo, non della mente. Se il corpo è soddisfatto la mente è soddisfatta. Come capite se state ascoltando il vostro corpo? E' molto semplice.
Come il bambino che piange per esprimere i suoi bisogni, cioè il suo disagio (fame, sete, freddo, caldo) così noi avvertiamo un disagio fisico e lo comunichiamo alla mente, che se non è impegnata in altri pensieri, si da subito da fare per soddisfare i bisogni del corpo. Ma spesso la mente degli adulti è immersa in mille pensieri, sollecitati dall'economia consumista attraverso tutti i mezzi di comunicazione, giornali, radio, tv, internet.
L'adulto inoltre quasi sempre è cresciuto senza una educazione; educazione significa farlo esprimere, aiutarlo a scoprire la ricchezza che c'è in lui facendo sviluppare l'autostima.
Ma quel che accade invece quasi sempre è che l'essere umano viene istruito in modo repressivo.


La nostra è infatti una società autoritaria e non autorevole, dove gli esseri umani vengono addestrati a reprimersi, ad obbedire con l'uso della forza, a ignorare i bisogni del proprio corpo. La mente umana viene riempita di condizionamenti repressivi. In pratica la vita diventa un dovere. Il dovere di andare all'asilo, a scuola, al lavoro, a messa, tutti luoghi dove si impara ad obbedire, a reprimersi, e quindi a mandare il corpo in contrazione. E più il corpo si contrae, quasi tutti trattengono inconsapevolmente il proprio respiro, e più la mente si riempe di pensieri che non riusciamo a controllare. Tutto questo favorisce l'insorgere di malattie fisiche e mentali ed enormi problemi sociali.

Essere umani repressi non sono in grado di dialogare, ma solo di fare monologhi o tacere. Fare sport competitivi e faticosi per il corpo piuttosto che attività fisica creativa.
Tutto questo per dire che dietro ad un delitto non c'è solo Sebastiani, ma anche una società dove il disagio sociale è il pane quotidiano.


Mettendo in prigione Sebastiani la società se ne lava le mani, in attesa del prossimo delitto per prevenire il quale non avrà fatto niente.

 

Sabato, 24 Agosto 2019 06:33

Uomini in fuga…disperatamente

di Paolo Mario Buttiglieri Fiorenzuola 23 agosto 2019 - Imparare ad ascoltare il nostro corpo, cioè sentire l’istinto, è il requisito indispensabile per essere felici anche quando le cose ci vanno male.

Il corpo parla chiaro, ha solo bisogno di silenzio, per essere ascoltato.

Ma il silenzio è la merce più preziosa e rara della nostra società. Il silenzio serve ad essere qui ed ora. Ma ognuno dispone di un telefonino che ci permette di essere continuamente altrove e nel passato e nel futuro.
Libri, giornali, radio e tv, alcolici, spinelli, funzioni religiose, eventi sportivi, aule scolastiche ci permettono di evadere la realtà costantemente. Una fuga da se stessi, dal nostro povero corpo.

Ma il prezzo di tutto questo è l’infelicità ed il conflitto sociale, la distruzione del pianeta, l’urbanizzazione e la sovrappopolazione.

Un uomo in fuga corre disperato indietro nel tempo, ma è una fuga impossibile. Alla realtà non si può sfuggire. E solo la realtà che determina la nostra esistenza. A seguire la mente e i suoi condizionamenti non si arriva da nessuna parte o meglio la nostra vita ci sfugge sempre più di mano e si aprono inevitabilmente le porte della malattia fisica e mentale e della disgregazione sociale.

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(Paolo Mario Buttiglieri, sociologo)

Lunedì, 19 Agosto 2019 07:16

Opinioni: Conoscere implica coraggio

Di Paolo Mario Buttiglieri Fiorenzuola d'Arda (PC) 18 agosto 2019 - Una donna potrebbe evitare di innamorarsi di un uomo che dopo qualche tempo deciderà di ucciderla o di lasciarla per un’altra donna?
E’ una domanda che quasi mai le donne si pongono, specialmente quando si sentono attratte da un uomo.


La comunicazione non verbale ha da tempo messo a fuoco i comportamenti e le caratteristiche dell’uomo carnefice.
Quello che manca è il desiderio delle vittime di conoscere la realtà, molte donne preferiscono immaginare l’identità dell’uomo che le attrae, piuttosto che conoscere le sue reali caratteristiche.
Conoscere la realtà implica un certo coraggio e scelte apparentemente scomode, che in realtà ci rendono la vita molto semplice e sicura.


Ma la verità non ha mai interessato molto alla gente.


La civiltà occidentale è nata con la crocifissione di un ebreo di nome Gesù e la liberazione di un altro ebreo di nome Barabba.
Barabba è la fonte di ispirazione della cultura occidentale e non Gesù. Nelle chiese cristiane viene mostrato Gesù solo per ammonire i fedeli, che se dovessero comportarsi come lui farebbero la stessa fine. Mentre invece se si comportano come Barabba non finiranno mai in croce. E infatti lo scopo delle chiese cristiane è stato quello di diffondere il pensiero di Barabba, usando l’escamotage di attribuirlo a Cristo.
E proprio per questo motivo gli Stati occidentali hanno aperto le porte alle organizzazioni cristiane, ovvero barabbiche. Infatti la religione è sempre funzionale allo Stato.
Per concludere è meglio studiare il pensiero di Barabba per capire la storia dell’Occidente. Mentre studiare il Vangelo, la vita ed il pensiero di Cristo è utile solo a chi cerca la felicità, la gioia e l’amore.

Paolo Mario Buttiglieri, sociologo

Amore - l'innamoramento, la via più veloce per diventare un killer, ovvero la fenomenologia della dipendenza psicologica. Per mettere a fuoco i meccanismi mentali che ci creano problemi a livello individuale e relazionale e avere gli strumenti per affrontarli in modo semplice.

di Paolo Mario Buttiglieri 28 aprile 2019 - E' ora di fare chiarezza su dei fenomeni che creano disagio e sofferenza.

Uno di questi è l'innamoramento. Ingenuamente siamo portati a credere che innamorarsi significhi dare il proprio amore all'oggetto di cui ci si innamora. Se qualcuno è innamorato di noi, pensiamo di essere amati. Se ci innamoriamo di qualcuno pensiamo di amarlo. Le cose però non stanno così.

Innamorarsi è in realtà la decisione che prendiamo nei confronti di una cosa che ci attrae. Una persona ci attrae e allora decidiamo di impossessarcene, di farla diventare nostra. Non desideriamo che sia libera ma che sia di nostra proprietà. Se anche l'altra persona è attratta da noi può succedere che anche lei decida di innamorarsi di noi, cioè di impossessarsi di noi e di desiderare che la persona non sia più libera ma sua proprietà. E se questo accade diremo "il mio partner", il mio moroso, il mio fidanzato, la mia compagna e l'altro dirà la stessa cosa. E ci sembrerà una cosa magica. In realtà quello che è successo è che abbiamo ammanettato quella persona e gli abbiamo anche messo un guinzaglio. Lei ha fatto la stessa cosa. Due prigionieri reciproci. Andiamo al cinema, andiamo al ristorante, andiamo a fare shopping. E se uno dei due volesse liberarsi da questo legame? Ci sposiamo e deleghiamo allo Stato di vigilare che nessuno dei due si liberi da guinzaglio e manette e scappi. Per essere ancora più sicuri facciamo un figlio e così oltre alle manette avremo una bella responsabilità. Prima o poi le manette stringono, il guinzaglio ci toglie il respiro, il figlio diventa un peso. E allora ci viene voglia di essere liberi. E quando il partner se ne accorge si arrabbia, ci fa il muso, ci ricorda le nostre responsabilità.

La nostra voglia di libertà diventa per l'altro mancanza di amore verso di lui, egoismo, e questo ci fa soffrire. Lui è nostro!! Perchè vuole staccarsi da me? Cosa gli manca? Traditore! E' interessata a un altro? Di sicuro c'è un altro. Stronza. Sta sempre di più fuori casa. E sta sempre senza manette. Se non sta con me io non valgo niente, mi sento morire, non mi interessano le altre. Voglio solo lei. O lei o niente. E allora mi ritrovo ammanettato e senza niente e nessuno nella mia vita. Le altre non mi interessano: lei invece era speciale. Era mia prigioniera. Cosa gli mancava? Non gli bastavano le manette che gli avevo regalato? Non gli piaceva più il morso del mio guinzaglio. E mio figlio? Vorrà mica portarmelo via?

Nel momento in cui semplicemente vogliamo esercitare la nostra libertà, esprimere liberamente la nostra personalità ci accorgiamo che la persona di cui ci eravamo innamorati e che avevamo anche sposato in realtà non ci amava ma ci possedeva. Eravamo diventati sua proprietà. Eravamo un oggetto. Ora ne siamo consapevoli. Ma, se lui non lo è, crede di amarci quando tira il guinzaglio e ci controlla che indossiamo le manette. La nostra voglia di libertà per lui è ingiustificato tradimento, un capriccio, una nostra debolezza, una nostra immotivata cattiveria che lui non merita. E lei cucinava, mi faceva compagnia, si occupava del bambino, rifaceva il letto, faceva la spesa, passava il week end con me. Io avevo delegato a lei queste cose, che già faceva quando ero piccolo mia madre. E ora? Sono solo e abbandonato. E più mi sento solo e abbandonato, e più ho goduto della mia partner e più la odio.

A volte questo odio nelle persone fragili porta anche all'omicidio, alla persecuzione del partner insofferente al guinzaglio. Si può uccidere solo una persona che si possiede e non una persona che si ama. Si può essere gelosi solo di una cosa che si possiede e non che si ama. Le cose che si amano si rispettano, ci si preoccupa che siano libere, che possano esprimersi liberamente. Ma se tu stai male e non sai amarti non sarai capace di amare. Sentirai forte il bisogno che qualcuno ti ami, che ti faccia star bene, che ti dia quella felicità che non sei capace di dare a te stesso, che respiri al posto tuo. E quando incontri qualcuno attratto da te e che decide di amarti tu non vedi l'ora di fargli indossare le manette e il tuo guinzaglio. E appena accade tiri un respiro di sollievo: finalmente lei è tua. Tu eri zoppo e adesso ti appoggi a lei, alle sue due gambe. Così non senti il peso della gamba che ti manca. E quando lei deciderà di lasciarti tu sarai nel panico. Perché ti vedrai precipitare a terra. La sua libertà per te è la tua rovina e non potrai che odiarla. Più lei ti ha amato, più ti ha fatto sentire bene e più nel momento dell'abbandono ti farà sentire male. E allora ti sembrerà normale fargliela pagare e anche ucciderla. In realtà non l'hai mai amata.

Ma non ne sei consapevole. Non voler possedere niente e nessuno, ma cogli il profumo e la bellezza di ogni cosa e di ogni persona. Ama te stesso! Butta via quelle manette e quel guinzaglio e diventerai anche più simpatico. In caso contrario rimarrai uno stronzo.

Paolo Mario Buttiglieri, sociologo (Fiorenzuola D'Arda - PC)

La Zobia ha origini nel tardo medioevo ed è lo storico carnevale popolare di Fiorenzuola d'Arda in provincia di Piacenza. Ogni anno i partecipanti affollano le vie del centro reinventandosi attori di strada, per dare vita a un vero e proprio teatro d'improvvisazione a cielo apertoUn Carnevale davvero particolare perché mette in satira personaggi e fatti del luogo.

Gli "zobiari" interpretano soggetti e tematiche locali attraverso scenette o sketch dialettali, caricaturandone i tratti ed interagendo col pubblico senza barriere. Carri e carretti fungono da scenografia, e sono realizzati artigianalmente dai partecipanti stessi, con materiale riciclato recuperato chissà dove. 

Un bellissimo appuntamento annuale che fa della semplicità e dell'ironia popolare i suoi cavalli di battaglia!

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia 

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Pubblicato in Cultura Piacenza

5 Chef per un unico grande protagonista: l’Anolino. Dall’8 al 10 marzo 2019 a Fiorenzuola d’Arda la terza edizione del festival dedicato alle paste ripiene dell’Emilia Romagna.

Piacenza -

Non c’è due senza tre e così Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) si appresta a ospitare la terza edizione del “Festival dell’Anolino”, un omaggio cultural-gastronomico alla rinomata pasta fresca ripiena tipica del territorio, ma anche alle “omologhe” paste ripiene che caratterizzano l’Emilia Romagna. Ecco allora che a Fiorenzuola parteciperanno cinque dei migliori chef della regione, tutti soci di CheftoChef, che proporranno rivisitazioni delle paste ripiene tipiche delle proprie zone di provenienza.

Appuntamento dall’8 al 10 marzo nella centrale ed accogliente piazza Cavour. Visto il successo delle precedenti edizioni, in questo 2019 il Festival durerà una giornata in più, proponendo un lungo weekend che partirà il venerdì 8 Marzo “Festa della Donna”. Per l’occasione Anolini Rosa e dalle 22.00 live band Incydia in concerto.

Il sabato e la domenica, all’interno dello stand allestito nel centro del paese, sarà possibile degustare gli Anolini nelle varianti di carne e di formaggio preparati e cucinati da ristoratori e gastronomie locali, che proporranno la loro originale ricetta. Domenica a pranzo, invece, sarà l’occasione per assaporare ben 4 paste ripiene tipiche dell’Emilia Romagna, strizzando l’occhio anche alle regioni di origine degli chef, oltre ovviamente al padrone di casa l’Anolino, grazie alla presenza di cinque maestri della cucina: il decano degli chef Silverio Cineri di Faenza (RA), Emilio Barbieri dello stellato “Strada Facendo” di Modena, Mario Ferrara dello “Scacco Matto” di Bologna, Rino Duca de “Il Grano di pepe” di Ravarino (MO), oltre allo chef padrone di casa, Claudio Cesena della “Locanda San Fiorenzo”.

Pubblicato in Dove andiamo? Piacenza
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