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Sabato, 20 Giugno 2020 12:00

Forza Alex!

Da ieri Zanardi è ricoverato in terapia intensiva presso l’Ospedale di Siena. Terribile incidente in handbike, doppio intervento chirurgico, Alex sta lottando. Come in seguito al terribile incidente del 2001, come sempre. Siamo con te Alex!

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Giovedì, 14 Maggio 2020 22:56

Bienvenido Sainz!

La Ferrari ufficializza l'arrivo del figlio d'arte spagnolo che dal 2021 formerà con Leclerc un'accoppiata giovanissima. Adesso a Maranello potranno concentrarsi esclusivamente sulla stagione 2020, Covid permettendo.

di Matteo Landi

Classe 1994, nella massima Formula dal 2015. Inizialmente pilota del vivaio Red Bull, per poi divenire conduttore Renault nel 2017 e McLaren dal 2019. Uno dei pochi capaci di costruirsi una carriera in seguito alla fuoriuscita dalla academy austriaca. Un solo podio al suo attivo, ma avrebbe potuto ottenere molto di più se solo avesse avuto a disposizione vetture più performanti. Lo avevamo anticipato, oggi è ufficiale: Carlos Sainz Jr. sarà il compagno di squadra di Leclerc nelle stagioni 2021-2022. I meno giovani accosteranno il cognome Sainz al più blasonato padre Carlos Sr., pilota che nel 1990 e nel 1992 si aggiudicò il mondiale rally. Molto meno vincente ma con il meglio che ha da venire il futuro pilota della Rossa ha tutte le carte in regola per non sfigurare. Si troverà in squadra un compagno scomodissimo come Leclerc ma non ci sono motivi per pensare che non possano andare d'accordo: la recente buona convivenza con Lando Norris, giovane e velocissimo pilota emergente, può essere motivo di sonni tranquilli per Mattia Binotto. Dopo gli scontri Vettel-Leclerc, che hanno negato punti importanti alla classifica della Scuderia, un'altra convivenza difficile è l'ultima cosa che a Maranello vanno cercando. Ancora quest'ultima stagione con il quattro volte campione del mondo Vettel, poi potranno contare su una line-up freschissima.

Sainz, scelta giusta. Ma il cuore diceva Giovinazzi

Sarà una delle coppie meno vincenti della storia della Rossa, con Leclerc che attualmente vanta due vittorie in palmares e Sainz fermo a quota zero successi. Avranno ancora la stagione 2020 per aggiornare le loro statistiche ma qualsiasi sia il risultato in Ferrari potranno contare su due piloti affamatissimi e ben concentrati sui loro obiettivi. Una condizione mentale che di recente è venuta meno al titolato Vettel, il quale ha comunque dato, fin qui, ben 14 vittorie alla compagine guidata da Arrivabene prima e Binotto poi. Un bottino che sia il monegasco che lo spagnolo difficilmente raggiungeranno presto. La Ferrari ha agito con la mente, puntando su un pilota con una discreta esperienza alle spalle. Al cuore non si comanda, si dice, ma stavolta a Maranello non lo hanno seguito, altrimenti c'è da credere che avrebbero optato per Giovinazzi: italiano, cresciuto in seno alla Ferrari Driver Academy ed adesso in fase di “sgrossamento” in Alfa Romeo. Con i sedili bloccati per almeno due anni la Scuderia spegne le speranze del giovane pilota di Martina Franca che, per contro, avrà la possibilità di maturare per altre tre stagioni complete senza l'ansia di cogliere l'occasione al volo. Sarà necessario comunque tenere alta la tensione perché il suo posto in Alfa Romeo non è blindato ed alle sue spalle scalpitano i cavallini di razza del vivaio Ferrari, da Mick Schumacher a Robert Shwartzman, senza dimenticare, fra gli altri, Arthur Leclerc, fratello di Charles. Un'accoppiata 2021 Leclerc-Giovinazzi sarebbe stata un successo totale per il programma giovani. Le ragioni che hanno portato alla scelta di Sainz, tuttavia, sono più che comprensibili.

Ricciardo in McLaren: è ufficialmente scattato il mercato piloti

La mossa Ferrari ha così dato il via al mercato piloti e infatti quasi in contemporanea è arrivata la notizia del futuro arrivo di Ricciardo in McLaren. Al posto dello spagnolo formerà con Lando Norris un duo decisamente interessante e competitivo. Ed attenzione perché dal 2021 la squadra inglese tornerà a dotarsi delle power unit Mercedes! E Vettel? Il tedesco ha reso noto che non intende fare scelte affrettate e prende forma l'ipotesi, tutt'altro che remota, di un suo anno sabbatico, se non addirittura del ritiro dalla F1. Un mondo a cui il tedesco ha dato tanto e che lo ha consacrato fra i più grandi di ogni epoca, almeno nei numeri. Adesso che a Maranello hanno piazzato le pedine potranno finalmente concentrarsi esclusivamente sulla stagione 2020, nella speranza che possa iniziare quantomeno a luglio.

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Martedì, 12 Maggio 2020 23:03

Buona fortuna Sebastian!

Il tedesco non rinnoverà con la Rossa al termine della stagione 2020, che inizierà speranzosamente a luglio. La Ferrari comunica la fine di un matrimonio vissuto alla rincorsa di un iride che, al momento, non è arrivato. Chi, insieme a Leclerc, si vestirà di Rosso nel 2021?

di Matteo Landi

"Abbiamo preso questa decisione insieme a Sebastian e riteniamo sia la miglior soluzione per entrambe le parti. Non è stato un passo facile da compiere, considerando il valore di Sebastian, come pilota e come persona. Non c'è stato un motivo specifico che ha determinato questa decisione bensì la comune e amichevole constatazione che è arrivato il momento di proseguire il nostro cammino su strade diverse per inseguire i nostri obiettivi". Da giorni ormai circolavano le voci di una possibile separazione fra la Scuderia ed il campione tedesco. Le parole di Mattia Binotto hanno finalmente spento le illazioni. Prima che parta questo sfortunato mondiale 2020, vittima degli umori del Covid, in Ferrari hanno deciso di chiarire la situazione così da poter iniziare il campionato senza inutili ansie, dettate dalle probabili opprimenti domande che i giornalisti avrebbero fatto ad ogni conferenza stampa. Ne giova inoltre la situazione psicologica di un quattro volte campione del mondo che nei suoi anni vissuti a Maranello ha mostrato di subire la pressione più di quanto potessimo immaginarci. Nessun rinnovo con Ferrari quindi per Vettel, che nel 2021 avrà la possibilità di continuare nella massima Formula oppure, ipotesi tutt'altro che improbabile, ritirarsi.

Grazie Vettel, campione dai diversi volti

Nella mente di tanti Sebastian appare, adesso, come un pilota diverso da quello che è riuscito ad accaparrarsi ben quattro mondiali. Fresca è la memoria di un 2019 vissuto nell'ombra del suo ultimo talentuoso compagno di squadra, Charles Leclerc. A Monza, mentre il monegasco dominava la scena vincendo in un tripudio generale, Vettel è sembrato vittima di certi fantasmi, andando in testacoda ed arrancando fino alla 13esima piazza finale. Quei fantasmi che lo perseguitarono nel 2014, quando da campione del mondo in carica subì la velocità dell'allora nuovo team mate Ricciardo. Le prestazioni dell'australiano lo tramortirono, Vettel perse quella serenità che ritrovò poi nel 2015, al suo debutto in Rosso. Un matrimonio che fece bene al pilota ed alla Scuderia, reduce da un rapporto difficile e logorato con Alonso (“siete scemi?” fu il team radio rivolto al proprio box dal pilota spagnolo in quel di Monza). Da quel debutto ben 14 vittorie di tappa per il tedesco, divenuto il terzo pilota più vincente nella storia del Cavallino Rampante, ma anche qualche errore di troppo: la già citata “giravolta” monzese, quella del Bahrain 2019, quella del Giappone 2018, la speronata rifilata ad Hamilton nel 2017 in Azerbaigian. Un temperamento ben poco tedesco, “da meridionale” disse Marchionne. Errori che ne hanno intaccato il morale, e soprattutto, hanno compromesso le sue speranze di titolo iridato. Quel titolo che ormai rappresenta un sogno per i tifosi della squadra di Maranello, vinto l'ultima volta nel 2007 da Raikkonen fra i piloti e nel 2008 fra i costruttori. Sia nel 2017 che nel 2018 Vettel era andato vicino ad interrompere il lungo digiuno, prima che i suddetti errori gli tarpassero le ali. Eppure, ne siamo sicuri, la classe del Campione è intatta. Lo ha mostrato a sprazzi lo scorso anno, specialmente in Canada, quando solo le bizze dei commissari gli hanno negato uno strameritato successo. Finalmente il tedesco era tornato affamato, poi la penalità gli ha spezzato il fiato. La vittoria arrivata finalmente a Singapore è parsa un regalo della Ferrari: senza una strategia a lui favorevole Leclerc avrebbe ottenuto il terzo successo consecutivo. Così è la vita, verrebbe da dire, ed a volte anche i grandi amori finiscono. Più che il Vettel stanco del 2019 sarebbe bello se tutti ricordassimo quel pilota che nel 2015, in Malesia, saltò gioioso sul podio, quando alla sua seconda gara in Rosso colse un successo stupendo ed inaspettato. Caro Vettel, l'appassionato ti vorrà ancora così e se questo campionato 2020 inizierà (probabilmente a luglio in Austria) avrai modo di lasciare un bel segno al tuo tramonto Rosso.

Vettel: ritiro o McLaren? Ferrari: forse Sainz, ma perchè non Giovinazzi?

Nel 2021 il tedesco potrebbe approdare in McLaren, dove ritroverebbe Andreas Seidl, oggi team principal della squadra inglese, ingegnere BMW Sauber quando Vettel debuttò in F1 nel 2007 proprio con la squadra svizzero-teutonica. Accanto alla punta di diamante Leclerc, ormai talento indiscusso della F1, non sappiamo ancora chi potrebbe arrivare alla corte di Binotto. In Ferrari hanno allevato Giovinazzi, che al momento sta maturando in Alfa Romeo, e sarebbe bello poter rivedere un italiano in Rosso. Ricordiamo che “dietro” di lui scalpitano gli altri nomi della Ferrari Driver Academy, uno su tutti Mick Schumacher, desiderosi di poter arrivare il prima possibile nella massima Formula. La logica dice che avranno bisogno di trovare spazio in Alfa Romeo, a tutti gli effetti squadra satellite Ferrari. Voci delle ultime ore, sempre più insistenti, tuttavia, vorrebbero in Rosso Carlos Sainz Jr. Spagnolo, figlio del campione di Rally Carlos Sainz, è attivo in F1 dal 2015. Ex pilota della galassia Red Bull, passato dalla Toro Rosso alla Renault nel 2017 ed approdato poi nel 2019 in McLaren, non ha mai sfigurato. Solido, veloce, ha finalmente conquistato il podio lo scorso anno in Brasile. Nei prossimi giorni probabilmente sapremo quale sarà il successore di Vettel. Avremo ancora questa stagione per ringraziarti Sebastian, pilota dal cuore ferrarista, come ci hai più volte fatto notare. Intanto in bocca al lupo per questa stagione!

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Domenica, 12 Aprile 2020 17:11

Addio Moss

A 90 anni si è spento Sir Stirling Moss. Pilota di un automobilismo da corsa che non c'è più. Eterno secondo? Re senza corona? Leggenda, è l'unico aggettivo che gli si addice.

di Matteo Landi

"La mia opinione su Moss è semplice: è l’uomo che ho ripetutamente accostato a Nuvolari. Aveva smania di correre, andava forte su qualsiasi macchina, aveva il gran pregio di giudicare una vettura soltanto attraverso il cronometro, cioè sul tempo che su un dato percorso essa gli consentiva di realizzare. Di Moss ho detto anche una volta che era un pilota che aveva il senso dell’incidente; e proprio in certe sue uscite di strada, come in certe uscite di strada di Nuvolari rimaste storiche, io ho trovato una analogia veramente curiosa per l’epilogo che non ha mai raggiunto la tragedia. Se Moss avesse anteposto il ragionamento alla passione, si sarebbe laureato campione del mondo, essendone più che degno". Così scrisse Enzo Ferrari in “Le mie gioie terribili”, pubblicato nel 1962. Anno in cui in seguito ad un grave incidente Sir Stirling dovette rinunciare ad una nuova carriera targata Ferrari. L'Eterno secondo, il Re senza corona. Soprannomi che non danno il giusto peso alla carriera di un grande pilota, vicecampione del mondo per ben quattro volte, nell'epoca più romantica ed affascinante delle corse. Alfiere di alcune delle più importanti case automobilistiche dell'epoca, Maserati, Mercedes, Lotus, e non solo. L'inglese che ha combattuto contro piloti del calibro di Ascari, Fangio, Brabham, Graham e Phil Hill, solo per citare alcuni nomi da pelle d'oca, si è spento oggi. Nel silenzio di una stagione agonistica che non può e vuole saperne di iniziare. Quasi a voler accompagnare nel suo viaggio verso l'ultraterreno una delle più luminose stelle della massima Formula, e non solo, che adesso splenderà lassù, in compagnia dei grandi che già affollano i circuiti del Paradiso. Sedici gran premi di F1, Targa Florio, Mille Miglia, Tourist Trophy e molte altre sono state le conquiste sui campi di gara del londinese. Sconfitto solo adesso, dopo una battaglia contro una lunga malattia, sarà per sempre ricordato, non come “l'Eterno secondo”, ma come un Campione della Grande Era, con la “C” maiuscola.

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Venerdì, 20 Marzo 2020 17:57

Ferrari, un rombo contro il Virus

La Formula Uno posticipa il debutto stagionale al 7 giugno, in occasione del Gp di Azerbaijan, ed a Maranello si mettono a disposizione nella lotta al Coronavirus.

di Matteo Landi

"Abbiamo fatto una riunione di cinque ore col gruppo Fiat Chrysler e col commissario Arcuri, perché possono aiutarci a far arrivare materie prime. Marelli ci assisterà per la parte di produzione, Ferrari si è messa a disposizione, Fca a Torino coordinerà il tutto". Sono le parole rilasciate a la Repubblica da Gianluca Preziosa, Direttore Generale di Siare, azienda italiana produttrice di ventilatori polmonari. Il campionato di F1 è in stand-by, in attesa di segnali positivi dopo lo scatenarsi della pandemia Covid-19, ed in Ferrari si sono resi disponibili alla realizzazione di componenti destinate ai ventilatori polmonari, necessari alla cura dei positivi al virus che affligge il globo. Nei limiti delle loro possibilità. Certamente il peso dei nomi FCA e Ferrari arriverà in soccorso a Siare per quanto concerne gli approvvigionamenti. I due marchi automobilistici danno così un ulteriore aiuto alla lotta contro il Virus, dopo che il 17 marzo la Famiglia Agnelli ha reso nota la donazione di 10 milioni di euro a beneficio del Dipartimento della Protezione Civile per far fronte all'emergenza nazionale. Neanche una settimana fa il mondo dei motori si interrogava su questioni più futili a livello globale ma determinanti per le economie delle squadre di F1 e degli organizzatori del Gran Premio d'Australia, cancellato per l'impossibilità di gestire un evento da 300.000 spettatori in condizioni di sicurezza sanitaria, sia per i tifosi che per gli addetti ai lavori. In seguito allo stop in Ferrari hanno spento i motori, ma hanno tenuto pulsante il cuore. Una dimostrazione importante di umanità, dopo la figura imbarazzante di cui si è reso protagonista il Grande Circus in terra australe. Fra tentennamenti ed interessi economici che, a tratti, sembravano superare quelli sanitari. Mentre il resto del mondo si fermava, la F1 è parsa essere un pianeta parallelo, quasi ignara delle priorità del momento. Un caso di positività all'interno del team McLaren, e l'immediato ritiro della squadra dalla competizione di Melbourne, hanno dato il là ad una serie di riflessioni che fortunatamente hanno convinto le squadre (non tutte, in quanto Red Bull, AlphaTauri e Racing Point avrebbero preferito correre) ed i vertici del Circo Iridato a dare forfait, annullando la prima gara stagionale.

Niente Monaco, debutto a Baku. Per il momento.

Come avevamo anticipato erano alte le probabilità di un ulteriore slittamento dell'inizio del Campionato. Si ipotizzava il debutto in Azerbaijan, il 7 giugno, e nei giorni scorsi è arrivata, appunto, l'ufficialità. Vista la fluidità della situazione la Federazione si riserva di rivalutare un'eventuale spostamento in avanti del debutto stagionale, presumibilmente quando saremo in prossimità della gara azera. Nella migliore delle ipotesi il campionato avrà il suo avvio per quella che doveva essere l'ottava gara stagionale. Delle prime sette, cinque restano in attesa di ulteriori valutazioni in merito ad un eventuale posizionamento più avanti nell'anno, due sono state definitivamente cancellate: Australia e Monaco. Leclerc, dunque, dovrà fare a meno della gara di casa, un appuntamento presente nel calendario della F1 ininterrottamente dal 1955. Con la propagazione del Virus, che ha colpito anche il Principe Alberto II, e considerando che Monaco è anche l'unica gara che non paga il gettone d'ingresso, la cancellazione del prestigioso evento è parsa inevitabile. Eh già, perché il rinvio delle gare lascia aperta alle squadre la possibilità di percepire quelle entrate altrimenti perse con la cancellazione. Ed è in quest'ottica che devono essere inquadrati i rinvii di così tante gare. Che saranno, parliamoci chiaro, difficilmente ricollocabili. Così quello che doveva essere il campionato più lungo della storia rischia invece di passare agli annali come uno dei più brevi. Sempre che in parte venga effettivamente disputato. Una cancellazione totale sarebbe la mazzata definitiva per le casse delle squadre più piccole della massima Formula, Williams in primis, visto anche il tanto pubblicizzato cambiamento regolamentare inizialmente previsto per il 2021, il quale avrebbe costretto i team a realizzare una tipologia completamente differente di vettura in un'annata, a questo punto, drammatica per i bilanci delle squadre.

Formula uno marzo

Rivoluzione regolamentare rimandata al 2022

Proprio per la salvezza della serie avevamo sperato in un'introduzione posticipata del nuovo regolamento. Eventualità che ieri si è ufficialmente concretizzata dopo il voto unanime delle squadre, che per una volta hanno messo da parte i loro interessi individuali per la salvezza della categoria. Il nuovo regolamento prevede una configurazione aerodinamica completamente diversa delle vetture, con un corposo ritorno all'effetto suolo. Saranno monoposto dall'aspetto decisamente accattivante, ma la maggiore pesantezza potrebbe renderle più lente delle attuali. Una svolta che porterà probabilmente ad uno stravolgimento dei valori in campo (mettendo fine all'asfissiante dominio Mercedes?), non più nel 2021 ma, a questo punto, nel 2022. Nel frattempo le priorità non solo della F1, ma del mondo intero, sono ben altre.

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Venerdì, 13 Marzo 2020 15:09

F1, Australia: il Gran Premio che non ci sarà

La F1 si arrende al Virus: cancellato il debutto stagionale. Un meccanico McLaren infetto, ore di caos. Il mondo dorato del Circus si scopre vulnerabile e scopre la realtà.

di Matteo Landi

"Siamo delusi, come lo sono i fans. Questa è una delle gare che attendiamo di più, ci spiace molto non averne potuto garantire il regolare svolgimento". Chase Carey, il grande Boss della Formula 1, ha creduto fino all'ultimo che si potesse disputare il Gran Premio d'Australia, prima gara del campionato 2020. Poi le amare parole che ne decretano la resa all'evidenza dei fatti. Anzi, ben oltre. Nei giorni antecedenti il weekend di gara, che non si disputerà, il personale Ferrari ed AlphaTauri, proveniente da Maranello e Faenza, era finito nell'occhio del ciclone. L'Italia, il paese d'Europa più colpito dal Coronavirus, avrebbe potuto contagiare gli altri attori del Circus iridato e mettere a rischio la salute dei cittadini australiani. A Melbourne intanto proseguivano i preparativi di un fine settimane di gara a lungo atteso, 300.000 biglietti venduti. Tanti tifosi pronti a sedersi uno accanto all'altro senza alcuna misura preventiva, il Virus sembrava qualcosa di lontano per loro. Due giorni fa sono trapelate però le prime indiscrezioni destabilizzanti: 4 membri delle squadre McLaren, Haas e Williams in autoisolamento per sospetto Coronavirus. Il Giovedì è poi arrivata la bomba: un meccanico McLaren risultava positivo al test. D'un tratto il dorato mondo della F1, quel pianeta che credeva incoscientemente ed irresponsabilmente di poter sfuggire alla morsa del contagio lasciando prevalere gli interessi economici, si è ritrovato catapultato in una realtà diversa: quella "reale". McLaren annuncia il ritiro preventivo dalla gara, Hamilton rilascia dichiarazioni critiche nei confronti della governance F1, attenta solo ai soldi, i piloti iniziano ad ipotizzare uno sciopero. Il caos, a Melbourne, regna sovrano. Tre squadre si oppongono all'annullamento della gara: Red Bull, AlphaTauri e Racing Point. Il marchio più fashion, giovanile ed "ipersorridente" della F1, quello dei bibitari (anche nella moda con, appunto, AlphaTauri), getta la maschera e ricorda a tutti che la salute è importante ma che senza gare a breve potrebbe avere problemi con gli sponsor. Racing Point, la squadra del potente Lawrence Stroll, futura Aston Martin, si allinea alle scelte Red Bull. Quando la notizia della mancata disputa della gara diviene finalmente ufficiale all'Albert Park il clima è surreale: i tifosi stavano entrando in circuito, la F1 biposto, che porta a spasso personaggi più o meno noti, passeggeri di ex piloti del Circus, rombava in pista. Ed adesso si vocifera che forse il campionato inizierà solamente il 7 giugno in Azerbaijan. Ma la situazione è in evoluzione, in linea con quanto accade nel mondo reale. La Formula 1 si scopre così vulnerabile, alle prese con un Virus che non guarda in faccia a nessuno. A cui non interessa se hai speso 800 milioni di Euro per far correre due monoposto. Il Grande Circus si allinea alle scelte della Formula E, che ha sospeso il campionato per due mesi (niente Gp di Roma), ed all'IMSA, la quale ha comunicato lo spostamento a novembre della classicissima endurance di Sebring. Tanto per rimanere in tema 4 ruote. Una situazione che metterà in crisi le squadre più piccole del Grande Circus, Williams in primis. E forse sarebbe il caso di rimandare la grande svolta regolamentare prevista per il 2021 di almeno un anno.

Sospetti, bisticci ed alleanze: d'un tratto tutto passa in secondo piano

Le settimane precedenti il Gp che non verrà disputato erano state assai turbolente, a causa delle polemiche che avevano spaccato il paddock. La Federazione dichiarava concluse le indagini sulla power unit 2019 Ferrari. Ricordiamo come le velocità di punta della vettura 2019 del Cavallino avessero destato fra i rivali molti sospetti sulla legalità dell'unità propulsiva Ferrari. Dopo mesi di polemiche ed accertamenti la FIA dichiarava di aver raggiunto un accordo segreto (il regolamento lo prevede) con Ferrari, nell'impossibilità di dimostrare eventuali irregolarità. Apriti cielo. Sette team (tutti quelli non motorizzati Ferrari), capitanati da Mercedes e Red Bull mettevano in discussione l'operato della Federazione, chiedendole se non fosse in grado di svolgere il suo lavoro. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, viene in mente. D'un tratto Mercedes, quella dei test Pirelli illegali del 2013, ma anche delle tante soluzioni dubbie degli anni scorsi e di questo (vedi DAS), Red Bull, quella degli scarichi soffiati (poi vietati), si scoprono agnellini bisognosi di protezione. I "buoni" contro il presunto sistema FIA-Ferrari. Arrivati a Melbourne Red Bull ha poi contestato delle soluzioni tecniche portate all'Albert Park da Mercedes, ed ecco che magicamente cambiano ancora gli equilibri: una presunta telefonata fra, Kallenius, numero 1 Daimler, ed Elkann potrebbe sancire una nuova "alleanza" italo-teutonica. Bisticci, ritorsioni, tradimenti, piccole cose di fronte al Coronavirus.

Il debutto che non ci sarà

Di fronte a tanti dubbi, una cosa è certa: il Gp d'Australia, in programma questo fine settimana, non si disputerà. Il sole, la pista che si snoda sulle strade costeggianti il lago del parco che ospita la massima serie dal 1996, questo hanno sognato per mesi gli appassionati di F1. Un sogno nelle ultime settimane divenuto meno colorato. Offuscato da altri pensieri. Con la pandemia in corso lo sport passa in secondo piano.

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Domenica, 23 Febbraio 2020 18:10

La Formula 1 ai tempi del Virus (e del DAS)

Cina posticipata a data da definirsi, Vietnam in forse, Monza a rischio? Dopo la prima tre giorni di test la F1 è già in subbuglio: la paura ha due volti, quello del Coronavirus e quello del DAS, l'ultima diavoleria Mercedes.

di Matteo Landi

Doveva essere la stagione di F1 più lunga di sempre. Poi è arrivato il Coronavirus. Posticipato, a data da definirsi, il Gp di Cina, Vietnam in dubbio. Se la gara di Shanghai sembra prossima alla definitiva cancellazione, almeno per quest'anno, nessuna dichiarazione ufficiale lascia presupporre l'annullamento del tanto atteso evento vietnamita (weekend del 05 Aprile), al debutto. Eppure la situazione, in costante evoluzione, non lascia trasparire niente di buono, tanto che la televisione pubblica tedesca ha deciso che non manderà inviati sul circuito asiatico. E pare che altri emittenti possano seguire il loro esempio. Non dovremmo avere quindi in programma i 22 Gran Premi annunciati. Ma quanti meno? Allo stato attuale neanche la presenza della gara italiana si può garantire, vista l'evoluzione della situazione Coronavirus. Al di là dei risvolti drammatici ormai noti, si possono prevedere problematiche veramente spiacevoli per le squadre. Gli accordi con gli sponsor, ad esempio, prevedevano per la stagione 2020 una monetizzazione pari all'esposizione del relativo marchio per 22 eventi. Un numero di gare che difficilmente sarà mantenuto, anche perchè ci sarebbero dei limiti regolamentari e degli accordi economici che né Imola, né altri circuiti europei, sembrano in grado di soddisfare. Inoltre Pirelli deve decidere le gomme da portare in pista con 8 settimane di anticipo per le competizioni del mondiale che si disputano sul vecchio continente, 14 per le altre. Chi ha poi intenzione di sobbarcarsi 30-40 milioni di gettone solo per godere del diritto di poter ospitare una gara della massima Formula?

Intanto dal 19 al 21 Febbraio si sono disputati i primi tre giorni di test, in cui le squadre avevano come obiettivo principale quello di mettere in pista per più km possibili le nuove monoposto. Un importante sgrossamento iniziale, prima della ultima tre giorni di prove che avverrà dal 26 al 28 Febbraio. In questa sessione ci attendiamo che tutte le squadre getteranno la maschera e consentiranno ai loro piloti di spingere sul serio. Neache tre giorni in pista in questo 2020 e già la Formula 1 è rimasta travolta da un nuovo ciclone, dopo quello del Coronavirus. E prende il nome dell'acronimo DAS.

DAS, l'ultima genialata Mercedes (con beneplacito FIA)

Non è la divertente pasta sintetica modellabile che ci faceva sentire tutti grandi artisti, ma il Dual Axis Steering, un'invenzione Mercedes che rischia di dare un indirizzo deciso ad un mondiale che manco è cominciato. Gli occhi di tanti erano puntati sul box Ferrari, con i meccanici troppo al lavoro su una monoposto che per adesso sta marciando meno di quanto potessimo sperare, quando Hamilton, in pista, ha iniziato ad utilizzare il volante in maniera anomala. Occhi attenti hanno immediatamente colto quello che stava succedendo: appena entrato in rettilineo l'inglese lascia scorrere verso di sè il volante, di circa un centimetro in profondità, le ruote cambiano convergenza e rimangono in posizione più chiusa fino alla staccata, quando con uno scorrimento inverso del volante tornano alla convergenza "originaria". Apriti cielo, in un attimo appassionati ma soprattutto addetti ai lavori delle squadre rivali hanno capito che il gioco si sarebbe fatto veramente duro per tutti i non Mercedes. La Federazione poi ha puntualizzato: la soluzione è legale, per un anno, perchè dal 2021 nessuno potrà adottarla. Il dialogo fra gli uomini Mercedes e la FIA, si è saputo, andava avanti ormai da più di un anno e quando i tecnici di Toto Wolff hanno montato il DAS erano certi di poterlo utilizzare. Una soluzione geniale che va sicuramente contro lo spirito del regolamento (aggira il parco chiuso, è una sorta di "aerodinamica mobile", a qualcuno ricorda le sospensioni attive), appellandosi ad una certa fumosità del regolamento stesso, ma tant'è. Ed è inutile gridare allo scandalo perchè il gioco è ormai fatto ed in passato soluzioni come quella del diffusore con il buco della Brawn 2009 sono state realizzate facendo leva sempre su una regolamentazione poco precisa. Eppure, pensando proprio a quel campionato non possono che venirci i brividi, considerando che una squadra allo sbando, comprata per una sterlina e senza uno straccio di sponsor, riuscì a stravincere il mondiale beffando i grandi costruttori grazie da una soluzione poi illegale l'anno successivo. Giusto o no, che il DAS faccia parte del campionato 2020 è qualcosa che rischia di non garantire spettacolo ad una categoria che ne ha esageratamente bisogno, asfissiata dal dominio dei grigi anglo-teutonici dal lontano 2014. Solo un problema di sicurezza potrebbe riequilibrare le sorti del prossimo campionato, con il bando del DAS. L'efficacia, nell'immediato, del sistema Mercedes è ancora da dimostrare, ma sono indubbi i vantaggi che porterà ad Hamilton e Bottas: migliore gestione delle temperature degli pneumatici, più scorrevolezza in rettilineo e quindi maggiore velocità di punta, e chissà fino a dove riuscerà a spingersi l'armata teutonica. Gli avversari, con il bando per il 2021, potrebbero anche decidere di non sviluppare affatto la soluzione, consci che potrebbe trattarsi di un inutile spreco di risorse, in vista dello stravolgimento regolamentare del 2021. Cornuti e mazziati, quindi.

Ferrari: il lavoro è appena iniziato. Coraggio!

Di qui al 15 Marzo, giorno della prima gara stagionale, in Ferrari non potranno che proseguire nelle linee tracciate durante il test da poco effettuato. La vettura di Vettel e Leclerc si è vista spesso nel box, sotto le cure dei meccanici di Maranello. Ha anche girato, e molto, ma non quanto le rivali Mercedes e Red Bull, tenendosi lontana da quel 1'15''732 stabilito venerdì scorso da Bottas. Una nuova versione della SF1000 dovrebbe arrivare durante gli ultimi giorni di prove pre-stagionali: con essa Leclerc e Vettel avranno voglia di mostrare tutte le cartucce del box Rosso? Mercedes (forse) ha già calato un asso, vediamo se in Ferrari vorranno darci un segnale o se preferiranno attendere il primo responso stagionale di Melbourne. La (o almeno, una) genialata dell'anno Mercedes, i dubbi relativi al Coronavirus, le ambizioni Ferrari, e quelle Red Bull: chi se lo perde questo avvio di mondiale?

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Martedì, 11 Febbraio 2020 22:35

Emozioni a 1000

A Reggio Emilia la Ferrari mostra al mondo la nuova nata, la SF1000. Sarà la vettura che porterà a mille le presenze nei Gran Premi dello storico marchio. Una presentazione in grande, come da tempo non si vedeva, per una vettura che ha il compito di riportare l'iride a Maranello.

di Matteo Landi

"Chiedete ad un bimbo di disegnare una macchina, sicuramente la farà rossa". Mattia Binotto riprende una storica frase di Enzo Ferrari, mentre al Teatro Romolo Valli di Reggio Emilia tutti attendono la nuova creatura di Maranello.

Una presentazione così in grande non si vedeva da tempo, abituati ormai a qualche foto di rito e qualche discorso di circostanza buttato là. Orchestra, coro, performers. Marc Genè ben si destreggia sul palco, nel ruolo di presentatore, benché visibilmente emozionato. La Ferrari ormai la porterà per sempre nel cuore. L'Amministratore Delegato Louis Camilleri incentra il suo discorso sull'importanza degli uomini Ferrari, soffermandosi sulle capacità di uomo squadra di Mattia Binotto.

L'emozione è tanta, e palpabile, soprattutto nelle parole dei due piloti, Vettel e Leclerc, quando viene svelata la SF1000. Il solito Rosso, con l'aggiunta del tricolore che elegantemente bacia la carrozzeria della vettura la cui sigla ci ricorda la lunga militanza della squadra fondata dal Grande Enzo. 991 Gran Premi disputati, nella stagione che verrà la Scuderia varcherà la soglia delle mille presenze. Piero Ferrari, ponte fra il romantico e glorioso passato che fu ed un presente ricco di speranze, dolcemente emozionato in teatro, testimonia con la sua presenza la longevità della squadra che porta il suo cognome. Leclerc mostra molta sicurezza, parlando della sua preparazione pre-stagionale, mentre Vettel, felice come un bambino che ha appena scartato il suo nuovo regalo, fa subito notare quelle che sono le sostanziali differenze con la SF90, la vettura che lo scorso anno ha ottenuto tre vittorie, non riuscendo però a competere con Mercedes per il titolo.

bsf1000

Evoluzione logica alla ricerca del carico

La nuova nata mostra un posteriore molto rastremato, è evidente il lavoro di miniaturizzazione delle componenti portato a termine dagli uomini del Cavallino. Se è difficile percepire il passo appena più corto rispetto al modello che l'ha preceduta, risulta impossibile non notare la complessità dei deviatori di flussi posti davanti alle pance laterali. Ma il Cuore pulsante della vettura che correrà questa stagione è la nuova power unit, con il motore 6 cilindri dalle teste ridisegnate , che dovrà mantenere lo status di prima della classe mostrato dall'unità della scorsa stagione. Figlia della stabilità regolamentare che verrà interrotta nella stagione 2021, quando vedremo vetture profondamente diverse, la SF1000 appare come una naturale evoluzione della monoposto dell'anno scorso. I concetti sono stati effettivamente estremizzati ma la nuova creatura dovrà consentire a Vettel e Leclerc di stare al vertice con più costanza. Il lavoro degli ingegneri di Maranello si è quindi focalizzato sulla ricerca di quel carico aerodinamico mancante sulla SF90, in difficoltà sulle piste più guidate.

Un sogno da realizzare

2007 è la data dell'ultimo titolo mondiale piloti, 2008 è l'anno dell'ultimo costruttori. La fame di vittorie non manca a Maranello, come evidenziato da un John Elkann felice ed emozionato. Il Presidente srotola quel Tricolore nato proprio a Reggio Emilia, Vettel e Leclerc lo tengono teso, lo ammirano. Il loro volto pare illuminarsi, nella consapevolezza, oggi ancor più forte, che oltre alle loro ambizioni personali dovranno soddisfare il desiderio di un intero popolo. Il 2000, anno del ritorno al mondiale dopo un digiuno di 21 anni, sembra lontano. Ma quelle sensazioni, quella voglia di rivincita, sono presenti oggi come allora. In bocca al lupo Charles, in bocca al lupo Sebastian. Il 15 Marzo, data del primo Gp dell'anno, è ormai alle porte.

Pubblicato in Motori Emilia
Domenica, 26 Gennaio 2020 13:19

Formula 1 2020: la sfida è servita

A metà marzo scatterà il mondiale di F1. In attesa dello stravolgimento regolamentare del 2021 ci attende una stagione che si preannuncia avvincente, con una probabile sfida al vertice fra Mercedes, Ferrari e Red Bull. Il futuro, rappresentato da Leclerc e Verstappen, scalpita ma Hamilton vuole continuare il suo dominio. Vediamo quali saranno gli attori del prossimo campionato del mondo di F1.

di Matteo Landi

Dove eravamo rimasti? Hamilton vincente ad Abu Dhabi, nel primo weekend del dicembre scorso, al volante della solita imbattibile Mercedes dell'era turbo-ibrida, e Leclerc sul podio alle spalle di Verstappen. Una Ferrari divenuta terza forza del mondiale dopo aver addirittura recitato il ruolo di protagonista nel mese di settembre. La Scuderia era partita lo scorso anno con il favore dei pronostici, traditi già in avvio di stagione con un marzo da incubo, ma non è riuscita ad impensierire la squadra coordinata da Toto Wolff, se non sporadicamente. Guizzi che ci hanno consegnato il nuovo beniamino dei tifosi Ferrari, Charles Leclerc, capace alla prima stagione in Rosso, la sua seconda assoluta in F1, di fare meglio del pluricampione e team mate Vettel, e addirittura di vincere due gran premi consecutivi tra Belgio e Italia, ovvero Spa, l'Università delle quattro ruote, e Monza, il tempio della velocità. Avrebbe potuto aggiudicarsi anche la gara di Singapore, ma le strategie di gara lo relegarono secondo dietro al compagno di squadra Vettel. Il tedesco ha vissuto un 2019 complicato, lontano dalle performance che in Red Bull sembravano avvicinarlo addirittura al record dei 7 titoli vinti da Schumacher. Un'impresa alla portata di Hamilton, a quota 6 mondiali, se quest'anno dovesse ripetersi sui livelli mostrati nelle ultime stagioni. Dovrà però fare i conti con un Leclerc velocissimo e più maturo e con il talento di un Verstappen, tre volte race winner nel 2019, che potrà contare su un'ottima power unit Honda. Ovviamente tutto dipenderà dalla competitività delle vetture che presto sforneranno Mercedes, Ferrari e Red Bull. Ed attenzione alla "sorpresa" McLaren: sarebbe un ritorno ai piani alti senz'altro ben accettato dagli appassionati. In attesa della grande rivoluzione regolamentare del 2021, quando vedremo in pista vetture dall'aspetto più accattivante a causa di un'aerodinamica completamente rivista, la stagione che scatterà il 13 marzo prossimo, con le prove libere del Gp d'Australia, non portarà con se scossoni regolamentari particolari e sarà all'insegna della continuità. Addirittura le squadre hanno bocciato le gomme che Pirelli aveva progettato per questa stagione, preferendo optare per le già note coperture del 2019. Gomme frutto dello sviluppo degli pneumatici che il costruttore italiano aveva portato in alcune gare nel 2018, risolvendo i problemi di adattamento Mercedes ma indigesti a tanti, in primis Ferrari. Con un anno di esperienza alle spalle adesso i team avranno una variabile in meno da dover gestire.

Da Mercedes a Williams, facciamo il punto su quello che ci aspetta.

Mercedes AMG Petronas Formula One Team: Lewis Hamilton-Valtteri Bottas

Squadra che vince non si cambia. Toto Wolff ha così confermato Bottas anche per questa stagione, un pilota ben voluto da Hamilton. Come ogni pre-season il finlandese dichiara di aspirare al titolo mondiale ma vedremo se anche nel 2020 dovrà scontrarsi con la solita realtà difficile da accettare. Dopo aver patito la convivenza con Rosberg, il quale però a titolo mondiale vinto, stremato, si è dato rapidamente alla fuga, all'inglese non par vero di dover convivere con il mansueto Valtteri. Sono entrambi piloti velocissimi ma Hamilton è senza dubbio su un altro livello, quello dei campionissimi. I test pre-stagionali 2019 avevano mostrato una Mercedes in difficoltà, la Ferrari sembrava superiore, poi giunti a Melbourne la musica cambiò: 8 (!!) vittorie consecutive Mercedes inaugurarono la stagione e gli avversari capirono subito che avrebbero dovuto accontentarsi delle briciole. Anno nuovo, vita nuova? Se Ferrari e Red Bull vorranno battere la squadra anglo-teutonica dovranno contare solo sulle loro forze perchè da Mercedes non ci si aspettano passi falsi. Sui calendari di tutte le squadre vi è un bel cerchio grigio sul 14 febbraio, data della presentazione della nuova Mercedes.

Scuderia Ferrari Mission Winnow: Sebastian Vettel-Charles Leclerc

Non vince un titolo costruttori dal lontano 2008, un mondiale piloti dal 2007. Non siamo ancora ai livelli del lungo digiuno 1979-2000, solo Schumacher spezzò un incantesimo che sembrava eterno, ma a Maranello la musica deve cambiare. Lo merita il blasone della squadra più titolata, da sempre presente nella massima Formula. Doveva essere quella passata la stagione giusta, ma il sogno è durato solo un inverno. Potevano essere le due precedenti, ma affidabilità e qualche errore di troppo di Vettel hanno spento le velleità. Il tedesco chiamato ad interrompere il dominio Mercedes è invece reduce da un 2019 particolarmente difficile ed in Ferrari sembra evidente che contino sempre di più su Leclerc. Autore di una bella prima stagione presso la Scuderia del Cavallino, due volte race winner, il monegasco è entrato ormai nei Cuori degli appassionati, che rivivono una sorta di "Febbre Villeneuve", e a Maranello hanno deciso di blindarlo con un contratto valido fino al 2024 da 9 milioni di Euro a stagione. Su Vettel invece pende la questione rinnovo: sarà questa la sua ultima stagione in Rosso? Una questione che potrebbe turbarlo ulteriormente, per questo in Ferrari dovranno decidere rapidamente le sorti del Campione tedesco. Al suo posto, dal 2021, c'è chi ci vorrebbe Hamilton, in realtà sempre più vicino al rinnovo con Mercedes, chi pensa a Giovinazzi, chi vedrebbe bene un Sainz di Rosso vestito e chi sogna Ricciardo. La verità è che tutto dipenderà dallo stesso Vettel e dalle prestazioni che mostrerà nelle prime gare della stagione. Il problema piloti rimane comunque marginale per la Ferrari: per prima cosa dovranno fornirgli una vettura costantemente veloce, capace di adattarsi alle Pirelli in ogni condizione. La Ferrari SF90 era rapidissima in rettilineo, ma (Singapore a parte) particolarmente a disagio nei tratti lenti. La nuova vettura potrebbe quindi perdere qualcosa in termini di penetrazione aerodinamica a vantaggio di un maggior carico verticale. L'undici febbraio la Ferrari svelerà la sua nuova creatura presso il Teatro Municipale Romolo Valli di Reggio Emilia.

Aston Martin Red Bull Racing: Max Verstappen-Alexander Albon

Poteva essere un 2019 interlocutorio a causa del debutto della power unit Honda sulle vetture austriache. Invece lo sgrossamento portato a termine dalla cugina Toro Rosso nel 2018 si è rivelato prezioso. I motori Honda si sono dimostrati performanti ed affidabili, con addirittura un finale di stagione in crescendo. Il talento smisurato del progettista Adrian Newey, quello del pilota Verstappen e l'entusiasmo Honda, tornata ai vertici con tre vittorie di tappa durante la stagione scorsa, potrebbero giocare un brutto scherzo a Mercedes e Ferrari. Oltre a Verstappen, confermato fino al 2023, in Red Bull potranno contare sul buon Alexander Albon, vicino al colpaccio nell'ultimo Gran Premio del Brasile, prima dello speronamento operato da un maldestro Hamilton.

McLaren F1 Team: Carlos Sainz Jr-Lando Norris

Suo padre si è appena aggiudicato l'ultima Dakar, Sainz Jr. ancora attende di vincere la sua prima gara di F1 in carriera. Intanto lo scorso anno ha artigliato uno stupendo podio in Brasile. Al volante della buona, ma non eccezionale, McLaren va considerato un risultato davvero rilevante. Lo spagnolo si merita senz'altro di più e chissà che la stagione 2020 non possa consegnargli qualche gioia importante. Dopo le delusioni dell'epoca Alonso ed Honda la McLaren ha compiuto passi da gigante. L'addio del due volte campione del mondo sembrava essere la pietra tombale per la squadra inglese che invece è risorta, giungendo quarta nel campionato costruttori 2019: era dal 2012 che non terminava in top four. Nella stagione del debutto Lando Norris ha confermato quanto di buono mostrato nelle formule propedeutiche e non ci sono motivi per cui non debba confermarsi anche nel campionato che verrà. Le prestazioni dei piloti, ovviamente, saranno subordinate alle performance della nuova McLaren che verrà svelata il 13 Febbraio.

Renault F1 Team: Esteban Ocon-Daniel Ricciardo

Convincente in Force India nelle stagioni 2017 e 2018, terzo pilota Mercedes lo scorso anno, Ocon torna alle corse attive. Il francese è stato strappato dalle mani di Toto Wolff ed andrà ad affiancare il forte Ricciardo. Daniel, in precedenza abituato a correre al vertice con Red Bull, lo scorso anno ha masticato amaro, giungendo solamente nono nella classifica finale piloti. In Renault non sono riusciti a trovare la quadra e da quando sono tornati in F1 nel 2016 hanno raccolto tante delusioni. L'accoppiata 2019 Ricciardo-Hulkenberg era di primo livello ma non è bastata per togliere dalle lotte di metà schieramento la squadra francese. Quinta lo scorso anno, dovrà per forza di cose fare molto meglio nel 2020. Altrimenti il consiglio di amministrazione potrebbe staccare la spina.

Scuderia AlphaTauri Honda: Daniil Kvjat-Pierre Gasly

Ad un appassionato verrà da piangere guardando il nome di quella che fu Toro Rosso e prima ancora Minardi. In Red Bull hanno deciso di cambiare denominazione alla squadra basata a Faenza, che adesso porterà le insegne di un brand di moda. Non resta che sperare che porti fortuna considerando i risultati che Benetton ottenne in F1! Kvjat e Gasly la scorsa stagione sono riusciti addirittura a salire sul podio, rinverdendo i fasti della memorabile stagione 2008, quella di Vettel su Toro Rosso. Sarà probabilmente bianco-nera, ma colorazione a parte saranno importanti le performance. Considerando il livello raggiunto da Honda c'è da credere che a Faenza si toglieranno delle belle soddisfazioni anche quest'anno.

SportPesa Racing Point F1 Team: Sergio Perez-Lance Stroll

Motore Mercedes ed un bel pò di soldi, quelli di papà Stroll (patrimonio netto stimato pari a 2,6 miliardi di dollari). Ci sono tutti gli ingredienti per risalire la classifica dopo la settima piazza ottenuta nel costruttori 2019, anno in cui era reduce da importanti difficoltà economiche a causa della bizzarra gestione Mallya, titolare della squadra che fino al 2018 si chiamava Force India. Il 2020 sarà un anno importante per la Racing Point ed, al di là di Lance Stroll, c'è da credere che sarà il veterano Sergio Perez a concretizzare quanto realizzato in fabbrica. In teoria hanno tutto quel che serve per avvicinare le performance McLaren.

Alfa Romeo Racing Orlen: Kimi Raikkonen-Antonio Giovinazzi

57 punti ed ottavo posto fra i costruttori. Poteva andare meglio la stagione del ritorno Alfa Romeo, ma anche sensibilmente peggio. Un 2019 tutto sommato convincente, con tanti arrivi a punti, la quarta posizione di Raikkonen in Brasile ed alcuni giri al comando di Giovinazzi a Singapore. Il marchio Alfa Romeo merita di più, ma quanto ottenuto dalla ex-Sauber è comunque rimarchevole. Forti dell'esperienza dell'ultimo campione del mondo Ferrari Kimi Raikkonen e dell'entusiasmo di Giovinazzi, adesso possono avvalersi anche dei servigi del nuovo test driver Robert Kubica e della preziosa sponsorizzazione del colosso petrolifero Orlen, derivante proprio dalla presenza in squadra del nuovo arrivato. In ogni caso il ruolo di terzo pilota rappresenta per Kubica il gancio per rimanere aggrappato al Grande Circus e per gli appassionati una speranza in più di rivederlo al volante. Il ritorno dell'ingegnere Simone Resta in Ferrari è un brutto colpo per Alfa Romeo, non è sbagliato dire che a Maranello abbiano gestito a loro piacimento le situazioni contrattuali del progettista italiano. Al team italo-svizzero non mancano comunque i motivi per poter far bene in questa stagione. Ed il 19 Febbraio, giorno della presentazione della nuova vettura, sarà un momento importante per gli appassionati.

Haas F1 Team: Romain Grosjean-Kevin Magnussen

Troppe volte lo scorso anno il Team Principal Gunther Steiner è arrivato ad alzare la voce con i suoi irruenti piloti, colpevoli di lotte fratricide che hanno privato la squadra di punti importanti. Un bottino amaro quello del 2019: 28 punti e solo nona fra i costruttori. La nuova vettura dovrà adattarsi meglio alle Pirelli ed un anno di esperienza alle spalle con tali coperture non potrà che giovare ai tecnici della squadra americana, presente in F1 dal 2016 ma giunta al punto più basso della sua storia proprio nella passata stagione.

ROKiT Williams Racing: George Russell, Nicholas Latifi

Se un appassionato si risvegliasse oggi dopo essersi fatto ibernare a metà anni '90 non crederebbe ai suoi occhi: Williams ultima nel costruttori ed un solo punto conquistato. Il misero bottino del 2019 è qualcosa che non rende merito al blasone di una delle squadre più anziane del Circus. Campione del mondo per l'ultima volta nel 1997, race winner successivamente con motorizzazione e finanze BMW, è caduta ormai in un baratro profondo dal quale non si sa come possa uscirne. Russell è un velocissimo pilota del bacino Mercedes, ma ancora acerbo. Latifi si appresta a debuttare in F1 dopo una carriera non brillantissima nelle altre formule ma, benchè canadese, è supportato dall'azienda torinese Lavazza, che quindi sponsorizzerà Williams durante la stagione 2020. Un tappo all'emorragia finanziaria dovuta all'addio di Orlen, marchio che ha seguito Kubica in Alfa Romeo. Fare meglio del 2019 non sembra impossibile e gli appassionati si augurano che la prestigiosa squadra inglese possa risalire la china. Il 15 Marzo, al termine del Gran Premio d'Australia, si avrà una fotografia migliore del livello del team gestito da Claire Williams e di tutte le squadre.

Le prove invernali, che dal 19 al 28 Febbraio vedranno in pista a Barcellona le nuove creature concepite dalle dieci scuderie, ci daranno i primi riscontri.

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Domenica, 01 Dicembre 2019 18:47

F1, Abu Dhabi: Ultima Notte

Hamilton domina l'ultimo weekend dell'anno. Vince davanti a Verstappen e Leclerc. Vettel solo quinto. Un'intera stagione in una gara. Una stagione di alti (pochi ma stupendi) e bassi per la squadra di Maranello. Ed adesso al lavoro!

di Matteo Landi

Ultima notte del Campionato 2019. Hamilton taglia il traguardo vincente, sotto il cielo colorato dai classici fuochi d'artificio che chiudono la stagione. Con il titolo già in tasca il campione inglese non ha fatto prigionieri. Arrivato negli Emirati si è preso pole position, giro veloce e vittoria, mettendo il sigillo su una stagione che di fatto ha dominato. Nessun Vettel a contendergli il titolo, come successo nel 2017 e nel 2018: tanti rivali agguerriti ma incapaci di essere costanti quanto lui. In apertura di stagione solo Bottas ha provato a minacciare la leadership del team mate. Invano. Nel corso della stagione è venuta fuori la velocità di Ferrari e Red Bull, a sprazzi più forti del duo Mercedes-Hamilton, ma non è bastato. Ad Abu Dhabi il podio recita: Hamilton-Verstappen-Leclerc. Gli ultimi due sarebbero potuti arrivare a posizioni invertite, con una strategia diversa. Ma come avvenuto più volte nel corso della stagione anche questa volta il box Rosso è stato tutt'altro che impeccabile: in qualifica ha sbagliato i calcoli privando Leclerc dell'ultimo giro veloce, in gara ha fermato al giro 13 sia il monegasco che Vettel. Considerando che erano partiti con gomme diverse la scelta è sembrata piuttosto "originale". Tale strategia ha costretto il duo di Maranello ad una doppia sosta che ha messo in difficoltà Leclerc quando nel finale ha dovuto difendersi dal rimontante Bottas. Che gara quella del finlandese! Da ultimo a quarto, a dimostrazione della forza Mercedes su questa pista. In qualifica i piloti di Mattia Binotto riuscivano a guadagnare qualcosa nei primi due settori, salvo poi sprofondare nell'ultimo, surclassati dalla prestazione delle Mercedes nel tratto più guidato.

Leclerc chiude sul podio una stagione di alti e bassi. Ma che alti! Vettel: rimandato a..marzo

Ultima notte della prima stagione in Rosso di Leclerc. Al secondo anno di F1 e quarto in campionato davanti al quattro volte iridato Vettel. Quest'ultimo battuto da un compagno di squadra per la prima volta da quando corre per la Scuderia italiana. E poteva essere un meritatissimo terzo posto nel mondiale per Leclerc senza il ritiro del Brasile. Una prima annata in Ferrari che gli è valsa 10 podii, 2 vittorie e ben 7 pole position, risultando il pilota più veloce sul giro secco. Dati che fanno riflettere e lasciano pensare che con una diversa gestione e diverse "strategie interne" Mattia Binotto avrebbe potuto rendere il campionato di Leclerc ancor più avvincente. Senza dimenticare il problema tecnico del Bahrain, quando il dominante monegasco ha dovuto accontentarsi del terzo gradino del podio, e la mancata penalità di Verstappen in Austria, con l'olandese troppo aggressivo nel guadagnarsi la leadership. Riguardandosi indietro Charles potrà pensare che avrebbe potuto ottenere molto di più, ma potrà andare fiero di quanto raggiunto. Soprattutto se paragonato al rendimento di Vettel. Quasi abulico ad Abu Dhabi, quinto al traguardo, il tedesco è stato quest'anno solo lontano parente del campionissimo che dominava con Red Bull ed aveva fatto sognare già al primo anno in Rosso. In testacoda in Bahrain mentre duellava con Hamilton, franato addosso a Verstappen in Gran Bretagna, ogni volta che si è ritrovato a combattere con avversari di livello ha mostrato una debolezza mentale che non rende merito al suo palmares. Autore di una sola vittoria, a Singapore, servitagli su un piatto d'argento dal box Ferrari che ha privato Leclerc del terzo successo consecutivo. Vettel avrebbe dovuto vincere in Canada, e lo avrebbe strameritato. In quel caso la penalità subita per una manovra difensiva su Hamilton ritenuta troppo aggressiva dai giudici non ci stava. Neanche un pò. Un lampo quello di Seb a Montreal, in una stagione per lui da insufficienza. Non possiamo dimenticare quel brutto testacoda di Monza mentre il suo giovane compagno andava a vincere con la stessa vettura, divenendo il beniamino del popolo ferrarista. Sarà un lungo inverno per la Ferrari, Mattia Binotto e compagni dovranno lavorare più e meglio degli altri. Saranno confortati dal ricordo di quelle tre vittorie stagionali avvenute come d'incanto al rientro dalla pausa estiva. Una carezza dopo tante batoste subite. Un'iniezione di fiducia per il futuro. Se in Australia c'era chi pensava che in Ferrari avessero cannato completamente il progetto, nel corso della stagione si è capito che ne era mancata la comprensione. A Maranello adesso hanno la migliore power unit ed una vettura che in rettilineo non ha rivali. Con qualche aggiustamento, e più sangue freddo da parte dei piloti, il prossimo anno potranno giocarsela con Mercedes.

Red Bull-Honda: l'accoppiata funziona

Ultima notte stagionale dolce per Verstappen e Red Bull-Honda. Prima di Melbourne in tanti si attendevano una stagione deludente per la squadra austriaca, al primo anno con quella power unit Honda che tanto aveva fatto penare Alonso e McLaren. La stagione di rodaggio con Toro Rosso ha permesso agli uomini di Horner di correre senza preoccuparsi dell'affidabilità di un motore che nelle ultime gare ha quasi raggiunto le prestazioni di Ferrari e Mercedes. Tre vittorie per Verstappen, e già l'olandese si lecca i baffi, che non ha, pensando a quanto potrà fare la prossima stagione. Intanto si gode la terza piazza nel mondiale.

Buona fortuna Robert!

Ultima notte per Robert Kubica, ai titoli di coda di una carriera nella massima formula che avrebbe potuto regalargli più gioie sportive, vero, ma ha anche consegnato al mondo un esempio di tenacia e coraggio. Classe 1984, nel febbraio 2011 un terribile incidente durante il Rally di Andora, disputato per pura passione agonistica fra una stagione e l'altra della massima serie, lo mise in pericolo di vita. Fratture, lesioni multiple e addio al mondo delle competizioni. Epilogo scontato per tanti, non per lui. Lunghi interventi, una dolorosa riabilitazione poi rieccolo nei rally ed infine al via della stagione 2019 di F1. Al volante di una recalcitrante Williams ha ottenuto l'unico punto della squadra, in Germania. Un piccolo bagliore in una stagione da fondo classifica, a combattere con il giovane team mate Russell, campione di F2. Avremmo sperato in qualcosa di più per l'unica stagione di ritorno, considerando che il prossimo anno sarà sostituito dal debuttante canadese Latifi. Tralasciando i dati statistici non possiamo non inchinarci alla grandezza dell'uomo Kubica, comunque in grado di stare là, fra i grandi delle quattro ruote, dopo tutto quello che ha passato. Buona fortuna Robert, in DTM o ovunque sarà.

Hulkenberg: quando la Formula 1 è ingiusta

Ultima notte per Hulkenberg, fantastico vincitore della 24 ore di Le Mans 2015. In Formula 1 dal 2010, quando debuttò forte del titolo GP2 appena conquistato, non ha trovato una sistemazione nella serie di Liberty Media per la prossima stagione. Mai a podio, la dimostrazione vivente di quanto la Formula 1 possa essere ingiusta e talvolta poco meritocratica. Un talento cristallino che avrebbe potuto ottenere molto di più, ma chissà che non torni in ballo nel 2021.

McLaren: la strada è quella giusta

Ultima notte della stagione per una McLaren tornata vicina ai piani alti. Ed a podio con Sainz in Brasile. Lo spagnolo, insieme al giovane Norris, sono stati pedine fondamentali nel processo di rinascita della blasonata squadra inglese. Capace di concludere quarta in classifica costruttori. Sainz è riuscito a chiudere addirittura sesto in quella piloti, un traguardo che rende merito alle capacità dello spagnolo.

Si spengono le luci

Ultima notte per questa stagione di Formula 1. Mercedes, Ferrari, Red Bull, McLaren, Renault, Toro Rosso, Racing Point, Alfa Romeo, Haas, Williams, recita la classifica squadre. In attesa che tutto venga stravolto nel 2021, con l'arrivo delle nuove regole, avremo un 2020 all'insegna della continuità, con tutti gli attori che dovranno riuscire in un breve inverno a colmare il divario con l'invincibile Mercedes. Batterla sarà difficile. Fare meglio di questo Hamilton, adesso, sembra utopia. Ma chissà, mai dire mai. A Melbourne, il prossimo 15 marzo, tutti ripartiranno da zero.

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