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Domenica, 27 Ottobre 2019 23:37

F1, Messico: trionfa Hamilton, Ferrari sbaglia. Ancora. In evidenza

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F1, Messico: trionfa Hamilton, Ferrari sbaglia. Ancora. Fotografia "Mercedes-AMG Petronas Motorsport" Facebook page

La Ferrari pasticcia con le strategie ed Hamilton artiglia una vittoria che lo avvicina ancor più al titolo. Vettel è secondo davanti a Bottas e Leclerc. Per Ferrari nove pole position e solo tre vittorie: i conti non tornano.

di Matteo Landi

Settima pole position stagionale, ed in carriera, per Leclerc. Una prima fila tutta Rossa. Una Ferrari graziata dalla penalità subita da Verstappen, altrimenti poleman, reo di non aver rallentato mentre in pista venivano sventolate le bandiere gialle per il brutto incidente di Bottas. Un weekend che sembrava veramente in discesa per i due alfieri del team di Maranello ed invece divenuto terribilmente complicato durante i 71 giri di gara. Con una Mercedes così forte, ed un Hamilton mai fallace, Mattia Binotto e compagni non possono permettersi il minimo errore se hanno intenzione di batterli. Ed invece il ruolino di marcia 2019 delle Rosse recita 9 pole position e solamente 3 vittorie. Numeri strani, che evidenziano quanto le vetture italiane siano ormai prestazionali ma al tempo stesso mal gestite in gara. Dopo il via Leclerc e Vettel mantegono la leadership, mentre alle loro spalle succede di tutto. Hamilton e Verstappen si ostacolano perdendo posizioni, il gruppo entra in competizione con i due mentre Albon si avvantaggia divenendo terzo. Appare da subito evidente che il passo dei due battistrada non sia irresistibile, non scappano, ma la potenza del motore Ferrari assicura loro una certa tranquillità. Sembrerebbe finalmente il giorno delle Rosse, a secco di vittorie da più di un mese nonostante le pole position a ripetizione. Ed invece tutto si complica: per Leclerc viene scelta una strategia di due soste, per Vettel è invece previsto un solo pit, molto posticipato. Risultato: ne approfitta un velocissimo Hamilton che si ritrova primo. A fine gara i distacchi sono contenuti ed aumenta il rammarico per i piloti Ferrari, con Leclerc penalizzato anche da una pessima sosta ai box in cui ha perso circa 3 secondi. Tagliato il traguardo Hamilton è raggiante, consapevole di aver portato a termine l'ennesima gara perfetta, dimostrando ancora una volta che il migliore è lui. Sempre più vicino al sesto titolo iridato.

Ferrari: ancora una vittoria sfumata

Spa-Monza-Singapore, è stata la bella ed inaspettata tripletta Ferrari, al rientro dalla sosta estiva. Se a Singapore Vettel e Leclerc hanno dominato, lo stesso non si può dire delle gare disputate in terra belga ed italiana, con Leclerc abile a difendere con i denti una leadership insidiata prepotentemente da Hamilton e Bottas. Tutto il team di Maranello aveva dimostrato di aver ritrovato quella mentalità vincente che andava cercando. Po qualcosa si è "rotto": strategie sbagliate, errori dei piloti e di nuovo certezze da ritrovare. Prima del weekend di gara Hamilton aveva più volte dichiarato che si attendeva una Ferrari dominante in Messico, tracciato dotato di quei lunghi rettilinei che avrebbe permesso alle power unit di Maranello di spadroneggiare. Bleffava? Forse, ma del fondamento le sue dichiarazioni lo avevano, perchè senza troppi affanni, copiando le strategie di chi poi la gara l'ha vinta, le Ferrari avrebbero potuto portare a casa un doppio podio con vittoria. Errori di cui Binotto e soci dovranno far tesoro per presentarsi al via della prossima stagione più assetati di successo che mai.

Hamilton non sbaglia: è quasi titolo

Settantaquattro: sono i punti di vantaggio di Hamilton su Bottas, unico contender che la matematica tiene in corsa per la lotta al titolo. L'ennesimo iride che, a meno di sorprese, la settimana prossima ad Austin sarà appannaggio per la sesta volta di Hamilton. Fra sette giorni potrà con ogni probabilità dire di essere il secondo pilota più vincente della storia della Formula 1. Ed il perchè lo ha dimostrato, ancora una volta, in Messico. Senza nulla togliere alla velocità della Mercedes, dominatrice dell'era turbo-ibrida, è doveroso rimarcare il fatto che lui sia sempre lì, pronto ad approfittare della sbavatura che puntualmente l'avversario di turno commette. E mentre gli altri annaspano alla ricerca di una continuità che non arriva, lui non sbaglia un colpo. Talvolta baciato dalla fortuna che, si sa, aiuta gli audaci.

Verstappen pasticcia ma regala spettacolo. Perez e Ricciardo infiammano Città del Messico

Detto della lotta al vertice è doveroso rimarcare quanto successo alle spalle di Albon, che ha chiuso la top five. Verstappen, dopo essersi ritrovato in ultima posizione ha rimontato a suon di sorpassi da urlo, riuscendo a transitare sotto la bandiera a scacchi in una insperata sesta posizione. A garantire lo spettacolo ci hanno pensato anche Perez, idolo di casa e settimo al termine, davanti ad un redivivo Ricciardo, incapace nel finale di sopravanzare il messicano ma buon ottavo dopo una gara tutta all'attacco. Considerando che il team Renault viene da una doppia squalifica, con brutta figura annessa per utilizzo di un illegale sistema di ripartizione della frenata, poteva andare peggio. Poteva andare molto meglio per il duo McLaren, ma un terribile errore durante una sosta ha tarpato le ali a Norris, mentre Sainz dopo un inizio gara costantemente in zona punti ha poi conquistato una misera 13esima posizione. Notte fonda invece per Alfa Romeo, ancora a secco di punti: l'involuzione della squadra italo-elvetica ha del preoccupante, con solo tre punti realizzati nelle ultime sei gare. Con ancora tre gare stagionali da disputarsi Raikkonen e Giovinazzi avranno comunque l'opportunità per chiudere il campionato con qualche sorriso, in vista di un 2020 che dovrà rivelarsi più redditizio.

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