Domenica, 23 Giugno 2019 19:47

Ferrari, c'est la vie In evidenza

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Ferrari, c'est la vie Fotografia "Circuit Paul Ricard" Facebook page

Sconfitta dalla burocrazia in Canada, sonoramente battuta in pista dalla Mercedes in Francia. Leclerc è il faro che illumina il difficile cammino degli uomini di Maranello. Mentre Vettel, solo quinto, delude. Hamilton stravince davanti a Bottas e Leclerc. Per il momento, questa Mercedes è troppo forte.

di Matteo Landi

In pista e fuori, la Mercedes in un modo o nell'altro le vince tutte. E con quella francese raggiunge l'ottava vittoria stagionale su otto gare disputate. Un dominio incontrastato, asfissiante. Per questo fa ancora più male constatare che la richiesta di revisione della penalità subita in Canada da Vettel, che ha privato la Ferrari di un successo sacrosanto e conquistato con pieno merito, non abbia modificato l'ordine di arrivo della gara nordamericana. Di queste otto disputate, due avrebbe potuto avere un epilogo roseo per la squadra di Maranello, che invece continua a leccarsi delle ferite probabilmente destinate a rimanere aperte. Il prossimo weekend si disputerà il Gp d'Austria, su un circuito teoricamente favorevole alle caratteristiche della Rossa, ma come dimostra la storia di questa stagione tutto gira a favore di Hamilton e della Mercedes. Ed anche quando i tedeschi sembrano battuti o gli steward, come a Montreal, o improvvisi cali di affidabilità Ferrari, vedi la quasi vittoria di Leclerc in Bahrain, cambiano una storia che pare già scritta. Il circuito del Paul Ricard, al pari di quello di Barcellona, sapevamo essere teatro ideale per una cavalcata indisturbata delle frecce d'argento, e così è stato. Se in Canada la lotta al vertice ha creato emozioni, disturbate dall'ingerenza dei commissari, in Francia abbiamo assistito ad una delle gare più monotone degli ultimi anni. Hamilton ha dominato, Bottas ha provato a seguirlo da vicino ma è riuscito nel suo intento solo per pochi giri. L'inglese, poi, è fuggito via. Ed il distacco finale di 18 secondi inflitto al compagno di squadra suona come la campanella della scuola: ricreazione finita per il finlandese, che adesso sembra impotente davanti al miglior Hamilton di sempre. Le due vittorie di tappa ottenute da Bottas in questo inizio di stagione sono un lontano ricordo. Gli ultimi giri di gara sono lo specchio della situazione attuale, con la vettura n°77 addirittura incalzata dalla non irresistibile Ferrari guidata da un superbo Leclerc. Mentre Hamilton, là davanti, chiudeva una gara disputata in solitudine.

Ferrari: Leclerc fa sperare, Vettel delude

Leclerc, con il suo terzo posto finale, è stato il faro nella situazione nebulosa Ferrari. Il monegasco ha corso da veterano consumato. Mai una sbavatura, avrebbe meritato la seconda posizione insidiata con grinta a Bottas. Fa un effetto strano pensare come spesso nel box della squadra di Maranello le situazioni si invertano, se consideriamo che sarebbe Vettel il pilota incaricato a portarsi il team sulle spalle. Ed invece in Francia il tedesco è tornato nello stato abulico pre-Canada. In qualifica non è riuscito ad andare oltre la settima posizione, sopravanzato dalla Red Bull di Verstappen e da entrambe le McLaren. A Maranello non tutto va per il verso giusto quest'anno, ma una prestazione del genere è difficilmente spiegabile. Vettel in gara si è rifatto con bei sorpassi, ma dopo il risultato del sabato e considerando il passo della Ferrari ben presto è parso evidente che più avanti della quinta posizione finale non sarebbe potuto andare. Come detto, il prossimo circuito che ospiterà la massima Formula dovrebbe sposarsi con le caratteristiche delle vetture di Maranello, ma servirà il miglior Vettel per battere questa Mercedes. Ammesso che il compito non lo assolva Leclerc: l'immeritata sconfitta del Bahrain grida ancora vendetta.

McLaren rinvigorita, Raikkonen immenso. Insieme ai piloti Renault regalano spettacolo

Se nelle posizioni al vertice la gara francese si è rivelata decisamente soporifera, lo stesso non si può dire della lotta che ha animato la seconda parte della top ten. La McLaren non è ancora tornata ai livelli che il suo blasone merita, ma a Woking hanno fatto dei decisi passi in avanti. In qualifica Norris e Sainz hanno conquistato rispettivamente la quinta e sesta posizione consentedogli una gara vissuta costantemente nella zona punti e terminata con Sainz agevolmente sesto mentre dietro di lui, negli ultimi chilometri, si scatenava lo spettacolo. Una manovra disperata di Ricciardo su Norris ha dato il via a sorpassi e controsorpassi che hanno visto protagonisti oltre ai due anche Raikkonen e Hulkenberg. Un incrocio di traiettorie, viziato dalla malizia dell'australiano che è finito sotto investigazione per aver superato il finlandese di casa Alfa Romeo andando fuori pista. Tenendo conto di quanto deciso in Canada, meriterebbe di essere sanzionato con gli stessi cinque secondi di penalità inflitti a Vettel nello scorso Gran Premio. Al termine della gara, comunque, la classifica recita Ricciardo settimo davanti a Raikkonen, Hulkenberg e Norris.

Alfa Romeo, velocità ritrovata e Kimi Raikkonen. La combinazione per tornare a punti.

A proposito di Raikkonen: costanza, velocità ed affidabilità. Mai un errore, nonostante si sia trovato per tutta la gara in costante bagarre con gli avversari. Il finlandese è una risorsa fondamentale per Alfa Romeo Racing che raggiunge la settima posizione nel mondiale costruttori grazie alle prestazioni dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Peccato per Giovinazzi: dopo essersi qualificato ottimamente decimo non è riuscito a concretizzare in gara, cogliendo un misero 16esimo posto finale. Quest'anno l'italiano è tornato alle corse dopo quasi due anni di inattività ma adesso è arrivato il momento di tradurre in risultati il talento che ha dimostrato di avere nelle categorie propedeutiche. Nella qualifica francese aveva ben battuto il blasonato compagno di squadra ma in gara l'esperienza e la concentrazione di Raikkonen hanno ristabilito le gerarchie. Forse con una strategia migliore Giovinazzi avrebbe potuto ottenere di più, ma l'impressione è che mai avrebbe potuto raggiungere la zona punti.