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Domenica, 06 Settembre 2015 15:16

Isole Lofoten, un pezzo di Norvegia nascosto. Solo per sognatori e spiriti avventurosi In evidenza

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Isole Lofoten, una guida veloce per un percorso senza eguali. E una gallery di immagini spettacolari, per un luogo prezioso e appartato. Per i viaggiatori che non hanno paura di osare e che amano silenzi e contrasti. (scorri sino in fondo per guardare la galleria immagini allegata)

di Cigno Nero, Parma 6 settembre 2015 - Le isole Lofoten sono di pochi.
Dei centauri, dei grandi camminatori, degli scalatori, degli autostoppisti. Sono sconsigliate a chi soffre di vertigini. Sono consigliate, invece, a chi cerca vertigini particolari: quelle emozionali...

Aereo

Per viaggiatori fuori dal comune, un piccolo mondo incantato vive nei mari della Norvegia, attraversati un tempo da indomiti vichinghi, che seppero convivere con una natura selvaggia e spesso impietosa, la addomesticarono e ne fecero una alleata...

Il viaggio inizia dal continente. Ma, prima di affrontarlo, è necessario lasciare sulla terraferma tutto quello che appartiene alla quotidianità e ai ritmi di questo millennio per lasciarsi trasportare in un mondo a sé stante, fatto di piccole cose, di tempi lenti, scanditi dalla luce e dal crepuscolo, dal vocìo frenetico e rumoroso dei gabbiani che attendono il rientro dei pescherecci.

Dalla cittadina moderna di Bodo, rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, ma che conserva ancora il fascino del tipico porto dei pescatori di merluzzo, si arriva facilmente, in mezz'ora di volo, a Leknes, un villaggio che ha un aeroporto minuscolo servito continuamente da piccoli velivoli. Il volo sulle isole Lofototen è un viaggio nel viaggio: dall'alto, i fiordi, che si insinuano con decisione nelle rocce a forma di cono prepotenti nel loro slancio dal mare blu cobalto verso il cielo, sembrano centinaia di piccole dolomiti, che raggiungono i mille metri di altezza.
Mare e imponenti montagne pietrose: il primo contrasto che lascia senza fiato.

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La Norvegia cambia completamente a seconda del periodo dell'anno. Per questo si consiglia di andarci in estate, quando è verde e mostra dolcezza e un certo tepore e poi di tornarci in inverno, quando l'aurora boreale colpisce violentemente i suoi cieli con lampi viola, verdi e gialli.
Leknes può essere una buona base. Sta a te decidere se fare di questo percorso un rilassante viaggio nel tempo o se farne un'avventura a piedi, in bici o in moto.

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Da Leknes si può partire per arrivare fino ai fiordi nelle punte estreme delle Lofoten, dove microscopici villaggi di pescatori vivono da centinaia di anni silenziosamente. Li vedi farsi strada fra le rocce e protendersi verso le piccole insenature, ognuno con un suo colore che ricopre tutte le casette di legno consunto dal tempo e dalla salsedine. Ogni caseggiato si distingue: rosso per il villaggio di A, quello più a sud, da cui puoi ammirare tramonti che tingono di lilla e rosa il cielo sfiorando dolcemente la linea azzurro pastello dell'orizzonte. Qui si può rivivere l'atmosfera di un villaggio di pescatori del 1800: distilleria di olio di fegato di merluzzo, rorbu (tipiche cabine dei pescatori in cui si può alloggiare), granaio, rimessa per le barche, fucina. Ad A è bello arrivare alla fine, dopo aver percorso tutte le isole – collegate da ponti che sembrano montagne russe perché seguono la morfologia indomabile del territorio, o da gallerie sottomarine – come tappa finale, intensa e sorprendente.

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Possibile che qui la 'civiltà' non arrivi? Ogni gesto dell'uomo è cadenzato dalla luce. I pescatori li vedi tornare verso sera e al tramonto pulire sul molo il risultato del loro duro lavoro. Il rumore di centinaia dei gabbiani rompe il silenzio. In questa punta estrema si può sostare una notte nelle semplici cabin o accamparsi in tenda sul fiordo e cuocere il pesce, non senza aver fatto una scorta di birra norvegese, che è eccellente e antica, visto che i vichingi producevano grandi quantità di orzo.


Prima di arrivare all'estremo sud è obbligatorio raggiungere il Lofotr Vikingmuseum, a Borg. In questa parte più dolce delle isole regnava, oltre 1000 anni fa, uno dei più potenti capi vichinghi della Norvegia del Nord. La sua residenza è stata ricostruita in scala reale, per una lunghezza di 83 metri. L'odore del fuoco del camino riempie l'aria mentre si ammirano i gioielli e i reperti di artigianato. Alla darsena si trova la nave vichinga.
Percorrendo le strade che assecondano l'andamento tortuoso delle coste e dei fiordi non si finisce di incontrare scorci che ti lasciano senza fiato. La natura è selvaggia, ribelle, potente e lancia all'uomo un messaggio chiaro: qui, in questi luoghi, nessuno potrà mai sopraffarla e mutarla. Semmai sarà l'essere umano a dovercisi adattare, in punta di piedi....

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Ogni angolo è la porta verso qualcosa di ignoto. Ogni punto può essere un sentiero segreto, non battuto. Impervio ma che alla fine ti premia con un panorama che non ti saresti mai aspettato. E' la terra delle sorprese, che regala emozioni mai provate a chi ha la volontà di scoprirla. Come un regalo per il viandante è la spiaggia di Kvalvika. Un tratturo di tre chilometri che si insinua in un fiordo e poi sale faticosamente ti fa ridiscendere per aprirti la strada, all'improvviso, fra enormi sassi, su una piccola spiaggia di sabbia bianca e finissima, lambita da un mare cristallino. Questo è un luogo in cui, in agosto, il sole tramonta tardissimo. E i viaggiatori più sportivi affrontano la scalata con zaini e bambini al seguito, anche piccolissimi, per passare la notte in quel lembo di sabbia baciata dal sole.

Ma di spiagge caraibiche le Lofoten sono piene. Ramberg è quella più grande. Questa volta, percorrendo la E10 – la strada che attraversa tutte le isole - l'arenile appare all'improvviso e si allunga per più di un chilometro affacciandosi in un mare trasparente e placido e perdendosi tra i monti dolomitici.

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Le isole sono un groviglio di stradine che portano ai paesi di pescatori. Nusfjord, dalle capanne gialle, sorge in un fiordo appartato che racchiude specchi d'acqua verde smeraldo. E poi c'è Reine, il centro più grosso, prima di A. Non ci sono piazze. Solo una strada che si collega al molo, circondato dalle casette rosso mattone posate su palafitte, da cui si parte per escursioni marine, pesca, giri in canoa.
Sono luoghi solitari, silenziosi, cristallizati. Non c'è vita nottura. Solo qualche ristorante o qualche rivenditore di baccalà e granchio reale che ti fa mangiare entro le otto di sera. Il cibo è semplice ed eccellente.

Risalendo verso Nord si arriva a Henningsvaer. Chiamarla la Venezia delle Lofoten, come fanno in molti, è riduttivo e non rende giustizia all'unicità di questo posto incantato. Il villaggio è formato da diverse isolette, collegate alla terraferma tramite ponti. Oggi è la più turistica ma non ha perso la sua bellezza. E' uno spettacolo al tramonto, con le sue botteghe artigiane, i suoi ottimi ristorantini sul molo, le sue gallerie. Le montagne alle spalle sono perfette per escursioni e arrampicate.

Da questo punto si può continuare verso la parte alta delle isole, arrivando a Svolvaer, il centro che sembra farti ritornare in contatto con la realtà. La Svolvaergeita è il simbolo della cittadina ed è una vera sfida per gli scalatori. Ma da questo paese si può partire anche per un safari fotografico su veloci gommoni, a caccia di aquile reali che raggiungono quasi tre metri di apertura alare, balene e altri cetacei oppure far parte di un equipaggio di pescatori per catturare merluzzi.

Prima di ripartire non si può evitare di visitare uno stabilimento per la lavorazione del baccalà e per l'allevamento del salmone (nei pressi di Leknes ce n'è uno importante). Una garanzia per un alimento che ancora può essere mangiato con tranquillità, per la purezza delle acque e dell'aria dei posti in cui viene prodotto .

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