Hamilton vince e per Mercedes sono nove centri su dieci gare stagionali. Leclerc, terzo, entusiasma e conferma essere il futuro della Formula1. Disastro Vettel: è 15esimo. Bene Raikkonen.

di Matteo Landi

Mancassero le due Mercedes parleremmo di una delle stagioni di F1 più emozionanti di sempre. Ma la vincitutto dell'era turbo-ibrida c'è e continua imperterrita la sua marcia trionfale. A Silverstone le battaglie in pista ci sono state, eccome. Sorpassi e controsorpassi, ruotate, frenate al limite. Dalla terza piazza in giù le posizioni sono rimaste incerte per tutti i 52 giri di gara. La vittoria è stata invece un affare conteso fra i piloti delle frecce d'argento, con un tonicissimo Bottas capace di scattare ottimamente dalla prima posizione in griglia conquistata sabato, con un giro che ha annichilito i migliaia di fans occorsi sulla storica pista inglese per applaudire il loro idolo Hamilton. La lotta fra i due per alcuni giri è stata entusiasmante. Poi la safety car, entrata al 21esimo giro in seguito all'uscita di pista di Giovinazzi, ha spento i sogni di gloria di Bottas: con la vettura di sicurezza in pista Hamilton ha potuto svolgere la sua sosta mentre gli altri, in pista, procedevano a rilento. Di fatto la vittoria dell'inglese è maturata così. Le statistiche recitano quota 80 per Lewis, sempre più vicino al record assoluto di 91 successi che Michael Schumacher ha costruito quando i campionati avevano meno gare in calendario. Se il campionissimo tedesco ha potuto godere delle prestazioni vincenti Ferrari, raggiunte grazie ad anni di sacrifici compiuti dallo stesso driver teutonico, Hamilton si trova a far parte del ciclo vincente più dominante di sempre. Se la Ferrari di Ross Brawn e Rory Byrne risultò imbattibile nel 2002 e nel 2004, quando avrebbe vinto forse con chiunque, l'armata anglo-germanica attualmente non lascia spazio a nessuno dal 2014. E fino a quando non ci sarà un drastico cambio dei regolamenti difficilmente vedremo cambiare l'andazzo.

Mercedes imbattibili ma i riflettori sono tutti per Leclerc e Verstappen

Se da metà gara in avanti i piloti nelle prime due posizioni non sono quasi mai stati inquadrati dalle telecamere il merito è di coloro che saranno il futuro della categoria: Charles Leclerc e Max Verstappen. Dopo l'ingiustizia subita in Austria il pilota Ferrari era pronto a prendersi la rivincita in terra inglese. Oggi, su una pista in cui il carico aerodinamico Red Bull faceva la differenza, Verstappen e Gasly avevano a disposizione un'arma se non vincente quantomeno da podio. Hanno dovuto fare i conti con un Leclerc fenomenale. Non ci sono aggettivi per descrivere quanto mostrato questo fine settimana dal monegasco, in qualifica capace di cogliere la terza posizione ad un soffio dal poleman Bottas, in gara un osso duro per chiunque. Verstappen è stato una costante spina nel fianco per il pilota Ferrari, che ha mostrato più volte gli artigli durante la strenua difesa della posizione. L'ingresso della safety car ha poi scombinato anche i suoi piani. Il box Ferrari ha tardato a richiamarlo ai box costringendo Leclerc alla sesta posizione. Tutto da ricostruire per il pilota n°16 che non si è dato per vinto regalandoci il più bel sorpasso della stagione, girando all'esterno di un Gasly fino a quel momento impeccabile ma sorpreso dalla prodezza dell'avversario. A quel punto il podio non sembrava un obiettivo più alla sua portata, con il terzo gradino conteso da Vettel, terzo grazie alla sosta in regime di safety car, e Verstappen. Ma se in Ferrari possono gioire per la precoce maturità raggiunta da Leclerc, sanno di dover fare i conti con il carattere double face di colui che, teoricamente, dovrebbe essere il caposquadra. Vettel. E così pochi km dopo la magia di Leclerc, ecco la castroneria di Vettel, con il tedesco che frana addosso a Verstappen e, senza volerlo, spiana la strada per il podio al monegasco. La fortuna aiuta gli audaci, è cosa nota. Novità di metà campionato è che a Maranello la punta di lancia è un pilota di 21 anni e non un quattro volte campione del mondo.

Alfa Romeo si gode Kimi

Provocazione delle provocazioni: se quest'anno a Maranello avessero avuto la coppia Raikkonen-Leclerc, a quale campionato staremmo assistendo? Mentre Vettel, inspiegabilmente, si perde in ripetute sbavature, in Alfa Romeo si stanno godendo la concretezza del buon vecchio Kimi. Poche esuberanze, mai i riflettori puntati ma guardi la classifica e vedi il finlandese buon ottavo, capace di artigliare altri preziosissimi punti anche a Silverstone. In classifica piloti Raikkonen si trova ora in ottava posizione, secondo degli altri dopo Sainz. Con il suo apporto di 25 punti in carniere permette alla squadra del biscione di ritrovarsi sesta nel campionato costruttori a quota...26 lunghezze. Se Giovinazzi, oggi ritirato, dovesse definitivamente ingranare, la squadra italo-elvetica potrà puntare ancora più in alto.

Dopo l'ostica Silverstone in Ferrari si preparano ad Hockenheim

Con la terza posizione di Leclerc la Ferrari lascia la Gran Bretagna con un paio di convinzioni in più: le capacità del giovane monegasco sono ormai una certezza e gli sviluppi della vettura vanno nella direzione giusta. A Maranello sapevano che la gara inglese sarebbe stata ostica ma, con le ultime modifiche apportate alle vetture, sono riusciti a limitare i danni. E fra due settimane a Hockenheim, su un circuito più congeniale alle caratteristiche della Rossa, potremmo vederne delle belle. Anche per quest'anno i sogni iridati sono destinati a rimanere tali, ma perchè non provare a togliersi delle soddisfazioni?

Sabato, 13 Luglio 2019 06:47

Cosa vedere a Roma in un giorno

Se ti stai domandando cosa vedere a Roma in un giorno… la risposta non può che essere “poco”. O, almeno, pochissimo rispetto al ventaglio di straordinari luoghi di interesse che dovresti annotare nel tuo taccuino, e che rischieranno invece di essere trascurati da una visita troppo breve nella Capitale.

Ad ogni modo, c’è qualcosa che puoi fare: prenota il tuo posto auto al parcheggio dell'aeroporto e poi dirigiti alla volta del monumento più noto di Roma, il Colosseo, un enorme anfiteatro costruito tra il 70 e l'82 d.C. come sede di combattimenti tra gladiatori, leoni e altro ancora. Oggi il Colosseo è uno dei monumenti più popolari al mondo, e può costituire una utile base di partenza per la tua visita nell’urbe grazie anche al fatto che nelle vicinanze è possibile visitare gli scavi e il museo del Palatino, sede di imperatori romani e aristocratici. Dirigiti quindi verso i Fori imperiali, un enorme complesso di templi, basiliche e altro, centro cerimoniale, legale, sociale e commerciale dell'antica Roma. 

Quindi, puoi dirigerti verso la magnifica Fontana di Trevi, completata nel 1762: l’usanza di lanciare una moneta per augurio di buona fortuna e per assicurarsi il ritorno a Roma è rimasta immutata nei secoli. Il nostro occhio cade quindi sul Pantheon, con buona conservazione nonostante gli anni alle spalle, con la sua spettacolare cupola.

Se poi non ne avete abbastanza perché non passare la mattina a Campo dei Fiori, un mercato vivacissimo che, in fin dei conti, può rappresentare un interessante punto di partenza per la tua giornata. Da lì potrai passeggiare lungo il Tevere fino a Ponte Sisto, attraversare il fiume fino al quartiere di Trastevere e visitare la chiesa di Santa Maria, la prima chiesa cristiana di Roma. Attraversa l'altro lato e prosegui fino al Ghetto ebraico, dove troverai diversi luoghi in cui gustare l'interessante cucina ebraica di Roma.

Dalla trafficata Piazza Venezia, snodo dei trasporti e sede del Monumento a Vittorio Emanuele, si sale infine al Campidoglio, da dove si può godere di una favolosa vista sul Foro Romano. La piazza è stata progettata da Michelangelo e i musei che qui sono presenti sono tra i più antichi del mondo. Palazzo Nuovo ha sculture greche e romane e Palazzo dei Conservatori ha gallerie d'arte, sculture e affreschi che non disdegnerai di certo! 

Tra gli altri luoghi di interesse che potresti mettere nel mirino c’è la Via Appia Antica, la strada principale dell'antico Impero Romano, oggi un parco regionale, il Parco Regionale dell'Appia Antica. Prendei l'autobus per visitare le catacombe di San Callisto, la più grande e suggestiva delle catacombe del periodo romano. Poi, a piedi o noleggiando una bicicletta, percorri l'antica strada, fiancheggiata da tombe, monumenti e chiese. 

Infine, se ti è rimasto del tempo, vai verso Piazza del Popolo e percorri Via del Corso, la principale via dello shopping. Svolta in Via Condotti epercorrila fino a Piazza di Spagna. Fare shopping e osservare le persone è un'ottima attrattiva in questa zona, e non danneggerà certamente il tuo budget se non cederai alle tentazioni!

Mercoledì, 10 Luglio 2019 09:38

Nuovo Mercedes-Benz GLB - VIDEO

Ottavo membro della famiglia di compatte della Stella, il nuovo Mercedes Benz GLB, è un SUV versatile e spazioso. Il primo compatto che preveda una versione a 7 posti. Guida sportiva e sensazione di controllo assoluto: il display head-up trasforma il parabrezza in un'elegante plancia digitale. Arriverà in Italia entro la fine dell'anno. 

Tutti i dettagli nel video in collaborazione con VIDEOMOTORI

 

 

Martedì, 02 Luglio 2019 07:59

Attenti alla Mucca!

Mucca aggredisce un escursionista.Un 55enne italiano è finito all'ospedale con gravi ferite alla testa

Un escursionista 55enne italiano è stato aggredito e ferito gravemente da una mucca nutrice ieri pomeriggio sul passo del Bernina, in località Braita, nel comune di Poschiavo (Gr). Il fatto è accaduto alle 16, riferisce una nota della polizia cantonale retica.

Insieme alla moglie l'uomo stava attraversando un pascolo di vacche nutrici recintato quando l'animale lo ha attaccato e ha desistito dal suo intento solo dopo l'intervento di un residente della zona, che è riuscito ad allontanare la bestia.

La vittima è stata trasportata all'ospedale di Poschiavo con gravi ferite alla testa. La donna ha subito uno shock.

Non è il primo caso del genere che avviene nei Grigioni, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Per tale ragione invita gli escursionisti a non avvicinarsi ai vitelli, a mantenere una debita distanza dagli animali e a non lasciar circolare cani senza guinzaglio.

(01 luglio 2019)

Lunedì, 01 Luglio 2019 21:33

Gp d'Austria: Il Grande Circo

Leclerc ad un passo da una meritatissima vittoria. Verstappen ed i commissari gliela negano. Vettel quarto rimedia ad un sabato, per lui, da incubo. Mercedes in difesa. Ma ancora una volta ci si domanda: che fine hai fatto Formula 1?

di Matteo Landi

Dopo aver dominato nelle Formule propedeutiche ed aver disputato una prima stagione convincente in F1, Charles Leclerc è approdato in Ferrari. Un talento cristallino alla guida di quella Rossa che tutti vorrebbero fra le mani. Eppure il monegasco, dopo 9 gare, non è ancora riuscito a festeggiare un podio come avrebbe voluto. Inclusa la gara austriaca di ieri può vantare già quattro arrivi fra i primi tre. Ma per Charles non è abbastanza. E soprattutto non ha ancora gioito come avrebbe voluto e come si sarebbe meritato. La quasi vittoria in Bahrain, stoppata da problemi tecnici, un terzo posto poco convincente in Canada, nella gara moralmente conquistata dal compagno di squadra Vettel, poi una bella terza piazza in Francia, ma ad un soffio dal secondo gradino del podio, perso per pochi decimi. L'Austria era la sua occasione d'oro. Dopo essersi imposto dalle prove libere alle qualifiche, con una sonora pole position, ed aver condotto 68 giri sui 71 di gara previsti, alla 69esima tornata il ciclone Verstappen si è imbattuto, è proprio il caso di dirlo, nel ferrarista. Il pilota Red Bull, in rimonta con pneumatici più freschi, era ormai da alcuni giri una reale minaccia per il monegasco. Pochi km prima del fattaccio aveva già provato l'infilata al tornante, ma Leclerc aveva tenuto duro e sulla traiettoria esterna, in uscita, aveva trovato la trazione necessaria per non farsi sopravanzare. Una lotta meravigliosa, fra due talenti indiscussi. Peccato che l'olandese, come già mostrato in passato, tenda spesso a spegnere il cervello quando trova qualcuno in grado di tenergli testa. Non come Bottas, sopravanzato come fosse un'anziana signora in coda al supermercato. L'infilata di Verstappen al 69esimo giro non ha concesso diritto di replica all'avversario, speronato e mandato fuori pista. Dopo il traguardo i commissari hanno impiegato svariate ore per decidere se ci fossero la condizioni per penalizzare l'olandese. Non se la saranno sentita di rovinare la festa alla Honda, tornata alla vittoria dopo anni di patimenti prima in McLaren e poi in Toro Rosso. Avranno subito l'energia dei migliaia di fans orange che hanno assediato il circuito. Fatto sta che il risultato è rimasto invariato. Non può che avere il sapore amaro della beffa per la Ferrari, mazziata ingiustamente in Canada, ed ancora una volta bastonata dopo la gara austriaca. Prima nelle vesti dell'accusata, poi nei panni dell'accusante: comunque la si metta a Maranello tornano sempre a casa con le pive nel sacco. E questo fa rabbia ma deve anche far riflettere.

Ferrari, sempre mazziata

Non è bello per lo sport, ma le regole sono le regole, dissero i commissari dopo il Gp nordamericano. Ci dispiace ma sono le corse, tuonano gli steward in Austria. Potremmo chiederci, e giustamente lo facciamo, quanto il business sia andato oltre all'essenza dello sport. Se in Canada la penalità a Vettel era un colpo nello stomaco di chiunque ami le competizioni, ma regolamento alla mano poteva essere data, in Austria, come dichiarato da Mattia Binotto, non c'erano le condizioni per poter confermare la vittoria a Verstappen. La colpa non era dei commissari, quando in Canada applicarono il regolamento, ma delle stesse regole che tarpano le ali allo spettacolo. Regole che i commissari non hanno voluto osservare in Austria. Ma perchè quando la Ferrari è chiamata in causa, la bilancia pende sempre dalla parte a lei opposta? C'è chi lo definisce "potere politico", chi a questo punto si chiede quanto siano preparati gli uomini in Rosso quando c'è da affrontare "una battaglia legale". Tutto sommato qualche dubbio viene se si considera che fra le prove per riprendersi la vittoria di Vettel, gli uomini di Binotto portarono all'attenzione di Pirro e compagni l'analisi video di Sky Sport Uk esposta dall'ex pilota indiano Karun Chandhok. Quello che è certo è che quel peso Ferrari, quel timore reverenziale con cui potevano farsi scudo a Maranello, adesso non c'è più.

Vettel: l'inaffidabilità Ferrari priva Leclerc di un appoggio

Vittoria sfumata a parte la Scuderia dovrà continuare a lavorare sul fronte affidabilità. A fine gara il dominatore Leclerc avrebbe potuto avere un alleato fondamentale in Vettel. Invece, per il tedesco, le speranze di podio sono naufragate quando in qualifica non è riuscito ad andare oltre la nona piazza a causa di un problema idraulico. In gara, nonostante un pit-stop drammatico, il pilota n°5 si è ripreso bene, battendo un poco convincente Hamilton e portandosi a ridosso dell'ultimo gradino del podio. Occupato da un Bottas che ancora non mostra la tempra del campione. Considerando il passo delle Rosse, però, Vettel avrebbe potuto togliersi ben altre soddisfazioni.

Hamilton: il leone stavolta non ha ruggito

A proposito di Hamilton, solo quinto al traguardo. Il campione del mondo in carica ha scontato una penalità di tre posizioni in griglia di partenza, divenute due per la sanzione subita da Magnussen, qualificatosi quinto ma partente decimo. Nessun problema meccanico per l'inglese che a fine prove ha fatto mea culpa per aver colpevolmente ostacolato Raikkonen, che si trovava nel suo giro veloce. Il pilota Mercedes in gara, poi, non è sembrato incisivo. Anzi, le sue continue divagazioni oltre i cordoli lo hanno obbligato alla sostituzione del musetto della sua Mercedes. Su una pista totalmente diversa da quella di Barcellona, sulla quale la Mercedes fa il bello ed il cattivo tempo grazie alla sua efficienza aerodinamica, le due frecce d'argento hanno faticato. Mostrandosi battibili. Ed a Maranello non possono che mangiarsi le mani.

McLaren e Alfa Romeo: marchi da pelle d'oca che tornano alla ribalta

Tre top team a parte, è necessario rimarcare le prestazioni ottenute dai McLaren boys e da quelli più o meno giovani dell'Alfa Romeo. Sesto Norris, ottavo Sainz, che era partito dal fondo del gruppo. A Woking stanno compiendo importanti passi in avanti. Che sia da ascrivere anche all'assenza di quella pressione che la presenza di Alonso portava alla squadra? Sul Red Bull Ring anche la squadra del Biscione conquista un doppio arrivo a punti. E Giovinazzi artiglia il suo primo punto iridato. Il pilota di Martina Franca ha finalmente disputato un weekend esente da errori, allineandosi al passo del suo capo-squadra. Che sia la svolta per il nostro portacolori? Se per i tifosi italiani la lotta al vertice logora il fegato, ecco che un pò di sollievo arriva quindi dal centro gruppo.

Prossima tappa: Silverstone

Domenica 14 luglio, a Silverstone, Vettel e Leclerc sperano possa realizzarsi quel weekend perfetto che ancora non è arrivato ed i piloti Alfa Romeo potrebbero confermare quanto di buono mostrato in Austria. La Formula 1 è un Circo ed ultimamente la finzione sembra prevalere sulla realtà. Un wrestling che talvolta strizza l'occhio al passato ruggente che, forse, non tornerà più. Travolta da decisioni (insensate?), prese da chi non corre, che lasciano l'amaro in bocca. Ma questo è quello che passa il convento e speriamo che le campane tornino presto a suonare a festa. Non solo per la Rossa, ma per l'intera Formula 1 che ha bisogno di ritrovare se stessa.

Quando si parla dei sapori liguri si apre un mondo. In Italia si mangia molto bene ovunque e le tradizioni regionali sono uno dei fiori all'occhiello della cultura gastronomica.

Tra le tante regioni in cui si mangiano delle specialità uniche e apprezzate in tutto il mondo c'è la Liguria. Se si pensa a questa terra, probabilmente la prima cosa che viene in mente è la focaccia ligure. Tuttavia questa non è la sola prelibatezza che questa regione ci propone. Scopriamo insieme tutto quello che di buono c'è da assaggiare.

I veri sapori liguri dalla focaccia alle olive

Quali sono, quindi, i veri sapori della tradizione ligure? L'elenco è decisamente lungo.
Si può dire che si tratta di una cucina povera e tradizionale che, nella maggior parte dei casi, attinge a piene mani da quelle che sono le materie prime della regione.

Ingredienti tipici della cucina ligure sono erbe selvatiche come, ad esempio, il rosmarino, il timo, la maggiorana; i prodotti che vengono tradizionalmente coltivati negli orti delle abitazioni, come il basilico, i pomodori, le cipolle ecc. Ma non solo: anche le zucchine trombette, i carciofi albenganesi, i tartufi della Valbormida, l'olio d'oliva e il tanto pesce sono elementi essenziali di questa cucina.

Come detto, se si pensa alla Liguria, una delle prime cose che vengono in mente sono le gustosissime focacce. Esse sono l'emblema di questa regione dato che sono fatte a mano, con olio, sale e il rosmarino: sapori liguri per eccellenza e un gusto che viene amato in tutto il mondo.

Non è, però, la sola cosa da assaggiare. Ci sono anche le olive in salamoia, come quelle vendute da Sommariva, che sono uno dei sapori più tradizionali di Liguria. Del resto, le famose olive nere taggiasche sono una chicca tipicamente ligure che va ad arricchire insalate, antipasti freddi e caldi e così via.

Tutte le altre bontà della cucina ligure

Altre specialità che devono essere sicuramente prese in considerazione sono le acciughe in salamoia, altra leccornia tipicamente ligure, ma anche il famoso pesto, che è conosciuto in ogni parte del mondo ed è un vero fiore all'occhiello della cucina di questa regione.

Chi arriva in questa terra non può non assaggiare, tra le tante cose, la farinata bianca e, ancora, le seppie alla spezzina e lo stoccafisso accomodato, ma non solo. Da provare anche i tanti piatti con selvaggina e polenta, solo per fare un esempio.

Come si nota, le bontà liguri sono tali e tante che c'è l'imbarazzo della scelta. Sebbene sia vero che in ogni parte del nostro paese si mangi molto bene, in Liguria c'è vasta scelta sia per chi adora il pesce che per chi adora la carne, ma anche per chi non mangia né una nell'altra e preferisce piatti vegetariani a base delle delizie dell'orto. Insomma, una cucina e una tradizione che si caratterizzano per il loro essere complete e deliziose. Vale la pena fare un viaggio in Liguria anche solo ed esclusivamente per assaggiare le tantissime bontà che questa regione propone.

 

 

All' X-Bikes di Ferrara solo un terzo posto per Jacopo Villani, deciso a riprendersi il podio più alto già alla prossima di Rieti (21 luglio).

di Redazione Guastalla 26 giugno 2019 - Nel soleggiato circuito X-Bikes di Ferrara si è assistito a ben 5 doppiette su sei categorie che hanno determinato altrettanti sconvolgimenti idi classifica o allunghi sugli avversari diretti.

Il terzo posto nella combinata dell'Open A agguantato dal mini centauro di Guastalla, per quanto momentaneamente scavalcato in testa alla classifica generale da Mattia Tribuzi, gli consente di lanciare la sfida già alla prossima tornata di Rieti il 21 luglio.

Quello di Ferrara è stato perciò un week end impegnativo per Jacopo Villani, anche se, per sua stessa ammissione, "molto divertente", come d'altronde deve essere per dei ragazzini, in qualsiasi sport si cimentino.

Dopo le qualifiche Jacopo#8 si ritrova in quarta posizione in griglia di partenza. Basta poco e, tra cambio di strategia e il "manico" dell'emiliano , posizione di testa è conquistata. Purtroppo, a causa di una serie di circostanze sfavorevoli, il tenace ragazzo di Guastalla è relegato a tagliare il traguardo al terzo posto.

In gara 2 tutto fila per il meglio e il buon passo registrato durante tutta la corsa consente di tagliare la bandiera a scacchi al terzo posto.

"Chiudo terzo nella classifica combinata, dichiara Jacopo Villani a fine gare, che è un buon risultato anche se speravo in un piazzamento migliore. Adesso mi concentro su Rieti deciso a tornare sul gradino più alto".

In attesa della rivincita, come ormai è consuetudine, Jacopo non dimentica di ringraziare i suoi sostenitori e i genitori, a partire dal Team Giracing alla Mulino Formaggi per arrivare alla Suomy Helmets e via via tutti gli altri.

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Porsche richiama 100.000 auto negli Stati Uniti. Colpiti diversi modelli di Cayenne e Panamera prodotti tra il 2003 e il 2016

La casa automobilistica sportiva Porsche ha ordinato negli Stati Uniti il richiamo di numerose auto nelle officine. Secondo le autorità di regolamentazione del traffico NHTSA degli Stati Uniti ad essere interessate dal richiamo un totale di circa 100.000 Cayenne e Panamera.

Il motivo? A causa di un problema alla trasmissione, potrebbe accadere che i conducenti suppongano erroneamente di essere passati alla "posizione di parcheggio" e di rimuovere la chiave di accensione. Di conseguenza, c'è il rischio che le auto, se il freno a mano non è serrato, possono muoversi senza sorveglianza e senza preavviso fino all'esaurimento dell'abbrivio.

La filiale Volkswagen vuole risolvere il problema sostituendo una presa del cavo del cambio. La corrispondente campagna di richiamo inizierà l'11 agosto.

Interessati sono diverse lotti di modelli della Porsche Panamera prodotti tra il 2010 e il 2016 e e della Porsche Cayenne 2003-2010. Il problema deriva da una boccola che collega la leva del cambio al componente meccanico che potrebbe deteriorarsi nel tempo, causandone il distacco. Ciò potrebbe causare un guasto, con l'effetto peggiore che il cambio è in realtà in una marcia diversa rispetto alla posizione della leva, aumentando il rischio di incidenti.

Non si possono escludere condizioni di guida non sicure. Pur non essendoci stati incidenti con esito fatale, segnala Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", è consigliabile che i proprietari di questa auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Porsche Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti in questione.

(24 giugno 2019)

Domenica, 23 Giugno 2019 19:47

Ferrari, c'est la vie

Sconfitta dalla burocrazia in Canada, sonoramente battuta in pista dalla Mercedes in Francia. Leclerc è il faro che illumina il difficile cammino degli uomini di Maranello. Mentre Vettel, solo quinto, delude. Hamilton stravince davanti a Bottas e Leclerc. Per il momento, questa Mercedes è troppo forte.

di Matteo Landi

In pista e fuori, la Mercedes in un modo o nell'altro le vince tutte. E con quella francese raggiunge l'ottava vittoria stagionale su otto gare disputate. Un dominio incontrastato, asfissiante. Per questo fa ancora più male constatare che la richiesta di revisione della penalità subita in Canada da Vettel, che ha privato la Ferrari di un successo sacrosanto e conquistato con pieno merito, non abbia modificato l'ordine di arrivo della gara nordamericana. Di queste otto disputate, due avrebbe potuto avere un epilogo roseo per la squadra di Maranello, che invece continua a leccarsi delle ferite probabilmente destinate a rimanere aperte. Il prossimo weekend si disputerà il Gp d'Austria, su un circuito teoricamente favorevole alle caratteristiche della Rossa, ma come dimostra la storia di questa stagione tutto gira a favore di Hamilton e della Mercedes. Ed anche quando i tedeschi sembrano battuti o gli steward, come a Montreal, o improvvisi cali di affidabilità Ferrari, vedi la quasi vittoria di Leclerc in Bahrain, cambiano una storia che pare già scritta. Il circuito del Paul Ricard, al pari di quello di Barcellona, sapevamo essere teatro ideale per una cavalcata indisturbata delle frecce d'argento, e così è stato. Se in Canada la lotta al vertice ha creato emozioni, disturbate dall'ingerenza dei commissari, in Francia abbiamo assistito ad una delle gare più monotone degli ultimi anni. Hamilton ha dominato, Bottas ha provato a seguirlo da vicino ma è riuscito nel suo intento solo per pochi giri. L'inglese, poi, è fuggito via. Ed il distacco finale di 18 secondi inflitto al compagno di squadra suona come la campanella della scuola: ricreazione finita per il finlandese, che adesso sembra impotente davanti al miglior Hamilton di sempre. Le due vittorie di tappa ottenute da Bottas in questo inizio di stagione sono un lontano ricordo. Gli ultimi giri di gara sono lo specchio della situazione attuale, con la vettura n°77 addirittura incalzata dalla non irresistibile Ferrari guidata da un superbo Leclerc. Mentre Hamilton, là davanti, chiudeva una gara disputata in solitudine.

Ferrari: Leclerc fa sperare, Vettel delude

Leclerc, con il suo terzo posto finale, è stato il faro nella situazione nebulosa Ferrari. Il monegasco ha corso da veterano consumato. Mai una sbavatura, avrebbe meritato la seconda posizione insidiata con grinta a Bottas. Fa un effetto strano pensare come spesso nel box della squadra di Maranello le situazioni si invertano, se consideriamo che sarebbe Vettel il pilota incaricato a portarsi il team sulle spalle. Ed invece in Francia il tedesco è tornato nello stato abulico pre-Canada. In qualifica non è riuscito ad andare oltre la settima posizione, sopravanzato dalla Red Bull di Verstappen e da entrambe le McLaren. A Maranello non tutto va per il verso giusto quest'anno, ma una prestazione del genere è difficilmente spiegabile. Vettel in gara si è rifatto con bei sorpassi, ma dopo il risultato del sabato e considerando il passo della Ferrari ben presto è parso evidente che più avanti della quinta posizione finale non sarebbe potuto andare. Come detto, il prossimo circuito che ospiterà la massima Formula dovrebbe sposarsi con le caratteristiche delle vetture di Maranello, ma servirà il miglior Vettel per battere questa Mercedes. Ammesso che il compito non lo assolva Leclerc: l'immeritata sconfitta del Bahrain grida ancora vendetta.

McLaren rinvigorita, Raikkonen immenso. Insieme ai piloti Renault regalano spettacolo

Se nelle posizioni al vertice la gara francese si è rivelata decisamente soporifera, lo stesso non si può dire della lotta che ha animato la seconda parte della top ten. La McLaren non è ancora tornata ai livelli che il suo blasone merita, ma a Woking hanno fatto dei decisi passi in avanti. In qualifica Norris e Sainz hanno conquistato rispettivamente la quinta e sesta posizione consentedogli una gara vissuta costantemente nella zona punti e terminata con Sainz agevolmente sesto mentre dietro di lui, negli ultimi chilometri, si scatenava lo spettacolo. Una manovra disperata di Ricciardo su Norris ha dato il via a sorpassi e controsorpassi che hanno visto protagonisti oltre ai due anche Raikkonen e Hulkenberg. Un incrocio di traiettorie, viziato dalla malizia dell'australiano che è finito sotto investigazione per aver superato il finlandese di casa Alfa Romeo andando fuori pista. Tenendo conto di quanto deciso in Canada, meriterebbe di essere sanzionato con gli stessi cinque secondi di penalità inflitti a Vettel nello scorso Gran Premio. Al termine della gara, comunque, la classifica recita Ricciardo settimo davanti a Raikkonen, Hulkenberg e Norris.

Alfa Romeo, velocità ritrovata e Kimi Raikkonen. La combinazione per tornare a punti.

A proposito di Raikkonen: costanza, velocità ed affidabilità. Mai un errore, nonostante si sia trovato per tutta la gara in costante bagarre con gli avversari. Il finlandese è una risorsa fondamentale per Alfa Romeo Racing che raggiunge la settima posizione nel mondiale costruttori grazie alle prestazioni dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Peccato per Giovinazzi: dopo essersi qualificato ottimamente decimo non è riuscito a concretizzare in gara, cogliendo un misero 16esimo posto finale. Quest'anno l'italiano è tornato alle corse dopo quasi due anni di inattività ma adesso è arrivato il momento di tradurre in risultati il talento che ha dimostrato di avere nelle categorie propedeutiche. Nella qualifica francese aveva ben battuto il blasonato compagno di squadra ma in gara l'esperienza e la concentrazione di Raikkonen hanno ristabilito le gerarchie. Forse con una strategia migliore Giovinazzi avrebbe potuto ottenere di più, ma l'impressione è che mai avrebbe potuto raggiungere la zona punti.

Finalmente un week end motoristico caldo e soleggiato che ha visto brillare le doti di guida di Jacopo Villani.

Di LGC Guastalla 18 giugno 2019 - Al circuito di Varano Melegari, uno dei templi motoristici emiliano romagnoli, si è disputata la terza prova del Campionato Italiano Velocità Mini GP.
Se in classifica generale si è confermato Edoardo Boggio, la prova parmense ha visto Jacopo Villani, il centauro di Guastalla sostenuto anche da "Mulino Formaggi srl", comportarsi da protagonista in pista e aggredire ogni centimetro d'asfalto con grinta, determinazione e lucidità da "navigato campione".

A "manetta" ha affrontato ogni curva come se avesse i "freni rotti" riuscendo nei sorpassi solo con l'abilità e il manico, dovendosi confrontare da pilota "privato" con una schiera di giovani motociclisti a cavallo di moto ufficiali.

Alla fine a dare soddisfazione non è stata tanto la classifica ma il riconoscimento pubblico delle abilità espresse sul circuito varanese che hanno entusiasmato il team, il pubblico e ovviamente lo stesso Jacopo#8 che a fine gara ha così commentato: "Non sono arrivato su uno dei gradini del podio e questo mi dispiace, ma è stata una Domenica super. Ho battagliato ho fatto a sportellate e ho provato l'ebrezza del fotofinish. Che Domenica ragazzi."
Una soddisfazione piena che come al solito Jacopo Villani vuole condividere con tutti coloro che gli stanno accanto e lo sostengono. "Si ringrazia come sempre tutti gli sponsor il meccanico Cigolini Cristian il mitico Enrico Ganzerla che è sempre presente e i miei genitori".

 

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Domenica, 09 Giugno 2019 23:51

Canada, la tomba della Formula 1

Vittoria di Vettel, scacciacrisi per la Ferrari e scacciasonno per gli appassionati? Macchè. Una penalità assurda toglie alla Ferrari quanto di guadagnato sul campo e riduce ad insensato reality show la massima serie automobilistica.

di Matteo Landi

Doveva essere la vittoria della rinascita Ferrari. Dopo la strepitosa pole position conquistata sabato da Vettel, ed uno scatto impeccabile del tedesco allo start della gara, il ritorno al trionfo del quattro volte campione del mondo era praticamente certo, considerando la potenza della power unit di Maranello che ha permesso alle Ferrari di essere irraggiungibili ed insuperabili sugli allunghi del circuito che sorge sull'isola Notre Dame. La vittoria di Vettel avrebbe fatto bene non solo al morale dello stesso, a secco dal Gp del Belgio disputato il 26 agosto dello scorso anno, ma all'intera F1 in ricerca disperata di una seria antagonista alla schiacciasassi Mercedes, dominatrice della stagione in corso oltre che squadra campione del mondo dall'inizio dell'era turbo-ibrida datato 2014. La cavalcata di Vettel è stata meravigliosa, con un'unica, piccola, sbavatura. Hamilton è stato per il tedesco un pungolo costante per tutta la gara, ma, a pit stop completati, solo un'errore del leader della gara avrebbe permesso all'inglese di acciuffare la vittoria. Un'esitazione che è arrivata al 48esimo giro, quando Vettel sbanda alla seconda variante, va sull'erba e rientra in pista controllando la posizione su Hamilton, che non riesce ad approfittarne. Il tedesco lascia all'inglese lo spazio necessario per evitargli l'impatto con il muro. Il campione del mondo in carica alza il piede e resta dietro. Una manovra come le tante che si vedono abitualmente nella pancia del gruppo. Un ritorno al ruota a ruota nella lotta per la leadership che tanti attendevano con ansia, necessaria a riportare un pò di adrenalina in questo altrimenti abulico mondiale. Qualcosa a cui Hamilton e Mercedes non erano più abituati, ed infatti ecco servito il team-radio polemico del pilota inglese. A cui rispondono i commissari con cinque, vergognosi, secondi di penalità affibbiati al tempo di gara di Vettel.

La dignità persa dalla F1 e la rabbia di Vettel. Storia di una domenica insensata

A fine gara il tedesco è furioso. Va sotto il podio, dove dietro i cartelli che indicano i primi tre classificati manca la Ferrari n°5, abbandonata altrove dal pilota stesso. Vettel toglie il n°1 davanti alla vettura di Hamilton, perdendo definitivamente l'aplomb teutonico. Un gesto di rabbia, dopo una vittoria sfumata a causa di una decisione assurda, fischiata anche dal pubblico canadese. Il Gran Premio del Canada avrebbe potuto riaccendere i riflettori spenti da tempo su una F1 in crisi di consensi. Ed invece ne diviene la tomba definitiva. Da gladiatori, uomini che sfidavano le leggi della fisica e persino la morte, a burattini imbavagliati ed imbrigliati dal politically correct ed una Federazione che così facendo spegne definitivamente le luci su un mondiale che alla Mercedes, a meno di cataclismi, non potrà sfuggire. Il 9 giugno 2019 la F1, dispiace dirlo, è morta. Per risorgere avrà bisogno di ritrovare credibilità. Con gli occhi lucidi per l'addio di Lauda, abbiamo ricordato i gesti eroici di un'epoca che, oggi ne abbiamo la conferma, non tornerà mai più.

Leclerc terzo, completa un podio amaro

Hamilton primo, Vettel secondo. Recita la classifica falsata dalla già citata decisione non condivisibile dei commissari. Dietro di loro è giunto un buon Leclerc. Il monegasco stavolta non ha viaggiato sugli stessi ritmi del compagno di squadra. Se in Bahrain si trattò di podio amaro, anche oggi non ha potuto festeggiare come avrebbe voluto, fra i fischi dedicati ad Hamilton dal pubblico, alla faccia scura di Vettel, secondo ma moralmente primo. Si spera che presto riesca a brindare come merita.

Renault risorge e Ricciardo emoziona

Chi ha da gioire pienamente è la Renault, sesta e settima al traguardo con Ricciardo davanti a Hulkenberg. La competitività ritrovata dalla squadra francese ha del prodigioso. La forza d'animo messa in pista da Ricciardo è commovente. Vedere l'australiano lottare con le Red Bull è una gioia per gli occhi ed una rivincita nei confronti del destino che lo aveva allontanato dagli austriaci, dopo che agli stessi tanto aveva dato. Le caratteristiche della pista di Montreal sono uniche, ma si spera che Renault riesca ad assicurare a Ricciardo una vettura degna del suo talento, anche altrove.

Ridateci presto la Formula 1

Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa. Si correrà in Francia. Oggi, il giocattolo è rotto. Raccogliere e mettere insieme i pezzi non sarà facile. Presto ci renderemo conto se a qualcuno, veramente, interessa. Mettetevi la mano sul cuore, cari commissari. Così non va.

Le terme in estate fanno bene e ci si rilassa. In più sono una valida alternativa alla classica giornata di mare. Ecco cinque buoni motivi per andare alle terme di Riccione in vacanza. 

Riccione non è solo spiaggia e mare, è anche benessere e cure termali. Le sue terme hanno origini antichissime e la sua acqua sulfurea poteri addirittura curativi. I Romani le conoscevano già nel 62 a.C. e ne hanno beneficiato anche l’Imperatore Diocleziano e la Regina Cristina di Svezia. 

Per molto tempo abbiamo creduto che andare alle terme in estate fosse da pazzi. Sai che caldo? Falso, le acque sono raffreddate in vasche senza per questo perdere le loro proprietà terapeutiche. Oppure che fosse un luogo noioso. Chi lo ha detto, tra bagni massaggi e aperitivi le cose sono ben diverse. Oppure, che si fa alle terme in estate? Idromassaggi, fanghi, trattamenti di bellezza, giochi, nuotate, percorsi curativi, sole e tanto-tanto relax.

5 buoni motivi per andare alle terme di Riccione in estate

Sono vicinissime al mare e immerse nel verde della pineta

Le acque hanno proprietà deossidanti, antisettiche e remineralizzanti

Ci sono cure inalatorie anche per i più piccoli 

Hanno un centro benessere con trattamenti termali

Fanno bene al corpo e all’anima, cosa non da poco

Per chi vuole coniugare salute e divertimento c’è Perle d’Acqua di Riccione, un parco acquatico con vasche idromassaggio, piscina termale di 800mq con getti d’acqua, cromoterapia e l’idropercorso più lungo d’Europa, ben 140mt. 

È un’isola del benessere con tanto di sabbia e area giochi per i piccoli. Le più ammirate restano però le 7 cascate arcobaleno, sette vasche termali di sette colori differenti. Ognuna con la sua emozione da vivere.

5 buoni motivi per andare alle Perle d’acqua di Riccione in estate

È un posto curato, colorato e giovanile 

Ha il percorso rivitalizzante più lungo d’Europa

C’è una bellissima area giochi con sabbia, castelli e scivoli

La zona solarium ha ombrelloni e lettini per prendere il sole

È un’ottima alternativa alla tradizionale giornata al mare 

L’Hotel Monica si trova in pieno centro storico a 500mt dalle Terme di Riccione. Fa parte del circuito Club Hotels Riccione Terme con speciali riduzioni e ingresso gratuito giornaliero al parco Perle d’Acqua Park per i propri ospiti. È circondato da aree verdi e zona pedonale. Ha servizio ristorante, camere per famiglie ed è ad 80mt dal Bagno Gianni 64 Riccione. Vicinissimo a viale Ceccarini e alla via dello shopping.

Hotel Monica Riccione

Viale Damiano Chiesa, 8 

Riccione

Offerte per Riccione Terme e Perle d'acqua Park:

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L’estate è tempo di vacanze e i bambini preferiscono il mare. Mini guida per vacanze economiche family friendly a Milano Marittima, città a misura di famiglia. Ecco cosa vedere e dove portare i più piccoli.

Quando lo scuole chiudono i genitori si domandano: dove portiamo in vacanza i bambini questa estate? Il mare è la scelta più giusta. Tanto sole, giochi, castelli di sabbia e amichetti. Eppure a pesare sulla decisione finale non sono solo le offerte low cost online, molto ricercate, ma anche i servizi offerti dalle strutture e la distanza da casa propria. 

Milano Marittima è la città balneare che meglio soddisfa le esigenze delle famiglie. È a misura di bambino. Le spiagge sono sabbiose e non ciottolose. La pineta è un’area verde pulita dove passeggiare o fare pic-nic. Ci sono aree pedonali, piste ciclabili ed eventi a cui possono partecipare le famiglie, comodamente. In più è vicina, cosa non da poco per viaggi coi piccoli a seguito.

Le 5 cose da vedere con i bambini a Milano Marittima

  1. Partiamo dal litorale, gli stabilimenti sono attrezzati con servizi per tutte le età. Danze, laboratori e attività creative. Per genitori stressati non c’è niente di meglio di un bagno che offra anche intrattenimento e baby dance. Le spiagge sono curate e pulite, da quelle libere alle private. 
  2. Visitare la Casa delle farfalle, i bimbi rimarranno ad occhi aperti per la bellezza di guardare centinaia di farfalle multicolore e piante tropicali in una serra grande più di 500mq. Ci sono anche laboratori didattici e visite guidate. Una gita fuori programma adatta alle famiglie . 
  3. Girovagare per Il Vialetto degli artisti,un mercato storico dove si trovano oggetti fatti a mano. Una passeggiata rilassante e piacevole dopo una giornata trascorsa al mare e sotto il sole. Ideale per fare shopping, gustare un buon gelato e mostrare ai più piccoli l’artigianato locale.
  4. Scoprire la Salina di Cervia, luogo unico nel suo genere per conoscere più da vicino il principale ingrediente delle nostre cucine, il sale. È doveroso portare con se la macchina fotografica perché l’ambiente è suggestivo. Ad agosto c’è la Festa della “cavadura” ossia la raccolta del sale. 
  5. Divertirsi al Parco di Mirabilandia. Giochi, scivoli, giostre, montagne russe. Eventi a tema e tanto tanto divertimento. Si trova a pochi minuti di distanza ed è raggiungibile coi mezzi pubblici facilmente. I vostri figli ve ne saranno grati, ci potete giurare.

Per vacanze low cost online a Milano Marittima

Il Garni Garten è un meublé nei pressi del Parco dell’Anello a Milano Marittima, con spiaggia privata a soli 80 metri. Propone vacanze low cost e sconti per famiglie con bambini. Si trova alle spalle della pineta e a pochi passi dal bagno Rosen Beach attrezzato con giostrine, spogliatoi, deposito giochi e ristorazione. Un bed and breakfast con mini appartamenti e servizio ristorante presso l’hotel Rosen Garden***S, a soli 10 metri e all’interno dello stesso giardino. Ha piscina privata riscaldata, zona solarium e vasca idromassaggio. Area giochi, giardino di 500mq e parcheggio. Ha camere comunicanti, bagni finestrati, servizio baby sitter, biciclette, passeggini, frigobar e reception 24 ore su 24. Wi-fi free in tutta la struttura.

Garni Garten

X-XI Traversa - Viale 2 Giugno, 160

48015 Milano Marittima

https://www.garnigarten.it/ 

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Autovelox da ridere. Beccato dal radar che "flasha"  l'autovelox ma niente multa, era un treno. Ilarità sui social: è successo, e più volte, a Schiers in Svizzera. La polizia: "No, non dovrà pagare nessuna multa". In germania era stato un "Turbo piccione" a farsi un selfie con l'autovelox.

Un bel guaio se fosse capitato a una persona alla guida. Ma così non è stato. Perché ad essere immortalata da un radar semimobile in zona Schiers in Svizzera su una via lungo la Ferrovia Retica, non è stata una "pirata della strada" bensì della linea ferrata.

Il dispositivo installato dalla polizia comunale in zona 50, ha infatti ripreso un treno che viaggiava sulla linea ferrata oltrepassando il limite di velocità di ben 40 chilometri orari. Un superamento che per un conducente avrebbe comportato una multa (salata) e in Italia la decurtazione di tre punti dalla patente di guida. Ma non per il macchinista ovviamente. Ha generato molta ilarità il video postato sui social diventato virale su Facebook da un macchinista della Ferrovia Retica che ogni giorno faceva scattare un radar semimobile in zona Schiers (GR). Contattata dai media, la polizia conferma che il rilevatore di velocità era rimasto posizionato in quella località dal 2 al 14 maggio.

"Purtroppo con questo tipo di dispositivo non si può impostare quando farlo scattare e quando no", conferma il portavoce della Cantonale Romann Rüegg. A venire immortalati dall'occhio elettronico, infatti, sono stati "parecchi treni ogni giorno" e tutti viaggiavano ad almeno 70 km/h. Ovviamente, le Ferrovie non dovranno pagare nessuna multa. Quindi, nessuna sanzione per chi guidava il treno, solo uno "scatto" (di radar) verso la celebrità che alla stampa d'oltralpe ha voluto dare alla risibile notizia ma, che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la dice ancora tutta su quanto continuino ad essere fallaci i sistemi di rilevazione elettronica delle infrazioni, nonostante i progressi della tecnica.

Insomma, un motivo in più per continuare nella lotta contro l'abuso che si fa di questo tipo di accertamenti, tra la risata che inevitabilmente ingenera la notizia e la miriade di ricorsi che continuiamo a predisporre contro le rilevazioni effettuate con queste macchinette infernali.

(7 giugno 2019)

Ieri pomeriggio la cerimonia di riapertura con Rossi, Donini, Azzali, Stocchi, Bongiovanni. Rossi:"Grande soddisfazione per un lavoro importante per il territorio, portato a termine nei tempi prefissati." Il ponte è ora percorribile in entrambi i sensi di marcia, a 50 km orari, per mezzi fino a 44 tonnellate, dopo i 5 mesi di lavori, diretti dalla Provincia di Parma ed eseguiti dalla Primo Micheli - Consorzio Coimpa.

Parma, 6 giugno 2019 – Il Ponte sul Po di Colorno – Casalmaggiore da ieri pomeriggio è di nuovo aperto al traffico dopo la conclusione dei lavori. Il ponte è transitabile nei due sensi di marcia, per vetture e mezzi con peso fino a 44 tonnellate, alla velocità massima di 50 km orari, con divieto di sorpasso e distanza minima tra i veicoli di 50 m.

Alla cerimonia ufficiale di riapertura hanno preso parte il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, l'Assessore Trasporti e Infrastrutture della Regione Emilia Romagna Raffaele Donini, il Vice Presidente della Provincia di Cremona Rosolino Azzali, il Sindaco di Colorno Cristian Stocchi, il Sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, un rappresentante della Regione Lombardia.

"Esprimo grande soddisfazione per la conclusione di questi lavori, così importanti per il nostro territorio, portati a termine nei tempi prefissati dal raggruppamento di imprese Primo Micheli - Consorzio Coimpa – ha dichiarato il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi- Il progetto di intervento è stato predisposto in tempi record, poi purtroppo, come abbiamo più volte segnalato pubblicamente, prima di arrivare ai 5 mesi di cantiere sono occorsi 7 mesi di procedure preventive, tempi non comprimibili a norma del nuovo Codice degli Appalti. Chi parla di ritardi e omissioni, non sta parlando di noi. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno partecipato a questo grande lavoro di squadra, a partire dagli amministratori che mi hanno preceduto, il Presidente Fritelli e il Delegato Serpagli, che si sono adoperati per ottenere il finanziamento e l'allora Ministro Delrio che ha reperito i 6 milioni di euro e li ha stanziati velocemente con un apposito decreto. E poi il progettista ing. Scaroni, gli uffici della Provincia di Parma che hanno predisposto una gara a regola d'arte che ha superato il vaglio di tre sentenze del Tar e di una del Consiglio di Stato, la Provincia di Cremona. Infine le imprese tutte che hanno operato in un cantiere tecnicamente complesso, a grandi altezze sia in golena che sull'acqua, nel rispetto dei tempi ma con la massima attenzione alla sicurezza dei lavoratori e le maestranze che hanno lavorato a turni serrati, anche nei giorni festivi."

"La riapertura del ponte al transito dei veicoli è un risultato molto importante per questo territorio - ha affermato l'assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture Raffaele Donini -. Come Regione ci siamo impegnati fin dal primo giorno per definire immediatamente interventi di mitigazione rispetto ai disagi a cui cittadini, automobilisti e autotrasportatori sono andati incontro a seguito della chiusura del ponte. Grazie alla collaborazione proficua con la Provincia di Parma, la Società per la mobilità e il trasporto pubblico (Smtp),l'Azienda dei trasporti pubblici di Parma e provincia (Tep) e Trenord in questi mesi abbiamo potenziato il servizio ferroviario Parma-Casalmaggiore e stanziato 400mila euro per il prolungamento e l'aggiunta di nuovi servizi su gomma realizzati da Tep"

Nella foto: Autorità alla riapertura del ponte, tra cui: il Presidente della Provincia di Parma Rossi e il Delegato Bertocchi, il Vice presidente della Provincia di Cremona Azzali, l'Assessore regionale Donini, i sindaci di Colorno, Casalmaggiore, Sorbolo.

 

(Foto e gallery di Francesca Bocchia)

 

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Maltempo, maggio 2019, le foto delle frane dei giorni scorsi sulle Sp 54 (chiusa a Canossa), 64 e 98 (entrambe in comune di Carpineti). Segue gallery fotografica a cura della Amministrazione provinciale di Reggio Emilia.

 

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Un week end difficile a causa del maltempo ha rallentato la corsa solitaria di Jacopo Villani che però mantiene la testa della classifica generale CIV Minimoto. prossimo appuntamento in Mini GP.

di Redazione Guastalla 29 aprile 2019 -
E' stato un fine settimana difficile per Jacopo Villani, rientrato dopo l'infortunio delle prove dell'evento motoristico di Modena.

Il clima "bizzarro" di questo maggio ha condizionato le prove e le gare dell'ultimo appuntamento del campionato minimoto CIV disputato al kartdromo di Cervia (terzo e quarto round del campionato).

Infatti il meteo, che preannunciava pioggia per domenica, è stato clemente solo nella seconda parte della giornata dando la possibilità ai rider del Campionato Italiano Velocità Minimoto di provare strategie diverse.

Alla fine, un meritato terzo posto che consente a Jacopo di mantenere la testa della classifica del campionato italiano, in attesa di consolidare la posizione nei prossimi appuntamenti stagionali.

"E' stato un fine settimana difficile, ha commentato Jacopo a fine gara, che come sempre non manca mai di ringraziare il Team Giracing, i suoi sostenitori e i suoi familiari, qualsiasi sia il risultato acquisito. Sabato sole e buone temperature. Ho fatto una buona partenza, la moto era a posto così come pure il set tant'è che ho girato con buoni tempi. Domenica è cambiato tutto. Qualifiche bagnate e gara bagnata. Di conseguenza non sono riuscito a raggiungere un buon feeling con la pista durante le prove e ho corso con le gomme da pioggia in gara 1 e misto in Gara 2 (anteriore pioggia e posteriore slick).

Non posso ritenermi soddisfatto in pieno, però il terzo posto mi garantisce ancora la prima posizione in classifica generale e ... sempre affamato e sempre a gassss aperto mi cercherò di rifare la prossima volta".

Per il giovane centauro guastallese Il prossimo appuntamento sarà a Varano il week end del 15 e 16 giugno con la Mini GP.

#SUOMY Helmets #Giracing Minibike Technology

Mulino Formaggi srl

Doppio podio Mercedes con Hamilton primo e Bottas terzo. Vettel nega la doppietta alle frecce d'argento. Ma chi regala le emozioni più grandi è Leclerc. Pochi giorni dopo l'addio di Lauda, la Formula 1 omaggia degnamente il Grande Campione con una gara memorabile.

di Matteo Landi

Cappellino rosso per i primi classificati, vetture con foto, frasi o il suo semplice nome sulla carrozzeria. Niki Lauda non c'è più, ma rimarrà per sempre nei cuori degli appassionati e degli addetti ai lavori. A Monaco è stato per tutto il weekend una presenza costante. E rimarrà eternamente fonte di ispirazione per Hamilton e Vettel, che hanno ricordato il Gran Campione indossando caschi replica del tre volte campione del mondo. Le gare sul circuito del Principato, per le note caratteristiche della pista, possono tradursi in noiose processioni. Oggi, la tensione regalata dalla lotta al vertice e le azioni compiute da un giovane predestinato hanno animato una gara che i top drivers hanno giustamente dedicato al Grande Niki. Hamilton ha vinto ancora, ma stavolta l'esito non era scontato, nonostante la bella pole position conquistata con un giro da qualifica da urlo. Un monito al pur veloce e consistente Bottas che in Mercedes il pilota di riferimento resta ancora il cinque volte campione del mondo. Stavolta l'inglese ha dovuto sudarsela. Verstappen gli ha fiatato sul collo fino agli ultimi metri di gara. Una bella battaglia vissuta sui decimi di secondo, sfociata persino in un contatto che non ha privato Hamilton della vittoria.

Il box Mercedes sbaglia, Hamilton no

Il trionfo è arrivato nonostante un errore strategico, ammesso anche da Toto Wolff, che ha costretto il pilota n°44 ad un blando ritmo di gara per gran parte dei 78 giri. Avvenuto quando ad Hamilton, nel suo unico pit stop, sono state montate gomme medie. Sottoposto agli eventuali attacchi degli avversari, forti di pneumatici più duraturi, il pilota inglese è dovuto ricorrere a tutta la sua esperienza per non soccombere. Verstappen e Vettel hanno atteso a lungo l'eventuale errore del campione del mondo in carica. Negli ultimi giri l'olandese ha poi rotto gli indugi con un disperato attacco finale. Respinto dal pilota Mercedes. A Monaco stare davanti a vetture più veloci non è un compito impossibile. Nel 2001 Bernoldi riuscì con la modestissima Arrows a tenere dietro per ben 33 giri l'allora velocissima McLaren di Coulthard. Ma oggi, negare i meriti di un Hamilton capace di respingere un osso duro come Verstappen, sarebbe improprio. L'olandese, fra l'altro, non è neanche potuto salire sul podio, sanzionato per l'unsafe release ai danni di Bottas. I cinque secondi aggiuntivi assegnati al pilota Red Bull sono parsi una sanzione fin troppo blanda, se si considera che la sua condotta ha pesantemente danneggiato la gara del finlandese, costretto ad un pit stop aggiuntivo per la rottura del cerchio.

Leclerc: velocità e meravigliosa follia. Momenti che saranno ricordati più di una vittoria

Nel weekend del ricordo e delle emozioni forti, molte ne ha regalate Leclerc. Per il giovane pilota Ferrari questa gara poteva essere la svolta. Nelle prove libere aveva mostrato un passo superiore a quello del compagno di box. Peccato che in casa Ferrari, quest'anno, gli errori strategici siano una costante. Delle qualifiche gestite in modo quasi amatoriale dagli uomini di Mattia Binotto hanno relegato il monegasco alla 15esima posizione in griglia. Che sarebbe stata una 16esima senza la penalità ricevuta da Giovinazzi. Una disfatta totale che ha deluso Charles, ma non lo ha abbattuto. In gara è partito con il coltello fra i denti e su una pista dove il sorpasso è quasi impossibile ha compiuto due prodezze che saranno ricordate a lungo. Due sorpassi, il primo subito da Norris ed il secondo da Grosjean, che hanno animato la gara ed hanno confermato la classe cristallina del talento 21enne. Ha rischiato di regalarci persino una terza gemma, ma il tentativo di sorpasso su Hulkenberg è finito con il pilota Ferrari di traverso con una gomma forata. Il ritorno ai box, con lo pneumatico dilaniato ed il fondo vettura a brandelli, a qualcuno ha ricordato la stupenda follia ed il giro su tre ruote compiuto da Gilles Villeneuve nel Gp d'Olanda del 1979. Dopo il cambio gomme Leclerc, al volante di una vettura divenuta inguidabile, ha provato a proseguire la gara ma le condizioni della sua vettura erano veramente al limite. La safety car innescata dalla manovra del monegasco ha favorito la gara del compagno Vettel. Con l'entrata in pista della vettura di sicurezza i top driver si sono immediatamente catapultati nei box per l'unica sosta prevista. Da lì è sorto il contatto in pit lane fra Verstappen e Bottas che ha cambiato l'esito del podio. Al di là del involontario "favore" fatto a Vettel la gara di Leclerc sarà ricordata per quegli esempi di stupenda follia che non consegnano punti iridati ma emozioni d'altri tempi. In quanto alla gara di Vettel, senza guizzi ma concreta, è da salvare il risultato finale. Un secondo posto accolto dagli uomini del Cavallino come un trionfo, considerando quanto le Rosse si erano trovate in difficoltà nel tratto più lento della pista di Barcellona, sede della gara di due settimane fa.

McLaren e Toro Rosso: il podio degli altri

Detto dei tre top team che stanno monopolizzando le prime posizioni della classifica di questo campionato, è giusto rimarcare l'autorevole gara di Sainz, sesto con una McLaren che sta finalmente ritrovando il bandolo della matassa dopo anni bui. Da segnalare anche la bella gara dei due piloti Toro Rosso, con Kvyat settimo davanti ad Albon. Se il russo è definitivamente tornato a mostrare quella classe che gli permise di sovrastare persino Ricciardo nel suo primo anno in Red Bull, il debuttante Albon continua a stupire. A metà schieramento, nella combattutissima pancia del gruppo, il driver che corre con licenza thailandese si sta facendo rispettare. Fornendo prestazioni frutto di concretezza e velocità, senza regali altrui.

Dal tortuoso circuito monegasco alla veloce Montreal

Dopo il tortuoso tracciato del Principato la Formula 1 farà tappa, fra due settimane, a Montreal. Su una pista completamente diversa, dove la potenza e la stabilità in frenata la fanno da padrone la Ferrari potrebbe finalmente trovare quelle condizioni ideali che va cercando. Necessarie per fornire ai tifosi quell'urrà tanto sospirato. Le ambizioni iridate, al momento, è bene tenerle in un cassetto ma tornare alla vittoria di tappa sarebbe un atto che a Maranello devono a se stessi ed alla stessa storia Ferrari.

Le rilevazioni statistiche curate dal Segugio.it, noto portale web dedicato al mondo delle assicurazioni, consentono di conoscere i costi medi dei premi assicurativi in tutte le province italiane e di confrontarli con la media nazionale, la quale ammonta esattamente a 415,64 euro in riferimento al periodo gennaio-giugno 2019.

Il quadro nazionale e regionale relativo ai costi delle polizze RC Auto

A tal riguardo va sottolineato che i costi medi delle polizze RC Auto stanno diminuendo e questo non può che essere un dato positivo per i consumatori, anche se in molti ritengono che si sia ancora ben lontani da cifre eque dal momento che nel passato più recente i rialzi dei costi dei premi assicurativi sono stati davvero molto consistenti.
Al di là di questa riflessione, è un dato di fatto che permangano ancora oggi delle differenze davvero notevoli tra i vari territori italiani, basti pensare che nella provincia più cara d'Italia il costo medio di queste polizze è addirittura più che doppio rispetto a quello della provincia più economica.
La situazione relativa all'Emilia Romagna si rivela, nel suo complesso, piuttosto positiva per gli automobilisti: nelle 9 province presenti in regione, infatti, il costo medio dell'assicurazione auto è risultato superiore alla media nazionale solo in 3 casi.

Le province con costi superiori alla media nazionale

Il poco invidiabile primato di provincia dell'Emilia Romagna più cara nelle polizze assicurative auto appartiene a Rimini, dove il costo medio è risultato pari a 458,64 euro, dunque ben al di sopra della media nazionale.
Al secondo posto si colloca il capoluogo: a Bologna il costo medio di una polizza auto è risultato essere 453,25 euro, cifra leggermente inferiore rispetto a Rimini, ma comunque molto più alta in confronto alla media dell'intera Italia.

Probabilmente anche questo costo così esoso sta spingendo molti privati che risiedono a Bologna ad optare per dei servizi di noleggio a lungo termine come quelli disponibili sul web come https://www.trevirent.it/.

Il noleggio a lungo termine consente infatti di avere il mezzo noleggiato a propria totale disposizione proprio come se fosse di proprietà evitando qualsiasi costo di gestione, dalle manutenzioni tecniche al bollo, dall'assicurazione RC Auto fino alle coperture assicurative di tipo opzionale, senza ovviamente trascurare che in questo modo si può evitare l'esosa spesa iniziale necessaria per l'acquisto del mezzo; in questa formula di noleggio i soli costi che gravano sull'automobilista sono quelli del carburante e, ovviamente, il canone mensile da riconoscere all'azienda noleggiatrice.

La terza provincia più cara dell'Emilia Romagna, la quale completa così il trittico di province dove il prezzo delle polizze RC Auto supera la media nazionale, è Ravenna, con un costo di 427,35 euro; gli automobilisti di tutte le altre province della regione possono dirti soddisfatti.
Le province con costi inferiori alla media nazionale

Quanto alle province con costi inferiori alla media nazionale va menzionata anzitutto Modena, dove il prezzo medio delle polizze è di 406,48 euro, cifra quasi analoga a Parma, dove si attesta a 405,78 euro.

Le cifre sono ancor più basse a Reggio Emilia, con un costo medio di 382,54 euro, a Ferrara con 376,31 euro, a Piacenza con 366,98 euro.

La palma di provincia più economica dell'Emilia Romagna spetta Forlì-Cesena: in questa provincia infatti il costo medio di una simile polizza è risultato pari a soli 361,10 euro, ovvero oltre 50 euro in meno rispetto alla media nazionale.

Continua il viaggio di Valentina Carpin, alla scoperta dei luoghi e dei monumenti storici del territorio parmense.

Di Nicola Comparato 22 maggio 2019 -

La Pieve di San Biagio o Pieve di Talignano, è un luogo di culto situato nell' omonima località frazione del comune di Sala Baganza in provincia di Parma. La struttura dalle forme romaniche risale al 1200/1230 e deve il suo attuale aspetto a vari lavori di restauro eseguiti negli anni '30 e '40 del 1.900.
L'edificio, che si trova poco distante dal "Parco dei Boschi di Carrega", fa parte del gruppo delle storiche "Pievi Parmensi".

Il termine "Pieve", comparso formalmente nell'877 ad indicare le parrocchie rurali, deriva dal latino "plebs", che indica sia il popolo riunito in comunità, sia il luogo ove si riunisce.

Prerogativa della pieve è di impartire il battesimo, benedire le puerpere, somministrare l'olio santo, imporre le penitenze, ricevere le sepolture nel proprio cimitero e promuovere processioni e pellegrinaggi rogatori.
Oltre alle funzioni religiose, le pievi spesso si dotano di rifugi per pellegrini o viaggiatori mentre le cappelle, edifici sottoposti alla pieve, hanno esclusivamente la funzione di luoghi di preghiera (Fonte "Le antiche Pievi del Parmense" Comune di Parma - http://turismo.comune.parma.it/it/canali-tematici/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/chiese-pievi-battisteri/le-antiche-pievi-del-parmense).

(Foto di Valentina Carpin)

 

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Martedì, 21 Maggio 2019 21:44

Addio Niki

A 70 anni Lauda imbocca la corsia box e se ne va. Problemi ai reni e poi l'addio. Protagonista di mille battaglie, nelle corse e nella vita. Ci lascia un Uomo che tanto ha insegnato ed un Pilota che ha scritto pagine indelebili della massima Formula.

di Matteo Landi

Gran Premio del Giappone. Sul circuito del Fuji, quel 24 ottobre del 1976, pioveva a dirotto. Oggi assisteremmo ad una partenza in regime di safety car, con la vettura di sicurezza a menare le danze per chissà quanti giri. Al tempo la Formula 1 era diversa, la percezione del pericolo era diversa. Quel giorno, forse, cambiò per sempre. Lauda, con il volto sfigurato dal rogo del Nurburgring, percorse pochi km di gara, poi prese la via della corsia box. Il campione del mondo in carica ebbe il coraggio di avere paura. Gli uomini Ferrari avevano pronta la scusa più banale: un problema tecnico era l'alibi perfetto. Lauda non si sarebbe confermato iridato ma avrebbe salvato la sua immagine di campione inossidabile ed impavido, sopravvissuto alle fiamme e tornato alle corse un mese e mezzo dopo l'incidente che lo sfigurò per sempre. Capace di indossare il casco nonostante ferite sanguinanti non ancora rimarginate. Invece, quel giorno di ottobre, Niki decise che non avrebbe dovuto vergognarsi della sua scelta. Perse il titolo, ma la rivincita arrivò l'anno successivo. Quando nel 1977 vinse il secondo dei suoi tre titoli iridati. 177 gran premi disputati, 25 vittorie e 24 pole position in un'epoca in cui tanti piloti non poterono raggiungere il fine carriera per anzianità, sono le cifre del Lauda pilota. Ma Niki, al di là dei numeri, è stato qualcos'altro. Un inno al coraggio, una poesia che non finisce mai. Per molti cinico ed irriconoscente, quando dopo l'addio ad Enzo Ferrari ed alla Rossa non esitò a rimarcare tutto quello che non aveva funzionato nella sua permanenza a Maranello, anche più dei successi che l'accoppiata italo-austriaca aveva ottenuto. Nel 2009 ammise di aver sbagliato, se fosse rimasto con Ferrari avrebbe vinto ancora di più. Niki era così, prendere o lasciare. Mai politically correct, le sue interviste, le sue dichiarazioni, non erano mai banali. Lontane dalle solite frasi di circostanza dei giorni d'oggi. I suoi scontri con il Grande Enzo furono duri, ruvidi. Ma fra di loro ci fu sempre rispetto. Ferrari sapeva che senza l'austriaco gli anni 70 della Rossa avrebbero regalato meno gioie, Lauda sapeva che al Vecchio doveva tanto, quasi tutto. Ed oggi Luca Cordero di Montezemolo, durante l'epopea austro-italiana assistente di Enzo e Responsabile della Squadra Corse, lo ricorda con commozione. 20 maggio 2019, Niki Lauda se ne va. Come quel giorno di ottobre del 1976 imbocca la corsia box. Saluta tutti e raggiunge lo sfidante che quell'anno gli soffiò il titolo. Quel James Hunt avversario di tante battaglie salito in cielo nel 1993. Non si arrese, Lauda, neanche il 2 agosto scorso, quando fu ricoverato per un'infezione, subendo un trapianto di polmone. Continuò a combattere, con la stessa tempra che contraddistinse il suo recupero dopo il rogo del Ring. Fino ai recenti problemi ai reni, la dialisi presso una clinica privata di Zurigo e l'addio. Che non è e mai sarà una resa. Fra curve ad alta velocità e rettilinei infiniti è solo tornato a sfidare quell'inglese sulla quale rivalità Ron Howard, nel 2013, costruì persino un film. 70 anni di leggenda, durante i quali ha reso definitivamente popolare la Formula 1, colorando le domeniche pomeriggio dei tifosi ferraristi. Ha insegnato tanto. Ha mostrato cosa significa rialzarsi dopo un terribile schianto. Ha fatto scelte forti, per poi tornare sui suoi passi come quando rientrò alle corse dopo un addio che fu un arrivederci. Battendo, nel 1984, un certo Alain Prost. Perchè solo i poco intelligenti non cambiano mai idea. Ti ricorderemo sorridente Niki, ed anche un pò incazzato. Perchè nella vita è bello essere schietti e sinceri, come lo eri tu. La Leggenda dell'Uomo, ancor più del Pilota, non verrà mai dimenticata. Addio Niki. E grazie di tutto.

Di Nicola Comparato - Langhirano, 19 maggio 2019 - Oggi parliamo della "Chiesa di Santo Stefano Primo Martire", meglio conosciuta come "Chiesa di Tordenaso", situata appunto nell'omonima località, frazione del comune di Langhirano, e datata anno 1230.

Il piccolo luogo di culto fu chiuso nel 2008 a causa del sisma che colpì molti edifici del territorio parmense, ma venne riaperto nel 2018 dopo gli adeguati lavori di ristrutturazione, tornando a svolgere appieno le sue funzioni.
Oggi possiamo ammirarla in tutto il suo splendore grazie alle fotografie di Valentina Carpin.

 

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La Mille Miglia regala sempre grandi emozioni. Sotto la pioggia ancor di più per la vicinanza a quel sapore eroico che accompagna da sempre la più bella Corsa del Mondo.

430 i bolidi d'epoca sul percorso dell'ultima tappa e Parma ancora una volta protagonista degli ultimi e decisivi chilometri della trentasettesima rievocazione storica della 1000 Miglia.

Gli equipaggi della Freccia Rossa non si sono fatti intimorire dalla pioggia e hanno attraversato prima le colline di Langhirano poi il cuore della nostra città per arrivare nell'affascinante cornice di Palazzo Ducale dove si è tenuto l'ultimo pranzo di gara negli storici saloni in cui ha vissuto Maria Luigia.
Dopo il pranzo, a base delle eccellenze gastronomiche del nostro territorio, le vetture hanno ripreso la gara e si sono dirette verso Busseto, salutando l'Emilia Romagna per entrare nel cuore della Pianura Padana, attraversando Cremona, Carpenedolo, Montichiari e Travagliato, prima di tagliare il traguardo a Brescia.

A seguire la gallery fotografica a cura di Francesca Bocchia e Emiliano Zampella.

 

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Venerdì, 17 Maggio 2019 11:03

Il gran fascino del Castello di Torrechiara

Di Nicola Comparato Torrechiara 17 maggio 2019 - Percorrendo la Strada Massese, in provincia di Parma, è impossibile non notare il Castello di Torrechiara, situato nell'omonima località frazione del comune di Langhirano.

Secondo le informazioni più attendibili, la costruzione del castello è fatta risalire all' anno 1446/1460 per volere di Pier Maria Rossi. Degna di nota è, senza ombra di dubbio, la storia d'amore tra Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini.
La loro favola romantica viene narrata attraverso le opere presenti in ogni angolo del castello, prima fra tutte la "Camera d'oro".
Il fascino della fortezza medievale non lascia certo indifferenti i visitatori che restano letteralmente incantati dalla magia del luogo. Il Castello di Torrechiara ha anche ispirato numerosi artisti, registi e cantanti.
Tra i film girati in loco, merita di essere citato il grande capolavoro cinematografico "LadyHawke", diretto da "Richard Donner" e interpretato da "Rutger Hauer", "Michelle Pfeiffer" e "Matthew Broderick"

Valentina Carpin, da sempre appassionata di storia del territorio parmense, si è recata sul posto per farci rivivere la magia del Castello di Torrechiara con i suoi emozionanti scatti fotografici.

(Foto e Gallery di Valentina Carpin)

Domenica, 12 Maggio 2019 20:04

F1, Spagna: la quinta sinfonia Mercedes

Hamilton doma Bottas e torna leader nel mondiale. Ferrari, al passo del gambero, è giù dal podio. Adesso la squadra di Maranello subisce il ritorno della Red Bull.

di Matteo Landi

Gli ultimi giri del Gran Premio di Spagna riflettono perfettamente i valori in campo dell'attuale Formula 1. Quando la safety car è entrata in pista alla 46esima tornata, per permettere ai commissari la rimozione delle vetture incidentate di Norris e Stroll, la gara sembrava poter riprendere vitalità, vista la solitaria cavalcata in testa di Hamilton, seguito a distanza dal compagno di squadra Bottas. Al termine della fase di neutralizzazione, con le vetture distanziate tra loro di pochi metri, Hamilton ha invece ripreso da dove era rimasto. Con un giro "monstre" ha spento le speranze di successo di Bottas, che si è dovuto accontentare della seconda posizione finale nonostante la qualifica da urlo del giorno prima. Sabato il pilota n°77 aveva ottenuto una perentoria pole position. Annichilendo il penta-iridato Hamilton, staccato di ben 6 decimi. Un'enormità. Un distacco che non ha affatto demoralizzato il campione del mondo in carica: al via della gara gli sono bastati pochi metri per prendersi la leadership di corsa e campionato. Così la quinta gara della stagione 2019 va in archivio con l'ennesima doppietta Mercedes che fa all-in, battendo il record di doppiette da inizio di campionato che già deteneva. E se per Ferrari è notte fonda, in Red Bull possono guardare al prossimo Gp di Monaco con la consapevolezza che stavolta hanno perso, battute solo dal duo Mercedes, ma che nel Principato potranno contare su una vettura ottima nelle curve lente, quasi quanto la monoposto teutonica. Al contrario di quanto mostrato da Ferrari.

Ferrari, la malata è terminale: adesso dietro anche a Red Bull

A Maranello già si stavano leccando le ferite di un inizio di mondiale che avrebbe potuto regalare soddisfazioni ed invece è stato amaro. Adesso possiamo dire che la malata è grave e quasi terminale. Come le speranze di vedere finalmente un pilota di Rosso vestito finalmente iridato. La malata è la SF90, a Barcellona performante nei test invernali e deludente pochi mesi dopo. Che fine ha fatto la vettura quasi vincente e dominante del Bahrain? La sensazione è che la Scuderia italiana abbia avuto le carte buone ad inizio campionato, le abbia giocate male ed ora si ritrovi faccia a faccia con i soliti fantasmi del recente passato: l'incapacità di sviluppare la vettura allo stesso ritmo degli avversari. Arrivati in Europa, il momento in cui tradizionalmente tutti i top team sfoderano gli aggiornamenti necessari per affrontare al meglio la parte centrale della stagione, l'equipe di Mattia Binotto ha addirittura anticipato sviluppi previsti nei prossimi Gran Premi. La squadra ha prodotto uno sforzo notevole per assecondare quanto deciso dal Team Principal ma i risultati non sono stati quelli desiderati. In Spagna la Ferrari ha subito non solo la velocità Mercedes ma anche i progressi di una Red Bull che, adesso possiamo dirlo, aveva ragione sui dichiarati miglioramenti di un motore Honda che nel passato ha fatto tanto penare la McLaren ma che ora si rivela assolutamente adeguato per la lotta al vertice. Inoltre la squadra austriaca può contare su un pilota divenuto indiscutibilmente affidabile: Max Verstappen. A Barcellona l'olandese è salito sul podio dopo aver avuto la meglio sul duo ferrarista giunto al traguardo con Vettel di poco davanti a Leclerc. La gara delle due Rosse si è, di fatto, decisa alla partenza. Vettel ha tentato una manovra, seppur coraggiosa, quasi impossibile, quando ha attaccato all'esterno le due Mercedes in quel momento affiancate. Per percorrere la prima curva il tedesco ha spiattellato la ruota anteriore destra, spingendo persino leggermente fuori pista Leclerc. Risultato? Verstappen ha subito artigliato quella terza posizione che, nonostante le diverse strategie, ha conservato al traguardo. In questo periodo in Ferrari tutto risulta difficile. A partire dalla gestione dei piloti: prima Vettel ha ceduto la posizione ad un ben più veloce Leclerc poi, nella seconda parte di gara, è stato il monegasco a restituirla consapevole delle diverse strategie adottate. Leclerc sapeva che il quattro volte campione del mondo, a differenza sua, si sarebbe dovuto rifermare ai box. Ma in entrambe le situazioni si sono evidentemente rallentati a vicenda. La safety car entrata a fine gara ha poi costretto il pilota n°16 alla seconda sosta e l'ordine dei due si è definitivamente invertito. Vettel ha così concluso quarto, davanti a Leclerc. Prima dell'inizio della stagione vedere due Ferrari in lotta era il sogno di tanti, se le Rosse si fossero trovate indisturbate al comando.

Magnussen, il migliore degli altri. Grosjean vivacizza la gara

Dietro alla top six, chiusa da Gasly, abbiamo assistito alle battaglie che hanno dato brio ad un Gran Premio altrimenti asettico e noioso. Il migliore degli altri è stato indiscutibilmente Magnussen. Al volante della sua Haas ha colto un positivo settimo posto, davanti ad un coriaceo Sainz, ad un concreto Kvyat ed al "confusionario" Grosjean. Si ringrazia il francese per averci svegliato dal sonno che altrimenti si sarebbe impossessato della nostra domenica pomeriggio ma possiamo immaginare che in Haas non siano totalmente entusiasti della sua condotta. Prima ha ingaggiato una lotta fratricida con il suo compagno di squadra, finita senza drammi per motivi ignoti, poi si è preso a ruotate con Sainz, perdendo la posizione. Alla fine il pilota della squadra americana ha chiuso la zona punti, in decima posizione. Considerando la velocità mostrata questo fine settimana dalle vetture nero-oro il bottino poteva essere più generoso.

Alfa Romeo: battuta d'arresto

Assolutamente nero è stato il weekend di Alfa Romeo. Stavolta le vetture guidate da Raikkonen e Giovinazzi non sono state competitive. In Spagna neanche l'esperienza del finlandese ha fatto la differenza, data la totale mancanza di prestazioni delle monoposto della squadra del Biscione. Tuttavia, a differenza di quanto avviene al vertice, le vetture di centro gruppo continuano ad avere prestazioni piuttosto analoghe e fra due settimane, a Monaco, Raikkonen potrebbe benissimo tornare in zona punti e Giovinazzi riscuotere le prime soddisfazioni in un mondiale, fino ad ora, per lui al di sotto delle aspettative.

Barcellona, addio?

Le squadre si fermeranno adesso sul tracciato spagnolo per due giorni di test. Quando il regolamento non limitava le prove private la Ferrari trovava spesso giovamento dalle prove su pista, anche nei momenti più difficili. Chissà che anche stavolta non possano rappresentare una svolta positiva per le Rosse. Su una pista che, pare, potrebbe non ospitare più Gran Premi di Formula 1. Il circuito catalano ha scritto pagine indelebili della storia di questo sport. Sarebbe un peccato doverne fare a meno. Ma si sa, le esigenze del business non sempre seguono quelle del cuore.

Le ricadute economiche e turistiche sul territorio regionale del Giro d'Italia: nelle città tappa, con la sola "Carovana Rosa" un indotto da oltre 1,5 milioni di euro e 16.400 presenze turistiche negli alberghi – Grande visibilità mediatica grazie alle azioni messe in campo in collaborazione con Rcs, dalla presentazione della Regione e delle sue eccellenze sul sito ufficiale del Giro (65 milioni di pagine web visualizzate) alle dirette quotidiane Rai (media giornaliera di oltre 2 milioni di spettatori) in cui verranno anche raccontati i territori che la corsa toccherà in Emilia Romagna, passando per la "brandizzazione" delle tappe – Sul sito www.emiliaromagnawelcome.com  proposte soggiorno dedicate al Giro

Una grande festa dello sport, un appuntamento che coinvolge ogni anno milioni di appassionati e sportivi, ma anche uno straordinario strumento di promozione del territorio, in Italia e all'estero. Questo è da sempre il Giro d'Italia. E l'edizione 2019, che vede l'Emilia-Romagna grande protagonista, con cinque città tappa - Bologna, sede della partenza, e poi Riccione, Ravenna, Modena e Carpi, oltre alla Repubblica di San Marino – non fa certo eccezione.

A partire dall'indotto totale, sui territori emiliano-romagnoli interessati dalla competizione, stimato in 1.580.000 euro, con 16.400 presenze turistiche complessive, considerando la sola Carovana del Giro nelle cinque città tappa: circa 2mila persone tra atleti, giornalisti, fornitori, organizzatori che dall'11 al 22 maggio pernotteranno e rimarranno in Emilia-Romagna. Dati elaborati da Trademark Italia per l'Osservatorio turistico regionale di Unioncamere Emilia-Romagna.

Un impatto economico destinato a crescere significativamente se si considerano le ricadute sul piano turistico, grazie alla visibilità assicurata a livello internazionale dalla Corsa Rosa. A partire da una copertura televisiva in 198 Paesi nei cinque continenti per un'audience potenziale superiore agli 800 milioni di persone.
Il punto sulle ricadute economiche della Corsa Rosa è stato fatto oggi a Fico Eataly World a Bologna, sede del Quartiere Generale del Giro d'Italia 2019, da Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sport, Davide Cassani, presidente di Apt Servizi Emilia-Romagna, e Massimo Gaudina, capo della rappresentanza italiana della Commissione europea a Milano.

Una grande vetrina per il territorio emiliano-romagnolo
Sessantacinque milioni di pagine web visualizzate sul portale del Giro, dove l'Emilia-Romagna, le sue bellezze e le sue eccellenze sono in primo piano in una sezione dedicata alle regioni della Corsa Rosa (http://www.giroditalia.it/it/regioni/  ); 48 milioni di visualizzazioni video sui social; 2.054 tra giornalisti e fotografi nazionali ed esteri, una social community da 2,8 milioni di utenti. Questi in estrema sintesi i numeri della copertura mediatica del Giro d'Italia 2018. Una gande competizione sportiva, ma anche allo stesso tempo un viaggio suggestivo attraverso il paesaggio, la storia, le eccellenze di un territorio. Che ha coinvolto oltre 10 milioni di spettatori dal vivo lungo il percorso, nelle partenze e negli arrivi.

Imponente in particolare la copertura televisiva del Giro 2018, che ha dunque interessato 198 Paesi collegati in tutto il mondo per un'audience potenziale di 818 milioni di persone. Sulla Rai - che produce e distribuisce le immagini del Giro d'Italia - la media giornaliera è stata di 2.020.000 utenti, nell'ultima ora di ogni tappa: dirette quotidiane che vedranno nelle parole dei telecronisti e degli inviati il racconto dei territori, dei borghi e delle città, delle località attraversate dalla corsa in Emilia-Romagna.

Una visibilità che quest'anno permetterà di accendere i riflettori sui tanti punti di forza dell'Emilia-Romagna: dalla Food Valley con i 44 prodotti Dop e Igp, record europeo; la Motor Valley e i suoi marchi famosi nel mondo, Ferrari, Lamborghini, Ducati, Maserati, in testa; la Wellness Valley e il circuito di stazioni termali. E ancora: la Riviera Romagnola, le città d'arte lungo la via Emilia, l'Appennino e la rete di parchi.
Un'opportunità unica per una regione che nel 2018 ha segnato il record di quasi 60 milioni di presenze e che è stata incoronata destinazione Best in Europe 2018 dalla Guida Lonely Planet. Tra i settori in crescita anche quello del cicloturismo: l'Emilia-Romagna è infatti seconda in Italia dopo il Trentino Alto Adige in questa speciale classifica, con 300mila arrivi all'anno di tourist bike, in prevalenza stranieri (85%).

Tante azioni per dare visibilità a tutto un territorio
Proprio per cogliere al meglio queste opportunità, la Regione ha messo in campo diverse azioni di promozione in occasione del Giro 2019 in collaborazione con Rcs. A partire dalle tante informazioni sul territorio emiliano-romagnolo - dalle testimonianze artistiche e architettoniche, ai prodotti tipici - presenti sulla Guida Tecnica del Giro, il cosiddetto "Garibaldi", che giornalisti e appassionati possono scaricare da giroditalia.it.
Anche lo speciale di Bell'Italia "Sulle Strade del Giro" distribuito in 100.000 copie, dedica un ampio approfondimento alle eccellenze dell'Emilia-Romagna. Mentre proposte di soggiorno legate all'evento sono sul sito www.emiliaromagnawelcome.com 
Nei villaggi partenza (aperti a tutto il pubblico) della tappa di Bologna, così come in quelle di Riccione e Ravenna, uno stand di Apt Servizi distribuirà materiale promozionale sulle vacanze attive e il cicloturismo in Emilia-Romagna.

Ma non solo: il logo della Regione Emilia-Romagna - più il logo #inEmiliaRomagna - sarà presente lungo il percorso, nei punti di partenza e di arrivo, sul podio delle premiazioni, nonché negli spazi dedicati alle interviste.

Motor Valley Fest è la manifestazione fortemente voluta da Motor Valley, Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena, BolognaFiere e ACI Modena; una grande festa en plein air delle due e quattro ruote di ieri, oggi e domani, che celebrerà il mito della velocità e della competizione.

Da giovedì 16 a domenica 19 maggio, la Motor Valley si racconta a Modena per la prima volta in un vero e proprio Festival dedicato al mondo del Motorsport, grazie anche alla presenza sull'Autodromo Marzaglia di Modena dell'evento Motor1Days.

Una formula che si traduce in un evento diffuso, capace di coinvolgere la città e il territorio con iniziative focalizzate su tre principali tematiche: Adrenalina, Innovation & Talents, EXPO.

L'intero evento è GRATUITO.

In allegato qui sotto il pdf con tutto il programma.

Mercoledì, 08 Maggio 2019 15:36

Mercedes GLS: il nuovo maxi SUV - VIDEO

Il nuovo maxi Suv di casa Mercedes sarà nelle concessionarie verso la fine dell’anno. Nel video tutte le caratteristiche della nuova GLS capace di ospitare sino 7 passeggeri, senza rinunciare al comfort.

 

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Il turbo piccione tedesco. Un volatile fa scattare un radar a Bocholt: ma niente multa. Volava a bassa quota a 45 km/h sui 30.

La polizia di Bocholt, città sul confine tedesco-olandese, si sarà fatta una risata. Un piccione è stato fotografato da un autovelox, appena oltre il confine tedesco di Aalten, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. L'uccello volava a bassa quota a 45 km/h in un tratto di strada dove la velocità è limitata a 30 km/h. Un bel guaio se fosse capitato a una persona alla guida. Ma così non è stato.

Perché ad essere immortalata da un radar, non è stato una "pirata della strada" bensì dell'aria. Il dispositivo installato dalla polizia comunale in zona 30, ha infatti ripreso un piccione che volava radente al suolo oltrepassando il limite di velocità di ben 12 chilometri orari. Un superamento che per un conducente avrebbe comportato una multa (salata) e in Italia la decurtazione di tre punti dalla patente di guida. Ma non per il volatile ovviamente.

Nessuna sanzione per il velocissimo pennuto, solo uno "scatto" (di radar) verso la celebrità che alla stampa nordica ha voluto dare alla risibile notizia ma, che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la dice ancora tutta su quanto continuino ad essere fallaci i sistemi di rilevazione elettronica delle infrazioni, nonostante i progressi della tecnica. Insomma, un motivo in più per continuare nella lotta contro l'abuso che si fa di questo tipo di accertamenti, tra la risata che inevitabilmente ingenera la notizia e la miriade di ricorsi che continuiamo a predisporre contro le rilevazioni effettuate con queste macchinette infernali.

L'emittente tedesca WDR su Twitter da martedì pomeriggio sta condividendo la notizia che sta suscitando tanta ilarità: "Certo, sarà quantomeno problematico spedirgli la multa".

(7 maggio 2019)

Domenica, 28 Aprile 2019 19:07

F1, Azerbaijan: Bottas, unica speranza

Vince il finlandese della Mercedes, che tiene vivo un mondiale altrimenti monopolizzato da Hamilton. Vettel arriva terzo. Leclerc è quinto dopo l'errore compiuto in qualifica. La velocità c'è, a sprazzi, ma concretizzano gli altri.

di Matteo Landi

Pronti, via. E la Ferrari domina le prove libere. Mette tutti dietro con distacchi abissali. Sarà la volta buona? Sarà finalmente l'occasione per vederla vincere una gara in questo mondiale partito all'insegna del grigio Mercedes? Manco per sogno. Perchè quando si tratta di concretizzare in qualifica e gara la squadra di Maranello subisce la forza degli avversari oppure, quando avrebbe la possibilità di fare la voce grossa, qualcosa le va storto. E quando la Ferrari sbaglia sono gli uomini di Toto Wolff a raccolgliere quanto lasciato per strada. Succede così che durante le prove di qualificazione Leclerc, il giovane monegasco che sta scaldando gli animi dei tifosi, ad un passo da una pole position ampiamente alla sua portata commette un comprensibile errore di gioventù. In fotocopia a quanto fatto pochi minuti prima dal veterano rientrante Kubica. Le Mercedes si ritrovano così senza il loro avversario più ostico, con Vettel qualificatosi solo terzo alle spalle di Hamilton e del poleman Bottas. Per fortuna l'inglese campione del mondo in carica sta trovando nel compagno di squadra un avversario in grado di sfidarlo, altrimenti questo mondiale 2019 si sarebbe trasformato in un suo monologo, non un bello spot per questa Formula 1. Il mondiale in corso sta prendendo le somiglianze di quello 2016, con i due alfieri Mercedes, al tempo Hamilton e Rosberg, in grado di sfidarsi sugli stessi livelli ed una Ferrari che procede al passo del gambero come allora, quando ad una stagione con 3 rassicuranti vittorie ne seguì una a secco di podii alti. Oggi a Baku la Mercedes ha conquistato la quarta doppietta consecutiva, segnando un altro record assoluto in F1: mai nessuno aveva iniziato così un campionato. Una categoria che è indiscutibilmente tornata ad avere una squadra dominante. Con una Ferrari che sembra sempre lì, abbastanza veloce da far sperare i tifosi nel bottino grosso ma altrettanto rapida nel deluderli.

Leclerc rabbioso, Vettel prova a tenere il loro passo: le Mercedes sono ancora imbattibili

Alla partenza della gara le posizioni dei primi tre sono rimaste invariate. Con il passare dei giri Vettel ha perso a poco a poco contatto con il vertice mentre Leclerc, scattato dall'ottava posizione in griglia, stupiva e riusciva in una rimonta che lo issava al terzo posto a pochi secondi dai primi due, partiti a differenza del monegasco con gomme morbide, come Vettel. Approfittando della sosta degli altri Leclerc ha così guadagnato la prima posizione tenendo un ritmo impressionante con le sue gomme medie. Poi per il box Ferrari è arrivato il momento di scegliere il da farsi, decidendo di lasciare in pista il più tempo possibile Leclerc. Il quale ha però visto erodersi il suo vantaggio di circa 14 secondi fino a subire i sorpassi del duo Mercedes e di Vettel. Al 35esimo giro, più di venti giri dopo i rivali, la Ferrari decide così di far rientrare il suo giovane pilota ai box. Il quale una volta in pista con le gomme più morbide ha poi incontrato le stesse difficoltà riscontrate dai colleghi ad inizio gara. Con Leclerc quinto e Vettel terzo l'attenzione si è spostata sulla lotta al vertice fra Bottas e Hamilton, conclusasi con la vittoria del finlandese, nuovo leader della classifica iridata.

Leclerc sbaglia e reagisce da campione. Vettel, serve di più

A fine gara John Elkann non ha potuto fare a meno di rimarcare la superiorità Mercedes. Appena rinfrancato dal podio di Vettel e dal giro più veloce realizzato da Leclerc a fine gara, dopo aver montato gomme nuove alla ricerca del tempone che con le regole 2019 gli vale un punto. Il Presidente ha mostrato un sorriso di facciata, tradito ampiamente dalle smorfie di disapprovazione che hanno segnato il suo volto durante un weekend che doveva dare molto di più alla squadra di Maranello. Lo schianto a bordo pista di Leclerc durante la qualifica è stato un brutto colpo per le ambizioni Ferrari. Fa strano pensare che queste siano affidate gran parte alle prestazioni di un giovane 21enne, quasi dimenticando che le speranze sarebbero dovute convogliare sul compagno di box quattro volte campione del mondo. Considerando anche quando accaduto in Bahrain, quando la mancanza di affidabilità Ferrari privò la sua giovane guida di un successo sacrosanto, la piccola debacle azera di Leclerc preoccupa comunque meno della brillantezza non ancora trovata da quello che doveva essere lo sfidante di Hamilton, Sebastian Vettel. A fine gara il tedesco sembrava piuttosto soddisfatto per un podio che rappresenta un misero bottino per chi, a Marzo, dichiarava ambizioni di titolo. Al contrario di Leclerc, serioso e scocciato per un weekend in cui avrebbe raccolto soddisfazione solo con una vittoria. Dopo l'errore della qualifica il pilota n°16 era arrabbiato con se stesso, non cercando giustificazioni mentre si scusava con la sua squadra ed i suoi tifosi. Un atteggiamento maturo per un ragazzo che, come mostrato dalla sua gara rabbiosa, è uscito fortificato dallo sbaglio di sabato pomeriggio.

La gara degli altri, da Perez a Raikkonen: punti meritati

Al di là delle vicende che animano i box Mercedes e Ferrari il Gran Premio azero ha portato alla luce il solito Verstappen, punta di diamante Red Bull quarto al traguardo, e gli altri piloti terminati in zona punti. Un mai domo Perez ha artigliato un'ottima sesta posizione finale con la Racing Point, squadra in top ten anche con Stroll, nono. Hanno mostrato una nuova giovinezza le due McLaren, con Sainz settimo davanti al rookie Norris. Ha chiuso la zona punti Raikkonen, sanzionato pesantemente dai commissari dopo una buona qualifica. Il weekend avrebbe potuto regalare soddisfazioni più grandi ai due piloti Alfa Romeo: Giovinazzi ha subito un arretramento di dieci posizioni in griglia di partenza per aver effettuato la terza sostituzione stagionale della centralina e Raikkonen è stato costretto a partire dalla pit lane dopo che i commissari gli hanno azzerato i tempi del sabato a causa di un'ala anteriore che in sede di verifiche ha manifestato troppa flessibilità. Peccato, ma resta il fatto che il pilota forse più amato del Circus ha trovato la forza di raccogliere ancora punti. Dopo quattro gare il 100% dello score Alfa Romeo porta la firma del veterano finlandese.

Renault: Ricciardo leader mancato, e prestazioni sotto le aspettative

Chi ha veramente deluso è invece il team Renault. A Nico Hulkenberg quest'anno hanno affiancato un pilota come Ricciardo, capace di mostrare meraviglie negli anni scorsi tali da porlo nell'immaginario collettivo allo stesso livello dei quotatissimi Hamilton e Vettel. Doveva essere l'anno della riscossa per la squadra diretta da Abiteboul ed invece dopo quattro gare si ritrova settima in classifica costruttori con soli 12 punti. La gara di Baku ha affossato in modo netto le ambizioni dei francesi: Hulkenberg solo 14esimo, Ricciardo ritirato. E preoccupa ancora di più l'atteggiamento del driver australiano, sempre incline all'errore, anche pacchiano. Come quando dopo un tentativo di sorpasso andato male, che lo ha visto finire nella via di fuga distruggendo la gara di Kvyat, Ricciardo è franato, in retromarcia, sopra la Toro Rosso del russo, nel goffo tentativo di riguadagnare velocemente la pista. Voto zero, quindi, per la squadra con sede ad Enstone.

Williams: la nobile decaduta. Troppo

Come e più di Renault continua a deludere la Williams. La sfortuna, se così possiamo chiamarla, continua ad accanirsi sul team inglese. Non bastassero le prestazioni obbrobriose messe in mostra dalle loro vetture, sul loro weekend hanno inciso tutte le mancanze organizzative del circuito di Baku. Venerdì un tombino si è sollevato al passaggio della vettura di Russell, distruggendola. In qualifica Kubica ha spinto oltre il limite compiendo lo stesso errore che poco dopo ha fatto il giovane Leclerc. In gara, il polacco, si è poi beccato un drive though per non aver rispettato la corretta procedura di partenza dalla pit lane. Durante il weekend il volto di Claire Williams ha più volte evidenziato il disastro in cui versa la squadra del padre fondatore. Urge un'inversione di tendenza per il team di Grove altrimenti le conseguenze potrebbero essere, per loro, catastrofiche.

Si torna in Europa

Fra due settimane la Formula 1 tornerà in Europa, con le vetture che calcheranno la pista di Barcellona protagonista dei pre-season test invernali. Sul tracciato spagnolo la Ferrari aveva evidenziato un passo impressionante, poi replicato solo in Bahrain. Al momento conviene che a Maranello accantonino le ambizioni di successo iridato, scrollandosi di dosso quella pressione nociva che sta probabilmente minando i risultati di Vettel e Leclerc. Dopo quattro vittorie Mercedes la squadra diretta da Mattia Binotto deve concentrarsi sulla massimizzazione dei risultati parziali: solo così, ponendo un mattone alla volta, potranno tornare a guardare in alto. Lassù dove, al momento, Bottas ed Hamilton sembrano irraggiungibili. Barcellona potrà e dovrà essere il nuovo punto di partenza della Ferrari.