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Domenica, 04 Settembre 2016 12:33

Polvere di stelle e Raggi di luna

Roma Capitale conferma l'impossibilità di essere governata. Una città che, per quanto bella, continua a mostrare solo la faccia della corruzione, del malaffare e dell'ingovernabilità, può ancora essere la capitale del Paese?

di Lamberto Colla Parma, 4 settembre 2016.
La mia personale "profezia" del 12 giugno scorso sta per completarsi. Alla vigilia dei ballottaggi scrivevo che "A Torino vincerà il "sarcasmo", a Roma la vittoria sarà una sconfitta, mentre a Milano si consumerà la vera sfida politica."

E così è accaduto. Fassino ridicolizzato, Sala l'ha spuntata di misura su Parisi, il quale a sua volta è stato chiamato a riorganizzare Forza Italia, mentre a Roma la fascinosa e esile Virginia Raggi, con tutta la buona volontà, è intrappolata nella morsa letale delle sabbie mobili capitoline.
Meno di 80 giorni dal suo insediamento e, oltre alle difficoltà incontrata a completare la nomina della Giunta, si trova a affrontare una crisi istituzionale pesantissima.

Nel giro di poche ore, importanti pedine dello scacchiere si sono dimesse: la contestata capo di gabinetto Carla Romana Raineri, il super assessore al bilancio Marcello Minenna, l'amministratore Unico di AMA (Municipalizzata per la gestione dei rifiuti) Alessandro Polidoro, infine il vertice di ATAC, l'azienda municipalizzata dei trasporti, il direttore generale Marco Rettighieri e l'amministratore unico Armando Brandolese.
In totale, dal giorno del suo insediamento, Virginia Raggi ha visto turnare tre capi di gabinetto, un assessore, due vertici di AMA e uno di ATAC.

Non c'è che dire, peggio non poteva accadere alla povera Sindaca di Roma Capitale.
Probabilmente se la sta ridendo il suo predecessore, quell'Ignazio Marino "rinnegato" dal Papa in persona e ridicolizzato dal suo stesso selfie subacqueo mentre si consumavano le esequie trash del capo del "Clan Casamonica" e se la ridono le opposizioni che hanno materiale fresco per dare addosso al M5S, colpevole solo di avere avuto la presunzione di tentare di sanificare la "Città Eterna" che, oltre alla bellezza, non avrebbe più le caratteristiche morali per essere la Capitale d'Italia.

Il marcio si è insinuato in ogni anfratto della vita pubblica della città.

La testimonianza più recente si è registrata con l'indagine "Mafia Capitale" ma è solo il risultato di accumulo di "nefandezze" che già negli anni '70 Pier Paolo Pasolini tentò di raccontare con i suoi film, da "Petrolio" a "Salò o le 120 giornate di Sodoma", uscito postumo al suo assassinio. Film legato a doppio filo all'omicidio: non solo perché si conclude con una strage, ma perché finì direttamente nelle indagini a causa di materiale cinematografico rubato e poi utilizzato per condizionare il regista, forse addirittura per tendergli l'agguato mortale.

Pasolini aveva osato denunciare le abominevoli pratiche perpetrate da insospettabili del "potere" e perciò morì. Almeno questa è la tesi di Stefania Nicoletti che collabora da anni con l'avvocato Paolo Franceschetti, già legale delle "Bestie di Satana" e indagatore dei più controversi casi di cronaca. Una tesi ben argomentata nell'articolo di Giorgio Cattaneo "L'orgia cannibale è realtà, Pasolini non doveva svelarla" di cui consiglio la lettura.

Insomma, Roma è stata brutalizzata come lo è stata l'Italia, unico Paese UE a non dare segnali di ripresa (PIL del secondo trimestre uguale a Zero) con le imprese che devono tentare la sopravvivenza oppressi dalla concorrenza e da una fiscalità pari al 64% (vedi sole 24 ore). Consumi stagnanti e deflazione che ancora vivono e prosperano nel nostro Paese senza che misure serie vengano prese per correggere quest'andamento che sta logorando la società civile ormai orfana di assistenza adeguata e, quel che è peggio, rassegnata.

Bisogna cambiare passo, fare leva sui pochi fondamentali ancora certi, e uscire dalla buca nella quale si è scivolati dall'inizio della crisi e nella quale, sembrerebbe, si sia trovato un sicuro riparo, come nel ventre materno, in attesa di quale strano o divino evento che possa riportarci alla luce.
Lo dobbiamo a noi stessi e alle future generazioni.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 04 Settembre 2016 09:39

Lactalis in Italia peggior pagaore

Informatore agrario: "Lactalis in Italia peggior pagatore non c'é" ma i loro prodotti made in Italy sono venduti al doppio rispetto agli altri.

Verona, 31 agosto 2016. "Lactalis, la multinazionale francese del latte, è il peggior pagatore per gli allevatori italiani" che ora sperano, sulla scia dell'accordo francese, di ottenere un adeguamento del prezzo alla stalla.

La denuncia arriva da Giorgio Apostoli, caposervizio zootecnia di Coldiretti che, dalle pagine del settimanale L'Informatore Agrario in distribuzione da domani, rimarca l'iniqua politica dei prezzi praticata dal colosso lattiero caseario, anche a danno dei consumatori italiani. Infatti se da una parte agli allevatori del nostro Paese viene riconosciuto il prezzo di 29-30 centesimi di euro al litro, dall'altra latte e formaggi dei marchi Lactalis Made in Italy (Galbani, Invernizzi, Locatelli, Cademartori, Vallelata, Parmalat) "sono venduti sugli scaffali a prezzi doppi o tripli" rispetto agli altri.
www.informatoreagrario.it

Una tavola rotonda organizzata dalla Cia reggiana e conclusa dal presidente Dino Scanavino ha compiuto un'interessante analisi del rapporto con il mercato, con Benini, Frascari, Bezzi e Caselli.

Reggio Emilia 1 settembre 2016 - "L'agricoltura è percepita come settore trainante dell'economia nazionale, ma gli agricoltori non guadagnano". La contraddizione che segna il momento attuale dell'agricoltura è stato ben sintetizzato dal presidente nazionale Dino Scanavino nel concludere la tavola rotonda che ha avuto luogo nel corso dell'Assemblea annuale CIA di Reggio Emilia presso la Cantina Albinea Canali.

Entrando più nel dettaglio, il presidente ha ricordato che un settore che valorizza l'immagine dell'Italia, che rappresenta il 3% del Pil, che genera il 14% del Pil con il settore alimentare, lascia generalmente al produttore agricolo il 15/17% del valore finale del prodotto; una quota che serve in generale a coprire i costi e pagare il lavoro, ma che non lascia margini di reddito e neppure risorse per investire.

In altro modo, con una metafora socio-sanitaria, aveva definito l'attualità agricola il presidente provinciale CIA Antenore Cervi: "Il paziente sembra sano, ma un attento check-up segnala qualche sintomo che preoccupa". I dati che Cervi ha illustrato relativi all'agricoltura reggiana, segnalano del resto una sostanziale stagnazione: il valore della produzione nel 2015 è cresciuto di uno 0,4% rispetto al non esaltante 2014 e le previsioni della Camera di commercio per il 2016 ipotizzano -1,5%; frutto di andamenti che hanno visto il Parmigiano Reggiano ritrovare equilibrio dopo anni pesanti, nel contempo peṛ ha conosciuto difficoltà il settore del vino ed il comparto vegetale in generale, mentre la suinicoltura è risultata stagnante, anche se attualmente sta vedendo prezzi in decisa ripresa.

Come se ne esce, è quanto si è cercato di capire discutendo tra autorevoli relatori su "l'agricoltura reggiana a confronto con il mercato". Francesca Benini, direttore commerciale di Riunite & Civ, ha segnalato come per affrontare la crisi del lambrusco, occorre avvicinare il mondo dei giovani al nostro vino, soffermandosi su interessanti iniziative che l'azienda sta sperimentando, anche con innovazioni di prodotto e d'immagine. Temi ripresi dal presidente del Consorzio Vini Reggiani Davide Frascari, il quale ha giudicato efficace il lavoro del Consorzio per quanto riguarda la tutela del marchio, ma carente invece sul piano della promozione, sulla quale le cantine tendono ad agire in proprio.

Promozione è anche una parte importante della strategia del Consorzio del Parmigiano Reggiano: il presidente Alessandro Bezzi, nel ricordare le azioni decise di recente, ha segnalato che i prossimi investimenti saranno rivolti a diversi soggetti che operano nella filiera, mentre ha anticipato che si stanno mettendo a punto piani di lungo periodo. Osservati speciali – ha annunciato – saranno in futuro i grattugiati e porzionati.

L'assessore regionale Simona Caselli, partendo dal concetto condiviso "non c'è una crisi agricola, c'è una crisi nella ripartizione del valore prodotto", ha sintetizzato la sua ricetta per un'agricoltura in salute: lavorare bene in campo, essere più organizzati, valorizzare insieme marchi e marche, fare gioco di squadra, innovare anche utilizzando le tecnologie più moderne.

Non è mancato il richiamo al peso delle burocrazie, che Scanavino ha espresso con la formula: dobbiamo ridurre la complessità del sistema agricolo ed il peso delle infrastrutture, specie quelle inutili.

Il tavolo istituzionale riunitosi in Provincia oggi pomeriggio ha fatto il punto della situazione: significativi passi avanti nel percorso delineato nell'accordo recentemente siglato.

Parma, 3 settembre 2016 - Giovedi pomeriggio in Piazza della Pace si è riunito il Tavolo di crisi istituzionale Simply – SMA, a cui hanno partecipato il Presidente della Provincia e Sindaco di Salsomaggiore Filippo Fritelli, il Sindaco di Fidenza e Delegato provinciale Andrea Massari, i parlamentari on. Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini, il Responsabile delle relazioni industriali di Sma spa Dario Bresciani, Vincenzo Vassetta di Cgil Fidenza e Massimo Petrolini di Filcams-Cigl, Francesca Michelotti del Centro Impiego Fidenza e Vanni Salatti dell'Agenzia regionale Emilia Romagna Lavoro.

Si sono registrati significativi passi avanti rispetto alla situazione di due mesi fa, dopo l'accordo recentemente siglato tra le parti, che ha individuato un percorso per i 34 lavoratori coinvolti dalla chiusura dei due supermercati Simply – Sma di Salsomaggiore e Fidenza.
Tutti fruiranno del collocamento in mobilità per 12 mesi per i lavoratori under 50 anni e per 18 mesi per gli over 50; in alcuni casi riceveranno anche un incentivo aziendale.

Quattro lavoratori hanno accettato il trasferimento nel Milanese.

Tutti i lavoratori interessati sono stati o saranno a breve presi in carico dal Centro Impiego di Fidenza, ora diventato parte dell'Agenzia Regionale per il Lavoro Emilia – Romagna, per la definizione di un piano personalizzato di inserimento lavorativo.

Oltre a ciò, l'azienda si è impegnata a dare la precedenza alla ricollocazione di questi lavoratori in punti vendita del gruppo SMA nel Parmense, nel caso di eventuali uscite di personale. Inoltre si è impegnata a diffondere i loro curricula presso aziende con cui ha rapporti di collaborazione commerciale. Infine, l'azienda ha concesso un mese di stipendio pagato, a fronte dei tre mesi che erano stati richiesti dal sindacato.
Questi, in sintesi, i risultati ottenuti dopo due mesi di lavori del Tavolo Istituzionale, che sono stati puntualizzati oggi.

Filippo Fritelli, Sindaco di Salsomaggiore e Presidente della Provincia ha così commentato: "A nome di tutto il Tavolo esprimo soddisfazione per i risultati raggiunti, soprattutto ripensando al punto di partenza, quando la Simply – Sma aveva comunicato la chiusura improvvisa delle due sedi e il trasferimento dei dipendenti in sedi dell'hinterland milanese, che avrebbe comportato in pratica la perdita del lavoro per 34 persone tra Fidenza e Salsomaggiore. "

Fritelli e Massari ringraziano le parti presenti al tavolo, i parlamentari di Parma, i consiglieri regionali, l'azienda e i sindacati, anche in considerazione della ricaduta sociale della vicenda, in un territorio gravemente colpito dalla crisi.
Il Tavolo resta aperto per monitorare l'evoluzione della situazione.

Pubblicato in Lavoro Parma

La Guardia di Finanza sequestra quasi un milione di euro in contanti a seguito di indagini condotte sul fallimento di una azienda di Fidenza.

Parma 2 settembre 2016 - Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza di Parma ha eseguito, su delega della locale Procura della Repubblica, un provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari, con il quale è disposto il sequestro preventivo di 875.000 euro depositati sui conti correnti o comunque nella disponibilità di quattro persone indagate per bancarotta fraudolenta.

Le indagini eseguite hanno consentito di rilevare che l'amministratore della società fidentina aveva distratto ingenti risorse finanziarie, per destinarle all'acquisto di partecipazioni in due società parmensi in realtà già costituite un mese prima dalla stessa fallita.

Tali disponibilità erano in ultimo finite nei conti correnti di quattro persone fisiche, tra le quali i due soci di una società fiduciaria di Parma.

I circostanziati elementi probatori raccolti in fase di indagine hanno indotto la locale Autorità Giudiziaria a configurare - a carico del predetto amministratore e degli altri quattro soggetti - il reato di bancarotta fraudolenta.

Il provvedimento di sequestro ha permesso il recupero del profitto del reato di bancarotta che gli indagati erano riusciti a realizzare.

Il contrasto dei reati fallimentari, che consente peraltro di restituire quanto dovuto a tutti i creditori della società, rappresenta un peculiare obiettivo nella diuturna attività di servizio del Corpo e si inquadra nella più vasta attività di repressione dell'inquinamento dell'economia legale determinato dal mancato rispetto delle regole di funzionamento del libero mercato e della leale concorrenza nei vari settori economici.

 

Pubblicato in Cronaca Parma

Il Servizio Promozione Sociale del Comune di Piacenza comunica l'avvio della nuova misura nazionale di Sostegno per l'inclusione attiva (Sia), che prevede l'erogazione di un contributo alle famiglie in condizioni economiche disagiate nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. La richiesta del beneficio è presentata da un componente del nucleo familiare al Comune mediante la compilazione di un modulo (predisposto dall'Inps) con il quale, oltre a formulare la domanda, si dichiara il possesso di alcuni requisiti necessari per l'accesso al programma, ovvero: Isee inferiore a 3mila euro; valore complessivo di altri trattamenti percepiti inferiore o uguale a 600 euro mensili; assenza di strumenti di sostegno al reddito per disoccupati, e altri. E' importante che il richiedente sia già in possesso di un'attestazione Isee in corso di validità, in quanto la valutazione della domanda terrà conto delle informazioni in essa contenute.

Per godere del beneficio, il nucleo familiare del richiedente dovrà aderire ad un progetto personalizzato che, oltre a prevedere la presa in carico dei Servizi sociali del Comune, consisterà in forme di attivazione sociale e lavorativa. Il progetto verrà costruito insieme al nucleo familiare sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni e coinvolgerà tutti i componenti, instaurando un patto tra servizi e famiglie quale reciproca assunzione di responsabilità e di impegni. Le attività riguarderanno la ricerca attiva di lavoro, l'adesione a progetti di formazione, la frequenza e l'impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute, con l'obiettivo di aiutare le famiglie a superare la condizione di povertà e riconquistare gradualmente l'autonomia.

Il beneficio economico, concesso bimestralmente, verrà erogato entro due mesi dalla richiesta attraverso una carta di pagamento elettronica (carta Sia), rilasciata da Poste Italiane, con la quale si potranno pagare le bollette elettriche e del gas presso gli uffici postali, nonché effettuare acquisti in tutti i supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie abilitati al circuito Mastercard (con il diritto a uno sconto del 5% sugli acquisti effettuati nei negozi e nelle farmacie convenzionate, con l'eccezione degli acquisti di farmaci e del pagamento di ticket).

Il beneficio mensile ammonta a 80 euro nel caso in cui il nucleo familiare sia formato da un solo componente, 160 euro per famiglie con due persone, 240 euro per nuclei di tre unità, 320 euro laddove in famiglia vi siano quattro persone e 400 euro per nuclei con 5 o più membri.

I cittadini residenti nel Comune di Piacenza potranno presentare la domanda a partire da venerdì 2 settembre, presso lo sportello InformaFamiglie & Bambini del Comune di Piacenza, nelle seguenti sedi e orari: Centro per le Famiglie di Piacenza, via Marinai d'Italia 42, lunedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12, mercoledì orario continuato dalle 9 alle 18, sabato dalle 8.30 alle 12.30 (tel. 0523/492380, fax 0523/492379); Quartiere Roma, via Torricella 7, martedì dalle 9 alle 12 (tel. 0523/385318).

Per entrambe le sedi l'e-mail è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Per informazioni sul Sia è possibile contattare anche gli sportelli Informasociale del Comune di Piacenza (via Taverna 39, tel. 0523/492731; via XXIV Maggio 28, tel. 0523/492022 - indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ).

Domenica, 07 Agosto 2016 12:04

Stress Test e quello che non ti aspetti

Le borse sempre più padrone del mondo. Il loro efficace linguaggio e la capacità di osservare e reagire "fuori dagli schemi". L'intelligenza artificiale sta prendendo il sopravvento dell'umanità?

di Lamberto Colla Parma, 07 agosto 2016.
Il tanto agognato quanto temuto "Stress Test", ovvero il meccanismo con il quale viene verificata la solidità di una banca, ha dato un risultato particolarmente, quanto inaspettatamente, favorevole alla maggior parte delle banche italiane. Quattro su cinque Istituti di Credito italiani si sono piazzati ai vertici della classifica europea, dove in vetta addirittura fa bella mostra Intesa San Paolo, mentre Monte dei Paschi di Siena (MPS) è risultata, come era atteso, la peggiore di tutte.

Con un po' di sorpresa, seppure da diverso tempo si conoscesse il non perfetto stato di salute delle corazzate bancarie tedesche, nonostante gli sforzi della Merkel per celarne le magagne, i test hanno messo in evidenza che le più grandi banche teutoniche, Deutsche Bank e Commerzbank, sono entrate nella top 12 degli istituti più deboli.

Da questa fotografia dello stato di salute del sistema bancario europeo ci si sarebbe attesa una risposta delle borse di un certo tono; premi consistenti al "sistema Italia" e un segnale di preoccupazione verso quello il "sistema bancario" Germania.

Invece, nella prima giornata utile, la borsa ha stroncato tutti i titoli bancari, compresi i più solidi, e premiato il MPS sulla base di una "promessa" di risanamento che vedrebbe coinvolti la Cassa Deposito e Prestiti (Ministero del Tesoro) e un probabile impegno da parte di alcune casse previdenziali dei professionisti (accordo non ancora raggiunto e, correttamente, contrastato dai Federconsumatori e Adusbef).

Insomma, proprio quello che non ti aspetti!
Di fatto, la Borsa ha ragionato "fuori dagli schemi". Non ha creduto a tanta solidità delle banche e ha risposto con un commento positivo alla proposta di risanamento di MPS (+0,5% il giorno seguente il test e la promessa) per poi riallinerala alle altre banche nei giorni che sono seguiti, quasi a voler dire "di porre attenzione alle garanzie da mettere in gioco" (vedi casse previdenziali), riallineando MPS a tutti gli altri titoli bancari.

Una sorta di linguaggio, peraltro facilmente interpretabile anche ai più profani, quello che le borse stanno utilizzando per "convincere" gli Stati a seguire ben precisi indirizzi. Messaggi di minaccia che, quando si sono tradotti in promesse, hanno fatto veramente male ai Governi e ai loro sudditi (leggi Berlusconi Premier e lo spread alle stelle).

Quello che sconcerta è la fenomenale capacità di reazione delle borse. Immensi volumi di titoli compravenduti in poche ore da EST a Ovest del pianeta a dimostrazione che la regia delle operazioni è in mano a pochissimi soggetti. Poche persone fisiche, possessori di immensi patrimoni personali, con la disponibilità di gestire quell'immensità di "carta straccia" di derivati e altri prodotti finanziari complessi. Una immensa massa di titoli che non rappresentano la realtà dell'economia ma la influenzano senza possedere un valore reale. Basti pensare che il totale dei debiti che circolano sulla base di pezzi di carta, al mondo, è pari a oltre 50 volte il valore reale, dato dal prodotto interno lordo mondiale.

In Conclusione le borse, quindi i pochi che le governano, i cui indici quotidianamente attraggono quanto o forse più delle previsioni meteo, con sempre maggiore frequenza e autorità danno indicazioni e suggerimenti, in perfetto stile mafioso, sgrammaticato ma assolutamente efficace, agli Stati stessi (USA compresi) "suggerendo" loro le politiche da attuare. Pena, la ritorsione finanziaria e il conseguente spargimento di lacrime e sangue.

Pubblicato in Politica Emilia

Strategiche le azioni messe in campo per favorire il dialogo interprofessionale. Mercuri: "Abbiamo registrato un'apertura sulle nostre richieste specifiche di intervento urgente"

Roma, 20 luglio 2016. "Le risorse stanziate da Governo e Mipaaf sono un primo passo per affrontare, nel breve e medio periodo, le difficoltà del comparto cerealicolo nazionale, che sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili, specie per la fase agricola, con un abbassamento dei prezzi che si ripercuote anche sulle strutture intermedie. Siamo soddisfatti perché, tra le proposte presentate oggi al tavolo, sono state prese in considerazione molte delle richieste della cooperazione come la migliore organizzazione di filiera per la conclusione di accordi tra produzione e industria di trasformazione e un maggiore finanziamento a innovazione e ricerca, in merito alla quale le strutture cooperative possono fungere da partner per la divulgazione dei risultati".

Così il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, al termine del tavolo nazionale della filiera cerealicola convocato dal ministro Martina, che ha visto anche la partecipazione della coordinatrice del settore grandi colture dell'Alleanza delle Cooperative, Patrizia Marcellini.

"Strategiche – ha aggiunto Mercuri - anche le azioni messe in campo per favorire il dialogo interprofessionale e quelle per rendere più trasparente la formazione del prezzo attraverso l'istituzione della Commissione unica nazionale per il grano duro. Bene inoltre la sperimentazione di uno strumento assicurativo a tutela dei ricavi delle aziende agricole. Abbiamo registrato – ha concluso Mercuri - un'apertura sulle nostre richieste specifiche di intervento urgente come l'estensione della moratoria per i crediti agrari già prevista per altri comparti, un'accelerazione sull'erogazione dei contributi PAC 2015 e un impegno concreto sugli anticipi 2016".

Roma, 18 luglio 2016. "Il pacchetto di aiuti messo a disposizione dall'Europa per sostenere l'agroalimentare ed in particolare il settore lattiero-caseario, con misure volte ad incentivare la riduzione della produzione, è una novità importante. Auspichiamo che i produttori europei scelgano con convinzione la strada del contenimento volontario della produzione di latte".

Così il coordinatore del settore lattiero-caseario dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, Gianpiero Calzolari, commenta le notizie che arrivano da Bruxelles sul pacchetto di aiuti straordinari messo a disposizione dall'Europa per gli agricoltori, destinato soprattutto agli allevatori del settore latte per un totale di 500 mln di euro. Di questi, 150 mln costituiscono un fondo per incentivare la riduzione della produzione di latte, con un obiettivo di 1,4mln di tonnellate in meno a livello europeo.

"I 21 milioni destinati dall'Europa all'Italia per i settori del latte e dell'allevamento, unitamente ai 10 milioni già stanziati dal nostro Paese e ad altre risorse che potranno arrivare – ha detto Calzolari -, potranno consentire di mettere in atto un piano di interventi decisamente importante, a condizione che non si tratti di un'iniziativa una tantum ma rappresenti l'avvio di una programmazione pluriennale della produzione europea del latte, gestita dai produttori in forma aggregata. Per questo occorre valutare attentamente le linee di intervento. La cooperazione – ha concluso Calzolari - è a disposizione del ministro Martina per valutare assieme come ottimizzare al meglio le risorse disponibili, finalizzandole ai risultati attesi e non a mera elargizione".
(Fonte Alleanza Cooperative)

L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia rivela che nei primi sei mesi del 2016 le istanze di fallimento aperte dal Tribunale di Reggio Emilia sono state 73, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015 a causa della crisi. Dopo il capoluogo, il comune con il maggior numero di fallimenti è Scandiano.

Reggio Emilia, 18 luglio 2016

In provincia di Reggio Emilia la crisi economica non è ancora da archiviare. Dopo la flessione del numero di imprese registrato all'inizio del 2016, andamento influenzato da una crescita delle cessazioni, anche i fallimenti riprendono a salire.
Secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, nei primi sei mesi del 2016 le istanze di fallimento aperte dal Tribunale di Reggio Emilia sono state 73, il 22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015, quando i fallimenti coinvolsero 60 imprese. Sempre nel periodo gennaio-giugno le altre procedure concorsuali (concordarti, accordi di ristrutturazione debiti, liquidazioni coatte amministrative) sono invece diminuite, passando dalle 10 del 2015 alle 8 del 2016.

Osservando il settore di appartenenza delle imprese entrate in fallimento si trovano conferme circa le difficoltà registrate in modo particolare da alcuni comparti, primi fra tutti quello delle costruzioni (26 fallimenti) e il manifatturiero (25). Nell'industria è stato particolarmente colpito il settore metalmeccanico per il quale, nel primo quadrimestre del 2016, sono state aperte 11 istanze di fallimento, quasi la metà dei fallimenti del comparto.
Relativamente al settore terziario, in provincia di Reggio Emilia sono state aperte 10 procedure fallimentari nel commercio, 3 nelle attività immobiliari, 4 nelle attività di alloggio e ristorazione e 5 in altre attività dei servizi, fra i quali lavanderie e centri per il benessere fisico.
Scendendo nel dettaglio della tipologia d'impresa, tre imprese su quattro sono società di capitale (59 fallimenti sui 73 totali), quasi tutte società a responsabilità limitata (56); le restanti 14 procedure riguardano sia società di persone (9 fallimenti fra sas e snc) che ditte individuali (4 fallimenti) oltre ad una cooperativa.
Un ultimo dato riguarda l'ubicazione delle aziende oggetto di procedura: un fallimento su 3 riguarda imprese insediate nel comune di Reggio Emilia mentre il restante 66% si distribuisce su tutto il territorio provinciale. Dopo il capoluogo, il comune con il maggior numero di fallimenti è Scandiano con 6 imprese entrate in fallimento, mentre la zona della montagna, con solo due procedure attivate, è quella con il minor numero di fallimenti aperti nel primo semestre del 2016.

fallimenti camera di commercio lavoro reggio emilia luglio 2016

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

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