Lunedì, 15 Ottobre 2018 06:34

Morti sul lavoro a Reggio Emilia, la Cisl denuncia: pochi ispettori sul territorio per garantire sicurezza In evidenza

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Rosamaria Papaleo segretario CISL Centrale Rosamaria Papaleo segretario CISL Centrale

Per le oltre 26 mila aziende, delle province di Reggio e Parma, i controllori sono solo una quarantina. Una situazione inaccettabile peggiorata dopo l'istituzione dell'Inl

Reggio Emilia (14-10-2018) - Dopo l'ennesimo infortunio mortale sul lavoro a Reggio Emilia, il sindacato Cisl Emilia Centrale denuncia la carenza degli ispettori del lavoro sul territorio. «Nonostante le promesse dell'Ispettorato del lavoro – spiega Rosamaria Papaleo, segretario Cisl Emilia Centrale - l'attività di controllo non è capillare. In totale gli ispettori del lavoro, tra le province di Reggio Emilia e Parma, sono 45 dal 2017. E in particolare sul territorio reggiano operano formalmente 23 ispettori più sei carabinieri del nucleo ispettivo, tra le due province».

«E con il blocco del turnover – aggiungono dalla Cisl Funzione Pubblica, la categoria di riferimento - non ci sono state nuove assunzioni e molti ispettori sono attualmente distolti dall'attività di controllo presso le aziende per essere occupati in attività amministrative d'ufficio».

I dati sono chiari: nelle province di Reggio Emilia e Parma, secondo i dati pubblicati a metà del 2017, ci sono 26.550 aziende che dispongono, tra Reggio e Parma, di 269.309 dipendenti. L'organico di ispettori è evidentemente molto carente rispetto al rapporto delle aziende sul territorio.

«Dopo l'istituzione dell'Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) – aggiunge Papaleo – il personale locale soffre di scarse risorse strumentali. Più volte il sindacato ha sollecitato affinché si svolgessero percorsi formativi, ma ad oggi si registra un timido avvio che ha coinvolto solo una parte del personale e l'attività ispettiva continua pertanto ad essere sacrificata. Attività che hanno come oggetto non solo il controllo dell'operato delle aziende, ma anche la prevenzione per informare le ditte e i lavoratori sui comportamenti da adottare».

«Un ulteriore elemento che non è stato potenziato – spiega la sindacalista – è un collegamento partecipato con le Asl del territorio, che sono l'organo deputato allo svolgimento di accertamenti per la salute e sicurezza dei lavoratori. In totale, nell'anno passato in provincia ci sono state circa 1257 ispezioni: un numero minimo rispetto al numero delle aziende».
«La situazione - termina la segretaria – è grave. Vista la frequenza degli infortuni sul lavoro, la questione deve essere portata all'attenzione delle forze politiche al più presto, in continuità con il lavoro che sta facendo il sindacato sul territorio».