Il look del Daytona automatico fu, al suo arrivo, un shock per un pubblico abituato ai cronografi concepiti per essere il meno vistosi possibile....
Parma, 27 agosto 2015 -
Infatti i quadranti furono accolti molto freddamente dal mercato. In quei tempi il pubblico cercava l'orologio automatico, elegante e sottile. Alla riscoperta di Rolex da parte del mercato, avvenuta a metà anni 80, questo quadrante fu subito ricercato e in primis oltreoceano, riprodotto. Il mercato fu invaso da questo tipo di quadranti falsi. A quei tempi il pubblico non sapeva distinguere un originale.
Nel decennio successivo sono stati commercializzati migliaia di orologi di secondo polso non veri, facendo finire il Newman negli orologi troppo rischiosi per essere comprati: era un quadrante 'pericoloso', dove non ci si capiva niente.
Con la collezione degli orologi di secondo polso, accuratamente selezionati dallo staff di esperti "Carboni1950", troverai l'orologio dei tuoi sogni mettendo al riparo l'investimento.
Carboni1950 è una raffinata boutique di gioielleria e orologeria, ma anche un laboratorio esperto e professionale nel campo dell'oreficeria, della gioielleria e della gemmologia; la gestione familiare da tre generazioni unisce la serietà della tradizione con una speciale attenzione alle nuove tendenze di gusto e della moda.
- Gioielleria artigianale. Design e innovazione.
- Gioielleria
- Orologi Grandi Marche di "Secondo Polso"
- Concessionario Eberhard
- Concessionario Orologi Gucci
Per maggiori informazioni:
"Carboni 1950" 0521-284312- Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
oppure consultare il sito per lo shopping on line: Carboni1950.it
Carboni1950 - Via Mazzini, 5/a 43121 Parma
Sono tantissime le versioni e le modifiche di questo orologio nel corso degli anni...
- Parma, 23 agosto 2015 -
In questa giungla di modelli e piccoli cambiamenti chi desidera acquistare un orologio di secondo polso ha veramente difficoltà a districarsi...
Come facciamo a essere certi dell'originalità?
La soluzione non è il fai da te: non basta informarsi e lasciarsi convincere da chi offre un secondo polso a buon prezzo. Meglio – mai come in questo caso - affidarsi ad un esperto.
Solo negli ultimi anni il quadrante Newman è stato analizzato approfonditamente e distinto da copie in giro per il mondo... Alcune imperfezioni sintomatiche dell'originalità, alcune caratteristiche, le riconosce solo l'occhio di un buon conoscitore. Ed è fondamentale farsi rilasciare sempre una dichiarazione di vendita o documento fiscale.
Con la collezione degli orologi di secondo polso, accuratamente selezionati dallo staff di esperti "Carboni1950", troverai l'orologio dei tuoi sogni mettendo al riparo l'investimento.
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"Indianapolis, pista infernale" sancisce il binomio tra Paul Newman e il Rolex Daytona che da lì a poco verrà conseguentemente ribattezzato con il nome del celebre attore...
- Parma, 13 agosto 2015 -
Il Cosmograph è la rivoluzione concettuale dell'orologio: il quadrante 'complesso' è il vero centro estetico. Le modifiche nel corso degli anni rendono difficile riconoscere le numerose imitazioni dagli originali.
Il quadrante Newman è diventato uno status symbol. E' la versione con il look più sportivo e legato al mondo delle corse. Nasce in concomitanza alla collaborazione di Rolex come cronometrista ufficiale ai circuiti di Daytona in Florida e le Mans in Francia.
Montato dopo il 1964 circa venne battezzato esotico e tropicale per poi trovare il suo definitivo soprannome grazie ai collezionisti italiani, i quali lo notarono al polso del noto attore in una pubblicità destinata al nostro mercato del film "Indianapolis pista infernale".
Con la collezione degli orologi di secondo polso, accuratamente selezionati dallo staff di esperti "Carboni1950", troverai l'orologio dei tuoi sogni mettendo al riparo l'investimento.
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Tutte le caratteristiche che rendono unico un Rolex Daytona... -
Il quadrante è caratterizzato dalla tridimensionalità. Esiste infatti un dislivello tra corpo centrale, perimetro e contatori, ovviamente dai colori a contrasto. Ad ore 6 c'è la scritta t swiss. Il contatore è realizzato a cerchi concentrici che, nella stragrande maggioranza dei casi, iniziano subito sotto lo scalino, ma esistono, soprattutto nelle ultime versioni, quadranti con il bordo dei contatori inclinato. Sulla parte centrale del quadrante, ad ore 6, sopra il contatore delle ore, c'è la scritta Daytona. Questa è presente in tutti i modelli. In alto troviamo la corona logo Rolex, la scritta Rolex e quella Cosmograph, nome di invenzione Rolex comune a tutti i crono manuali di quel periodo che vuol evocare anche le imprese spaziali che in quegli anni erano la frontiera che da li a poco l'uomo si accingeva a varcare.
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Un festival dalle mille sfaccettature, tra giornalisti, addetti al settore, vip e turisti amanti del cinema. -
Parma, 19 maggio 2015 - di F.P. -
Il Festival del Cinema di Cannes, insieme a quello di Venezia è uno degli eventi più importanti per il cinema a livello mondiale.
Un momento di aggregazione che unisce attori, maestranze, finanziatori, addetti del settore e ammiratori in un posto solo, in un concentrato di 10 giorni di puro cinema.
I premi
Le palme d'oro sono premi molto ambiti che rappresentano sicuramente un riconoscimento di poco inferiore a quello conferito dagli Accademy Awards durante la famosa e interminabile notte degli oscar.
Il Festival in cifre
Cannes si trasforma pronta a fagocitare 180.000 persone passando così da una popolazione di 70.000 abitanti a 210.000 di cui 4.500 giornalisti internazionali. Con investimenti pari a 20 milioni di Euro, la manifestazione prevede 500 telecamere di sorveglianza e prezzi da capogiro per chiunque desideri entrare in uno dei luoghi VIP legati al festival: 39.000 euro il prezzo per una notte nella Penthouse suite all'hotel Majestic Barriere adiacente al palazzo del festival.
Il Festival per i giornalisti
Se vedete personaggi agghindati con diverse gradazioni cromatiche di badge appesi al collo, quelli sono giornalisti: pronti a vedere film dal primo mattino fino a tarda notte; amanti del cinema pronti a interminabili code e liti per un posto in platea (ho visto di persona ndr). Pronti a scrivere, commentare e criticare in tempo reale tutte le pellicole in proiezione durante l'evento. Con i badge e gli inviti giusti si aprono tutte le porte del festival, feste mondane comprese.
Il Festival per gli addetti al settore
Il festival non è solo una rassegna di film da valutare e premiare, bensì un vero e proprio luogo d'incontro tra domanda e offerta, una piazza internazionale dove produttori e distributori possono liberamente negoziare i propri lavori: non è cosa rara vedere i cinepanettoni italiani della stagione precedente in proiezione per la distribuzione nei mercati esteri.
Il Festival dei VIP
Feste Benefiche, auto di lusso, red carpet e ogni genere e tipo di sfarzo sono i protagonisti delle notti dei Vip del cinema e degli influenti personaggi internazionali che finanziano tutto il sistema (in una sola sera, l'associazione Amfar, lotta HIV, ha raccolto 30 milioni di dollari).
Rotocalchi e pagine di gossip possono andare avanti mesi con il materiale raccolto nei pochi giorni del festival.
Festival dei turisti
Fatto salvo per i costi da capogiro (monolocali da 30 mq a 3.500 per 10 giorni in zona festival), i turisti si trovano a pochi metri dalle loro star. Si possono armare di sgabelli, sedie e –per i più audaci- scale (quelle da imbianchino, per intenderci) e seguire tutti i red carpet del festival. Capita spesso che le liti e risse per strapparsi il posto migliore.
Per chi vuole si può acquistare il pass e visitare sia il palazzo del festival che il villaggio allestito tutto intorno, compreso di proiezioni speciali.
I più audaci, vestiti in modo stravagante e con cartelli improbabili in bella vista, attendono anche ore davanti all'ingresso principale in attesa che qualcuno gli regali un invito ad una proiezione.
Un festival che offre tanto, una cornice meravigliosa, un evento internazionale di altissimo livello. Questo è il festival di Cannes.
Un'impresa unica, che sta avendo risonanza a livello mondiale. A Cesena in mille hanno suonato 'Learn to Fly', per richiamare l'attenzione dei Foo Fighters. Abbiamo incontrato Riccardo, che al Parco Ippodromo ha partecipato a questa impresa folle. -
Parma, 5 agosto 2015 - di Sara Bondani - guarda il video ufficiale -
250 cantanti, 350 chitarristi, 150 bassisti e 250 batteristi uniti da un unico obiettivo: suonare 'Learn to Fly', sotto la guida esperta del Direttore d' Orchesta Marco Sabiu, per portare i Foo Fighters in Romagna.
L'ultimo concerto del famoso gruppo rock in Romagna risaliva al 1997, così ha preso piede l'idea folle, quanto geniale e vincente, di Fabio Zaffagnini. Uno spettacolo unico al mondo, quello di domenica 26 luglio, al Parco Ippodromo di Cesena. Un'impresa mai provata prima, una performance senza uguali, che ha avuto talmente tanta risonanza a livello mondiale, da ricevere la risposta di Dave Grohl in persona. Sulla pagina Facebook ufficiale del gruppo, il cantante dei Foo Fighters ha confermato che la band sarà presto a Cesena.
Fra i mille c'era anche Riccardo che è partito con la sua chitarra da Sant'Ilario (RE) alla volta di Cesena per partecipare a questa grandiosa impresa.
Com'è stata la partenza alla volta di Cesena?
"La sveglia è suonata molto presto quella domenica mattina e la voglia di rimanere a letto era tanta, anche perché le aspettative per la giornata non erano delle più allettanti: sole, caldo e un branco di musicisti allo sbaraglio." - ammette.
"Al mio arrivo c'era già un folto numero di batteristi che aveva cominciato a tamburellare sul proprio strumento. L'area per noi musicisti era davvero ben attrezzata e dopo poco il parco si era già affollato di musicisti intenti a sistemare le proprie strumentazioni."
Un'impresa rischiosa. Non vi era certezza sulla riuscita...
"Diciamo che l'ottimismo non faceva proprio da padrone e il timore più grande era rivolto verso i 250 batteristi che avrebbero dovuto tenere il tempo. Da lì a poco però i nostri dubbi sono stati cancellati e rimpiazzati da una scarica di adrenalina e fiducia, assistendo alla prima prova dei batteristi. È stato davvero impressionante vedere 500 bacchette muoversi simultaneamente e sentire un suono potente uscire da quella distesa di batterie. Al termine, è toccato ai bassisti, poi ai cantanti e alla fine a noi chitarristi. Man mano che si andava avanti con le prove, la fiducia cresceva sempre di più. Il Maestro Sabiu era molto soddisfatto, lo staff che osservava da fuori aveva trasformato sguardi un po tesi in grandi sorrisi. Dalla nostra postazione non ci si rendeva bene conto di quello che si sentisse da fuori. A parte le batterie che avevo a destra e le chitarre dietro la schiena, faticavo a sentire altro."
Cosa ti ha colpito di più?
"La serietà che ognuno di noi ha messo in quello che faceva. Avevo il timore che qualcuno volesse far vedere di essere meglio degli altri, invece ognuno era intento a suonare la propria parte con impegno e quando veniva chiesto di fermarsi, tra una prova e l'altra, nel parco calava il silenzio!"
L'emozione della prima prova?
"Quando finalmente è arrivato il momento della prima prova tutti insieme, una richiesta del Maestro Sabiu ha generato stupore ed estasi al tempo stesso: 'Ragazzi, questa sarà per voi la prima e l'ultima volta che ve lo sentirete dire... Alzate al massimo i vostri amplificatori!' Un boato si è alzato dalla zona bassi e da quella delle chitarre. Non ci sembrava vero, un sogno diventato realtà, sentirsi dire di alzare il volume invece che abbassarlo! La prima prova è stata incredibile, siamo riusciti a finire tutto il brano al primo colpo."
Tutto organizzato nel dettaglio...
"Si, alle 14 inizio delle prove, alle 18:30 le registrazioni ufficiali. Verso le 16 abbiamo sospeso le prove per permettere allo staff di sistemare la postazione dei cantanti, poi hanno registrato le voci da sole così da avere una traccia pulita da poter utilizzare nel mixaggio finale. Nell' attesa, jam session iniziavano a crearsi qua e là, dando vita a splendidi momento di improvvisazione.
Abbiamo eseguito un' ulteriore prova con la nuova disposizione dei cantanti e poi abbiamo atteso che l'organizzazione preparasse tutta la strumentazione per iniziare a girare il video finale.
Puntuali come svizzeri, alle 18:30 ha avuto inizio il primo ciack del video ufficiale. Ne sono seguiti altri 5 o 6 dove in ognuno veniva modificata l'inquadratura e negli ultimi due è stato introdotto un finale alternativo."
Un folto pubblico a fare da spettatore. Ora puoi dire di aver suonato davanti a 2000 persone...
"Sì, nel mentre aveva iniziato ad affluire il pubblico con più di 2000 persone che ha saputo dare ulteriore carica a tutti noi. Al termine dell'ultimo ciack, è iniziato il delirio! Eravamo tutti esaltati, abbiamo abbandonato la nostra posizione e ci siamo lanciati in mezzo ai batteristi e cantanti iniziando a congratularci a vicenda per quello che eravamo riusciti a fare. Si è intonato un "We will rock you" dei Queen e tutto il pubblico è stato invitato ad unirsi alla nostra follia. Dopo una decina di minuti di festa e danze il silenzio è tornato su tutto il parco. Era finalmente giunto il momento del tanto desiderato appello ai Foo Fighters. Così Fabio Zaffagnini - ideatore dell'evento - ha preso in mano il microfono e con grande emozione, ha iniziato a chiedere ai nostri idoli di venire a suonare a Cesena, finendo con un unico coro che gridava: 'Foo fighters, foo fighters!!!!'"
Un'esperienza che ha avuto risonanza a livello mondiale anche grazie ai social...
"Ringrazio di non essere rimasto a letto quella mattina, perché mi sarei perso uno dei momenti più emozionanti della vita da musicista e non avrei avuto la possibilità di condividere questa grande passione con altri 1000 ragazzi come me. Siamo diventati come una grande famiglia, soprattutto grazie ai social che ci stanno dando la possibilità di condividere le nostre esperienze.
A distanza di una settimana, l'emozione è ancora tanta e devo dire che è anche aumentata vedendo realizzato il sogno che ha dato origine a questo evento. Sono bastate poche ore sul web del video ufficiale per riceve la risposta direttamente da Dave Grohl - frontman del gruppo - che ha accettato la nostra richiesta di venire a suonare a Cesena. La nostra impresa ha fatto il giro del mondo finendo su tutte le maggiori televisioni e testate giornalistiche mondiali (BBC, CNN, Times...) e il video ha raggiunto 17 milioni di visualizzazioni su YouTube in soli quattro giorni! Devo dire che fa un certo effetto vivere tutto questo. Finalmente posso dire di aver avuto anche io i miei "15 minuti di celebrità"."
"Una faccia una razza", il libro di Diego Santini che svela il modo speciale in cui animali e persone si scelgono, senza saperlo. Storie d'amore incondizionato che hanno dell'incredibile. Per aiutarci a capire loro e noi. -
Parma, 4 agosto 2015 - di Alexa Kuhne - sfoglia le foto nella galleria in fondo al testo -
Accostate la vostra faccia a quella del vostro animale domestico. Ora osservatevi allo specchio. Non notate sorprendenti affinità? Orecchie lunghe e marroni il vostro cane e capelli lunghi e scuri voi? Oppure una struttura fisica potente, quella del vostro pet, proprio come la vostra? Non c'è niente di casuale in tutto questo.
Ci sono spiegazioni che vanno molto al di là della nostra apparente comprensione che dimostrano che la scelta della razza giusta non sia frutto di una preferenza superficiale, ma la conseguenza di meccanismi davvero particolari.
Diego Santini, veterinario e membro della Scivac ( Società culturale italiana dei veterinari per animali da compagnia) e della Sidev ( Società italiana di dermatologia veterinaria) ha approfondito la sua intuizione arrivando a scoprire, basandosi su dati scientifici, cose incredibili.
Secondo Santini, che ha raccolto storie, immagini e riflessioni nel suo libro "Una faccia una razza", c'è una somiglianza speciale tra un umano e il suo pet: quella del cuore. Quella fisica è infatti una affinità lampante, ma quella nascosta nella corrispondenza d'affetto che crea un circuito privilegiato tra animale e persona è tenera, meravigliosa, unica. Da queste osservazioni è partito il suo "viaggio" nelle affinità. Che sono davvero tantissime.
Nella foto il Dott. Diego Santini e il suo amico a quattro zampe
Perché leggere questo libro?
"Perché fa sorridere scoprire le somiglianze che ci accomunano ai nostri animali. Basta farci caso, come faccio io quotidianamente nel mio studio veterinario. Ma esistono anche studi che provano scientificamente le somiglianze fra animali e umani e in queste pagine ne propongo diversi, condotti in importanti Università di tutto il mondo e da biologi e psichiatri illustri".
Secondo lo scrittore, gli animali li scegliamo perché hanno caratteristiche fisiche che ci corrispondono. Ma è durante la convivenza che finiscono per assomigliarci anche nei comportamenti. E questo è fondamentale per aiutarci a capire i nostri amici a quattro zampe che migliorano la qualità della nostra vita e conoscerli meglio aiuta a conoscere meglio noi stessi.
E non a caso si sfrutta la profonda empatia che può crearsi fra animali da compagnia e umani per lavorare con la Pet-therapy. L'analisi delle somiglianze ci permette di esplorare il mondo magico dei sentimenti che ci legano ai nostri amici quadrupedi, diventando così sia un modo per conoscerli meglio, sia uno strumento straordinario per comprendere di più noi stessi.
Su quali lavori si è basato?
"Il primo lavoro scientifico è stato quello condotto da due psicologi americani della California University di San Diego, Michael M. Roy e Nicholas J.S. Christenfeld, che hanno eseguito una ricerca su quarantacinque coppie di "cane - padrone" scelte a caso in tre noti e affollati parchi cittadini. Di questo gruppo facevano parte venticinque cani di razza pura e venti meticci. Tutti i proprietari (ventiquattro donne e ventuno uomini con età media di trentasei anni) sono stati fotografati come si trovavano all'incontro. Le fotografie sono state esaminate da una giuria composta da ventotto studenti della stessa università e l'accostamento tra cani di razza e i loro veri padroni ha ottenuto la percentuale più alta: sedici coppie riconosciute su venticinque. Lo studio ha dimostrato che al momento dell'adozione di un cane noi vogliamo quello che più ci assomiglia. La scelta è inconscia e sembra immotivata; siamo solo molto attratti dal cane perché ricerchiamo somiglianze.
Quale meccanismo è alla base di questo processo?
"Il prof. Raffaele Calabretta dell'Istituto di Scienze Cognitive e Tecnologie del CNR di Roma sostiene che la scelta di un determinato tipo di cane o di razza sembra che abbia origine all'interno dell'amigdala, una microscopica struttura presente nel nostro sistema nervoso centrale. All'interno del suo nucleo sarebbe custodita tutta la nostra memoria emozionale da quando siamo venuti al mondo. Al momento della "scelta" si metterebbe così in moto facendoci scartare, inconsciamente, quelle facce, tipi o espressioni canine che potrebbero stimolare in noi sensazioni negative! La scelta, quindi, sarebbe soltanto in apparenza frutto di una serie di riflessioni profonde e razionali, come per esempio la lunghezza del pelo collegata a esigenze domestiche o le dimensioni corporee in rapporto alla metratura del giardino; in realtà, il tutto avverrebbe inconsciamente, senza segnali d'avviso". La cosa ancora più affascinante è che se il nostro amico a quattro zampe non ci assomigliasse ancora a sufficienza allora saremo noi a creare le somiglianze più opportune per dargli, in questo modo, il nostro "marchio di fabbrica".
E loro – gli amati animali – ci copiano, vogliono assomigliarci?
"Gli animali si comportano come delle spugne e sanno assorbire molto di noi...nel bene e nel male. Ho raccontato di Mirtillo che ha saputo far superare alla sua padrona il dolore immenso della perdita di una figlia o di Orazio, che da cane di strada si è trasformato in elegantissimo accompagnatore di un amico super chic. In altre situazioni, invece, gli animali hanno sviluppato le nostre stesse nevrosi, presentando delle patologie che hanno richiesto cure mediche e terapie psicologiche".
I nostri amici ci 'parlano'? In che modo comunicano con noi?
"Parlano, eccome...Basta saperli osservare. La comunicazione è universale. Nel libro ci sono aneddoti incredibili, divertenti e tragici, dove specie 'impossibili' hanno saputo capirsi. Tutti gli animali che ho incontrato e di cui ho scritto...mi volevano parlare!
Fra le somiglianze non potevano mancare quelle strettamente "sentimentali".
"Cosa ci può essere di più 'umano' di un bacio?...Anche in questo ci assomigliano, pure loro baciano magari non proprio con la stessa passione ma con un significato simile!"
I pet ci imitano anche quando si ammalano, non è vero?
"La terza parte del libro riguarda la somiglianza con le malattie umane in quanto anche i nostri animali si ammalano delle nostre stesse patologie con gli stessi fattori predisponenti. Un aspetto emergente riguarda l'obesità che corre parallela nell'uomo e negli animali. Come per noi risulta difficile combatterla, altrettanto per loro diventa impossibile far scendere l'ago della bilancia se noi non li aiutiamo. La nostra guarigione porta alla loro in quanto la filosofia che la nutre è la stessa".
Quali sono i vantaggi terapeutici della loro vicinanza?
"Possono favorire l'abbassamento della pressione del sangue, del colesterolo e arrivare, addirittura, a diminuire la sensazione di dolore quando si va dal dentista... Gli effetti riguardano tutte le età e agiscono nelle situazioni più disparate: funzionano nell'autismo, come supporto psicologico in malattie inguaribili fino ad aiutare i carcerati e i tossicodipendenti a recuperare un contatto con la vita".
L' amore tra una persona e un animale dura davvero un'esistenza. Si è uguali anche quando si invecchia?
"Nel mio lavoro tratto anche del momento dell'addio. Fedeli al principio alla somiglianza, viviamo quegli istanti con la stessa emotività che avvolge la perdita di un nostro caro. La storia, dall'antichità ad oggi, è costellata di esempi famosi. In Cina, all'epoca dell'Impero Celeste, all'interno della Città Proibita, esisteva un cimitero che conteneva le spoglie di circa un migliaio di cani, compagni fedeli di secoli di dinastie reali e tutti rigorosamente di razza pechinese. Le loro piccole bare vennero impreziosite di metalli preziosi a tal punto da suscitare, nell'Ottocento, l'interesse di Inglesi e Francesi che, come bottino di guerra, decisero di impossessarsene distruggendo quella stupenda e unica struttura. In Inghilterra, nella contea di Huntingdon, più di un secolo fa, ne fu costruito un altro dove le lapidi degli animali che vi riposano furono abbellite da statue a grandezza naturale e da cristalli e marmi provenienti dall'Italia. E da allora, in tutto il mondo, si è moltiplicata la nascita di questi luoghi. Ci sono narrazioni però meno note che mi hanno colpito il cuore, testimoniando come l'animo umano...di certi umani, sia rimasto lo stesso da millenni. A Veglie, in Puglia, non esiste un cimitero per animali ma solo una piccola tomba che ricorda la presenza di una cagnolina che per molti anni ha vissuto libera in paese. Non era di nessuno ma in realtà era di tutti. Si chiamava Maria, accompagnava ogni persona che incontrava per strada, giocava con i bambini, partecipava alle feste di quella piccola comunità e alla domenica aspettava la fine della messa seduta sui gradini della chiesa. Ora non c'è più ma vivrà per sempre nel cuore di chi l'ha conosciuta. E se qualcuno volesse sapere chi era è sufficiente leggere le parole che sono impresse sulla sua lapide : 'Abbracciami anche tu in quest'attimo perché anch'io ti appartengo' ".
Bellezza Italiana: "Alla Mirigliani il primo round, ma il match non e' finito". Mirka Fochi presenta un reclamo al tribunale di Roma. -
Parma, 29 luglio 2015 -
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Bellezza Italiana -
"Ieri il Tribunale di Roma ha bloccato il Contest Bellezza Italiana, riconoscendo il rischio di confusione e la concorrenza sleale verso il Concorso Miss Italia.
Pur rispettando la decisione del Giudice, informiamo che abbiamo presentato un reclamo, attraverso il nostro studio legale, perché riteniamo che sia infondata, illegittimo ed erroneo. Per adesso non c'è alcuna decisione definitiva sulla questione, finche non sarà esaurito questo provvedimento di impugnazione.
Bellezza Italiana è un contest attitudinale dedicato alle ragazze che dimostrano di avere Talento nel campo della Danza, Canto, Recitazione, Sport e Moda e non è basato solamente sulla bellezza.
Bellezza Italiana è nuovo e diverso, esce dallo stereotipo della Miss, assegna titoli come Fashion Attitude, Talento (ballo, recitazione, canto) International (ragazze straniere talentuose residenti sul territorio Italiano).
Non capiamo l'accanimento della Mirigliani verso Bellezza Italiana, forse perché Mirka Fochi (Responsabile Nazionale) è stata tanto amata dal padre Enzo, forse perché il contest ha le finali a Salsomaggiore (sede storica per tanti anni del concorso di Enzo Mirigliani), forse perché i Media cominciavano a dare risalto a Bellezza Italiana in quanto nuovo Talent Show al femminile, forse perché anche in altre regioni d'Italia Bellezza Italiana sta avendo grandi conferme, forse perché Mirka Fochi ha abbandonato Miss Italia dopo tanti anni di gestione in Emilia Romagna, abbandono dovuto anche ai costi improponibili e troppo alti per la concessione (richiesti dalla Mirigliani) visto la rinuncia della Rai, il momento di recessione e il sensibile di calo di domanda, tant'è che l'agenzia che gestisce adesso Miss Italia in Emilia Romagna ha effettuato solo 5 manifestazioni contro le oltre 50 che nel 2014 sono state organizzate in regione.
Bellezza Italiana piace e non ha bisogno di lanciare Scoop per attirare attenzione, Bellezza Italiana nel suo piccolo, vuole realizzare il sogno di tante ragazze che hanno talento, muovendosi a piccoli passi senza disturbare nessuno, soprattutto a quelle persone che credono di essere i padroni del mondo, che passano il loro tempo cercando di distruggere gli altri.
Una cosa possiamo già dirla, grazie ai tanti amici e sostenitori, siamo stupiti e orgogliosi non ci aspettavamo da tutta Italia,tanta solidarietà e incoraggiamento a proseguire il nostro cammino e non mollare. Dal male bisogna sempre cogliere il bene e in questo caso il bene è venuto fuori alla grande."
Mirka Fochi
Il Cosmograph è la rivoluzione concettuale dell'orologio: il quadrante 'complesso' è il vero centro estetico. Le modifiche nel corso degli anni rendono difficile riconoscere le numerose imitazioni dagli originali. -
Parma, 25 luglio 2015 -
Sembra un cruscotto di una sportiva con gli indicatori incassati. E' l'orologio icona, quello che immediatamente ricolleghiamo allo sguardo magnetico di Paul Newman.
Si chiama Rolex Daytona Newman. Dopo un percorso lungo e tortuoso, perché non è nato come orologio da mettere in bella mostra al polso, ma aveva uno scopo puramente tecnico, questo gioiello è diventato uno status symbol.
Il Rolex Cosmograph, passato alla storia come "Daytona", negli anni ha avuto una escalation incredibile, divenendo un vero e proprio mito che continua a essere riconosciuto come tale anche quando nasce un nuovo modello che dovrebbe sostituire il precedente.
Il "boom" di questo orologio si ha in Italia nel 1985 quando una rivista patinata pubblica fotografie di gente che contava con al polso il classico "6263" con quadrante chiaro.
La maison Rolex lancia, con questo orologio, un moderno concetto di quadrante: prima del Daytona, esso era, per i cronografi, un elemento puramente funzionale per la lettura delle informazioni; era infatti 'farcito' di numeri e di linee e dei dati sul costruttore e sulla natura di cronografo. Lo spazio libero era molto ridotto e questo rendeva più difficile la lettura delle informazioni e faceva in modo che i colori del quadrante rendessero confuso l'insieme.
Anche la loro impermeabilità era di solito inferiore a quella degli altri modelli contemporanei meno costosi.
Il Cosmograph rappresenta una vera rivoluzione concettuale ispirata all'idea di considerare il quadrante come il vero centro estetico dell'orologio, liberandolo da tutto ciò che non era strettamente necessario, trovando anche una collocazione nuova alla scala tachimetrica che esce dal quadrante e va a collocarsi sulla lunetta esterna; quest'ultima scala, all'inizio, era posizionata al centro del quadrante oppure alla periferia, in coabitazione con quella telemetria, il che rendeva spesso difficile distinguerle rapidamente.
Luca Carboni, orologiaio parmigiano, che ha ereditato dal nonno e dal padre passione e conoscenza, cercherà di rispondere alle domande più frequenti per farci addentrare nel mondo del Daytona.
Carboni, di Cosmograph ne avrà visti tanti, cosa dobbiamo guardare prima di tutto di un Newman?
La caratteristica del quadrante è che è caratterizzato dalla tridimensionalità cioè c'è un dislivello tra corpo centrale, perimetro e contatori, ovviamente dai colori a contrasto. Ad ore 6 c'è la scritta t swiss t. Il contatore è realizzato a cerchi concentrici che, nella stragrande maggioranza dei casi, iniziano subito sotto lo scalino, ma esistono, soprattutto nelle ultime versioni, quadranti con il bordo dei contatori inclinato. Sulla parte centrale del quadrante, ad ore 6, sopra il contatore delle ore, c'è la scritta Daytona. Questa è presente in tutti i modelli. In alto troviamo la corona logo Rolex, la scritta Rolex e quella Cosmograph, nome di invenzione Rolex comune a tutti i crono manuali di quel periodo che vuol evocare anche le imprese spaziali che in quegli anni erano la frontiera che da li a poco l'uomo si accingeva a varcare.
Perché' è nato il Rolex Daytona Newman?
Il quadrante Newman è diventato uno status symbol. E' la versione con il look più sportivo e legato al mondo delle corse. Nasce in concomitanza alla collaborazione di Rolex come cronometrista ufficiale ai circuiti di Daytona in Florida e le Mans in Francia.
Montato dopo il 1964 circa venne battezzato esotico e tropicale per poi trovare il suo definitivo soprannome grazie ai collezionisti italiani, i quali lo notarono al polso del noto attore in una pubblicità destinata al nostro mercato del film "Indianapolis pista infernale".
Quali sono i colori distintivi?
Le versioni di abbinamento di colore sono due, comunemente definite due e tre colori. Come due colori identificheremo la variante con fondo bianco crema contatori neri e pista dei secondi cronografici nera. Tre colori sia con fondo chiaro che con fondo nero contatori e pista dei secondi con colore a contrasto e scala cronografica in rosso. La scritta Daytona posizionata sopra il contatore ore crono ad ore 6 è sempre di colore rosso.
Il look del Daytona automatico deve essere stato, al suo arrivo, uno shock per un pubblico abituato ai cronografi concepiti per essere il meno vistosi possibile....
I quadranti furono accolti molto freddamente dal mercato. In quei tempi il pubblico cercava l'orologio automatico , elegante e sottile. Alla riscoperta di Rolex da parte del mercato, avvenuta a metà anni 80 , questo quadrante fu subito ricercato e , in primis oltreoceano, riprodotto. Il mercato fu invaso da questo tipo di quadranti falsi. A quei tempi il pubblico non sapeva distinguere un originale.
Nel decennio successivo sono stati commercializzati migliaia di orologi di secondo polso non veri, facendo finire il Newman negli orologi troppo rischiosi per essere comprati: era un quadrante 'pericoloso', dove non ci si capiva niente.
I principali cambiamenti nel corso del tempo?
Il 1987 segna l'uscita di scena dei Cosmograph manuali e il contemporaneo arrivo della prima referenza di cronografo Rolex con vetro zaffiro anziché plexiglass: è il celeberrimo modello con carica automatica e referenza di base 16520 (acciaio). La macchina che lo equipaggia è il calibro Rolex 4030 derivato dallo Zenith El Primero 400, ma con un tale numero di modifiche e miglioramenti che lo rendono di fatto un calibro a sé stante.
Tantissime le versioni e le modifiche... in questa giungla di modelli e piccoli cambiamenti chi desidera acquistare un orologio di secondo polso ha veramente difficoltà a districarsi...Come facciamo a essere certi dell'originalità?
Bisogna affidarsi ad un esperto. Solo negli ultimi anni il quadrante Newman è stato analizzato approfonditamente e distinto da copie in giro per il mondo... Alcune imperfezioni sintomatiche dell'originalità, alcune caratteristiche, le riconosce solo l'occhio di un buon conoscitore. Ed è fondamentale farsi rilasciare sempre una dichiarazione di vendita o documento fiscale.
Il costo indicativo di un Daytona usato?
Il costo del daytona in acciaio si aggira intorno ai 10.000€, quello in oro è intorno sui 30.000€ mentre i daytona vecchi a carica manuale vanno dai 20/25.000€ ai 100/150.000€ del Paul Newman.
Ai designer della Rolex va il merito di aver creato uno status symbol, sebbene all'inizio tutti guardassero questo modello in modo scettico... Rimane il fatto che quando si pensa ad un crono, oggi, si pensa al Daytona...
L'uomo è maschio, anche se indossa reggiseno e mutande di pizzo? E' confuso? Oppure gioca a sedurre con le stesse armi della donna? Dopo la lingerie femminile per uomo lanciata da un'azienda sul web qualche domanda ce la siamo fatta. Risponde la sessuologa Chiara Simonelli. -
Parma, 15 luglio 2015 - di Alexa Kuhne - guarda le immagini nella galleria in fondo al testo -
Che un pizzico di mistero giovasse alla coppia lo si è sempre detto. Che il gioco fosse un toccasana pure. Che qualche sorpresa ogni tanto interrompesse la routine anche. Ma che un uomo indossi della merlettata lingerie femminile pare davvero un bell'elemento di rottura!
Succede anche questo e, forse, un motivo ci sarà....O probabilmente è soltanto voglia di divertirsi, in coppia.
Partiamo da un dato: la moda del maschio che in un gioco di vedo e non vedo cela il suo corpo sotto pizzi raffinatissimi l'ha lanciata già da qualche anno Homme mystere, un brand australiano che ha intuito il desiderio, questa volta tutto maschile, di stupire nell'intimità e di esaltare le forme con seduzione.
L'azienda nel 2008 ha pubblicizzato sul web la sua prima linea di intimo per lui modellata sul corpo di lei. Ed è stato un vero successo. Specialmente - pare - nel pubblico eterosessuale che rappresenterebbe circa il 90% della clientela della griffe.
E' un intimo ricercato, di qualità, elegante, pensato per l'uomo che ama così tanto pizzi, cuoricini, fiocchetti, reggiseni e perizoma da bramarli e da indossarli anche per sé? O è un uomo un po' 'confuso', che fa della femminilizzazione del proprio corpo un appello inconsapevole, lanciando una richiesta d'aiuto alla donna sempre più mascolina e poco seducente?
"Le immagini sono simpatiche ma non sensuali -, commenta la professoressa Chiara Simonelli, sessuologa dell'Università La Sapienza -. Le foto di coppia sono divertenti e di certo il target è alto, nel senso che difficilmente un uomo poco acculturato accetterebbe di giocare con la biancheria intima femminile indossandola! Gli stereotipi di genere infatti sono assai più rigidi nei ceti sociali più bassi".
E' vero. Le immagini pubblicate dall'azienda di intimo comunicano un messaggio di coppia sorridente, sensuale, giocosa, quindi felice ed eterosessuale. La coppia sembra essere complice e affiatata, perché vuole condividere la passione per lo stesso tipo di biancheria.
Forse è davvero come appare. Niente di più: l'intimo pizzi e merletti per l'uomo vuol dire affiatamento e condivisione con l'altra metà dell'universo, perché tra adulti si gioca anche così.
"Il gioco e la complicità che si può creare quando si usano sex toys graditi a entrambi i partner (e questi indumenti rientrano in quest'area) è proprio la componente che unisce due persone... Infatti nei casi in cui il sesso non funziona bene le persone lamentano assenza di complicità e distanza emotiva e di capacità ludica. Anche rigidità fisica e mentale. Naturalmente non deve essere obbligatorio l'introdurre nello scambio erotico gadgets come questi o altre cose specifiche, specie se non piace affatto l'idea", spiega la professoressa Simonelli.
A una donna verrebbe da chiedere se apprezza e trova eccitante il maschio che si presenta sotto le lenzuola con lingerie femminile, se lo trova davvero misterioso e sensuale.
"Certo che un uomo che riesce a scherzare con l'intimo femminile senza aver paura di perdere la propria virilità ha una marcia in più! - ammette la Sessuologa -. A meno che non si tratti di una parafilia o perversione sessuale: da sempre esistono maschi che per sentirsi eccitati indossano biancheria femminile di nascosto dalle loro fidanzate o mogli. In questi casi però non si tratta di una scelta e non c'è un atteggiamento ludico e tantomeno complice...piuttosto è l'unico modo, che si ripete sempre uguale, di accedere ad un erotismo che al di là delle apparenze è monotono e piuttosto difficile da attivare senza quel preciso rituale".
Insomma, secondo l' esperta, l'uomo non avrebbe perso la la sua mascolinità, non sarebbe cambiato nel suo intimo, perché la sua 'femminilizzazione' è sì un processo sociale sempre più evidente, ma che non deve mettere in allarme. Se è vero che ruoli, definizioni e competenze in determinati casi sono saltati, per cui l'uomo scava nel suo intimo, è anche vero che il problema va ridimensionato...
"Io non la chiamo femminilizzazione ma 'flessibilità' o, se si preferisce, 'fluidità' perché è come un movimento fra elementi maschili e femminili dettati dagli stereotipi di genere...". Spiega Chiara Simonelli.
Dire 'femminilizzazione' evocherebbe una sorta di rinuncia/castrazione della virilità: "Qui si aggiunge qualcosa nell'aprirsi a comportamenti ed esperienze che possono essere interessanti (forse non sempre e non tutte...)", dice la Sessuologa, chiarendo: "Che i maschi oggi siano più presenti nella cura della casa, dei figli anche piccolissimi e si concedano atteggiamenti meno rigidi lo vedo come un'acquisizione di 'androginia psicologica', cioè avere frecce al proprio arco più numerose sia di tipo tradizionale maschile che femminile".
In fondo è vero che questo percorso le donne l'hanno cominciato coi movimenti femminili e femministi e che non ci sentiamo meno femmine e non ci vengono i baffi se guidiamo l'auto, usiamo il trapano o fumiamo per strada (3 attività che le nostre nonne raramente potevano sperimentare...). Quindi l'aver conquistato territori tradizionali maschili non ci ha tolto nulla, se non il tempo...che sempre scarseggia nelle nostre vite femminili, ma questo è un altro discorso.
Secondo la Sessuologa la gente ha paura, se non terrore, che i due "generi" si avvicinino e mescolino troppo finendo con l'assomigliarsi e perdere quella bella tensione erotica che deriva dalle differenze nette. "Ma questo spettro, che ha una forte valenza "politica" , è agitato dai più insicuri e bigotti. Quelli che sono contrari ad ogni sperimentazione e gradiscono le vecchie e solide certezze di sempre: la donna con la gonna e il maschio coi baffoni (l'Isis in questo come ogni altro fondamentalismo religioso ha le idee sbagliate ma chiarissime)...".
Conclusione: non c'è da temere se lui vuole indossare la lingerie di lei. Finchè c'è tempo per attività ludiche, anche da adulti, va tutto bene!
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