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Domenica, 12 Gennaio 2014 10:57

Incivili. Ma dove è finita la pietas?

di Lamberto Colla ---

I casi di Caterina e di Bersani evidenziano un  malore sociale figlio non solo della crisi ma anche della perdita di valori etici e di rispetto e amore del prossimo.   

Parma, 12 gennaio 2014 -

Il caso di “Caterina” mi aveva talmente colpito che non ero riuscito a scrivere nulla al riguardo. Sarei caduto nelle banalità di rito ed ho ritenuto che già troppo risalto era stato dato a quell’incivile comportamento di taluni grafomani. 

Pochi giorni dopo un simile comportamento si manifestò per Bersani colpito da malore.

Insulti sul profilo Social di “Caterina” per avere difeso la sperimentazione sugli animali che da quella sperimentazione deve la vita, auguri di morte all’ex segretario PD postati a commento degli articoli che divulgavano la notizia del suo ricovero.

Non sono certamente un ammiratore politico di Bersani, come d’altronde non lo sono più nemmeno di coloro che dovrebbero essere oppositori della sua area politica, ma quando ho letto degli auguri di morte a lui diretti mi è tornata la rabbia che avevo avuto leggendo il caso di Caterina. 

Però alcune riflessioni questi due casi ravvicinati me le hanno stimolate.

La prima, scontata, che esiste una gran massa di imbecilli, maleducati, arroganti, esibizionisti e insensibili. Una fascia di soggetti che probabilmente si sta allargando e che attraversa più strati sociali. 

Una seconda considerazione è che la radicalizzazione delle opinioni sta diventando “fede integralista”. Animalisti nel primo caso e  nuovi movimentisti (lungi dal parlare di politica che è ben altra cosa) nel secondo i quali, pur di difendere la propria appartenenza e fede, sarebbero disposti a tutto. E si sa che dalle parole ai fatti il passo è breve.

La terza e più  consolante considerazione è legata ai mezzi di informazione che hanno dato evidenza del fenomeno: i nuovi media, giornali digitali e social media.

Se fossimo ancora nell’epoca analogica dell’informazione non avremmo potuto rilevare una stima del fenomeno, ovvero, di quanti siano portatori di sentimenti negativi, aridi e privi di quel senso di  “pietas” che consentirebbe di approcciare il dolore altrui in modo solidale e soprattutto libero da ogni   condizionamento religioso, sociale, politico, razziale o, men che meno, partitico. Come si diceva, se fossimo vissuti nell’era dell’informazione pre digitale, nessun organo di informazione avrebbe riportato di quegli insulti e se l’avessero fatto non avrebbe avuto la possibilità di misurare la portata del fenomeno;  sia per il fatto che in pochi si sarebbero presi la briga di scrivere , affrancare e spedire alla redazione il loro commento, sia perché, proprio in ragione di ciò sarebbe sorto il sospetto che si trattasse di fenomeno isolato o quantomeno marginale e perciò  non degno di pubblicazione.

Il digitale, invece, ha consentito di misurare il fenomeno. Senza spese (carta, busta e francobolli) il popolo - almeno quello “bue”, si scatena e si sente libero di manifestare e sfogarsi senza inibizioni e senza vergogna. 

Un’ultima riflessione. Consola il fatto che,  attraverso il digitale, si può dare “un nome” a ognuno di questi inqualificabili soggetti. 

 

 

 

 

Pubblicato in Politica Emilia

Domani la presentazione della Miss a Modena, nella sua città -

Modena, 10 gennaio 2014 -

Stefania, ha 20 anni, è una studentessa di Modena e aspirante avvocato, alta 1.79 m, capelli castano scuri, occhi marroni con una bella passione per il baseball e le sfilate di moda. Ha conquistato l'ambita fascia nazionale di "Prima Miss dell'Anno" che le permetterà di accedere direttamente alle Prefinali Nazionali di Miss Italia 2014 e domani sarà presentata alla stampa nella sua città. L'incontro avverrà nella sede della Croce Blu, l'Associazione nella quale la ragazza svolge attività di volontariato.

(fonte: ufficio stampa Miss Italia Emilia Romagna)

 

Sabato, 02 Novembre 2013 10:30

Weekend con baratto

Settimana del Baratto, soggiorna in un bed and breakfast lasciando a casa il portafoglio: porta solo il tuo talento -
 
Di Sara/B - Parma, 2 novembre 2013
 
Chi ancora pensa che la forma del baratto consista solamente nello scambio di oggetti si sbaglia. Certo è un' ottimo modo per dare una seconda chance alle cose, ma oggi non si limita solo a questo. Pronti per una gita fuori porta a costo zero?
Giunge quest' anno alla V edizione la Settimana del Baratto che si svolgerà dal 18 al 24 novembre 2013. Una fantastica iniziativa che ha preso largamente piede per poter sfruttare qualche giorno di vacanza in cambio di beni e servizi. Niente denaro quindi da portare con sé, ma solo l' impegno a ricambiare nel modo a voi più consono l' ospitalità. Se avete un talento o una passione, potrete offrire il vostro servizio in cambio del soggiorno.
L' iniziativa sta interessando anche strutture che si mostrano disponibili non solo per brevi periodi, sono infatti oltre ottocento i B&B che accettano possibilità di baratto tutto l' anno.
I bed and breakfast affiliati al portale www.bed-and-breakfast.it che aderiscono all'iniziativa baratteranno il soggiorno in cambio di beni o servizi. Torna quindi in auge, in un momento di contrazione dei consumi come quello che stiamo vivendo, la forma del baratto, capace di far riscoprire alle persone il valore del rapporto umano e il piacere dell' ospitalità. Il sito de "La settimana del Baratto" è un mercato virtuale, dove si incontrano la domanda e l'offerta e dove si possono attingere moltissime idee di baratto per poter organizzare un piacevole soggiorno in Italia a costo zero. I viaggiatori possono facilmente scegliere la meta e il bed and breakfast attraverso una ricerca per Regioni, caratteristiche e vicinanza. In alternativa si possono visionare le richieste che le varie strutture propongono come merce di scambio nella Lista dei Desideri. Le proposte di baratto dei viaggiatori sono visibili sul sito www.settimanadebaratto.it e, a scelta del viaggiatore, anche sul proprio profilo Facebook. Si possono scambiare cd, libri, lavoretti di manutenzione, servizi fotografici o finire ad impartire lezioni di inglese in Puglia o aiutare con opere di giardinaggio in Toscana. Non c'è limite alle proposte e alla scelta!
Sabato, 26 Ottobre 2013 10:32

La pubblicità "si veste" di nomi

Le aziende si spogliano dei brand e la moda dei nomi impazza sui social network-
 
Di Sara/B Parma, 26 ottobre 2013
 
Prima la Coca Cola poi la Nutella, almeno così sembrerebbe, ma poco importa chi detenga il primato dell' idea, ciò che è certo è che impazza la moda per la lattina o il vasetto col proprio nome. Una vincente trovata pubblicitaria che punta sulla personalizzazione dei prodotti per creare una forma di empatia a cui consegue la fidelizzazione del cliente. Chi non riconoscerebbe una lattina di Coca Cola o un vasetto di Nutella solo perché non vi è scritto sopra? Ovviamente non cambiano colori, font, e packaging entrati ormai nell' uso comune che non lasciano spazio a dubbi. Dopo anni in cui le pubblicità hanno bombardato di marchi di ogni genere ecco che ora questi spariscono. Tolto il nome del prodotto perché non più necessario al fine dell' acquisto, al suo posto si vedono comparire tutti i nomi possibili. Così inizia la caccia alla "propria lattina" e al "proprio vasetto" tra gli scaffali del supermercato, possibilmente con smartphone alla mano.
 
image coca rid
 
Il marchio si spoglia del proprio nome per creare un legame vincente con l' acquirente, che si vede riconosciuto un posto da protagonista sulla propria bevanda preferita. Una strategia di marketing dalla forza sorprendente, che avvicina chi ama il brand e i suoi prodotti. Il traffico sulla pagina Facebook dopo la fortunata campagna Condividi una Coca Cola è aumentato dell' 870 per cento. Ed ecco quindi che Silvia, Davide, Cristina, possono assaporare oltre alla loro bevanda preferita i propri cinque minuti di gloria.
Nutella nel 1994 aveva già lanciato una versione embrionale dell'attuale campagna mettendo in vendita alcuni barattoli di vetro con nomi di persona annessi ma a far la differenza oggi c'è il magico mondo dei social. E ognuno vuole il suo spazio da protagonista perché sa di poterlo avere venendo condiviso, retweettato e così via. Un marketing collaborativo che fa giocoforza sui social network e riesce così a richiamare soprattutto il pubblico più giovane e più difficilmente raggiungibile con le pubblicità tradizionali.
Sabato, 28 Settembre 2013 10:30

Aggiungi un posto a tavola: si fa social eating!

Di Sara/B, 29 settembre 2013 -
 
Nel mondo della "social mania" non poteva mancare l' occasione per far fronte alla crisi divertendosi in cucina. Anche i più restii al mondo dei social network non potranno restare indifferenti al fenomeno del "social eating".
Il bisogno di condividere sempre più aspetti della propria vita quotidiana con gli altri, si sposa ora con questa nuova pratica molto in voga in ambito culinario. Complice la crisi forse e il panorama della "sharing economy", per cui si cerca di risparmiare offrendo servizi anche in condivisione, o semplicemente la voglia di provare un nuovo modo di fare amicizia, gustando il pranzo in compagnia. Niente di complicato basta aprire la propria casa al nuovo ospite, non importa che sia uno sconosciuto!
Il fenomeno partito dall' America, si sta diffondendo sempre di più anche in Italia, ne sono prova i tanti siti nati sul social eating che danno la possibilità di sperimentare nuovi piatti in compagnia e fare nuove conoscenze senza più il bisogno di recarsi in un locale. Esistono davvero un' infinità di proposte e per tutti i gusti da quelle con menù più ricercato a quelle più economiche; nella maggior parte dei casi basta partecipare con un contributo alle spese del pasto.
Sul sito Gnammo ad esempio si condivide la passione per l' attività culinaria; si può essere cooker e ospitare, o "gnammer", facendosi ospitare. Basta iscriversi per avere la possibilità di organizzare pranzi, cene ed eventi a casa propria mostrando sul sito le immagini del menù, la spesa e il luogo. Cucine tipiche locali o estere, degustazioni, piatti di ogni tipo semplici o elaborati, in ogni città; la scelta è vastissima.
Come ogni tendenza sta prendendo così tanto piede da proporsi in una vena più chic e sempre meno economica, con il nome più misterioso di Hidden Kitchen, ovvero cucine nascoste o Secret Restaurant, ristoranti segreti, veri e propri club a cui si accede tramite l' iscrizione sul sito. Nulla si decide e si sa sui commensali. L'indirizzo verrà comunicato via email soltanto pochi giorni prima della data prevista a chi si sarà registrato. Il mistero che avvolge il luogo in cui vi recherete e le persone che potrete incontrare darà quel pizzico di pepe in più, che in cucina non guasta mai.
Sabato, 06 Luglio 2013 10:43

La moda veste plastica

Parma, 6 luglio 2013 -

Erano gli anni '60 quando sulle più prestigiose passerelle sfilavano capi ed accessori realizzati con uno stravagante materiale: il plexiglass!

Sabato, 15 Giugno 2013 10:23

Fare di necessità...un trend

Parma, 15 giugno 2013 -

A Piacenza e sino al 20 giugno è in corso "Pesalibro" -

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