C.A.S.E.A.

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Editoriale: Alitalia, tra referendum e premi per le perdite. -Ismea, le dinamiche del settore lattiero caseario. - Birra - La versione di Romeo. - Cereali e dintorni. Dall'USDA segnali positivi per l'export. - CRPA: I vantaggi dell'aeoroessiccazione dei foraggi. - La fibra NDF indigerita (UNDF) nel fieno di erba medica: effetti sulle vacche - Agonismo e divertimento alla Farm Run 2017.- Allarme rosso per il gelo. Agrinsieme chiede stato di calamità.

SOMMARIO Anno 16 - n° 17 30 aprile 2017
1.1 editoriale Alitalia, tra referendum e premi per le perdite
2.1 lattiero caseario Ismea, le dinamiche del settore lattiero caseario.
3.1 birra Birra - La versione di Romeo.
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA segnali positivi per l'export.
5.1 tecniche alimentazione CRPA: I vantaggi dell'aeoroessiccazione dei foraggi.
5.2 Vacche alimentazione La fibra NDF indigerita (UNDF) nel fieno di erba medica: effetti sulle vacche
6.1 Farm Run - eventi all'aria aperta Agonismo e divertimento alla Farm Run 2017.
7.1 maltempo gelo Allarme rosso per il gelo. Agrinsieme chiede stato di calamità.
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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 Cibus-17-2017-COP

 

Nei primi mesi del 2017 i prezzi dei prodotti lattiero caseari hanno iniziato ad evolversi secondo dinamiche completamente contrapposte: da una parte, il mercato delle materie grasse continua ad essere sottoposto a tensioni dal lato della domanda facendo registrare quotazioni record, dall'altra parte il mercato delle polveri magre ha iniziato una nuova fase calante, come conseguenza di scorte abbondanti e scambi poco vivaci.

Nelle battute finali del 2016 il mercato internazionale e comunitario era stato interessato da una forte spinta al rialzo, grazie a una diminuzione della produzione di latte - in particolare in Oceania e in Sud America - e una domanda mondiale piuttosto sostenuta, soprattutto da parte dei Paesi asiatici.

Le tensioni sui prezzi dei derivati si sono rapidamente riflesse sulla materia prima e, dopo aver toccato i livelli più bassi degli ultimi cinque anni, anche il prezzo del latte crudo alla stalla nell'UE ha cominciato a risalire nell'ultima frazione di anno.

Il trend positivo è proseguito nel 2017, attestandosi a gennaio a 33,38 euro/100 kg, con una variazione pari al +12% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. L'incremento registrato dai prezzi alla stalla in tutti i principali Stati membri è stato favorito da una riduzione della produzione di latte comunitaria più sostenuta rispetto al calo stagionale atteso.

20170427-3-Latte-stalla-UE

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FOCUS CINA
Dopo gli incrementi registrati nel corso del 2016, la domanda di importazione di latte e prodotti lattiero caseari da parte della Cina dovrebbe rimanere sostenuta nel corso del 2017, secondo le ultime previsioni del Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti.

In particolare, sono attese in aumento le importazioni di latte intero in polvere, vista la riduzione delle scorte e il continuo incremento della domanda al consumo, soprattutto per l'alimentazione infantile. Nel 2016 l'import cinese è cresciuto del 21% e la Nuova Zelanda detiene la leadership incontrastata del mercato con una quota apri a circa il 90%. Nel 2016 sono cresciute anche le importazioni di formaggi (+29%) e burro (+15%) e anche in questo caso i paesi oceanici rappresentano i principali mercati di approvvigionamento.

A dispetto di un minore interesse per le polveri magre, sono attese in evoluzione le importazioni di latte Uht (+38% nel 2016), di cui l'Unione Europea è il principale fornitore (Germania e Francia, rispettivamente primo e terzo fornitore) con una quota pari ai 2/3 del mercato cinese, seguito dalla Nuova Zelanda con una quota pari al 20%.

20170427-Cina Focus

(FONTE Ismea 27 aprile 2017 - allegato pdf)

 

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LOGO Mulino Alimentare 20170405-lattespot

 

L'adozione di tecniche di fienagione in due tempi, che prevedono l'appassimento del foraggio in campo e la successiva essiccazione con aria in fienile può essere una soluzione particolarmente interessante nell'areale di produzione del Parmigiano Reggiano, in particolare nelle aziende che hanno deciso di aderire al progetto qualità "Prodotto di Montagna", definito dal Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, tra le cui regole è previsto, oltre a quanto indicato dai Reg. UE 665/2014 e 1151/2012 legati all'origine, che il 60% della sostanza secca della razione somministrata alle bovine, su base annua, provenga dalla zona di montagna.

I vantaggi che ne derivano sono, infatti, una riduzione delle perdite di fieno in campo, una maggiore qualità dei foraggi prodotti, con una conseguente riduzione dei costi di alimentazione.
Due le possibilità: l'essiccazione artificiale del foraggio sfuso o l'essiccazione artificiale delle rotoballe.
La spiegazione delle due tecniche, con la valutazione dei benefici e le esperienze di alcuni produttori, nell'articolo di Aldo Dal Prà e Fabrizio Ruozzi del CRPA a questo link


(Fonte CRPA Reggio Emilia 20/4/2017)

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