C.A.S.E.A.

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Calano le superfici di pomodoro da industria del Nord Italia Si coltivano 35.099 ettari: -4,4% rispetto al 2017 e -5% sul contrattato di inizio campagna. Stabile la produzione bio che si attesta a 2.365 ettari, pari al 6,8% del totale

Calano le superfici coltivate a pomodoro da industria del Nord Italia. Sono 35.099 gli ettari coltivati per la campagna 2018 che vede iniziare la fase di trasformazione della materia prima negli stabilimenti proprio in questi giorni.
Il dato raccolto dall'OI Pomodoro da industria del Nord Italia mette in evidenza una contrazione del -4,4% rispetto alla campagna 2017 ed un calo del -5% rispetto a quanto contrattato ad inizio campagna.

Questi valori – sulla base della resa media di 69,08 tonnellate per ettaro dell'ultimo quinquennio (2013-2017) del territorio dell'OI - permettono di stimare una produzione di circa 2,4 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato per la campagna 2018, in significativo calo rispetto allo scorso anno.
Si consolida la quota di pomodoro da industria biologico che riguarda 2.365 ettari (55 ettari in più dello scorso anno) e rappresenta il 6,8% del totale.

La ripartizione territoriale delle superfici

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L'Emilia-Romagna si conferma la regione con la quota più consistente di superfici coltivate a pomodoro da industria pari a 24.140 ettari, seguita da Lombardia (7.307), Piemonte (2.049) e Veneto (1.406).
Questa la ripartizione nelle principali province contraddistinte dalla presenza della coltivazione del pomodoro da industria: Piacenza: 9.962 ettari; Ferrara: 5.703; Parma: 4.293; Mantova: 3.775; Cremona: 2.073; Ravenna 2.019; Alessandria: 1.856; Reggio Emilia: 1004; Modena: 763, Verona 727 e Rovigo 564. Seguono altre province con valori più contenuti.

Rabboni: "In linea alle esigenze del mercato"

"Si confermano – commenta il presidente dell'OI Pomodoro da industria Tiberio Rabboni - le aspettative di una diminuzione della produzione di pomodoro da industria in linea con quelle che sono le attuali esigenze di mercato. L'obiettivo della filiera del Nord Italia resta quello di un'adeguata valorizzazione di una produzione sostenibile e di qualità. Per farlo useremo al meglio gli strumenti a nostra disposizione quali l'introduzione dell'obbligo di origine in etichetta e valuteremo le opportunità offerte dal programma Made Green in Italy promosso dal ministero dell'Ambiente con il quale si incentivano modelli sostenibili di produzione e, in particolare, la riduzione degli impatti ambientali che questi generano durante il loro ciclo di vita".

GRAFICO: la ripartizione delle superfici per provincia.

Il Dossier redatto dall'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, in collaborazione con Legambiente e Università degli Studi di Parma, supera l'esame del Comitato Tecnico Nazionale del Ministero dell'Ambiente

Parma, 19 Luglio 2018 – La candidatura di PoGrande a Riserva della Biosfera Mab ha superato uno step rilevante nell'articolato percorso di verifiche che porterà l'ambizioso progetto di valorizzazione di quest'area all'esame della commissione parigina dell'Unesco nei prossimi mesi.

Il Dossier PoGrande redatto dall'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, promosso in stretta collaborazione con Legambiente e Università degli Studi di Parma e sostenuto da numerosi partners territoriali, unisce e rende omogenei diversi comprensori territoriali confinanti, che, pur conservando peculiarità singolari da zona a zona , sono legati da valori comuni connessi in modo quasi inscindibile all'ambiente, alla biodiversità, alla cultura, alle tradizioni, alle professioni e ai rilevanti valori economici espressi da produzioni di eccellenza agricole ed industriali.

Un'area che si estende su ben 85 comuni, distribuiti nei comprensori di 8 province e 3 regioni, l'Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto.

La notizia positiva di questi giorni è arrivata direttamente dall'incontro romano svoltosi al Ministero dell'Ambiente, dove il Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Meuccio Berselli, coadiuvato nell'occasione da tecnici esperti dell'ente, ha illustrato e approfondito nel dettaglio tutte le informazioni necessarie al Comitato Tecnico nazionale del Ministero, chiamato ad esprimersi sulla validità e conformità del Progetto stesso e sulla conseguente conferma della candidatura a Riserva Mab Unesco.

Il Progetto di PoGrande si propone di avviare e consolidare innovative collaborazioni strutturate tra i territori che portino in tempi brevi ad azioni comuni volte a raggiungere obiettivi concreti e condivisi di miglioramento ambientale, all'insegna di un'utilità diffusa in tutta l'area considerata, azioni e pianificazioni che hanno consentito al dossier presentato dall'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po di guadagnare un primo via libera ministeriale anche in considerazione del recepimento dei soggetti promotori di alcune migliorie suggerite dallo stesso Comitato Tecnico ministeriale che incrementeranno il livello della proposta presentata.

"Terremo puntualmente in conto le osservazioni ministeriali – ha sottolineato Berselli al termine dell'incontro – che aggiungono valore a quanto abbiamo completato nei tempi richiesti in questi mesi di lavoro coi nostri partners Legambiente e Università che ringraziamo insieme a tutti coloro che hanno offerto il loro contributo fattivo per valorizzare un territorio ampio che lo merita".

 

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Il mercato, per quanto riguarda il comparto soya, sembra proprio sul fondo; quello che non hanno ritirato gli acquirenti Cinesi è stato acquistato da altri stati che hanno approfittato del netto ribasso registrato dal comparto. Gli Usa cercano accordi commerciali con altri partner, così come sta facendo la Cina stessa.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 luglio 2018 -
L'attenzione, oltre alla soia, deve essere orientata anche al comparto grano che, quando s'infiammerà, sarà da traino per tutto il mercato:

"Le notizie in giro per il mondo non sono positive: pertanto, l'Euronext/Matif si è apprezzato del 1% ieri (il settembre è passato da 184 del 9/7 a 188 di ieri) e il grano francese vale euro 190 contro 184 del 9/7. Anche il grano 12,5 proteine dal Mar Nero per il settembre è passato da dollari 205 del 3/7 a 215 di ieri " (Pellati).
Il telematico delle 8,40 di venerdi 20 luglio registrava aumenti in tutti i comparti.

La situazione di mercato è abbastanza in stallo per il comparto soya e chi fosse nelle necessità di effettuare ricoperture valuti sui propri costi di trasformazione anziché ipotizzare altri ribassi che, al momento, sono improbabili. Da porre attenzione, ovviamente, alle oscillazioni del tasso di cambio €-Dollaro.

Nel mercato interno: mais in lieve calo, pressato come è dalla grande quantità di grano declassato ad uso foraggero e dalla prossima campagna ormai vicina, orzo carissimo si cerca merce pesante che ormai supera i 200€ tonnellata, grano nella peggiore condizioni ipotizzabili tra qualità e prezzo resta nel limbo della confusione.

Proteici più tenuti sia sul caricabile che sul medio-lungo termine. Le quotazioni di giovedi 19/7/18: le più aggressive erano al porto di Venezia: caricabile 351€ tonn. per la 44% e 361€ per la proteica, un € in meno sino a dicembre 18 mentre il 2019 veniva proposto a 332€ e 342€. Girasole proteico 240€ caricabile, Farina di Colza tra i 245€ e i 250€ in base ai luoghi di carico e di produzione, scarseggia il Panello di lino. La farina di soya convenzionale ogm free veniva proposta a 380€ partenza luoghi di produzione da ottobre 18 a settembre 19. Cereali: il grano al porto 190€ tonn caricabile, merce molto bella. Il mais caricabile, sia a Ravenna che Venezia, 180€ mentre per il nuovo raccolto da novembre 18 a marzo 19 177€ e sino a giugno a 179€ stessi valori anche sugli stessi periodi 2018-2020.

Per il settore delle bioenergie, la crusca è sempre sulla rampa di lancio se dovessero ripartire le esportazioni di pellet, che al momento sta frenando la salita della farina. Scarseggiano vari prodotti e il mais tossinato non solo è introvabile ma proibitivo nel prezzo (175€ reso zona mantova).

Attenzione alle difficoltà solite del mese di agosto dovute essenzialmente a: carenza di mezzi e personale, divieti di circolazione, chiusure di fabbriche e silos che già stanno creando problemi su alcune merci di derivazione agroindustriale.

Indicatori internazionali 20 luglio 2018


l'Indice dei noli è risalito sino a 1688 punti, il petrolio è a 68-70,00$/bar. e l'indice di cambio €/$ segna 1,16555

@Pastificio.Andalini #Pastificio.Andalini

 

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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