Visualizza articoli per tag: cucina

Mercoledì, 20 Giugno 2018 08:46

50 Best Restaurants: Bottura conquista la vetta

L’Osteria Francescana di Massimo Bottura conquista per la seconda volta la vetta della famosa classifica internazionale dei The World's 50 Best Restaurants 2018. L’Italia trionfa con i suoi grandi nomi.

Di Chiara Marando –

Mercoledì 20 Giugno 2018 -

La cucina italiana sul tetto del mondo. Ancora una volta. E con lui: Massimo Bottura.

La sua “Osteria Francescana” ieri sera ha trionfato con il primo posto nella classifica di The World's 50 Best Restaurants 2018, che decreta l’empireo dei migliori ristoranti al mondo.

La prima volta per lui era stata a New York nel 2016 ed ora eccolo tornare sul palco, accompagnato dall’inseparabile Lara Gilmore, moglie ma anche musa e colonna portante di un progetto che va ben oltre la ristorazione, che spazia in ambiti ancora inesplorati dove la cucina incontra gli altri chef per progetti a livello globale legati alla sostenibilità, alla democraticità del cibo, alla condivisione.

Ieri Massimo Bottura, è salito sul palco del palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia di Bilbao e lo ha fatto emozionato, molto emozionato, ma tirando fuori quel carisma che lo contraddistingue e gli ha permesso di far crescere il suo nome e quello della cucina italiana nel mondo. Un discorso chiaro, un invito ai colleghi in platea per sottolineare che "gli chef nel 2018 hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento.  Siamo tutti parte della stessa rivoluzione e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento".

Massimo_bottura.jpeg

Insieme a lui, i grandi nomi dell’arte culinaria internazionale. Perché il The World's 50 Best Restaurants 2018 è una macchina che mette in moto un mondo: sono 1.040 i restaurant experts che hanno espresso 10 preferenze a testa ridefinendo così la classifica 2018. Una serie di ingranaggi che, dagli inizi del 2002, hanno saputo mettere in movimento un meccanismo dalla forza mediatica senza precedenti, in grado di ridisegnare ogni anno i confini della geografia gastronomica internazionale.

E in questa edizione l’Italia può vantare altri 3 ristoranti fra i primi 50Piazza Duomo ad Alba al n°16 (scende di una posizione rispetto al 2017); Le Calandre a Rubano al n°23 (era 29° nel 2017) e il Reale a Castel Di Sangro al n°36 era alla posizione n°43 nel 2017). 

foto_gruppo.jpeg

Tra gli altri riconoscimenti importanti, il premio Chef's Choice Award 2018, assegnato al cuoco più votato dagli altri chef, è stato conferito a Dan Barber; il pasticcere francese Cédric Grolet del ristorante Le Meurice di Parigi ha ricevuto il premio di World's Best Pastry Chef.

Il premio Best Female Chef Award è andato all'inglese Clare Smyth, mentre il Lifetime Achievement Award è stato assegnato a Gastón Acurio. SingleThread, in California, è il ristorante One to Watch di questo 2018.

THE WORLD'S 50 BEST RESTAURANTS 2018 - LA LISTA COMPLETA

1. Osteria Francescana, Modena (Italia)

2. El Celler de Can Roca, Girona (Spagna)

3. Mirazur, Menton (Francia)

4. Eleven Madison Park, New York (USA)

5. Gaggan, Bangkok (Thailandia)

6. Central, Lima (Peru) 

7. Maido, Lima (Peru)

8. Arpège, Paris (Francia)

9. Mugaritz, San Sebastian (Spagna)

10. Asador Etxebarri, Atxondo (Spagna)

11. Quintonil, Mexico City (Messico)

12. Blue Hill at Stone Barns, Tarrytown (USA) 

13. Pujol, Mexico City (Messico)

14. Steirereck, Vienna (Austria)

15. White Rabbit, Moscow (Russia)

16. Piazza Duomo, Alba (Italia)

17. Den, Tokyo (Giappone) 

18. Disfrutar, Barcelona (Spagna)

19. Geranium, Copenhagen (Danimarca)

20. Attica, Melbourne (Australia) 

21. Alain Ducasse au Plaza Athénée, Paris (Francia)

22. Narisawa, Tokyo (Giappone)

23. Le Calandre, Rubano (Italia)

24. Ultraviolet, Shanghai (Cina)

25. Cosme, New York (USA)

26. Le Bernardin, New York (USA)

27. Boragò, Santiago (Cile)

28. Odette, Singapore

29. Alléno Paris at Pavillon Ledoyen, Paris (Francia) 

30. D.O.M. , Sao Paulo (Brasile)

31Arzak, San Sebastian (Spagna)

32. Tickets, Barcelona (Spagna)

33. The Clove Club, London (UK)

34. Alinea, Chicago (USA)

35. Maaemo, Oslo (Norvegia)

36. Reale, Castel di Sangro (Italia)

37. Restaurant Tim Raue, Berlin (Germania)

38. Lyle's, London (UK)

39. Astrid Y Gastón, Lima (Peru)

40. Septime, Paris (Francia) 

41. Nihonryori Ryugin, Tokyo (Giappone)

42. The Ledbury, London (UK)

43. Azurmendi, Larrabetzu (Spagna)

44. Mikla, Instanbul (Turchia)

45. Dinner by Heston Blumenthal, London (UK)

46. Saison, San Francisco (USA)

47. Schloss Schauenstein, Fürstenau (Svizzera)

48. Hiša Franko, Kobarid (Slovenia)

49. Nahm, Bangkok (Thailandia)

50. The Test Kitchen, Cape Town (Sud Africa)

(Credits Photo: Magenta Bureau)

Pubblicato in Food

La cucina spezzina più vera, quella dove a parlare sono gli ingredienti semplici, si trova in un luogo storico di La Spezia, il più antico punto di ristoro cittadino: si chiama “Inferno” ed è aperto dal 1905.

Sabato 02 Giugno 2018 -

Di Chiara Marando -

Nascosto tra le vie del centro di La Spezia, poco distante dalla piazza del mercato, c’è un luogo tra i più antichi della città. Un punto di ristoro aperto dal 1905 dove i marinai sapevano di poter trovare ospitalità, un buon pasto semplice ed un luogo che li riusciva comprendere, un luogo fatto per loro dove ricaricare forze e speranze stremate dai lunghi viaggi.

inferno

Non lo si vede chiaramente dalla strada, si scendono le scale e si arriva in una cantina con volte in pietra basse, molto basse. Si giunge così a “Inferno”, una osteria con cucina dal sapore antico e dalla storia che attraversa oltre un secolo di vita marinara.

logo.jpg

Bottiglie di liquori e alcolici in vista, tavoli rustici e i ricordi del tempo che fu, un omaggio alla tradizione che ha fatto vivere, e ancora mantiene attiva, questa realtà. A fare da sottofondo è il brusio costante degli avventori mentre dalla cucina, aperta e ben visibile, si percepisce lo spadellare delle cuoche intente nelle preparazioni.

Il menù non c’è. Si sceglie tra poche specialità, tutte ben fatte e raccontate a voce. Tutte saporite. Tutte da provare.

Non sono piatti ruffiani, sono la tipicità spezzina. Anche quella più difficile da trovare. E’ il caso della mesciua, una deliziosa zuppa di legumi e cereali. Poi le acciughe fritte, preparate con maestria, la zuppa di muscoli, i muscoli ripieni e il polpo con patate e sugo. Buoni, veramente molto appetitosi. Da mangiare condividendo il piacere, leccandosi le dita, scambiandosi le portate.

acciughe.jpg

muscoli_ripieni.jpg

E se si parla di condimenti al pomodoro, eccolo fresco con basilico per arricchire i ravioli ripieni di muscoli, oppure in salsa per rendere omaggio agli scampi che abbracciano le penne. Tutto molto semplice, tutto molto genuino, tutto molto ligure. Inutile dire che la scarpetta è d’obbligo, soprattutto quando a strizzare l’occhio nel piatto è un buon olio extravergine di oliva che dona ulteriore profumo agli elementi.

ravioli.jpg

Da bere birre, vini rossi e bianchi frizzantini, ruffiani. Per specificare, vanno giù come l’acqua e puliscono la bocca per renderla pronta alla pietanza successiva. Le porzioni abbondanti, l’ambiente gioioso con una nota piacevolmente malinconica e romantica. Perché chi conosce i racconti della vita di mare di inizio secolo sa quanto possano aver visto i muri di questa “magica” cantina, quasi una sorta di cambusa.

Anche i dolci non rincorrono la ricercatezza ma solo il gusto: cheesecake ai frutti di bosco, panna cotta con cioccolato, crema pasticcera con frutta e zuppa inglese.

Poi, sazi e soddisfatti, si attendono i caffè e ci si lascia andare a grappe e liquori prima di chiedere il conto. I prezzi? Quasi incredibili: 20/25 euro a testa per un pasto completo.

Saliti i pochi gradini e riemersi sulla strada del rientro si sorride, difficile non farlo. Si ripensa a quanto assaporato, all’atmosfera, alla leggerezza e si immagina cosa verrà servito in tavola la prossima volta. Perché una sola visita certamente non basta.

 

Osteria all'Inferno dal 1905

Via Lorenzo Costa, 3

19121 La Spezia SP

Tel. 0187 29458

Pubblicato in Food

L'appuntamento EuroCucina 2018 si è rivelato, come da previsione, un grande successo: la 22^ edizione dell'evento, tenutasi a Milano dal 17 al 22 aprile scorso in concomitanza col Salone del Mobile, ha abbracciato una superficie espositiva superiore ai 22 mila metri quadri e ha visto la partecipazione di quasi 120 espositori e decine di migliaia di visitatori, fra designer, progettisti e semplici appassionati.

Le cucine moderne Snaidero hanno giocato un ruolo da protagoniste nell'ambito del rinomato evento biennale, tenendo alto il nome del Made in Italy e conquistando un ampio apprezzamento grazie alla loro qualità costruttiva elevata, alla cura nei dettagli e alla centralità di aspetti quali la funzionalità e la praticità d'uso.

Grazie a questa prestigiosa vetrina, Snaidero ha potuto presentare al grande pubblico una selezione di prodotti realizzati in collaborazione con designer di fama internazionale. A iniziare da Vision, una cucina progettata da Pininfarina le cui parole chiave sono stile, ergonomia e praticità, e dalla proposta Link creata da Alessandro Andreucci & Christian Hoisl per fornire una risposta alle esigenze di funzionalità e sfruttamento ottimale dello spazio.

Porta invece la firma di Michele Marcon il concept della cucina Hera, che rivisita il design classico creando un mix di dinamicità, modernità e flessibilità progettuale e stilistica, mentre il progetto Frame – il cui design è stato curato da Massimo Iosa Ghini – è stato proposto con l'intento di veicolare l'idea della casa come un luogo piacevole da vivere in ogni situazione, grazie a cucine non solo semplici da usare ma anche in grado di valorizzare l'estetica dell'ambientazione. Infine, il progetto Way Materia by Snaidero una cucina innovativa, che utilizza lastre ceramiche di puro gres porcellanato caratterizzate da grande formato e minimi spessori, totalmente Made in Italy e frutto di tecnologie di vera avanguardia: un punto di riferimento che risponde alle esigenze di chi cerca una cucina lineare e minimalista, eppure dotata delle più moderne tecnologie.

Nel corso di EuroCucina 2018 i visitatori hanno potuto scoprire le caratteristiche e i design esclusivi di queste soluzioni d'arredo, toccando con mano la qualità dei materiali e saggiando la funzionalità dei loro elementi costitutivi. È stato proprio il consentire di rapportarsi in prima persona con queste cucine moderne che ha rappresentato la base fondante del successo riscosso in occasione dell'evento milanese da Snaidero: un'azienda che, da oltre 70 anni, innova e detta nuovi canoni di stile e design nel panorama internazionale.

Pubblicato in Food

Sempre di corsa tra un impegno e l’altro? La soluzione per non rinunciare al gusto della tavola è una ricetta semplice, veloce e di sicuro effetto: Gramigna del Pastificio Andalini con pesto di zucchine, salsiccia e mandorle.

Di Chiara Marando -

Siamo sempre di corsa, presi da mille impegni tra lavoro e famiglia. Talmente presi che ci sembra quasi un miraggio il poterci concedere il tempo di fermarsi a preparare qualcosa di saporito, quella piccola bontà culinaria che rappresenta un premio per la giornata di fatica. Senza esagerare con quadri negativi, quello che veramente risulta utile è riuscire ad avere un quaderno di ricette con preparazioni gustose, possibilmente sane e semplici.

Ecco, oggi vi consiglio una di queste ricette. Un primo piatto dove a fare da padrona è la bontà della pasta, condita con carne e verdure. La pasta è la Gramigna del Pastificio Andalini con salsiccia, pesto di zucchine e mandorle.

Facile, veloce e completa.

pasta_andalini.jpg

Ingredienti per 4 persone:

320 gr di Gramigna Pastificio Andalini

3 zucchine medie

2 salsicce

40 gr di mandorle in scaglie

Preparazione:

Tagliate le zucchine a rondelle fini e fatele saltare in una padella antiaderente con olio EVO, pepe e sale fino a quando non si saranno ammorbidite.

Una volta pronte frullate il tutto con il minipimer aggiungendo un po' di acqua per rendere il composto fluido. Aggiustate di sale e pepe se necessario.

Mettete a cuocere la pasta in una pentola di acqua bollente salata e, nel frattempo, spezzettate le salsicce e ponetele in una padella antiaderente senza condimento. Aggiungete un pizzico di pepe per insaporire e fate rosolare la carne. Aggiungete il pesto di zucchine e proseguite nella cottura per far amalgamare sapori e ingredienti.

Una volta pronta la pasta, scolatela e unitela al condimento. Unite una parte di mandorle e fate saltare il tutto in modo che si incorporino gli elementi e impiattate.

Completate i piatti con le restanti mandorle e un filo di olio EVO.

Pubblicato in Food
Giovedì, 03 Maggio 2018 17:08

Porridge di quinoa con cacao e frutta fresca

Questa settimana vi propongo una ricetta che è la variante gluten free e vegan del famoso porridge d'avena. Al posto dell'avena e del latte ho utilizzato la quinoa ed il latte vegetale.

La quinoa è uno pseudo cereale naturalmente privo di glutine, è ricca di fibre, povera di grassi e piena di vitamine, magnesio, fosforo, ferro e zinco. È un alimento dalle grandi caratteristiche nutritive e molto versatile in cucina. Può essere utilizzata per le più svariate ricette, soprattutto salate ma anche dolci e perché no, anche a colazione. E' un'ottima soluzione per iniziare bene e con energia la giornata!

Ingredienti per circa 2 porzioni

- 350 ml di latte vegetale (potete utilizzare qualsiasi tipo di latte vegetale, alla nocciola, soia*, avena, mandorla, riso, cocco)
- 150 g di quinoa
- un pizzico di sale
- 2/3 cucchiaini di cacao
- 2/3 cucchiaini di dolcificante a piacere (sciroppo d'agave/d'acero/ miele/ zucchero)
- Vaniglia
- frutta fresca/semi/frutta secca a piacere

*potete anche utilizzare il latte di soia Alpro alla vaniglia già zuccherato e non aggiungere così nè vaniglia nè ulteriore zucchero.

Procedimento

Mettete la quinoa in un colino e sciacquatela bene sotto l'acqua fresca in modo da eliminare il più possibile le saponine (sostanze presenti nella quinoa che le conferiscono un retrogusto amaro).
Prendete un pentolino, mettetelo sul fuoco, versate la quinoa e fatela tostare per circa due o tre minuti, girandola e facendo attenzione a non bruciarla. Versate il latte vegetale e portate a bollore, aggiungete un pizzico di sale, i cucchiaini di dolcificante, abbassate la fiamma e continuate a cuocere per altri 15/20 minuti la quinoa fino a quando si sarà gonfiata ed il liquido si sarà assorbito. Infine aggiungete il cacao amaro e la vaniglia.
Versate la quinoa in piccole coppette e gustatela calda o tiepida guarnendola con la frutta fresca che più piace, frutta secca, semi. Io ho aggiunto delle ottime fragole di stagione, la banana che si accosta molto bene al cacao e del cocco rapè.
Potrete creare le combinazioni che più vi piacciono in modo da variare.
La quinoa avanzata può essere conservata in frigorifero per 2 o 3 giorni e consumata in un secondo momento fredda, oppure riscaldandola brevemente.

ricetta-Porridgedi_quinoa-cacao-fruttafresca.jpg

Non vi resta che provare e gustare! Buona colazione!

Testo e foto di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

Pubblicato in Food
Giovedì, 03 Maggio 2018 10:34

"Rosetta": una storia di pane, bontà e famiglia

La Panetteria "Rosetta" è una vera istituzione parmigiana in fatto di bontà, la bottega d'altri tempi che si evolve nel tempo senza perdere la sua essenza. Una storia di famiglia, passione e dedizione per il proprio lavoro.

Articolo di Chiara Marando, foto di Francesca Bocchia –

Era il 1966 quando Giovanna e Giorgio hanno aperto le porte della loro attività, una panetteria già avviata nel pieno centro storico di Parma, una città ricca di fermento e amante del buon cibo. Un amore che ancora oggi rimane e si sviluppa portando avanti tradizioni e ricette del passato.
Giovanna e Giorgio all'epoca avevano coronato il loro sogno, la volontà di costruirsi un futuro e impegnarsi in qualcosa che li rappresentasse. E la "panetteria Rosetta" è esattamente questo, il risultato di sforzi, passione per il proprio lavoro e amore per il buono. E' la bottega dove ci si ritrova per fare due chiacchiere, dove si attende con pazienza il proprio turno mentre gli occhi si perdono ad osservare la vetrina ricolma di bontà, dove il vociare dei clienti che si raccontano diventa un sottofondo rassicurante. Ci sono ore di punta in cui la coda di persone arriva fuori dalla porta, perché "La Rosetta" è un punto di riferimento cittadino, una sosta irrinunciabile per chi ne conosce i prodotti.

PANETTERIA_ROSETTA.jpg 

Giovanna ha la capacità di servire e intrattenere i clienti, Giorgio si è sempre occupato degli impasti. Le tipologie di pane sono il frutto di una attenta ricerca di panificatori, ognuno con una sua particolare tipologia e forma di pagnotta. Perché "al giorno d'oggi è sempre più difficile trovare il pane fatto come si deve". Sono cambianti anche i consumi, ma è rimasta la volontà di guardare alla qualità di quello che si mangia.
Una gestione di famiglia che si è mantenuta fedele a sé stessa, che è riuscita a conservare quel sapore di casa, il profumo delle cose genuine che richiedono la giusta attesa. Perché qui il tempo ha un valore, ce lo spiega Enrico, il figlio di Giovanna e Giorgio, che oggi ha preso le redini del laboratorio e si occupa degli impasti e della pasta fresca. Nessun additivo, solo lievito madre per la panificazione e il saper aspettare. Per stendere c'è il mattarello, quello della nonna, dove a forza di tirare la pasta sono rimasti i solchi delle dita a raccontare la storia di anni trascorsi in cucina. Quel mattarello è un vero patrimonio, una mascotte che non smette di essere utilizzata.

Alla "Rosetta" non si va solo per il pane, ma anche e soprattutto per quelle specialità che ne accompagnano il percorso fin dall'inizio, attraversando gli anni e rimanendo dei punti fermi: sono i tortelli, gli anolini, la focaccia, la pizza e i dolci, in particolare le torte. Prima fra tutte quella al cioccolato, cotta solo per 14 minuti. Poi c'è la focaccia del nonno Giorgio, morbida, soffice, con solo olio extravergine di oliva, la vera squisitezza che si preserva nella sua identità.

PANETTERIA_ROSETTA-tortelli.jpg

PANETTERIAROSETTA-anolini.jpg

PANETTERIA_ROSETTA-pizza-focaccia.jpg

Ultimo arrivato al lavoro è il giovanissimo Matteo, nipote di Giovanna e figlio di Enrico, a cui si devono le torte e la focaccia ligure, impastata e preparata quotidianamente. Perché la giornata inizia molto presto: il laboratorio apre alle 5.45 e si parte lavorando gli impasti, preparati la sera prima e lasciati lievitare naturalmente, si informano le brioche e si cominciano a creare le ottime torte che delizieranno i clienti. E' una sorta di catena di montaggio. Alle 7 del mattino si apre e si va avanti fino alle 20, tra sorrisi, confidenze, assaggi e cucina. Prima ho accennato al fatto che gli occhi si perdono tra sfiziosità fragranti, ma ad attirare l'attenzione è anche lo spazio gastronomia, un tripudio di scelta e pietanze allettanti.

PANETTERIA_ROSETTA-gastronomia.jpg

Una quotidianità che si ripete e rimane sostenibile solo perché alimentata dalla costante passione, che ritorna anche nel sentore dei prodotti proposti. E dato che il lavoro non basta mai e la volontà di trasmettere la tradizione è tanta, ecco che Enrico ha deciso di organizzare di corsi per amatori, durante i quali poter imparare a cucinare le specialità del territorio. Il format è semplice: si ascolta, si cucina e si assaggia

Panetteria Rosetta
Str. XXII Luglio, 10/a, 43121 Parma PR
Tel. 0521 234240

Pubblicato in Food

Di Chiara Marando -

A separalo dalla splendida Chiesa Nuova disegnata da Francesco Borromini è il trafficato Corso Vittorio Emanuele, nel pieno centro di Roma. Quasi in contrasto con il caos della Capitale si cela, dietro spessi tendaggi color crema, il Ristorante stellato Pipero, nuovo regno di Alessandro Pipero, uno dei più famosi maitre della città eterna, dalla riconosciuta fama proprio per quella sua capacità di conferire a questo ruolo una cifra stilistica caratterizzante.

AlessandroPipero.jpg

                                   Alessandro Pipero, uno dei più famosi maitre di Roma

Pipero è lo spazio dove si esprime la creatività culinaria, screziata di eleganza ed accoglienza. Quell'accoglienza che non rimane distaccata ma si tinge di rispettosa simpatia, rafforzata dalla battuta controllata che avvicina al cliente.
La sala che ospita i tavoli è grande, di una geometrica pulizia che non appare eccessiva ma, al contrario, trasmette un senso di calore.
In cucina si esprime il giovane chef Luciano Monosilio che ama osare con la contemporaneità e si spinge verso proposte ad un primo approccio coraggiose.

LucianoMonosilio.jpg

                                                              Il giovane chef Luciano Monosilio

E' poi l'assaggio a confermare la ragione delle sue idee, dove ogni elemento non è mai posto a caso ma si rafforza nel suo insieme. La tradizione è un sottofondo da cui ci si allontana soprattutto nella scelta del menù degustazione, spazio personale dello chef e del suo estro, senza dimenticare che la cultura del passato insegna e spinge in sperimentazioni. Non a caso la sua carbonara viene considerata una delle migliori nel panorama gastronomico romano. Oggi però questo primo è stato superato, al suo posto si fanno largo creazioni originali e all'avanguardia come la Cheesecake di pesce con uova di storione, ma anche il meraviglioso biscotto salato che racchiude la Tartare di oca con salsa senapata e cubetti di mela.

pipero-cheesecake-pesce.jpg

piepro-tartare-oca.jpg

A fare la differenza non sono solo i piatti, ma anche la modalità del servizio, la scelta di puntare su un percorso che si completa con semplici bocconi apparentemente più poveri. Qui, prima di iniziare, viene portato al tavolo il più classico degli alimenti di un tempo: pane e olio, ma quell'olio con quel pane lasciano un segno morbido e carezzevole sul palato.
Insomma, una esperienza gustativa misurata sulla selezione alla carta, ma soprattutto attraverso due menù: Radici, con proposte che narrano la storia culinaria degli ultimi anni, e Rami, più lungo e complesso in una visione che racconta il Pipero di oggi e del futuro.

Ristorante Pipero
Corso Vittorio Emanuele, 246 Roma
www.piperoroma.it 

Pubblicato in Food
Venerdì, 20 Aprile 2018 17:41

Burger di ceci: una ricetta facile e gustosa

Una ricetta davvero semplice, sana e veloce che vi permetterà di preparare in poco tempo dei burger vegetali e senza glutine davvero gustosi, salutari e digeribili!

L'ingrediente principale sono i ceci che potrete gustare in questa variante, diversa dalla solita zuppa. Un alimento completo ricco di fibre, vitamine il cui consumo regolare può apportare benefici alla salute e al cuore in particolare.
Seguite la ricetta e non ve ne pentirete:

Ingredienti (per circa 5 burger)

- 250 g di ceci già lessati

        - mezzo scalogno

        - un cucchiaino di rosmarino tritato

        - 1 cucchiaio di farina (io ho usato la farina di riso impalpabile)

        - 3 cucchiai di olio EVO

        - mezzo peperoncino

        - sale e pepe quanto basta

Procedimento

Mettete in un mixer tutti gli ingredienti tranne la farina. Frullate il tutto. Versate il composto in una ciotola aggiungendo la farina, mescolate bene e formate dei burger. Metteteli in una teglia ricoperta con carta da forno o della farina per evitare che si attacchino. Passate infine un giro d'olio ed infornateli a 180 gradi per circa 15-20 minuti.

ricetta-burger-ceci.jpg

Potete gustarli con un contorno di verdure e creare così un bel piatto bilanciato e salutare oppure nella versione più classica dentro un bel panino con salse formaggio e una foglia di insalata!

Buon appetito!

Testo e foto di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

Pubblicato in Food

Festa di Rapa è una bio gastronomia che propone una cucina naturale per tutti, anche per intolleranti. La filosofia: pietanze preparate con cereali, verdure, senza zuccheri aggiunti e derivati animali.

Di Chiara Marando

Due donne, due sorelle, ma anche due amiche che hanno deciso di intraprendere una strada nuova, di cambiare e ritrovarsi nella stessa città per rendere concreta un'idea da tempo covata.
Ed ecco che il punto di incontro è Parma dove, in una delle vie principali del centro cittadino, Chiara e Lorenza scelgono il luogo che ospiterà il loro progetto. Via Farini sembra la strada giusta, cuore storico della City of Gastronomy, appena fuori dal viavai eccessivo dei locali. Qui, dal 24 Marzo scorso, si affaccia "Festa di Rapa" la loro bio gastronomia ispirata ad una filosofia alimentare che diventa cucina naturale. Ma non solo, diciamo più una cucina per tutti, anche per intolleranti. I piatti sono preparati con ingredienti biologici provenienti da fornitori selezionati che assicurano un risultato controllato e ottimale.

festedirapa-biogastronomia-parma00012.jpg

A preparare le bontà che ogni giorno riempiono la vetrina di Festa di Rapa è soprattutto Lorenza, ma anche Chiara si impegna ai fornelli perché la loro storia affonda le radici in una tradizione di famiglia che della ristorazione conosce dinamiche e necessità.
Festa di Rapa è il luogo dove fermarsi per un pasto leggero e gustoso, per un brunch o una merenda con proposte salate e dolci, centrifugati e succhi. Poi c'è la possibilità di acquistare e portare a casa piatti pronti, oppure usufruire del servizio delivery. E la filosofia bio ed ecosostenibile non parla solo attraverso il cibo, ma anche attraverso la scelta di utilizzare piatti e contenitori compostabili.

festedirapa-biogastronomia-parma00008.jpg

Quello che si può trovare è un piacere per gli occhi, nonché una saporita varietà di ricette basate sull'utilizzo e la lavorazione di cereali e verdure, lasciando da parte latticini, carne e pesce. Lorenza ama sperimentare, provare accostamenti sempre nuovi e questi ingredienti rappresentano gli strumenti perfetti per poter esprimere la sua creatività. Nessuno zucchero aggiunto, ma succo di agave e malto di riso per addolcire, e la predilezione per farine che si allontanano da quelle raffinate sono le basi per i dolci che rallegrano la vetrina colma di piccole delizie: la sbrisolona viene presentata in una variante curiosa, i tortelli al forno sono realizzati con farina di farro semi-integrale e composta di frutti di bosco o albicocca, e i biscotti diventano un mix gioioso in bocca quando il cioccolato si sposa con i fiocchi di avena, le mandorle e i semi di sesamo.
Poi focaccia, pane fatto in casa e farinata, perfetta come merenda e aperitivo.

festedirapa-biogastronomia-parma00000.jpg

Lorenza spiega che alcuni piatti sono diventati fin da subito dei cavalli di battaglia. Si parla delle zucchine ripiene, dei Broccoli con mandorle piccanti e batata al forno, dell'insalata di cavolo cappuccio, mela e mandorle.

Difficile scegliere e ancora più difficile decidere da quale specialità iniziare, per questo Chiara e Lorenza hanno pensato di partire dal concetto di piatto unico dove poter selezionare quali alimenti inserire e in che quantità. Volendo si può optare anche per un piccolo percorso di assaggi, una degustazione diversa dal solito dove a fare da padrone è l'equilibrio degli elementi.

E per il futuro?
La volontà è di ampliare la gamma dei prodotti offerti, di diventare un luogo di incontro e relax anche solo per una pausa, nonché di organizzare corsi di cucina per appassionati e amatori così da trasmettere l'essenza di una filosofia culinaria scevra da etichette.

Bio Gastronomia Festa di Rapa
Str. Luigi Carlo Farini, 49/C
43121 Parma PR
Tel. 0521 162 7052

festedirapa-biogastronomia-parma00002.jpg

Foto di Francesca Bocchia

Pubblicato in Food
Giovedì, 05 Aprile 2018 14:21

Muffin salati alle verdure: ricetta

Questa settimana vi propongo una ricetta semplice, leggera e genuina perfetta anche per chi è intollerante al lattosio: i muffin salati senza glutine, senza uova e con latte vegetale. Sono ottimi nei buffet di aperitivi ma anche come antipasto o a merenda!

Ingredienti 

- 350 g di mix di farine senza glutine oppure per una versione col glutine farina di tipo 2 (come farine senza glutine potete mixare 150g di farina
- integrale di riso 100 g di farina di miglio e 50 di fecola di patate)
- 2 cucchiaini di lievito
- 1 pizzico di cannella
- 240 ml di latte di soia
- 200 g di carote
- 100 g di porro
- semi di sesamo nero
- 50 g di olio EVO
- 1 cucchiaino di sale

Procedimento

Per prima cosa mescoliamo la farina, il lievito e la cannella, poi aggiungiamo il latte vegetale e l'olio per formare un impasto morbido. Frulliamo le carote e il porro e li aggiungiamo all'impasto. Versiamo il tutto in uno stampo per muffin e cospargiamo ognuno con semi di sesamo.
Informiamo per circa 20 minuti a 180 gradi. 

Muffinsalati-alle_verdure-ricetta.jpg

Sono perfetti per uno spuntino o aperitivo sfizioso!

Buon appetito!

Testo e foto di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

Pubblicato in Food