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Mercoledì, 08 Aprile 2020 16:38

Cannabis: il nuovo super cibo

Da erba per lo sballo a super cibo, la Cannabis per le sue proprietà benefiche e per la sostenibilità ambientale

Il cibo è una parte importantissima della cultura italiana, oltre ad essere un comparto industriale molto florido e leader mondiale con tante eccellenze che tutti cercano di imitare. Da qualche anno a questa parte, osservando i banchi dei supermercati e le trasmissioni tv, la gente ha voglia di sperimentare nuovi ingredienti e nuove sensazioni anche in cucina.

Ed ecco la nuova tendenza a dare importanza alla Cannabis non più soltanto spinti da quel concetto fisso di droga da evitare, ma quale ingrediente naturale ricco di proprietà benefiche di per sé e nei suoi derivati. Infatti nella produzione alimentare è permesso utilizzare i semi e i loro derivati (come l’olio e la farina), in quanto non contengono THC.

Il THC (tetraidrocannabinolo) è uno principali cannabinoidi contenuti nelle piante di canapa e si tratta di una sostanza psicoattiva, per questo motivo proibita negli alimenti se non come residuo di contaminazione durante le lavorazioni. La questione è differente per il CBD (cannabidiolo), altro cannabinoide presente in natura insieme al THC, di cui si fa sempre più ricorso sia in ambito terapeutico che in ambito gastronomico con il suo basso tenore.

Dal punto di vista nutrizionale i semi di Cannabis sono ricchi di acidi grassi polinsaturi essenziali, omega-6 e omega-3, in rapporto ottimale per la nutrizione umana all’interno del loro olio (che ricorda l’aroma di nocciola). È buono anche il contenuto di vitamine, come la E e quelle del gruppo B. Specialmente l’olio di CBD è diventato molto popolare, malgrado il suo prezzo più alto rispetto al normale olio di semi di canapa, perché consumarlo insieme ad altri alimenti consente di ottenere un potenziamento dei suoi effetti benefici.

L’olio di semi di canapa può essere usato a crudo, per non alterare le sue qualità organolettiche e nemmeno quelle nutrizionali, come condimento di qualunque portata e può essere reperito già oggi in svariati supermercati. Per chi volesse, invece, avvalersi anche delle proprietà nutraceutiche dell’olio di CBD lo potrà integrare l’olio usato su cibi e bevande, oppure assumerlo per via orale; sarà sufficiente porne alcune gocce sotto la lingua, per poi ingerirle per ottenere un effetto rapido ed efficace per esempio contro il dolore cronico.

Sarà interessante vedere come si comporteranno le quotazioni di mercato di questo nuovo super cibo alla luce di tutte le congiunture economiche negative, come accade anche per le quotazioni dei prodotti caseari.

La coltivazione delle tante varietà di Cannabis sarebbe anche un toccasana per l’ambiente, poiché sono piante in grado di crescere senza l’uso di pesticidi, riescono a catturare l’anidride carbonica dell’ambiente per trasferirla nel terreno, le fibre permettono la fabbricazione di nuovi materiali per l’edilizia assolutamente resistenti e fibre per l’industria tessile green. Di recente si è scoperto che possono addirittura bonificare i terreni contaminati da sostanze tossiche, come quelli presenti nella famosa Terra dei Fuochi.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Parma, 11 gennaio 2020. È la mostra dal titolo “Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile”, promossa dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, con la collaborazione e il patrocinio dell'assessorato alla Cultura del Comune di Parma, a dare l’inizio ufficiale alle celebrazioni di Parma 2020 - Capitale Italiana della Cultura.

Dall’11 gennaio e fino al 13 aprile gli spazi della Galleria San Ludovico (borgo del Parmigianino, 2) e dei Portici del Grano (Piazza Giuseppe Garibaldi, 1) ospiteranno un vero e proprio percorso esperienziale, che si propone di far comprendere il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta, a cominciare da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto.
Un legame che può essere rinsaldato solo ripensando il modo in cui coltiviamo, produciamo e consumiamo il cibo. Questo perché la produzione di cibo è l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (31%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%) e che oggi consuma 1,7 volte le risorse naturali che la terra riesce a generare ogni anno. Cibo che peraltro, purtroppo, finiamo anche per sprecare, dal campo alla tavola (1/3 del cibo prodotto a livello globale, infatti, non viene nemmeno mangiato). ​

“Mai come quest’anno, cambiamenti climatici e sostenibilità ambientale sono al centro del dibattito, grazie anche a movimenti come #FridaysForFuture e all’impegno di Greta Thunberg, che hanno fatto partire dal basso un sentimento comune e globale che chiede di ripensare - in chiave sostenibile - le nostre vite. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari. Puntiamo a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, elemento fondamentale per questo cambiamento”, ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo di Fondazione Barilla.​

Sviluppata in collaborazione con National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (SDSN Med), la mostra, realizzata, tra gli altri, grazie al contributo di un comitato scientifico multidisciplinare e la curatela di Codice Edizioni, intende sottolineare il ruolo fondamentale che la cultura del cibo riveste nella rapida evoluzione della nostra società, attraverso un percorso di comprensione e consapevolezza (che va dai paradossi alimentari ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030) tra exhibit interattivi e immersivi.
Per questo motivo - e per rendere più immediato il messaggio - la mostra offrirà molteplici occasioni di dialogo e approfondimento con conferenze tematiche, laboratori e workshop.​

Un percorso espositivo digitale e multidisciplinare rivolto a tutti e che offre anche percorsi e iniziative dedicati agli studenti di tutte le età, chiamati a diventare i protagonisti del cambiamento auspicato. Per le scuole, saranno previste visite guidate giornaliere, previa iscrizione, dal lunedì al venerdì e percorsi di apprendimento laboratoriali personalizzati secondo il livello scolastico di appartenenza. Questo percorso multimediale arricchisce anche il programma educativo “Noi, il cibo, il nostro Pianeta”, inserito in un protocollo d’intesa col MIUR, che si rivolge a docenti di ogni ordine e grado scolastico fornendo loro materiali di aggiornamento e insegnamento per far comprendere il rapporto imprescindibile tra la nostra salute e la salute del mondo che ci ospita.​

Per prenotazioni e altri dettagli, visitare il sito: www.noiilciboilpianeta.it/parma2020 

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Fa tappa anche a Parma, Capitale della Cultura 2020, il tour di presentazione delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi con un evento presso la Sala Conferenza dell’Info Point dell’Università di Parma - Ponte Romano via Mazzini venerdì 20 dicembre alle ore 16.30.


Parma, 16 dicembre 2019 – Il 2020 sarà l’anno dedicato alla celebrazione del bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, colui che ha portato la scienza in cucina e ha insegnato l’arte del mangiar bene. Il tour di presentazione del calendario delle attività artusiane 2020, fa tappa a Parma, venerdì 20 ore 1630 al Ponte Romano, sala conferenze Info Point Università di Parma, con un evento organizzato da Casa Artusi, in collaborazione con ALMA, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, Assessorato all’Agricoltura.


Il 2020 sarà il bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, scrittore, gastronomo e critico letterario di Forlimpopoli, autore di quella che è considerata la prima trattazione gastronomica dell’Italia Unita: 790 ricette, ognuna testata di persona dall’autore con la collaborazione della sua governante, raccolte in un famosissimo libro, che, per generazioni, non mancò mai nelle case degli italiani.
Il ricettario di cucina italiana più famoso al mondo, ha avuto il merito, non solo di rappresentare la sintesi della cucina domestica di quegli anni, ma anche, in qualche modo, di raccontare la neonata nazione e di diffonderne la lingua e le tradizioni.


In occasione dell’incontro verrà presentato il calendario degli eventi previsti nel 2020 dalla Presidente di Casa Artusi Laila Tentoni. A seguire, è previsto un cooking show della ricetta nr. 54 Anolini alla Parmigiana a cura di Carla Brigliadori.


L’evento, organizzato in collaborazione con Ideares srl, si concluderà con una degustazione di Anolini alla Parmigiana in abbinamento con prodotti e vini del territorio.
Per maggiori informazioni ufficio stampa: Ideares srl dottoressa Elisa Storti Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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In Italia il cibo gettato via ogni anno equivale ad un punto del PIL nazionale, con l'82% dello spreco rappresentato dal cibo che si getta in casa.

A Natale lo sperpero è al massimo, soprattutto in Italia dove in occasione delle feste si esagera con cibi e vini. «Queste celebrazioni hanno così un effetto dannoso sul pianeta di cui stiamo consumando le risorse a tempo di record» avvertono gli analisti di Ener2Crowd, invitando i cittadini a rendere le feste più eco-sostentibili.

(AJ-Com.Net) - ROMA, 13 DIC 2019 - Lo spreco alimentare somma annualmente in Italia 17 miliardi di euro, pari all'1% del pil, di cui 14 miliardi di euro dissipati per il cibo già prodotto e gettato via e 3 miliardi di euro per lo spreco di filiera e distribuzione.

Si tratta per l'82% di alimenti gettati via dai consumatori e per il 18% di scarti del processo di produzione e di trasporto. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd ( www.ener2crowd.com ), la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico.

Se analizziamo poi i dati del periodo natalizio scopriamo che tra Natale e Capodanno si getteranno via oltre 500 mila tonnellate di cibo, corrispondenti ad oltre 80 euro per gruppo familiare che vanno in fumo inutilmente, portando anche ad un'impennata del livello di inquinamento «perché ogni tonnellata di rifiuti alimentari produce 4,2 tonnellate di CO2» spiegano gli esperti di Ener2Crowd.

Eppure, dalla scelta dei cibi alle decorazioni, dai mezzi di trasporto all'illuminazione, il Natale può essere occasione per mettere in atto e diffondere pratiche sostenibili, puntando sulla sensibilità ambientale e sulle tecnologie per ridurre gli sprechi, anche energetici.

«Mai prima d'ora abbiamo avuto così tante prove del fatto che essere sostenibili è anche economicamente vantaggioso per le aziende» sottolinea Niccolò Sovico, ideatore, co-fondatore e ceo di Ener2Crowd.

Se poi in Italia ogni cittadino dedicasse l'esatto valore dello spreco alimentare di 12 mesi ai progetti Ener2Crowd pensati per il progresso del Pianeta, questi rappresenterebbero un tesoretto di circa 13 miliardi di euro in grado di crescere del 6% all'anno.

«Come consumatori, dobbiamo usare il nostro potere di spesa per mostrare alle aziende che è nel loro interesse realizzare prodotti sostenibili» ricalca Giorgio Mottironi, co-fondatore e chief sustainability officer di Ener2Crowd, che per questo Natale suggerisce di regalare e regalarsi un «lending crowdfunding energetico».

La proposta ai cittadini è quella di diventare greenvestor, optando -ad esempio- per il progetto Ener2Crowd legato al relamping realizzato da Samso SpA con la nuova tecnologia a led in grado di portare ad una riduzione annua di 365 tonnellate di emissioni di CO2, pari all'effetto che avrebbe la piantagione di 36.500 alberi. 

(Foto di Francesca Bocchia - Accensione albero di Natale a Parma) 

50 convegni con esperti internazionali - Tre linee di produzione a ciclo completo funzionanti dedicate ad hamburger, ricotta e piatti pronti - Food Tech Start-up Zone.  

Parma -

I biscotti che si mangiano di mattina per colazione potrebbero essere stati prodotti senza rilasciare anidride carbonica nell’atmosfera. La conserva utilizzata per gli spaghetti potrebbe arrivare da impianti che recuperano la dispersione termica (il settore agroalimentare presenta consumi di energia termica pari all’11% del totale). Al ristorante il piatto sul menù, grazie alle tecnologie di realtà aumentata, potrebbe prendere una propria fisionomia tridimensionale e visualizzare ingredienti, calorie e costo. Infine, il succo di frutta potrebbe avere conservato integro, nonostante la lavorazione industriale, tutta l’intensità del suo aroma.

A Cibus Tec è scoccata l’ora green e non solo. L’appuntamento fieristico internazionale di Koeln Parma Exhibitions - JV Koelnmesse GmbH e Fiere di Parma SpA - dedicato alle tecnologie Food & Beverage che prenderà il via alle Fiere di Parma dal 22 al 25 ottobre porterà infatti in scena 1.300 aziende (di cui 400 brand esteri) con oltre 500 innovazioni: tecnologie carbon neutral, realtà aumentata, aroma recovery, automazione e le nuove frontiere del packaging, solo per citarne alcune.
Una moltitudine di novità che confermano non solo l’adesione dell’industria italiana a modelli di economia circolare e sostenibilità, ma anche la vitalità di un settore che vede l’Italia al primo posto tra i principali esportatori mondiali con una quota del 16,1% nel 2018 (fonte Prometeia) Con dazi e sanzioni in aumento nel mondo, inoltre, salgono le occasioni di vendita anche nella Federazione Russa, dove la tecnologia italiana è tra le più apprezzate, e le partnership con le aziende italiane in aumento. E’ il c.d “Made with Italy”.

Nella corsa alle tecnologie carbon neutral che cercano cioè di non gravare sull’atmosfera contenendo le emissioni di CO2 si ritrovano in fiera RENOVIS (progettazione impianti di recupero di calore - pad. 05/stand C 007) e STIAVELLI (motori elettrici Premum Efficency - pad. 5/stand L065).

Puntano invece alla riduzione dei consumi d’acqua - cruciale in vista dell'aumento della popolazione mondiale e conseguentemente della richiesta di prodotti alimentari - i sistemi di riutilizzo di acque reflue di CANNON (pad. 5/stand M 054) e le unità di pastorizzazione o sterilizzazione per il trattamento di sciroppo e bevande di A DUE (pad. 3/stand C004).

Percorsi virtuali di realtà aumentata che, nel campo del Food&Beverage, rivoluzionano sempre più il rapporto prodotto-cliente ma che trovano applicazione anche nella manutenzione a distanza o nella formazione, sono proposti da ENGINEERING INGEGNERIA INFORMATICA SPA (pad.02/stand E 056).

Le tecnologie di aroma recovery, che recuperano le proprietà organolettiche del prodotto sono invece la parola d’ordine di TROPICAL FOOD MACHINERY SRL (recuperatore di aromi - pad.057stand F 024) e di SEPRA (che in ambito caseario ha sostituito al tradizionale trattamento termico la microfiltrazione (pad.05/stand F 024).

In Europa si stima che il 20% dei packaging flessibili su un assoluto di 3,7 Ml di tonnellate sia multimateriale e quindi non ideale per il riciclo. SAES GROUP (pad.02/stand C 056) presenterà l’innovativa tecnologia di coating che grazie alla partnership con Sacchital permette di realizzare per la prima volta soluzioni di packaging flessibile ad alta barriera e al tempo stesso riciclabili o compostabili e dunque in linea con i principi fondamentali di economia circolare.
Presentati pure i sistemi per il confezionamento in imballaggi flessibili di GOGLIO (pad.05/stand B 018). Soluzioni di confezionamento sostenibile sono anche quelle di ULMA PACKAGING (pad.02/stand H 026) come LeafSkin - una vaschetta piatta di cartone con riduzione di plastica fino al 80% - e Reduced Scrap che comprime lo scarto di film fino al 40%.
Confezioni a prova di “presa di robot” sono invece quelle di VUOTOTECNICA (pad.02/stand E 043).

E se il pane avesse un’alveolatura talmente fitta da avere in mano più aria che pane? E se il prosciutto non avesse il giusto rapporto tra la parte magra e quella grassa? E se carne, prodotti lattiero-caseari, prodotti da forno e snack contenessero corpi estranei?
Rispondono a queste domande il tomografo di BIOMETIC (pad.05/stand M 012) una tecnologia a raggi X che fa la TAC agli alimenti e il metal detector multiscan Sentinel della THERMOFISHER (pad.05/stand M 012). Tecnologie che proteggono i consumatori ma anche la reputazione del marchio.

Nel solco della sicurezza e igiene alimentare, invece, ci sono il riduttore antibatterico di TRAMEC (che non essendo in acciaio richiede un dispendio di energia molto inferiore (pad.02/stand L 014)), i sistemi di travaso con tenuta a labbro della TICOMM & PROMACO SRL (pad.05/stand F 044), gli impianti di sterilizzazione a radiofrequenza della STALAM (pad.06/stand C 026) e la sterilizzazione a perossido di idrogeno della DE LAMA (pad.05/stand L 060).

La fabbrica è sempre più interconnessa e digitalizzata con robot e veicoli a guida laser. E’ la fabbrica intelligente proposta da ELETTRIC80 (pad.03/stand D 014). Altrettanto intelligenti le macchine perfettamente auto-apprendenti e intuitive di ESPERA (pad.02/stand F 004) che informano quando la leggibilità di una etichetta sta diminuendo (con conseguente rischio di resi).

A Cibus Tec non mancheranno poi le tecnologie altamente specializzate come la macchina per ottenere peperoncini cherry detorsolati e svuotati dei semi (FERRARA VEGETABLES PROCESSING MACHINERY (pad.05/stand L 030), la centrifuga verticale per chiarificare i liquidi e concentrare i solidi (GRUPPO PIERALISI pad.05/stand M 009) o la tecnologia “Individually Quick Frozen” che combinando cioè la surgelazione criogenica con un sistema di agitazione ad onda consente l’ottimale separazione dei pezzi (LINDE pad.06/stand D 050).
E ancora la linea automatica di produzione string cheese offerta da MILKYLAB (pad.06/stand E 010), quella per trasformare (senza alcun ausilio umano) la cagliata in mozzarella (ENOOP FOOD TECH (pad.05/stand L 003) passando per le tecnologie di raffreddamento della pasta ripiena (SARP (pad.05/stand C 029) o di agitazione per mescolare efficacemente frutta e cereali, componenti grossi di frutta e luppolo nonché concentrati liquidi e polverosi.

Nel complesso 500 innovazioni distribuite in 5 padiglioni cui si affiancherà la Food Tech Start up Zone, la nuova area espositiva di Cibus Tec. Allestita nel padiglione 3 sarà rappresentativa della food tech revolution applicata all’industria di processo, packaging e logistica, strumenti chiave per una filiera innovativa e sostenibile.

Va nella direzione dell’innovazione tecnologica anche Cibus Tec Industry (padiglione 2), il progetto che riproduce in fiera tre linee altamente automatizzate, funzionanti a ciclo completo dedicate ad hamburger, ricotta e piatti pronti.

La conferenza di apertura di Cibus Tec inizierà alle ore 11 in sala Barilla alla presenza di Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma.
All’opening session curata dal World Food Research interverranno anche Paolo Andrei, Rettore Università degli Studi di Parma, Paolo de Castro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo e Annalisa Sassi Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali. Titolo: “Le sfide della produzione e la tecnologia alimentare: sostenibilità, rivoluzione digitale e scenari del business globale”.

Nel pomeriggio invece la conferenza stampa di SAES GROUP dal titolo “Soluzioni innovative per un packaging sostenibile: la nuova partnership tra SAES Coated Films e Sacchital” (ore 14.00 Sala Innovation).

Quattro giorni in cui esperti nazionali e internazionali si confronteranno su temi caldi del settore con oltre 50 incontri, tra questi l’IBS - International Biofilm Summit - la più importante conferenza mondiale dedicata alle problematiche da biofilm nell’industria alimentare.
Nel mondo ogni anno, più di un miliardo di tonnellate di cibo è sprecato proprio a causa delle contaminazioni come la listeria.

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Botulino nella zuppa scaduta da tre settimane, paralizzato. Negligenza della vittima o responsabilità del marchio?

Intossicazione da botulino. Un uomo francese di Essonne, riporta Le Parisien, è ricoverato in gravi condizioni, al reparto di rianimazione dell'ospedale parigino, quasi completamente paralizzato,con pochissime speranze di guarigione. I medici hanno accertato che la tossina era contenuta nella zuppa che l'uomo ha consumato la fine di agosto dopo la scadenza in evidenza in etichetta del 4 agosto. I primi sintomi sono comparsi il giorno dopo: pupille dilatate, secchezza delle mucose, paralisi muscolare progressiva. L'uomo è stato ricovero in ospedale ed è stato trattato con siero antibotulinico. L'ospedale ha immediatamente attivato l'autorità sanitaria che ha condotto l'inchiesta epidemiologia che è stata effettuata direttamente con il paziente. Il giovane ha riferito di aver mangiato una confezione di zuppa precotta contenuta in una ciotola di plastica prodotta da un'azienda alimentare francese.

Analizzata anche la ciotola con i residui del minestrone e inviata all'Istituto zooprofilattico di Parigi che ha evidenziato la presenza della tossina botulinica di B. Il grave caso di botulino è stato reso noto anche dal Ministero della Salute sul sito internet istituzionale. Negligenza della vittima o responsabilità del marchio?

Le tossine negli alimenti non supportano il calore o l'esposizione prolungata all'ossigeno. Ma non cambiano né gusto né odore. Gli investigatori hanno trovato la zuppa di verdure nel frigorifero della vittima. "Nessun altro problema è stato segnalato sulle 630 confezioni del lotto che sono state vendute e consumate da allora", afferma l'autorità competente. La società del marchio incolpa la vittima. "Dato il periodo di incubazione (tre giorni), la data di ricovero del paziente (fine agosto) e la data di scadenza del prodotto (4 agosto), è dimostrato che il paziente ha consumato un prodotto scaduto ", spiega il marchio. Il botulismo è una forma rara di neuro-intossicazione in grado di provocare complicazioni molto serie e gravi all’organismo. La patologia non è contagiosa. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, questo ennesimo fatto di cronaca evidenzia la necessità di prestare la massima attenzione ai termini di scadenza dei prodotti alimentari, poichè i rischi sono dietro l'angolo con possibili conseguente persino letali.

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(18 settembre 2019)

Il ministero della Salute mette in guardia dal consumo del budino al cioccolato Bio Sobbeke in vasetto che potrebbe contenere schegge di vetro. L'azienda ha immediatamente ritirato il prodotto dalla vendita e ha avviato un richiamo. Consumando il prodotto ci si espone al rischio di ferimento. Nello specifico si tratta del lotto con scadenza 09-08-2019 del "Budino al cioccolato bio" in vasetto da 150 g, prodotto dall'azienda Molkerei Sobbeke con sede dello stabilimento in Germania all'indirizzo Amelandsbruckenweg 131 a Gronau -

Epe. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda tutti i clienti di non consumare più il prodotto interessato poichè non è possibile escludere rischi per la salute.

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"Bambinopoli" quest'anno è green. Imparare, giocando, sul tema "Pianeta è vita". Sabato 7 e domenica 8 settembre a Vignola (Mo) la 18esima edizione. Giochi, animazioni, spettacoli per gli under 13 e incontri per i genitori su alimentazione, territorio ed educazione ambientale. 

Modena –

Tanti laboratori per imparare, giocando, la lezione della sostenibilità e dell’educazione alimentare, e poi incontri sulle abitudini a tavola rispettose dell’ambiente e della salute, l’economia circolare, il riuso, gli orti scolastici
Ruota intorno al tema “Pianeta è vita” la 18esima edizione di “Bambinopoli”, la manifestazione patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna e dedicata al mondo degli under 13, che animerà la città di Vignola (Mo) nel fine settimana del 7 e 8 settembre 2019.

“Un grande laboratorio di idee e di creatività per i più piccoli- ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli presentando oggi la manifestazione assieme al sindaco di Vignola Simone Pelloni-, che avrà come filo conduttore l’attenzione nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse. Educare alla sostenibilità, promuovendo un'alimentazione consapevole e avvicinando giovani e adulti alla campagna è uno degli obiettivi che perseguiamo con progetti significativi come le oltre 400 Fattorie didattiche accreditate e le imprese agricole che la Regione nel 2017 e nel 2018 ha sostenuto con circa 700mila euro attraverso due bandi del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Obiettivo: dare gambe a progetti di educazione alimentare indirizzati alle scuole e alle famiglie, orientare i consumi e la scelta consapevole degli alimenti, far conoscere a bambini e ragazzi di tutte le età il mondo rurale, le sue tradizioni e culture, l’attività agricola che sta dietro prodotti e alimenti tipici del territorio regionale”. 

Negli anni scorsi le presenze a "Bambinopoli" si sono attestate a quota 30mila, quest'anno si punta a 50mila visitatori. Oltre 14 le associazioni sportive convolte, 10 laboratori e un convegno con formatori di Palo Alto (California, Stati Uniti) su “Educare i bambini alla felicità”.
Tra gli eventi, quelli dedicati al riuso e un mercatino organizzato da mamme e papà per dare “nuova vita” a tutto ciò che serve per i bambini tra indumenti, libri e giochi. Anche l’attività fisica avrà uno spazio dedicato nella manifestazione, con il Villaggio dello Sport, dove i bambini potranno cimentarsi in diverse attività sportive, dal calcio alle arti marziali.
Tra i convegni segnaliamo l’incontro su “Alimentazione e ambiente nelle scuole” che si terrà giovedì 5 settembre presso la Rocca di Vignola (Mo). Qui, alcuni esperti come Roberto Cavallo, agronomo e attivista ambientale, Annalisa Renzi, esperta in formazione ed educazione ambientale, Mara Ramploud, medico e nutrizionista, Lia Cortesi, referente del progetto Orto in Condotta nelle valli forlivesi e Alberto Tripodi, dell’Ausl di Modena, interverranno per mettere in luce le esperienze e le prospettive possibili di una didattica dove le scelte alimentari vadano di pari passo all’attenzione nei confronti del territorio e dell’ambiente in cui i bambini crescono./OC

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Terza ed ultima conferenza della rassegna TERRITORI 2.0, ideata dall'associazione Intesa San Martino di Pama: l’economia solidale come concreto aiuto ai produttori agricoli locali.

Parma -

Vi è un’etica ed una morale che inducono un sempre maggiore numero di famiglie, ad acquistare prodotti locali da piccoli produttori locali, al fine di consumare alimenti dalla certa filiera produttiva e sicura genuinità. Parma in questo si dimostra da sempre innovativa, essendo stata in Italia, la patria del primo Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) ed ora, anche, sede dell’associazione di produttori Io Mangio Locale. 

L’economia solidale posta all’attenzione dalla rassegna TERRITORI 2.0 ideata e promossa dall’associazione Intesa San Martino, ha visto nella terza ed ultima conferenza svolta all’interno della Biblioteca Sociale Roberta Venturini, due realtà che dal territorio, fanno oramai scuola a livello nazionale.  

Laura Paduano Presidente di Io Mangio Locale, dopo la coraggiosa scelta di cambiare vita per dedicarsi ai frutti della propria terra, espone i risultati vissuti direttamente, sul campo, che si dimostrano incoraggianti e positivi per un futuro dal consumo alimentare etico e mirato all’acquisto di prodotti cosiddetti a km zero. Ciò, in quanto dettati dal frutto del lavoro di piccoli produttori locali che, come in Io Mangio Locale, si contraddistinguono per l’elevata accortezza del proprio raccolto venduto ad un equo prezzo.

Micaela Sini Scarpato Presidente del Distretto di Economia Solidale del territorio Parmense (DES) esalta invece l’esperienza vissuta direttamente all’interno dei GAS in cui, da anni e anni con la propria famiglia, ha diversificato la propria tabella alimentare variandola con logica e per stagione, a tante persone del luogo che, grazie alla sua intraprendenza e visione, hanno scelto poi di seguirla, sposando la filosofia dell’economia solidale. L’idea si basa sull’acquisto in gruppo di discreti quantitativi di merce, acquistati da produttori altamente selezionati, biologici e dei quali si è certi del naturale prodotto comprato, senza interazioni di chimici o conservanti spesso abusati dall’industria alimentari e poco salutari per l’uomo. 

Tante le curiosità emerse in seguito al racconto delle due vivaci relatrici che, incalzate dalla brava e giovane giornalista Eleonora Puggioni, come dalle tante domande giunte spontanee dal pubblico, hanno informato la variegata platea di curiosi accorsa all’interno della Biblioteca Sociale di via Venezia. 

Andrea Coppola    

Pubblicato in Economia Parma
Giovedì, 07 Febbraio 2019 11:02

Lo stress da lavoro fa ingrassare

Lo stress da lavoro fa ingrassare, lo sostiene uno studio. Il corpo, in particolare quello delle donne, tende ad accumulare grasso se sotto pressione legato all'attività lavorativa

Pressione, agitazione, ansia da prestazione sono solo alcune delle sensazioni spiacevoli che possono manifestarsi nella vita quotidiana di un lavoratore. A volte si pensa che questi disagi nascano da cause di tipo fisico, ma in molti casi il responsabile è semplicemente lo stress.

Scadenze, ritardi, pressioni dai capi, screzi con i colleghi possono infatti portare a quello che viene definito stress da lavoro correlato o, semplicemente, stress da lavoro.

Quando la pressione sul posto di lavoro si fa sentire, il corpo, in particolare quello delle donne, tende ad accumulare grasso. Dunque, se abbiamo un lavoro particolarmente stressante, aspettiamoci di vedere qualche chiletto in più sulla bilancia. Secondo i ricercatori della University of Gothenburg, in Svezia, infatti, esiste un forte legame tra un impiego che mette sotto pressione, anche dal punto di vista psicologico, dove spesso non abbiamo abbastanza tempo per portare a termine tutti i compiti, e l'aumento di peso corporeo.

Il team ha preso come campione un gruppo di individui di 30 e 40 anni per un periodo di tempo pari a 20 anni, riprendendo dunque lo studio quando i partecipanti avevano rispettivamente 50 e 60 anni.

Le persone con un lavoro più stressante avevano aumentato di peso in modo considerevole, di circa il 10%, durante il corso della ricerca. Un risultato rilevato in particolare tra le donne, dove la percentuale ha raggiunto anche il 20%.«Siamo stati in grado di osservare l'impatto di una professione stressante nel peso corporeo delle donne, mentre negli uomini non abbiamo notato nessuna associazione tra la tensione sul posto di lavoro e l'aumento di peso», ha dichiarato Sofia Klingberg, leader dello studio. «Non abbiamo esplorato le cause di ciò, ma siamo convinti si tratti di una combinazione di problemi al lavoro e un maggiore livello di responsabilità anche a casa, da parte dell'universo femminile. Questa combinazione rende difficile alle donne trovare il tempo di fare attività fisica e vivere una vita salutare».

I ricercatori non hanno trovato nessuna associazione con altri fattori come l'educazione accademica, la qualità dell'alimentazione e altri elementi dello stile di vita. La ricerca, è stata pubblicata nella rivista scientifica International Archives of Occupational and Environmental Health.

Lo stress da lavoro, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", viene sperimentato da quelle persone che sentono le richieste del mondo lavorativo superiori a quello che sono le loro capacità di fronteggiarle con conseguenze nell'ambito psicofisico e sociale.

In Europa questa condizione sembra interessare almeno un lavoratore su quattro e una delle conseguenze più negative per le aziende è l'assenteismo che provoca ritardi nello svolgimento quotidiano delle mansioni e ovviamente perdite economiche ingenti. Ma il vero e grande problema sono le persone con stress da lavoro correlato che stanno male sia a livello fisico che a livello psichico. Molto spesso preferiscono ricorrere a negazione o psicofarmaci pur di non ammettere che il problema va affrontato e risolto.Uno studio dell'Università Bocconi di Milano ha dimostrato che per le donne c'è anche un problema ulteriore: lo stress è provocato dalla difficoltà di conciliare l'impegno professionale con la vita familiare nel 50% dei casi. Ricordiamo che anche fare la mamma è un lavoro a tempo pieno...

(5 febbraio 2019)

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