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Crisi Ferrarini: Intervento di Nicola Comparato, delegato sindacale Flai CGIL e dipendente dell'azienda Ferrarini, trasmessa a Langhirano News, riguardo ad alcuni comportamenti censurabili dell'azienda nei confronti dei dipendenti e delle proposte concordatarie.

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“La solidità finanziaria del gruppo cooperativo Bonterre-Grandi Salumifici Italiani, leader nel settore del Parmigiano Reggiano e dei salumi di qualità, insieme al suo know-how in fatto di produzione, trasformazione e commercializzazione, danno lo spessore giusto e il valore corretto alla proposta di salvataggio” 

• Sostegno alla cordata che vede la partecipazione delle principali imprese italiane del settore, per il rilancio di un asset strategico dell’agroalimentare “Made In Italy”

• Barrese: “Mettiamo in sicurezza l’azienda per portare importanti benefici a tutta la filiera”

FLAI CGIL preoccupata per mancanza materie prime e risorse economiche e conseguente calo di lavoro.

Nella giornata di giovedì 15 novembre, presso la sede dell'Unione Montana Appennino Parma Est, si è riunito il tavolo istituzionale presieduto dai sindaci dei territori coinvolti dalla difficile crisi che ha colpito il Gruppo Ferrarini Spa. All'iniziativa hanno preso parte le segreterie provinciali della FLAI CGIL di Parma e Reggio Emilia insieme al segretario generale della FLAI Emilia Romagna, Umberto Franciosi e al segretario nazionale FLAI CGIL, Marco Bermani.

Il tavolo, convocato per esaminare le tematiche tecnico-politiche inerenti la crisi Ferrarini a seguito degli incontri tra azienda e parti sociali e dopo l'incontro al Ministero dello sviluppo economico, ha preso atto di tutte le preoccupazioni che ad oggi continuano ad emergere e che il segretario generale della FLAI di Parma, Antonio Gasparelli, ha voluto sottolineare nella sua relazione, a partire da come la mancanza di materia prima fresca e la mancanza di risorse economiche stiano portando allo svuotamento degli impianti con un preoccupante calo di lavoro che, senza interventi immediati, porterebbe a mettere in discussione fin dai primi mesi del nuovo anno l'utilizzo del contratto di solidarietà, ad oggi unico ammortizzatore sociale concesso.

Alla fine della seduta, le istituzioni presenti erano concordi nel produrre un documento comune per chiedere ai parlamentari del territorio un concreto interessamento alla vertenza e ribadire l'importanza delle prossime riunioni al Mise coinvolgendo le istituzioni locali.

Le segreterie nazionali di categoria, in continuità con quanto dichiarato nell'ultimo incontro al Mise dal Gruppo Ferrarini Spa, che s'impegnava alla presentazione del piano industriale utile alla definizione del piano concordatario entro il mese di novembre, hanno richiesto un incontro urgente, sollecitando ulteriormente la presentazione del piano.

 

Stabilimento Ferrarini di San Michele Cavana (PR)

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Venerdì, 09 Novembre 2018 16:24

Ferrarini, si va verso la vendita?

Si vocifera sugli interessamenti di Senfter, Rovagnati e anche di alcuni industriali parmensi.

di Virgilio Parma 9 novembre 2018 - Continuano a rincorrersi le voci che vedrebbero molti big interessarsi ai gioielli del "Gruppo Ferrarini", sottoposta a ben tre concordati con riserva a causa di una fortissima crisi di liquidità.

Una stretta che sta minando le quote di mercato del Gruppo a causa dell'incapacità di acquisire le risorse finanziarie utili a fare andare ai massimi regimi le macchine industriali.

Si fa il nome di Rovagnati, interessato molto probabilmente allo stabilimento per la produzione della linea di crudi, il Big di San Candido, quel Senfter che sino a fine dello scorso anno era partner di Grandi salumifici italiani, ma anche alcuni industriali del "Parma" sembrerebbero interessati a accaparrarsi lo stabilimento di Lesignano Bagni.

Ai primi di settembre si facevano i nomi di Ugo Annoni Spa, industria alimentare di Collecchio, la Cav. Umberto Boschi di Felino e Casale Spa., mentre ora sembrerebbe venir meno l'interesse del Casale spa.

Insomma l'interesse verso i vari asset è molto forte, ma potrebbe essere che i commissari tentino la vendita dell'intero Gruppo.

L'affare potrebbe esserci, posto che sino allo scoppio della crisi finanziaria, i fatturati Ferrarini del cotto, dove occupava la posizione di leader, erano in costante crescita.

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Vertenza Ferrarini. Prosegue il cammino verso il piano industriale per il salvare e rilanciare il gruppo. All'incontro a Roma presenti anche due deputati reggiani del M5S. Una nuova "tegola" da Veneto Banca".

L'incontro al Ministero dello Sviluppo economico per aggiornamenti, da parte della proprietà, sulla situazione dopo il deposito della domanda di concordato presentata lo scorso 23 luglio. Il sottosegretario della Regione Manghi: "Auspichiamo che la soluzione a cui la proprietà sta lavorando garantisca l'occupazione e la migliore prospettiva per un'eccellenza alimentare del nostro territorio"

Roma 24 ottobre 2018 -  Prosegue  il cammino verso un nuovo piano industriale del Gruppo Ferrarini, che deve essere presentato entro il 23 dicembre prossimo: in corso contatti per l'ingresso nella compagine socialedi diversi soggetti, sia industriali che finanziari, in grado di assicurare prospettive produttive e occupazionali. E' quanto emerso oggi nella sede del ministero dello Sviluppo economico, a Roma, al tavolo per la crisi della storica azienda reggiana dell'agroalimentare, che conta 800 dipendenti e sedi in diverse località emiliane e lombarde.
La Regione era presente con il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Giammaria Manghi, per conoscere sviluppi e aggiornamenti da parte della proprietà, dopo il deposito della domanda di concordato presentata lo scorso 23 luglio. All'incontro anche rappresentanti dell'azienda, con la presidente Lisa Ferrarini, i due commissari nominati dal Tribunale di Reggio Emilia per i concordati Ferrarini e Vismara, Cgil Cisl e Uil nazionali e territoriali.

"La proposta di piano concordatario, o perlomeno le linee guida principali, vengano presentate al tavolo istituzionale con un utile anticipo temporale rispetto alla scadenza del 23 dicembre. Ci aspettiamo di essere riconvocati a breve dal Ministero per conoscerne i dettagli. Ciò rappresenta- ha dichiarato il sottosegretario Manghi al termine dell'incontro- un elemento positivo. Questo alla luce delle caratteristiche produttive e di pianificazione delle lavorazioni dei prodotti, che necessitano investimenti e scelte strategiche che non possono essere rimandate se l'obiettivo è salvaguardare la capacità produttiva e occupazionale dei diversi siti del Gruppo Ferrarini. Auspico che la soluzione a cui la proprietà sta lavorando possa garantire la migliore prospettiva occupazionale e la piena tutela di un'eccellenza alimentare del nostro territorio".

Dopo le evidenti difficoltà riscontate nei mesi estivi, oggi lo stabilimento reggiano che lavora principalmente prosciutto cotto sta tornando ai livelli di piena produzione, mentre nel parmense il sito dedicato alla lavorazione del prosciutto crudo si sta riprendendo lentamente ma resta ancora lontano dalla piena potenzialità produttiva. Stessa situazione per lo stabilimento lombardo di Vismara, dedicato agli affettati, che sta riprendendo le produzioni. Contestualmente è in corso il recupero dei clienti e dei fornitori dopo le interruzioni delle consegne estive, mentre permane una oggettiva difficoltà per le limitate disponibilità delle linee di credito. La fotografia della situazione aziendale è stata confermata dai commissari giudiziari Bartoli e Cadoppi, che hanno ribadito anche come la proprietà stia agendo in modo coerente con gli obiettivi del piano.

All'incontro al MISE erano presenti anche i deputati reggiani Davide Zanichelli e Maria Edera Spadoni del M5S che hanno ribadito come siano prioritarie la tutela dei lavoratori e "che il gruppo rimanga in mani italiane".

"Crisi Ferrarini, al primo punto lavoratori e che il gruppo rimanga in mani italiane", afferma il deputato pentastellato Davide Zanichelli che questa mattina ha partecipato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, riguardante la crisi del Gruppo Ferrarini in una nota firmata insieme alla Vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni. "Proprio ieri, martedì 23 ottobre, era stata fatta una riunione per fare il punto sugli insediamenti produttivi dell'azienda reggiana che ha consentito di avere ben chiara e definita la situazione del gruppo. Nel corso della discussione si è affermato, infatti, non solo che la produzione si sta gradualmente riprendendo, per riuscire ad evadere gli ordini ricevuti, ma è stato fissato il termine per il piano di concordato per il 23 dicembre. Ciò non ha escluso che la definizione di tale piano possa essere anticipata, così come s'è raccomandato dal Ministero, che ha fatto chiaramente intendere come il rispetto delle tempistiche sia fondamentale per assicurare risultati concreti", continuano Zanichelli e Spadoni. "La nostra presenza all'incontro di stamattina è per dare un concreto sostegno ai lavoratori che sono giustamente preoccupati dell'azienda e della realtà occupazionale che va preservata. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha espressamente auspicato che la proprietà dell'azienda rimanga italiana, così come anche gli stabilimenti già in uso. La partnership economico/finanziaria italiana garantirebbe così il giusto interesse e valore delle eccellenze agro-alimentari territoriali. Per questo daremo il nostro sostegno affinché venga tutelata non solo l'italianità del marchio Ferrarini, ma vengano tutelati in primis i lavoratori che lavorano e danno energia a questa azienda", concludono Zanichelli e Spadoni.

Infine, è da rilevare come ad aggravare ulteriormente la situazione e' subentrata anche la crisi di Veneto Banca, di cui il gruppo possiede un cospicuo numero di azioni (intorno ai 15 milioni), che erano stati posti a garanzia dei prestiti accordati.

 

 

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