Venerdì, 10 Maggio 2013 14:42

CNA: IMU, non dimenticarsi delle imprese

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Modena, 10 maggio 2013 -

 

La proposta: ridurre l'imposta sulle imprese che utilizzano i fabbricati nella loro attività -

L'allarme l'ha lanciato forte e chiaro giusto ieri anche il presidente di turno Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli. Il tema? L'Imu su capannoni e negozi, un'imposta di cui si parla tanto a fini elettorali, dimenticandosi del suo impatto sull'economia.


La discussione sull'eliminazione, la sospensione, o il rinvio dell'Imu sulla prima casa, infatti, rischia di mettere in secondo piano il fatto che il 2013 riserverà agli imprenditori un aumento che in alcuni casi potrebbe arrivare addirittura al 200% della vecchia Ici, come ha evidenziato un'indagine di CNA Nazionale. E' l'esito di un gioco perverso tra acconti, aliquote, coefficienti e valori catastali degli immobili produttivi, che gonfia un'imposta che, al pari dell'Irap, non dipende dai risultati economici dell'impresa. "Solo in Italia – commenta Luigi Mai, presidente di CNA Modena – si pagano tasse anche se l'impresa è in perdita, come accade per l'Irpa e, appunto, l'Imu. E non si tratta dell'importo di un valore bollato, ma di cifre sempre più pesanti, anche di migliaia di euro, che davvero possono arrivare a fare la differenza tra sopravvivere o morire. "Ma – continua Mai – è preoccupante assistere ad un confronto politico che si occupa dell'Imu solo in maniera parziale e per presupposti elettorali. Non esiste solo il problema, certamente di grande rilevanza, della tassazione della prima casa; la politica deve acquisire piena consapevolezza del fatto che le imprese stanno rasentando il limite della sopravvivenza. Il dato di 42 fallimenti al giorno evidenziato nei giorni scorsi da Cerved è lì a dimostrarlo. E in questa situazione, come si può pensare che le imprese riescano a mantenere o creare posti di lavoro, un obiettivo ritenuto universalmente prioritario, continuando a trattarle come un bancomat?"
Qual è, allora, la richiesta di CNA? "Sappiamo bene che è impossibile immaginare un'eliminazione dell'Imu sulle imprese. Quello che ci sentiamo di chiedere, però, è di ridurre la tassazione per quegli immobili utilizzati come beni strumentali, e che, in quanto tali, sono già assoggettati ad altri tributi come Irpef ed Ires." Si tratta, in altre parole, di ridurre l'Imu su quegli immobili di proprietà – capannoni, laboratori, negozi, uffici - che le imprese usano per la propria attività.
Chiediamo di ridurre questo tributo al 4 per mille, con la possibilità di aumentarlo al massimo al 6 per mille (oggi si può facilmente oltrepassare il 10, come avviene a Modena città, dove è applicato il 10,2 per mille), trasformando l'imposta stessa in un costo deducibile dal reddito. Un'operazione da circa sei miliardi di euro, che si potrebbero reperire magari mettendo ordine anche al meccanismo degli incentivi alle imprese, ad oggi erogati spesso a pioggia e che alla fine cadono su chi dispone degli ombrelli più...grandi."Non si tratta – conclude Mai – di una richiesta rivendicativa, ma piuttosto di una operazione di buon senso, che agevolerebbe la ripresa e salvaguarderebbe l'occupazione. Perché quando chiude un'impresa non perde il lavoro soltanto l'imprenditore. Ed oggi anche l'Imu può fare la differenza in questo senso."

 

(Fonte: Ufficio stampa CNA Modena)