Proprio per questa ragione, ieri al cinema Al Corso di Reggio Emilia si è tenuta la prima de “La Valle Ferita” un documentario diretto da Alessandro Scillitani che racconta, dalla voce narrante dello sceneggiatore Wu Ming2 (scrittore autore di diversi testi per cinema e fiction, facente parte del collettivo Wu Ming), la storia del fiume che divide e unisce le province di Reggio e Parma.
Origini e cause di un problema dibattuto da anni le cui possibili soluzioni avranno un impatto non solo sociale ma anche economico se si pensa che proprio su queste terre si coltivano i “prati stabili” necessari per la produzione del Parmigiano Reggiano.
“Il film è durato un anno e mezzo -ci racconta Duilio Cangiari di Università Verde (alla proiezione era presente anche Daniele Bigi di WWF Emilia Centrale) - ma l’argomento è stato ripreso nel 2017 quando è ripartito il tavolo tecnico della Regione Emilia Romagna che ha fatto tornare in auge la vecchia proposta della diga”.
La ricerca di soluzioni è frutto di una volontà politica o per i cambiamenti climatici sempre più rapidi?
“Direi che il tutto nasce dalla volontà politica che in qualche modo ha “sfruttato” una situazione sempre più evidente, le due cose sono intimamente legate.”
La diga è l’unica soluzione possibile?
“Non l’unica - ci racconta Wu Ming2 - Ogni progetto dovrebbe prevedere anche delle alternative. E se questa volta ci sarà un dibattito pubblico, sono fiducioso che si potranno valutare tutte le soluzioni possibili e arrivare a qualcosa di concreto.
Non esiste una sola soluzione e qualunque scelta coinvolge diversi valori, da quello paesaggistico a quello sociale, economico e occupazionale.”
Vedo quindi tre ingredienti: la tecnica, la politica e la condivisione con la comunità, corretto?
“Certo. E ogni soluzione deve tenere conto del bilancio tra costi e benefici. Ma non sempre i benefici sono quantificabili: ad esempio, il progetto di una diga comporta sicuramente dei costi ma dobbiamo tenere conto anche di un ecosistema che scompare in quell’area. Ma l’ecosistema ha un valore economico? Che impatto sociale avrebbe nei confronti della popolazione che ci vive? E riguardo agli esseri viventi che lo popolano? “
Com’è nata l’idea di questo documentario?
“Nell’autunno 2023 ho ricevuto diverse richieste da Associazioni ambientaliste della provincia di Reggio che da anni sono coinvolte su questi temi. Dopo diversi sopralluoghi con il regista abbiamo capito che realizzare un documentario con l’obiettivo di aprire un dibattito su questo problema potesse essere uno strumento efficace per arrivare a molte persone.
E la sala pienissima di stasera vi da ragione….
“Eh si. Certo in 50 minuti non potevamo esaurire un tema così complesso, ma se “La Valle ferita” diventa un volano perché le persone possano approfondire la questione successivamente direi che abbiamo ottenuto un risultato molto importante.”