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Venerdì, 31 Marzo 2023 05:16

Giudice Zanda: "Esiste libertà di curarsi ma anche di non curarsi. Vaccini inefficaci" In evidenza

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Con queste parole il giudice Susanna Zanda del Tribunale di Firenze, mette la parola fine alla vicenda di un medico psicologo, che a seguito di effetti collaterali era stato sospeso perchè non aveva fatto la dose booster, reintegrandolo dalla sospenione che aveva ricevuto dal suo ordine professionale.

Di Andrea Caldart Cagliari, 30 marzo 2023 (Quotidianoweb.it)  - In pratica la Zanda ha disapplicato per la prima volta in Italia, la decisione della Consulta dichiarando che quella sentenza, non si applica ai giudici di merito.

Come già in precedenza aveva sostenuto, il giudice ha osservato che: "I tre vaccini anti Covid in commercio non hanno come indicazione terapeutica la prevenzione del contagio bensì della malattia". "La cura dei sintomi di una malattia è un fatto del tutto privato, quindi esiste la libertà di curarsi ma anche di non curarsi, perché l’articolo 32 della Costituzione non prevede un obbligo generalizzato di cura".

Altro tema toccato dalla Zanda è questo: "I preparati anti Covid autorizzati per prevenzione della sola malattia Covid-19, che poi si è visto essere inefficaci anche per prevenire la malattia non potevano essere imposti ai cittadini né per poter lavorare, né per esercitare qualsivoglia altro diritto come uscire di casa […] o frequentare un luogo di culto, cosa che invece è avvenuta col sistema del cosiddetto green pass".

Le decisioni della Corte Costituzionale non sono vincolanti per i giudici di merito ed ecco che la Zanda cala un altro fondamentale asso dicendo: "La pressione sugli ospedali derivante da ben precise scelte politiche (ovvero dai tagli alla sanità), non può essere ricondotta all’articolo 32 della Costituzione al fine di giustificare gli obblighi vaccinali".

Il famoso decreto riguardante l'obbligo vaccinale aveva come base "la prevenzione del contagio da Sars Cov-2" e, le recenti dichiarazioni alla Commissione europea della manager di Pfizer, la pubblicazione delle chat tra Speranza e Brusaferro, riconfermato da Giorgia Meloni alla guida dell’istituto Superiore di Sanità ISS, testimoniano solo il terrorismo di Stato per imporre un farmaco sperimentale che nulla aveva a che fare con la prevenzione dal contagio e dalla malattia.

La coraggiosa Susanna Zanda è lo stesso giudice che tre settimane fa, fece una “ramanzina” a Matteo Renzi dicendogli che: “il tribunale non è il bancomat” condannandolo a pagare 16.000 euro di spese processuali a Rcs, al direttore del quotidiano Luciano Fontana e alla giornalista Fiorenza Sarzanini.

Per il mainstream Susanna Zanda, sarda di origine e giudice del Tribunale di Firenze, corrisponde al profilo di una toga no-vax solo perché difende con la legge, quel limite imposto dal rispetto della persona umana.

Un limite che, con ogni probabilità, non è conosciuto nelle redazioni giornalistiche e televisive della propaganda mainstream, visto quanto ancora viene propinato.

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