Mercoledì, 21 Settembre 2022 06:42

Dichiarazione dei redditi e donazioni: tutto quello che c’è da sapere sul 5 per mille In evidenza

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In primavera e in autunno tutti gli anni arriva per gli italiani un appuntamento che non può essere rimandato: quello del pagamento delle tasse.

Nel momento in cui si compila la dichiarazione dei redditi, però, è sempre possibile scegliere che una quota delle tasse che devono essere pagate allo Stato sia devoluta a una organizzazione di utilità sociale: si può trattare per esempio di una onlus, di una organizzazione di volontariato, di un ente di ricerca o di una associazione. Tutto questo è possibile per mezzo del 5 per mille. Cerchiamo di capire in che cosa consiste.

Che cos’è di preciso il 5 per mille

Il 5 per mille non è altro che una quota dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, che da ormai 16 anni può essere destinata al supporto di specifici enti. In sostanza, tutte le persone fisiche che sono debitori IRPEF hanno la possibilità di decidere di devolvere il 5 per mille dell’imposta che devono pagare ad enti non profit o ad organizzazioni che hanno finalità specifiche, come per esempio la ricerca universitaria o scientifica. Non solo: devolvendo il 5x1000 della dichiarazione dei redditi è possibile supportare anche enti che valorizzano e promuovono i beni paesaggistici e culturali oppure le associazioni dilettantistiche sportive che sono riconosciute dal Comitato olimpico italiano.

Quanto costa

Vale la pena di mettere in evidenza che donare il 5 per mille non costa niente e si basa su una procedura molto semplice. Tutto quel che si deve fare è compilare il Modello Unico, la Certificazione Unica o il modulo 730 e inserire il codice fiscale dell’ente a cui si vuol devolvere il denaro (quello dove c’è la scritta che inizia con “Sostegno degli enti del terzo settore”). Gli enti che ricevono il 5 per mille hanno l’obbligo di documentare le modalità con le quali impiegano gli importi di denaro che ottengono.

Il 5 per mille, l’8 per mille e il 2 per mille

Quando si parla di dichiarazione dei redditi, però, a volte si fa riferimento anche al 2 per mille e all’8 per mille. Dove sta la differenza rispetto al 5 per mille? Va detto che queste tre opzioni non si escludono l’una con l’altra, il che vuol dire che i contribuenti hanno la possibilità di effettuare tutte e 3 le scelte, dato che hanno scopi differenti, donando così il 2 per mille, il 5 per mille e l’8 per mille insieme. Il 2 per mille, in particolare, serve a supportare i partiti politici, e può essere devoluto a qualunque partito abbia chiesto di accedere alla ripartizione o a una delle associazioni culturali che sono registrate nella lista apposita. L’8 per mille, invece, è finalizzato a garantire sostegno economico a confessione religiose e chiese di culto. Infine, il 5 per mille – come abbiamo già detto – si propone di sostenere la ricerca scientifica, le associazioni e gli enti no profit.

Come funziona l’8 per mille

Anche l’8 per mille è una quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Si può donare a una confessione religiosa come, per esempio, l’unione induista, l’unione buddista, le comunità ebraiche o la chiesa cattolica. In alternativa si può decidere di versare questa quota direttamente allo Stato. Nel caso in cui non venga presa alcuna scelta, invece, i soldi vengono ripartiti in maniera automatica fra le diverse confessioni religiose in maniera proporzionale alle decisioni degli altri contribuenti. Per quanto riguarda il 2 per mille, i soldi finiscono a una delle forze politiche che sono registrate in uno specifico elenco. In questa circostanza, se non si compie alcuna scelta, i soldi finiscono allo Stato. Lo stesso avviene per il 5 per mille.

Cosa succede se non si fa la dichiarazione dei redditi

Il 5 per mille può essere donato anche da coloro che non compilano la dichiarazione dei redditi: lo si può fare tramite la scheda integrativa dedicata che è presente all’interno della Certificazione Unica che deve essere inserita in busta chiusa e consegnata in banca, in un ufficio postale, al Caf o al commercialista. In posta il servizio è gratuito, mentre gli intermediari che sono abilitati alla trasmissione telematica hanno facoltà di offrire il servizio a fronte di un pagamento.