Domenica, 12 Giugno 2022 07:52

La competitività delle imprese passa anche per un equo costo del lavoro. In evidenza

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Di Mario Vacca (*) Parma, 12 giugno 2022 - Ne è convinta la Vice Ministra dell’Economia Laura Castelli che intervenendo ad un’intervista radiofonica a favore del salario minimo ribadisce la "necessità di ridurre il cuneo fiscale e non tassare i futuri aumenti salariali".

L’Ue stringe per un accordo politico sulla direttiva per il salario minimo ed anche in Italia si infiamma il dibattito.

 “Il salario minimo è un percorso obbligato per chi decide di stare in un’Europa che si dà paletti sociali ed etici. È indispensabile e non può aspettare. Ci vogliono risorse ma non sarà difficile trovarle” le parole a difesa della direttiva espresse dalla stessa Vice Ministra il cui pensiero è condiviso dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che ha evidenziato come , se la misura sia ben studiata, possa essere una buona cosa, con  vari effetti positivi.

La Castelli sottolinea che la misura non dovrà pesare sulle imprese: "Ci vogliono risorse, ma non sarà difficile trovarle”; “ll modo per pervenire ad un salario equo c’è, e passa attraverso la riduzione del cuneo fiscale sui cui oggi sono tutti d’accordo” e propone un intervento in due tempi: l’immediata  riduzione delle tasse sul lavoro portando sopra la soglia minima dei 9 euro tutti coloro che ne sono al di sotto e poi, con la prossima manovra, la detassazione degli aumenti legati ai rinnovi contrattuali. ”La strada è quella che ci indica l’Europa – spiega - la nuova direttiva è molto chiara ed è molto di più della propaganda politica di questi giorni”.

L’etica sta nell’istituire un salario dignitoso ed equo, due concetti importanti che secondo la Commissione europea servono a superare il dumping salariale di cui soffre oggi l’Europa e che divide le imprese.

Concorrenza e divergenza tra aziende europee di Paesi diversi sui quali  la Castelli si sofferma individuando più cause che vanno sanate; la prima è l’allontanamento di tante aziende verso Paesi la cui fiscalità del lavoro favorisce lo sviluppo  lasciando in Italia le problematiche dei licenziamenti e dei tagli dei posti di lavoro. Non perché meno importante fa seguito il tema degli appalti perché “il nostro è un Paese nel quale, a causa del dumping salariale attuato da altre nazioni, molte società vincono le gare sfruttando il massimo ribasso per poi  rientrare nei costi favorendo il distacco dei lavoratori da altri paesi” un’operazione che permette di pagare salari molto più bassi di quelli che possono sopportare i competitors italiani che lavorano seguendo le regole. E’ un fenomeno che oggettivamente è diventato insostenibile e la nuova direttiva potrebbe eliminarlo.

Favorire il salario minimo ma assicurare un lavoro ai giovani è un altro importante impegno che andrebbe gestito con un’efficientamento degli stage e dei tirocini la cui importanza è demandata anche agli obiettivi trasversali del PNRR. In questo caso si tratta innanzitutto di introdurre una corrispondenza tra retribuzione e competenza, andando anche oltre il concetto di salario minimo, perché in questi casi il salario minimo è un salario del quale ci si accontenta mentre invece si deve avere la possibilità di salire. Un fenomeno tutto europeo che porta molti giovani a non partecipare ai tanti concorsi pubblici perché nella pubblica amministrazione le retribuzioni sono troppo basse e non sempre sono corrispondenti alle effettive competenze.

“Ripeto, io più che “minimo” lo chiamerei “salario equo”, perché è questo che ci chiede l’Europa. Se lo facciamo in salsa italiana, utilizzando strumenti nazionali, si può ridurre il cuneo fiscale e attraverso questo intervento si portano sopra la soglia dei 9 euro i contratti che stanno sotto, vincolando le imprese che beneficiano di questo sconto a pagare di più in busta paga. In questo modo metti d’accordo tutti visto che il centrodestra vuole la riduzione del cuneo, il nostro Movimento ed il Pd pure, sindacati e Confindustria anche”.

L’auspicio è che, qualsiasi cosa si faccia,  venga promulgata una legge con regole chiare e precise permettendo ad imprese e lavoratori di partecipare immediatamente alla competizione post pandemica edulcorata dalle problematiche belliche.

(*) autore _________________________________________

La Bussola d'Impresa - Mario Vacca

Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale  ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.

Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.

Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.

Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.

 

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