Martedì, 16 Aprile 2013 07:02

Frane, ecco il 'pacchetto Reggio' per il rilancio In evidenza

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di Redazione -
Reggio Emilia 16 Aprile 2013 -
Sembra che finalmente sia arrivata la primavera. Le temperature sono improvvisamente schizzate oltre i venti gradi e le piogge, che hanno flagellato l'Emilia nelle settimane scorse, appaiono d'improvviso solo un ricordo.
Purtroppo è però molto attuale il conto dei danni. L'ultimo aggiornamento stima in 57 milioni di euro l'eredità lasciata.


Di questo e di come affrontare il problema se ne è discusso ieri in Provincia con i parlamentari e consiglieri regionali locali.
A fronte degli ingenti danni riportati dal nostro territorio per le piogge delle ultime settimane – danni che aumentano di giorno in giorno - e della conseguente richiesta dello stato d'emergenza per dissesto idrogeologico, i parlamentari e i consiglieri regionali reggiani di tutte le forze politiche hanno risposto oggi positivamente all'invito a "fare squadra" rivolto dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini. Lo hanno fatto nel corso dell'incontro promosso dalla stessa Provincia, anche per discutere delle misure di contrasto alla crisi economica che sta colpendo le aziende reggiane, al quale hanno partecipato oltre ai sindaci dei comuni maggiormente colpiti da frane e allagamenti, anche i parlamentari del Pd Paolo Gandolfi, Antonella Incerti, Maino Marchi e Leana Pignedoli,  la senatrice del Movimento 5 stelle Maria Mussini ed in consiglieri regionali Marco Barbieri e Giuseppe Pagani del Pd, Fabio Filippi del Pdl e Matteo Riva del Gruppo misto.
I danni stimati nel Reggiano, dove la gravità delle numerose situazioni di dissesto idrogeologico sulla base anche delle relazioni dell'assessore provinciale alle Infrastrutture Alfredo Gennari è stata illustrata dalla responsabile della Protezione civile Federica Manenti, sono saliti a 57,4 milioni di euro. E a 106 milioni ammonta il piano organico che punta sulla prevenzione e indica le priorità di intervento per la messa in sicurezza del nostro territorio, elaborato per la prima volta dalla Provincia lo scorso novembre mettendo sul tavolo tutte le conoscenze in capo ai diversi enti competenti in materia di difesa del suolo: la Regione attraverso il Servizio tecnico di bacino (Stb, ex Genio civile), l'Agenzia interregionale per il Po (Aipo, ex Magistrato per il Po), Consorzio di bonifica.
"Circa 150 milioni sembrano tanti, soprattutto di queste tempi, ma in realtà corrispondono a un paio di bilanci di Provincia e Comune capoluogo ed è una somma che non intendiamo ottenere solo con trasferimenti, quindi con risorse finanziarie fresche che ci rendiamo conto siano di difficile reperimento, ma con una serie di misure incrociate che, così come avvenuto per il dopo-terremoto, consentirebbero di mettere in sicurezza il nostro territorio, ma anche di dare lavoro alle tante piccole e medie imprese così duramente colpite dalla crisi", ha spiegato la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini.
Lungo e articolato l'elenco delle misure che la Provincia ha sottoposto oggi all'attenzione di parlamentari e consiglieri regionali: da deroghe al patto di stabilità e alle misure restrittive in materia di assunzioni a tempo determinato alla posticipazione del pagamento delle rate dei mutui, dalla abrogazione della riduzione dei trasferimenti erariali alle Province alla devoluzione dallo Stato agli enti locali di una percentuale dell'Irpef, alla assegnazione straordinaria dalla Regione della quota-parte corrispondente al territorio provinciale dell'imposta di bollo sui veicoli per il 2013. E poi, ovviamente, anche una parte di "risorse cash", compreso – come ha suggerito il vicepresidente della Provincia, Pierluigi Saccardi – un finanziamento della Banca europea degli investimenti con ammortamento a carico dello Stato.
Poi le azioni di contrasto alla crisi, sulle quali la Provincia di Reggio Emilia è da tempo impegnata. "Oltre a favorire lo start-up di aziende innovative da parte dei giovani e, con il microcredito, a incentivare l'imprenditoria femminile, insieme alla Camera di commercio stiamo valutando la costituzione di un fondo provinciale di garanzia che agisca a favore di chi è colpito in particolare dalla crisi edilizia, che ha portato al concordato anche grandi imprese, per evitare fallimenti e il rischio di perdere altri 10-12.000 posti di lavoro", ha aggiunto Sonia Masini.
"Non chiediamo assistenza, ma di mettere in sicurezza il nostro territorio e rilanciare la nostra economia, e lo facciamo proponendo misure puntuali e precise, sulle quali Provincia e Comuni chiedono un lavoro di squadra a tutti i livelli, perché a Bologna come a Roma deve essere chiaro che Reggio, e l'Emilia, non sono più in grado di arrangiarsi da soli in una situazione di profonda crisi economica e di tagli ai trasferimenti come l'attuale", ha concluso la presidente della Provincia.
Che la situazione sia grave, lo hanno confermato i diversi sindaci intervenuti per sottolineare, oltre all'importante ruolo di coordinamento svolto dalla Provincia, una situazione che peggiora di giorno in giorno e che, con lo scioglimento della neve, rischia di aggravarsi ulteriormente; denunciando la pericolosità di numerose strade specie per ciclisti e motociclisti che vengono da fuori comune, i danni alle coltivazioni e all'intero comparto agricolo, ma anche il tema di come le aziende delle utility eseguono i lavori di scavo sulle strade o di come la Statale 63, franata nel 2008, sia ancora distrutta come cinque anni fa.
Prima parlamentare a intervenire, la senatrice del Movimento 5 stelle Maria Mussini che si è detta "favorevole ad un allentamento patto di stabilità, che però da solo non basta: occorre anche spostare risorse dalle grandi opere alla tutela e alla valorizzazione del territorio, temi fondamentali anche per riqualificare la nostra economia e che, dunque, devono diventare prassi comune e non essere affrontati solo in un contesto di emergenza".
Maino Marchi, dopo aver sottolineato come questo "purtroppo sia il momento peggiore per chiedere risposte mancando un governo che abbia ottenuto la fiducia", ha annunciato proprio per domani un incontro dei parlamentari emiliano-romagnoli del Pd: "Stiamo lavorando a interrogazioni e interpellanze per chiedere tutti insieme un provvedimento ad hoc".
Favorevole a "liberare almeno parzialmente gli enti locali dai vincoli della spending review e ad assicurare il massimo lavoro di squadra" anche Antonella Incerti, mentre per Leana Pignedoli "bisogna unire tutti i parlamentari del territorio non solo a favore della messa in sicurezza, ma anche per la riqualificazione e riconversione della nostra economia".
Paolo Gandolfi, infine, ha proposto di lavorare in particolare per la dichiarazione dello stato di emergenza, "una richiesta che va comunque avanzata all'attuale governo e che deve essere caldeggiata in particolare dalla Regione".
"Il vero problema è la mancanza di un governo nazionale, manca un interlocutore forte che possa decidere e non dimentichiamo che la difesa del territorio è di competenza statale e non regionale", ha detto il consigliere regionale Marco Barbieri, sottolineando come "il piano idrogeologico, per cui abbiamo firmato un protocollo con lo Stato, sia fermo dal 201 e come quest'anno la Regione abbia comunque deciso di investire 24 milioni senza aspettare alcun cofinanziamento".
Per Fabio Filippi "giustificare ciò che è accaduto con la pioggia non ci aiuta ne a capire ne a dire la verità: la nostra Regione non ha un piano sul dissesto e non tutela il nostro Appennino, dobbiamo tornare a finanziare l'agricoltura di montagna, dimenticata da almeno un decennio, prima che sia troppo tardi".
L'assenza di un "interlocutore forte per fronteggiare tanto l'emergenza-frane quanto la crisi economica" è stata infine evidenziata da Giuseppe Pagani: "Non abbiamo un Governo e non abbiamo neppure figure autorevoli che possano interloquire con l'Europa: serve coesione per una comune assunzione di responsabilità".