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Venerdì, 07 Maggio 2021 16:36

Popolazione: il pesante impatto del Covid nel Parmense In evidenza

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La Provincia ha reso noto i dati demografici al 1° gennaio 2021. Per la prima volta da 25 anni calano i residenti. Rossi:”Il nostro territorio, però, resta abbastanza attrattivo per gli stranieri, anche grazie al buon andamento dell’economia, testimoniato dalla crescita delle esportazioni.” (in allegato le slide di presentazione)

Parma, 6 maggio 2021 – “La situazione che emerge dai dati della popolazione al 1° gennaio 2021 dà una misura della drammaticità dell’impatto che l’epidemia di Covid 19 ha avuto sul Parmense. Abbiamo un numero altissimo di decessi e un calo del saldo migratorio, che però continua ad essere in positivo,  a testimonianza della perdurante attrattività del nostro territorio anche in questo un periodo di forte crisi. Parma è infatti l’unica provincia dell’Emilia-Romagna che chiude il 2020 con un segno positivo nelle esportazioni, in un contesto regionale che fa segnare un -8,2% rispetto al 2019.”

Questo il commento del Presidente della Provincia Diego Rossi ai numeri relativi alla situazione demografica a Parma capoluogo e negli altri Comuni al 1° gennaio 2021.

I dati sono stati resi noti stamattina in una conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Giordani, a cui hanno preso parte anche il Dirigente Andrea Ruffini del Servizio Pianificazione e Programmazione e il Responsabile dell’Ufficio Statistica Andrea Gaiani.

Le cifre riguardano tutti i residenti e stranieri, nuovi nati, popolazione per fasce d’età, anziani e grandi anziani, stranieri e loro incidenza sulla popolazione complessiva.

LA POPOLAZIONE COMPLESSIVA E STRANIERA AL 1° GENNAIO 2021

Nella provincia di Parma sono 453.524 i residenti al 1° gennaio 2021, 872 in meno rispetto all’anno precedente (-0,19%). La popolazione non diminuiva da quasi 25 anni. 

Calano anche la popolazione dell’Italia nel suo complesso, per il sesto anno consecutivo, e dell’Emilia-Romagna (-0,4%), una delle poche regioni che continuava a crescere dal 2017.

L’epidemia di Covid 19 ha avuto un riflesso pesantissimo dal punto di vista demografico, sia sulla mortalità sia sul saldo migratorio, che per molti anni ha sostenuto i livelli di una popolazione con un saldo naturale (nascite meno decessi) negativo dal 1973.

Nel 2020 si è verificato un numero di decessi anomalo, 6.694 persone, 1.667 in più della media del quinquennio 2015-2019, soprattutto nella prima ondata a marzo e, in misura minore, ad aprile 2020. La seconda ondata epidemica, iniziata nell’autunno 2020, ha avuto un impatto decisamente minore sulla mortalità. 

Anche i nati sono diminuiti: 127 in meno (-3,7% rispetto al 2020), proseguendo comunque una tendenza in atto da alcuni anni. 

In questo modo il saldo naturale 2020 è in deficit di 3.404 persone, un valore che non viene compensato, come accadeva negli anni scorsi, dalla crescita del saldo migratorio, determinando così il calo di popolazione complessiva.

La situazione è generale: Istat rileva infatti che il saldo naturale negativo nazionale del 2020 sia secondo, a partire dall’unità d’Italia, solo a quello del 1918, quando si sommarono gli effetti della guerra e dell’epidemia di “spagnola” . 

Neanche per il futuro ci sono buone prospettive per le nascite. Infatti, ad una diminuzione già prevista, dovuta ad un progressivo calo della quantità di potenziali madri, si aggiungerà l’effetto dovuto alla pandemia, che molti studiosi  ritengono sarà particolarmente grave, in termini di diminuzione della propensione ad avere figli, determinata dal diffondersi di un senso di incertezza rispetto alle prospettive future. 

Relativamente ai flussi migratori verso il territorio della nostra provincia, sia di italiani che di stranieri, nel corso del 2020 il numero degli iscritti nelle anagrafi comunali è diminuito dai 18.818 del 2019 ai 15.124 del 2020, con un calo di 3.694 (-19,6%).  

Anche i cancellati dalle anagrafi del nostro territorio sono diminuiti, pur in misura decisamente minore, passando dai 14.800 del 2019 ai 12.989 del 2020, con un calo di 1.811 (-12,2%).

Il saldo migratorio (iscritti meno cancellati) nel 2020 è positivo di 2.135 persone, 1.056 persone in meno rispetto alla media annuale degli ultimi 5 anni, quando la crescita era di quasi 3.200 persone all’anno.    

Quindi, in uno scenario demografico decisamente negativo, anche nel 2020 si è comunque verificata una crescita apprezzabile del saldo migratorio, che testimonia una certa attrattività del nostro territorio, nonostante la grande difficoltà di questo periodo.

Gli stranieri al 1° gennaio 2021 sono 68.243, il 15% del totale della popolazione, con un aumento rispetto all’anno precedente di 1.411 persone, pari al +2,1%. 

Già negli anni precedenti il ritmo di crescita della popolazione straniera era diminuito: dal 1° gennaio 2013 l’aumento annuo non era mai salito sopra il 5%, mentre negli anni dal 1995 al 2009 era rimasto costantemente sopra il 10%, con una crescita annuale che in un anno ha superato anche il 24%.

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I DATI COMUNALI

La popolazione cala rispetto all’anno precedente in 31 comuni su 44. Il comune che presenta la maggior crescita è Noceto (+1,1%), seguito da due comuni della Montagna, Tizzano Val Parma e Solignano, rispettivamente +1% e +0,9%. Un aumento abbastanza significativo interessa anche Salsomaggiore Terme (+0,5%) e Sala Baganza (+0,4%).  

I decrementi maggiori si registrano a Pellegrino Parmense (-3%), Valmozzola (-2,5%), Tornolo (-2,4%) e Monchio delle Corti (-2,1%).

La popolazione straniera cala in 15 comuni, mentre gli aumenti più significativi si verificano a Solignano (+10,7), Tornolo (+10%) e Berceto (+9,6%), tutti comuni della Montagna. Sono diversi i comuni montani in cui la popolazione straniera aumenta in misura rilevante: Corniglio (+8,6%), Monchio delle corti (+6,9%), Albareto (+5,2%), Palanzano (+4,5%) e Tizzano (+3,4%).

In questi casi, tuttavia, aumenti percentuali importanti corrispondono a variazioni assolute modeste, che comunque sono significative in aree da anni in forte crisi demografica. 

La più alta incidenza degli stranieri sulla popolazione totale si riscontra nei comuni di Langhirano (22,5%) Calestano (21,4%) e Colorno (18,3%), questi comuni si collocano ai primi tre posti della graduatoria ormai da quattro anni consecutivi.

Le più basse percentuali sono a Tornolo e Monchio delle Corti (3,7%), Corniglio (4,3%). 

LE FASCE DI ETÀ SCOLARI 

Nell’ultimo anno crescono quelle di:

-        scuola media (+2,3%) con 287 ragazzi in più

-        scuola superiore (+1,3%) con 265 persone in più

Questi 2 segmenti di fasce di età scolari, e in particolare quello delle scuole superiori, sono previsti in aumento per alcuni anni.

Calano, invece, le prime fasce d’età scolari:

-        asili nido, età 0-2 (-264 bambini, -2,5%)

-        scuola dell’infanzia (o materna), età 3-5 (-265 bambini, -2,3%)

-        scuola primaria (o elementare), età 6-10 (-311 bambini, -1,5%)

Per quanto riguarda la fascia demografica di riferimento dell’asilo nido, dal 2011 la diminuzione è stata di 2.203 bambini (-17,6%). 

Per la scuola dell’infanzia dal 2013, ovvero l’anno di massimo dell’ultimo decennio, il calo è stato di 1.337 bambini (-10,5%).

GLI ANZIANI

Sulla popolazione anziana sono purtroppo evidenti le conseguenze del Covid 19. 

Per la prima volta dal 1995 la popolazione con 75 anni e oltre cala: l’anno scorso in questa fascia di età avevamo 56.792 persone, mentre al 1° gennaio 2021 ne risultano solo 55.368, con una diminuzione di 1.424 (-2,5%).

Il calo si è concentrato in particolare nella fascia di età 75-79 anni, che è scesa dalle 20.489 persone del 2020 alle 19.234 del 2021, con una diminuzione di 1.255 (-6,1%).

Anche per gli anziani di 80 e più anni il Covid ha fermato una crescita ininterrotta che proseguiva dal 2001, e che aveva portato questa classe di età ad un aumento del 55% in 20 anni: l’aumento nell’ultimo anno pre Covid era stato di 747 ultraottantenni in più, mentre al 1°gennaio 2021 ne abbiamo 169 in meno.

Gli ultracentenari invece al 1° gennaio 2021 sono 153, 4 in più rispetto all’anno precedente. 

LE ATTIVITÀ DELLA PROVINCIA DI PARMA IN CAMPO STATISTICO 

La struttura demografica implica diverse conseguenze sui servizi di cui la comunità decide di dotarsi, da qui l’importanza di avere dati certi e aggiornati. Basti pensare all’andamento delle diverse classi di età che afferiscono ai diversi ordini di scuola, indispensabili per programmare l’edilizia scolastica.

La Provincia di Parma attraverso il suo Ufficio Statistica gestisce le rilevazioni di dati in vari settori di attività, in sinergia con la Regione Emilia-Romagna e con l’ISTAT: turismo, imprese, popolazione, scuole, incidenti stradali, ecc., crea le basi dati ed elabora analisi a supporto della governance e della pianificazione territoriale e programmazione locale. 

Dal 1988 la Provincia conduce le rilevazioni demografiche, acquisisce i dati anagrafici dei residenti dalle Anagrafi dei Comuni tramite le Liste Anagrafiche Comunali (LAC) e, dopo una prima validazione, li trasmette alla Regione, che ha inserito questa rilevazione nel suo Programma Statistico Regionale. La Regione, dopo aver validato definitivamente i dati, li rende disponibili agli Enti del territorio di competenza. 

L’elaborazione di questi dati consente di analizzare la popolazione tramite aggregazioni che illustrano la caratterizzazione degli stranieri, delle classi di età scolari, degli anziani, e altri ancora. 

Maggiori dettagli sul sito http://www.provincia.parma.it/servizi-online/statistica

Foto 1: Gaiani, Cavalli, Rossi, Ruffini

Foto 2: Un momento della presentazione

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