Lunedì, 03 Maggio 2021 06:35

Dove ci porta la degustazione – Tenuta San Leonardo In evidenza

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L'Equilibrista intervista Andre Senoner – Una solida icona italiana 

 Di L'Equilibrista Parma, 03-05-2021- Credo sia importante dare valore alle Cantine che stanno segnando la storia in questo momento difficile della nostra epoca, perché c’è bisogno di esempi positivi laddove si è stati capaci di tracciare un corso staccandosi dal resto portando qualcosa di nuovo e unico. Il nostro viaggio non può quindi prescindere da Tenuta San Leonardo che ci verrà descritta in modo come sempre rigoroso dal nostro Andre. 

A te la parola dunque Andre, dalla storia, alle scelte stilistiche e ovviamente agli abbinamenti. 

Una storia antichissima, risalente al 1700 quando la famiglia Gresti ne diventò la proprietaria, in seguito al matrimonio con il primo Anselmo di Gonzaga. Proprio nel 1894 nascerà lo spirito di Château francese, che da oltre tre secoli è anche la residenza dei Marchesi Guerrieri Gonzaga. 

Alle porte della Tenuta San Leonardo ad Avio in Trentino.

Ci troviamo precisamente nei Campi Sarno, sottozona della Vallagarina, dove la famiglia mantovana lavorava già da 200 anni stabilmente nel campo della seta, fra gli altri interessi. Ed è qui che Tullio Gonzaga, nonno dell’attuale generazione, decide di puntare sul vino. 

Tra i primi a credere nei vitigni francesi internazionali a bacca rossa, sarà in seguito Carlo Guerrieri Gonzaga alle redini dell’azienda dal 1938, a dare una svolta al progetto. Imparentato con i marchesi Incisa della Rocchetta (Sassicaia per capirci), era stato in gioventù allievo di Mario ed aveva da sempre espresso chiaramente il suo amore per il territorio che lo circondava anticipando che sarebbe stato ideale per coltivare e creare un grande taglio bordolese. Dal 1960 al 1982 Il San Leonardo era un blend di molte uve e solo dal 1982 avviene il cambiamento, anche grazie all’avvento di Giacomo Tachis come consulente che indica la strada del taglio. Viene quindi scelta un’impostazione chiara da Cabernet Sauvugnon, Cabernet Franc, Merlot e Carmenere

Nel 1999 entra in Azienda Carlo Ferrini che da esperto tecnico e grande appassionato ed estimatore del San Leonardo, proseguirà la produzione di quello che penso possa essere ad oggi il miglior taglio bordolese italiano che più si avvicina e che può meglio assomigliare ai Bordeaux francesi. Per capirci, cari amici, in Italia c’è ne sono tanti altri di tagli bordolese buoni ovviamente, ma siamo onesti, dallo stile diverso rispetto ai vini d’Oltralpe.

I vigneti della cantina sono posti tra i 250 e 1.000 m s.l.m e l’azienda possiede fino a 800 ettari di cui solo quaranta a vigneto perché i restanti sono a bosco, ma necessario ed ideale aggiungo al fine di proteggere dai venti freddi e bilanciare l’ecosistema, regalando una produzione pari a 280.000 bottiglie l’anno.

Qui i venti freddi sono smorzati dalle montagne, mentre da fondovalle arriva il tepore del lago di Garda per cui il sistema migliore di allevamento Guyot per le vigne del San Leonardo è la tradizionale pergola trentina. Lo è per il Carmenere, messo a dimora a metà del 1800, che è per certi versi il segreto dei vini di San Leonardo, nonché lo stesso anche per il fratellino piccolo della linea, il Terre di San Leonardo.

(FT1)

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La stupenda Villa Gresti ricoperta dai colori della primavera-estate e nascosta nel parco della Tenuta

 

Vette di San Leonardo 2019, (100% Sauvignon Blanc),

(FT.2)

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Il nome deriva dall’altezza delle vigne che non sono collocate vicino alla tenuta bensì vicino ai confini l’Alto-Adige, e stato proprio il marchese Anselmo a voler puntare fortemente sui vitigni a bacca bianca internazionali. Dopo un affinamento del 100% in acciaio e continui batonnage.

Vino dai profumi molto aromatici, accompagnati da sentori di pesca e agrumi, decisa sensazione di cremosità e grande leggerezza di sorso ben solo 12,5 gradi alcolici.

Abbinamento con Girello di manzo cotto a bassa cottura su insalata di asparagi e pesto.

 

Villa Gresti 2015 (90% Merlot e 10% Carmenere),

(FT.3)

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Nome in onore della famiglia e villa Gresti, quasi per intero merlot e molto sottovalutato secondo me, perché rappresenta davvero una buonissima interpretazione di un vitigno non facile come il Merlot e che può vantare in questa fascia di territorio poche espressioni di gran valore come questo (lo rivedremo in un futuro articolo nello specifico, non temete….). Elevage per il 100% in barrique di rovere francese nuove che regalano sentori di frutti rossi come lamponi e fragoline fresche, sensazione di burrosità e vaniglia dovute al passaggio in legno ed alla gioventù del vino. 

Al sorso è morbido, con intensità e lunghezza tale da collocarlo tra un bellissimo assaggio di un vitigno che non è ancora stato compreso a pieno sul territorio a mio avviso. 

Abbinamento con Ravioli ripieni di polenta bianca, gulasch di finferli e tartufo estivo

 

San Leonardo 2015 (60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenere, 10% Merlot),

(FT4)

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Vino re della tenuta, l’azienda dispone un archivio storico sin dalla prima annata 1982. Taglio bordolese prestigioso, eleganze e ampiamente riconosciuto per la sua longevità molto ricca. Dopo continui rimontaggi e délestage matura successivamente per 24 mesi in barrique. Vino prodotto anche in molti formati fino alla 18 l. di Mechior. Questo simbolo che si esprime con un’impronta digitale ben definita, tanto che trovo questi vini molto più puliti e connessi fra loro di annata in annata grazie al lavoro di Carlo Ferrini come enologo, rispetto al predecessore Tachis. Le spezie come il cardamomo ed il pepe nero, aprono alla torba, la grafite, ai sentori di resina per chiudere con note mentolate che ritornano rinfrescando il finale. Semplicemente una sana goduria.

Abbinamento con Chateaubriand (rigorosamente tagliato al gueridon in sala ristorante) con salsa alla bernese.

(FT5)

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Carlo e Anselmo Guerrieri di Gonzaga le ultime due generazioni che hanno fatto grande Tenuta San Leonardo

 

da L’Equilibrista @lequilibrista27

Andre Senoner  @andre_somm_