Giovedì, 26 Novembre 2020 15:25

Europa e Coronavirus, tornano i lockdown: come reagiranno mercati e il prezzo del petrolio? In evidenza

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Il prezzo del petrolio sta vivendo un momento particolarmente difficile e lo scenario legato alla pandemia che continua a peggiorare ogni giorno che passa non fa affatto ben sperare.

Le quotazioni hanno fatto registrare un calo che sfiora il 4%, su cui incide in modo particolare lo spettro di nuovi lockdown totali, come quello che si sta preventivando in Italia in riferimento alle prossime settimane.

È abbastanza facile intuire, quindi, come la seconda ondata di contagi possa svolgere un ruolo importante nell’andamento del prezzo petrolio, con i vari trader e investitori che stanno seguendo con grandissima attenzione l’evolversi della vicenda sanitaria.

Il ritorno dei lockdown in Europa

Il fatto che siano state annunciate delle nuove misure restrittive in buona parte dei Paesi che fanno parte del Vecchio Continente, non ha fatto altro che zavorrare i prezzi dell’oro nero. Volete un esempio? Il contratto WTI che viene scambiato nella borsa di New York che perde oltre il 4% è esemplificativo del momento che si sta attraversando.

Nello specifico, le misure restrittive che sono state prese nel Regno Unito e in Italia non ha fatto altro che instillare ancora più preoccupazione tra i vari trader, che adesso stanno facendo riferimento unicamente al mercato a stelle e strisce. Anche negli Stati Uniti, tra l’altro, c’è sullo sfondo una seconda ondata di contagi. I timori che si stanno diffondendo per un altro rallentamento che dovrebbe colpire la domanda di petrolio per colpa del lockdown, ma anche per le scelte dell’Opec, ha portato ad affondare il contratto WTI e il Brent.

Gli effetti della vittoria di Biden nella corsa alla presidenza Usa

Una maggiore propensione al rischio: è questo l’effetto combinato tra il trionfo di Joe Biden su Trump nella corsa alla Casa Bianca e dal no Blue Wave, che ha fatto risalire il contratto Brent sul petrolio, riacciuffando quota 40 dollari al barile, anche per via del ribasso che ha colpito il dollaro. Complessivamente, i prezzi del petrolio hanno fatto un salto in avanti di circa due punti percentuali, sfiorando addirittura il +3% nelle contrattazioni sul mercato asiatico.

Da cosa deriva questa propensione al rischio maggiore? Incide, senza ombra di dubbio, una rinnovata fiducia verso la presidenza Usa e nei confronti di Joe Biden, oltre al fatto che il Senato resterà comunque in mano ai repubblicani. Si tratta di un esito perfetto per quanto concerne i mercati. Infatti, nessun partito potrà mettere le mani sul Congresso ed ecco spiegato il motivo per cui, verosimilmente, si dovrebbero evitare conseguenze infauste, come ad esempio aumento delle tasse e guerre commerciali.

L’OPEC e i nuovi tagli sulla produzione

Non solo l’Arabia Saudita, ma anche altri membri che fanno parte dell’OPEC stanno pensando con sempre maggiore intensità all’opportunità di proseguire con i tagli alla produzione dell’oro nero, a maggior ragione nel caso in cui dovesse proseguire la situazione di emergenza sanitaria legata alla seconda ondata di contagi in Occidente, con i nuovi blocchi economici nel Vecchio Continente che potrebbero senz’altro far calare ancora una volta la domanda di petrolio.

Un momento molto difficile: poco prima che in vari Paesi dell’Unione Europea si verificasse la seconda ondata di contagi da Coronavirus, infatti, l’OPEC era convinto che fosse il momento giusto per riprendere la produzione. Invece no. E alla mente non può che tornare la situazione relative allo scorso mese di aprile, quando l’OPEC aveva dato l’ok al taglio, più di uno, della produzione, fino ad arrivare al primato di 9,7 milioni di barili tagliati quotidianamente.

È chiaro che anche i trader stanno attendendo novità in tal senso, ma dovranno pazientare ancora un po’ dal momento che il prossimo appuntamento Opec+ è stato già stabilito per la fine di novembre e, di conseguenza, sarà necessario avere ancora un po’ di pazienza, anche se la sensazione pare essere quella di nuovi tagli per contrastare la seconda ondata di contagi, per capire se i tagli alla produzione di petrolio continueranno anche per i prossimi mesi oppure verranno intraprese altre strade.