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Dal 25 giugno al 10 settembre ritornano gli appuntamenti sul Lungo fiume a cura di Arti e Pensieri con "Il Po ricorda", seconda edizione. Un ricco calendario di incontri-laboratorio alla scoperta del fiume e dalla cultura che porta con sé, scanditi da presentazioni multimediali, filmati di ambientazione storica, immagini di reperti, sculture e dipinti legati al fiume, lettura di fonti, esperienze di reenactment con comparse in costume -

Piacenza, 19 giugno 2014 -

Al via la seconda edizione de "IL PO RICORDA. Storie di confine, trasformazioni e incontri, tra Acqua e Terra, Nord e Sud, Antico e Nuovo", la rassegna di incontri sul Lungo Po piacentino a cura dell'Associazione culturale Arti e Pensieri, in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Selecar e con la partecipazione di Arci Cinemaniaci, Società Canottieri Vittorino da Feltre, Motonautica Associazione Piacenza, Ufficio Stranieri CGIL, Centro interculturale Piacenza, Caba Associazione culturale, Banca Centropadana, Gregori Gaetano Sas e La Tana di Roncarolo. La manifestazione è, inoltre, inserita nel calendario del prestigioso Francigena Festival.

Gli appuntamenti previsti sono sette: il 25 giugno, il 2-9 e 19 luglio, il 27 agosto, il 3 e il 10 settembre. Una serie di conferenze di taglio storico, archeologico e storico artistico curate dai professionisti di Arti e Pensieri sul tema del paesaggio fluviale, alle quali si abbineranno dimostrazioni pratiche a opera di artisti-artigiani contemporanei, laboratori creativi, lettura di fonti, momenti teatrali e musicali. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti; per ogni incontro sul fiume sarà possibile usufruire di una navigazione per piccoli gruppi e di una merenda a tema a offerta libera.

terry daviesrid

Si racconteranno "Storie di Confine" per comprendere come il Po presenti, anche sul piano simbolico, una funzione di limen, di separazione, ma anche di passaggio, luogo di incontro tra diversità, portatore di trasformazione, arricchimento e perdita allo stesso tempo. Il fiume sulla carta geografica appare come una linea che separa il nord dal sud, l'est dall'ovest, 'noi da 'loro'. In realtà spesso ha rappresentato un luogo di incontro e di scambio, più che una reale divisione. Aprirà la rassegna "La città dal volto di fiume", che si terrà mercoledì 25 giugno alle ore 18: la storia di Piacenza è quella di una città di confine, di "frontiera", fin dalle sue origini romane, quando venne fondata in una terra in cui già si mescolavano culture diversissime. Questa caratteristica, che rende ancora oggi la nostra identità complessa e difficile da afferrare, è in parte riconducibile alla vicinanza del fiume Po, barriera naturale, confine politico ma anche punto di passaggio di uomini e idee. Alla conferenza seguirà un laboratorio di pittura a cura di Chiara Belloni, artista e insegnante di discipline pittoriche, e una merenda a base di prodotti tipici delle diverse zone afferenti all'area del Po.

Il 2 luglio alle ore 21.30, all'interno della Rassegna estiva di cinema all'aperto a cura di Cinemaniaci e Arci Piacenza, all'Arena Daturi (V.le Risorgimento 4) sarà proiettato "Il risveglio del fiume segreto. In viaggio sul Po con Paolo Rumiz": omaggio al più grande fiume italiano che, come afferma il giornalista e scrittore Rumiz, "visto da dentro non sembra neanche Italia". Il regista Alessandro Scillitani sarà presente per un incontro con il pubblico. L' ingresso sarà gratuito. Si prosegue con "Piroghe sacre, piroghe profane", che mercoledì 9 luglio alle ore 18 affronterà come la dimensione di luogo di confine si possa già ravvisare nella Preistoria, quando i corsi d'acqua rappresentano lo spazio privilegiato per una vera mutazione antropologica. Le piroghe, che nel Neolitico e nell'età del Bronzo solcavano le acque per l'approvvigionamento di materie prime da territori talora lontanissimi, popolano anche l'immaginario simbolico, quando, guidate da uccelli sacri, trainano il disco del Sole. Il laboratorio prevede la creazione di modellini in argilla di piroghe, ispirati agli originali preistorici, le quali verranno cotte nel successivo incontro del 19 luglio. Non mancherà la merenda a tema e la consueta navigazione fluviale per piccoli gruppi.

Il quarto appuntamento si terrà il 19 luglio alle ore 18 e sposta l'attenzione sulle merci, in particolare quelle richieste per i banchetti e arrivate via fiume. "Dimmi come mangi e ti diro' chi sei" ci parlerà delle vie d'acqua come tramite per la circolazione di merci ma anche, e soprattutto, di idee e stili di vita. Non bisogna però dimenticare che i fiumi sono anche i luoghi del "rimosso", da intendere sia in senso fisico e materiale che in senso ideale, come confine tra la vita e la morte. Nel corso della giornata il noto ceramista Terry Davies creerà sul Lungo Po una fornace con materiali di recupero, alla cui realizzazione la cittadinanza è invitata a partecipare. Nel forno si cuoceranno i modellini di piroghe preistoriche realizzati dai partecipanti in occasione del precedente incontro e la cottura culminerà, in una vera e propria performance, con l'apertura della fornace durante la notte. Nel corso della serata sarà possibile partecipare a laboratori di manipolazione dell'argilla a cura di Caba Associazione culturale di Certaldo (FI), a momenti musicali a tema con la fisarmonicista Petra Cavaliere e a una cena tra il "trimalcionesco" e il paese di Bengodi. Ci si ferma poi nel mese più caldo, per riprendere il 27 agosto alle ore 17.30 con "Il fiume racconta", come protagonista di fiabe appartenenti a diverse culture. Grazie a racconti letti da rappresentanti delle diverse comunità straniere presenti nella città di Piacenza e territorio limitrofo si potrà rinnovare il nostro modo di intendere il Po. L'immersione nelle differenti culture proseguirà con degustazioni di ricette "esotiche" e con laboratori di sperimentazione di tecniche tradizionali di paesi stranieri, in collaborazione con l'Ufficio Stranieri CGIL e con il Centro Interculturale di Piacenza.

E' possibile partecipare vestiti a tema mercoledì 3 Settembre alle ore 17.30 all'incontro "Buonjour Monsieur Courbet" con la partecipazione della storica dell'arte Elena Fava: tra la seconda metà dell'800 e l'inizio del secolo successivo, con l'Unità d'Italia, il Po non costituisce più un confine ma un'opportunità di sviluppo. Con la costruzione dei due ponti sul fiume e l'intervento della tecnologia nelle opere di bonifica, va delineandosi un nuovo paesaggio "moderno". La componente arcaica della civiltà contadina, tuttavia, non scompare e l'avanzare del nuovo si incontra con la persistenza di antiche tradizioni, come la sopravvivenza di magiche credenze e di rituali apotropaici. Insieme alla dimostrazione di lavorazione del ferro a cura di Massimiliano Bertuzzi, e ad animazioni teatrali ispirate al mondo della Belle Époque, sarà possibile dedicarsi a un picnic sull'erba in omaggio alla pittura tardo ottocentesca con abbigliamenti e/o accessori in stile con l'epoca in esame.

"Il Po ricorda" chiude mercoledì 10 settembre alle ore 17.30 spostandosi alla Galleria di arte moderna Ricci Oddi. "Il paese immaginato" racconta la "modernizzazione" attraverso i dipinti collezionati da Giuseppe Ricci Oddi entro i primi anni del Novecento: un paesaggio fortemente idealizzato, che evoca una dimensione naturale mitica e che, in generale, appare sistematicamente evasivo rispetto alle trasformazioni portate dalla cosiddetta civiltà della macchina. Essi evidenziano come i confini del concetto di "modernità", siano, in fondo, sfuggenti e come mutino continuamente in relazione con le dinamiche sociali e culturali. Le visite guidate e i laboratori in collaborazione con Altana, saranno intervallati da punti narrativi con proiezioni multimediali e performance di danza ispirata alle tendenze orientaliste in voga tra Otto e Novecento.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

 

L'inaugurazione dell'esposizione delle opere donate alla Provincia di Piacenza è in programma sabato 10 maggio alle 16,30 -

 

Piacenza, 7 maggio 2014 -

 

Sarà la cornice di Villa Braghieri di Castel San Giovanni ad ospitare, da sabato 10 maggio e fino al prossimo 29 giugno, la mostra “Motti, il Po, Piacenza”. La nuova esposizione di opere dell'artista Giuseppe Motti, donate dalla famiglia all'ente di corso Garibaldi, avrà come tema fondante il Grande fiume e la sua gente: una sorta di viaggio, dunque, tra i paesaggi fluviali e le persone che nel tempo ne hanno scritto la storia.

A presentare la mostra sono stati ieri pomeriggio in Provincia il presidente Massimo Trespidi, il sindaco di Castel San Giovanni Carlo Capelli, il curatore scientifico Carlo Francou (direttore scientifico del Museo geologico “G. Cortesi” di Castell'Arquato e coordinatore del Museo Civico di Storia naturale di Piacenza) e la figlia dell'artista Sonia Motti con il marito Alessandro Pardi. “La nostra famiglia – hanno detto i parenti del pittore – è orgogliosa di vedere promosso sul territorio un evento dedicato proprio alla terra del Grande Fiume e a chi la abita”.

Le cinquanta tele esposte raffigurano scenari fluviali e scorci intimi e non mancano anche alcuni disegni originali dell'artista.

“La mostra – ha sottolineato il presidente della Provincia Trespidi – consente di far conoscere ulteriormente le opere dell'artista in uno dei luoghi più belli vicini al Po. La volontà dell'Amministrazione è quella di realizzare un'esposizione permanente dei dipinti nella sala Consiglio del palazzo della Provincia in via Garibaldi per onorare al meglio la memoria di Motti”.

L'inaugurazione della mostra si terrà sabato 10 maggio alle 16,30 a Castel San Giovanni (Villa Braghieri, via Emilia Piacentina 31). Si tratta, lo si ricorda, dell'esposizione di una selezione delle  opere donate da Maria Scarani Motti e Sonia Motti alla Provincia di Piacenza. 

 

 

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)

 

Venerdì, 14 Marzo 2014 14:52

Delta del Po: un Parco senza confini

Regione Emilia-Romagna e Veneto hanno firmato a Mesola (FE) un accordo che annulla le barriere geografiche ed istituzionali. Grazie al consorzio Visit Ferrara -

Parma, 14 marzo 2014 


A dimostrazione del fatto che i confini tra Province e Regioni sono solo linee astratte, il Consorzio Visit Ferrara – nato nel 2013 per riunire gli operatori, le imprese e gli enti che vogliono puntare sul futuro del turismo nella Provincia ferrarese – ha fortemente voluto il protocollo d'intesa sull'unificazione del Parco del Delta del Po firmato dalla Provincia di Ferrara e dalla Provincia di Rovigo il 14 marzo 2014 a Mesola (FE), primo passo verso la costituzione di un'unica grande entità naturale e turistica.
«E' una data storica – spiega Gianfranco Vitali, Presidente di Visit Ferrara – che elimina finalmente le barriere amministrative tra le due Province e tra le due principali Regioni del turismo italiano, che registrano ogni anno ben 100 milioni di presenze».
Un accordo che fungerà da stimolo per i privati per perfezionare l'offerta turistica e che rappresenta una scelta "naturale" volta alla realizzazione di un turismo integrato attorno al Delta del Po, area ricca di vegetazione e fauna tra dune, lagune e residenze storiche.
A portare la propria testimonianza durante il seminario moderato da Roberto Vitali, Presidente Village 4 All, è stato Renzo Ghezzo, imprenditore turistico dell'area del Delta Veneto, che ha sottolineato come il Delta sia «l'unico mezzo che ci possa permettere di darci un'immagine attraverso la natura, senza vendere ognuno il proprio prodotto ma facendo conoscere una realtà territoriale coesa».

Un grande Delta dunque per il "Grande Fiume", per trasmettere le emozioni di un capitale naturale immenso. Si tratta infatti del più ampio territorio Unesco della penisola, che in forza di questo accordo saprà presentarsi in tempo per l'Expo 2015. Ma non solo: «Il progetto – dichiara Paolo Rosso, dirigente regionale Turismo Regione Veneto – guarda allo sviluppo dell'economia ben oltre il 2015, sfruttando la forza dei rapporti per proporre offerte complete ai turisti».
«Siamo due Regioni che non si fanno concorrenza ma che possono lavorare in sinergia – conclude Maurizio Melucci, assessore al turismo e al commercio della Regione Emilia-Romagna – per valorizzare un'area eccezionale attraverso la rete di impresa e gli operatori come Visit Ferrara che sanno fare sistema perseguendo obiettivi comuni».

All'incontro hanno inoltre partecipato attivamente le istituzioni regionali dell'Emilia-Romagna e del Veneto e tutti gli operatori turistici dell'intera area territoriale: la Provincia di Ferrara, Provincia di Rovigo, Camera di Commercio di Ferrara e Camera di Commercio di Rovigo, Parco Regionale del Delta del Po Emilia-Romagna, Parco Regionale Veneto del Delta del Po, GAL – Delta 2000, GAL – Polesine Delta del Po, Buy Delta del Po.

 

(Fonte:Ufficio stampa: Ella Studio di Carla Soffritti e C.)

 

I dati dell'annuale Conferenza Organizzativa Territoriale delle bonifiche evidenziano un incremento dell'emergenza nelle zone montane. Numeri positivi sul fronte dell'irrigazione a pieno sostegno all'agricoltura -

Bologna, 16 Gennaio 2014 –

La conferenza annuale organizzativa dei Consorzi di bonifica dell'Emilia-Romagna, che si è svolta quest'oggi in via Ernesto Masi 8 a Bologna, segna periodicamente l'appuntamento con la diffusione di dati assai rilevanti per il monitoraggio delle condizioni del territorio in cui viviamo.

Nell'occasione di confronto tra i diversi Consorzi riuniti oggi all'URBER, che hanno la competenza del governo delle acque nei rispettivi comprensori all'interno della regione, si evidenzia un generale incremento del valore allarmante del rischio di dissesto idrogeologico.

Nell'anno appena trascorso sono stati moltissimi gli interventi effettuati ad opera dei diversi enti territoriali e delle stesse bonifiche, ma l'ammontare complessivo del valore economico del rischio è balzato in avanti sfiorando il miliardo di euro (985 milioni) solo in Emilia-Romagna, rispetto al totale complessivo italiano di sette miliardi. Solo un anno fa il valore delle stime del rischio regionale era di 835 milioni di euro e il dato in sé chiarisce una volta di più quanto sia repentino il peggioramento che sarebbe da arginare al più presto.

Gli interventi segnalati dai Consorzi, dopo le opportune verifiche tecniche ultimate alla fine dell'anno passato, sono ben 1018 e richiamano prepotentemente l'attenzione della comunità e della politica verso questo tipo di emergenza di cui spesso ci si accorge solo a giochi fatti. Mettere in sicurezza preventiva il territorio significa risparmiare dalle 5 alle 7 volte il denaro pubblico speso per l'intervento a emergenza avvenuta e soprattutto dare certezze maggiori a chi vive e fa impresa in questi territori e quindi creare i presupposti per creare economia più stabile.

« Il Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nazionale – ha commentato Massimo Gargano, Presidente Anbi – indica chiaramente migliaia di interventi prontamente cantierabili che oltre, a dare qualche sicurezza territoriale in più a chi vive nell'eterna incertezza, porterebbero un significativo incremento occupazionale. Pensate che a livello italiano è stato speso solo lo 0,1% delle risorse all' epoca destinate dal CIPE alla salvaguardia del territorio. I numeri dell'Emilia Romagna certo non rincuorano. A questo si aggiunge un' urbanizzazione spesso incontrollata ».

Il dato di un rischio crescente preoccupa anche Massimiliano Pederzoli, Presidente di Urber: « A fronte di questo numero Urber ha di recente messo in campo un'utile convenzione con la Regione Emilia Romagna e con l'Uncem per spendere dove serve, ma per gli eventi straordinari capite che la portata dei lavori per la messa in sicurezza complessiva è ben diversa e si impone uno sforzo corale che deve partire da ben più lontano e prima che sia troppo tardi ».

Sul fronte dell'irrigazione i dati sono del tutto positivi. In una regione a forte vocazione agricola come l'Emilia-Romagna occorre infatti che l'acqua venga trattata come risorsa esauribile più che mai preziosa. Garantirle perciò la corretta distribuzione attraverso l'irrigazione ed il governo dei flussi delle acque è basilare per le aziende agricole e per il sostegno costante ai prodotti tipici del "made in Italy" del paese.

I consorzi di bonifica dei singoli comprensori territoriali, uniti all'interno dell'Urber, nel corso del 2013 hanno prelevato (dal fiume Po e da altri corsi minori) e distribuito nella rete circa un miliardo e 100 milioni di metri cubi d'acqua (di questi, quasi 240 milioni solo dal Cer). Un dato che appare in lieve calo rispetto all'anno precedente, dove la diffusione a sostegno dell'agricoltura da parte del sistema di bonifica a livello di irrigazione si era attestata ad un miliardo e 400 milioni di metri cubi d'acqua. Ciò evidenzia come le condizioni climatiche del 2013 siano state certamente meno "stressanti" per l'attività dei singoli consorzi rispetto a quelle dell'anno prima, dove le scarse precipitazioni l'avevano segnato come uno dei più siccitosi degli ultimi 100 anni. Nel 2013 invece le piogge più abbondanti hanno permesso di far girare gli impianti a pieno regime soltanto da Giugno (e non dall'inizio della primavera). « Ma questo inizio tardivo non deve trarre in inganno – tiene a sottolineare Pederzoli – perché con l'inizio dell'estate abbiamo comunque lavorato a pieno regime e il dato complessivo di bilancio lo dimostra. Abbiamo distribuito grandi quantità di acqua a sostegno delle colture, rientrando alla fine perfettamente nelle medie degli ultimi anni ».

(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

 

Sabato, 17 Agosto 2013 09:33

PO come via d'acqua.


La Regione Emilia Romagna promuova la praticabilità di un sistema idroviario sul fiume Po. A chiederlo in una interrogazione la consigliera Udc Silvia Noè.

Un nome, o meglio un cognome, che è di sicuro buon auspicio. Chissà che, dopo tanto parlare, finalmente anche il caro Po possa diventare una via praticabile come lo sono la maggior parte dei corsi d'acqua più importanti d'europa.

"L'AiPo - scrive Silvia Noè - ha realizzato un progetto di fattibilità per la costruzione di un attracco commerciale sul fiume Po nel territorio del Comune di Berra, attracco considerato un'opportunità per tutte le imprese del territorio". Lo scrive Silvia Noè (Udc) in una interrogazione alla Giunta per sapere se la Regione intende promuovere un azione mirata allo sviluppo del sistema idroviario, nel contesto provinciale ferrarese e regionale.
La consigliera chiede anche se tale contesto è in grado di supportare, anche in base alle risorse economiche e ai piani di fattibilità e di rientro, questa sistema quale corridoio commerciale nel contesto europeo e se esistono le condizioni di praticabilità per definire e investire concretamente nuove risorse in un piano trasporti fluviale nel quale il fiume Po risulti strumento per la movimentazione commerciale in Emilia-Romagna.

Pubblicato in Trucks Emilia
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