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Lunedì, 09 Marzo 2020 12:45

CIBUS posticipato ai primi di settembre

Il cambio di data da parte di Fiere di Parma e Federalimentare causato dalla inaspettata evoluzione dell’emergenza

(Parma, 9 marzo 2020) – Cibus 2020 verrà posticipato al mese di settembre, da martedì 1 a venerdì 4. Lo slittamento si è reso necessario a causa della inaspettata evoluzione dell’emergenza CoronaVirus e, in particolare, della crescita dei blocchi aerei da e per l’Italia. Pertanto Fiere di Parma, in accordo con Federalimentare, dopo una approfondita analisi insieme ai rappresentanti degli espositori, della filiera agroalimentare nonché dei buyers internazionali, ha deciso oggi di posticipare Cibus 2020 (inizialmente programmato in maggio) al periodo 1-4 settembre 2020.

Questa decisione è coerente con la scelta di Vinitaly di posporre la fiera nonché con il calendario fieristico internazionale, ed è stata portata all’attenzione anche del tavolo di crisi del Ministero degli Affari Esteri sul Made in Italy. Fiere di Parma si è trovata di fronte all’esigenza e priorità di tutelare gli investimenti delle aziende espositrici e il cambio di data sarà decisivo per garantire il medesimo flusso di visitatori e buyers esteri da sempre offerto da Cibus all’aziende agroalimentari italiane.

“La situazione è precipitata negli ultimi giorni – ha dichiarato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – col moltiplicarsi dei divieti di diversi Paesi a viaggiare verso e dall’Italia. Tutto ciò ha reso le condizioni di contesto troppo instabili: una situazione che avrebbe potuto danneggiare Cibus e l’investimento dei nostri espositori nonché la reputazione di Parma nel suo anno da Capitale della Cultura. La collocazione a settembre è una scelta responsabile e strategica: Cibus si potrà presentare come l’appuntamento chiave dell’autunno per il mercato internazionale e per il Food Made in Italy. Di qui la decisione di posticipare. Nell’interesse di tutti”.

L’arrivo degli operatori commerciali è divenuto di colpo problematico non solo dall’Asia, cosa in parte prevedibile, ma anche dagli Stati Uniti e dal Nord Europa dove si è creato, nello spazio di giorni, un clima di forte preoccupazione relativamente ai viaggi in Italia.

"Abbiamo fatto il possibile per non arrivare alla decisione di rinviare Cibus - ha sottolineato Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare - ma l’incertezza e le preoccupazioni che ancora abbiamo nel nostro paese relativamente al persistere del CoronaVirus, che ha come conseguenza il pericolo di avere una presenza non adeguata di visitatori ed espositori, ci obbliga a rinviare a settembre".

Nel frattempo il catalogo di Cibus diventa www.mybusiness.cibus.it  per mettere a disposizione fin d’ora dei visitatori, e in generale degli utenti professionali i quali ora spendono molto più tempo online, un raffinato motore di ricerca che non solo contiene le informazioni a catalogo, ma, a breve, anche tutti i prodotti che le aziende pubblicano sui loro siti, i cui contenuti sono stati indicizzati e federati. Questo consentirà agli utenti registrati di effettuare ricerche approfondite e puntuali e quindi inviare direttamente richieste di fornitura o di contatto. Tutti i contenuti, anche quelli che le aziende non hanno tradotto, saranno editati in modalità multi lingue grazie allo specifico tool.

Una evoluzione digitale dei servizi fieristici, dedicata esclusivamente agli espositori di Cibus e quindi al meglio del Made in Italy alimentare, che, visto lo spostamento a settembre della manifestazione, contribuirà ancora di più alla riuscita dell’evento.

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Al Via Mercanteinfiera: tra Golden Twenties e Kenneth Jay Lane,  l’eclettico Designer dei Gioielli Democratici - Fiere di Parma 29 febbraio- 8 marzo

di Antonella Maia Parma, 17 febbraio 2020 - 1919: il Trattato di Versailles ufficializza la fine della Grande Guerra. Nella vittoriosa Parigi, il clima di rinascita trasforma la capitale francese nel più febbrile laboratorio di cultura e creatività. Mentre l’euforia generalizzata, che si respira negli Stati Uniti d’America grazie all’espansione industriale, contagia l’Europa al ritmo di charleston, fox-trot e jazz.
Molti i personaggi illustri che fanno brillare gli anni venti: Louis Armstrong, F. S. Fitzgerald ("Il grande Gatsby”viene dato alla stampa nel 1925) Joséphine Baker, Picasso, Andrè Gide, Marcel Proust, Vionnet, Patou Lanvin e Chanel.

Un’epoca di ottimismo e libertà, apparentemente permanenti, nella quale la tecnologia entra nelle case sotto forma di telefono, radio, grammofono. Il cinema si trasforma in lungometraggio e le donne si fanno audaci. Entrate massicciamente nel mercato del lavoro abbandonano i costumi vittoriani, accorciano gli orli e adottano comportamenti sociali più liberi: trucco marcato e capelli corti alla “garconne”.

Si ispira a quest’epoca frenetica, elettrizzante, strabordante di vitalità e cambiamenti, “The Golden Twenties. Vita e moda del decennio de Les Années Folles” la prima collaterale in pro-gramma a Mercanteinfiera, l’appuntamento di Fiere di Parma dedicato ad antiquariato, design, modernariato e collezionismo vintage in programma dal 29 febbraio all’8 marzo.

La mostra è curata da Paolo Aquilini direttore del Museo della Seta di Como e Clara Cappelletti con la collaborazione della Fondazione Setificio, Associazione Ex Allievi del Setificio e il con-tributo di Ostinelli Seta, Clerici Tessuto, Bianca Cappello (storica e critica del gioiello) e Samuele Magri (storico dell’arte).

Nell’anno in cui Parma è Capitale della Cultura, il polo fieristico intende così idealmente ricongiungersi, con questa esposizione, con la città attraverso la contaminazione cultuale degli Anni Ruggenti.

Anni di esaltazione, eccesso e provocazione quella stessa che porterà, anche nella moda, ai primi segni di emancipazione femminile. Il punto vita si abbassa, la gonna si accorcia pochi centimetri ogni anno e nel 1923 è già alla caviglia. Nel 1924 al polpaccio, nel 1925 appena sotto il ginocchio mentre nel 1927 finalmente lo supera, per la prima volta nella storia della moda. Inizia il tempo della flapper girl che si ritocca il trucco in pubblico, fuma la sigaretta con il bocchino e sventola il suo ventaglio piumato tra un charleston e l’altro.

Attraverso una linea temporale che racconta il decennio 1919-1929, saranno così esposti a Mercanteinfiera oltre sessanta tra abiti, oggetti, accessori, preziosi tessuti e sete comasche risalenti al periodo dei Golden Twenties.
Un viaggio tra profumi, paillettes e morbide piume. Una magica macchina del tempo tra immaginarie Joan Crawford e Norma Shearer che riporterà il pubblico fino a quell’ultimo frammento di vi-talità prima del Venerdì Nero di Wall Street del 1929.

Gli abiti in mostra arrivano dalle collezioni private del Museo della Seta di Como, di Clerici Tessuto e Ostinelli Seta. Un contributo in termini di bijoux d’epoca arriva dal Museo del bijoux di Casalmaggiore.
Elegante, raffinato, amico di nobildonne come la Duchessa di Windsor e Margaret d’Inghilterra, di celebri dive come Audrey Hepburn e Liz Taylor non ha mai smesso di voler essere un simbolo dello spirito democratico americano, perché, se è vero che “un diamante è per sempre, uno strass è per tutte”.

E’ il ritratto di Kenneth Jay Lane (1932 - 2017) famoso bigiottiere americano protagonista della seconda collaterale in programma, “Brillanti Illusioni: omaggio a Kenneth Jay Lane. Il Re dei falsi” curata da Maria Teresa Cannizzaro, collezionista, studiosa di bijoux americani e Presi-dente dell’associazione culturale Passato e Futuro-Sezione italiana Vintage Fashion &Costume Jewelry Club e Fiorella Operto storica del costume, vice-presidente e pure appassionata collezionista.

I pezzi in mostra arrivano dalla collezione personale di Maria Teresa Cannizzaro e risalgono alla fine degli anni 60.
Un mostra che vuole anche essere un omaggio al sapere fare italiano che tanto contribuì a quello che lui stesso chiamò “ the beautification of America”. “Italia, paese che amo e visito spesso e dai cui eccezionali musei traggo tanta ispirazione” diceva il designer di gioielli.

Di italiano, infatti, apprezzava non solo la cultura e l’arte, ma anche la raffinata abilità degli artigiani che, emigrati dalla fine del 1800 a Providence (dove Kenneth si era diplomato alla prestigiosa Rhode Island School of Design) ne animavano le numerosissime fabbriche di bijoux, fornitrici dei produttori di Hollywood.

Oggi le sue creazioni meno care di quelle preziose, ma eleganti e di buon gusto, hanno acquistato una popolarità che cresce di giorno in giorno.Tanto che i suoi primi bijoux, come quelli disegnati per Jacqueline Kennedy dal 1962 in poi, sono andati all’ asta in sedi prestigiose a prezzi non dissimili da quelli battuti per gioielli veri, poichè un pubblico sempre più vasto in vari continenti ha cominciato a collezionarli.
Eclettico, colto, di se stesso amava dire di sentirsi essenzialmente un mercante, capace far senti-re le donne di ogni condizione sociale come Cenerentola che si reca al ballo del principe.

A raccontare questo personaggio eclettico che ha segnato la storia del costume sabato 29 febbraio a Mercanteinfiera alle ore 11.30 (Pad. 4 - Sala Toscanini) prenderà la parola Chris Sheppard, Presidente della Kenneth Jay Lane Inc. All’incontro sarà presente anche Umberto Mucci in rappresentanza dell’Italian American Museum di New York.

Circa duecento bijoux americani che si affiancano ad antiquariato, modernariato, design e collezionismo vintage gli indiscussi marchi di fabbrica di Mercanteinfiera.
A sfilare in 45 mila mq di superficie espositiva (tra 1000 espositori) la storia dell’arte dal ‘500 all’ 800: antichi monetieri in avorio e tartaruga di fattura iberica e italiana, imponenti specchiere settecentesche o pezzi della tradizione trapanese come una deposizione del ‘500 in alabastro rosa o i coloratissimi vasi in marmo porfido. In una caccia incessante di rarità non è inusuale imbattersi in curiosi pezzi unici come ad esempio 39 statue in Capodimonte del 1850 raffiguranti l’esercito di Napoleone, cavigliere in argento di fine 800 che le donne indiane portavano in dote o una collana villanoviana in bronzo addirittura del IX sec. a.C.
Ad arricchire l’esposizione pezzi iconici di maestri del design come Albini, Iosa Ghini e Fornasetti passando per i gioielli di David Webb o la moda rigorosamente vintage di Valentino, Chanel e Judith Leiber che seppe fare sognare le donne di mezzo mondo con le sue estrose clutch a forma di anguria.

A prenotarsi un posto alla 26ma edizione di Mercanteinfiera primavera oltre 5000 buyer provenienti da tutto il mondo. New entry il Canada.
Mercanteinfiera ha ottenuto il patrocinio dello IAM - Italian American Museum di New York.

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Lunedì, 02 Dicembre 2019 18:27

Una nuova alleanza per Fiere di Parma

Dalla partnership con C.E.Ucimu spa nasce MECFOR che metterà di nuovo al centro subfornitura con due  saloni innovativi. Dal 2021 un nuovo punto di riferimento, smart e innovativo per l’industria meccanica e manifatturiera

Parma, 2 Dicembre 2019 - MECFOR (SUBFORNITURA, TURNING e REVAMPING). 3 sa-loni distinti ma integrati pensati da due partner riconosciuti quali esperti del settore fieristico di riferimento insieme alle aziende leader espositrici.
Un nuovo salone b2b nel futuro di Fiere di Parma: si chiamerà MECFOR, vedrà la sua prima edizione dal 25 al 27 febbraio 2021 e avrà un partner di assoluto rilievo, CEU - CENTRO ESPOSIZIONI UCIMU, organizzatore di fiere internazionali di macchine utensili e lavorazioni dei metalli.


Un’ alleanza che riconferma il ruolo strategico di Fiere di Parma. Un polo fieristico rinnovato e soprattutto baricentrico rispetto ad un territorio naturalmente vocato al comparto delle tecnolo-gie: nel raggio di appena 200 km, è concentrato infatti il 70% delle aziende che operano nel set-tore meccanico ed alimentare.Grazie a manifestazioni come SPS, Cibus Tec e la pluridecennale presenza di Subfornitura in Fiere di Parma, la futura manifestazione potrà inoltre beneficiare - mettendolo a fattore comune con le elevate competenze del partner CEU CENTRO ESPOSI-ZIONI UCIMU - del solido network di relazioni di cui è dotato il polo fieristico, sia a livello nazionale che internazionale.


MECFOR (in joint venture tra i partner) si concentrerà su tre giornate e avrà già per l’edizione di partenza la disponibilità del moderno padiglione 2, per una superficie di 24.000 mq.
MECFOR aggregherà in modo innovativo tre sezioni corrispondenti ad altrettanti saloni indi-pendenti e perfettamente sincroni con la domanda del mercato di flessibilità produttiva, di mac-chinari innovativi e rispondenti anche ai criteri di sostenibilità ambientale.
Tre sezioni e due visioni industriali differenti e sinergiche: quella dell’industria manifatturiera da un lato e della lavorazione conto terzi dall’altro.
SUBFORNITURA è lo storico salone di Fiere di Parma, che sarà rilanciato all’interno del nuo-vo format tornando alla sua originale posizione di rilevo. Presenterà un’offerta completa - dalla meccanica alla plastica fino all’elettronica - e sarà dedicato agli operatori interessati ad acquisi-re prestazioni, esternalizzando parte della propria attività sia nei settori tradizionali che in quelli più innovativi .

 

TURNING macchina utensile per eccellenza, il tornio è uno dei primi e più diffusi sistemi di produzione operanti nel comparto delle macchine a asportazione del truciolo. In questo specifi-co segmento l’Italia vanta competenze eccezionali che sono espressione dell’ingegno della mi-riade di imprese, per lo più distribuite nel Nord Italia tra Piemonte, Lombardia, Emilia Roma-gna e Triveneto. A loro e alle tecnologie ad esse collegate è dedicato il salone TURNING.
REVAMPING mostrerà come le macchine utensili possano, se opportunamente retrofittate, avere una seconda vita, rispondendo così a nuove esigenze di una domanda differente rispetto a quella intercettata con la prima vendita (vendita del nuovo).
Un principio, questo, interessante, per l’utilizzatore che può trovare un’offerta più conveniente in termini economici senza derogare alla qualità, considerato l’alto livello dell’esposizione dei macchinari che dovranno essere tutti rispondenti ai criteri previsti da Industria 4.0.
D’altra parte il valore della proposta di questo salone è legato anche alla capacità di rispondere alle esigenze di produzione sostenibile declinata sia in senso economico che in senso sociale e ambientale, in linea con l’approccio dell’economia circolare che si sta facendo sempre più stra-da anche nel mondo dell’industria pesante.
In mostra sarà un’ampia scelta di macchine utensili “revampate” ad asportazione e deformazio-ne tra cui: macchine per taglio lamiera, taglio laser, presse, torni, centri di lavoro, robot ed au-tomazione industriale, fresatrici, alesatrici, filettatrici, macchine per la lavorazione del tubo e fili metallici.
MECFOR nasce per rispondere alle esigenze dell’industria metalmeccanica che rappresenta in Italia il 50% del settore manifatturiero ed oltre il 42% in termini di occupazione.

Giovedì, 31 Ottobre 2019 10:42

Cresce l'alimentare al Sud.

Cresce l'alimentare al Sud. Fatturato aumentato più nel Mezzogiorno che nel resto del Paese. Ora la scommessa è sull'export

Il rapporto di Ismea in collaborazione con Cibus e Federalimentare mostra una fotografia del food & beverage nel Mezzogiorno

Salerno, 30 ottobre 2019 – Il settore agroalimentare del Mezzogiorno ha le carte in regola per rafforzare il suo ruolo strategico e rappresentare un fattore di traino economico per quest’area, puntando a un alto posizionamento in termini di qualità e al forte legame col territorio. È quanto emerge dal Rapporto sulla Competitività dell’Agroalimentare nel Mezzogiorno, realizzato dall’ISMEA, in collaborazione con Fiere di Parma e Federalimentare, presentato oggi presso l’Università degli Studi di Salerno.

Lo studio evidenzia come i recenti mutamenti dello scenario globale abbiano sostenuto una crescita senza precedenti delle esportazioni del Made in Italy alimentare, grazie a una ritrovata coerenza del modello di specializzazione agroalimentare italiano con le tendenze della domanda mondiale, che ha spinto l’export agroalimentare del Sud a toccare la cifra di 7 miliardi di euro nel 2018.
Nel Mezzogiorno, nonostante il consistente e duraturo impatto della crisi economica iniziata nel 2008, il permanere di un tessuto imprenditoriale caratterizzato da imprese medio-piccole e, più in generale, la conferma di alcuni storici limiti allo sviluppo economico, il settore agroalimentare è cresciuto, nell’ultimo triennio, in termini di valore aggiunto - che supera i 19 miliardi di euro -, di numero di imprese - 344 mila imprese agricole e 34 mila imprese dell’industria alimentare - e di occupati, che si attestano a circa 668 mila unità, pari al 10% del totale occupati al Sud.
Anche il confronto con il Centro-Nord mette in evidenza come, nello stesso periodo, il fatturato dell’industria alimentare sia cresciuto più al Sud (+5,4%) che nel resto del Paese (+4,4%).
La specifica composizione settoriale, l’elevata incidenza delle medie imprese – che si sono rivelate quelle più dinamiche e in grado di adattarsi ai mutati scenari – oltre che il determinante contributo delle imprese di più recente costituzione, hanno consentito all’agroalimentare del Mezzogiorno di ottenere performance di tutto rispetto e, in taluni casi, superiori a quelle dei corrispondenti settori del Centro-Nord.
Performance positive hanno riguardato soprattutto alcune filiere come caffè, cioccolato e confetteria (+14%), prodotti da forno (+18%), olio (+21%); in generale, un rinnovamento generazionale e la presenza di imprese più giovani hanno determinato maggiore dinamicità e capacità di rispondere alle esigenze del mercato.
Tra gli elementi più critici, soprattutto pensando alla necessità di agganciare il treno dell’innovazione, preoccupano i bassi livelli di immobilizzazioni nelle imprese del Mezzogiorno e il fatto che esse siano sostanzialmente tecniche con poca attenzione a quelle immateriali.

“Lo studio di ISMEA descrive il sistema agroalimentare meridionale come una realtà in forte espansione - ha detto Elda Ghiretti, Cibus and Food Global Coordinator, Fiere di Parma - Un dato confermato anche dall’aumento della partecipazione delle aziende del Sud a Cibus, passata negli ultimi 5 anni dal 17% al 36%. Cibus è la fiera alimentare di riferimento all’estero e vede la partecipazione di migliaia di buyer internazionali. La cresciuta partecipazione delle imprese meridionali a Cibus ha contribuito – ha riferito Ghiretti – all’aumento dell’export dei prodotti agroalimentari del Meridione che nel 2018 aveva toccato la quota di 7 miliardi e 110 milioni di euro, con un aumento del 6,1% nel quadriennio 2015/2018. Un dinamismo sostenuto anche dalla creazione di nuove forme di aggregazione private, come consorzi e associazioni, che consentono anche ad imprese di medie dimensioni di interloquire con importatori e distributori esteri”.

“Un trend positivo quello del nostro settore nel Mezzogiorno sia in termini occupazionali che in termini di fatturato – ha aggiunto il direttore di Federalimentare, Nicola Calzolaro – con grandi margini di crescita su diversi fronti. Uno su tutti, l’export. L’agroalimentare del Sud, infatti, è ancora molto orientato al mercato italiano e poco alle esportazioni che rappresentano meno del 20% di quelle totali del Paese. Una porzione davvero troppo piccola se si pensa alla potenzialità del nostro sud e all’importanza strategica dell’export per l’Italia. È necessario, dunque, l’impegno di tutti per farlo crescere e questo può avvenire attraverso l’innovazione, ma soprattutto attraverso un potenziamento della rete infrastrutturale senza la quale non si potranno mai sfruttare appieno le grandi possibilità dell’alimentare nel Mezzogiorno.

“L'agroalimentare nel Mezzogiorno riveste un ruolo sempre più rilevante, con primati in molti settori e una buona tenuta economica, segnali positivi che vanno letti con attenzione – ha dichiarato Fabio Del Bravo; occorre rafforzare adeguatamente la fase agricola e la sua integrazione con la parte a valle della filiera, favorire gli investimenti – soprattutto in innovazione – e prendere atto dei limiti, per esempio strutturali, individuando percorsi che già nel breve possano portare benefici: una maglia produttiva di dimensioni piccole è certamente un problema su molti fronti, ma lo è molto di più per le produzioni standardizzate che fronteggiano concorrenza di prezzo, piuttosto che per i prodotti differenziati del made in Italy. Incentivare forme di aggregazione e l’orientamento a produzioni tipiche che in quest’area hanno ancora molte potenzialità inespresse, può rivelarsi una leva strategica importante e può avviare un percorso di successo realmente attuabile”.

Giovedì, 24 Ottobre 2019 17:03

A Cibus Tec dai (co)robot alla sicurezza alimentare

“Siamo nella capitale della food valley emiliano romagnola: a Parma, a Cibus Tec, è stato unito il meglio dell’agroalimentare, dell’enogastronomia e del cibo mondiale con il meglio dell’innovazione tecnologica e digitale, fondamentale per competere in futuro con i territori più avanzati d’Europa e del mondo. Quattro giorni straordinari che segnano anche la grande capacità di questo territorio di sapersi proporre al mondo come terra di innovazione”. E' con queste parole che Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, ha commentato, a margine della sua vista in fiera, Cibus Tec, l'appuntamento internazionale di Koeln Parma Exhibitions - JV Koelnmesse GmbH e Fiere di Parma SpA - dedicato alle tecnologie Food & Beverage in programma fino al 25 ottobre.

Il presidente ha quindi concluso il suo tour con un coffee break curioso: offerto da un robot, anzi no, un co-robot, uno degli esempi di robot collaborativi presenti in fiera. ‘’Si tratta di una nuova generazione di robot – commenta Andrea Bellini, amministratore dell’azienda Comega con sede a Cesena – in grado di sentire il peso e quindi in grado di fare un lavoro di precisione come porgere una tazzina di caffè”. E’ già al lavoro nelle ditte di cioccolato per movimentare e confezionare praline.

Non solo automazione e robotica - come pure quella di Homberger, un braccio mobile che solleva e sposta pesi evitando all'uomo i lavori più usuranti - ma anche sicurezza alimentare, focus centrale della seconda giornata di Cibus Tec. A partire dalla normativa sui MOCA, termine per intendere tutti gli oggetti e i materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (che in quanto tali sono regolamentati da normative specifiche).
Il focus è stato spiegato dal tecnologo alimentare, Serena Pironi. Il tema: le alternative all’uso della plastica come contenitore di alimenti e bevande: “Oggi - commenta Pironi - è richiesto materiale 100% riciclabile o materiale compostabile. Siamo in una fase di completa evoluzione. Sul mercato ora ci sono biopolimeri da fonti naturali, polimeri derivati da sintesi o biopolimeri che derivano da microorganismi anche ogm. Ma la strada è ancora lunga”.

Il tema della plastica e del suo riciclo è tornato nell’incontro organizzato dall’International Fruit and Vegetable Juice Association (IFU) dal titolo “The Future Of Juice” dove David Berryman, CEO di David Berryman Ltd, ha lanciato un monito: “Nel Regno Unito vengono vendute 15.000 bottiglie di plastica al minuto. I rifiuti dell’Europa e degli Stati Uniti vengono portati in Cina, la più grande discarica del mondo. La scienza ha causato questi problemi, la scienza deve essere in grado di risolverli”.

Ed è proprio in questa direzione che sta lavorando l’industria del succo con una serie di offerte di packaging alternative. Non è tutto. Altro trend dell'industria emerso in occasione del convegno riguarda l'affermarsi di nuove tendenze che sfruttano sinergie con prodotti a base di frutta secca e latte vegetale, oggi non più ad uso esclusivo di persone con intolleranze alimentari. Un mercato - un tempo considerato di nicchia - oggi in grande fermento e in grande crescita anche grazie all’ingresso sul mercato delle grandi multinazionali (come Coca Cola).
Un comparto strategico, questo, per il quale l'Università di Parma e IFU si stanno già muovendo con un corso di formazione estivo che partirà nel 2020 (29 giugno - 2 luglio) destinato ai neolaureati.

La giornata si è quindi conclusa con l'evento “DIU design for intended use for food packaging showcases”. In un periodo storico in cui sta cambiando il modo di portare il cibo sulle nostre tavole, anche il packaging si deve adeguare. Materiali, design e logistica inclusa e con un occhio rigorosamente al green.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 23 Ottobre 2019 09:51

Cibus Tec nelle foto di Francesca Bocchia

 Si è aperta questa mattina l’edizione 2019 di Cibus Tec, alle Fiere di Parma, in scena fino al 25 ottobre. 

 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Mercanteinfiera Autunno: Dal 5 al 13 ottobre alle Fiere di Parma.

E’ sempre più “fusion” Mercanteinfiera, l’appuntamento internazionale di antiqua-riato, modernariato, design e collezionismo vintage di Fiere di Parma.

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

Gotha si reinventa tra old master, arte contemporanea, Petitot e un Arturo Martini "ritrovato". Appuntamento con alto anquariato, arti e 900 presso le Fiere di Parma, sino a domenica 11 novembre. 

Parma -

Prende il via, oggi, la 14° edizione di Gotha mostra di alto antiquariato, arti e 900 presso le Fiere di Parma. All'inagurazione presenti Gian Domenico Auricchio, presidente delle Fiere di Parma e Vittorio Sgarbi. 

Un mix virtuoso di artwork di altissimo antiquariato e arte moderna per strizzare l'occhio a nuovi pubblici. Oltre 60 gallerie internazionali e 300 opere d'arte tra Old Master e Novecento: ci sono ad esempio un prezioso Bureau Plat alla maniera di André-Charles Boulle del XIX secolo, un cofanetto de XV secolo della Bottega dei Trionfi Romani (1480 - 1490), ed una mosaico bizantino del V secolo.
Poi c'è il Novecento, con le tele di artisti come Filippo De Pisis, Tullio Crali, Guido Reni, e Giovanni Boldini (il suo "Ritratto di donna seduta" è quotato 350 mila euro), solo per citarne alcuni.

Tra le novità assolute dell'appuntamento internazionale di Fiere di Parma figura infatti la sezione dedicata alle opere notificate: si va da "Le tentazioni di S. Antonio Abate" (1590-1595) di Camillo Procaccini, ad un armadio da sacrestia di metà '700 (proprietà Fondazione Cini) fino alla tempera del "Compianto su Cristo morto" del XVI secolo.

 

Fra le inziative anche due collaterali e i talk di Gotha. 

Tutte le info qui. 

 

Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia

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Pubblicato in Dove andiamo? Parma
Giovedì, 01 Novembre 2018 06:24

Gotha si reinventa - dall'8 all'11 novembre a Parma

Gotha si reinventa tra old master, arte contemporanea, Petitot e un Arturo Martini "ritrovato". Fiere di Parma punta sull'antiquariato e rinnova lo storico appuntamento. In arrivo buyer da Russia, America e centro Europa.

(Parma, 31 ottobre) – Oltre 60 gallerie internazionali e 300 opere d'arte tra Old Master e Novecento: ci sono ad esempio un prezioso Bureau Plat alla maniera di André-Charles Boulle del XIX secolo, un cofanetto de XV secolo della Bottega dei Trionfi Romani (1480 - 1490), ed una mosaico bizantino del V secolo.
Poi c'è il Novecento, con le tele di artisti come Filippo De Pisis, Tullio Crali, Guido Reni, e Giovanni Boldini (il suo "Ritratto di donna seduta" è quotato 350 mila euro), solo per citarne alcuni.

La 14° edizione di Gotha che prenderà il via giovedì 8 novembre a Fiere di Parma è questo: un mix virtuoso di artwork di altissimo antiquariato e arte moderna per strizzare l'occhio a nuovi pubblici.

"Opere che hanno un percorso così illustre sono particolarmente preziose e, se combinate con l'arte moderna, possono ulteriormente attirare nuovi target di pubblico attenti appunto all'arte come forma di investimento - afferma Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma. Siamo dunque partiti dal concetto di rarità ma anche di conformità per riposizionare Gotha, concetti che abbiamo sviluppato inserendo nel format anche un'area dedicata espressamente alle opere notificate."

Tra le novità assolute dell' appuntamento internazionale di Fiere di Parma figura infatti la sezione dedicata alle opere notificate: si va da "Le tentazioni di S. Antonio Abate" (1590-1595) di Camillo Procaccini, ad un armadio da sacrestia di metà '700 (proprietà Fondazione Cini) fino alla tempera del "Compianto su Cristo morto" del XVI secolo.

"Abbiamo costruito questa sezione e in generale la nostra offerta - prosegue Auricchio- pensando ai privati ma anche ai musei che a Gotha potranno così acquistare opere per le loro collezioni con la stessa logica con cui i curatori vengono inviati ai grandi appuntamenti mondiali".

Gotha si rinnova in una congiuntura di mercato favorevole.
Sarà l' effetto traino del Salvador Mundi di Leonardo acquistato nel 2017 da un privato per 450 milioni di dollari. Sarà il potere di emulazione di Victoria Beckam, (ex Spice, modella, moglie del calciatore David) della quale sono circolate le foto del suo show- room con inaspettate opere "Old master" appese ai muri, sta di fatto che l'arte antica ha riacceso l'interesse di collezionisti (giovani) e degli investitori.
Secondo un recente report dell'ArtTactic basato su interviste a mercanti d'arte antica, è emerso infatti che il 63% afferma di aver aumentato le vendite nei primi sei mesi del 2018 mentre solo il 13% parla di decrescita. Gli intervistati hanno inoltre riferito che il 41% delle vendite effettuate sono state realizzate con clienti nuovi e sempre più giovani.

E se l'arte antica è tornata alla riscossa - nel 2017 secondo uno studio Artprice ha capitalizzato vendite per 1,075 miliardi di dollari con un aumento del 92,6% sulla stagione precedente - Gotha risponde con un intenso programma di incoming che porterà a Parma buyer da mezzo mondo (Russia, centro Europa e USA).

D'altra parte che le fiere abbiano un ruolo fondamentale nel mercato mondiale dell'arte lo dicono anche i numeri: nel 2017 pare abbiano rappresentato il 46% delle vendite tramite intermediari (Report Ubs "The art market 2018).

Le collaterali di Gotha.
La 14° edizione di Gotha vedrà alcuni importanti debutti. Innanzitutto due mostre collaterali che avranno come protagonisti Ennemond-Alexandre Petitot e le opere "riscoperte" di Arturo Martini".
Due mostre sobrie, dagli allestimenti essenziali, che danno volutamente una spallata a qualunque apparentamento creativo per dar voce unicamente ai suoi protagonisti.

La prima, "Tesori del settecento: tre opere donate all'Accademia di Parma", ruota attorno alla figura di Ennemond-Alexandre Petitot, ed è curata dall'Accademia Nazionale delle Belle Arti di Parma. "Oltre a essere opere uniche, di elevato valore economico, - specifica il Professore Carlo Mambriani - i dipinti esposti costituiscono altrettanti tesori "affettivi" per l'Accademia di Parma, in quanto ricevuti in dono tra Settecento e Novecento, ma soprattutto quali testimonianze emblematiche del ruolo che la città Parma e questa istituzione ebbero in campo artistico e culturale sulla cosmopolita scena europea dell'età dei Lumi".

La seconda, "Leone e Leonessa 1935-1936" accende i fari su due sculture ritrovate di Arturo Martini.
L'atrio dell'Università Bocconi è presidiato dal 1941 da due celebri sculture di Arturo Martini, il Leone e la Leonessa . A lungo si è creduto che quelli presenti nell'atrio di via Sarfatti fossero gli unici esemplari fino a quando Paolo Aquilini, Direttore del Museo della seta di Como, e il critico Roberto Borghi non ne scoprirono gli originali in una villa alle porte di Lecco.
"I "Leoni" - specifica il critico d'arte Roberto Borghi - sono tra le sculture più insolite e preziose di Arturo Martini. Sono l'esito di un tentativo di creare opere d'arte con procedimenti industriali, eppure hanno una qualità formale persino superiore a certi pezzi unici. Pensati come sedili da giardino, avrebbero dovuto avere una funzione d'uso, e invece possiedono l'aura di sacralità propria delle sculture delle cattedrali. Arcaici e infantili allo stesso tempo, possiedono una grazia spiazzante".

I talk di Gotha
Collezionismo privato, collezionismo museale: origini a parte, dove sta andando il collezionismo?
A fare il punto della situazione collezionisti, mecenati dell'arte e direttori di musei che si alterneranno da giovedì 8 a sabato 10 novembre nel nuovo programma di talk organizzato da Fiere di Parma e disponibile sul sito www.gothaparma.it .

Ad intervenire saranno lo Storico dell'arte Alessandro Malinverni e il Professore Carlo Mambriani, i collezionisti Lucia Bonnani e Mauro De Rio in un dialogo con il giornalista di Repubblica Antonio Mascolo. E ancora Fabio Bertolo amministratore delegato di Finarte e responsabile del Dipartimento Libri, Autografi e Stampe, Mauro Felicori direttore della Reggia di Caserta e Serena Bertolucci, Direttore di Palazzo Reale di Genova. Un viaggio nel collezionismo che nel racconto di Bertolucci toccherà in particolare lo scultore Maragliano anticipando proprio a Parma i contenuti della mostra che lo vedrà protagonista a Palazzo Reale. Infine Fabio Romano Moroni e Stefano Ridolfi di Ce.S.Ar. Centro Studi Archeometrici.

Tutti gli incontri sono pubblici e organizzati in fiera alla Sala Farnese (pad 4)

Senza abdicare alla sua funzione di business, Fiere di Parma ha intrapreso da tempo un percorso di valorizzazione del territorio. In tal senso ha creato Gothanet una rete museale cui hanno aderito le principali istituzioni di Parma e provincia per una promozione integrata di arte, territorio e cultura.
Un esempio di sinergia sarà infatti la collaborazione con il Labirinto della Masone, che inaugurerà proprio durante Gotha la mostra Pagine da Collezione, a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Fondazione Cariparma (11 novembre 2018- 24 marzo 2019).

Gotha chiuderà domenica 11 novembre. 

Per informazioni www.gothaparma.it 

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L'"attimo fuggente" del pit-stop e il brivido della pista - mercanteinauto celebra il cavallino rampante. Con il simulatore ufficiale Ferrari, alle Fiere di Parma per i visitatori sarà davvero come guidare una "mitica rossa".E le emozioni continuano con un altro simbolo del Made in Italy: la Vespa

(Parma 20 settembre 2018) Nella Formula 1, la minima di frazione di secondo può cambiare radicalmente, nel bene o nel male, le sorti di una gara e di un Mondiale. Ai box, in quell'attimo che sfugge alla stessa percezione del tempo, durante il "pit-stop", subentra tutta l'esperienza e la bravura dei tecnici. Le loro sono mani sono abilissime e veloci. Con un tocco d'artista cambiano le gomme in men che non si dica, modificano l'assetto della monoposto e, infine, danno il via libera al pilota, lanciandolo verso nuovi orizzonti di gloria.

Il "Rosso", inconfondibile marchio di fabbrica di casa Ferrari, sbarca a Mercanteinauto, la rassegna pensata per gli amanti delle quattro ruote che, alle Fiere di Parma, caratterizzerà il week end di apertura (29-30 settembre) di Mercanteinfiera, la kermesse internazionale dedicata all'antiquariato, al modernariato e al collezionismo vintage (29 settembre - 7 ottobre).
Grazie ad un'iniziativa realizzata dalla Scuderia Ferrari Club di Monticelli Terme, infatti, nei due giorni della manifestazione dalle ore 10 alle 18, all'interno degli spazi del Padiglione 2 (stand F 020), i visitatori avranno la possibilità di vivere le emozioni suscitate dal "cambio gomme", grazie alla qualificata assistenza dei tecnici provenienti direttamente dalla scuderia di Maranello, e vivere l'esperienza di una "vera gara", testando il simulatore ufficiale Ferrari.

La nuova edizione di Mercanteinauto sarà inaugurata sabato 29 settembre, alle ore 11, alla presenza tra gli altri dell'Assessore al Turismo del Comune di Parma, Cristiano Casa, e della Brand Manager di Mercanteinfiera, Ilaria Dazzi. A prendere la parola, in chiusura il professor Nicolò Doveri, tra i massimi esperti di storia della Vespa con una lectio magistralis.

Il "cavallino rampante" sarà protagonista anche di Mercanteinfiera, con la mostra collaterale che celebra Sergio Scaglietti, vera e propria icona del design automobilistico italiano e che, per conto della Ferrari, disegnò alcuni modelli entrati di diritto nella storia delle quattro ruote: la 250 Testarossa, la 250 GT California e la 375 MM, realizzata per Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. L'esposizione, dal titolo "Da lamiera a design: la maieutica di Sergio Scaglietti", è curata da Oscar Scaglietti (che riceverà nell'occasione una targa da Fiere di Parma) e Davide Toni della Toni Auto, autofficina di Maranello specializzata nel restauro delle "mitiche rosse". In mostra, al polo fieristico, la 750 Monza e la 250 Le Mans.

Grande attesa anche per il raduno (28-29-30 settembre) ed il concorso di eleganza riservato ai suggestivi modelli di Vespa 400 provenienti da ogni parte d'Europa. A giudicare le Vespe, una qualificata giuria di esperti, presieduta da Luigi Frisinghelli, attuale numero uno del Vespa Club e formata, tra gli altri, da Oscar Scaglietti, Beppe Montacchini, Maria Sgobba, Stefano Vasini Direttore dell'Automobile Club Parma e Maurizio Campari, membro del direttivo.

La microvettura, una "citycar ante litteram", fu progettata dalla Piaggio, presentata al Salone di Parigi nel 1957, e mai prodotta in Italia. Furono in molti a pensare che alla decisione concorse lo zampino degli Agnelli.

Tra gli innumerevoli "gioielli" che, alle Fiere di Parma, caratterizzeranno la due giorni di Mercanteinauto spicca anche la celebre Fiat 1100/103 di Edna Hill, funzionaria del consolato inglese in Baviera ma che, secondo qualcuno, altro non era che un agente segreto. E la sua auto, portata in mostra a Parma dalla Old Cars Collection di Claudio Baroni, rivela i due vani nascosti che la stessa signora Hill, fece appositamente realizzare da una carrozzeria tedesca.

 

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