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Giovedì, 06 Settembre 2018 08:36

Vaccini. Conferma dell'obbligo

Vaccini. Conferma dell'obbligo, il presidente Bonaccini e l'assessore Venturi: "Una vittoria del buonsenso e della scienza. E la conferma che avevamo ragione quando in Emilia-Romagna lo introducemmo due anni fa". Dopo l'emendamento della maggioranza al Milleproroghe che cancella il rinvio di un anno. "Una decisione che mette al riparo il tema della salute pubblica dal dibattito politico. Insensato opporsi a quanto sostiene l'intera comunità scientifica"

Bologna - "E' innanzitutto la vittoria del buonsenso: è la risposta giusta alle tante richieste di medici, pediatri, esperti di sanità, ma anche di famiglie e dirigenti scolastici, che a più riprese avevano contestato una scelta rischiosa per la salute dei più piccoli e dell'intera collettività. E sarebbe una vittoria anche per noi, la conferma della correttezza della scelta che avevamo fatto come Regione: l'Emilia-Romagna, lo ricordiamo con orgoglio, ha aperto per prima un percorso con l'approvazione della legge regionale sull'obbligo vaccinale per l'iscrizione ai nidi nel novembre 2016, anticipando la normativa nazionale".
E' quanto affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, commentando la notiziadella presentazione, da parte della maggioranza parlamentare, di un emendamento al Milleproroghe che sopprime il rinvio di un anno dell'applicazione del divieto di frequenza scolastica in assenza delle vaccinazioni obbligatorie, introdotto al Senato.

"Non abbiamo mai avuto dubbi in proposito- aggiungono-: la salute pubblica va tutelata, in particolare quella dei bambini, soprattutto dei più deboli. Questo ci ha portato ad avviare un percorso complesso, che alla fine ci ha premiato: ad oggi, in Emilia-Romagna la copertura vaccinale complessiva contro le quattro malattie per le quali abbiamo introdotto l'obbligo regionale, e dunque difterite, tetano, poliomielite ed epatite B, ha superato il 97% tra i nati nel 2016. Oltre la soglia di sicurezza del 95% indicata dall'Organizzazione mondiale della sanità. Non possiamo, dunque, che essere profondamente soddisfatti- concludono Bonaccini e Venturi-, perché questa, lo ripetiamo, è una vittoria del buonsenso ma anche della scienza e delle istituzioni sanitarie. Una decisione che, giustamente, mette al riparo il tema della salute pubblica da quello che sono confronto e polemica politica".

Il 25 agosto scorso due pazienti ricoverati nel Reparto di Rianimazione dell'Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia sono deceduti per morte cerebrale a poche ore di distanza l'uno dall'altro. La legge italiana prevede che dopo la diagnosi di morte cerebrale seguano sei ore di osservazione, all'inizio e alla fine delle quali è prevista l'esecuzione di un Elettroencefalogramma e la valutazione di apposita commissione di specialisti nominata dalla Direzione Sanitaria dell'Ospedale.

"La Rianimazione e tutto l'Ospedale si sono preparati ad affrontare una situazione che, seppure già vissuta lo scorso mese di ottobre, si presentava comunque impegnativa" spiega Laura Favilli, medico anestesista del Santa Maria Nuova e coordinatore locale per i prelievi e trapianti di organi "Due osservazioni contemporanee di morte cerebrale comportano un complesso percorso clinico e organizzativo".
L'impegno straordinario ha coinvolto circa cinquanta professionisti tra medici e infermieri, in particolare rianimatori, anestesisti, cardiologi, medici di direzione sanitaria, personale di laboratorio e di sala operatoria, neurologi, oculisti, chirurghi vascolari, tecnici di elettrofisiologia.

Le procedure di donazione si sono concluse circa 30 ore dopo i decessi dei pazienti, consentendo di prelevare e trapiantare in altrettanti pazienti in lista d'attesa un fegato e quattro reni. Inoltre le cornee, la cute, i segmenti vascolari e ossei e le valvole cardiache sono stati trasferiti nelle rispettive Banche della Regione in attesa di essere destinati.
"Il risultato ha rappresentato, ancora una volta, lo stimolo a proseguire su questa strada" conclude Favilli "Il percorso della donazione è sempre complesso ma l'impegno professionale e umano è certamente compensato dalla certezza di avere contribuito a restituire la salute a tante persone in attesa".
Un pensiero particolare va alle famiglie dei donatori che, pur in un momento di grande dolore, hanno saputo compiere un gesto generoso e di alto valore sociale.

Fonte: Azienda Usl Reggio Emilia

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Domenica, 26 Agosto 2018 09:42

Primo caso di West Nile nel 2018 a Piacenza

Nella giornata odierna è stato confermato un caso di West Nile in una paziente anziana ricoverata all'ospedale di Piacenza, in Malattie infettive.

Piacenza 25 agosto 2018 - Il virus deriva il suo nome dal distretto ugandese dove è stato isolato per la prima volta: la sua circolazione in tutto il territorio regionale è oggetto di costante monitoraggio ed è comunque in calo in Emilia Romagna. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente quelle comuni, del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all'uomo. La rete di sorveglianza è continua e coordinata a livello locale dal Settore controllo infestanti del Dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl di Piacenza. La situazione nella provincia di Piacenza è stata relativamente tranquilla per tutta l'estate. Sul nostro territorio la circolazione del virus è stata sempre minore rispetto ad altre zone e il lieve rialzo degli ultimi giorni ci mantiene al di sotto delle medie regionali.

Incubazione e sintomi
Nell'uomo, la malattia ha un'incubazione di pochi giorni ed i sintomi sono inapparenti nell'80% dei casi; quando si manifesta, si riscontra febbre elevata con malessere generalizzato, dolori muscolari e articolari, fino a casi di encefalite.
Queste due ultime evenienze sono fortunatamente molto rare (circa 1 su mille).
Nella maggior parte dei casi con sintomatologia, il malato si ristabilisce in circa una settimana, mentre nei casi più gravi possono residuare danni neurologici più o meno importanti. In Emilia Romagna si sono riscontrati da giugno a oggi una decina di casi di malattia umana con forma grave neuroinvasiva: a Piacenza si tratta della prima paziente accertata.

Prevenzione
Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l'esposizione alle punture di zanzare.
Pertanto è consigliabile proteggersi ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
· usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all'aperto, soprattutto all'alba e al tramonto
· usando delle zanzariere alle finestre
· svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
· cambiando spesso l'acqua nelle ciotole per gli animali
· tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

La malattia neuroinvasiva da West Nile virus si manifesta prevalentemente negli ultrasessantenni con un rischio che incrementa al progredire dell'età e nelle persone con diabete, ipertensione, malattia renale e con patologie che determinano immunodepressione; è quindi necessario porre particolare attenzione a luoghi ove questa tipologia di cittadini vive e si concentra.
Non è necessario operare una disinfestazione con prodotti per eliminare gli insetti adulti in un'area definita attorno alla residenza dei soggetti ammalati perché, a differenza di quanto succede con altre malattie virali trasmesse da zanzare (Chikungunya, Dengue o Zika), l'uomo non contribuisce a diffondere la malattia.

Nella situazione attuale è opportuno attuare comportamenti corretti sia rispetto alla protezione dalle punture sia alle misure di contrasto alla proliferazione delle zanzare. Si precisa che alla fine dell'estate le zanzare comuni (Culex) cominciano a pungere anche al crepuscolo e non solo in ore notturne.

Terapia e trattamento
Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

 

In riferimento alla morte di Giancarlo Benatti, deceduto improvvisamente alle prime ore di martedì 21 agosto nella propria abitazione, l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si unisce al cordoglio dei famigliari e delle Istituzioni cittadine.

Come noto, poco prima del decesso, il sig. Benatti si era rivolto al Pronto soccorso - Osservazione breve intensiva dell'Ospedale Civile di Baggiovara su consiglio del medico curante per un'intensa sintomatologia dolorosa, correlata a una patologia da tempo nota, risultata non trattabile al domicilio.

A seguito delle cure praticate e dopo prolungato periodo di osservazione, le condizioni cliniche del paziente sono risultate in progressivo miglioramento e ne hanno consentito la dimissione.

Le prime risultanze degli approfondimenti interni svolti dall'Azienda non hanno evidenziato criticità nel percorso diagnostico-terapeutico del paziente. L'AOU di Modena attende con fiducia gli esiti delle indagini avviate dalla Magistratura competente.

(Ufficio stampa Policlinico di Modena)

118 in soccorso notturno: atterrati al Maggiore i primi due pazienti. Stamane alle 10,30 commemorazione in ricordo di Claudio Marchini, Annamaria Giorgio, Corrado Dondi e Angelo Maffei, scomparsi 28 anni fa con lo schianto dell'elicottero sul Ventasso

Arrivate nella notte due pazienti. I soccorsi chiamati dall'appennino piacentino e da Monchio delle Corti. Grazie a nuovi fasci di luce che permettono il volo con modalità analoghe al giorno
Due gli interventi in volo notturno con tecnologia ad intensificatore di luce per il servizio di Elisoccorso della Centrale 118 di Bologna, nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17, nelle provincie di Parma e Piacenza. Entrambi i pazienti hanno come destinazione il Maggiore.

Alle 23.25 di giovedì 16 agosto, infatti, arriva al 118 la chiamata per una donna in gravidanza: la chiamata parte da una frazione del comune di Morfasso, nell'appennino piacentino, troppo lontano per il trasporto in ambulanza fino all'Ospedale. Così l'elicottero del 118 decolla da Bologna: sono le 23.53, a bordo due piloti - uno in più rispetto all'equipaggio diurno - un infermiere coordinatore, un medico e un secondo infermiere. A mezzanotte e mezzo l'elicottero è sul posto; caricata la paziente, il volo riprende con destinazione il Maggiore di Parma, dove il reparto di Ostetricia è già allertato per accogliere la donna.
Poche ore dopo, alle 2.39 il mezzo riprende il volo, stesso equipaggio: questa volta, la destinazione è Monchio delle Corti. La chiamata parte da Valditacca, dove una donna accusa un forte dolore al petto e la guardia medica valuta necessario un intervento tempestivo. L'arrivo del volo è alle 3.29; anche in questo caso, è la tecnologia installata sui caschi dei piloti che permette l'illuminazione della piazzola come se fosse pieno giorno a farla atterrare alle 4 del mattino al Maggiore. All'ospedale di Parma i professionisti valutano le sue condizioni. Le operazione di volo, decollo, atterraggio, coordinamento delle ambulanze a terra, e allerta dei reparti ospedalieri sono coordinate minuto per minuto dalla Centrale operativa 118 Bologna –Emilia est- in connessione con quella di Parma che, seguendo in modo virtuale il soccorso, garantiscono sicurezza e efficienza.

Monchio delle Corti è una delle undici piazzole della provincia di Parma che è autorizzata per il volo di notte, oltre alla piazzola all'interno dell'area ospedaliera. Le altre sono Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Corniglio, Lagrimone, Fidenza, Fornovo di Taro e Varsi, una rete di soccorso tessuta con i Comuni che aumenta le possibilità di salvare una vita o di rendere meno negativa la prognosi.

Parma abbraccia Charlie Alpha, commemorazione delle vittime - In ricordo di Claudio Marchini, Annamaria Giorgio, Corrado Dondi e Angelo Maffei, scomparsi 28 anni fa con lo schianto dell'elicottero sul Ventasso

Sabato 18 agosto alle ore 10.30 dinnanzi al cippo di via Casati Confalonieri si terrà la consueta cerimonia di commemorazione delle vittime dell'equipaggio del volo che si schiantò sul monte Ventasso 28 anni fa: il pilota Claudio Marchini, il medico anestesista Annamaria Giorgio, gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei alla presenza dei colleghi e delle autorità cittadine. Alla commemorazione parteciperanno anche il dottor Pietro Manotti e il dottor Leonardo Marchesi, in rappresentanza, rispettivamente, della direzione dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell'Ausl di Parma.

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Pubblicato in Comunicati Sanità Parma

Interrogazione del Consigliere Regionale Michele Facci su infezione da West Nile. Il sottoscritto Consigliere Regionale Michele Facci. 

Premesso che:
- Secondo gli ultimi dati riportati dalla stampa locale, dal mese di giugno 2018 ad oggi in Emilia-Romagna vi sono stati 25 casi noti di infezione per febbre da "West Nile", di cui 12 nell'area metropolitana di Bologna. Diciassette di questi casi avrebbero riguardato soggetti donatori di sangue. Nella provincia di Ferrara vi sono stati invece ben tre decessi nel giro di poco più di un mese;
- La trasmissione del virus avviene tramite la zanzara del genere Culex, da sempre molto diffusa nel territorio del Delta del Po, ed è particolarmente favorito dal clima subtropicale degli ultimi mesi, specie nelle zone di campagna;
- Il sistema regionale di sorveglianza dell'Emilia-Romagna avrebbe confermato la sussistenza dei presupposti per una condizione endemica nei territori tra Rovigo (in Veneto vi sono stati oltre 50 casi di febbre West Nile fino ai primi giorni di agosto, di cui 19 mediante forme neuroinvasive) e Ferrara, dovuta alla diffusa circolazione del virus;

Considerato che
- Gli animali portatori del virus "killer" sono stati individuati in diverse tipologie di volatili, alcune delle quali molto diffuse nei nostri territori, come corvi e gazze;
- Secondo quanto riferito dal reparto di infettivologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Ferrara, la massiccia presenza di corvi e gazze lungo l'argine del Po dovrebbe suggerire l'introduzione di forti forme di contrasto al fenomeno, come nuove vaccinazioni per l'uomo, ed efficaci piani di controllo per i volatili;

Tutto ciò premesso,

INTERROGA
La Giunta per sapere

- chiede quale sia il giudizio dell'Assessorato competente in ordine al progressivo aumento delle infezioni letali da febbre West Nile, e quali siano le misure di prevenzione e di contrasto che l'Amministrazione regionale, tramite i propri Dipartimenti e settori specifici, intende adottare;
- chiede se sia già allo studio dei settori preposti un piano straordinario di abbattimento dei volatili ritenuti tra i principali portatori del virus, ovvero delle zanzare del genere Culex che ne costituiscono il vettore finale;
- chiede inoltre se l'amministrazione, di fronte a questa nuova emergenza sanitaria, non ritenga necessaria la previsione di nuove forme di profilassi per l'uomo, da condividere con i competenti Dipartimenti sanitari e con l'Istituto superiore di Sanità.

Il Consigliere
(Avv. Michele Facci)

Distribuzione diretta di farmaci - Interviene Federfarma di Reggio Emilia per voce del Presidente Dante Baldini. "Noi da tempo diciamo che ci sono parti dell'accordo tra noi e l'Asl (non tutte) che non sono rispettate"

Reggio Emilia, 3 agosto 2018 - 

"Il dr.Busani paventa a torto una montagna di menzogne, ma sarebbe meglio che guardasse alla realtà dei fatti-  dichiara il dr. Dante Baldini, presidente di Federfarma Reggio Emilia, in risposta all'intervento del dr.Corrado Busani, direttore del servizio farmaceutico dell'Asl- . Noi da tempo diciamo che ci sono parti dell'accordo tra noi e l'Asl (non tutte) che non sono rispettate, e che ci sono modi di fare che comportano elevati costi sociali e sprechi. Intanto, la distribuzione diretta di farmaci da parte degli ospedali doveva diminuire, mentre invece è aumentata. A livello nazionale, il 60% dei farmaci viaggia al di fuori del canale farmacia. Se crediamo alla funzione di servizio pubblico delle farmacie, dobbiamo invertire questa tendenza, altrimenti aspettiamoci sempre più chiusure e fallimenti di farmacie medio piccole e di montagna, con tutto quel che ne consegue. E ciò, grazie al comportamento dell'Asl. Ma non è tutto: l'Asl dovrebbe distribuire solo i farmaci necessari al primissimo periodo post dimissione, ma spesso fornisce sporte zeppe di confezioni. E ancora: non vengono distribuiti solo farmaci ospedalieri o di fascia A, ma spesso anche quelli di fascia C (quelli a pagamento), e che teoricamente coprono lunghissimi periodi di cura, col rischio, che spesso si concretizza, di spreco al cambio appunto di terapia. Abbiamo fogli di dimissione che annotano, come quantità consegnata in una volta sola, 120 scatole di Lasix, 30 di Coumadin e altrettante di Avodart. Che regola hanno seguito queste consegne? Qualcuno in provincia recentemente ha gettato negli scaduti 17 scatole di Aldactone, due di Arixtra fiale, quattro di Vfend compresse da 200 (oltre 1700 euro a scatola, anche se la Asl compra i medicinali a prezzo scontato in modo variabile, un prodotto che in farmacia non si può vendere con la mutua, ma grazie al comportamento dell'Asl sono stati buttati via, solo in quella situazione, potenzialmente quasi 7mila euro di medicinali). C'è poi un altro aspetto: coi propri ricettari privati, i medici di base indicano ai pazienti, e lo scrivono e firmano a chiare lettere, di andare nelle farmacie ospedaliere, e si rifiutano di fare ricette per poterli ritirare nelle farmacie di paese o di quartiere più comode. Ricordiamo, come ha detto anche il nostro sindacato a livello nazionale, che questo è un atto contro la legge, perché va contro il principio della libera scelta della farmacia da parte del paziente. Sono fatti che vanno contro gli accordi presi, non sono menzogne. Lo abbiamo segnalato più volte alla Asl, ma le cose, da questo punto di vista, peggiorano sempre di più".

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- Un documento allegato in pdf - 

 

(Federfarma Reggio Emilia 3 agosto 2018)

Venerdì, 27 Luglio 2018 16:27

Sanità, nuovi strumenti per la "svolta".

Siamo al punto critico per la sanità. Non significa che è crisi ma che in questo momento serve la forza per la svolta, cambiando pochi aspetti strategici si può recuperare tutto il valore di un sistema della salute che molti paesi ci invidiano. Occorre quindi migliorare la condizione degli operatori sanitari per aumentare la produttività e diminuire in modo sensibile i costi di gestione con un risultato finale che vedrebbe un miglioramento assolutamente importante nella soddisfazione del paziente e degli operatori stessi.

di Marco Alfredo Arcidiacono Parma 27 luglio 2018 -- I test condotti finora su 65mila lavoratori confermano alcune tendenze, migliorando le condizioni di lavoro e alleviando lo stress da lavoro si risparmiano 3 miliardi di euro, più di quanto chiesto al settore Sanità per risanare i conti pubblici.

Lo studio rivela che i malati da stress sono scesi dal 25% al 10% in breve tempo, grazie a un trattamento più adeguato, così da aumentare la produttività e diminuire di conseguenza i costi. Migliorando il clima interno la soddisfazione dei pazienti fa segnare un balzo in avanti con un +47%, risultato pressoché inimmaginabile.
Un terzo di assenze per malattia in meno è invece il risultato delle stesse misure anti-stress secondo i dati Inps.
Viene quindi da chiedersi quali siano queste "manovre" miracolose che possono essere riassunte in tre fasce. La modalità di approccio alle problematiche interne può occupare il primo posto, con il miglioramento della conflittualità interna, del senso di appartenenza all'azienda e della partecipazione dei dipendenti con un conseguente miglioramento delle relazioni fra gli stessi.

Conciliare il rapporto vita-lavoro diviene quindi fondamentale, fornire asili per i dipendenti, flessibilità in entrata e uscita, eventuali rimodulazioni al part-time e bus-navetta. In questo senso anche la considerazione del fattore maternità che colpisce, oltre al personale femminile in attesa di parto, anche i colleghi che per un lungo periodo devono solitamente sobbarcarsi ulteriore lavoro visto che le lavoratrici in maternità non vengono sostituite, a causa della politica di austerity imposta dai tagli alla sanità pubblica.

Di grande importanza anche le iniziative messe in campo da ogni singolo azienda che vedono il personale al centro di uno o più percorsi formativi finalizzati all'inclusione e al concetto di condivisione dell'obiettivo.

Nuovi strumenti, nuove possibilità

Il potenziamento della sanità del territorio emiliano-romagnolo va nello stesso senso descritto finora, e diviene un segnale forte di stimolo all'uscita dal periodo critico.

Sono in arrivo 400 stabilizzazioni, in gran parte medici, mentre sono già state assunti circa 5mila lavoratori che portano il turno over al 115% secondo Sanità Emilia Romagna. E' in via di ampliamento anche il numero di borse di studio per i medici specializzandi, così da migliorare ancor di più l'offerta, a quanto ha affermato l'Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna Sergio Venturi.

C'è di più perché la stessa Regione stanno lavorando per dare vita alla sanità del futuro nel comparto bolognese con il Documento Forme di Integrazione visibile al sito www.ctss.bo.it 

Il "progetto", per chiamarlo con un termine riduttivo, propone quattro punti fondamentali: il primo prevede la formazione di un Organo di governo comune fra le Aziende Sanitarie metropolitane così da raccordare ospedale e territorio in una risposta più pronta e più efficace alle esigenze del pubblico.

Il secondo punto prevede invece la creazione di un Consorzio, come soggetto giuridico autonomo, in cui le Aziende Sanitarie fanno confluire le risorse necessarie per le attività e le funzioni di interesse comune.

Una nuova Azienda Ospedaliero-Universitaria è invece quanto prevede il terzo punto, così da divenire il centro per il trattamento di patologie complesse in cui far confluire le alte specialità del Policlinico Sant'Orsola e dell'Azienda USL di Bologna affermandosi quindi come polo nazionale di riferimento per la ricerca e la didattica.

Infine, il quarto punto, prevede un nuovo tipo di Azienda Sanitario-Universitaria in grado di divenire un polo ospedaliero di riferimento al cui interno sono contenuti i livelli territoriali per didattica e ricerca.

La fase di ascolto prenderà il via a settembre 2018 per terminare entro fine anno. I nuovi strumenti dei nuovi modelli organizzativi arriveranno invece in un secondo tempo anche se sono già stati parzialmente definiti, con la proposta di rafforzamento del ruolo dei Direttori di Distretto e dei Dipartimenti interaziendali in ambito metropolitano. I primi avranno a disposizione un budget che preveda le risorse per le prestazioni ospedaliere di base oltre al controllo in tema di indirizzo, coordinamento e verifica dei risultati. Per i secondi invece si va verso mandati e competenze più forti così da poter definire gli obiettivi comuni da parte delle aziende coinvolte.

L'Organo strategico di governo metropolitano sarà invece composto dai direttori generali delle quattro Aziende Sanitarie, così da non disperdere quanto fatto nel tempo e le competenze acquisite, tra cui verrà scelto un coordinatore. Il nuovo sistema dovrà godere di un nuovo assetto normativo regionale così da divenire pienamente operativo e poter fissare in autonomia gli ambiti di interesse comune, sempre in accordo con le parti interessate fra cui Regione e Università.

In definitiva si punta su un accentramento delle parti comuni per concentrare al massimo le capacità e diminuire i costi favorendo efficenza e tempi di intervento. Parametri che, per loro natura, potrebbero portare importanti risultati in tempi brevi.

 

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Sanità. La Regione abolisce il superticket: risparmio di 22 milioni di euro l'anno per i cittadini dell'Emilia-Romagna. E niente pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite per le famiglie numerose, con due o più figli:il primo provvedimento di questo tipo in Italia.

Bologna - Superticket addio in Emilia-Romagna, dove la Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha deciso di abolire la tassa aggiuntiva su farmaci (fino a 2 euro a confezione, con tetto massimo di 4 euro a ricetta) e prestazioni specialistiche (fino a 10 euro ognuna), dagli esami di laboratorio a quelli radiologici, con un risparmio per gli emiliano-romagnoli di 22 milioni di euro l'anno, rafforzando il carattere pubblico e universalistico del sistema sanitario regionale.

Attualmente pagata sulla base di quattro scaglioni di reddito familiare, verrà cancellata per le due fasce comprese tra i 36mila e i 100mila euro (non si paga già al di sotto dei 36mila), andando ad interessare 900 mila cittadini, e resterà in vigore solo per i redditi superiori ai 100mila euro annui. Infatti, la Giunta ha deciso che le risorse incamerate dal superticket per i soli redditi alti verranno investite su una ulteriore misura - la prima di questo tipo in Italia - stavolta per aiutare le famiglie numerose, ovvero le coppie con due o più figli, per le quali verrà abolito il pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche: un beneficio per circa 330 mila famiglie emiliano-romagnole, pari a 1,5 milioni di residenti, di cui potranno avvalersi sia i genitori sia i figli.

E nulla cambierà per chi è già esente, che continuerà a non pagare la tassa aggiuntiva e neppure il ticket base per le specifiche esenzioni.

L'abolizione del superticket, introdotto dal Governo nazionale nel 2011, e quella del ticket per la prima visita a favore delle coppie con due figli o più entrerà in vigore dal 1^ gennaio 2019, per una manovra coperta interamente da fondi regionali. Si tratta di quasi 33 milioni di euro: i 22 milioni l'anno che entrano dal superticket destinato a sparire, e che quindi non saranno più a carico dei cittadini emiliano-romagnoli ma del bilancio regionale, e 10,6 milioni di euro necessari per togliere il ticket sulle prime visite per i nuclei familiari numerosi, in parte coperti dagli 8 milioni che entreranno dal superticket per i redditi superiori ai 100mila euro annui, cifra che comunque la Regione dovrà garantire dal proprio bilancio.

Le nuove misure sono state illustrate questa mattina dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, dall'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e dalla direttrice generale alla Cura della persona, salute e welfare, Kyriakoula Petropulacos.

"Sono e siamo particolarmente orgogliosi per una decisione che va incontro ai cittadini e alle famiglie dell'Emilia-Romagna, abbassando il loro carico fiscale- afferma il presidente Bonaccini-. In particolare, riducendo i costi per l'acquisto di farmaci e l'accesso a prestazioni sanitarie: quando si riesce a garantire un servizio sanitario di alta qualità facendo risparmiare persone e utenti vuole dire che la strada intrapresa è quella giusta. Una strada passata prima per la razionalizzazione della spesa, senza che si siano intaccati efficienza ed efficacia, con 445 milioni di euro risparmiati grazie alla centrale unica per gli acquisti nella pubblica amministrazione nell'ultimo triennio, di cui oltre 370 proprio nella sanità, poi per gli investimenti in edilizia sanitaria, per rinnovare gli spazi e costruirne di nuovi, e nel potenziamento degli organici e la lotta al precariato, con oltre 5mila assunzioni e stabilizzazioni negli ultimi due anni di medici, infermieri e operatori sanitari. Una Regione virtuosa e con i conti in ordine che ora può permettersi di guardare ai bisogni dei propri cittadini e di trovare, per quei bisogni, risposte concrete. Continueremo a farlo attraverso i fatti, insieme, condividendo con le parti sociali e i territori le misure e i progetti più importanti- chiude Bonaccini- così come abbiamo fatto e stiamo facendo nel Patto per il Lavoro e con la richiesta di regionalismo differenziato per avere una maggiore autonomia, per una Emilia-Romagna capace di continuare a crescere riuscendo però ad aiutare chi più ha bisogno".

Da qui alla fine dell'anno, la Regione sarà impegnata nel completare il percorso formale necessario all'abolizione del superticket, compreso l'allineamento con la legge di bilancio 2019 dello Stato, e alla messa a punto del regolamento applicativo necessario all'esenzione del pagamento del ticket sulle prime visite per i nuclei familiari numerosi, per la piena entrata in vigore delle decisioni prese dal 1^ gennaio prossimo.

"Si tratta di uno sforzo economico straordinario, di una decisione che avrà per i cittadini dell'Emilia-Romagna una ricaduta tangibile, consistente e garantita nel tempo- sottolinea l'assessore Venturi-. Continuiamo a lavorare per una sanità all'avanguardia, che migliori sempre più i livelli di assistenza e i servizi, ma che al tempo stesso sia capace di ottimizzare l'uso delle risorse. Con questo provvedimento continuiamo a tutelare le fasce meno abbienti della popolazione, agevolando contemporaneamente le famiglie numerose e quella grandissima parte di cittadini che si colloca negli scaglioni di reddito intermedi. Insomma, questa è l'idea di sanità, welfare e lavoro su cui abbiamo iniziato a lavorare dal primo giorno del nostro mandato, perché nessuno deve essere lasciato indietro".

Cosa si paga adesso e cosa cambia

In Emilia-Romagna, a differenza di altre Regioni che applicano un'unica cifra uguale per tutti, il superticket sui farmaci è stato introdotto in base a fasce di reddito progressive: il primo scaglione (R1) fino ai 36.152 euro esente; il secondo (R2) tra i 36.153 e i 70.000 euro prevedeva un contributo di un 1 euro a confezione con un tetto massimo di 2 euro per ricetta; il terzo (R3) per i redditi tra i 70.0001 e i 100 mila euro pagava 2 euro a confezione con tetto per ricetta massimo di 4 euro e il quarto (R4), per i redditi superiori ai 100 mila euro, contribuiva con 3 euro a confezione e un tetto massimo di 6 euro.
Con la decisione della Regione, il superticket sarà abolito per tutti i redditi fino a 100 mila euro.

Anche per le prestazioni specialistiche, il superticket era stato introdotto e modulato in base al reddito, prevedendo contributi pari a: 0 euro fino a 36.152 euro; 5 euro tra 36.153 e 70.000 euro; 10 euro tra 70.001 a 100.000 euro; 15 euro oltre i 100.000 euro.
Il superticket è abolito per tutti i redditi fino a 100 mila euro.

Per le coppie con 2 o più figli oltre al superticket, verrà abolito anche il ticket "base" sulle prime visite (23 euro) per genitori e figli.

 

Fonte: Regione Emilia Romagna

Partita l'attività al nuovo Day hospital oncologico al Cattani, debutto con totem e maxi schermi. Un trasloco in due giorni e questa mattina le porte si sono aperte nei nuovi locali. Volontari di Verso il sereno ad accompagnare i pazienti nei nuovi ambulatori.

Parma -

E' iniziata presto l'attività del nuovo Day Hospital Oncologico questa mattina, primo giorno di attività nella nuova sede al piano rialzato del padiglione Cattani dell'Ospedale Maggiore. Ben prima delle 8, orario di apertura degli ambulatori oncologici, i pazienti muniti di auto propria o accompagnati hanno iniziato a parcheggiare negli spazi a loro riservati intorno alla struttura (contraddistinti da una grande R blu stampata sull'asfalto) e soprattutto hanno preso confidenza con il nuovo sistema di prenotazione che, una volta entrato nelle abitudini degli utenti, garantirà un accesso più veloce al percorso di cura. Ora si tratta di inserire la tessera sanitaria nel totem giallo e aspettare di essere chiamati in base al codice appena ottenuto per recarsi negli ambulatori visita, prelievi o somministrazione terapie. I volontari dell'associazione Verso il Sereno hanno accolto gli oltre 200 pazienti (nella media giornaliera degli accessi) spiegando a ciascuno di loro le nuove procedure e indirizzandoli agli ambulatori di riferimento. Anche il personale medico e infermieristico, a partire dal direttore dell'Oncologia medica Francesco Leonardi e dal responsabile aziendale dei lavori Paolo Canepari, si è prodigato per orientare i pazienti nei nuovi percorsi di assistenza a loro dedicati.

Il debutto della nuova struttura è infatti avvenuto praticamente in corsa con il trasloco di cartelle cliniche, attrezzature e arredi dalla precedente collocazione nei Poliambulatori, effettuato nel fine settimana per garantire continuità di cura.

I principali cambiamenti introdotti: un atrio a vetri accoglie visitatori e pazienti in un luogo di cura luminoso e funzionale; comode sedute, donate dall'Azienda Barilla, consentono di prende posto a quasi 100 persone; un totem digitale giallo canarino registra i pazienti all'arrivo con il semplice inserimento della tessera sanitaria; grandi monitor nelle sale d'attesa chiamano i pazienti, dando indicazioni della stanza in cui recarsi.

Cambiamenti anche dal punto di vista organizzativo: il medico di riferimento è affiancato da un'equipe di oncologi, specializzandi e infermieri raggruppati a seconda del tipo di patologia.

Negli spazi esterni immediatamente adiacenti al nuovo Day Hospital Oncologico posti auto riservati, in numero doppio rispetto all'esistente, contraddistinti dalla segnaletica verticale e orizzontale con accesso diretto alla struttura.

L'intervento al padiglione Cattani ha infatti consentito di realizzare, all'interno della struttura, 13 ambulatori medici; 7 ambulatori di somministrazione e 2 camere di degenza di day hospital. Con un aumento della superficie interna quasi doppia rispetto a quella attualmente a disposizione per lo stesso servizio nel padiglione Poliambulatori.

L'investimento è stato pari a un milione e trecentomila euro ed è stato sostenuto dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria che ha reperito nel proprio bilancio le risorse necessarie per avviare anche l'intervento sulla facciata del Padiglione, di cui sono in corso i lavori di restauro conservativo che si concluderanno entro la fine dell'estate.

 

Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria di Parma

Pubblicato in Comunicati Sanità Parma
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