Visualizza articoli per tag: Consorzi Agrari

Il bilancio approvato stamane all'unanimità dei soci che dopo il Commissariamento Governativo allontana definitivamente gli spettri della chiusura riuscendo al contempo a garantire produttività, occupazione e prospettive economiche a supporto del comparto agricolo Parmense e non solo -

Parma, 26 giugno 2014 -

Si consolida significativamente il giro d'affari con un fatturato di circa 60 milioni di euro complessivi, si incrementano i volumi di vendita in una fase generale di prezzi decrescenti e l'utile cresce raggiungendo 1,8 milioni di euro. Un utile per lo più generato da quelle attività (vendita prodotti per l'agricoltura e produzione di mangimi) che intendono essere elemento di forza propulsiva e core business del Consorzio Agrario di Parma: sono questi, in estrema sintesi, i dati più rilevanti del bilancio 2013 del Cap votato stamattina all'unanimità dall'Assemblea dei Soci. Dati veramente positivi che rafforzano il presente facendo ragionevolmente ben sperare per il futuro del Consorzio Agrario che, grazie alle misure prese in tempo utile durante il periodo di commissariamento, si ripropone con slancio rinnovato come player di riferimento di un comparto agro-alimentare locale e regionale che vuole ulteriormente migliorare in volumi e rendimenti, pur in un quadro di evidente difficoltà dell'economia, tenuto conto di un'annata meteorologicamente sfavorevole.
Il Consorzio Agrario di Parma è ormai ritornato ad essere il partner più qualificato per alcune delle filiere agricole più importanti del Paese (pomodoro e Parmigiano Reggiano) e, più in generale, di un'agricoltura moderna che vuole crescere. E l'ottimo risultato economico dello scorso anno ne è la testimonianza più concreta. Il tutto in una cornice di trasparenza e tracciabilità dei dati e delle informazioni economico-patrimoniali e finanziarie, finalizzata ad una piena e necessaria ricostituzione del rapporto di fiducia con gli stakeholder esterni ed interni.
Alle ottime performances economiche del Cap nel 2013 hanno contribuito in maniera determinante diversi fattori.
In primo luogo la significativa riduzione dei costi operativi ottenuta attraverso quella gestione attenta ed oculata, di prospettiva e, quindi, strategicamente produttiva, indicata dal nuovo board guidato dal manager Marco Bellora nel ruolo di presidente e dal direttore generale Ivan Cremonini, unitamente a Enrico Francia (Responsabile Operation) e Tiziana Anziloro (Responsabile Amministrazione e Finanza) sostenuta dai Soci di riferimento del mondo agricolo e produttivo. Ne è un esempio il rilancio del mangimificio EMILCAP, che in virtù del scelte gestionali e di posizionamento prese già nella fase del commissariamento, rappresenta un punto di riferimento stabile per la qualità e la conservazione del prodotto a livello regionale per tutti gli imprenditori zootecnici padani.
Particolare rilevanza, poi, sul buono stato di salute del Cap ha avuto anche la rete vendita consortile che garantisce le basi logistiche qualificate alle diverse attività diffuse sul territorio del Consorzio Agrario. Non a caso le Agenzie del Cap sul territorio – accanto, naturalmente alla sede di Parma - si sono confermate, anche nel 2013, presidi attivi ed insostituibili per la vendita dei prodotti maggiormente utilizzati in agricoltura e in zootecnia (fitofarmaci, concimi, sementi per grandi colture, mangimi) e per la divulgazione capillare delle novità tecnico-scientifiche in agricoltura; per la promozione delle tipicità e per la diffusione di tutte le informazioni utili agli imprenditori agricoli (scadenze, normative, autorizzazione); oltre che per il disbrigo rapido delle pratiche che gravano la moderna azienda agricola.
Va ricordato, inoltre, che il 2013 è stato anche l'anno in cui si è avviata la chiusura della procedura concorsuale della controllata Produttori Riuniti (conclusasi nello scorso mese di marzo con un anno d'anticipo) che ha portato al pagamento del 100% dei creditori privilegiati e del 90% di quelli chirografari, ben oltre ogni più rosea previsione del piano concorsuale che ne prevedeva la soddisfazione al massimo del 60%.
Una nuova vision di innovazione nella continuità di cui si è resa garante Coldiretti, la principale associazione di categoria, che dimostrando senso di responsabilità e lungimiranza ha sostenuto da subito le scelte del nuovi vertici del Cap puntando a mantenere nella nostra provincia quel presidio di innovazione, qualità e affidabilità che il Consorzio Agrario è dal 1893.

(Fonte: Ufficio Stampa Consorzio Agrario di Parma)

I creditori privilegiati della Produttori Riuniti Srl, società oggi in liquidazione e in Concordato Preventivo sono stati tutti pagati con un anno di anticipo; e con loro il 90% dei debitori chirografari, andando quindi ben oltre ogni più rosea previsione del piano concorsuale che ne prevedeva la soddisfazione al massimo del 60%.

Parma, 4 marzo 2013 –

I creditori privilegiati della Produttori Riuniti Srl, società oggi in liquidazione e in Concordato Preventivo sono stati tutti pagati con un anno di anticipo; e con loro il 90% dei debitori chirografari, andando quindi ben oltre ogni più rosea previsione del piano concorsuale che ne prevedeva la soddisfazione al massimo del 60%.
Lo rende noto il Consorzio Agrario di Parma - che controlla il 100% della Produttori Riuniti Srl – il quale dopo aver anticipato già al marzo 2013 il pagamento di una parte dei creditori privilegiati – nel corso del mese di febbraio 2014 ha provveduto al pagamento della totalità dei creditori privilegiati - comprensivi di interessi – e del 90% di quelli chirografari con circa un anno di anticipo, come detto, rispetto al piano concorsuale depositato presso il Tribunale di Parma il 2 marzo 2012.
«Questo risultato è frutto principalmente – spiega il presidente del Cap Marco Bellora – della continuità che è stata garantita alle attività principali del Consorzio Agrario di Parma, tramite le quali si è potuto adempiere agli impegni e contribuire in modo determinante alla piena soddisfazione dei debiti verso i creditori concorsuali e alla gestione del processo liquidatorio».
«Il Consorzio Agrario di Parma – continua Bellora – si sta riorganizzando per ritornare ad essere l'attore principale del miglioramento e il perno fondamentale di una delle filiere agricole più importanti del comparto nazionale: oggi, con la conclusione positiva di questa prima fase, dimostra di aver riacquistato anche quella credibilità finanziaria necessaria per essere il primo partner e fornitore di un'agricoltura che vuole crescere e migliorarsi».
Al successo dell'operazione hanno contribuito in maniera determinante l'efficace opera svolta dal liquidatore dottor Ernesto Rossi e la professionalità dimostrata dai Commissari Giudiziali, dottor Luca Orefici e dottor Vincenzo Piazza, e dal Tribunale di Parma.

(Fonte: Ufficio stampa Consorzio Agrario Parma)

 

Il Consorzio ritorna sul mercato da protagonista a sostegno degli agricoltori e dell'economia del territorio. Per la prima volta l'ex-commissario Marco Bellora, nominato Presidente del Consorzio, interviene nel merito delle tematiche consortili

Parma, 18 febbraio 2014

Trasparenza, competenza e affidabilità: sono queste le parole d'ordine per il 2014 del Consorzio Agrario di Parma che dopo aver rinnovato in dicembre gli organi sociali e aver nominato presidente a gennaio Marco Bellora – già alla guida del Cap durante la delicata e difficile transizione del commissariamento – è pronto a ripartire con slancio.

Un Consorzio che, oltre ai numerosi servizi rinnovati e arricchiti, offrirà certezze ai suoi associati anche per quanto concerne il management laddove Ivan Cremonini – confermato alla guida operativa nel ruolo di direttore – garantisce insieme al presidente una vision innovativa e concreta, ma sempre fedele ad una mission ultracentenaria: sostenere ed affiancare l'agricoltura di Parma e del suo territorio.

Durante i mesi del commissariamento il Consorzio Agrario di Parma ha saputo riorganizzarsi sia sotto il profilo industriale che commerciale e oggi si presenta sul mercato con ambizione ed interessanti novità sempre nel segno della continuità di un servizio che dura dal 1893.

La produzione dei mangimi è stata concentrata ed unificata – in partnership con il Consorzio dell'Emilia e con il Consorzio di Piacenza – nel sito industriale di Parma, con l'obiettivo di abbassare i costi e migliorare la qualità grazie ad una filiera locale che va dalla materia prima al prodotto finito.

Sono stati, poi, riaperti tutti i canali di approvvigionamento e di fornitura ai clienti tradizionale del Cap – la rete delle agenzie che è stata razionalizzata ha comunque mantenuto alcuni importanti presidi in "montagna" a sostegno di un'agricoltura "più difficile" – dei prodotti maggiormente utilizzati in agricoltura (fitofarmaci, concimi e sementi per grandi colture); mentre nel settore della meccanizzazione agricola si è provveduto a consolidare i rapporti di collaborazione con partners strategici che si va ad aggiungere al tradizionale servizio di riparazione e manutenzione diretta ed indiretta tradizionalmente garantito dalle officine specializzate del Cap. È inoltre continuato senza interruzione il "ritiro" dei cereali prodotti in provincia nei centri di stoccaggio del Consorzio Agrario di Parma.

Per quanto riguarda, infine, il settore stagionatura del formaggio – che oggi, con l'attivazione del reparto biologico, immagazzina ben 120.000 forme – sono stati fatti significativi investimenti, sia tecnici che nelle risorse umane, anche perché è bene ricordare che il Consorzio Agrario di Parma è "Magazzino Generale" e quindi un importante attore per l'emissione dei warrant.

Sotto il profilo patrimoniale e finanziario, fin dall'avvio della fase di concordato, i vertici del Consorzio Agrario di Parma si sono spesi per sottoscrivere accordi di rimodulazione dei debiti pregressi e, soprattutto, per generare nuova finanza attraverso l'ottenimento di importanti linee di affidamento che garantiscono e garantiranno una ragionevole sicurezza ed autonomia di tesoreria. Nel contempo sono state coordinate le attività di liquidazione degli attivi concorsuali grazie al mantenimento della continuità nell'attività aziendale che sta portando al soddisfacimento dei creditori pregressi.

Il tutto in una cornice di trasparenza e tracciabilità dei dati e delle informazioni finalizzata ad una piena e necessaria ricostituzione del rapporto di fiducia con gli stakeholder esterni ed interni.

«Il Consorzio Agrario di Parma – spiega il presidente Marco Bellora – si sta riorganizzando per ritornare ad essere l'attore principale del miglioramento e il perno fondamentale di una filiera agricola che, focalizzata tra l'altro su pomodoro e Parmigiano Reggiano, è fra le più importanti del comparto nazionale». «Il Cap – continua Bellora – in piena continuità con la sua storia e tradizione, grazie anche al contributo di tutti i dipendenti e di tutti gli agenti, ha oggi tutte le carte in regola per essere il primo partner e fornitore/cliente di un'agricoltura che vuole crescere e migliorarsi».

E di questa vision di continuità nell'innovazione si sono resi sostenitori Coldiretti e UNIMA (Associazione delle imprese che eseguono Servizi Meccanizzati Industriali e Agricoli per Conto Terzi) che, dimostrando senso di responsabilità e lungimiranza, hanno supportato proprio il mantenimento del management in senso di continuità. Al fianco dei dirigenti anche una squadra di consiglieri a rappresentanza dei soci e delle variegate identità agricole e culturali che compongono il ricco mosaico del consorzio e del suo territorio. Oggi, come segno tangibile di prospettiva, soprattutto nei riguardi degli stakeholder esterni ed interni, il Consorzio Agrario ha intrapreso la strada della trasparenza e dell'affidabilità, una strada a servizio di tutto il territorio di Parma e provincia e dalla quale non si torna indietro.

(Fonte: ufficio stampa CAP)



Dopo le "quote Latte" riemerge il dissesto FEDIT. Un emendamento alla legge di stabilità innesca nuovamente la discussione su chi deve ricevere i "1000 miliardi di lire".

di LGC - Emilia, 26 novembre 2013--

"Affossare l'emendamento sui crediti della Federconsorzi vuol dire sottrarre risorse dovute al mondo agricolo, ossia agli uomini ed agli enti che hanno fornito le proprie energie e mezzi al settore per farlo crescere e diventare una realtà da primato a livello internazionale". E' quanto afferma il direttore generale di Consorzi Agrari d'Italia Angelo Barbieri - all'agenzia stampa AGI - nel sottolineare che, "se non verranno riconosciuti i crediti spettanti a Federconsorzi, l'agricoltura italiana disporrà di risorse inferiori per la crescita e la competitività."

Ma sul fronte opposto si muove il resto del sistema organizzato agricolo, "Agrinsieme". Per l'organizzazione che accorpa CIA, Confagricoltura e Confcooperative, sostiene invece che "I crediti non spettano a Federconsorzi, sono risorse da destinare a tutta l'agricoltura".

Una posizione, ovviamente, contraria a quella di "Coldiretti" la quale invece, attraverso CAI (Consorzi Agrari d'Italia) sta riportando in vita la Fedit e vorrebbe perciò essere destinataria di quel "tesoretto".

"Ribadiamo - prosegue la nota di Agrinsieme - la nostra ferma contrarietà al tentativo, tenacemente perseguito in queste ore, di destinare risorse ad un'entità come Federconsorzi che di fatto non esiste più. Se all'interno della Legge di Stabilità si riuscirà a reperire risorse finanziarie per il comparto agricolo, queste dovranno essere utilizzate a vantaggio dell'agricoltura tutta. Si tratta di 400 milioni di euro, intorno ai quali è legittimo aspettarsi dal governo e dalle forze politiche che venga garantita sin dall'inizio la massima chiarezza e trasparenza sulle modalità e sugli scopi con cui le risorse verranno utilizzate".

Lo ribadisce Agrinsieme in riferimento a quanto dichiarato dalla CAI, Consorzi Agrari d'Italia, secondo cui spetterebbe a Federconsorzi il credito di 400 milioni di euro, che si cerca di recuperare attraverso un emendamento, attualmente sospeso, in discussione al Senato.

"I soldi sono degli agricoltori – continua Agrinsieme – e vanno spesi per misure e interventi che diano respiro a tutte le imprese, come la sospensione della seconda rata dell'Imu agricola. Il nostro settore non può correre il rischio di perdere somme preziose in contenziosi, perché potremmo imbatterci in anni di corsi e ricorsi".

 

FEDIT cibus06

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

FAI-CISL FLAI-CGIL UILTUCS-UIL SINALCAP

I dipendenti dei Consorzi Agrari denunciano con forza l’atteggiamento assolutamente irresponsabile dell’ASSOCAP: dopo sei mesi di incontri e lavoro per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, l’Assocap ha chiuso la porta in faccia alle OO.SS. sull’aumento economico, causando la rottura delle trattative; la motivazione che è stata portata avanti, tra le altre, è che in questo momento di difficoltà economica del Paese i Consorzi stanno cercando di mantenere i posti di lavoro,

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia
Pagina 3 di 3