Redazione

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Autorità di bacino del fiume Po: finanziamenti straordinari per la sicurezza manutenzione del reticolo idrografico e dei versanti. Ecco l’elenco di tutti gli interventi straordinari e urgenti che saranno finanziati e realizzati nei prossimi 12 mesi grazie al nuovo stanziamento del Distretto del Po. 

19 Ottobre 2018 – 

Oltre al piano di manutenzione triennale strategico che l’Autorità del Bacino del Fiume Po varerà e presenterà, in diretta sinergia ministeriale, entro fine anno è arrivata nelle ultime ore la notizia – del tutto positiva – di un ulteriore ed inatteso stanziamento di 10 milioni di euro complessivi (STRALCIO 2018) che il Ministero dell’Ambiente (grazie all’interessamento del Ministro Costa e attraverso la pianificazione del Distretto del Fiume Po), metterà a disposizione dei territori del comprensorio per interventi straordinari capillari volti ad incrementare la sicurezza idraulica, la manutenzione del reticolo idrografico minore e dei versanti minacciati da dissesto idrogeologico che maggiormente ne hanno immediata necessità.

Dopo una ricognizione delle priorità e un monitoraggio tecnico dei bisogni, confrontandosi operativamente con le amministrazioni territoriali, l’Autorità ha individuato un elenco di opere in altrettante località che saranno finanziate nell’immediato grazie a questo fondo straordinario approvato all’unanimità in sede ministeriale dalla Conferenza Istituzionale Permanente delle Regioni su proposta dell’Autorità stessa. Gli interventi dovranno essere realizzati con una tempistica che non dovrebbe superare i dodici mesi. 

“È già pronto il progetto per la realizzazione di 90 interventi diffusi nell’area dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per una cifra complessiva pari a 10 milioni di euro – dichiara il Segretario Generale dell’AdbPo Meuccio Berselli – . Dopo aver avviato un dialogo con le singole regioni per competenza, nel 2019 queste risorse saranno investite attraverso la condivisione e il coordinamento dell’Autorità di Bacino per realizzare una manutenzione capillare diffusa sul territorio del Distretto del Po”. 

La ricognizione tecnica, come anticipato, ha portato ad individuare un elenco di 90 interventi prioritari a carattere di urgenza volti a prevenire e a mitigare situazioni di rischio di dissesto idrogeologico ed idraulico gravanti su centri abitati e infrastrutture pubbliche e private. 

Naturalmente, considerate le esigenze delle aree prese in esame, il fabbisogno finanziario utile per la completa risoluzione delle criticità dovrebbe essere superiore, ma il programma straordinario di manutenzione diffusa garantirà un rilevante potenziamento consistente della difesa idraulica e geomorfologica dei siti esaminati che resteranno all’attenzione progettuale dello staff tecnico dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po. 

 

AUTORITÀ DI BACINO DISTRETTUALE DEL FIUME PO

Il programma prevede n. 90 interventi così distribuiti:

− Valle d’Aosta, n. 6 interventi per l’importo complessivo di 272.000,00 euro;

− Piemonte, n. 41 interventi per l’importo complessivo di 2.788.000,00 euro;

− Lombardia n. 3 interventi per l’importo complessivo di 3.400.000,00 euro;

− Emilia Romagna, n. 34 interventi per l’importo complessivo di 2.555.000,00 euro;

− Veneto, n. 1 interventi per l’importo complessivo di 385.000,00 euro;

− Liguria, n. 1 interventi per l’importo complessivo di 200.000,00 euro;

− Toscana, n. 2 interventi per l’importo complessivo di 100.000,00 euro;

− Marche, n. 1 interventi per l’importo complessivo di 135.000,00 euro;

− PA Trento, n. 1 interventi per l’importo complessivo di 165.000,00 euro;

Gli interventi sono riconducibili alle tipologie “Alluvioni” (70), “Frana” (19) e “Valanga” (1). 
 
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Riceviamo e pubblichiamo la proposta di legge a tutela di medici, infermieri e farmacisti di Laura Cavandoli Consigliere comunale Lega Nord a Parma: “Presidi fissi e aggravanti per chi aggredisce operatori sanitari”.

Parma - 

“Non ci sono solo i furti come recentemente a Fidenza e nel passato a Parma, ma anche aggressioni, minacce, maleducazione generalizzata: negli ultimi anni gli Ospedali, e in particolare i reparti di Pronto soccorso, sono diventati un vero Far West con aggressioni e ingiurie per gli operatori sanitari. Al punto che, come segnalano le associazioni di categoria, gli specialisti cercano di evitare il Pronto soccorso a causa del carico di stress e del rischio di aggressioni. 

Anche in ospedale a Parma non mancano situazioni difficili e pericolose: tutelare medici, infermieri e il personale ausiliario nello svolgimento del proprio lavoro è diventata una urgenza su cui il legislatore deve intervenire”, ha detto la parlamentare parmigiana della Lega Laura Cavandoli nel presentare la Proposta di Legge a tutela del personale sociosanitario.

"La proposta di legge – spiega Cavandoli -  modifica alcuni articoli del Codice Penale introducendo aggravanti in caso di aggressione a medici, infermieri, personale ausiliario delle strutture ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale oltreché farmacisti nell’esercizio delle proprie funzioni equiparandoli ai pubblici ufficiali”. 

“Nella nostra proposta è previsto un presidio di polizia fisso composto almeno da un ufficiale di Polizia giudiziaria e da due agenti, nelle strutture ospedaliere di primo e secondo livello con il compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza, oltre a piani di controllo dei territori predisposti dai prefetti”, conclude l’onorevole parmigiana.

 

LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA LEGA IN SINTESI:

L'articolo 1 modifica l'art. 61 del codice penale, il quale prevede che tra le circostanze aggravanti del reato vi sia l'aver commesso il fatto nei confronti di un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un pubblico servizio, con il fine di includervi anche il personale medico, infermieristico ed ausiliario delle strutture ospedaliere e territoriali del Servizio Sanitario Nazionale ed i farmacisti. 

L'articolo 2 modifica l'art. 336 del codice penale, che punisce il delitto di violenza o minaccia ad un pubblico ufficiale, precisando che la norma si applica anche al personale medico, infermieristico ed ausiliario.

L'articolo 3, comma 1, prevede che presso ogni pronto soccorso dei presìdi ospedalieri di primo e secondo livello sia istituito un presidio fisso di polizia, avente il compito di tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza, composto quanto meno da un ufficiale di Polizia giudiziaria e da due agenti.

L'articolo 4 rinvia ad un decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’interno, da adottare entro sessanta giorni dall'approvazione della legge, con il quale ricollocare i presìdi ambulatoriali di guardia medica in ambiente protetto.

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Laura Cavandoli

Deputato Lega XVIII legislatura 
Consigliere comunale Lega Nord a Parma

Secondo i risultati del 19° Rapporto Legambiente, l'Emilia-Romagna seconda a livello nazionale per la qualità dell'edilizia scolastica e dei servizi. Reggio, Piacenza, Parma, Rimini e Forlì tra le prime dodici città. Reggio Emilia prima in assoluto per progetti educativi under 14. 

Bologna -

Accessibilità e sicurezza degli edifici, servizi di qualità, pasti bio. L’Emilia-Romagna, secondo il 19esimo Rapporto Legambiente è seconda a livello nazionale per l’edilizia scolastica e i servizi, terza per l’utilizzo di fonti rinnovabili

“Il rapporto di Legambiente, pur privo di dati di città come Bologna e Cesena - spiega l’assessore regionale alla Scuola e Formazione professionale Patrizio Bianchi- rappresenta bene l’impegno della Regione, e degli enti locali per garantire qualità degli edifici e dei servizi offerti.”

 

5 CITTA' DELL'EMILIA ROMAGNA NELLE PRIME 12 POSIZIONI

Secondo la classifica di Legambiente, infatti, ben cinque città emiliano-romagnole si trovano nelle prime 12 posizioni della graduatoria: Reggio Emilia, Piacenza, Parma, Rimini e  Forlì. Reggio Emilia in particolare è in testa a tutte le città per investimenti prodotti in progetti educativi per le scuole e under 14.

L'Emilia-Romagna è anche risultata tra le prime tre regioni che utilizzano fonti rinnovabili.

In evidenza inoltre i servizi e le buone pratiche avviate dai Comuni emiliano-romagnoli: il 47,1% delle scuole vede infatti la presenza, nelle aree circostanti, di piste ciclabili, il 36% in più della media nazionale; il servizio  Pedibus è attivato nell'11,1% delle scuole (5,3% il dato medio italiano); il 28,7% usufruisce di scuolabus. Ancora: in tutte le mense vengono serviti pasti bio e sono previsti menù alternativi per motivi religiosi. Il 75% delle amministrazioni recupera il cibo non somministrato a favore di organizzazioni no profit

 

IN CIMA ALLA CLASSIFICA DI LEGAMBIENTE: BOLZANO E TRENTO

In cima alla classifica Bolzano e Trentodue realtà particolarmente virtuose in tema di sicurezza (tutti gli istituti presentano le certificazioni di agibilità, collaudo statico, prevenzione incendi, agibilità igienico sanitaria e hanno effettuato i monitoraggi per radon e amianto), e di innovazione, con il 6% di edifici costruiti secondo i criteri della bioedilizia a fronte di una media nazionale che non raggiunge l’1%, frutto di una chiara scelta di governance confermata anche dalla spesa per la manutenzione straordinaria degli ultimi cinque anni, pari a circa 175mila euro per edificio, cioè circa dieci volte la media nazionale. Un mix di programmazione, di investimenti costanti e di innovazione che è mancato soprattutto alle regioni del sud Italia e delle isole, le cui città capoluogo sono tutte dopo la trentesima posizione in graduatoria ad eccezione di Cosenza (17° posto), con Reggio Calabria, Palermo, Latina (l’unica del centro Italia in questa posizione di coda), Foggia e Messina che chiudono la classifica.

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 SITUAZIONE SICUREZZA SCOLASTICA

Una situazione preoccupante dal punto di vista della sicurezza, perché ai minori controlli corrisponde una maggiore fragilità sismica del territorio (al sud tre scuole su quattro sono in area a rischio sismico, con la Sicilia che vede interessate quasi il 98,4% delle scuole, con una percentuale di verifica di vulnerabilità sismica ferma al 2,4%) anche se con alcune eccezioni, come la già citata Cosenza (17º) che oggi ha tutte le scuole con le certificazioni richieste, grazie ad un abile reperimento di fondi nazionali e regionali e Ragusa (48º) che si è dimostrata virtuosa nel recepire e spendere i fondi regionali a disposizione per la manutenzione straordinaria.

 

NELLA TOP TEN DI ECOSISTEMA SCUOLA 2018 TUTTI COMUNI DEL NORD

Nel complesso, però, la fotografia è abbastanza chiara: nella top ten di Ecosistema Scuola 2018 troviamo tutti Comuni del nord, con la sola eccezione di Prato (7º): dopo Bolzano (1º) e Trento (2º) abbiamo Bergamo (3º) e ben 4 capoluoghi dell’Emilia RomagnaReggio Emilia (4º)Piacenza (5º)Parma (6º)Rimini (10º). Gli altri Comuni presenti sono Pordenone (8º) e Verbania (9º). In coda, come già detto, le città del Sud e delle isole: ultima in graduatoria Messina, preceduta da Foggia (82º), Palermo (80º), Reggio Calabria (79º), Siracusa (78º), Potenza (77º), Sassari (75º) e Crotone (74º). Sempre in fondo, una città del centro, Latina (81º) e una del nord, Trieste (76º). E’ Firenze (18º), tra le grandi città a posizionarsi nella parte più alta della classifica, quindi Torino (20º)Milano (27º) e Napoli (32º), seguono a distanza Venezia (52º)Catania (53º)Bari (62º)Genova (69º), mentre nella parte più bassa troviamo Reggio Calabria, Palermo e Messina. Roma invia dati incompleti e pertanto non entra in graduatoria. Bologna e Cagliari non inviano dati.

 

 

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