Redazione

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Tutela dello zucchero made in Italy "finalmente non siamo piu' soli nella battaglia, al lavoro per una filiera biologica italiana"

(Bologna, 16 ottobre 2018) – "Siamo contenti che anche chi in passato ha avvallato la politica di smantellamento del comparto bieticolo-saccarifero nazionale, che ha portato alla chiusura di 16 zuccherifici su 19 in Italia, oggi abbia scelto di cambiare posizione e passare dalla nostra parte, invocando a gran voce l'intervento delle Istituzioni per la tutela dello zucchero made in Italy", dichiara in una nota Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna.

"Peccato – aggiunge con amarezza la Federazione regionale delle cooperative agroalimentari - perché sarebbe stato molto meglio muoversi prima e tutti insieme. Negli anni e nei mesi scorsi, la nostra Organizzazione a tutti i livelli si è impegnata e mobilitata in ogni sede per tutelare lo zucchero made in Italy, anche promuovendo di recente la sottoscrizione del 'Patto per lo zucchero italiano' promosso dalla cooperativa bolognese COPROB-Italia Zuccheri. Ci siamo però trovati spesso soli in questa importante battaglia. Sicuramente ci siamo trovati senza coloro che soltanto ora, quando ormai molti buoi sono purtroppo scappati dalla stalla, hanno finalmente deciso di muoversi nella nostra direzione".

"Ma per il bene degli agricoltori e delle loro imprese siamo convinti che si debba guardare avanti, facendo uno sforzo unitario per supportare un settore strategico del sistema agroalimentare regionale e nazionale – conclude Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna –. Continueremo senza sosta a lavorare affinché non si lasci morire la coltura della barbabietola da zucchero in Italia. Proprio per questo, supportiamo la strategia di sviluppo di una filiera biologica dello zucchero italiano, nella convinzione che ciò possa rappresentare un fattore competitivo di differenziazione sui mercati, in grado di dare maggiore valore al prodotto conferito dai soci bieticoltori di COPROB-Italia Zuccheri.".

Montagna 2000 punta sulle rinnovabili con l'avvio della centrale idroelettrica Nola Frasso e presenta i nuovi automezzi dotati di defibrillatore portatile (DAE).

Inaugurata oggi, sabato 20 ottobre 2018, la centrale idroelettrica Nola Frasso alla presenza delle autorità locali e di importanti funzionari della Regione Emilia Romagna e dell'Autorità Europea di Regolazione (WAREG). Montagna 2000 Spa, gestore del servizio idrico integrato nelle valli del Taro e del Ceno, ha presentato la Centrale Idroelettrica Nola-Frasso, un'opera attesa da anni che garantirà energia pulita e rinnovabile.

La centrale, inserita in un contesto territoriale di pregio ambientale, ha una potenza nominale di 99,9 kW e sfrutta l'energia prodotta dall'acqua nel suo scorrere all'interno dei tubi dell'acquedotto. Nello specifico utilizza l'energia di tipo meccanico sviluppata dall'acqua che, nell'abbassarsi di quota dalla sorgente di Lavaccini al serbatoio Frasso, attiva e mette in moto la turbina. La turbina (di tipo Pelton) è collegata ad un alternatore che permette la trasformazione del moto di rotazione in energia elettrica. Energia elettrica pulita e ottenuta da una sorgente totalmente rinnovabile che permette anche la riduzione dell'emissioni in atmosfera di CO2 altrimenti prodotte da energie non rinnovabili. I calcoli effettuati da Montagna 2000 Spa stimano la produzione di energia annua dell'impianto in circa 788.700,00 kW (a titolo di esempio coprirebbe il consumo di energia elettrica – comprensiva di elettrodomestici e apparecchi elettrici – di circa 220 nuclei familiari composti da 4 persone per un anno). La centrale Nola Frasso si affianca alle altre opere per la produzione di energia rinnovabile messe in campo dalla società quali l'inserimento di pannelli fotovoltaici sopra gli impianti di depurazione, lo studio dell'utilizzo delle biomasse e lo sfruttamento della crescita algale nei fanghi di depurazione.

"La centrale idroelettrica – spiega Emilio Guidetti, Direttore di Montagna 2000 Spa - è stata intitolata a Pierluigi Ferrari già Sindaco di Borgo Val di Taro e Vice Presidente della Provincia di Parma come "politico amico del territorio" per le molteplici attività di promozione del territorio che ha portato avanti nel corso della Sua attività politica ed amministrativa. Oltre all'ottenimento dell'I.G.P. per il fungo porcino di Borgo Val di Taro si ricorda con favore l'iniziativa legata alla collaborazione con le scuole per il progetto Storie di fiumi e di acqua: un percorso di scuola, di cittadinanza e di vita, nel 2016, che ha portato Montagna 2000 Spa a conoscerlo".

Il sindaco di Borgo Val di Taro Diego Rossi ha così commentato: "È con grande soddisfazione che vediamo finalmente partire questa "piccola" ma importante centrale idroelettrica sulla condotta principale del nostro acquedotto comunale. Un esempio di come le risorse pubbliche, se bene utilizzate, possano dare ottimi risultati in termini di rispetto dell'ambiente, creazione di energia pulita e di risorse economiche a vantaggio del territorio. Per questo risultato voglio ringraziare Montagna 2000, la nostra società dell'acqua pubblica, il suo Direttore Guidetti (e con lui l'ex Amministratore Unico Saetti) e tutto lo staff dei suoi collaboratori. Un grazie anche alla Regione, ed in particolare all'Ing. Ferrecchi, per il sostanziale supporto che in questi anni ci ha consentito di supportare l'inversione di tendenza nelle prospettive della nostra Società".

Durante la presentazione, sono stati esposti al pubblico gli ultimi automezzi della società dotati di defibrillatore portatile (DAE). Montagna 2000 Spa ha equipaggiato 5 nuove autovetture da poco in dotazione di altrettanti defibrillatori ma l'intento è di dotare anche altre vetture dei dispositivi di primo soccorso utili in caso di arresto cardiaco. Gli operatori di Montagna 2000 Spa hanno seguito un corso specifico di primo soccorso per imparare a utilizzare gli apparecchi sanitari. Un'iniziativa di grande valore e di utilità sociale per un territorio molto vasto in cui operano i mezzi di Montagna 2000. È risaputo che in caso di arresto cardiaco la prontezza d'intervento è fondamentale per garantire la sopravvivenza del paziente: per questa ragione la disponibilità diffusa di strumenti per la defibrillazione è una fondamentale misura di prevenzione. Le autovetture di Montagna 2000 sono operative all'interno delle nostre valli e potrebbero diventare importanti punti di riferimento per salvare vite umane. Le vetture dotate di defibrillatore semiautomatico sono contraddistinte da un cartello verde con un cuore e una croce bianchi e la scritta DAE.

Montagna 2000 ha ideato ed implementato una innovativa APP con la quale gli utenti possono dialogare con la società, inviare l'autolettura dei contatori, segnalare rotture o perdite d'acqua sul suolo pubblico, consultare i dati sulla qualità dell'acqua che esce dal rubinetto, ecc. Tra le varie funzioni dell'APP c'è anche la possibilità di visualizzare i calendari durante i quali è previsto il passaggio del personale addetto alla lettura dei contatori verificandone l'identità sul proprio smartphone.

Infine sono state distribuite ai cittadini copie dell'ultimo Bilancio Socio Ambientale in cui sono evidenziati i risvolti ambientali e sociali delle attività svolte da Montagna 2000; la stessa infatti, opera come società in house a totale partecipazione pubblica, quindi è tenuta a rendere sempre trasparente la propria attività nell'ottica di avvicinarsi ai soggetti che la controllano, con i quali collabora e a cui garantisce un servizio.

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Conquibus: il comitato dei garanti accoglie le richieste di sospensione di 3 anni per Aversa e di 2 anni per Giuliani e Mutti. I tre professori erano già stati sospesi in via d'urgenza dalle attività assistenziali dei rispettivi reparti

Dopo la sospensione temporanea effettuata in via d'urgenza dall'Azienda Ospedaliera di Parma nei confronti dei professori Franco Aversa, Nicola Giuliani e Antonio Mutti, su parere conforme del Comitato dei Garanti la direzione aziendale ha confermato la sospensione dei tre docenti.

Nello specifico, i professori Aversa e Giuliani sono stati sospesi, rispettivamente per 3 e 2 anni, dall'attività assistenziale svolta presso l'unità operativa di Ematologia e Centro Trapianti Midollo Osseo e il professor Mutti è stato sospeso per 2 anni dall'attività assistenziale svolta nell'unità operativa di Medicina del lavoro e tossicologia industriale.

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