La Polizia ha tratto in arresto i due uomini autori del furto presso la gioielleria Valenti di Parma e ha recuperati gli orologi di valori sottratti.
Parma -
Verso le ore 17,40 del 13 novembre, una dipendente della gioielleria Valenti di via Farini, aveva richiesto l’intervento della Polizia in quanto all’esterno del suo esercizio commerciale vi erano i due individui che il giorno precedente avevano rubato tre orologi da una vetrina.
La Squadra Mobile è riusciva a rintracciare uno dei due individui S.M. - le iniziali - che è stato poi accompagnato in Questura ed identificato un uomo originario di Napoli e residente a Modena. L’uomo, era gravato da numerosissimi precedenti di Polizia ed in particolare furti, appena 10 giorni prima era stato sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali, con divieto di accompagnarsi a pregiudicati, di allontanarsi dal comune di Modena nonché con l’impegno a cercarsi un lavorio stabile e lecito.
Acquisita la denuncia del titolare della Gioielleria, le immagini delle telecamere hanno dimostrato effettivamente il furto dei tre orologi di ingente valore ad opera, mentre lui faceva da palo.
Analizzando i pregiudizi penali di S. M., è emerso che nello scorso mese di giugno, era stato indagato in stato di libertà, a Modena per il reato di furto aggravato in concorso con il complice F. R. di origini calabresi. Il confronto tra la segnaletica di quest’ultimo ed i fotogrammi delle telecamere ritraenti il complice di S. M. hanno premesso alla Polizia di stabilire che era la stessa persona.
Dopo una iniziale negazione, S.M. ha ammesso di aver perpetrato il furto dei tre orologi permettendo il successivo recupero e la restituzione alla gioielleria.
I dipendenti della gioielleria hanno riconosciuto i due individui che erano entrati in gioielleria con la scusante di farsi mostrare un orologio da donna così da “disallarmare” la vetrina.
I giorni scorsi il GIP presso il locale Tribunale, su richiesta del Sost. Proc. dr.ssa Paola Dal Monte ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due indagati. Gli investigatori della Sezione Antirapine, pertanto, nelle prime ore di mercoledì scorso si sono recati a Modena dove, collaborati dall’omologo Ufficio investigativo del posto hanno rintracciato i due e li hanno arrestati, presso le loro abitazione.
Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti gli attrezzi utilizzati per aprire la vetrina della gioielleria, nonchè numerosi orologi, penne stilografiche e occhiali da vista ancora col cartellino di vendita applicato materiale sul quale sono in corso indagini volte a stabilirne la provenienza. Dopo le formalità di rito i due arrestati sono stati accompagnati presso il carcere di Modena.
L'ANGOLO DI INTESA - Rubrica sul sociale a cura di Associazione Intesa San Martino Parma.
Come fa sapere l’Ocse, l’Italia è il paese europeo con la maggiore spesa per pensioni di reversibilità rispetto al PIL. Visti i fatti vi è il rischio che questo sussidio, quasi sempre appannaggio delle donne, venga considerato una prestazione assistenziale e non più previdenziale.
Che significa questo? Tantissimo, purtroppo. Lungi dall’essere un diritto individuale, come di fatto dovrebbe essere, la pensione di reversibilità si troverebbe legata all’Isee, cioè al reddito imponibile familiare. In apparenza si tratterebbe di una rivoluzione meritocratica ma in pratica risulterebbe un modo per demolire un diritto individuale e rendere la pensione inaccessibile per centinaia di migliaia di donne. Per farla saltare, ad esempio, basterebbe che una vedova viva ancora con suo figlio e che questo abbia un piccolo reddito da lavoro. Visto che l’asticella viene sempre fissata a un reddito davvero ‘da fame’, abbiamo ormai capito che l’Isee assomigli più a un modo per togliere più che per dare, oltre il quale saltano tutti i benefici.
La reversibilità costituisce una piccola certezza sulla quale ogni donna può contare, fino ad oggi perlomeno. Possiamo solo sperare che i parlamentari si fermino, per loro interesse, o meglio: per quello delle loro mogli. Ormai solo l’interesse privato può essere la leva per una tutela migliore e completa, a meno che non si trovi un cavillo che escluda le mogli dei parlamentari. L’altra speranza è quella di sempre: la giurisprudenza, una corte che dichiari illegittima questa norma affinché i contributi dei nostri concittadini non vengano scippati dall’Istituto di previdenza.
Rino Basili
Segretario Intesa San Martino
Domenica 16 Dicembre si svolgerà presso il PALACUS, in via Campi 161 a Modena, il classico torneo di calcetto benefico Natalizio che quest'anno vedrà devolvere l'intero ricavato in favore di ASEOP.