Egregio Direttore,
Martedì sera, 30 agosto, la trasmissione “Fuori dal Coro” condotta, su Rete4, da Mario Giordano, ha trasmesso un servizio dedicato ai cambiamenti climatici. Servizio che ha compreso anche una brevissima intervista al sottoscritto, ma che in realtà mi ha lasciato sbalordito. E’ giusto e doveroso infatti che la gente, almeno chi è dei nostri territori, conosca gli antefatti e come sono andate le cose., che ora vado a descrivere.
Il giorno venerdì 26 agosto, a Polesine Zibello, è giunto l’inviato (che volutamente non voglio citare) della trasmissione “Fuori dal Coro”, col quale si era concordata una intervista sul Grande fiume nel corso della quale si sarebbe parlato dei borghi scomparsi, nel corso dei secoli, per erosione del fiume Po, su tutti Polesine di San Vito. Questo ha significato, per il sottoscritto, restare a totale ed esclusiva disposizione della troupe televisiva dalle 10 alle 16. Ha significato anche tenere impegnate altre due persone: l’amico professor Davide Persico, sindaco di San Daniele Po e docente all’Università degli Studi di Parma, che, con grande disponibilità ha dedicato quasi un’ora del suo tempo all’intervista richiesta (per inciso) dall’inviato e l’amico Maurizio Gobbi che, con altrettanta disponibilità, ha messo a disposizione la sua imbarcazione per portare la troupe a vedere le mura di Polesine di San Vito.
Mura di Polesine di San Vito - foto di Paolo Panni
Giusto far notare che, sia il sottoscritto che gli amici Persico e Gobbi hanno tolto tempo ad impegni professionali e personali per essere a disposizione di chi aveva richiesto il loro intervento.
Tra le altre cose (particolare di non poco conto), nel corso delle interviste, sia il sottoscritto che il professor Persico, a proposito di cambiamenti climatici, hanno evidenziato come questi siano in buona parte dovuti alle azioni dell’uomo.
Intorno alle 16 le registrazioni si sono concluse con la promessa che il servizio sarebbe appunto andato in onda martedì 30 agosto, durante la trasmissione succitata.
Premesso che nessuno si sarebbe ovviamente aspettato ore di reportage, era comunque legittimo attendersi un servizio realizzato con professionalità e, soprattutto, capace di comunicare il senso delle interviste rilasciate.
Il risultato è stato invece sconfortante e, me lo consenta, vergognoso. E’ stata trasmessa solo una brevissima intervista al sottoscritto estrapolando una piccola chicca storica cinquecentesca. Tutto il resto è finito nel nulla. Censurato Polesine di San Vito, censurata integralmente e totalmente l’intervista rilasciata dal professor Persico, censurata anche la trasferta in barca resa possibile grazie alla disponibilità di Maurizio Gobbi.
Nel complesso ne è uscito un servizio, sul quale preferisco non spendere alcun commento, in cui il conduttore ha voluto far emergere una interpretazione, evidentemente tutta sua (o dei suoi editori?) secondo la quale i cambiamenti climatici ci sarebbero sempre stati e sarebbero dovuti solo all’opera della natura.
Ora, premesso che ognuno è libero di pensarla come crede, e premesso che se il signor Giordano intende essere “fuori dal coro” è libero di starci, è altrettanto vero che censurare ciò che evidentemente non piace e tenere per buono solo ciò che fa comodo, è un comportamento che di professionale non ha nulla, ben lontano da quei valori di correttezza ed onestà che dovrebbero albergare nell’animo di chiunque.
Per inciso è anche bene rimarcare che l’inviato della trasmissione televisiva, pur essendo in possesso dei contatti sia del sottoscritto che del professor Persico, si è ben guardato, prima e dopo la trasmissione, dall’avvertirci dei tagli operati e del senso che avrebbe voluto dare al suo servizio. Per carità, non era dovuto avvertirci; trattasi sempre di correttezza ed onestà (soprattutto personale più ancora che professionale). Nulla di più.
Se poi il conduttore ed i suoi inviati sono abituati a legare l’asino dove vuole il padrone, si tratta di una loro libertà, lontana comunque anni luce dal mio modo di agire e di pensare. Preferisco restare un “battitore libero” (pagandone anche le eventuali conseguenze) piuttosto che legare l’asino dove vuole qualsiasi padrone. Ma per strada, come sul fiume, continuo ad andare con fierezza ed a testa alta.
Mi si consenta infine una considerazione (che rientra sempre nel campo delle libertà personali). Da almeno due anni mi rifiuto categoricamente di seguire il cosiddetto mainstream televisivo (convintissimo del fatto che molte informazioni, comprese quelle sui fatti più importanti, compresi quelli relativi alla pandemia, siano pilotate e montate ad arte, lo dimostra il fatto che di certi argomenti parlano sempre e solo i soliti noti): preferisco di gran lunga una camminata sugli spiaggioni o tra i boschi del Po. Anche questo episodio accaduto in questi giorni mi ha dato conferma del fatto di aver ragione.
Paolo Panni, Eremita del Po
Alessandro Marras noto travel blogger e influencer che ha collaborato con programmi televisivi come ”Alle Falde del Kilimangiaro” su Rai3 e “Travel Test” in onda su La7 e La7D, è il nuovo testimonial della Morgan Visioli Fashion.
Nel 2019 Marras viene citato dalla rivista Forbes Italia come il miglior travel blogger italiano grazie al suo canale YouTube “I viaggi di Ale”, di cui ha pubblicato l’omonimo libro edito da New Book Edizioni.
Sul suo profilo Instagram - seguito da oltre 183 mila persone - ha pubblicato alcuni post in cui veste e consiglia il brand parmigiano mentre è in vacanza in Trentino Alto Adige.
I capi dell’azienda sono infatti pensati per un pubblico attento che apprezza la qualità dei tessuti e la cura dei particolari, coniugando i trend del momento con la classe che da sempre caratterizza il marchio.
Negli anni l’evoluzione dello stile ha permesso di creare collezioni uomo-donna di tendenza come MV Ingranaggi e MV Privè, che vanno ad affiancare la linea continuativa e l’ultima nata Moonshine in collaborazione con Maria Marrandino, dedicata a giovanissimi e teen-ager con lo scopo di sostenere le iniziative solidali del Comitato Pans Pandas.
Tra i nuovi progetti, dal 4 al 10 settembre in occasione della Biennale di Venezia 2022, Morgan Visioli parteciperà al Talent Vision come sponsor ufficiale della manifestazione, che rappresenta un ulteriore tassello alla crescita della notorietà del brand.
In attesa del lancio delle nuove collezioni A/W 2022-2023 l’azienda ha in corso ancora per pochi giorni una promozione speciale su tutte le linee di abbigliamento e accessori.
Alessia Capelletti guest star all’Open Day del Settore Giovanile Femminile del Parma Calcio di martedì 30 agosto 2022, al Centro Sportivo “Il Noce” di Noceto. Il portiere, nonché vice capitano del Parma Calcio Prima Squadra Femminile, è venuta a trovare le bambine e ragazze che sognano un giorno di poter indossare la gloriosa maglia Crociata: accolta dal responsabile delle Giovanili Femminili Federico Pangrazi, dell’attività di base Cristina Romanini, assieme al coordinatore Roberto Dellapina, agli allenatori Angelo e Roberto Bottiglieri, Elisabetta Rabaglia e Federica Berti, la numero 1 si è intrattenuta sul campo con le piccole atlete, rispondendo alle loro curiosità, per poi posare per selfie, foto ed autografi. Sabato 3 Settembre 2022, alle ore 16, la replica dell’Open Day, al quale si spera possano partecipare tante aspiranti Crociatine nate tra il 2010 e il 2013 (info e prenotazioni 347.7408719).
Queste le risposte di Alessia Capelletti alle domande delle bambine e ragazze all’Open Day
Quali consigli per stare in porta?
“Sempre attenta, aiuta le tue compagne e para come vuoi. L’importante è parare. E coraggiosa…”
Hai ansia di sbagliare in partita?
“Sempre c’è la tensione della gara, però tu e tutte voi dovete essere bravissime a riuscire a trasformarla in energia per portare a casa un risultato o per ribaltarlo. Dunque tu, in ogni momento della partita, devi trovi la tensione giusta per concentrarti e usare tutta l’energia che hai per portare il risultato alla fine”.
Hai sempre giocato in porta?
“No: prima io facevo il difensore e poi ho iniziato a fare il portiere più o meno all’età di Eleonora. Non è mai un caso, è il destino che ti chiama, il karma…”
Quale è stata la partita più difficile che hai giocato?
“Fino adesso quella dell’altro giorno… In assoluto in Serie A si gioca – e io spero giocherai – con tantissime squadre veramente forti, spero ed auguro a tutte voi anche in campo internazionale e vedrete che il livello si sta alzando tantissimo, però ricordatevi che non ci sono partite più difficili di altre, dipende sempre come le affrontiamo. Poi dobbiamo essere le migliori noi stesse per far sì che ogni partita difficile diventi la nostra partita migliore. Quindi non importa se difficile o facile, l’importante è che sia la partita dove noi siamo le migliori.”
Hai mai giocato in Nazionale?
“Ho giocato con l’Under 23 e con l’Under 19, qualche anno fa, perché ora ho 23-24 anni ed è stata una emozione grandissima., perché lo scudetto della squadra dove giocherete è quello che vi accompagna ogni giorno, mentre la Nazionale, poi, è un onore: hai la responsabilità di rappresentare tutta l’Italia e la bellezza di quello scudettino e la possibilità di giocare contro squadre internazionali e di misurarti con loro è una possibilità fantastica che auguro a tutte voi.”
Mi saluti Aurora Remondini?
“Adesso è là che si sta allenando su quel campo con la Primavera: io sei anni fa ero su un campetto così, rincorrevo il pallone, sudavo, lo prendevo… Insomma: bisogna assolutamente lavorare, perché nessuno ‘nasce imparato’: c’è tanto da lavorare, conta quanto rincorrete i vostri sogni, perché ci sono tante ragazze più brave di me che si sono perse e non hanno l’opportunità che ho io di essere qui a parlare con voi, quindi mettetecela tutta perché le possibilità ci sono. Ricordatevi poi che nessuno vi regala niente, e tutto va guadagnato…”
A quanti anni hai iniziato a fare calcio?
“Ho iniziato a sette anni e ho iniziato a fare il portiere a nove…”
Tu prima delle partite hai ansia? Come la superi?
“Adesso, alla vostra età, siete già in un contesto molto importante, però dovete sempre ricordarvi che il calcio è divertimento: lo è per te come lo è per me. Io, se sono in ansia, la prima cosa che penso è che mi sto andando a divertire e che sto facendo una delle cose più belle del mondo; se poi avrai la fortuna, come è capitato a me, che è diventato il mio lavoro, allora sarà ancora più bello e al posto dell’ansia dirai è il mio lavoro e sono fortunata e lo devo fare al meglio. Però ci sono delle partite dove ti giochi un campionato, o un derby: in quel caso la cosa che mi aiuta è dirmi: io sono questa, devo dare il massimo, poi la partita può andare bene o male, ci sono le mie compagne che mi possono aiutare e quindi devo cercare di dare il massimo, e se esci sempre dal campo con l’idea di aver dato il massimo, l’ansia l’avrai sempre di meno…”
Quando è iniziata la tua passione per il calcio?
“E’ iniziata un po’ per caso, perché un giorno mio papà mi ha portato in una squadretta di quartiere ad allenarmi coi maschi, dicendomi dai, prova. Io, ragazze, vi assicuro che mi sono sentita come a casa e quindi da lì ho continuato: è stato, come immagino per voi, amore a prima vista. Io sono del 1998, allora ero l’unica ragazza, ma immagino che anche voi avrete iniziato coi maschi, e se giocate a scuola, giocate con i vostri compagni di classe. E’ una scelta coraggiosa, che ci ha fatto crescere, e anche per voi è una scelta che vi ha portato qui e che vi farà crescere. Non è facile sentirsi ripetere sempre dire sei una femmina e giochi a calcio: a me viene da rispondere ma a te cosa interessa? Io faccio lo sport più bello del mondo. Lo fai anche tu? E allora qual è il problema? Lo faccio anch’io e lo faccio bene e arrivo al Parma. Io non ho avuto la fortuna, come capita a voi adesso, di sentire parlare del calcio femminile come di un lavoro, perché fino alla scorsa stagione non lo era, mentre ora potete sognare di fare tutto quello che volete, se lo volete, se vi impegnate, potete arrivare dove volete”.
L’idea di considerarlo un lavoro, non rischia di far perdere piacere e passione?
“Io penso che sia una fortuna: io penso che tra i vostri genitori ce ne fosse qualcuno che sognava di fare l’architetto, l’idraulico, il medico o qualsiasi altro lavoro o mestiere; io sognavo di poter fare la calciatrice, ma non lo credevo possibile, perché non c’era il professionismo, non c’erano tante squadre, non c’erano tante possibilità. Io voglio dire a voi: avete una grande possibilità. usatela, perché tante ragazze della mia età adesso sono dottoresse, fanno l’architetto o qualsiasi cosa, ma magari il loro sogno sarebbe stato questo…”
Te la ricordi ancora la tua prima vittoria?
“La mia prima vittoria in serie A è stata in occasione del mio esordio: era il primo anno che mi portavano con la prima squadra, avevo 16 anni, e abbiamo vinto 3-0 in casa del Bari in una partita difficilissima, nonostante questo, però, non ho preso gol e quindi ero la ragazza più felice del mondo… La partita perfetta, non mi sembrava vero… Oltre a questa ce ne sono state tantissime altre belle e non vedo l’ora di vincere la prima volta con il Parma, così da esultare fortissimo, perché è una storia da scrivere. Noi siamo le prime ad essere in A e siamo fortunate e poi ci sarete voi…”
Un consiglio per la nostra portiere?
“Lei dentro di sé lo sa, e poi è un ruolo che ti chiama, perché anch’io avevo iniziato perché mancava il portiere, poi quando sei lì e capisci che stai bene e che puoi fare qualcosa di bello, è un ruolo molto particolare e forse anche, senza offesa per tutti gli altri, anche uno dei più difficili. E se ti chiamerà lo capirai: e da lì non preoccuparti perché poi sarà tutto in discesa. Ti porterà avanti il lavoro, la passione, il credere tanto in te stessa: poi puoi fare tutto quello che vuoi se hai le idee chiare”.
Pietro Vignali candidato alle prossime elezioni nazionali come capolista nel collegio plurinominale n. 1 circoscrizione Emilia Romagna della Camera, nelle file di Forza Italia.
“Posizione moderata, improntata al fare per i problemi del territorio”.
Questa mattina è venuto a mancare prematuramente Florio Manghi, già presidente del Centro Sportivo Italiano di Parma.
A.R.M.O.N.I.A. - Ambiente Risorse Musica Opportunità Natura Identità Arte - domani e venerdì sera doppio appuntamento a Pellegrino Parmense
Un romanzo noir dai tratti fantasy l’opera prima di Claudio Bianchini. Non primissima perché in passato ha scritto insieme ad altri autori un manuale edito da Franco Angeli legato alla sua attività manageriale, ma d’esordio per quanto riguarda la narrativa e che rivela un’indole incline alla scrittura creativa.
Profezie, attentati, catastrofi naturali, complotti internazionali e una perenne lotta tra il bene e il male pervadono l’intera stesura del romanzo, tenendo il lettore in suspense e con il desiderio di proseguire nella narrazione dei fatti.
La descrizione dei luoghi con dovizia di particolari e una trama avvincente accompagnano in un viaggio avventuroso nel tempo e nello spazio, fatto di realtà e finzione, in cui tutto è possibile.
La trama prende spunto dal ritrovamento di un reperto archeologico, un mattone della antica casa abitata da Abramo, patriarca delle tre religioni monoteiste ebraismo, cristianesimo e islam, contenente tre tavole profetiche.
Non mancano sullo sfondo le storie d’amore, che tengono viva la speranza di un lieto fine. Ma sarà veramente così?
Genere: Noir/fantasy
Titolo: “La casa di Abramo”
Autore: Claudio Bianchini
Casa editrice: Aliberti compagnia editoriale
ISBN: 978-88-9323-162-6
Pagine: 333
Prezzo: 18€
Un frammento della casa di Abramo rinvenuto nel sito archeologico di Ur, a sud di Baghdad